FAIMARATHON. Una Giornata FAI d`Autunno alla

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“FAIMARATHON. Una Giornata FAI d’Autunno alla scoperta di un’Italia diversa”
Giunge alla sua quinta edizione la manifestazione nazionale organizzata dai Gruppi Giovani del
FAI, evento di punta della campagna mensile di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia”.
Domenica 16 ottobre 2016 più di 3.500 volontari del FAI ti aspettano in 150 città di tutta
Italia per accompagnarti alla scoperta di oltre 600 luoghi solitamente chiusi al pubblico
attraverso itinerari tematici ed eventi speciali che offrono una originale chiave di lettura
della città. Accesso a ogni luogo a fronte del contributo richiesto dai volontari.
Palazzi, chiese, teatri, cortili, monumenti di archeologia industriale: luoghi spesso inaccessibili
o poco conosciuti offrono ai visitatori una prospettiva diversa sul territorio, raccontando la
sua storia, le sue tradizioni, la sua identità attraverso la voce dei giovani del FAI. E se ti iscrivi
al FAI ti aspettano aperture esclusive e corsie preferenziali in tutti i luoghi aperti.
A dispetto del nome, non si tratta di una corsa, ma di una lenta passeggiata che permetta di cogliere cogli occhi,
col cuore, con la mente e con il gusto, ciò che il territorio, nella sua peculiarità, offre sul piano naturalistico, storico
artistico, paesaggistico ed economico.
L’organizzazione della giornata è affidata ai delegati più giovani proprio perché spetta alle nuove generazioni
appropriarsi consapevolmente dei beni del loro territorio, conoscerli, amarli e attivarsi con competenza e
progettualità per valorizzarli sul piano culturale ed economico.
L'evento fa parte della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l'Italia”, che impegna il FAI in tutto il
paese. Oltre alla manifestazione FAImarathon, sono possibili altri mezzi di donazione alla campagna: iscrizione
scontata per tutto il mese di ottobre, attività di aziende partner, SMS o chiamata da rete fissa al 45517 per la
donazione di 1 o 2 euro dall’10 al 23 ottobre.
Grosio. Archeologia, Arte, Industria, Storia.
Dalla Preistoria, attraverso il Medioevo, fino all'età industriale. Grosio, antico e popoloso borgo di tradizioni
agricole e commerciali, riveste grande importanza nel panorama archeologico, storico-artistico ed etnografico
della Valtellina. Lo si incontra risalendo l'alto corso dell'Adda, in posizione quasi intermedia tra i centri di Tirano e
Bormio. Alle porte del paese si incontrano, in rapida successione, il complesso di rupi montonate, levigate
dall'azione dei ghiacciai, dove, in epoca preistorica, i primi abitanti lasciarono segni incisi immutabili nel tempo;
sullo stesso dosso vi sono anche le vestigia di due castelli medievali e i ruderi suggestivi di due castelli medievali, ai
suoi piedi la nuova centrale idroelettrica, che conserva anche testimonianze di archeologia industriale. Il centro
abitato è preceduto dall'elegante facciata barocca della parrocchiale con la massiccia torre campanaria, primo
accenno di un borgo ricco di chiese e palazzi storici.
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PARCO DELLE INCISIONI RUPESTRI DI GROSIO
Le vestigia più antiche della storia di Grosio le troviamo raggruppate sul Dosso dei Castelli dove, a partire
dagli anni Settanta del secolo scorso, sono venute alla luce numerose incisioni rupestri, le più antiche
databili al VI millennio a.C.
La continuità della presenza umana su questa altura è testimoniata dai resti significativi di due
fortificazioni medievali. Il castello vecchio o di San Faustino (sec. XI), di proprietà del vescovo di Como, è
caratterizzato dallo svettante campaniletto romanico della cappella castellana, dedicata ai SS. Faustino e
Giovita. La chiesetta, sorta in epoca longobarda come sacello funerario, fu più volte ampliata e cadde in
rovina nel corso del 1700. Sullo stesso colle, nel corso del sec. XIV, i Visconti di Milano eressero una nuova
e più possente fortificazione per la conquista e il controllo dell’Alta Valle.
Sono previste visite guidate e, per i più piccoli, laboratori didattici.
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CENTRALE IDROELETTRICA A2A DI GROSIO
Posta alla base del dosso dei castelli, la struttura più antica (1917) fu ideata dal noto architetto Pietro
Portaluppi con particolare attenzione al suo inserimento nel suggestivo contesto ambientale. Nel 1956
l’AEM di Milano progettò un nuovo impianto con l’installazione di quattro turbine Pelton della potenza di
100 Mv. Il complesso, inaugurato nel 1960, è stato ultimato nel 2002 con la messa in funzione del quarto
gruppo. La sala macchine dell’impianto è situata in una grande caverna all'interno della montagna e si
raggiunge percorrendo un tunnel lungo 600 metri.
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Itinerario storico-artistico che si snoda tra le vie di Grosio. Le chiese, simboli di fede e di identità,
custodiscono le più preziose testimonianze artistiche della comunità: la chiese di San Giorgio, San
Francesco, San Michele e la parrocchiale dedicata a San Giuseppe, sono piccoli gioielli da scoprire. La
presenza di palazzi nobiliari, inoltre, come Villa Visconti Venosta e Palazzo Negri testimoniano
l'importanza di questo centro, che restituisce angoli pittoreschi: stradine, vicoli, portali e affreschi.
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Camminando tra i terrazzamenti, si osserverà come la Fondazione Fojanini è riuscita a riqualificare
l’area sottostante il castello di San Faustino, impiantando vitigni innovativi che resistono ad altitudini
maggiori.