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Riflessioni e Proposte
per la settimana
dal 25 settembre al 2 ottobre 2016
Luogo di ricerca e d’incontro
“Avete visto la Torre Eiffel?”, ha chiesto qualcuno al rientro del gruppo, del quale faceva
parte anche il parroco, che recentemente si è recato in Francia.
No, non l’abbiamo vista; Parigi restava ancora circa 400 km distante da dov’eravamo. Siamo
stati per una settimana in un piccolissimo villaggio della Borgogna (meno di 200 abitanti!),
villaggio che, perlomeno nei mesi estivi, si popola di centinaia, anzi migliaia di persone.
Il motivo dell’affluire di tanta gente è una comunità monastica ecumenica: i monaci sono per
la metà circa cattolici e per metà protestanti (non ho chiesto se vi siano anche monaci di diversa confessione religiosa; credo di no, dal momento che la preghiera faceva costante riferimento alla Scrittura e a Gesù Cristo).
Già questo dice che si tratta di una comunità molto particolare. Altra particolarità, immediatamente visibile è che, pur essendo la Francia paese di lunghissima tradizione cristiana e
abbondando di cattedrali, chiese romaniche e abbazie, quasi non si comprende che vi sia un
monastero, dal momento che nessun grande edificio porterebbe a pensare ad un monastero
classico come siamo abituati a vedere, nonostante vi siano oltre 50 monaci.
Più che per le architetture, Taizé è particolare per il permanere dello spirito dato dal fondatore (frère Roger Schultz), uomo di Dio, che si sentiva fratello di ogni uomo, dell’umanità.
A Taizé vengono ancora oggi migliaia di persone ogni anno, soprattutto giovani, e da ogni
parte del mondo; lo si vede anche nel libro più diffuso dei loro canti, i cui testi scritti sotto la
melodia sono in tantissime lingue.
Soprattutto due sono i tratti che spingono le persone a recarsi a Taizè e i “frères” (“fratelli”, i
monaci) ad accoglierli, rinunciando per questo ad una vita monastica molto più ritirata; infatti, non è da tutti farsi condizionare la vita, e non per un giorno o due, ma per lunghi periodi e per anni.
Il primo è la ricerca dell’uomo, la ricerca che potremmo dire dell’assoluto, del senso ultimo del
vivere. Vanno a Taizé persone di ogni fede, cristiana e non cristiana; vanno anche persone
non credenti, ma che s’interrogano. A questo desiderio di ricerca profonda, di spiritualità, la
comunità offre il comprendere la sete di verità, l’accoglienza semplicissima e spartana (manca
davvero ogni comodità), e il silenzio. La preghiera nella chiesa è contrassegnata dal silenzio:
canto, lettura della bibbia, invocazioni (anche queste cantate) e silenzio. Un silenzio a cui si è
invitati, non costretti, un silenzio non greve, che accompagna la ricerca di Dio. Nei tre
momenti quotidiani di preghiera stupiva una chiesa, pur affollata di centinaia di persone,
vivere 10 minuti intensi di silenzio totale.
La seconda dimensione di Taizé è l’apertura, l’incontro, la proposta di accoglienza senza preclusioni: lingue, culture, fedi, persone di provenienza vicina e lontana, costantemente portate
al vedersi, confrontarsi, mangiare, pregare insieme … La chiesa per la preghiera comune (ci
sono anche cappelle a parte per alcune confessioni religiose) è detta la chiesa “della riconciliazione”, dell’incontro che fa creare comunione: con Dio, certamente, ma anche con gli altri.
Temi e occasioni di confronto sono offerti dai frères che invitano poi ai lavori di gruppo, composti anch’essi da persone di provenienze diverse.
Sia per il silenzio, sia per l’apertura e l’incontro, speriamo di trarne frutto per la comunità.
Letture di domenica prossima
(XXVII del T. Ordinario)
I lettura: dal libro del profeta Amos: 6,1a.4-7
salmo responsoriale: dal salmo 145
II lettura: dalla I lettera a Timoteo: 6,11-16
vangelo: dal vangelo secondo Luca: 16,19-31
Messe della settimana
dom.
lun.
mar.
gio.
sab.
dom.
25
26
27
29
01
02
sett.
sett.
sett.
sett.
ott.
ott.
ore 07,30 e 10,00: pro populo
ore 19,00:
ore 09,00:
ore 09,00: in ringraziamento
ore 18,00:
ore 07,30 pro populo
ore 10,00: def. padre Benigno
Altri avvisi
Ormai tutte le celebrazioni si svolgeranno nella chiesa e non più nella cripta.
Nei giorni martedi, mercoledi e giovedi si terrà a Carbonia il convegno diocesano; i
lavori sono al pomeriggio, per cui martedi e giovedi la messa sarà celebrata al mattino, alle ore 9,00. Alla sera la chiesa sarà comunque aperta al solito orario.
Mercoledi: ore 09,00, lodi comunitarie; ore 18,00, prove di canto liturgico.
Venerdi, alle ore 17,30 avremo la seconda giornata della tre-giorni di programmazione. Invito tutti quanti ne hanno la possibilità a partecipare.
Nonostante permanga ancora l’ora legale, già a partire da sabato 1 ottobre, le celebrazioni serali saranno anticipate alle ore 18,00.
Su fuédhu de Gesus in sardu
Ci fut un’ómini arricu chi bistìat de purpura e de linu fini e dógna dì’ fadìat prangius mannus. Unu pòbiru, chi si naràt Lazaru, si setzìat a sa porta de domu sua; fut
tótu liagau e disigiósu de papai calincuna cosa chi nd’arruìat de sa mesa de
s’arricu; fintzas is canis benìant a dhu lingi is liàgas. Una dì’ su pòbiru fut mórtu e
is angiulus dh’ìant portau a costau de Abramu. Fut mórtu fine s’arricu e ci dh’ìant
interrau. In s’inférru, in més’e su fógu, artziendi is ògus de atésu ìat biu Abramu e
Lazaru a su costau su’. Si fut pesau a itzérrius: - O babbu Abramu, manda a Lazaru
a intingi sa punta de su didu in s’acua e m’infriscai sa lingua, ca custu fógu m’est
trumentendi ... Ma Abramu dh’ìat arrespustu … - C’est unu grandu spérrumu e no
fait a passai a ingùnis … - Mandadhu a avertìri a fradis mius, chi no bengant a innòi cussus puru … Tenint a Mosèi e is profètas … E issu: - Si bandat calincunu de
is mòrtus ant a crèi! Ma Abramu dh’ìat torrau: - Eh, si no ascurtant a Mosèi e is
profeta, no s’ìant a cumbinci nimancu si unu mórtu torrat a biu!
(vangélu de Luca, de su cap. 16)
Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” - IGLESIAS