dossier - Gruppo PDL – Berlusconi Presidente – Forza Italia

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IL FLOP DEL “SUPERVERTICE” DEL
MEF SULLA CRISI BANCARIA
ITALIANA
3 ottobre2016
a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati
Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Forza Italia
EXECUTIVE SUMMARY
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Il 3 ottobre 2016 il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan
ha convocato presso il Tesoro un supervertice con la Banca
d’Italia e le principali banche italiane per decidere quali
azioni intraprendere per fronteggiare la grande crisi del
sistema bancario italiano.
Sul tavolo i dossier più scottanti sono quelli sulla crisi di Monte
dei Paschi e sulla difficile vendita delle 4 good banks (Etruria,
Marche, CariFerrara, CariChieti) con il Governo in pressing su
UBI in veste di acquirente.
INDICE
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Il supervertice del MEF
 Le questioni in agenda
La grande crisi di MPS
 La promessa non mantenuta di Matteo Renzi
La vendita delle 4 good banks
 Le difficoltà di UBI
 Il salvataggio a carico dei clienti
IL SUPERVERTICE DEL MEF
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Il 3 ottobre 2016 il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan
ha convocato presso il Tesoro un supervertice con la Banca
d’Italia e i principali banchieri italiani per decidere quali
mosse prendere per fronteggiare la grande crisi del sistema
bancario italiano.
Hanno partecipato alla riunione:
 il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco;
 i top manager di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca;
 i rappresentanti dell’Associazione bancaria italiana (ABI),
Acri (Fondazioni bancarie) e Fondo Atlante.
LE QUESTIONI IN AGENDA
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Sul tavolo i dossier più scottanti sono stati:
 la crisi di Monte dei Paschi;
 la difficile vendita delle 4 banche fallite (Etruria, Marche,
CariFerrara, CariChieti).
LA GRANDE CRISI DI MPS
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Per quanto riguarda la crisi del Monte dei Paschi di Siena, alle
prese con l’urgente maxi-aumento di capitale da 5 miliardi di
euro e la cessione dei 27 miliardi di sofferenze lorde, le
indicazioni emerse da parte del nuovo amministratore
delegato, Marco Morelli, punterebbero su una correzione
parziale della rotta tracciata dal predecessore Fabrizio Viola.
LA GRANDE CRISI DI MPS
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La ricapitalizzazione di MPS dovrebbe quasi sicuramente
passare per la conversione forzosa dei bond subordinati,
mentre la cessione dei Non-performing-loans non sarebbe
effettuata in blocco al Fondo Atlante, ma coinvolgendo anche
altri operatori.
 sono giunte offerte non vincolanti per gestire 8,6 miliardi di
crediti deteriorati da parte di Cerved e Kkr-Varde.
Finora, il presidente del consiglio Matteo Renzi aveva
assicurato che nessun cliente di MPS sarebbe stato penalizzato
 in caso di conversione forzosa dei bond subordinati, invece,
decine di migliaia di obbligazionisti sarebbero esposti a
pesantissime perdite del loro patrimonio.
LA PROMESSA NON MANTENUTA DI MATTEO
RENZI
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La conversione forzosa degli obbligazionisti dovrebbe
avvenire subito dopo il referendum costituzionale del prossimo
4 dicembre.
 se avvenisse prima, infatti, il Governo potrebbe perdere un
enorme consenso elettorale, in quanto verrebbe meno ad
una promessa fatta da Matteo Renzi in persona lo scorso 31
luglio, in una intervista a Repubblica, dove promise che «io
non voglio che per le responsabilità dei politici del passato, e
dei banchieri del passato, paghino i cittadini di oggi. Non è un
fatto di consenso, è un fatto di giustizia. Paghi chi ha
sbagliato, non la gente comune.»
LA PROMESSA NON MANTENUTA DI MATTEO
RENZI
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
«A me interessa – ha aggiunto il primo ministro - proteggere
il correntista e il risparmiatore. Devono sapere che in Italia c’è
un governo che si occupa di loro, non delle poltrone dei
consigli di amministrazione delle banche come accaduto
troppo spesso in passato».
LA VENDITA DELLE 4 GOOD BANKS
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Per la questione legata alla vendita delle 4 good banks si era
parlato di offerte da Ubi Banca per 3 di esse (Banca Marche,
Banca Etruria, CariChieti).
Andrea Moltrasio, presidente del consiglio di sorveglianza di
Ubi, ha però dichiarato che porterà in consiglio la proposta di
acquisire le 3 good bank solo se «sono in grado di creare
valore per la nostra base di azionisti».
LE DIFFICOLTA’ DI UBI
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«Purtroppo nella nostra mission non abbiamo il salvataggio e
quindi il salvataggio deve essere fatto in altro modo», ha
spiegato Moltrasio, «Su questo siamo estremamente rigorosi: se
dal punto di vista organizzativo e industriale possiamo dare una
mano al sistema nell’interesse dei nostri azionisti lo facciamo, ma
non siamo nelle condizioni di fare salvataggi perché siamo una
banca interregionale che abbiamo tenuto solida durante la crisi».
LE DIFFICOLTA’ DI UBI
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Ubi Banca si era fatta avanti per rilevare le 3 good banks sul
filo della scadenza del 30 settembre, consentendo al governo
italiano di negoziare con Bruxelles una piccola proroga, il
tempo necessario per consentire la chiusura della cessione,
come sottolineato anche da Margrethe Vestager, capo della
direzione concorrenza della Commissione Ue in una recente
intervista.
Ma poi le cose si sono complicate.
 la Bce, secondo la ricostruzione fatta sabato dal quotidiano
Il Messaggero, non confermata, avrebbe preteso un
aumento di capitale pari a 600 milioni per dare il via
all’acquisizione.
LE DIFFICOLTA’ DI UBI
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Alla conclusione del maxivertice del Tesoro, Moltrasio si è
espresso con un laconico «non so se si farà. Non dipende solo
da noi.»
 durante il vertice, i mercati sono sembrati bocciare il piano
di acquisto: il titolo UBI ha perso il -1,4%.
Voci interne hanno parlato di un pressing da parte del ministro
dell’Economia su UBI Banca, nel tentativo disperato di
convincere la banca ad acquistare le 4 good banks.
 se Ubi si tirasse indietro non rimarrebbe altra alternativa
che ritornare all’offerta presentata lo scorso 22 luglio dai
fondi americani Apollo e Leone Star, 400 milioni di euro.
 Le 4 banche passerebbero definitivamente in mano
americana, una débâcle per il governo.
LE DIFFICOLTA’ DI UBI
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Non è chiaro comunque quale sia il vantaggio per UBI di
acquistare delle banche fallite, accollandosi, tra le altre cose,
una spinosa vicenda che recentemente sta avendo pesanti
strascichi giudiziari.
 Nel caso l’operazione di acquisto non dovesse rivelarsi un
affare, infatti, si aprirebbero potenziali cause legali contro
gli amministratori di UBI, per mancata prudenza nella
gestione di una operazione che tutti sapevano essere
rischiosa già in partenza.
IL SALVATAGGIO A CARICO DEI CLIENTI
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la cifra offerta da UBI, in ogni caso, sarebbe inferiore rispetto
agli 1,8 miliardi iniettati dalle banche italiane nelle 4 nuove
entità tramite il Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi.
 per recuperare queste perdite, alcuni istituti hanno scaricato
i costi aumentando gli oneri dei conti correnti, i quali, come
rilevato da una recente ricerca della CGIA di Mestre, sono i
più cari d’Europa.
 Un rincaro che non è sfuggito nemmeno alla Banca
d’Italia, la quale ha dichiarato che «sta osservando con
attenzione il comportamento di alcune banche nel ribaltare
su correntisti e depositanti i costi delle crisi bancarie».