Il villaggio operaio di Crespi D`adda

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Il villaggio operaio di Crespi D’adda
Crespi D’adda dall’alto
Il villaggio venne costruito durante la fine del 1800 dalla famiglia Crespi, che scelse
quest’area, vicina al fiume Adda, per costruire un cotonificio.
La famiglia Crespi mirava alla creazione di una comunità ideale nella quale si fondessero
armonicamente le necessità imprenditoriali e i bisogni della classe operaia.
L’ambizioso progetto prevedeva di affiancare agli stabilimenti – similmente a quanto già accadeva
nell’Inghilterra della rivoluzione industriale – un vero e proprio villaggio che ospitasse gli operai
della fabbrica e le loro famiglie. Il neonato insediamento venne dotato di ogni struttura
necessaria: oltre alle casette delle famiglie operaie (complete di giardino ed orto) e alle ville per i
dirigenti (che vennero costruite in seguito, e che sono davvero bellissime ancora oggi), il villaggio
era dotato di chiesa (è una copia in scala ridotta del Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto
Arsizio, loro città natale), scuola, cimitero, ospedale, campo sportivo, teatro, stazione dei pompieri e
di altre strutture comunitarie. Insomma, era una città in miniatura a tutti gli effetti.
In questo piccolo mondo perfetto il padrone “regnava” dal suo castello e provvedeva come un padre
a tutti i bisogni dei dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e “dalla culla alla tomba”, anticipando le
tutele dello Stato stesso. Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nell’opificio, e la
vita di tutti i singoli e della comunità intera “ruotava attorno alla fabbrica stessa”, ai suoi ritmi e alle
sue esigenze.
Noi siamo stati con il gruppo del Photowalk una domenica pomeriggio, visto anche la vicinanza a
Milano (neanche 30 minuti di auto). Il villaggio è stato mantenuto magnificamente, ed ancora è
abitato: se siete interessati ad una visita guidata, sappiate che le fanno alle 16.00 nei week end.
I luoghi principali che si possono vedere sono:
L’ingresso centrale: quasi una cattedrale al lavoro a all’industria, dove la ciminiera, le
palazzine dirigenziali e il cancello in ferro battuto creano una superba composizione
architettonica, simbolo dell’architettura industriale a cavallo tra Otto e Novecento.
Ingresso a Crespi d’Adda
I capannoni della fabbrica: la fabbrica di Crespi è a piano unico ed è caratterizzata da
eleganti decorazioni in cotto e mattoni. I suoi capannoni a shed si ripetono in una affascinante
prospettiva lungo la via principale.
La villa-castello: la villa padronale dei signori Crespi, è simile a un imponente castello
medioevale, trionfale e tempestivo monito della presenza del padrone. Oggi come ieri il
castello medioevale rievoca la presenza del feudo: una sorta di nuovo feudalesimo, dove il
signore governa dal suo castello il suo moderno “feudo industriale”: la sua fabbrica, il suo
villaggio e i suoi abitanti-operai.
Le case operaie: le file di case operaie disposte ordinatamente, con i loro orti e giardini,
costituiscono sicuramente l’immagine più caratteristica di Crespi, nonché il cuore del
Villaggio. Queste abitazioni dall’aspetto semplice ma gradevole erano soluzioni abitative
d’avanguardia. Fu Silvio Crespi, figlio del fondatore, a voler imitare gli esempi di abitazioni
operaie visti nei suoi viaggi in Inghilterra.
Le ville: le case operaie non sono l’unico tipo di abitazione presente nel Villaggio: a queste si
aggiungono le ville volute dai Crespi nella seconda metà degli anni Venti, in stile eclettico.
Estrose, eleganti, incantevoli, erano assegnate principalmente a direttori, capireparto e
impiegati.
Il lavatoio: permetteva alle lavandaie di lavare i panni vicino alle case, senza dover
raggiungere il fiume con le pesanti ceste colme di panni.
Il cimitero: si trova alla fine della strada principale del villaggio, ed è dominato dalla tomba
della famiglia Crespi, una piramide con scalone monumentale, di stile eclettico e di gusto
esotico, affiancata da due ampie esedre che sembrano idealmente simboleggiare l’abbraccio
della famiglia Crespi a tutti gli operai del villaggio. A me a dire la verità ricorda di più una
costruzione Maya…. Nel prato di fronte al famedio dei Crespi vi sono piccole croci disposte in
modo ordinato e geometrico, mentre le tombe più elaborate sono allineate lungo i muri di
cinta, memoria della stratificazione sociale della comunità. Negli ultimi decenni, tuttavia, il
cimitero ha perso parte del suo originario rigore: tombe e monumenti recenti si sono sostituiti
o aggiunti alle originali sepolture. Il cimitero è tuttora in funzione, caro alla comunità locale.
Visitare questo villaggio-stato mi ha permesso però di vedere in Crespi una persona lungimirante e
moderna, e un po’ mi ci sono ritrovata pensando a Mattei e a cosa ha fatto con San Donato Milanese:
se ci pensate, il concetto è stato lo stesso.
Per finire, ecco un paio di curiosità, giusto per farvi capire quanto era avanti questo industriale:
1. Il Villaggio Crespi d’Adda è stato il primo paese in Italia ad essere dotato di illuminazione
pubblica con il sistema moderno Edison!
2. Nella scuola di Crespi, riservata ai figli dei dipendenti, tutto era fornito dalla fabbrica: dai libri
alle penne ai grembiulini, dalla refezione allo stipendio e alloggio per gli insegnanti!
3. La ditta dei Crespi fece costruire a inizio Novecento, tra i tanti servizi gratuiti, una piscina al
coperto, con docce, spogliatoi e.. acqua calda!
4. Furono i Crespi a promuovere la costruzione della prima autostrada d’Italia e dell’autodromo
di Monza. furono inoltre i primi proprietari del corriere della Sera!
5. Crespi d’Adda, seppure in provincia di Bergamo, ha il prefisso telefonico di Milano: infatti i
Crespi fecero installare una linea privata a lunga distanza che collegava il loro castello con la
residenza di Milano.
Potete leggere la storia interamente e avere maggiori informazioni sul sito www.villaggiocrespi.it .
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