`All`orango io ci tengo`: parte da Milano il progetto

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‘All’orango io ci tengo’: parte da
Milano il progetto per salvare gli
orango di Sumatra e il loro habitat
MILANO, 28 settembre
2016 – Dopo la decisione
di due anni fa di
eliminare l’olio di
palma da tutti i propri
prodotti, la Di Leo
Pietro SpA, nata nel
1860 ad Altamura e con
stabilimento produttivo
a Matera, lancia insieme
all’associazione per la
conservazione ambientale
forPlanet Onlus
presieduta dalla
scrittrice e conduttrice
televisiva Tessa
Gelisio, il progetto
‘All’orango io ci
tengo’.
L’iniziativa, condotta in collaborazione con la Sumatran Orangutan Society
(SOS), prevede che per un anno, dal 1° ottobre 2016 al 1° ottobre 2017, la Di
Leo destinerà l’1% del ricavato dalla vendita della linea di biscotti
Fattincasa (realizzati dal 1990 esclusivamente con olio di mais) alla
salvaguardia degli orango di Sumatra (Indonesia).
SOS è una delle sei ONG (tra indonesiane e internazionali) impegnate nel
proteggere e ripristinare l’ecosistema di Leuser, l’area di Sumatra più
popolata dagli orangutan, animali minacciati dalla distruzione delle foreste
in cui vivono per fare spazio, principalmente, alle piantagioni di palma da
olio.
Grazie al progetto “All’orango io ci tengo” si reintrodurranno in natura 15
orangutan di Sumatra, si recupererà un ettaro del loro habitat con la
piantumazione di 1.000 alberi e si fornirà un significativosupporto alle
attività delle associazioni impegnate nella conservazione a lungo termine
delle foreste pluviali primarie di Sumatra.
L’iniziativa solidale approda anche sul web: con l’acquisto dei Fattincasa
sul sito www.dileo.it si contribuirà alla causa degli orangutan e si
riceveranno t-shirt e cappellino del progetto in omaggio.
«Siamo impegnati – ha ricordato Pietro Di Leo, amministratore unico della Di
Leo Pietro SpA – in un incessante lavoro per innovare i nostri prodotti e
renderli sempre più aderenti alle richieste del mercato, ormai attentissimo
agli aspetti salutistici e nutrizionali degli alimenti. Dopo aver eliminato
l’olio di palma da tutte le nostre linee produttive abbiamo voluto dare un
contributo per salvaguardare gli orango, le loro foreste e il loro futuro in
quel paradiso terrestre che è l’isola di Sumatra; di certo la nostra
iniziativa non sarà sufficiente per risolvere il problema, tuttavia ci
riempie di gioia sapere che una quindicina di questi animali, spesso cuccioli
vittime dalle deforestazioni in atto, saranno salvati, curati e rimessi in
libertà in foreste sicure».
«È impressionante visitare l’isola di Sumatra: milioni di ettari di
piantagioni di palma da olio hanno preso il posto di una delle foreste
tropicali più importanti del mondo – racconta Tessa Gelisio, ambasciatrice e
reporter di “All’orango io ci tengo” – Pur occupando meno del 6% della
superficie mondiale, le foreste tropicali, polmoni del mondo, sono
fondamentali per l’equilibrio ecologico del pianeta. E’ necessario e urgente
che si arrivi quanto prima a Zero deforestazione per salvare le ultime “oasi”
rimaste. Un obiettivo che si potrà raggiungere solo grazie all’impegno di
tutti: consumatori, aziende e istituzioni. Vedere animali come gli oranghi
vagare disperatamente alla ricerca di cibo nelle piantagioni che hanno preso
il posto della loro foresta, è una sconfitta per l’umanità e un pericoloso
segnale per in nostro futuro».
L’epicentro del progetto ‘All’orango io ci tengo’ è Sumatra, una delle più
estese isole dell’arcipelago indonesiano. Qui l’agricoltura, da anni
orientata a impiantare nuove coltivazioni di palma da olio, si sta espandendo
anche all’interno delle foreste (ridotte alla metà in 25 anni) e delle aree
protette. L’impatto sulla biodiversità unica dell’ecosistema Leuser è
notevole: negli ultimi 100 anni la presenza di orangutan è diminuita
dell’86%. L’ulteriore degrado di quest’area potrebbe condannare
inevitabilmente all’estinzione questa incredibile specie, una delle più
vicine all’uomo. Con soli 14.600 esemplari stimati ancora presenti nel loro
habitat naturale (fonte SOCP Sumatran Orangutan Conservation Program), oggi
l’orango di Sumatra è indicato come uno dei “25 primati più in pericolo del
mondo”.