Economia Solidale - Istituto Cavanis

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ECONOMIA SOLIDALE

Cammino favorevole per il servizio del Carisma, della Formazione e Missione Cavanis. Questo tema è stato oggetto di riflessione nei ultimi ani in nostra Congregazione e in particolare nell'ultima riunione generale di (Agosto 2016 a Roma) con i Superiori e gli Economi delle varie parti territoriali del nostro Istituto. La forza di questo tema, cosi come l' esperienza di condivisione dei beni che oggi è conosciuta come Economia di Solidarietà, sono descritte nella esperienza della comunità dei Atti degli Apostoli (cap. 2,43-47). Viviamo in un tempo segnato da rapidi e profondi cambiamenti. Il nostro sistema globalizzato ci avvicina rapidamente sia ai problemi che ai successi nelle diverse parti del Mondo. L’informazione è globalizzata; non così la distribuzione economica. I paesi poveri stanno esaurendo le proprie risorse, mentre nei paesi ricchi esse si moltiplicano, spesso a discapito di quelli. Come agire contro un futuro che è così pieno di cambiamenti sociali, nel mondo e nelle nostre istituzioni? Come formare le generazioni future facendo una lettura valida ed attuale del Vangelo constata

una diminuzione della mentalità di condividere i Beni, con un incremento dell’individualismo? È necessario creare una cultura della solidarietà, ispirata alla fraternità e alla interdipendenza. Il missione.

mio

è sempre

nostro

. Avere tutto in comune è un segno profetico. La nostra risposta deve essere quella di migliorare l’esperienza della fraternità nella stessa Quando la comunione è viva e la fraternità è gioiosa e piena di speranza, emergono la gratuità, la comprensione, la compassione, la generosità e lo sforzo di fare qualcosa per gli altri, anche se si tratta di sacrifici. Con atteggiamenti vitali di questo tipo si moltiplica la comunione dei Beni, si stimolano gli altri a collaborare, diventa più ampia la rete di collegamenti, si stabilisce la cultura della solidarietà. Il principio evangelico che l’abbondanza di

chi ha

va in aiuto di coloro

che non hanno

continua a rimanere valido per tutti i livelli della Vita Religiosa Consacrata .

ECONOMIA E VITA RELIGIOSA: I VOTI

È importante mettere bene in relazione queste due realtà; e fare questo nel rispetto dell’identità di ciascuna. Non è possibile svolgere bene la propria missione nella Vita religiosa senza risorse finanziarie adeguate; le risorse economiche di una Congregazione non sono ben mirate se non sono al servizio della Missione, del Carisma e della Formazione. A sua volta, dovremmo ricordare che l’amministrazione economica non ha solo a che fare con la Povertà; ha a che fare anche con l’Obbedienza, giacché sono le leggi della Chiesa, quelle dell’Istituto e quelle dei governi che dobbiamo seguire; ed ha a che fare con la Castità giacché non può mancare una grande libertà di cuore perché i Beni siano realmente messi al servizio della persona umana.

ECONOMIA E MISSIONE

Non c’è dubbio che l’economia dei Religiosi di oggi deve essere un’economia al servizio della Missione. È per questo che l’Economia deve essere solidaria, in buona salute e in funzione della missione istituzionale. Dobbiamo analizzare la correlazione tra economia e sviluppo del Carisma; studiare storicamente come partendo dalla Povertà si è arrivati a generare e consolidare una vera Vita Consacrata Religiosa. Dall’altro lato si dovrebbe mostrare come l’uso improprio dei beni ha portato ad un decadimento della Vita religiosa. Si ebbe sempre bisogno di una riforma ogni volta che si è trascurata la pratica della Povertà. Un’economia professionalmente ben condotta può permettersi di

avere per dare

e

avere per svolgere

la missione in nostre comunità e opera sociali. Dobbiamo ricordare che è dal Vangelo che ci viene l’esigenza che i Beni servono a creare e rafforzare la comunione, vivere la dipendenza diretta dal Padre, esercitare la libertà da ciò che è di proprietà e cautela nei confronti di ciò che viene utilizzato. Dal Vangelo ci viene anche un chiaro invito alla gratuità nell’uso dei beni e alla generosità e condivisione senza mezzi termini. In una parola, dobbiamo iniziare dal Vangelo perché l’utilizzo e la gestione delle nostre attività siano sostenuti da una forte Spiritualità. L’Economia di una Congregazione deve essere basata sul Regno e quindi non può avere come legge fondamentale il profitto, il guadagno, proprio, ma l’amore che si traduce in giustizia, condivisione e solidarietà.

Il Cardenale Joao Braz de Aviz

anche indica un cammino: “

Gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica sempre sono stati la voce profetica e la vivace testimonianza della novità che è Cristo, la conformazione a Colui che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Questa povertà è amare la solidarietà, la condivisione e la carità, e si esprime nella sobrietà, nel perseguimento della giustizia e la gioia del fondamentale, per mettere in guardia contro gli idoli materiali che oscurano il vero senso della vita. Non va bene la povertà teorica, ma la povertà che si impara nel toccare la carne di Cristo povero, negli umili, nei poveri,nei malati, nei bambini. Pertanto siano ancora, per la Chiesa

e per il mondo, una manifestazione concreta della cura avanzata per tutti i poveri e tutte le miserie, materiali, morali e spirituali, come superamento dell’egoismo nella logica del Vangelo, che ci insegna ad avere fiducia nella Provvidenza di Dio

”.

UN CAMINO... UNA PROPOSTA! E PERCHE NO UN DESAFIO PER CIASCUNO DI NOI..?

La solidarietà ha a che fare con la generosità, la carità; siamo la Congregazione delle Scuole di Carità. Come membri della Congregazione dovremmo essere maestri della carità, della solidarietà e allo stesso tempo sempre discepoli. La solidarietà è l’esercizio, l’esperienza concreta del nostro carisma; essa ha inizio con una convinzione personale, per promuovere la vita, credendo nelle potenzialità e fornire opportunità agli altri per nobilitare la vita. L’economia solidale nella vita consacrata è una proposta che mette la vita al centro. La vera economia solidale inizia in ciascuno di noi con un gesto concreto di solidarietà prima di domandare o organizzare iniziative con altre persone o istituzioni. Dopo di questa riflessione e delle indicazioni della assemblea del mese di Agosto il Consiglio Generale ha deciso di creare il Fondo di Solidarietà con la partecipazione di tutti i membri della Congregazione e laici impegnati in nostra missione carismatica. Questo fondo contempla anche i beni immobile della Congregazione messi al servizio della vita, del carisma, della formazione e dei poveri, secondo la indicazione dell’ultimo Capitolo Generale e anche delle nostre Costituzioni. P. Irani Luiz Tonet, Vicario Generale