XXVII domenica T.O.

Download Report

Transcript XXVII domenica T.O.

XXVII Domenica del Tempo Ordinario
2 ottobre 2016
Ascoltiamo in questa prima domenica di ottobre un'altra parabola di Gesù (Lc 17, 510). Forse ascoltandola ci può apparire che Dio si comporti come certi padroni
incontentabili, che sempre chiedono e pretendono e non danno un attimo di pace ai
loro servitori? Ma non è questa la prospettiva della parabola e non è questo il suo
messaggio. Il suo scopo non è di offrirci una rivelazione su Dio e il suo
comportamento; Gesù non valuta il modo di agire del padrone: che i padroni si
comportassero così era un fatto abituale. La loro condotta serve a Gesù per
costruire la parabola.
In ogni caso, la lettura del Vangelo dimostra che Dio è totalmente diverso da quel
padrone, anzi l’opposto. I tratti del suo volto si sono infatti rivelati in Gesù, il quale è
venuto a servire e non a farsi servire e che ha vissuto una vita simile a quella del
cameriere che sta in piedi e serve e non del padrone che siede a tavola.
La parabola, invece, vuole descrivere il comportamento dell’uomo verso Dio, che
dovrebbe essere di totale disponibilità, senza calcoli, senza pretese, senza contratti.
Non si serve il Vangelo con lo spirito del salariato: tanto è il lavoro, tanta la paga. E
molti servitori di Dio sembrano concepire il loro rapporto con Lui come un contratto:
prestazione per prestazione, io ti do tanto in obbedienza e servizio e tu mi devi dare
tanto in premio.
Per i suoi discepoli, Gesù vuole che affrontino con coraggio e in piena disponibilità le
esigenze del Regno. E allora dopo una intensa giornata di lavoro non si deve dire:
“ho finito”, né accampare diritti o pretese, non bisogna vantarsi e nemmeno fare
confronti con gli altri. Si dica semplicemente: “ho fatto il mio dovere”.
Gesù vuole vaccinare i suoi discepoli, e quindi anche noi, dal virus deleterio del
delirio di onnipotenza, che serpeggia nelle pieghe del mondo. Essere servi inutili,
ossia senza importanza e senza valore, vuol dire riconoscere che il dono che
abbiamo ricevuto non ci pone su un piedistallo né è assimilabile alle forme politiche
del potere. Noi siamo strumenti nelle mani di Dio, strumenti necessari, ma pur
sempre strumenti. Chi opera è sempre Dio!!!