Transcript Concerto

Invito all'ascolto Il concerto di questa sera ha inizio con l'Arioso dalla Cantata, Ich stehe mit einem Fuss im Grabe ("Io sto con un piede nella tomba") BWV 156, aperta da una breve sinfonia introdutti va nella quale non è difficile riconoscere uno dei brani più celebri di Bach: il Largo dal Con certo in fa minore per clavicembalo, archi e basso continuo BWV 1056. Nella versione origi nale la melodia viene eseguita dall'oboe, il cui suono malinconico e distante evoca il carattere patetico della scena evangelica alla quale la Cantata si ispira (Matteo, 8, 13). Si tratta della miracolosa guarigione di un lebbroso e da parte di Gesù e, più ancora, della meditazione sull'incombenza della morte che l'episodio ispira all'autore del testo, Christian Friedrich Henrici, meglio noto con lo pseudonimo Picander. Giunto alla fine della propria esistenza, il fedele si rimette alla volontà di Dio, gli si affida con la preghiera chiedendogli protezione e conforto. La Cantata, risalente, con ogni probabilità, al 1728, è una delle più note, oltre che espressive, dell'intero corpus bachiano." Di seguito la Romanza senza parole op. 109 di Mendelssohn scritta nel 1845 e pubblicata dopo la morte dell'autore. Questa è l'unica romanza scritta dall'autore per violoncello e pia noforte ed è dedicata alla signorina Lisa Cristiani. In forma tripartita, il violoncello ha un ruolo preponderante con un canto malinconico ma con la passione quasi fosse un vero e pro prio manifesto d'amore. Di grande lirismo è "La calma del bosco" di A. Dvorak, originariamente pubblicata per piano forte a quattro mani e poi trascritta dal compositore stesso per violoncello e pianoforte, tra scrizione che consacrò il brano alla notorietà per la sua melodia sognante e meravigliosa mente poetica. Non meno appassionata è l'opera Adagio e l'allegro op. 70 di Robert Schumann. Nell'indica zioni di organico Schumannn scrive corno, o violino o violoncello tanto che la prima esecu zione, che si ha il 26 gennaio 1850 a Dresda, vede al violino Franz Schubert ed al pianoforte Clara Schumann. Quest'opera ben si adatta alla cantabilità del violoncello che, con il suo timbro, riesce mirabilmente a tratteggiare i caratteri peculiari individuati dalla stessa Clara nella serenità, freschezza e passione. Beethoven compone tra il 1796 ed il 1801 due importanti sonate per violoncello e pianoforte, l'op. 5, e nel 1801 scrive le 7 Variazioni sul tema de Il Flauto Magico, probabilmente con lo scopo di mettere in luce i virtuosismi di qualche violoncellista e manifestando il desiderio di sfruttare le risorse di questo strumento. Le Variazioni furono composte probabilmente in concomitanza con una rappresentazione viennese del Flauto magico nel 1801, e pubblicate l'anno successivo a Vienna dall'editore Mollo con la dedica al conte Johann von Browne, altro protettore del giovane Beethoven. Queste Variazioni ci riportano nel cuore della 'prima maniera' beethoveniana, quella delle Sonate op. 5 e degli altri due cicli di Variazioni. Il moti vo, semplice e celestiale, del duetto fra Pamina e Papageno nel secondo atto del Flauto magi co è lo strumento del gustoso dialogo tra i due strumenti che, grazie ad uno speciale dialogo timbrico ed espressivo, palesa la consapevolezza ormai acquisita da Beethoven, delle possi bilità offerte da questa formazione, creando le premesse per la composizione della grande Sonata op. 69 che avrebbe visto la luce sette anni più tardi. Le due Sonate op. 5 invece segnano l'apertura di un vero e proprio nuovo corso nella storia dello strumento ad arco. Il decisivo inserimento di Beethoven nella storia relativa allo stru mento avvenne grazie all'incontro con uno straordinario virtuoso, Jean-Louis Duport, uno dei protagonisti della diffusione europea del violoncello. Le due Sonate op. 5 ci mostrano dunque Beethoven impegnato in modo "militante" nell'impiego delle più recenti risorse della tecnica violoncellistica. Fino ad allora infatti la letteratura aveva offerto sonate che vedevano in rilievo assoluto solamente uno dei due strumenti (violoncello o pianoforte) mentre l'altro si limitava ad "accompagnare". Nelle Sonate op. 5 invece gli strumenti assumono un ruolo fra loro assolutamente paritario, obiettivo ambiziosissimo anche perchè esse rappresentano il primo esempio di sonate "a due" del compositore. La Sonata in fa maggiore N. 1 vede un minore padronanza nell'impiego dello strumento ad arco e un pieno dominio di quello a tastiera; ma già l'Adagio sostenuto introduttivo evidenzia un piano di ideale parità tra gli strumenti. La "dialettica" interna del seguente Allegro non è tanto tematica (affini sono i due temi principali, entrambi "dolci" e cantabili) quanto strumentale, come mostrano i serrati "inseguimenti" della sezione dello sviluppo, mentre il Rondò vede una prevalenza della tecni ca pianistica. Bisognerà attendere Brahms che scriverà sue straordinarie sonate per violon cello e pianoforte, capolavori indiscussi della letteratura per questo duo.

Vittoria Caracciolo

XXVI

S

TAGIONE

C

ONCERTISTICA Concerto

Jacopo Di Tonno Violoncello Vittoria Caracciolo Pianoforte

Venerdì 7 ottobre 2016, ore 18.00 Salone Mons. Ferro Palazzo della Provincia “Corrado Alvaro” Reggio Calabria

Jacopo Di Tonno,

nato a Napoli nel 1977, ha intrapreso lo studio del violoncello all’età di nove anni diplomandosi con dieci e lode presso il conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara. Si è perfezionato con Radu Aldulescu in Spagna e E. Dindo. Per la musica da camera si è perfezio nato con: P. Farulli, Alban Berg Quartett. Entra a far parte dell’ “Orchestra Giovanile Italiana” ricoprendo il ruolo di primo violoncello. Ha terminato il corso biennale con la votazione di “60 sessantesimi e menzione d’onore”. Ha colla borato con direttori come: R. Muti, G. Sinopoli, N. Marriner, C. Hogwood, G. Noseda, L. Berio, L. Pfaff, C. M. Giulini, ecc. A soli ventuno anni è stato chiamato a ricoprire il ruolo di primo violoncello al “Teatro Regio” di Torino e da quel momento è iniziata una collaborazione con le piu’ importanti Orchestre Italiane ed Estere. Collabora con il M° E. Dindo in progetti discografici ed in concerti di musica da camera. E’ il primo violoncello de I Solisti di Pavia con i quali si esibisce per le piu’ prestigiose stagioni con certistiche internazionali. Importante la sua collaborazione, sempre nel ruolo di primo violoncello, con una nuova eccellenza musicale Italiana, il "Colibrì Ensemble" (http://www.colibriensemble.it) che in poco più di due anni sta diventando un riferimento importante Italiano sia per l'aspetto artistico collaborando con artisti come Alexander Lonquich, Daniele Rustioni, Francesca Dego, Enrico Dindo, Felice Cusano e Alessandro Moccia sia per un modo innovativo della gestione del progetto. Fondamentale il con tributo e la volontà del suo mecenate la Dott.ssa Gina Barlafante. Svolge intensa attività concertistica anche come solista ed ha effettuato registrazioni per Decca Italia, Harmonia Mundi, Brilliant Classics, Trito’, Velut Luna per Radio3, Sky Italia e la Rai Radio televisione Italiana. E’ il violoncellista del "Trio Bettinelli" (I. Cusano vl., D. Cusano pf.) con il quale si esibisce per im portanti stagioni concertistiche. E' docente di violoncello presso il Conservatorio di Musica "F. Cilea" di Reggio Calabria.

Vittoria Caracciolo

, si è diplomata in pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il Con servatorio di Musica "F.Cilea" di Reggio Calabria sotto la guida della prof.ssa Ninì Giusto. Ha vinto diversi concorsi nazionali pianistici: Città di Barcellona P.G., Rassegna "A. Mozzati", VIII Concor so Nazionale Pianistico AMA Calabria dove le è stata assegnata anche la Medaglia d'oro. Finalista ai Concorsi Nazionali Pianistici Schumann (Novara), Schubert (Torino), Città di Catanzaro, Città di Messina. Ha frequentato i corsi di perfezionamento tenuti a Palmi ed a Giardini Naxos dalla prof.ssa Ninì Giusto ed i corsi di interpretazione musicale a Moneglia (Genova) ed a Napoli tenuti dal M. Massimiliano Damerini. Si è inoltre perfezionata sotto la guida del M° Fausto Zadra presso l'Accademia Hipponiana a Vibo Valentia e alla scuola del M° Aldo Ciccolini presso l'Accademia Mügi di Roma. È diplomata in Di dattica della Musica ed in Clavicembalo. Vincitore dei concorsi a cattedra nazionali per l'insegna mento di Pianoforte Principale e Pianoforte Complementare nei Conservatori di Musica, è titolare di una cattedra di Pianoforte Principale presso il Conservatorio di Musica 'F. Cilea" di Reggio Cala bria dove insegna, inoltre, Prassi esecutiva e repertorio e Storia ed analisi nei corsi biennali per il conseguimento del Diploma Accademico di II Livello in Discipline Musicali. È iscritta all'Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria

PROGRAMMA J. S. BACH “

Ich steh mit einem Fuss im Grabe“, BWV 156 Adagio (Arioso dalla Cantata)

F. MENDELSSOHN

Romanza senza parole op. 109

A. DVORAK

Silent Woods

R. SCHUMANN

Adagio ed Allegro op. 70

L. V. BEETHOVEN

7 Variazioni su "Il flauto Magico" di Mozart

L. V. BEETHOVEN

Sonata op 5 n. 1 Adagio sostenuto. Allegro. Rondò: Allegro vivace