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Il sindaco de Pascale incontra i vertici di Eni: Emma
Marcegaglia e Claudio Descalzi a Ravenna
Venerdì 7 Ottobre 2016
Nell'incontro di stamattina in Municipio si è parlato dello stabilimento Versalis, che sembra
andare bene; di nuovi investimenti per l'estrazione offshore per 600 milioni di euro, ancora
da sbloccare; del futuro di Angela Angelina e delle bonifiche delle aree patrimoniali di Eni
Claudio Descalzi AD ENI
Oggi in Comune si è svolta la riunione a porte chiuse tra l'Amministrazione comunale e i massimi vertici di Eni, Emma
Marcegaglia, presidente, e Claudio Descalzi, amministratore delegato della compagnia.
Dopo la riunione, il primo a prendere la parola è stato proprio Descalzi, che ha risposto alla prima, prevedibile, domanda dei
giornalisti. Qual è la situazione dello stabilimento Versalis?
«Versalis sta andando benissimo a Ravenna. Abbiamo appena finito un piano di investimenti per circa 120 milioni. Lo
stabilimento ha davanti a sé ha un futuro importante: è un grande hub di ricezione e formazione. Abbiamo piuttosto parlato
molto più a lungo di estrazione offshore, un argomento di grande attenzione sia per il Comune che per Eni.»
«Ci sono in campo progetti e investimenti per l'estrazione delle piattaforme ravennati che ammontano a circa 600 milioni.
Questi capitali potrebbero essere investiti velocemente, ma bisogna ancora capire come fare, perché chi detta le regole è la
Pubblica Amministrazione, e noi dobbiamo seguirle. Il dibattito adesso su come interpretare queste regole. Quando si parla di
cifre come questa, significa che Ravenna ha un altissimo potenziale di crescita e sviluppo. Ravenna è il nostro polo
tecnologico, in termini di conoscenze e know how. Questa città, con Eni, lavora in tutto il mondo, ma sarebbe interessante
anche riuscire a lavorare in casa propria. Sono questi gli argomenti che ci proiettano verso il futuro: abbiamo la conoscenza,
la tecnologia, tutto il potenziale per lavorare qui e puntare a uno sviluppo importante.»
Forse qualche progetto di economia green? Descalzi è stato molto chiaro: gli sviluppi a Ravenna saranno legati
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soprattutto all'implementazione della nostra specialità in campo chimico: gli elastomeri, ovvero le gomme sintetiche.
«Gli investimenti legati allo sviluppo di una green economy sono per il momento incentrati su altri poli: su Venezia-Marghera,
a Gela, e su Porto Torres. Ravenna per la chimica rimane l'hub per gli elastomeri che vengono fatti ancora con petrolio e gas.
Abbiamo tuttavia in piano possibili investimenti anche per gli elastomeri, che devono ancora essere verificati e sottoposti ad
una valutazione tecnica-economica. Bisogna anche tenere presente che il polo di Ravenna è quello che in assoluto ha avuto
l'investimento più importante nell'ultimo biennio a livello nazionale. A Ravenna abbiamo già investito, ed è tornata a
essere uno dei centri con maggiore attività a livello italiano. Parlare della chimica a Ravenna con ansia, significa essere
ansiosi per qualcosa che va bene, e non ne capisco la ragione», ha concluso Descalzi.
Ha preso poi la parola il sindaco Michele de Pascale. «Avere a Ravenna i massimi vertici di Eni per discutere del nostro
territorio è sicuramente un risultato molto importante. Spero che questo possa gettare le basi di un rapporto nuovo tra
Ravenna e Eni. Era necessario che l'amministratore delegato fosse consapevole dell'atteggiamento aperto della città nei
confronti di Eni e delle opportunità di questo territorio.»
«Sulla chimica la notizia importante è che Versalis è ritornata a pieno titolo sotto il consolidato dell'Eni, e viene ribadita la
centralità di questo stabilimento. Per noi è un fatto importantissimo: il cane a sei zampe è un investitore diverso da tutti gli
altri, perché a Ravenna ha una lunga storia. Ora, l'identità di Ravenna sono gli elastomeri, che in questi anni stanno vivendo
una situazione di mercato non felice. Tuttavia, Versalis a Ravenna è uno dei due stabilimenti in attivo in Italia, un fattore che
induce a ben sperare per investimenti successivi. Parallelamente abbiamo chiesto ad Eni per fare in modo che anche
nuove attività si inizino a fare qui, magari con proposte fatte direttamente dall'amministrazione. Insomma, non è più in
discussione che Eni disinvesta sulla chimica: e questo, permettetemi, è un risultato che solo 6 mesi fa sembrava
impossibile da ottenere».
«In questo incontro», ha continuato de Pascale, «ci siamo concentrati soprattutto sull'attività di upstream offshore, per la
quale ci sono parecchie preoccupazioni e che rimane a tutt'oggi abbastanza debole. Ci è stata data la garanzia che l'attività
estrattiva non verrà affatto azzerata, come pensavano in molti, ma che possa ripartire già nel 2017. Altre attività, oltre alle 12
miglia e in piattaforme già autorizzate, per ripartire necessitano del via libera ministeriale. E ci impegneremo per sciogliere al
più presto questi nodi pubblici e faremo un'azione forte sulla presidenza del consiglio: attorno a questa attività ci sarà la
possibilità di sbloccare un investimento di 600 milioni, come minimo. Investimento correlato a nuove attività di ricerca di
giacimenti oltre le 12 miglia»
«Tutto questo, ovviamente, alla nostra richiesta di abbinare queste attività alla chiusura anticipata della piattaforma
Angela Angelina, che per legge potrà continuare ad estrarre fino al 2027, ma per la quale non ci spostiamo di un millimetro
rispetto alla nostra politica. La richiesta l'avevamo avanzata ai livelli locali di Eni, che tuttavia non erano quelli deputati a
prendere una decisione così importante. Adesso abbiamo avanzato la richiesta a livelli superiori, ed è stata raccolta dall'Eni
anche e soprattutto perché si basa su evidenze scientifiche e non su una scelta aprioristica contro le piattaforme»
«Abbiamo infine parlato delle diverse aree patrimoniali che Eni ha nel nostro territorio, sia per potenziali sviluppi, sia per le
attività di bonifica, che sono fondamentali e per le quali abbiamo dato la massima disponibilità ad accelerare i tempi, per
restituire quelle aree alla vita e lo sviluppo della città», ha continuato il sindaco.
Ne abbiamo approfittato anche per chiedere qualche nuova circa la nomina del presidente dell'Autorità Portuale, che in
questi giorni si sta facendo attendere. «Da quel che mi è stato detto», ha commentato de Pascale, «si parla di giorni rispetto
alla nomina... una cosa che mi è stata ripetuta già varie volte. Capisco che il governo, per la prima volta forse, si trova ad
affrontare la nomina di 14 autorità portuali in contemporanea, e capisco che anche la modalità di scelta sia diversa rispetto al
passato. Sto continuando a telefonare a Delrio: da quando mi sono insediato non ho fatto passare un giorno senza mandare
un messaggio al ministro sulla nomina. Questi primi sei mesi sono imprescindibili per avviare i grandi cambiamenti che
abbiamo in mente per i prossimi 5 anni: per questo è necessario che la nomina avvenga in fretta.»
A cura di I.G.
Economia, Cronaca
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