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Data : Lun, 03 Ottobre 2016 @ 14:57
Categoria : Comunicati S. Stampa Presidente
Emiliano Gorgoni Forastiere su Studio epidemiologico Taranto
Questa mattina il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, insieme con il direttore del
Dipartimento Promozione della Salute Giovanni Gorgoni, il commissario AReS Giancarlo Ruscitti
e il dirigente del Dipartimento di epidemiologia Regione Lazio Francesco Forastiere, ha presentato
alla stampa lo Studio epidemiologico sugli effetti delle esposizioni ambientali sulla popolazione
residente a Taranto, Massafra e Statte. “Oggi presentiamo dati molto rilevanti – ha detto il
presidente Emiliano - e ringrazio tutte le istituzioni coinvolte, a cominciare dalla Regione Lazio,
per la collaborazione. Vorrei evitare qualsiasi eccesso di allarmismo, anche perché semmai il
nostro problema riguarda la capacità straordinaria di sopportazione della città di Taranto rispetto a
una situazione che dura dal 1960. Finalmente abbiamo la possibilità, in prosecuzione del lavoro
svolto presso l’autorità giudiziaria di Taranto, di continuare a seguire ciò che sta accadendo. Non
abbiamo dunque lasciato all’autorità giudiziaria in esclusiva il compito di accertare, ma abbiamo
fatto il nostro dovere, ciò che era necessario fare all’interno di una funzione generale preventiva e
di analisi dei dati relativi alla salute”.“Questi dati – ha continuato Emiliano - possono essere utili
comunque la si pensi sull’attività di Ilva. Abbiamo soprattutto la possibilità di capire se esistono
modalità compatibili di produzione con la salute umana. Alla Regione Puglia non spetta stabilire
se l’attività debba proseguire o meno, ma abbiamo voluto comunque mettere a disposizione questo
lavoro preziosissimo e unico nel suo genere”. “Sempre oggi, nel corso di una Giunta straordinaria,
valuteremo se impugnare dinanzi alla Corte costituzionale l’ultimo decreto Ilva. Inoltre il 10
ottobre a Taranto il Consiglio nazionale degli ingegneri ci consentirà di approfondire l’opzione del
proseguimento attività di Ilva con un sistema produttivo differente da quello attuale”. Emiliano ha
quindi sottolineato che “senza questi dati che aggiornano e migliorano quelli che già avevamo,
avremmo parlato sulla base di intuizioni ma non su elementi oggettivi. Da oggi possiamo parlare,
anche per il periodo successivo alle contestazioni del processo di Taranto, sulla base di
informazioni scientificamente inoppugnabili”. “Il Presidente del Consiglio – ha aggiunto Emiliano
- ha questo studio già da diversi giorni e adesso deve valutare cosa fare, essendo informato, e
prendere le decisioni conseguenti. Non è una comunicazione come tutte le altre: questa è una
comunicazione che ha effetto giuridico, da questo momento il Presidente della Regione e il
Presidente del Consiglio hanno il dovere e il potere di adottare provvedimenti che servano, se in
natura sono possibili, ad abbassare questi livelli di mortalità anomali, fuori scala”. Emiliano ha poi
elencato tutte le iniziative adottate nell’ultimo anno dall’amministrazione regionale che, lo
ricordiamo, non ha potere di intervenire nella vicenda Ilva: “La prima cosa che abbiamo fatto
nell’ambito delle competenze della Regione è stato realizzare questo Studio e trasmetterlo al
governo. Il governo, laddove dovesse verificare delle situazioni anomale che determinano fattori
letali per la popolazione ha l’obbligo giuridico di intervenire. Nel nostro ordinamento non
impedire un evento che si ha l’obbligo di prevenire equivale a cagionarlo. Io non posso chiudere la
fabbrica, non ho questo potere e non ce l’ha neanche più la magistratura perché sono intervenuti
dei provvedimenti di legge che impediscono ai magistrati di agire come farebbero per qualunque
altro impianto”. “Altra cosa che possiamo fare come Regione – ha detto - è esaminare l’ipotesi di
impugnare dinanzi alla Corte costituzionale il decreto che impedisce alla magistratura di bloccare
l’impianto, che secondo noi andrebbe bloccato alla luce di questi dati, fino a che non si sia in
grado di funzionare senza pericolo. Perché se le curve di produttività corrispondono alle curve di
mortalità, tertium non datum, la fabbrica va fermata o rallentata e vanno portati questi dati al
minimo livello possibile. Noi, come Regione, continueremo a verificare questa corrispondenza tra
mortalità e produttività”. Il Presidente ha poi dichiarato che: “Un’altra cosa che faremo, e la
Regione ha titolo per farlo, è la revisione dell’Aia. Già da qualche giorno ho dato indicazione
all’Avvocatura regionale di istruire la richiesta. Se l’Aia venisse revocata sulla base degli elementi
presentati oggi, ancora una volta, la fabbrica non potrebbe proseguire l’attività. Terza cosa che la
Regione ha già fatto, è proporre al Governo un sistema produttivo alternativo.
La Regione Puglia non vuole entrare nella discussione se questa fabbrica sia davvero o no
strategica per l’economia nazionale, è un giudizio che spetta al governo. E quest’ultimo la ritiene
strategica. Però la produzione di acciaio strategica può essere realizzata con mezzi produttivi
diversi dall’attuale. E per questo abbiamo inviato lo scorso dicembre al Presidente del Consiglio
una proposta che prevede una modalità di produrre acciaio che non determini fattori di mortalità.
Siamo in attesa di una risposta che ancora non arriva”.
“Qualunque dirigente di pubblica amministrazione – ha proseguito il Presidente - sa che se si
dispone di dati che indicano una determinata procedura come fattore di mortalità e se si individua
di un metodo diverso per fare la stessa cosa portando quei dati a zero, bisogna agire con rapidità.
Siamo pronti a collaborare col Governo per agire con rapidità e limitare i danni. È incredibile che
siano decorsi tre anni dall’impegno a lenire le emissioni attraverso “l’ambientalizzazione”, un
termine che per me ormai non ha senso: la Corte costituzionale aveva detto che la costituzionalità
del decreto era assicurata solo ed esclusivamente dal rispetto del termine prefissato, che non è stato
rispettato ma prorogato”. “C’è una situazione giuridica gravissima – ha concluso Emiliano rispetto alla quale l’intero Stato deve intervenire perché stiamo accumulando una serie di fattori di
rischio giuridico di enorme portata. Il Presidente della Regione secondo il principio di leale
collaborazione ha sottoposto questi dati al Governo. Ovviamente la collaborazione non può che
avvenire attraverso una valutazione comune degli elementi. Se dopo più di un anno riuscissimo a
fare almeno una riunione di lavoro con il Governo avente ad oggetto l’Ilva non sarebbe male.
Perché purtroppo in una situazione così grave, non solo accumuliamo dati e analisi, ma non è
ancora possibile avere un momento di confronto su dati di carattere oggettivo. Se il governo
dovesse valutare che questo studio ha profili di irrilevanza e inconsistenza lo spiegherà, ma in
questi casi il principio di precauzione prevede che l’autorità competente e che ne ha il potere,
prenda i provvedimenti necessari che abbassino i fattori di rischio”. “Ora i dati ci sono e sono
molto aggiornati – ha aggiunto a margine il direttore del Dipartimento salute Giovanni Gorgoni l’aggiornamento è al 2014, che per le regole dell’epidemiologia e della statistica è una data molto
aggiornata. E’ frutto di un lavoro corale fatto anche al di fuori della Regione Puglia, dal
dipartimento epidemiologico della Regione Lazio, dall’Arpa, dall’Ares, dal Csa e dal dipartimento
di prevenzione della Asl di Taranto.
Lo studio è stato fatto con molto rigore, in maniera molto puntuale: è una conferma scientifica che
con la disponibilità di questi dati cambia anche le politiche assistenziali in alcune aree. Vedere - ha
concluso Gorgoni - che i bambini sotto i 14 anni in alcuni quartieri di Taranto avranno un
maggiore rischio di infezioni alle vie respiratorie tra il 49 e il 50 % cambia infatti il modo in cui si
approcciano le politiche assistenziali".
Per il dirigente del Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio Francesco Forastiere che
ha materialmente illustrato il Rapporto, “lo Studio che stiamo presentando oggi è frutto di una
collaborazione unica in Italia, e di questo dobbiamo essere orgogliosi”. “Quello che stiamo
presentando oggi – ha detto Forastiere - è un lavoro scientifico durato due anni di raccolta,
valutazione e analisi dei dati relativi alla situazione di Taranto. Il rapporto è un lavoro
collaborativo che ha origine dalla Regione Puglia e che ha visto la collaborazione con l’Istituto di
Epidemiologia del Lazio insieme alle istituzioni regionali, e cioè d Asl Taranto, Ares e Arpa. È un
lavoro complesso che ha messo insieme competenze ambientali e sanitarie e il risultato è un
prodotto veramente unico nella realtà nazionale.
Abbiamo sempre detto che quello che sta succedendo in Puglia, e cioè la capacità di vedere il
nesso tra ambiente e salute, è una particolarità di grande importanza”.
Forastiere ha poi spiegato l’essenza dello Studio. “Che l’area di Taranto fosse molto studiata,
anche attraverso lo studio Sentieri, lo sapevamo. La città presentava elementi critici e i risultati di
Sentieri sono serviti per rivendicare una serie di azioni d prevenzione. Non sapevamo invece
quanto fosse il differenziale di salute all’interno della stessa città. Un confronto quindi all’interno
della stessa città. Questa è l’essenza dello studio. Uno studio che ha analizzato tre aree Taranto
Statte e Massafra. Abbiamo voluto studiare gli effetti a lungo termine delle emissioni industriali
per lo stato di vita, i ricoveri, l’incidenza per i tumori e la mortalità. Due indicatori ambientali, due
cioè le caratteristiche delle emissioni industriali prese in esame, le polveri e l’anidride solforosa.
Lo studio è stato reso possibile grazie a metodologie innovative messe a punto da Arpa Puglia”.
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