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Giovedì 29 Settembre 2016
PRIMO PIANO
Sconfessato il governatore campano De Luca, pesano le carenze logistiche e il degrado
Pasticcio sulla location del G7
Bari soffia il posto a Caserta, i renziani litigano
DI
GIOVANNI BUCCHI
A
l ministro Pier Carlo Padoan è bastato
un semplice tweet
per comunicare che
«dopo Sendai 2016, nel 2017
il G7 Finanze si terrà a Bari.
Un’opportunità unica per discutere di crescita, occupazione e diseguaglianza». Poche
parole per risolvere una questione divenuta assai spinosa
sia per il Ministero dell’Economia (quindi pure per il
Governo) che per lo stesso
Pd. Se infatti nel capoluogo
pugliese c’è un sindaco renziano come Antonio Decaro
che può gioire perché è stata
scelta la sua città per accogliere i circa 500 tra rappresentanti di potenze mondiali,
banche centrali, Ocse e Fmi,
a Caserta c’è invece un altro
sindaco renziano come Carlo
Marino costretto a fare i conti con la cocente delusione di
chi fino a qualche settimana
fa era sicuro di aver incassato l’assegnazione della manifestazione in programma
dall’11 al 13 maggio 2017.
Marino era talmente convinto che i delegati del Ministero
avessero optato per Caserta,
puntando soprattutto su due
siti patrimonio Unesco come
la Reggia e Belvedere di San
Leucio, che a inizio settembre si era lasciato andare a
dichiarazioni entusiastiche
in cui dipingeva la sua città come «capitale mondiale
dell’economia».
A rincarare la dose ci
aveva poi pensato il governatore campano Vincenzo
De Luca, intervenuto per
dare manforte al primo cittadino e mettere anche la propria bandierina su quello che
si credeva fosse un successo
dell’intero sistema regionale:
«Una notizia di straordinaria importanza per il nostro
territorio. Siamo di fronte
all’evento di carattere internazionale più importante per
Caserta dal dopoguerra ad
oggi» aveva detto De Luca.
Il trionfalismo affrettato dell’inquilino di Palazzo
Santa Lucia non aveva fatto
i conti con le criticità riscontrate dai tecnici del Ministero incaricati di organizzare il
G7 economico. Dalle carenze
logistiche a livello di ospitali-
tà ai problemi di degrado che
interessano la Terra del Lavoro (in particolare l’alto tasso di prostituzione, lavavetri
e venditori abusivi nelle vie
principali del capoluogo), fino
ai sistemi di sicurezza all’interno della Reggia ancora
non perfezionati nonostante
il cambio di passo impresso
dal direttore Mauro Felicori, in carica da circa un anno
(basti pensare che solo negli
ultimi giorni sono state sfrattate le famiglie di ex custodi
che abitavano abusivamente all’interno di quel gioiello
mentre non è ancora stato
installato il sistema di videosorveglianza); tutti elementi
che hanno fatto propendere
per trasferire la location a
Bari, confermando la scelta
sul Mezzogiorno italiano.
Il tweet di Padoan non
è comunque arrivato come
un fulmine a ciel sereno su
Caserta. Già nelle ultime settimane si era iniziato a capire che i problemi riscontrati
parevano fin troppo grandi
per essere superati in tempo,
mentre a Bari zitti zitti ospi-
tavano il personale ministeriale in cerca di una rapida
soluzione alternativa. Quando poi la notizia è stata resa
pubblica, il primo cittadino
casertano Marino ha aperto
il fuoco parlando di «scippo»
ai danni della sua città , di
«baratto politico» e di «operazione elettorale».
Dal canto suo, De Luca
ha subito scaricato il sindaco Marino: «È chiaro che
un evento come il G7 dell’economia», ha dichiarato, «richiede una serie di caratteristiche territoriali, ma questo
rientra nelle responsabilità
del governo che verifica le
strutture convegnistiche
e di ospitalità. Un evento
internazionale deve essere
ospitato al meglio». E Caserta, secondo le valutazioni
fatte in via XX Settembre a
Roma, non è ancora in grado
di garantire certi standard.
Chi se la ride sotto i baffi
è Decaro, sempre più sulla
cresta dell’onda dato che potrebbe essere lui il prossimo
presidente Anci.
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