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Da Cesena a Copenaghen: il 'cervello in fuga' Luca Rossi,
professore associato alla IT University
Giovedì 6 Ottobre 2016
Insegna Digital Media & Communication e Network Society: "In Italia l'università è
sottoposta a un ridimensionamento tale da non permettere di lavorare. Se vuoi fare questo
lavoro, e magari sei anche bravo, andare all'estero non è un'opzione, ma spesso è l'unica
strada"
Luca Rossi, originario di Cesena, ora professore associato a Copenaghen
"Dei miei amici, di quelli che hanno iniziato con me (io mi sono laureato quadriennale nel 2002), sono l'unico che adesso ha
un posto relativamente stabile. Gli altri vivono forme più o meno stressanti di precariato". Luca Rossi è originario di Cesena
ed ora è professore associato a Copenaghen dove insegna Digital Media & Communication e Network Society. La sua
è una storia esemplare, di uno dei tanti 'cervelli' in fuga dall'Italia.
"Ero ricercatore a tempo determinato a Urbino, le prospettive alla fine del contratto erano quelle che erano, e stavo da un po'
valutando l'idea di andare via. E' uscito un posto alla IT University (che conoscevo da prima essendoci stato per conferenze),
ho fatto domanda e mi hanno preso. Dopo i tre anni di assistant professor è uscito un posto da associate (che è a tempo
indeterminato), ho partecipato e ho vinto. Ora si è trasferita a Copenaghen anche mia moglie, abbiamo comprato casa e ci
viviamo questa città bellissima in cui c'è una grande comunità italiana".
Una comunità che, stando ai dati di Migrantes, sembra destinata a crescere. "Negli ultimi anni - spiega Luca Rossi - è
cresciuta tantissimo nonostante la Danimarca non sia il paese più semplice dove emigrare: è un paese costoso se non si ha
un lavoro e se è vero che tutti parlano inglese i lavori che si possono fare in inglese sono pochi e di solito a
professionalizzazione medio-alta, quindi diciamo che non è che uno viene a Copenaghen e cerca qualcosa da fare, cioè si
puo' fare, ma secondo me non è una buona idea".
"La mia sensazione è che sia comunque emigrazione di livello medio alto, che lavora in multinazionali o cose del genere. Poi
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c'è molta ristorazione e ultimamente anche alcuni produttori di cibo che fanno cose italiane in Danimarca: per esempio c'è un
buonissimo caseificio italiano che ha aperto da poco a Copenaghen e fa mozzarelle, burrate, altri formaggi fatti con ottimo
latte danese, che le mucche non stanno mica solo in Italia".
Al di là di questi casi, comunque la sensazione è netta. "Ad andarsene sono essenzialmente gli universitari e la cosa è molto
semplice, in Italia l'università è sottoposta ad un ridimensionamento tale da non permettere di lavorare. Se vuoi fare questo
lavoro, e magari sei anche bravo, andare all'estero non è un'opzione, ma spesso è l'unica strada".
Cultura, Scuola & Università, Società
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