Fino al 10.XI.2016Giovanni Kronenberg Z2O

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30 settembre 2016 delle ore 07:03
Fino al 10.XI.2016
Giovanni Kronenberg
Z2O, Roma
Lo spazio espositivo della galleria Z2O si
trasforma in una wunderkammern di rarità e
storia naturale, ospitando 12 opere dell’artista
milanese Giovanni Kronenberg. Il numero è
contenuto, come è giusto che sia quando si parla
di meraviglie ed oggetti unici. Nel mondo
contemporaneo, dedito all’usa e getta
compulsivo, entrare in questo spazio implica
osservazione e cautela, comportamenti ai quali
forse non siamo più abituati. Gli elementi in
mostra sono stati collezionati dall’artista; si
colleziona ciò che è di difficile reperimento, o
ciò che suscita stupore e curiosità. Vivere a
stretto contatto con qualcosa di prezioso può
condurre ad una venerazione a distanza, mossa
dal rispetto che ci incute l’oggetto, o può indurci
a lasciare un nostro segno su di esso, quasi a
voler entrare a far parte della sua stessa
mitologia. Kronenberg sceglie la seconda
strada, intervenendo in modo lieve ma incisivo
sui materiali che espone.
continue, aprendo allo spettatore la strada a
interpretazioni personalissime: occorre tempo
per meravigliarsi.
Valentina Martinoli mostra visitata il 15
settembre
Dal 15 settembre al 10 novembre 2016
Giovanni Kronenberg Z2O Sara Zanin Gallery,
Via della Vetrina 21, 00186, Roma Orari: Da
martedì a sabato 13:00 - 19:00 Info:
[email protected]
E ecco allora che quattro spugne marine pescate
al largo di Lampedusa vengono impregnate di
un comune profumo commerciale, l’avorio del
dente di un capodoglio viene annerito dalla
fuliggine di una candela, un corno d’alce viene
posizionato a terra diventando una mano
artigliata d’argento che corre sul pavimento
della galleria. Il concetto di prodigio si
introduce in alcuni degli oggetti in mostra,
primo fra tutti il grande cristallo di rocca,
minerale magico per eccellenza, sul quale
Kronenberg fa incastonare una rara perla nera
tahitiana a goccia, creando una sorta di
bacchetta guaritrice. La meraviglia è l’antidoto
alla banalità del quotidiano, si desidera ciò che
è quasi impossibile avere: il potere evocativo
di questi oggetti nasce dalla loro distanza
temporale e geografica. Tutte le opere in mostra
appartengono al mondo della natura: dal regno
minerale si passa a quello marino, per approdare
infine a quello animale. I regni di appartenenza
si fondono, si compenetrano, creano rimandi ed
assonanze: la splendida malachite verde
smeraldo, lavorata da un intagliatore di pietre
su disegno dell’artista, perde la sua origine
minerale per diventare un organo vivo,
richiamando alla mente un’anatomia della
materia che oltrepassa il corpo umano per
diventare universale. Il concetto di mutevolezza
è presente anche nei due disegni a grafite, dal
soggetto morfologicamente incerto; se osservati
attentamente si esibiscono in metamorfosi
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