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La nuova Pure Strike:
più potente e facile
Anno XII - n.36 - 5 ottobre 2016
Testata la racchetta bianca di Dominic
Thiem, per picchiare da fondo
Pag.24
Tati, il volto nuovo della Fed Cup
Tathiana Garbin è il nuovo capitano
della Nazionale azzurra: una sfida per il futuro
Pag.3 e 5
Volandri cambia vita:
“Io, tecnico FIT...”
“Filo” annuncia il semi-ritiro
e la sua seconda carriera
Pag.6
GLI ALTRI CONTENUTI
Barazzutti: “Grazie ragazze,
ora mi concentro sulla Davis”
Intervista esclusiva al Capitano azzurro
più vincente di sempre
Pag.4
Prima pagina: Un mondo da scalare Pag.3
Circuito mondiale: capolavoro Khachanov Pag.8
New balls, please! Pag.10 - Terza pagina: Henri Cochet
Pag.11 - I numeri della settimana Pag.12 - Il tennis in Tv
Pag.14 - Tennis & Friends Pag.16 - Circuito giovanile Fit:
tutti i nomi del Master Pag.18 - Circuito Fit-Tpra Pag.22
Personal coach: Big points, li conosci? Pag.24 - La regola
del gioco: qui scatta lo scratch pag.26
prima pagina
Un mondo da scalare
di
Enzo Anderloni
L
e ragazze ci hanno fatto diventare grandi. E adesso
prendono in mano la situazione. Il passaggio della fascia di capitano della squadra di
Fed Cup da Corrado Barazzutti ha
un impatto pratico ma anche un valore simbolico. A sostituire il tecnico più vincente di sempre in panchina, l’uomo della grinta e della
carezza al momento giusto, quello
che ha sempre messo la sua faccia a
proteggere il gruppo senza mai dire “io” e prendersi un merito, arriva
una di loro, Tathiana Garbin, una
di quelle che è andata in giro per il
mondo a misurarsi con le più forti, la prima a battere una numero 1
del mondo. Nientemeno che quella
Federer in gonnella che risponde al
nome della belga Justine Henin, al
Roland Garros del 2004.
Il compito è arduo perché siamo a un
passaggio generazionale e annate straordinarie come quelle che hanno visto
nascere le varie Schiavone e Pennetta,
Vinci ed Errani non si possono programmare. Un po’ come se dalla Svizzera ci venissero a raccontare che c’è
pronto un ricambio per Roger e Stan.
Però l’occasione è grande, perché lassù, nelle alte sfere del tennis mondiale, c’è spazio. E adesso sappiamo anche che strada si deve fare per vedere
splendidi cieli azzurri.
Di certo è una scalata, dura, faticosa
ma l’occasione di afferrare la corda
che la squadra quattro volte campione del mondo ha fissato sulla parete
dell’Everest Wta è davvero unica. È
una grande sfida, difficile, sul piano
sportivo e umano: lo abbiamo letto
anche nel sorriso da superstar di Serena Williams ospite di Fabio Fazio a
“Che tempo che fa”. Anche lei che ha
vinto tutto e tante volte, che si avvicina a essere la numero 1 di sempre,
si deve confrontare ogni giorno con
DIRETTORE
Angelo Binaghi
COMITATO DI DIREZIONE
Angelo Binaghi, Giovanni Milan,
Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini,
Massimo Verdina
DIRETTORE RESPONSABILE
Enzo Anderloni
Tathiana Garbin, neo capitano di Fed Cup, sulla panchina di Flavia Pennetta
le sue fragilità umane come quella di
patire il fatto di sentirsi riconosciuta
come una specie di Schwarzenegger
con racchetta, “i muscoloni e il culone (parole sue...)” e non come la ragazza sensibile, femminile, elegante
e anche discretamente sexy come lei
si vede (basta seguire il suo profilo
Nel 2016 le donne
crescono di più
I dati dei tesserati FIT del settore agonistico
riportano che il movimento femminile è pari
al 19,77% del totale. Una percentuale in crescita considerato che le tessera “rosa” sono
salite di più di quelle dei colleghi maschi.
Tessere
Agonisti
Uomini
Donne
NB Dati aggiornati al 30 settembre 2016. A
fine 2015, i tesserati totali furono 93.447, e
dunque quella cifra record è già stata superata.
COORDINAMENTO REDAZIONALE
Angelo Mancuso
SUPER TENNIS TEAM
Antonio Costantini (foto editor),
Amanda Lanari, Annamaria Pedani
(grafica)
FOTO
20152016 Variaz.
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Getty Images, Archivio FIT, Antonio
Costantini, Angelo Tonelli
HANNO COLLABORATO
Giovanni Di Natale, Max Fogazzi,
Andrea Nizzero, Gabriele Riva,
Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto,
Piero Valesio
A CURA DI
Sportcast srl
Via Cesena, 58 - 00182 Roma
[email protected]
3
3
Instagram per rendersene conto).
Però è una sfida da raccogliere perché il tennis, con tutti i suoi limiti e
gli aspetti che si possono ancora migliorare, è lo sport in assoluto in cui
ci si avvicina di più alla parità dei
sessi. Quello in cui prima degli atri
si è arrivati, attraverso coraggiose
battaglie, a unificare i montepremi.
Non è un caso se nel ranking degli
sportivi più pagati in assoluto, le
uniche donne competitive siano le
tenniste. Dunque è ora di invertire
la tendenza anche alla base. Schiavone, Pennetta, Vinci, Errani, Knapp
(e Garbin, Santangelo, Camerin...)
hanno riscritto la storia surclassando le imprese maschili degli Anni
Settanta. Le vette più alte raggiunte
dal nostro tennis sono colorate tutte di rosa. Ma la base degli agonisti,
che sta per raggiungere la bella quota di 100mila, è ancora all’80% maschile. Forza ragazze, scendete in
campo, ribaltatele voi le quote rosa.
C’è tanto spazio per voi lassù.
REALIZZAZIONE E IMPAGINAZIONE
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Manoscritti e fotografie, anche se non
pubblicati, non si restituiscono.
REDAZIONE E SEGRETERIA
Stadio Olimpico - Curva Nord
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Reg. Tribunale di Roma n. 1/2004
dell’ 8 gennaio 2004
La rivista è disponibile
in formato digitale sui siti www.
federtennis.it e www.supertennis.tv
e spedita via newsletter. Per riceverla
scrivere a [email protected]
intervista esclusiva
“Ragazze meravigliose,
m’hanno fatto crescere”
Corrado Barazzutti lascia la panchina di Fed Cup dopo 15 anni e 4 titoli su
5 finali. “Un’esperienza che mi ha formato e reso migliore. E Tathiana è la
persona giusta per prendere il mio posto. Sarò sempre a sua disposizione”
Numeri da Capitano - L’esordio sulla panchina della Fed Cup di Barazzutti risale al 2002: 5-0 alla Svezia a Milano.
Vanta 36 presenze (24 vittorie e 12 sconfitte), 4 titoli (2006 in Belgio, nella foto a sinistra, 2009 in casa contro gli Usa, nella foto a destra,
nel 2010 sempre negli Stati Uniti, nel 2013 in casa contro la Russia) e un’altra finale raggiunta (2007 in Russia). Nel 1976 ha fatto parte
della squadra che ha conquistato la prima e unica Coppa Davis dell’Italia e oggi è il capitano più longevo della storia del tennis azzurro
guidando la squadra maschile dal 2001
di
Vincenzo Martucci
C
orrado Barazzutti chiude la
sua storia con la Fed Cup:
dopo quindici anni straordinari con quattro titoli in
cinque finali, non sarà più il capitano non giocatore. Mentre resterà
alla guida della nazionale di Coppa
Davis. Per il tennis italiano è una
svolta epocale.
Barazzutti, perché lascia adesso? Qualche detrattore dirà che
abbandona ora che Flavia Pennetta s’è ritirata, ci sono forti
punti interrogativi sul futuro di
Francesca Schiavone e Roberta
Vinci, e l’Italia è retrocessa dal
gruppo mondiale.
“Prima o poi avrei dovuto mollare,
sono comunque un 63enne, ho dato il mio contributo per tanto tempo. Se avessi pensato a lasciare da
trionfatore l’avrei fatto già dopo il
primo successo o il secondo, invece
questa decisione arriva al termine
di un percorso, è fisiologica. Tutto
termina. Terminerà anche il mio
compito in Coppa Davis, anche se
per ora il mio focus è lì: c’è ancora
molto da fare”.
C’è molto da fare anche in Fed
Cup.
“Certamente, e comunque non abbandonerò il mio successore, Tathiana Garbin, anzi, sarò vicino a lei,
sempre pronto a dare un consiglio.
Tati è la persona giusta. Sento che
con le donne si deve aprire un nuovo percorso che ha come punti di riferimento Sara Errani e Karin Knapp,
con sempre Roberta Vinci e Francesca Schiavone, se vorranno continuare. Dietro, bisogna lavorare per
ricostruire la squadra con elementi
giovani e Tati lo sta già facendo”.
Comunque la sua battaglia cul-
4
turale è vinta: nessuno dirà più
che il tennis donne non è più
facile di quello maschile, e vale
molto meno ed è meno bello.
“È un luogo comune che non mi riguarda. Io ho sempre valutato gli
atleti come atleti, senza distinzione
di sesso, ma per quello che sono le
loro difficoltà, i loro bisogni e le loro caratteristiche. Perché tutti siano
sempre nelle condizioni ideali per
rendere al meglio”.
Nel suo lavoro è stato favorito
dall’avere tutte donne in casa:
una moglie e due figlie.
“Sicuramente sì. Evidentemente,
umanamente, avevo già caratteristiche valide per il ruolo, altrimenti
non credo che mi avrebbero fatto capitano anche di Fed Cup, nel 2002,
dopo che già lo ero di Davis. Sicuramente, non ho grandi segreti da svelare: ho sempre cercato di seguire
lo stesso modo di agire, secondo il
intervista esclusiva
Barazzutti è nato
a Udine il 19
febbraio 1953.
Semifinalista
agli Us Open e
al Roland Garros,
in carriera ha
vinto 5 tornei
Atp ed è stato
n.7. A sinistra,
con la Fed Cup
2013; sotto,
quella del 2010
mio carattere, con equilibrio, rispetto, lealtà e onestà verso il prossimo.
Un modo di fare che, sono convinto,
alla fine paga sempre”.
Tecnicamente ed umanamente,
allenare un uomo o una donna
non è la stessa cosa.
“Io non ero arrivato a essere capitano della Nazionale donne da sprovveduto in materia: nel college che
gestivo ho allenato alcune tenniste,
fra cui, per due anni, Federica Bonsignori che è arrivata fra le prime 30
del mondo. Quindi, oltre a essere un
ex giocatore, che conosce le esigenze
dei giocatori, avevo idea di come si
allena una donna e come ci si comporta. Ci ho aggiunto umiltà, mi sono messo a disposizione, ho cercato
di ricucire certi rapporti, ho aperto
ai coach. All’inizio, ho trovato situazioni molto diverse, da Silvia Farina
e Rita Grande, che avevano un certo
rapporto con la Federazione, alle sorelle Serra Zanetti che sono sempre
state estremamente disponibili. E insieme abbiamo costruito il gruppo,
arrivando poi a gestire giocatrici con
personalità molto forti: abbiamo superato dure prove, ci siamo confrontati, ci siamo messi in discussione e,
grazie a stima e rispetto reciproco,
ci siamo capiti, e insieme abbiamo
fatto quest’esperienza stupefacente, creando un gruppo straordinario
di atlete straordinarie. Io sono stato
fortunato, ho solo cercato di fare meno casini possibili”.
In Davis, il giocatore che le è
stato più vicino è stato sicuramente il povero Federico Luzzi;
e in Fed Cup?
“Ho cercato di essere leale con tutte e di dare a tutte il massimo aiuto possibile. Ma certo, alla ‘Schiavo’
(Francesca Schiavone, n.d.r.), per tre
anni, sono stato molto vicino, perché l’ho anche allenata. E il rapporto
è stato più stretto”.
Qual è stata la squadra più forte
che ha schierato?
“Tutte hanno espresso tanta energia,
la forza del gruppo è stata anche quella, ogni volta c’erano una o più giocatrici in grandissima forma”.
Possibile che non si sia mai sorpreso dei fantastici risultati delle
ragazze in questi incredibile 14
anni?
“Sorpreso no, ho sempre pensato che
tutte loro avessero il potenziale per
fare grandissimi risultati, certo, una
finale tutta italiana agli Us Open come quella del 2015 è straordinaria,
difficile per tutti da immaginare. Ma
che Flavia potesse vincere uno Slam
l’avevo sempre detto, così come che
l’ultima Roberta potesse fare grandissimi risultati negli Slam”.
Che cosa le hanno insegnato queste ragazze?
“Intanto le ringrazio, tutte, per come
sono cresciute, negli anni, tecnicamente ed umanamente. Poi sono loro grato per quello che hanno fatto e
per la possibilità che mi hanno dato
di partecipare ai loro successi, e di far
parte di questo gruppo, cosa di cui sono onorato. Queste fantastiche ragazze hanno segnato la storia dello sport,
non solo del tennis, italiano. Anzi,
l’hanno proprio cambiata, ribaltando
la consuetudine del nostro tennis che
privilegiava quello maschile, spostando la bilancia dalla parte delle donne.
Per me quest’esperienza è stata molto positiva e formativa, anche per il
carattere: ora sono più disponibile e
aperto. E anche di questo ringrazio
questo fantastico gruppo di ragazze”.
Chi è Tathiana Garbin,
il nuovo capitano di Fed
Tathiana Garbin è nata a Mestre il 30 giugno 1977. Vanta un best ranking di n.22 (21 maggio 2007). Nel suo palmarès un titolo Wta, nel 2000 a Budapest, e quattro finali in singolare
(Bogotà 2007, Palermo 2006, Modena 2005 e Bogotà 2000), mentre in doppio vanta 11
trofei. In carriera ha giocato 45 tornei dello Slam - e gli ultimi 37 consecutivamente - raggiungendo il quarto turno al Roland Garros nel 2007, il suo anno migliore. Proprio a Parigi,
nel 2004, è stata la prima giocatrice italiana a battere una n.1 al mondo: da n.86 Wta superò
per 7-5 6-4 la belga Justine Henin. Si è ritirata nel 2011.
5
focus
Nuova vita Volandri:
“Entro nello staff FIT”
“Giocherò qualche torneo e la Serie A, ma ho molti progetti e il calendario
sarà ridottissimo”. Il livornese, n.25 Atp nel 2007 (quando a Roma sconfisse
Roger Federer) parla del futuro da commentatore tv e da tecnico federale
di
Alessandro Nizegorodcew
Getty Images
foto
“S
metto, ma non del tutto”.
Filippo Volandri si ritira...
a metà. Il toscano, 35 anni compiuti a settembre,
ridurrà drasticamente la propria programmazione senza però lasciare del
tutto l’attività. “Non farò come Flavia
Pennetta - racconta il livornese - che
è riuscita a lasciare il tennis da un
giorno all’altro. La passione per questo sport è ancora molto forte e in
campo mi diverto tantissimo, ma è
ovvio che si tratti di un semi-ritiro.
C’è tanta carne al fuoco, perché oltre
al lavoro che svolgo da telecronista
e commentatore collaborerò con la
FIT come tecnico al centro federale
di Tirrenia”. Ex numero 25 del mondo, vincitore in carriera di due titoli Atp, il toscano ha fatto impazzire
il grande pubblico per la semifinale
raggiunta agli Internazionali BNL d’Italia nel 2007, edizione in cui superò
Roger Federer negli ottavi. Ma Filip-
po Volandri è molto di più...
Volandri e il tennis,
storia di famiglia
Filippo Volandri nasce a Livorno il
5 settembre del 1981. Racchette e
palline entrano a far parte della sua
vita quasi per caso, anche se il tennis sembra essere nel suo destino.
“Giocavo a calcio e pallacanestro, ma
mia sorella, divenuta poi un’ottima
seconda categoria, giocava a tennis
e mia madre per non impazzire scelse questa disciplina anche per me.
Ho iniziato con il maestro Piero Cocchella, che aveva cresciuto anche
Marzio Martelli, e con mia zia Susanna Paoletti”. Filippo va a scuola, non
riesce ad allenarsi tutti i giorni e,
sino ai 16 anni, non prende il tennis
troppo sul serio. “Era già una grande
passione, ma non pensavo potesse
diventare il mio lavoro. Ebbi l’opportunità di disputare alcuni tornei
giovanili in Francia insieme al gruppo della Federazione, conquistando
risultati migliori dei miei coetanei.
6
Due titoli Atp
e sette finali
Filippo Volandri ha raggiunto in nove occasioni l’ultimo atto di un torneo Atp. La prima finale risale al 2003, quando fu sconfitto a Umago da Carlos Moya per 7-5 al terzo
set. Il primo titolo è giunto nel 2004 a
St. Poelten (nella foto), quando il toscano
si impose sotto una fitta pioggia su Xavier
Malisse 6-1 6-4. Nel 2006 a Palermo il secondo alloro Atp, quando Volandri superò in
finale Lapentti 5-7 6-1 6-3. Dodici i successi a livello challenger, compreso l’Atp Challenger Tour Finals del 2013. (al.ni)
focus
In seguito passai un anno con Fabrizio Fanucci al centro tecnico di
Riano, prima di staccarmi e seguire
‘Fenuch’ in quel di Firenze”.
La carriera
Il 1998 è l’anno dei primi punti Atp conquistati, a 16 anni, nei tornei Satellite.
Il successo Futures numero uno giunge
nel 1999 a Selargius, quando Volandri
supera Daniele Bracciali e Massimo
Dell’Acqua. Il primo titolo challenger
è datato 2000, in quel di Biella, in finale su Hernan Gumy. Nel 2003 invece Volandri conquista il challenger di
Cagliari, in finale su un giovanissimo
Rafael Nadal, oltre a raggiungere i primi grandi risultati Atp (quarti di finale
a Roma e Monte-Carlo, oltre alla finale
di Umago). Anno dopo anno Filo cresce
e conquista due titoli Atp (St. Poelten
2004 e Palermo 2006) prima della consacrazione al Foro Italico.
Filippo Volandri è uno dei pochi al mondo, l’unico azzurro con Paolo Lorenzi, ad aver vinto
più di 300 incontri a livello challenger nel circuito internazionale. Traguardo tagliato - e
festeggiato con tanto di torta celebrativa in campo - al Challenger di Milano Harbour 2015
La magia di Roma
“A Roma ho sempre giocato benissimo.
Tanti italiani hanno sofferto la pressione del torneo di casa, ma io mi sono
sempre espresso al meglio, anche negli ultimi anni. A partire dalla prima
volta su quel campo, nel 2001, quando superai Goran Ivanisevic in Coppa
Davis per 6-4 al quinto set. I ricordi
del match contro Federer a Roma? Indescrivibili. Nessun torneo mi ha mai
emozionato così. Non erano solamente le vittorie a darmi gioia, bensì lo
smisurato affetto della gente”. Il 2007
è l’anno di Volandri, che raggiunge il
best ranking al numero 25 del mondo
dopo aver raggiunto la semifinale agli
Internazionali BNL d’Italia e gli ottavi
di finale al Roland Garros. “Sono tanti i
ricordi splendidi legati alla mia carriera, come la Davis in Spagna nel 2006
quando superai Tommy Robredo e mi
trovai 6-4 5-4 0-30 contro Nadal. E quel
diritto uscito di pochi centimetri...”.
Alcuni infortuni molto gravi ne minano la carriera, ma lui riesce a risollevarsi in maniera straordinaria. “Una
delle più grandi vittorie secondo me è
stata quella di ripartire da zero dopo
i problemi al ginocchio e tornare nei
Top 100, passando dal numero 292 al
56 Atp. Rimpianti? Nessuno. Ho qualche recriminazione per aver provato
per anni a migliorare il servizio, ma
purtroppo ci sono riuscito solamente
a fine di carriera. E certamente l’aver
visto il primo campo in cemento a 16
anni ha pesato per il mio rendimento
sul veloce. Ma la mia storia d’amore
con il tennis è stata ed è fantastica”.
I progetti per il futuro
Il tennis per Volandri è divertimento e passione. Il ritiro vero e proprio
non è stato ancora preso in considerazione, anche se “l’obiettivo di
rientrare nei Top 100 nel 2016 non
è stato raggiunto e, con tanti progetti in atto, la programmazione dovrà
essere ridotta all’osso. Probabilmente giocherò ancora qualche torneo e,
ovviamente, prenderò parte alla Serie
A. Non ho mai pensato alla possibilità di interrompere del tutto gli allenamenti. Proseguirò senza dubbio la
collaborazione con Sky Sport e, questa la novità, sarò consulente della
FIT: seguirò alcuni raduni a Tirrenia,
sarò a disposizione della federazione e, in particolare, darò una mano
al ‘Progetto Over 18’. Conosco tutti i
ragazzi italiani in ascesa, ho giocato
con tutti loro, e credo di poter essere
utile alla causa. L’obiettivo? Costruire un giocatore vero”.
Da Moya a Federer,
otto le vittorie di “Filo”
contro i Top 10
La prima vittoria di Filippo Volandri contro un Top 10
risale al 2003, in quel di Amburgo, quando il toscano si
impose nettamente per 6-2 6-1 su Sebastien Grosjean. Negli anni sono giunti successi su Davydenko, Nalbandian,
Moya, Robredo, Ljubicic e, il più noto, su Roger Federer al Foro Italico nel 2007 (nella foto). In carriera
ha battuto tutti i cosiddetti “Fab Four” Novak Djokovic,
Roger Federer, Rafael Nadal, Andy Murray) oltre a Tomas
Berdych, Stan Wawrinka e Richard Gasquet. (al.ni)
7
circuito mondiale
Capolavoro Khachanov
Si chiama Karen, è figlio di un ex pallavolista e di una dottoressa, gioca a
scacchi e ama la letteratura. Dopo la vittoria a Chengdu (Cina), è il volto nuovo
del tennis, con l’approvazione dei grandi ex russi, da Kafelnikov a Safin
di
Andrea Nizzero
Getty Images
Karen Khachanov, 20 anni,
di Mosca ma si allena in Spagna
con Galo Blanco. Ha vinto
domenica il suo primo titolo Atp
in Cina (sotto festeggia con un
selfie) e ora è già n.55 al mondo
foto
K
aren Khachanov, 20 anni e
pochi mesi, è un personaggio che potrebbe fare molto
bene al tennis. Non solo perché, fresco del suo primo titolo conquistato a Chengdu, sembra pronto
a diventare un nuovo e ingombrante
protagonista del circuito maggiore. È
nato e cresciuto in una famiglia moscovita, dove sport e cultura hanno
sempre convissuto (il padre Abgar è
stato un ottimo pallavolista, prima
di imitare la madre Natalia e iscriversi a medicina). Lui, il giovane Karen, sembra una sintesi tra l’atleta
perfetto e un giovane personaggio
di Dostoevskij: la sua reattività e la
sua mobilità non sono quelle che ti
aspetteresti da uno di 198 centimetri
per 88 chili, mentre il suo sguardo
profondo e il suo viso irsuto si sposano benissimo con i suoi gusti da
intellettuale-millennial che ascolta
hip hop, legge classici della letteratura, gioca a scacchi e persino studia
(è iscritto al corso di educazione fisica dell’Università di Mosca).
Si allena in Spagna
Aggiunteci un servizio da elmetto
(per gli avversari), un rovescio bimane che non si può insegnare, un diritto pesantissimo e otterrete uno dei
personaggi più interessanti di quella
che l’ufficio marketing dell’ATP ha
denominato #Nextgen (con tanto di
cancelletto per l’hashtag): prossima
generazione. È in contatto con tutti i
grandi tennisti russi che l’hanno preceduto, da Kafelnikov a Davydenko,
passando per il suo idolo (e in qualche modo omologo) Marat Safin, e a
sentir lui nessuno di loro lesina sugli
Fognini torna
a vincere in doppio
Fabio Fognini è tornato a vincere in doppio: lo
ha fatto a Shenzen (Atp 250, Cina) in coppia
con Robert Lindstedt, svedese n.34 al mondo
di specialità. L’azzurro, con il 7-6 6-3 sull’austriaco Oliver Marach e il francese Fabrice
Martin, ha conquistato il suo quarto titolo
in coppia dopo i tre vinti sempre con Simone
Bolelli (Umago 2011, Buones Aires 2013 e
Australian Open 2015).
8
incoraggiamenti e sui buoni consigli.
Non a caso, come Marat in gioventù,
ha preso la via della Spagna: si allena a Barcellona con Galo Blanco (già
allenatore di Milos Raonic). Quando
domenica ha battuto in rimonta Albert Ramos-Vinolas, gli hanno chiesto per quali motivi il suo primo titolo fosse così speciale per lui. Ha
circuito mondiale
saputo dare una bella risposta a una
domanda banale: “ È speciale perché
è il compleanno di mia madre. Sono
felice che il mio primo titolo possa
essere un regalo per lei”.
new balls, please!
Quei diversamente belli
magnifici per un colpo solo
Stan e l’attacco d’ansia
Una lezione di Stan Wawrinka su un
problema che tutti, prima o poi, ci
troviamo ad affrontare: fare i conti
con la propria mente. Quello che segue è un breve estratto dell’intervista che Stan ha rilasciato a Le Matin
Dimanche, in cui parla dell’attacco
d’ansia avuto pochi minuti prima
della finale degli Us Open: “Molte
persone mi stanno chiedendo come
ho fatto a prendere il campo, con
nonchalance, quando cinque minuti
prima ero alle prese con un attacco
da stress e stavo cercando di trattenere le lacrime, senza riuscirci. Ero
già felice che nessuno avesse notato
i miei occhi arrossati. (...) Ero vicino
al punto di rottura, quello in cui lasci
andare tutto quanto. Ho davvero sentito di essere al limite. (...) Quindi,
come ho fatto? Mi sono fatto del male. Ho cercato di prolungare gli scambi il più possibile, un colpo ancora, e
poi un altro, per sfiancare le gambe e
non la testa. Mi sono sforzato fino a
non aver più fiato. Dopo quel punto,
la mente non riesce a pensare molto.
(...) Te lo sto raccontando con un sorriso, oggi, ma non puoi immaginare
quanto possano sopraffarti quelle
voci nella tua testa. Con la fatica, non
ero più in grado di pensare a nulla e
ho persino iniziato a giocare bene, a
lasciare andare qualche colpo con il
rovescio e con il servizio. (…) Dopo
questo articolo, non andare a dire
che sono un masochista, ok?” Macché
Stan, non sei un masochista, sei solo
un fenomeno.
Quel 10% di Petra Kvitova
di
PIErO VALESIo
- foto Getty images
Se la settimana scorsa ci siamo occupati della stanchezza, elogiandone il ruolo di primo piano nello
sport internazionale e in particolar modo nel nostro tennis, stavolta rivolgiamo lo sguardo verso
quella che potremmo definire la “diversamente bellezza”. È successo che Stan Wawrinka abbia
conquistato il mese scorso a New York il suo secondo titolo Slam; e succederà che a fine novembre,
nelle finale di Davis, sarà in campo Ivo Karlovic, che a 37 anni suonati è stato chiamato in fretta e
furia a sostituire Borna Coric, infortunato. Non ci vuole un algoritmo particolare per capire quale
sia il dato che accomuna questi due atleti: non sono dei paradigmi di bellezza glamour, di quella
che ti trascina, prima o poi durante la carriera, sulla copertina di un news magazine patinato. Non
che la cosa abbia di per sé una qualche importanza: ma è interessante scoprire come le carriere
tennistiche dei due giocatori siano state contraddistinte da un elemento comune. Detto che Wawrinka è più forte, così si evita di aprire un dibattito stucchevole, l’uno e l’altro sono diventati simboli
di gesti di rara bellezza ed efficacia. Un po’ come Daredevil, l’eroe Marvel cui le vicende della vita
sottrassero la vista ma potenziarono all’eccesso gli altri sensi, i due hanno costruito le loro carriere
su un meraviglioso rovescio a un mano e, nel caso di Karlovic, su un servizio di spaventosa potenza
che non ha eguali nel circuito. Certo sul rovescio a una mano di Wawrinka così come su quello dei
pochi che eseguono tale colpo, potremmo discutere all’infinito: se è meglio la sventaglia di polso
con cui Gasquet impatta la palla oppure il movimento a testa immobile di Federer; troppo facile,
in realtà. Assai più arduo è cogliere riflessi di bellezza nel servizio di Ivo: eppure proprio in quel
colpo, proprio nel suo essere così centrato su un solo colpo sta la grandezza di un giocatore che ha
fatto proprio del suo non essere un grandissimo (con un servizio così, se fosse riuscito a rendere più
solidi altri colpi avrebbe vinto parecchi Slam) la sua griffe. Karlovic non è stato solo un giocatore
di servizio e basta: è stato un continuo tentativo di costruire su quel colpo un gioco e una carriera
che compensassero il suo volto burbero e così poco in grado di piacere agli sponsor. Il fatto che
sulle sue spalle (oltre che su quelle di Cilic, ovvio) pesi la responsabilità di trascinare la Croazia alla
Davis, a 37 anni suonati, è l’ultima testimonianza di come la vita possa essere fantasiosa.
Petra Kvitova è così, prendere o lasciare. Una tennista come tante altre
per il 90% della sua carriera. Una delle
più forti tenniste di tutti i tempi per
il restante 10%. Dentro quel dieci per
cento ci sono due titoli a Wimbledon
e innumerevoli prestazioni sparse a
macchia di leopardo lungo i dieci anni di cui è composta la sua carriera da
professionista. L’ultimo 1% di quel 10
si è visto a Wuhan, dove ha battuto la
n.1 del mondo e in seguito dominato
il resto del tabellone come se fosse
uno sperduto International che inizia
il giorno dopo uno Slam. Era un Pre-
9
circuito mondiale
mier 5 con un impianto scintillante e
con due milioni di dollari di montepremi, dove la ceca ha lasciato dodici
game tra quarti (Konta), “semi” (Halep) e finale (Cibulkova). La facilità
con cui ha vinto le ultime due partite
fa tornare alla mente le sue due cavalcate a Wimbledon, che a loro volta
fanno venire voglia di metterla vicina
alle più grandi di questo sport, anche
se sul singolo torneo. In Cina, dopo
aver battuto la giocatrice dell’anno,
Angie Kerber, in una battaglia da tre
ore e venti minuti, si è liberata delle
paure e delle paranoie che hanno caratterizzato quel 90% di carriera. Delle sedici finali in cui ha vinto il primo
set, non ne ha persa neanche una. In
generale, il suo bilancio nelle partite
per il titolo fa paura: 18 a 6. Se arriva
in fondo, Petra sta bene. E se Petra sta
bene, vince.
Essere Serena Williams: i 26 minuti
a Che Tempo Che Fa su RaiTre
di
Sara Montanelli
Dal vivo Serena Williams non è come appare in tv; quel robot pronto a massacrare chiunque le si presenti
di fronte. Dal vivo Serena Williams indossa un tubino rosso e ha l’aspetto consapevole dei suoi successi e
soprattutto del tragitto tortuoso che le ha permesso di raggiungerli. Non è la ragazza abituata a girare per le
varie città del mondo con le macchine di lusso, ma è quella che anni fa insieme a sua sorella Venus e a loro
padre viaggiava con un pulmino giallo della Volkswagen. Non dà l’idea di essere una tra le donne più ricche
dal mondo, ma è la ragazzina nata nella povertà e cresciuta con il senso del sacrificio. Insomma, non è quel
mostro sacro che descrivono ma è una donna che mette in mostra le sue debolezze. Ed è ancora più bella.
L’INFANZIA - Insieme a Fabio Fazio, Serena Williams ripercorre la sua infanzia e la sua adolescenza.
Racconta le idee strane del padre Richard, la difficoltà di tornare a giocare a Indian Wells e il rapporto
con la sorella maggiore Venus. Fazio le spiega un giochino che si terrà nel corso dell’intervista; lui le
mostra alcuni oggetti riguardanti il suo passato e lei deve essere un fiume in piena di ricordi. Il primo
oggetto è proprio il pulmino giallo della Volkswagen. “Quand’ero piccola mio papà aveva quest’auto e
tutti i giorni andavamo ad allenarci con questo pulmino. Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo
tre anni. Papà ci ha fatto conoscere il tennis e aveva questo sogno per me e mia sorella, farci diventare
le numero 1. Alla fine però sono stata io a lavorare tutti i giorni per diventare la migliore. Ci vuole
tantissima pazienza, tantissima disciplina. Bisogna sacrificarsi”, racconta.
È il turno di Krystina
Dopo la stagione strepitosa di Karolina, è finalmente il turno di Kristyna.
La gemella (per ora) meno illustre tra
le due Pliskova ha vinto a Tashkent
il suo primo titolo WTA. Non è un
titolo particolarmente prestigioso,
ma i geni non mentono: il DNA di
Karolina, con la fiducia necessaria,
ha già dimostrato di essere buono a
sufficienza per ambire a uno (o più)
slam. Kristyna non è più seguita da
Jiri Vanek, che seguiva entrambe le
gemelle omozigote ceche, e dice
che il cambio l’ha aiutata a cambiare
mentalità. Il loro stile di gioco è simile, e il servizio di Krystina è buono
quanto quello della sorella, con una
particolarità: è mancino. Dal n.100
del mondo, posizione occupata fino
a domenica scorsa, al n.6 di Karolina
la strada è lunghissima e difficilissima. Ma tutt’altro che impossibile.
PRONTE A TUTTO - E infatti la strada di Serena è stata lunga; la leggenda vuole che il padre delle
Williams, quando loro erano molto giovani, pagasse dei ragazzini che si mettessero a bordo campo per
insultare le figlie, per dar loro fastidio, in modo che si abituassero al futuro, alla gente che gode nel vederti crollare e alla crudeltà che ci circonda. “Mio padre è stato un precursore dei suoi tempi, voleva
che fossimo pronte a tutto”. Ma questa preparazione mentale non è bastata a Indian Wells nel 2001,
quando Serena Williams in finale contro Kim Clijsters venne insultata e fischiata da tutto il pubblico.
“Ero una ragazzina quando sono andata a Indian Wells e c’era tutto il pubblico, circa 18.000 persone
che hanno incominciato a urlarmi contro per il colore della mia pelle. È stato traumatico, ero un’adolescente. Mi è servito tanto tempo per superare quel momento”, spiega Serena.
PALLINE VECCHIE - Successivamente, nel corso dell’intervista, Fazio le mostra due palline da tennis:
una vecchia e sgonfia e una nuova. Quella vecchia e sgonfia ha un significato importante, ricorda gli
allenamenti con Venus. “Noi utilizzavamo sempre le palline vecchie perché nostro padre ci diceva che se
riuscivamo a giocare con quelle allora non avremmo avuto nessun problema a giocare con quelle nuove”.
Serena spiega che la pallina nuova quando incontra la racchetta fa quel rumore che le piace definire ‘il
rumore del tennis’. “Il tennis ha un suono particolare, è difficile da descrivere. È il suono della palla, è
qualcosa che ti attraversa il corpo, che ti fa vibrare dentro. È davvero bellissimo”.
VENUS - Nel corso dell’intervista subentra il forte legame con Venus: “Quando gioco contro mia sorella
non riesco a essere coinvolta emotivamente. Non la guardo, non penso a lei. Naturalmente la amo. Ma in
quel momento devo concentrarmi solo sull’amare me stessa. È una delle cose più difficili da fare nella vita,
giocare contro di lei. Ho sempre tifato per lei e quando perde mi deprimo. Preferirei quasi perdere io.”.
Insomma, Serena Williams è cresciuta in una famiglia con un padre con idee bizzarre (ma col senno di
poi non possiamo criticarlo) e con una madre che è un punto di riferimento: “Mia mamma è la donna che
ammiro più di tutte perché mi ha reso quella che sono”.
10
terza pagina
Cochet, il mago di Lione
Il più imprevedibile dei Moschettieri di Francia: non aveva servizio, non aveva
rovescio, non tirava forte. Eppure vinse cinque volte il Roland Garros, due
Wimbledon e gli Us Upen. Oltre a sei Insalatiere, compresa la volta in cui...
di
Alessandro Mastroluca
Getty Images
Quando si imbarca per Wimbledon, ha già vinto due volte il Roland Garros e conquistato l’argento
olimpico a Parigi. Sui prati londinesi firma un’impresa che solo
Tommy Robredo al Roland Garros
del 2013 riuscirà ad eguagliare:
vince tre partite di fila dopo aver
perso i primi due set. Cochet, però, le infila dai quarti alla finale.
Supera prima Hunter, poi Big Bill
Tilden che è addirittura avanti 5-1
30-0 nel terzo prima di distrarsi
e sbagliare due dritti cruciali. Cochet infila una striscia di 17 punti
consecutivi, chiude 7-5 e inizia la
risalita verso la finale, che seguirà un andamento simile: il mago
cancella sette match point prima
di battere Borotra, il “Basco Salterino”, che rinuncia a brindare con lo
champagne stappato in spogliatoio
dal giudice arbitro Hillyard.
Foto
“S
e il tennis avesse le annate come i vini, il 1927
sarebbe da collezione”.
Henri Cochet annuisce
al sommelier che commenta così
mentre gli riempie il calice. Pierre
Gillou, diventato di fatto il patron
del tennis francese, lo aveva richiamato in squadra per la lunga
trasferta verso Wimbledon e Forest
Hills, nonostante sia socio del Racing e Cochet abbia battuto più volte il suo prediletto Borotra.
Cochet, ha scritto Sydney Wood, “è
l’unico vero mago nella storia del
tennis. Big Bill Tilden, John McEnroe, Frank Sedgman e forse Yannick
Noah sono gli unici giocatori che
un po’ mi ricordano le elettrizzanti
improvvisazioni di Henri”. Tira piano, soprattutto il servizio, ma sotto
rete le sue volée stilettano l’avversario con traiettorie all’apparenza
dolci, nella sostanza letali.
“Con l’eleganza giovanile con cui
un vecchio aristocratico appunta un
garofano al suo liso abito da cerimonia” scriveva Gianni Clerici sulla
Gazzetta dello Sport, “egli colora il
suo gioco di trovate che odorano di
giovinezza, e a volte il roteare nervoso della sua racchetta ricorda il
mulinello di una mazza d’avorio dal
pomo ingiallito”.
Il figlio del custode
che lavora in seteria
Figlio del custode del Tennis Lyon,
impara a giocare nelle ore libere ma
a sette anni già conosce i segreti e
le sottigliezze del tennis. Batte il
suo principale Couzon, sale al numero 1 della regione, ma la priorità
rimane il lavoro in seteria. Durante
il servizio militare può finalmente
allenarsi come si deve: in due anni
passa dalla seconda categoria al titolo di campione di Francia.
Il segreto del mago
e la sfida con Tilden
WikiCochet,
la scheda
Nato il 14 dicembre 2001 a Lione, Henri
Cochet ha vinto sette Slam in singolare:
5 Internazionali di Francia (1922, 1926,
1928, 1930, 1932), 2 Wimbledon (1929)
e gli Us Championships 1928. Nella Hall of
Fame dal 1976, considerato n.1 del mondo
dal 1928 al 1930, è uno dei quattro Moschettieri che hanno conquistato sei Coppe
Davis dal 1927 al 1932.
11
Tilden aspetta l’8 settembre per la
rivincita, nel secondo singolare del
Challenge Round di Davis, nello
storico Germantown Cricket Club
di Philadelphia. Cochet torna in
campo nell’ultimo match, sul 2-2,
contro “Little Bill” Johnston.
René Lacoste sostituisce sulla sedia di capitano Gillou, decisamente troppo nervoso. Cochet arriva
alla pausa in vantaggio di due set
a uno, ma sul 5-2 nel quarto un po’
si perde, si distrae.
È l’amico Lacoste a fargli ritrovare
la retta via, il compagno di tante
battaglie convinto che sia “un regalo veder giocare Cochet [perché]
non ha servizio, non ha rovescio,
non picchia forte ma piazza la palla nei posti più inattesi. E poi, sembra sapere dove il suo avversario
dirigerà il colpo”. Tilden, scriverà,
“che non avrebbe potuto essere
battuto da un singolo giocatore, fu
battuto da una squadra”.
i numeri della settimana
Kvitova, che bomber!
I primi 25 del ranking Atp
di Giorgio Spalluto
foto Getty Images
143 i vincenti messi a referto da Petra
Kvitova (nella foto) negli ultimi 4 match della
cavalcata trionfale a Wuhan. Vittime della
mole incredibile di winners la n.1 del mondo
Angelique Kerber, la n.5 Simona Halep, n.12
Dominika Cibulkova e la n.13 Johanna Konta.
5
le Top 20 battute da Petra Kvitova
nel torneo di Wuhan. La fresca campionessa
dell’ultimo “Premier 5” stagionale ne aveva
conquistate appena 4 in tutta la stagione,
prima di sconfiggere in una sola settimana
5 delle prime 18 tenniste al mondo.
2 ore e 39 la durata delle
finali di Shenzen e Chendgu, curiosamente
protrattesi lo stesso numero di minuti.
Berdych-Zverev e Khachanov-Ramos,
oltre alla durata, hanno condiviso anche
il numero di game (35), con i primi 2 set
conclusisi al tiebreak e il terzo parziale
vinto per 6-3.
26 le finali raggiunte in carriera da Richard
Gasquet grazie a quella colta a Shenzen la
scorsa settimana. Il tennista di Beziers è il 2°
transalpino nella storia per finali raggiunte,
dietro il solo Yannick Noah, primatista con
36. A tallonare Gasquet in questa speciale
classifica è Gael Monfils con 25 finali.
36
le presenze di Corrado Barazzutti
sulla panchina azzurra di Fed Cup.
Il più longevo capitano della storia azzurra
debuttò nel 2002 con una vittoria per 5-0
sulla Svezia a Milano. Sotto la sua guida
la nazionale italiana ha conquistato ben
4 titoli: 2006, 2009, 2010 e 2013.
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Novak Djokovic (SRB)
2
Andy Murray (GBR)
3
Stan Wawrinka (SUI)
4
Rafael Nadal (ESP)
5
Kei Nishikori (JPN)
6
Milos Raonic (CAN)
7
Roger Federer (SUI)
8
Gael Monfils (FRA)
9
Tomas Berdych (CZE)
10
Dominic Thiem (AUT)
11
Marin Cilic (CRO)
12
Jo-Wilfried Tsonga (FRA)
13
David Ferrer (ESP)
14
David Goffin (BEL)
15
Nick Kyrgios (AUS)
16
Lucas Pouille (FRA)
17
Richard Gasquet (FRA)
18 Roberto Bautista Agut (ESP)
19
Pablo Cuevas (URU)
20
Grigor Dimitrov (BUL)
21
Ivo Karlovic (CRO)
22
Bernard Tomic (AUS)
23
Steve Johnson (USA)
24
Alexander Zverev (GER)
25
Jack Sock (USA)
I primi 25 italiani del ranking Atp
Punti
14040
9345
6365
4940
4875
4510
3730
3545
3470
3295
2885
2625
2455
2390
2050
2036
2030
1950
1745
1735
1705
1680
1670
1655
1585
Le prime 25 del ranking Wta
Pos.
Nome (nazionalità)
1
Angelique Kerber (GER)
2
Serena Williams (USA)
3
Agnieszka Radwanska (POL)
4
Garbine Muguruza (ESP)
5
Simona Halep (ROU)
6
Karolina Pliskova (CZE)
7
Svetlana Kuznetsova (RUS)
8
Dominika Cibulkova (SVK)
9
Madison Keys (USA)
10 Carla Suarez Navarro (ESP)
11
Petra Kvitova (CZE)
12
Victoria Azarenka (BLR)
13
Venus Williams (USA)
14
Johanna Konta (GBR)
15
Timea Bacsinszky (SUI)
16
Roberta Vinci (ITA)
17 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS)
18
Samantha Stosur (AUS)
19
Elina Svitolina (UKR)
20
Elena Vesnina (RUS)
21
Barbora Strycova (CZE)
22
Caroline Wozniacki (DEN)
23
Kiki Bertens (NED)
24
Daria Kasatkina (RUS)
25
Caroline Garcia (FRA)
12
Punti
8485
7050
5535
5246
4987
4340
3540
3500
3417
3330
3185
3061
3020
2835
2773
2345
2250
2200
2186
2114
2015
1970
1845
1688
1675
Pos.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Rank.
39
43
94
108
144
166
171
182
199
210
224
228
265
289
291
293
321
326
335
337
358
384
387
389
398
Nome
Paolo Lorenzi
Fabio Fognini
Andreas Seppi
Thomas Fabbiano
Alessandro Giannessi
Luca Vanni
Marco Cecchinato
Federico Gaio
Lorenzo Giustino
Matteo Donati
Stefano Napolitano
Andrea Arnaboldi
Filippo Volandri
Riccardo Bellotti
Lorenzo Sonego
Alessandro Bega
Gianluca Mager
Salvatore Caruso
Simone Bolelli
Gianluigi Quinz
Edoardo Eremin
Stefano Travaglia
Matteo Viola
Roberto Marcora
Erik Crepaldi
Punti
1145
1020
630
548
407
340
334
314
277
263
244
235
190
172
170
168
148
145
140
140
124
112
112
111
109
Le prime 25 italiane del ranking Wta
Pos.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Rank.
Nome
Punti
16
Roberta Vinci
2345
34
Sara Errani
1420
82
Camila Giorgi
778
99
Francesca Schiavone
681
146
Karin Knapp
398
266
Jessica Pieri
176
269
Martina Trevisan
175
286
Jasmine Paolini
163
287
Anastasia Grymalska
162
294
Martina Caregaro
156
326
Camilla Rosatello
128
343
Cristiana Ferrando
114
357
Martina Di Giuseppe
104
391 Giulia Gatto-Monticone
92
392
Corinna Dentoni
92
407
Angelica Moratelli
86
419
Claudia Giovine
83
424
Nastassja Burnett
81
429
Alice Matteucci
80
436
Alberta Brianti
76
475
Gioia Barbieri
64
489
Georgia Brescia
61
513
Deborah Chiesa
56
549
Alice Balducci
48
551
Camilla Scala
47
TEAM BABOLAT PRO PLAYERS MAY PLAY WITH A CUSTOMIZED OR DIFFERENT MODEL THAN THE EQUIPMENT DEPICTED.
*Except in Japan
(AUT)
BABOLAT - OFFICIAL TENNIS RACKETS, SHOES*, BAGS
AND ACCESSORIES OF THE CHAMPIONSHIPS, WIMBLEDON
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BABOLAT – OFFICIAL RACKETS, STRINGS, BALLS, BAGS
AND ACCESSORIES OF THE FRENCH OPEN ROLAND-GARROS
il tennis in tv
Giro d’Italia per club,
è tornato Circolando
Dal Tc Napoli all’Angiulli Bari, da Trieste a Messina passando per Arezzo e
Parma. Giorgio Galimberti e Stefania Chieppa ci portano alla scoperta dei
circoli di tutta Italia. Ogni 15 giorni appuntamento il giovedì sera alle 22.30
È
uno degli appuntamenti più
sentiti per i club d’Italia. E
adesso è tornato come punto fermo nel palinsesto di
SuperTennis Tv. Si tratta di Circolando , il format da quasi mezz’ora che va alla scoperta dei circoli
di tutto il Paese, da Nord a Sud. La
prima puntata, andata in onda giovedì scorso alle 22.30, ha messo
in mostra le bellezze di una grande città di mare e del suo storico
e prestigioso club, il Tc Napoli.
Lo ha fatto come farà esattamente
per altre sei puntate, di qui all’8 di
dicembre attraverso le parole dei
dirigenti, ma anche delle persone
che stanno in campo, dai maestri
ai responsabili del settore tecnico
Ogni due giovedì
alle 22.30
La nuova stagione di Circolando, alla scoperta dei
Tennis Club d’Italia, è ripartita giovedì scorso con
la prima tappa, quella girata al Tennis Club Napoli.
Adesso, per altri cinque giovedì l’appuntamento si
rinnova secondo le date che trovate qui di seguito.
L’orario resta invece invariato, sempre alle 22.30.
Ecco gli appuntamenti.
13 ottobre: Accademia Tennis Angiulli Bari
27 ottobre: Circolo del Castellazzo Parma
10 novembre: Tennis Club Triestino (Trieste)
24 novembre: Circolo Tennis Giotto Arezzo
8 dicembre: Circolo Tennis e della Vela Messina
e delle squadre. Ad accompagnarci
lungo questo lungo viaggio, che visto l’attaccamento dimostrato dal
pubblico ha mantenuto invariati
gli elementi principali, ci saranno
come al solito Giorgio Galimberti e
Stefania Chieppa.
Saranno loro a guidarci tra i campi, ma anche dietro ai fornelli delle
cucine, dove lo chef del club svelerà al pubblico uno dei suoi piatti
forti in una sorta di gambero rosso
con racchetta.
14
Verso le città,
che cartoline!
Il tutto accompagnato dalle immagini
della città di cui ogni circolo è parte integrante grazie alla sua funzione sportiva e sociale in un momento di così forte
crescita per il tennis a ogni latitudine.
E una delle grandi novità di questa stagione è senza dubbio questa, vale a dire
la capacità del format di uscire seppur
leggermente dalle mura dei vari club
per andare alla scoperta del territorio
in cui si trovano. Un po’ come le tap-
il tennis in tv
Le interviste di Giorgio Galimberti (nella foto di sinistra) e di Stefania Chieppa (destra), da bordo campo alla cucina del club
pe del giro d’Italia, Circolando diventa
così anche l’occasione per ammirare le
meraviglie del bel paese. E se avete visto la prima puntata sapete di che cosa
stiamo parlando, con il lungomare di
Napoli a fare da protagonista aggiunto.
Sei puntate,
da Bari a Trieste
Sei al momento le puntate pro-
grammate e in cascina, pronte per
l’emissione: si va da Napoli, come
già detto, in giù fino a Bari (sponda
Accademia Tennis Angiulli) e poi di
nuovo su-su verso Parma, al Circolo del Castellazzo, fino ad arrivare
a Trieste (Triestino). Una volta ogni
quindici giorni, con l’ultima tappa
per ora prevista al Circolo del Tennis e della Vela di Messina, in Sici-
lia. Sì, insomma, il treno è ripartito
e Circolando è in piena marcia: il
giro d’Italia del tennis si fa anche
con il telecomando. Basta sintonizzarsi sul canale numero 64 del
digitale terrestre, il numero 224 di
Sky o il numero 30 di TivùSat (anche in web-streaming su supertennis.tv). Quindi tutti al circolo, anche davanti alla tv.
Atp e Wta, domenica da urlo con tre finali in mezza giornata
Giovedì 6
Venerdì 7
00:00 - WTA Pechino
(replica)
02:00 - ATP Pechino
(replica)
04:00 - LIVE ATP
500 Tokyo
08:00 - LIVE ATP
500 Pechino
10:30 - LIVE WTA
Pechino
12:30 - LIVE ATP
500 Pechino
13:30 - LIVE WTA
Pechino
15:00 - LIVE ATP
500 Pechino
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - ATP 500
Tokyo (differita)
21:00 - News
21:05 - La Voce delle
Regioni
21:15 - ATP 500
Pechino (differita)
23:00 - Circolando TC
NAPOLI
23:30 - Magazine
ATP
00:00 - ATP Pechino
(replica)
02:00 - WTA Pechino
(replica)
04:00 - LIVE ATP 500
Tokyo
06:30 - LIVE ATP 500
Pechino
08:30 - LIVE WTA
Pechino
10:30 - LIVE WTA
Pechino
12:30 - ATP Tokyo
(differita)
13:30 - LIVE ATP
Pechino
15:00 - LIVE WTA
Pechino
17:05 - ATP 500 Tokyo
(differita)
21:00 - News
21:05 - ATP 500
Pechino (differita)
23:00 - WTA Pechino
(differita)
Sabato 8
01:00 - ATP Pechino
(replica)
03:00 - WTA Pechino
(replica)
05:00 - LIVE ATP
500 Tokyo SF
08:30 - LIVE WTA
Pechino SF
10:30 - LIVE ATP
Pechino SF
13:00 - Magazine ATP
13:30 - LIVE WTA
Pechino SF
15:00 - LIVE ATP
Pechino SF
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - News
17:00 - Tennis
Magazine
17:30 - ATP Tokyo SF
(replica)
19:30 - ATP Pechino
SF (replica)
21:30 - WTA Pechino
SF (replica)
Domenica 9
00:00 - WTA Pechino
SF (replica)
02:00 - ATP Pechino
SF (replica)
04:00 - ATP Tokyo SF
(replica)
06:00 - LIVE ATP
500 Tokyo Finale
08:00 - ATP Pechino
SF (replica)
10:30 - LIVE WTA
Pechino Finale
12:30 - Reloaded
Coppa Davis SF Gran
Bretagna vs Australia
13:30 - LIVE ATP
500 Pechino Finale
15:45 - Tennis
Magazine
16:15 - Magazine
ATP
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - News
17:05 - ATP 500
Tokyo Finale (replica)
19:00 - WTA Pechino
Finale (replica)
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - Beach Tennis
Lido Gandoli
21:30 - ATP Pechino
Finale (replica)
23:30 - ATP 500
Tokyo Finale (replica)
Lunedì 10
00:00 - WTA Pechino
S1 (replica)
02:00 - ATP Pechino
SF1 (replica)
04:00 - ATP 500
Tokyo SF1 (replica)
06:00 - WTA Pechino
Finale (replica)
08:00 - ATP Pechino
Finale (replica)
10:00 - ATP 500
Tokyo Finale (replica)
11:45 - La Voce delle
Regioni
12:00 - Tennis
Magazine
12:30 - Beach Tennis
Lido Gandoli
13:00 - ATP Pechino
SF2 (replica)
15:00 - ATP 500
Tokyo SF2 (replica)
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - News
17:05 - WTA Pechino
Finale (replica)
19:00 - ATP Pechino
Finale (replica)
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - News
21:05 - ATP 500
Tokyo Finale (replica)
23:00 - Circolando TC
NAPOLI
23:30 - Tennis
Magazine
Martedì 11
01:00 - Coppa Davis
Semifinale Croazia vs
Francia 1° singolare
04:15 - ATP 500
Tokyo (replica)
06:45 - WTA Pechino
(replica)
08:45 - La Voce delle
Regioni
09:00 - Tennis
Magazine
09:30 - Beach Tennis
Lido Gandoli
10:00 - ATP
Pechino (replica)
12:00 - Coppa Davis
Semifinale Gran
Bretagna vs Argentina
1° singolare
15:00 - WTA Pechino
Finale (replica)
16:45 - La Voce delle
Regioni
17:00 - News
17:00 - ATP 500
Tokyo Finale (replica)
19:00 - WTA Wuham
Finale (replica)
20:45 - La Voce delle
Regioni
21:00 - News
21:05 - ATP Pechino
Finale (replica)
23:00 - WTA Tokyo
Finale (replica)
Mercoledì 12
00:00 - ATP 500
Tokyo (replica)
01:45 - WTA
Pechino (replica)
03:45 - ATP
Pechino (replica)
05:45 - Coppa
Davis Semifinale
Croazia vs Francia
2° singolre
08:45 - La Voce
delle Regioni
09:00 - ATP
Pechino Finale
(replica)
11:30 - Circolando
TC NAPOLI
12:00 - ATP
500 Tokyo
Finale (replica)
14:00 - Coppa
Davis Semifinale
Gran Bretagna
vs Argentina 2°
singolare
16:45 - La Voce
delle Regioni
17:00 - News
17:05 - ATP
Chengdu Finale
(replica)
19:00 - WTA
Guangzhou Finale
(replica)
20:45 - La Voce
delle Regioni
21:00 - News
21:05 - Tennis
Magazine
22:30 - WTA
Pechino Finale
(replica)
23:30 - Magazine
ATP
NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali
15
in italia
Fiorello & Bonolis fanno
ace per la prevenzione
Tanti Vip del mondo dello spettacolo, della musica e del tennis in campo
per Tennis & Friends, sabato 8 e domenica 9 ottobre a Roma. Fiorello: “Io ci
sarò e giocherò il doppio con Volandri”. Bonolis: “Mi dispiace per Volandri”
“G
iocherò il doppio con
Volandri”. “Beh, mi
spiace per Volandri”. Il
botta e risposta arriva
attraverso le pagine del Corriere dello Sport e gli autori sono due mostri
sacri dello spettacolo all’italiana. Il
primo è Fiorello, reduce dall’esibizione milanese con Novak Djokovic e
Rafael Nadal, l’altro è Paolo Bonolis,
pure lui habitué del campo da tennis,
specialmente in occasioni importanti di sensibilizzazione. Proprio come
quella che tra sabato 8 e domenica
9 ottobre, dalle 10 alle 18, torna sui
campi in terra rossa del Foro Italico
di Roma. Si tratta di Tennis & Friends, evento sociale che unisce prevenzione, salute e sport. E che alla sua
sesta edizione rinnova e amplia l’area sanitaria con oltre 19 postazioni
ecografiche per la diagnosi di eventuali patologie tumorali tiroidee, ginecologiche, mammarie ed epatiche.
Pur punzecchiandosi amichevolmente come si fa tra veri appassionati di
tennis alla vigilia di un torneo impermeato di divertimento, Fiorello e
Bonolis ricordano il vero valore della
due giorni romana. “La prevenzione
è una cosa seria - sottolinea Fiorello -, spero che molti romani vengano
a trovarci perché non sarà soltanto
l’occasione per divertirsi e passare
due belle giornate di sport, io stesso
mi farò controllare un nodulino che
va tenuto d’occhio”.
Occasione preziosa
“Un’occasione preziosa per tutti, quella allestita dal professor Giorgio Meneschincheri - fa eco Paolo Bonolis
- perché consente di avvicinarsi divertendosi a qualcosa di oggettivamente
importante come la prevenzione”. Inoltre il presentatore romano a Tennis &
Friends 2016 si presenta in qualità di
campione uscente, dopo il successo
ottenuto lo scorso anno nella quinta
edizione. “Diciamo solo ‘uscente’, che
è meglio. Lasciamo perdere il... Campione, anche perché ormai ho un ginocchio putrefatto e credo che questa
volta mi schiererò soltanto in doppio”.
Proprio la specialità in cui si prospetta
una vera e propria sfida “di cartello”,
che coinvolge però direttamente Fiorello. Lo showman siciliano farà come detto coppia con Filippo Volandri e i due
dovranno vedersela con Potito Starace
e Stefano Meloccaro, volto di Sky che
con Fiorello condivide l’avventura televisiva dell’Edicola Fiore.
Check-up gratuiti
Ma la lista dei partecipanti è molto
lunga, a spazia a 360 gradi: da Renato Zero a Dolcenera, da Maria Grazia
Cucinotta a Neri Marcorè e Max Giusti.
Ma loro, che solitamente sono le star,
questa volta faranno solo da supporto. Perché i protagonisti veri saranno
i check-up gratutit (oltre 15.000 effettuati nel corso dei cinque anni di vita
della manifestazione) e le equipe mediche del Policlinico Gemelli. L’obiettivo
dell’edizione 2016 è quello di mettere
a disposizione dei cittadini più aree di
prevenzione gratuite al fine di poter
prevenire più patologie. Va ricordato
infine che ’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Fondazione Policlinico Agostino Gemelli, con il patrocinio
del Ministero della Salute, di Roma Capitale, della Regione Lazio, della Polizia
di Stato e di CONI, FIT e FISE.
L’equipe del Policlinico Gemelli
in oltre 40 postazioni a disposizione
Visite specialistiche con esami diagnostici gratuiti. Effettuate dall’equipe della Fondazione Policlinico
Gemelli. Campi di prevenzione? Si spazia dalle patologie tiroidee a quelle del fegato, dalle patologie
ginecologiche a quelle mammarie, dalle patologie correlate al fumo alle malattie del metabolismo. Senza
dimenticare il cuore, le manovre di rianimazione cardio polmonare e la disostruzione delle vie aeree.
Inoltre, un’area di prevenzione pediatrica e una di sana e corretta alimentazione.
16
giovani
Al Master dei macroarea
con la carica dei 200
197 ragazzini, di cui 51 under 10, 50 under 12, 51 under 14 e 45 under
16, scendono in campo dal 5 al 9 ottobre per la settimana conclusiva alla
Canottieri Mincio Mantova. In tutta la stagione sono stati 8.349 gli iscritti
Durante la stagione, nel complesso, la macroarea Nord-Est ha registrato 1.790 iscritti, quella del Nord-Ovest 2.308. 1.995 per il Centro-Nord,
1.214 nella macroarea Centro-Sud e 1.042 in quella del Sud. Il totale complessivo sale così a quota 8.349 ragazzini coinvolti in quattro
categorie (under 10, under 12, under 14 e under 16). Nelle immagini, due momenti della premiazione del Master 2015 giocato sempre a Mantova
di
Alberto Tirelli, I.s.f. r. lombardi
e settore tecnico nazionale
N
asce nel 2011 e si va a collocare tra il Trofeo Tennis Kinder +Sport, che prevede limiti di classifica nelle varie
categorie, e il Circuito internazionale
giovanile gestito direttamente dalla
Tennis Europe al quale partecipano
tutti i migliori atleti under d’Europa.
Il circuito giovanile Fit-Babolat, il cui
master si svolge a Manotva dal 5 al 9
ottorbe, è gestito direttamente dalla
Federazione Italiana Tennis ed è presente quindi sul territorio nazionale. Le gare programmate e presenti
all’interno del Circuito riguardano
gli under 10, 12, 14 e 16 sia maschili che femminili e prevedono cinque
tappe durante l’anno, di cui due “osservate”, cioè con la presenza di un
Si gioca alla Canottieri Mincio
di Mantova. Finali domenica 9 ottobre
Al Master finale hanno diritto di partecipare i primi cinque giocatori delle classifiche di fine anno di
ogni macroarea e per ogni categoria. Chi ha ottenuto il diritto, può decidere di partecipare mediante
la conferma dell’iscrizione, mentre tutti i giocatori classificati dal 6° al 10° posto in classifica di ogni
macroarea hanno avuto la possibilità di fare domanda di partecipazione in qualità di riserve. Inoltre, nel
Master finale, i giocatori provenienti dalla stessa macroarea geografica non possono incontrarsi tra loro
al primo turno. Si comincia mercoledì 5 ottobre sui campi della Canottieri Mincio Mantova e le finali si
disputano domenica 9 ottobre. I partecipanti al master godono dell’ospitalità gratuita.
18
giovani
I qualificati nella categoria Under 10
tecnico del Settore Tecnico Nazionale. Al Master Nazionale possono
accedere per ogni macroarea i primi
cinque classificati di ogni categoria,
che usufruiscono di ospitalità gratuita, ossia vitto e alloggio, dal giorno
antecedente l’inizio del tabellone a
quello dell’eliminazione compreso. a
questo si aggiungono anche i contributi per tutti coloro che hanno partecipato a questo Circuito Giovanile
e hanno raggiunto risultati rilevanti,
nello specifico i quarti di finale nelle
tappe “osservate” e le semifinali in
tutti gli altri tornei.
MACROAREA CENTRO NORD
1
2
3
4
5
Master da 196,
superata anche
l’edizione 2015
Il primo numero di questa edizione è subito un
record: sono ben 196 al momento gli atleti che
hanno confermato la propria adesione all’evento. Quattro in più di quelli della passata edizione,
giocata sempre alla Canottieri (192).
RAPAGNETTA
CARBONI
GATTO
CAPUCCINI
GIULIANELLI
MACROAREA CENTRO NORD
DANIELE
LORENZO
GIORGIO
CHRISTIAN
ANDREA
1
2
ZUCCA
MICHELETTI
BEATRICE
FLAMINIA
3
BASILETTI
NOEMI
4
5
GIRINI
D'AMICO
GLENDA
GIULIANA MARIA
1
BARBAROSSA
NADIN LISI
2
3
4
5
CUDAZZO
ANTONACCI
TASSI
COLAVECCHIA
MARTINA
MARIA ALESSANDRA
FRANCESCA
LARA
1
2
3
4
5
PICCHI
VINCENTI
ZENATO
CARPI
CORVI
1
2
3
4
BIZZARI
RIZZETTO
ALOJA
TAVERNA
1
2
3
4
5
CAMBRIA
DE MATTEO
DAVI'
CHIANTELLA
GRECO
MACROAREA CENTRO SUD
1
5
BASILE
SCIACCA
ROSSI PRINCIPE
SERIO
MECARELLI
1
2
3
4
5
MASTEN
ANGELINI
SIMONCELLI
BATTISTON
MATTEUCCI
2
3
4
MACROAREA CENTRO SUD
PIERLUIGI
ALESSANDRO
ANDREA
PIETRO
MICHELE
MACROAREA NORD EST
MACROAREA NORD EST
Gli obiettivi per i ragazzi
Gli obiettivi da perseguire attraverso queste attività di gara possono
essere molteplici sia per i ragazzi
che per gli insegnanti. Per i primi
si può parlare di un appuntamento di gara importante che serve a
tenere alta la motivazione, il vero
“motore dell’azione” e a far crescere il loro entusiasmo verso questo
sport. Oltre ad avere obiettivi agonistici relativi al miglioramento del
proprio gioco, bisogna cercare di
considerare la gara come un mezzo e non unico e solo obiettivo di
un allenamento. Dando il giusto
peso alle cose bisognerebbe quindi
considerare il risultato (che è una
conseguenza della performance di
una gara al cui interno si mescolano aspetti tecnici, tattici, fisici,
psicologici, emozionali...), come
uno dei parametri e non come unico parametro di valutazione della
crescita di un allievo. Inoltre si deve considerare che questa attività
prevede degli spostamenti importanti nei quali i ragazzi hanno sì la
possibilità di confrontarsi con altri
coetanei che risiedono a parecchie
centinaia di km di distanza, ma si
trovano a vivere e a dormire al di
fuori dell’ambiente famigliare, sperimentando quindi degli “stress”,
con conseguenti risoluzioni di pro-
MASTER
UNDER 10 FEMMINILE
FEMMINILE
MASTER
UNDER 10 MASCHILE
MASCHILE
JONAS
LORENZO
DAVID
ALESSANDRO
DARIO
MACROAREA NORD OVEST
MACROAREA NORD OVEST
1
2
3
4
5
FILORAMO
GIANNONE
AVATANEO
SCOTUZZI
MEO
GIANLUCA
DANIELE
PAOLO
NICCOLO'
ALESSANDRO
COCOLA
PERGOLA
COMMISSO
CINA'
GIULIA
GRETA
SOFIA
AGNESE
MACROAREA SUD
MACROAREA SUD
1
2
3
4
ANITA
ELISA CESARINA
VICTORIA
SOFIA
AURORA
SEBASTIANO
ALESSIO
MATTEO
FEDERICO
TERESA
FRANCESCA
CHIARA
MIA
GAIA
KINDER
VINCITORE KINDER
NGANTCHA LLISO
PAGANETTI
LOPEZ
YANNICK THIERRY
VITTORIA
ELEANOR MARIA WANDA
I qualificati nella categoria Under 12
MASTER UNDER 12 MASCHILE
MASTERFEMMINILE
UNDER 12 FEMMINILE
MASCHILE
MACROAREA CENTRO NORD
1
2
3
4
LAVORATORI
CROCETTI
MENCAGLIA
BALDUCCI
PIETRO AUGUSTO
MARTINO
SILVIO
MARCO
MACROAREA CENTRO NORD
1
4
GOTTARDI
FURTUNA
LOIOLI
MORFINI
1
2
3
4
5
PIROZZI
URGESI
SORESINA
CICILIANI
SCUPPA
1
2
3
4
5
BERNARDI
PFEIFER
PASTORELLO
FAJT
MARTINELLI
1
2
3
4
5
RIZZETTO
FINOCCHIARO
PEDRETTI
CARRARA
SEMPLICI
1
2
3
4
5
CAMBRIA
LICITRA
VIVENZIO
GAETA
MERONE
2
3
MACROAREA CENTRO SUD
MACROAREA CENTRO SUD
1
2
3
4
5
ARLEO
MICCINI
CASTORINA
BOROCCI
RIZZI
1
2
3
4
5
CHERIE LIGNIERE
DE GASPER
FONDRIEST
CROTTI
BONDIOLI
MATTIA
EDOARDO
ALESSANDRO
FILIPPO
GIORGIO
SCOTUZZI
TESTORI TESFAGABRI
FERRI
FESTINI MIRA
VITA
FEDERICO
FRANCESCO
LORENZO
NICOLO'
FEDERICO
MACROAREA SUD
1
2
3
4
5
GUERRIERO
TAMMARO
PULIZZI
SCHIERA
ABBATE
FEDERICO
MARIANO
GIUSEPPE
FABRIZIO
FLAVIO
VINCITORI KINDER
PARPAJOLA
RATTENNI
TOMMASO
ANTONINO
19
SVEVA
LARA
VITTORIA
VIVIAN
GIULIA
MACROAREA NORD OVEST
MACROAREA NORD OVEST
1
2
3
4
5
MARTINA GIUSI
FEDERICA
SILVIA
NICOLE
ASIA
MACROAREA NORD EST
MACROAREA NORD EST
EDOARDO
GREGORIO
MATTEO
FILIPPO
FEDERICO
GINEVRA
IRINA MICHELA
CLAUDIA
LISA
EMMA
GIULIA
EMMA
ELEONORA
ILARIA
MACROAREA SUD
FABRIZIA
SOFIA
MARIAPIA
MADDALENA
AGNESE
giovani
5 macroaree: ecco
come sono formate
I qualificati nella categoria Under 14
Ecco come sono state raggruppate le regioni
che formano le varie macroaree geografiche
e che hanno prodotto le classifiche valide per
accedere al Master finali di Mantova.
NORD-OVEST: Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta.
NORD-EST: Friuli Venezia Giulia, Trentino
Alto Adige, Veneto ed Emilia Romagna.
CENTRO-NORD: Lazio, Sardegna, Toscana,
e Umbria.
CENTRO-SUD: Abruzzo, Molise, Marche,
Puglia, Basilicata.
SUD: Campania, Calabria, Sicilia.
1
2
3
4
5
MASCHILE
MASTERFEMMINILE
UNDER 14 FEMMINILE
MACROAREA CENTRO NORD
MACROAREA CENTRO NORD
ROSSI
TRIPPETTI
PACE
ROSATI
GIGANTE
1
2
3
4
5
RUGGERI
MENNA
MASSACRI
DENITTO
CERASARI
1
2
3
4
5
SIMONE
DI PIETRO
SIMONE
ARTIMEDI
ROCCHETTI
1
2
3
4
5
TROCKER
ODORIZZI
MUZZOLON
CECCARINI
DANESI
1
2
3
4
5
FORNASIERI
ZINGALE
USANZA
DEFENDI
CASOLI
1
2
3
4
ABBAGNATO
ARAGOSA
TROIANO
GRECO
4
1
2
3
4
5
BETTELLA
GRIEF
GIUNCHI
FERRAROLLI
TRUFFELLI
1
2
3
4
5
SERENA
DATEI
ROSSONI
MANIA
CERCHI
1
2
3
4
5
CAMPESE
GRIMALDI
GUERCIO
MARINI
DOLCE
LINDA
BENEDETTA
MICHELA
DILETTA
CRISTINA
MACROAREA CENTRO SUD
FEDERICO
ALESSANDRO
BENITO
JACOPO
GIANMARCO
ALESSANDRA
ANITA
STEFANIA
ANDREA MARIA
SOFIA
MACROAREA NORD EST
TOMMASO
JONAS
MASSIMILIANO
DAVIDE
LUDOVICO EDOARDO
MACROAREA NORD OVEST
VICKIE
CATERINA
MARTINA
MAYA
ANNAGIULIA
MACROAREA NORD OVEST
FEDERICO
GABRIELE
MICHAEL
MARCO ANTONIO
TOMMASO
MACROAREA SUD
CHIARA
RACHELE ELISA
JOELLE
GIADA
REBECCA
MACROAREA SUD
CRISTIAN
ALBERTO
SIMONE
ANDREA
GABRIELE
ANASTASIA
ANTONIA
MARTINA
GINEVRA
VINCITORI KINDER
BISCEGLIE
MONTINARO
FRANCESCO
ANTONIO
I qualificati nella categoria Under 16
MASTER UNDER 16 MASCHILE
MASTERFEMMINILE
UNDER 16 FEMMINILE
MASCHILE
MACROAREA CENTRO NORD
1
2
3
4
5
PARIGI
SALOMONE
FIORITI
MATERI
PESCUCCI
ALESSANDRO
FEDERICO
FEDERICO
MATTIA
GIAMPAOLO
MACROAREA CENTRO SUD
La Canottieri Mincio di Mantova, sede del
Master finale, torna a ospitare un evento
tennistico di livello nazionale, un ulteriore
importante riconoscimento da parte della
Fit, a breve distanza dai Campionati italiani di tennis Under 16 femminili. “Per
noi - commenta il presidente della Canottieri Mincio Gianni Mistrorigo - si tratta
dell’evento conclusivo della stagione, ed
è quindi il momento di tracciare un primo
bilancio dell’attività. Abbiamo inseguito
con forza l’obiettivo che ci siamo prefissati a inizio mandato, ovvero quello di
promuovere e diffondere lo sport a livello
giovanile, che deve diventare la mission
della Canottieri”.
5
SALVI
ORTENZI
METOZZI
MANCINELLI
PESCUCCI
3
MACROAREA NORD EST
Le verifiche
degli insegnanti
Canottieri, altro
grande evento
1
2
LEONARDO
SAVERIO
TOMMASO
PAOLO
MATTEO
MACROAREA CENTRO SUD
blemtiche, aggiustamenti, adattamenti e - perché no - anche miglioramenti importanti relativi alla vita
sociale. Aumentano così il loro grado di consapevolezza e autostima.
Gli insegnanti hanno invece come
obiettivo quello di formare in sintonia con le famiglie, “giovani sportivi
e non giovani campioni”, possono
verificare gli apprendimenti ottenuti dai propri allievi, conoscere le tipologie e i gradi di difficoltà (umane
e sportive) che i ragazzi incontrano vivendo queste esperienze. Tali
obiettivi però non sono di facile raggiungimento se non si pone l’attenzione alla formazione e alla crescita
della persona prima che dell’atleta.
Umiltà, impegno, costanza, educazione e rispetto riteniamo, come
Federazione Italiana Tennis, siano
valori imprescindibili.
MASTER UNDER 14 MASCHILE
1
2
3
4
5
CENTI PIZZUTILLI
VALERIO
VALENTINI
SOTTOCORNOLA
CELIBERTI
1
2
3
4
5
MARTELLATO
FACCIOTTI
PIRANOMONTE
SFORZA
MARTINELLI
1
2
3
4
5
ZAITI
BELLEZZA
CASSAGO
RIBOLINI
MEGEVAND
GIANLUCA
ESPEDITO
CRISTIAN
JACOPO
IGINO
MACROAREA NORD EST
ALBERTO
RICCARDO
FILIPPO
ANDREA
IVAN
MACROAREA NORD OVEST
GIOVANNI
GIANLUCA
LEONARDO
ENEA
FEDERICO
MACROAREA SUD
1
2
3
4
5
D'ONOFRIO
CONSOLI
DI MAGGIO
CARDINALE
GARGANO
CARMINE
ALESSANDRO
PIETRO
FRANCESCO
SILVIO
20
MACROAREA CENTRO NORD
1
2
3
FRONDIZI
COLOMBI
CIPRIANI
1
2
3
SIMONE
ALBA
SIMONE
1
2
3
4
VIERTLER
BURATO
MAFFEI
ODORIZI
MARIA REBECCA
ALICE
VIOLA
MACROAREA CENTRO SUD
ALESSANDRA
EMANUELA INDIA
STEFANIA
MACROAREA NORD EST
MARION
ADELE
LUCREZIA
CATERINA
MACROAREA NORD OVEST
1
2
3
4
5
CAPELLO
BONGIOVANNI
MATTEODO
SPITTI
LOMUSCIO
1
2
3
4
5
DI BATTISTA
IMPROTA
DI PASQUALE
DI PERI
MONTI
SARAH
CLAUDIA
CHIARA
LETIZIA
FRANCESCA
MACROAREA SUD
ELENA
SIMONA
LUDOVICA
GIULIANA
ILENIA
circuito fit-tpra
È l’ora dei Royal Master
Napoli è la sede del Master di fine anno del ranking amatoriale. In ottobre
ci si gioca la chance di esserci: merito dei Royal Master, suddivisi in aree
regionali. Ecco quali sono e come funzionano, verso la corsa al titolo AWT
di
Francesco Pisapia
dove si qualificano comunque i migliori 32 giocatori premium per ogni
categoria di ogni macro-area, l’area
1 comprende Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria; area 2: Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche;
area 3: Toscana, Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Sardegna;
area 4 : Campania, Calabria, Puglia,
Basilicata, Sicilia.
F
inalmente dopo un anno di
sfide, tornei e Super Slam,
siamo di nuovo alla resa dei
conti. Ancora una volta i protagonisti del circuito amatoriale si
trovano a doversi scontrare nell’ultimo grande appuntamento della stagione 2016, i Royal Master, per poter
accedere al Master Finale. Nel 2015
i Royal Master hanno coinvolto tennisti provenienti da quasi tutte e 20
le regioni d’Italia. Un evento che ha
portato i vincitori di ogni categoria a
giocarsi il titolo mondiale in un fantastico week-end a Praga, con tanto
di ospitalità come i campioni del
circuito Atp. Nella categoria regina,
l’open, avevano trionfato la lombarda Sonia Di Stefano e il laziale Francesco Zanini, che hanno sollevato il
trofeo stellato davanti a una platea
di tutto rispetto. Anche quest’anno
la battaglia per il titolo mondiale si
accende proprio a partire da ottobre. Proprio dal prossimo week-end
si giocheranno i primi Royal Master
che permetteranno ai loro vincitori di accedere al Master finale AWT
che quest’anno si disputa a Napoli.
Va ricordato che i Royal Master attribuiscono il punteggio corrispondente alla tabella dei tornei classici/
weekend con tabellone da 64, ma
moltiplicati per due.
Come si accede al Master?
L’Italia è stata divisa in macroaree
Le altre categorie
per permettere a chiunque di poter
giocare il più vicino possibile a casa.
Già, perché noi tutti amatori dobbiamo fare i conti con impegni di lavoro e famiglia. Per ogni macroarea si
disputa un Royal Master di categoria. Ai quali si qualificano i migliori
32 giocatori premium per ogni fascia di ogni macro-area. Per la categoria Open le macroaree sono sette
(area 1 Lombardia; area 2: Piemonte,
Liguria, Val d’Aosta; area 3: Trentino
Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche; area
4: Toscana, Lazio, Abruzzo, Umbria,
Molise; area 5: Sardegna; area 6: Sicilia; area 7: Campania, Calabria, Puglia, Basilicata). Per quanto riguarda
invece le categorie Limited 45 e 65,
Ai Royal Master femminili si qualificano invece le migliori 16 per ogni
macroarea. In tutto sono tre: area
1: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino Alto Adige,
Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia
Romagna, Marche; area 2: Toscana,
Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise e
Sardegna; area 3: Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Sicilia. Non
mancano i doppi, con protagoniste
le migliori 16 coppie (somma punti
di coppia) per ogni ogni macro-area
(area 1: centro-nord e Sardegna; e
area 2, centro-sud e Sicilia. La partecipazione è permessa solo agli amatori Premium e l’accesso dipende
dal ranking. Il consiglio è quello di
iscriversi in modo da verificare subito la propria posizione all’interno
del tabellone. Chi vince i Royal Master andrà nel secondo week-end di
novembre a Napoli, dove verranno
disputati gli AWT Finals 2016. Non
resta che andare sul sito, iscrivervsi
e... prepararsi alla battaglia.
Kia Trophy, i qualificati da Napoli
La tappa di Napoli del Kia Tennis Trophy, giocata nella splendida cornice del Tennis
Club Petrarca, è stata condizionata dal maltempo. Ma tutto si è concluso nel migliore dei modi, attribuendo i quattro pass per il Master Finale di Milano, dove ci si
gioca il viaggio agli Australian Open 2017. Il torneo maschile è stato dominato dai
giocatori pugliesi, con Marco Marino (Foggia) che ha superato Aldo Mele (Bari),
mentre il torneo femminile ha sorriso alla giocatrice di casa Margherita Lecora che
ha avuto la meglio su Livia Tripodi. Da giovedì la tappa siciliana del Tennis Club
Palermo 2. Le iscrizioni su www.kiatennistrophy.com (m.s)
22
personal coach
Mai sentito parlare
dei “big points”?
Non tutti i punti sono uguali: alcuni fanno la differenza più di altri.
Vediamo come riconoscerli e analizziamo la teoria del “lungo periodo”
per affrontarli al meglio. Ragionando come fanno i casinò di Las Vegas...
di
Antonio Daino, I.S.F. R. Lombardi
Getty Images
foto
I
n una recente intervista Roberta
Vinci sosteneva la tendenza delle giovani giocatrici del circuito a
giocare i punti con un approccio
monocorde del tipo “o la va o la spacca”. Per non fare esempi che potrebbero toccare la suscettibilità delle
giocatrici in attività si può fare riferimento al giovane Agassi e all’Agassi
post “cura“ Gilbert per cogliere il diverso approccio al gioco. Nel primo
caso, Agassi giocava ogni colpo per
fare un vincente a prescindere dalla situazione di gioco, nel secondo
caso giocava il colpo più adatto alla
specifica situazione, e quindi con un
più alto coefficiente di realizzazione. Questo approccio più razionale e
funzionale gli ha consentito di rimanere al vertice della classifica mondiale ancora per diversi anni seppur
non più giovanissimo.
I big sono quelli
che vincono i big
Molti coach sostengono che i punti del
tennis hanno lo stesso valore e quindi che vanno giocati tutti allo stesso
modo senza preoccuparsi della situazione di punteggio; un vantaggio di
questo approccio è quello di non generare ansia nel giocatore, ansia dovuta alla tensione percepita dal giocatore soprattutto sui punti cruciali.
Questo approccio semplicistico può
essere funzionale nel percorso di costruzione del giocatore, ma non può
essere un punto di arrivo, perché la
tecnica esecutiva dei primi 100 giocatori al mondo è relativamente simile,
ma i primi 10 del ranking sono quelli
che più frequentemente vincono i cosiddetti Big Points.
Quali sono i big points?
Iper semplificando per fini didattici,
in una partita vinta con il punteggio
di 6-4 6-4 si saranno giocati circa 100
punti e almeno due break point, due
set points e un match point. Mediamente questi punti vengono raddoppiati e quindi potrebbe essere realistico fissare convenzionalmente a circa
10-12 quelli che vengono definiti i cosiddetti “big points” di una partita.
Un approccio interessante al riguardo
è quello utilizzato da Allen Fox, lo psicologo americano che ha raggiunto il
più alto livello di classifica tennistica
raggiungendo gli ottavi agli Us Open
che all’epoca si giocavano a Forest
Hills. Fox faceva riferimento agli ingenti guadagni dei gestori dei Casinò
di Las Vegas che non si interessano
della singola giocata, ma si preoccupano di avere un vantaggio percentuale sul lungo periodo: è questo che li fa
guadagnare grandi quantità di denaro.
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Il lungo periodo:
come giocare i big point
Sui punti cruciali quindi il tennista
dovrà giocare il suo colpo che gli dà
la più alta percentuale di successo.
Il tennista non può avere la certezza di vincere quel punto, ma alla
distanza quella strategia gli farà
vincere il maggior numero di partite. La caratteristica di un giocatore
mentalmente forte è quella di sapere
che per vincere deve fare i suoi colpi
abituali e non pensare di dover fare
cose eccezionali. Il punto di partenza
anche in questo caso è sempre il primo assioma della forza mentale che
dice, “conosci te stesso” nel senso di
conoscere il punto forte e il punto
debole del tuo gioco, al fine di poter
produrre la tua migliore prestazione.
Ora che abbiamo capito che cosa sono i big point, partiremo da qui sul
prossimo numero per valutare come
affrontarli al meglio.
racchette e dintorni
La nuova Pure Strike
È la nuova versione della Babolat di Dominic Thiem, l’austriaco emergente
n.10 Atp. Telaio impegnativo, per giocare a tutto braccio da fondo campo.
Potenza al massimo, aumentano spin e stabilità. Costa 219,95 euro
IL LAB
Lunghezza: 68,6 cm
Peso: 323 g
Ovale: 98
Profilo: 21-23 mm
Bilanciamento: 33,3 cm
Rigidità: 64
Inerzia: 339
Potenza: 57/100
Controllo: 41/100
Maneggevolezza: 61/100
(corde IBRIDO Babolat
monofilamento RPM
Blast più budello VS
a 22/21 kg)
di
Mauro Simoncini
È
finito #projectone7. L’hashtag
lanciato dai francesi di Babolat durante la scorsa primavera ha accompagnato la
racchetta tutta bianca del giovane
talento austriaco Dominic Thiem in
una stagione ricca di successi che
ne ha consacrato l’ascesa nei top 10.
Sono stati fatti numerosi studi e ripetute prove sul campo per mettere
a punto una racchetta che per Babolat si colloca ai vertici della piramide di selettività della sua gamma: un
attrezzo non troppo pesante ma con
profilo sottile, ovale midplus e altre
specifiche che la rendono arma ideale per agonisti di buon livello tecnico o comunque giocatori moderni,
picchiatori moderni senza troppi
fronzoli. C’è la tecnologia Hybrid
Frame che prevede l’utilizzo di una
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racchette e dintorni
forma ellittica e squadrata del telaio; in più questa edizione di Strike
(la seconda dopo quella nero e rosso
fluo) possiede la tecnologia Babolat
FSI Power, più spazio tra le corde
orizzontali nell’area superiore del
piatto corde, per generare più potenza e reattività. E sempre riferendosi al passato modello, Babolat ha
deciso di ispessire il telaio ma solo
in alcune zone per aumentare la potenza e la stabilità. Un nota estetica: la racchetta bianca ha sempre un
colpo d’occhio notevole. Accogliendo l’entusiasmo dei primi tester, Pure Strike ha mantenuto i colori del
prototipo #projectone7: ne è uscita
una veste decisamente originale.
IN CAMPO
Qualcuno, solo prendendola in mano, si è lasciato andare un “non sembra una Babolat”. E senza addentrarsi
troppo nei particolari forse è proprio
quello che cercavano di ottenere gli
ingegneri dei francesi: una racchetta
nuova, profilo sottile, stabile e compatta, “piena” e tosta anche (anzi soprattutto) quando si viaggia ad alta
velocità.
Tutta bianca, ha un peso (e un bilanciamento) abbastanza equilibrato,
non eccessivo; la testa non “pesa”
troppo. Tradotto in termini di campo si spinge bene, la potenza c’è ma
questa generosità non incide sul
controllo in nessun modo. La pallina sulle corde si “sente”, il telaio
reagisce velocemente al momento
dell’impatto; e si muove bene nell’aria anche con preparazioni eccessive e swing ampi. Le performance
migliori si ottengono sicuramente quando si colpisce piatto o con
un’appena accennata copertura in
top spin. Se il ritmo è alto e si può
colpire tra fianco e spalla il feeling,
appoggiandosi alla palla dell’avversario, è speciale.
Difendersi da dietro la riga di fondo
aumentando i giri del top spin non
è sempre facile, perché si fa fatica a
trovare sufficiente profondità. Molto
più apprezzabile il controllo e l’incisività del backspin, tanto nei recuperi difensivi quanto in soluzioni
d’attacco verso la rete. Nei pressi del
net la racchetta si comporta discretamente, perché stabile e non troppo
rigida; si sente bene la pallina, anche
se non è certo la zona del campo preferita dalla Pure Strike.
In sintesi questa nuova Pure Strike,
IL PAGELLONE:
81/100
Potenza: 8
Controllo: 8
Maneggevolezza: 8
Fondo: 9
Rete: 7
Servizio: 8
Top: 8
Back: 8
Estetica: 9
Comfort: 8
frutto delle sperimentazioni del prototipo #projectone7, è davvero una
novità in casa Babolat, molto succosa. Una racchetta per picchiare e
comandare le operazioni, senza mai
togliere il piede dall’acceleratore, ma
con le cinture di sicurezza allacciate,
perché il controllo c’è, eccome. Adatta a giocatori agonisti di discreto livello tecnico, almeno buoni Quarta
Categoria.
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la regola del gioco
Scratch è quando
giudice arbitro dà
Così avrebbe detto il mitico Mister Boskov. La decisione spetta all’ufficiale
di gara, e il giocatore in attesa non può discutere. Prassi vuole che si
utilizzi il criterio del “campo libero”. E per non subirlo basta essere al club
La situazione
Marco dovrebbe giocare una partita
di singolare contro Alfredo. Alfredo
non è ancora arrivato al circolo e di
conseguenza telefona al giudice arbitro per avvisare che arriverà con
un poco di ritardo. Sfortunatamente
Marco è seduto al di fuori dell’ufficio
del giudice arbitro, e sentendolo parlare della sua partita, ascolta e capisce che il suo avversario e in ritardo.
A questo punto Marco va dal giudice arbitro e, senza nemmeno essersi
cambiato, chiede di vincere la partita
per “scratch”.
Che cosa succede?
Quante volte vi sarà capitato di
dover aspettare un avversario in
ritardo e quante volte siete stati
combattuti tra lo spirito sportivo
di attendere e giocare comunque la
partita oppure di vincere per “assenza dell’avversario”? Nelle scorse
settimane abbiamo visto come viene
trattato il ritardo di un giocatore, di
fatto la concessione dello stesso è a
discrezione del giudice arbitro.
Non c’è un lasso
di tempo massimo
Nelle carte federali non è indicato
un lasso di tempo massimo entro cui
un giocatore ritardatario può essere
ugualmente ammesso a giocare: anche questa decisione viene lasciata
alla discrezione del Giudice Arbitro.
Non sono vere tutte quelle credenze
che dicono che il tempo massimo di
attesa prima di assegnare la partita
vinta sia di 15 minuti: un giudice arbitro può decidere anche di aspettare un’ora prima di concedere la partita a un giocatore.
Il “campo libero”
Nella prassi viene utilizzato il criterio del “campo libero”, sarebbe a
dire che se l’incontro è fissato alle
ore 15, e l’incontro precedente, iniziato alle 14, si protrae fino alle 17,
qualora uno dei due giocatori fosse
assente fino a quel momento, ma si
presenti alle ore 16.59, il giudice arbitro non può far altro che far giocare la partita perché al momento
della chiamata in campo entrambi
i giocatori risultano ufficialmente
presenti.
Basta esserci
E non è neanche diritto - o per lo
meno non è riconosciuto dalle carte
- del giocatore presente pretendere
la partita vinta: è il giudice arbitro
che decide se giustificare o meno il
ritardo di un giocatore, e l’avversario presente può solo accettare
la decisione, confidando nel buon
senso del giudice arbitro naturalmente. In ultimo va detto che non
è fondamentale poi essere pronti al
gioco: nella prassi è sufficiente che
un giocatore si trovi fisicamente al
circolo anche non in divisa da gioco
per giudicarlo presente.
Inviateci via
mail le vostre
domande...
I nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indirizzo
di posta elettronica [email protected] e spiegateci i vostri
dubbi - o le vostre curiosità - di natura
regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale
della Fit e vi risponderemo sulle pagine di
questa rubrica numero per numero.
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