Ringostar Treb cerchiamo di fare chiarezza Occ

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DRMARCOSALVADORI
MedicoVeterinarioMI2656
ViaBelluno18,20132MILANO
[email protected]@pec.ordinevet.mi.it
3393647291Fax0226305770
Milano, 6 ottobre 2016
Alla c.a. Sig Marco Scarton
Oggetto: Ringostar Treb cerchiamo di fare chiarezza
Occorre fare chiarezza in merito alle vicende di Ringostar Treb e la sua esclusione dalla prevista
trasferta negli Stati Uniti in virtù del fatto che i cavalli hanno un valore economico oltre che affettivo
e che la disinformazione alimenta chiacchiere inutili e dannose.
Sarò breve e coinciso e non è mio intento insegnare nulla a nessuno ma prima di tutto occorre
sottolineare che al contrario di quanto riportato su un quotidiano sportivo nazionale, l’agente
eziologico della piroplasmosi non è un virus ma bensì un protozoo, per precisione due
emoparassiti protozoari: la babesia equi e la babesia caballi.
Il vettore dei protozoi sopracitati è rappresentato dalla zecca (15 tipi di zecche) e laddove nel
mondo esse sono presenti, è possibile ritrovare la piroplasmosi, le zone endemiche sono le le aree
tropicali, sub tropicali ed alcune aree a clima temperato.
Gli Stati Uniti ed altri paesi che ritengono di essere indenni, non accettano l’ingresso di cavalli che
ad un esame sierologico, risultano positivi.
Ma che cosa è un esame sierologico e che cosa viene evidenziato in esso? Con l’esame
sierologico della piroplasmosi e delle malattie infettive (trasmissibili) in genere si ricerca la
presenza di anticorpi per la patologia in esame. Rilevare la presenza di anticorpi non significa aver
sviluppato la malattia ed essendo un esame indiretto si può sostenere, in caso di positività, che
l’animale ha avuto un ‘’contatto’’ con l’agente eziologico e, o per un adeguata risposta del sistema
immunitario o per una carica infettante di bassa intensità non ha sviluppato la malattia ed i suoi
sintomi clinici.
E utile sottolineare che i cavalli che hanno avuto contatto con la babesia equi rimangono
sieropositivi per tutta la vita mentre quelli che hanno avuto contatto con la babesia caballi
rimangono sieropositivi per più anni durante la loro vita e nella quasi totalità ed in entrambi i casi,
svolgono normalmente la loro attività.
Quale sarebbe il metodo utile per verificare se un cavallo è infetto? L’unico metodo attendibile è
quello diretto, la PCR (Polymerase Chain Reaction) ricerca il Dna della maggior parte degli agenti
eziologici tra cui le babesie, se è presente il Dna del protozoo, il cavallo è infetto altrimenti sarà
anche possibile rilevare anticorpi ma il cavallo non è infetto.
DRMARCOSALVADORI
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La piroplasmosi si può trasmettere con il seme? No, la trasmissione trova sempre come vettore la
zecca, sono stati descritti rari casi di trasmissione iatrogena della babesia Equi attraverso aghi
infetti ma non c’è trasmissione attraverso il seme.
Due parole sull’epidemiologia: solamente il 10% dei cavalli mondiali vive in zone dichiarate
indenni, allo stato attuale i paesi dichiarati indenni sono Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Irlanda e
Giappone (dati OIE World Organization for animal Health). Per quanto riguarda l’Europa, sia la
babesia caballi che la equi sono diffusamente presenti in Portogallo, Italia, Francia, Spagna,
Penisola Balcanica, Ungheria, Romania ed aree meridionali della Russia. In alcuni paesi europei
che si ritengono indenni (Belgio, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca e Polonia) sono stati però
descritti occasionali casi di piroplasmosi.