Rassegna stampa del 10 Ottobre 2016

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USTICA LINES
Lunedì, 10 ottobre 2016
USTICA LINES
Lunedì, 10 ottobre 2016
Trasporti marittimi
10/10/2016 Corriere Economia (ed. Mezzogiorno) Pagina 46
PAOLA CACACE
Crociere È boom al Sud Tre milioni di passeggeri
10/10/2016 Corriere Economia (ed. Mezzogiorno) Pagina 46
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Ma nel 2017 a Napoli calo del 25 per cento delle navi
08/10/2016 vocidicitta.it
Crack nel commercio marittimo, fallisce l'ottava compagnia maggiore al...
10/10/2016 Wall Street Italia
Trasporti navali: è crisi profonda
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Eva Luna Mascolino
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10 ottobre 2016
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Corriere Economia (ed.
Mezzogiorno)
Trasporti marittimi
Crociere È boom al Sud Tre milioni di passeggeri
Nel 2016 la Campania è la terza regione d' Italia per i flussi Bene anche la Sicilia ma in
Puglia c' è un calo del 6 per cento
Croceristi e navi in aumento nel 2016 in attesa
di un 2017 non proprio roseo. Il tutto anche al
Sud. A dirlo i dati dell' Italian Cruise Watch di
Risposte Turismo. Prima delle regioni del Sud,
e terza italiana, la Campania che alla fine del
2016 avrà visto ben 1.651.583 di persone in
transito segnando un discreto aumento del 6%
rispetto al 2015. Sempre concentrandoci sul
Mezzogiorno segue la Sicilia con 1.118.800
passeggeri movimentati e la Puglia che,
nonostante i 486.051 croceristi, è l' unica
regione dell' area ad aver mostrato un calo (­
6.9%) già nel 2016.
«Il Sud riassume alla perfezione lo stato della
crocieristica in transito in Italia ­ spiega
Francesco di Cesare, presidente di Risposte
Turismo ­ E a prescindere di allarmismi e
numeri le crociere non vanno affatto male,
anche perché sono il miglior punto d' accesso
a zone che sono sempre molto ambite dai
croceristi. È pur vero, però, che il Mezzogiorno
sconta alcune debolezze: sul piano
infrastrutturale e dei servizi. Bisogna lavorare
in questa direzione».
A far salire il numero di turisti e di navi nei
porti meridionali le difficoltà legate al
passaggio delle grandi navi n e i p o r t i d e l
Maghreb con le compagnie che si sono trovate
a dover rivedere in breve tempo le loro rotte
scegliendo dunque i porti più vicini geograficamente. «Ecco ­ continua di Cesare ­ che alcuni porti del
Sud hanno avuto un picco più che positivo. Però l' altra faccia della medaglia è che per questi stessi
motivi sono diverse le compagnie che hanno spostato le loro crociere al di fuori del Mediterraneo e
questo peserà sul 2017. Sarà però un anno di assestamento che ridisegnerà probabilmente la
crocieristica in modo diverso. Un calo inoltre italiano, non solo meridionale. È prevista una flessione del
3,65 infatti tra il 2016 e il 2017».
I porti del sud però sembrano pagare lo scotto. Nel 2017 sono infatti previsti ­25.1% di passeggeri
movimentati a Napoli, ­21,4% a Trapani, ­10.7% a Catania, ­ 2,5% a Messina mentre restano stabili
Palermo e Bari dopo che quest' anno in quasi tutti porti si era registrato un incremento.
Un dato che però fa riflettere è l' aumento dei croceristi che attraccano e scendono nei porti più piccoli,
in aumento a discapito del calo generale.
«Ci sono porti come Amalfi che fa ranno segnare anche un +39,9%. Nel caso della Campania poi si
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Mezzogiorno)
Trasporti marittimi
assisterà a una ridistribuzione anche su Salerno che vedrà circa 360 mila croceristi nel 2017, con un
aumento di oltre il 70%.
Bene anche Giardini Naxos e Brindisi, Crotone. Queste realtà più piccole, ma non meno importanti,
stanno man mano imparando a porsi nei confronti delle compagnie d i navigazione. E pur tenendo
presente una certa volatilità dei numeri in questi casi c' è da ben sperare. Ovviamente questi piccoli
porti non possono offrirsi per le grande navi, quelle più conosciute».
Poi conclude: «Ma in Italia scalano decine e decine di navi appartenenti a piccoli armatori che però
fanno leva sull' attrattività di porti meno battuti e trafficati magari con un accesso in rada. Una realtà che
non va sottovalutata specie al Sud dove c' è una miriade di possibili attracchi per le mini ­crociere. E se
come è previsto si arriverà a un coordinamento tra grandi e piccoli porti i croceristi si spalmeranno
probabilmente a livello regionale ma si potranno aprire nuove finestre di crescita da non sottovalutare. L'
importante è puntare su servizi e competenze per accogliere i croceristi. Il Sud vive di turismo e la
crocieristica è un mercato da non sottovalutare, dalle enormi potenzialità. Pensate alle crociere
invernali. Le compagnie vogliono venire in Italia e andare al Sud perché ha un' offerta meravigliosa che
va valorizzata».
PAOLA CACACE
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10 ottobre 2016
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Corriere Economia (ed.
Mezzogiorno)
Trasporti marittimi
Lo scenario
Ma nel 2017 a Napoli calo del 25 per cento delle
navi
Fuga delle navi da crociera da Napo­ li. Con
una flessione del 25,1% rispetto al 2016 il
numero di croceristi movimentati previsti a
Napoli per il 2017 desta non poca
preoccupazione.
Lo sa bene Tommaso Cognolato Ceo di
Terminal Napoli che, come aveva anticipato a
luglio al «Corriere del Mezzogiorno» e ha
ripetuto pochi giorni fa all' Italian Cruise Day
ha lanciato l' allarme della fuga dalla città, anzi
dal porto individuando le cause in un accesso
difficile al molo e alla mancanza di un' ade
guata offerta turistica. Servizi a terra e
infrastrutture da rafforzare anche grazie alla
sinergia con le amministrazioni e gli enti
coinvolti.
«Una sciocchezza ­ commenta Nino Daniele,
assessore alla Cultura e al Turismo del
Comune di Napoli ­ Non che questi problemi
non ci siano ma non hanno avuto alcun impatto
sul calo. Anche perché sono problemi che
durano da decenni e negli anni scorsi erano in
aumento le crociere nonostante i problemi di
accesso al porto. In realtà si tratta di un calo
dovuto a problemi geopolitici. Come dicono i
grandi armatori il Mediterraneo si è fatto più
piccolo con la situazione turca e del nord
Africa, si stanno togliendo navi rotte e Napoli
ne paga il prezzo. Cinque navi della Costa ad
esempio sono ora dirette in Cina. La Royal Caribbean si è spostata sui Tropici e così via. Detto ciò
stiamo lavorando per ridurre il danno e fare in modo che i croceristi tornino il prima possibile».
P. C.
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8 ottobre 2016
vocidicitta.it
Trasporti marittimi
Crack nel commercio marittimo, fallisce l'ottava
compagnia maggiore al mondo
Hanjin Shipping è il nome di una compagnia
poco familiare ai più, ma che è ben noto alle
multinazionali e alle grandi industrie di ogni
settore, in quanto rappresenta una delle
principali aziende attive nel campo del
trasporto marittimo di merci, l'ottava al mondo
per capacità di carico. La Hanjin, di base in
Corea del Sud, costituisce infatti un elemento
cardine nel sistema logistico dell'economia
globale: si tratta di un colosso che ogni anno
trasporta attraverso gli oceani oltre 100 milioni
di tonnellate di merci, il 10% del totale del
commercio via mare. L'inventario degli articoli
e delle tratte di sua competenza è ampio: dai
prodotti finiti della Samsung, diretti in Cina o
negli USA, a materie prime indispensabili per
il sostentamento dell'intera economia sud­
coreana e asiatica, ma anche per quella
europea ed italiana. Proprio adesso, numerose
aziende toscane aspettano i carichi di fibre
tessili che la Hanjin avrebbe dovuto
consegnare già da tempo. Sì, perché la
bancarotta del gruppo, dichiarata lo scorso 31
agosto dopo aver accumulato debiti per 5,9
miliardi di dollari, ha reso incerta la sorte delle
oltre 60 navi in mare e dei loro carichi.
L'attracco di queste portacontainer ai porti
verso cui erano destinate è stato infatti
bloccato dalla compagnia stessa o dagli enti portuali locali per due ragioni: a) le operazioni di scarico e
carico merci sono estremamente costose e la Hanjin non ha più liquidità necessaria per garantire i
pagamentiÍž b) i creditori potrebbero chiedere per vie legali il sequestro delle merci e delle stesse unità
navali. Navi e merci che così sono rimaste bloccate in mare, in alcuni casi da più di un mese, e se in
alcune aree geografiche la situazione di stallo è stata risolta con provvedimenti giudiziari ad hoc, in altre
parti del mondo le navi della Hanjin attendono ancora di capire quale sarà il loro destino e i committenti
di importanti ordinativi di merci, convinti dalle basse tariffe della compagnia coreana ormai prossima al
collasso, ne attendono ancora la consegna. Il caso della Hanjin Shipping rappresenta il maggior
fallimento nella storia di un settore, quello dei trasporti marittimi, che attraversa da anni una grave
recessione, condizionata dal rallentamento dell'economia globale e dall'eccessivo numero di navi
adibite al trasporto di container rispetto alla domanda attuale. Gli scenari futuri restano incerti e sulla
compagnia aleggia lo spettro dello smantellamento: fra le compagnie concorrenti è già lotta aperta per
assicurarsi gli asset e i contratti della ormai ex compagnia di bandiera coreana. In pole c'è la danese
Maersk Line, il più importante gruppo armatoriale al mondo con la sua flotta di oltre 600 unità, che ha
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8 ottobre 2016
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vocidicitta.it
Trasporti marittimi
confermato di voler presentare presto un piano di ristrutturazione della società. Nel caos creatosi in
seguito al fallimento della Hanjin Shipping, le aziende pratesi attendono ancora le fibre di tessuto
ordinate mesi fa, così come altre aziende della nostra penisola attendono i loro carichi, che forse nei
prossimi giorni sbarcheranno a Valencia, in Spagna, e dovranno essere ritrasportati in Italia a spese
delle nostre aziende. Un danno ancora tutto da quantificare ma che senz'altro andrà ad incidere
negativamente sulla nostra già debole economia nazionale.
Eva Luna Mascolino
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10 ottobre 2016
Wall Street Italia
Trasporti marittimi
Trasporti navali: è crisi profonda
MILANO (WSI) Il settore del trasporto navale
mondiale è in completa crisi. A dirlo sono i
bilanci del secondo trimestre del 2016
pubblicati dalle più grandi società del settore:
di queste 11 su 12 sono in grave perdita. Gli
analisti stimano che entro la fine di quest'anno
il settore marittimo potrebbe perdere 9 miliardi
di euro dei 150 miliardi fatturati ogni anno e
questo per due ragioni, come spiega
L'Economist. La prima ragione riguarda la
difficoltà incontrata negli ultimi anni dal
commercio internazionale dove a farla da
padrone è stata la crescita economica sempre
più lenta, a cui si aggiunge il fatto che sempre
più aziende decidono di produrre nei paesi
dove vendono i loro beni e non in patria e poi
spedirli. L'altra ragione riguarda il fatto che
dopo il 2011 le compagnie di trasporto hanno
realizzato un numero maggiore di nuove navi
con la conseguenza che sono crollate le tariffe,
segnando in negativo logicamente i bilanci
delle compagnie di navigazione. La soluzione?
Ritirare le navi in eccesso, ma è difficile da
realizzare perchè significa perdere milioni di
dollari spesi per costruirle. La soluzione
migliore in questi casi è capire come
ottimizzare le attività di risparmio sui costi e
tornando a fare utili. In una parola sola
digitalizzare. Pioniere della digitalizzazione nel settore dei trasporti marittimi è la Maerske che ha deciso
di dividere le sue attività di gestione dei porti da quelle di spedizione ma soprattutto ha attuato una
nuova iniziativa che prevede di riempire le sue navi di sensori. Ma a cosa servono? I sensori invieranno
al porto, ancor prima dell'attracco, molti dati in modo tale che le autorità portuali possano rifornire subito
la nave di tutto quello di cui ha bisogno in breve tempo in modo tale che possa ripartire subito. Maerske
è un esempio per altre società operanti nel settore ma, come scrive L'Economist, accanto alla
digitalizzazione e all'ottimizzazione, occorre in circolazione. Fonte: L'Economist
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