Festa del Ringraziamento

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CORRIERE CANADESE • VENERDI 7 OTTOBRE 2016
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Chiesa 2000
A CURA DELLA COMMISSIONE PASTORALE ITALIANA DELL’ARCIDIOCESI DI TORONTO IN COLLABORAZIONE CON IL CORRIERE CANADESE
RESPONSABILE: P. AMEDEO NARDONE O.F.M.
OTTOBRE: MESE MARIANO
Il Santo Rosario: Preghiera Missionaria
Il mese di ottobre è il mese
del Santo Rosario ed è anche
il mese missionario. L'unione
delle due cose è santa e salutare. Le Missioni hanno certamente bisogno di preghiera
senza ine. E il Rosario è la
preghiera che più di ogni altra
si presta ad essere prolungata
e continua per la sua semplicità e per la sua facilità: con
una coroncina in mano si può
pregare dappertutto, in chiesa
e in casa, per le strade e al lavoro, di giorno e di notte, da
sano e da ammalato. Così hanno fatto i Santi apostoli in patria o i Santi missionari nelle
terre degli infedeli da evangelizzare.
Per questo la Chiesa ha unito, nel mese di ottobre, il Rosario e le Missioni, raccomandando ai cristiani di recitare il
Rosario con l'intenzione particolare di aiutare le Missioni
nel loro sviluppo, e di sostenere i Missionari nelle loro
fatiche apostoliche, nel loro
sforzo di evangelizzazione
dei popoli che non conoscono
Cristo, ai quali donare Cristo,
il Salvatore, per mezzo di Colei che lo ha generato e donato a tutto l'universo. Grande è
infatti l'aiuto che la preghiera
del Rosario dona ai missionari, i quali spesso si trovano soli
e sperduti nelle terre lontane.
Il santo missionario e martire dell'Oceania, Pietro Luigi
Maria Chanel, fu un esempio
mirabile di missionario del
Rosario nella sua Missione tra
gli infedeli.
Il Rosario era il suo tesoro, il
suo compagno di fatiche apostoliche, il suo conforto e la
sua compagnia nelle solitarie
e stancanti marce per le stazioni missionarie. Con la corona fra le mani egli attraversava
le valli e le colline di Futuna,
seminando ad ogni passo le
Ave Maria.
Più ricca ancora fu l'esperienza del Rosario di san Francesco Saverio, vissuto dal 1507
al 1552. Egli fu il più grande
missionario dell'Oriente, conosciuto dagli infedeli per la
corona del Rosario che portava al collo e per il Crociisso
che teneva nella mano.
La corona del Rosario al col-
EDITORIALE
lo manifestava ben chiaro il
suo amore alla Madonna e la
sua iducia in Lei; e l'esperienza gli insegnò che realmente il
Rosario era la scuola di evangelizzazione più facile e sicura.
Nelle Indie, la predicazione
del Rosario di san Francesco
Saverio signiicava la spiegazione del Vangelo alla scuola
di Maria. E se egli riusciva a
inculcare nei neoiti l'amore
al Rosario era sicuro che essi
non avrebbero più dimenticato né il Vangelo, né la vita cristiana.
Per questo ci teneva moltissimo a regalare coroncine del
Rosario per legare meglio le
anime alla scuola evangelica
di Maria Santissima.
Il Rosario ottiene
anche miracoli
Anche nella Missione in
Giappone san Francesco Saverio seguì lo stesso metodo
di insegnamento del Vangelo attraverso il Rosario; e la
devozione al Rosario, infatti,
attecchì bene nei novelli cristiani giapponesi, e durò, in
efetti, nonostante le grandi
IL GIUBILEO MARIANO 8 – 9 OTTOBRE:
Maria vera Madre di Misericordia
Dio, che con Maria fu largo di misericordia lo è e lo sarà
con tutti coloro che credono in Lui
La Mater misericordiae è la mater dolorosa
che ha conosciuto soferenze e dolori; ella è anche la madre del bell'Amore, che è Cristo, fonte
della gioia! Il suo sorriso di sorella e di amica,
così come la sua conoscenza del sofrire, hanno
il potere di far entrare nel mistero e nel progetto della Trinfta Santissima.
All'inizio della nuova Alleanza Maria è invitata a gioire in "Dio suo salvatore": è la credente che ha accolto il chinarsi di Dio verso l'umanità in un continuo gesto d'amore. Assunta
nella gloria, la sua gioia risuona nella Chiesa
con il Magniicat: Dio, che con lei fu largo di
misericordia, come lo fu con i padri e le madri
d'Israele, lo è e lo sarà con tutti coloro che danno forma al "mondo rovesciato e benedetto"
dove, in Cristo, gli umili sono innalzati e gli af-
famati vengono ricolmati di beni, anche e soprattutto dove ciò si realizza nell'innalzamento
della croce e delle risurrezione.
La Chiesa non si stanchi mai «di ofrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e
perdonare... si faccia voce di ogni uomo e donna e ripeta con iducia e senza sosta: «Ricordati, Signore della tua misericordia e del tuo
amore, che è da sempre» (MV, 25).
Prendersi cura della propria fede e della propria speranza è ecologia teologale; prendersi
cura con carità sincera del prossimo è ecologia
sociale; prendersi cura del cosmo e delle creature donateci belle e buone dal Creatore, è ecologia cosmica.
Salvatore M, Perrella, osm
persecuzioni che ci furono in
seguito, con l'espulsione di
tutti i missionari cattolici dal
Giappone. Quando, tre secoli
dopo, i missionari poterono
tornare in Giappone, i cristiani rimasti fedeli mostrarono a
loro i Rosari di san Francesco
Saverio, tramandati di padre
in iglio: per mezzo di quel
Rosario, infatti, essi conoscevano e credevano al mistero
dell'Incarnazione del Verbo,
al mistero della Redenzione
universale operata da Gesù, al
mistero della vita eterna.
Per di più, con il Rosario,
san Francesco Saverio non
solo faceva catechesi e innamorava i fedeli della Madonna, ma operava anche guarigioni miracolose, tanto è vero
che i fedeli chiedevano in prestito la sua corona del Rosario
per farla passare da un malato
all'altro. A guarigioni avvenute, però, spesso la corona del
Rosario non veniva restituita a
san Francesco Saverio perché
diventava reliquia preziosa
per tutti.
Anche l'ardente apostola
santa Francesca Saverio Cabrini, missionaria degli emigrati;
amava appassionatamente il
Rosario e otteneva grazie senza numero per le necessità
delle missioni.
Una volta, a Rosario di Santa Fe', in Argentina, dovette
lottare contro le autorità anticlericali, e la spuntò grazie ai
tanti Rosari recitati, riuscendo a fondare una casa per gli
emigrati con un collegio che
volle chiamare Collegio Internazionale del Rosario, proprio
in omaggio alla Madonna del
Rosario che l'aveva aiutata a
superare tutti gli ostacoli.
Se vogliamo amare le Missioni - come è dovere di ogni
cristiano - facciamo sì che il
mese di ottobre sia il mese del
Rosario e delle Missioni, e preghiamo con il Rosario senza
stancarci, senza limiti, perché
i bisogni delle Missioni sono
immensi e urgenti, perché i
missionari hanno bisogno del
nostro sostegno spirituale e
fraterno.
Fonte: Preghiere a Gesù e
Maria
Festa del Ringraziamento
La giornata del Ringraziamento
che in Canada celebriamo il secondo
lunedì del mese di ottobre, è più di
una semplice ricorrenza civile. È un
giorno festivo in cui siamo chiamati ad un atto pubblico e comunitario
di ringraziamento a Dio per tutte le
sue grazie e benedizioni che continuamente ci elargisce. Noi cristiani, e
specialmente noi cattolici, dobbiamo
sentirci esperti in questa celebrazione. L’Eucarestia, che signiica “ringraziamento”, è il punto centrale
del nostro culto e della nostra vita di
preghiera specialmente la domenica
quando tale celebrazione diviene il
centro e la ragione della nostra festa
perché celebriamo il giorno glorioso
del Signore risorto nell’atto eucaristico.
Oggi noi canadesi cattolici ci uniamo ai cittadini di diversa storia e
cultura per esprimere al Signore la
nostra gratitudine. Noi eleviamo le
nostre voci in segno di riconoscenza
di tutto quanto abbiamo ricevuto e riceviamo in continuazione. Eleviamo,
altresì, il nostro cuore in preghiera
per la forza e il coraggio che Dio ci
infonde per afrontare le side del futuro. Come cristiani noi afondiamo
le nostre radici nella storia di Israele
a cui Dio diede la terra promessa ove
scorreva “latte e miele”. Tale storia
deve essere una lezione spirituale e
morale. A noi come “nuovi israeliti”
è stata data una nuova terra promessa
ove abbondano le benedizioni di Dio.
Dobbiamo resistere alla tentazione di
un cieco possesso e di una insensibile
attitudine di indiferenza come se tutto venisse da noi.
Il giorno del Ringraziamento ci
chiama a renderci conto non soltanto
di quanto abbiamo ma anche di tutto
quello che abbiamo avuto nel passa-
to. Oggi ci è chiesto di considerare la
molteplicità dei beni ricevuti come
opportunità di condividerli con generosità e giustizia con chi ha meno di
noi o, addirittura, manca del minimo
necessario per vivere. La prima lettera di San Paolo apostolo a Timoteo ci
ricorda della povertà di cui è rivestita la nostra condizione umana: “Non
abbiamo portato nulla in questo
mondo e nulla possiamo portarne
via” (6,7). Tutto quello che riceviamo
dall’inizio alla ine della nostra vita
dobbiamo considerarlo come un prestito che Dio di fà e di cui dobbiamo
rendere conto. Purtroppo possiamo
essere presi dall’egoismo e dall’avarizia senza mai capire quando abbiamo
abbastanza perché più abbiamo e più
vogliamo avere. Questa fama di possedere si arresterà soltanto, quando,
come credenti, porremo la presenza
viva di Cristo nei nostri cuori perché
soltanto Lui è fonte di ricchezza e di
pace.
È veramente ricco colui che riempie la sua vita di buone azioni. È veramente felice quel cuore che ofre
spazio a coloro che sono i più poveri
e gli ultimi della società.
La vera pace viene raggiunta dalle
persone che sono capaci di donare e
rendere grazie a Dio per ogni cosa, sia
per gli ininiti doni di cui ci riempie la
vita e sia per le croci che costellano il
nostro cammino, puriicandoci dalle
cose inutili e vane e conformandoci
al Cristo che con la croce ci ha salvati.
Ringraziamo, in questa festa, Dio
nostro padre da cui proviene ogni
bene, specialmente per il dono di Cristo crociisso e risorto per la nostra
salvezza che ci ha resi eredi dei beni
eterni.
P. Amedeo Nardone, O.F.M.