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La verità sulle
“Volontà”
di Don Chiarenzi
Qualche settimana fa è uscito un articolo sull’Arena
in cui si faceva riferimento al risultato della giunta
per l’ottenimento dell’usufrutto trentennale di parte
dell’ospedale di Zevio.
Anche le minoranze a suo tempo avevano votato
favorevolmente per questa opzione. Nonostante possa
essere un risultato positivo abbiamo voluto scrivere questa breve CRONISTORIA
dell’Ospedale Chiarenzi che sarà utile per capire i passaggi salienti della struttura
zeviana e per sottolineare che l’ospedale di fatto appartiene alla comunità di Zevio
al 100%.
Fondamentale è la volontà di don Chiarenzi che assegnava la proprietà
dell”Ospitale” alla Parrocchia di Zevio qualora fosse venuta meno la funzione di
assistenza ai malati ed ai bisognosi della comunità. Ciò che in effetti è accaduto con
la dismissione dell’ospedale da parte della Regione.
• 1851 - Donazione l’ospedale al Pio Istituto della Congregazione di Carità
(ente morale)
• 1853 - Testamento Don Chiarenzi
• 1968 - Legge 132 del 12/2/1968 che istituisce gli Enti Ospedalieri dalle IPAB
che svolgevano esclusivamente attività ospedaliera.
• 1978 - con la legge 833 del 23/12/1978 vengono costituite le ULS e
passaggio dei beni immobili e mobili al comune di Zevio (in via transitoria
con vincolo di destinazione all’ULS).
• 1995 - Le ULS acquisiscono la forma giuridica di Azienda (AULS) quindi la
proprietà dell’ospedale passa all’AULS 21 di Legnago.
• 1998 - Il Consiglio di Stato, IV sezione civile, con sentenza 793, afferma
illegittima l’estinzione di autorità delle IPAB.
• 2015 (dicembre) - l’ospedale viene “cessato” dall’ULSS 21 e i posti di
riabilitazione vengono spostati al San Biagio di Bovolone.
• 2016 - accordo tra Regione e Comune di Zevio
per l’usufrutto trentennale di parte della
struttura del Chiarenzi.
Stampato in proprio
Le “Volontà” di Don Chiarenzi
(tratto dal testamento del 1853)
Memoria di ultima volontà di me Pre’ Chiarenzi Luigi attuale
Arciprete di Zevio esclusa qualunque altra fatta anteriore a questo
giorno 16 ottobre 1853 scritta di mano propria.
Conoscendo di essere mortale dispongo di ciò che possederò
al tempo della mia mancanza a vivi, dopo di aver raccomandato
l’anima a Dio e alla gran Vergine, e ai miei Santa avvocati e protetori.
Tutto ciò che possiedo attualmente, [….] ed altro di qualunque
siasi genere lascio erede L’Ospitale di Zevio da me eretto, e donato al
Pio Istituto di Carità, […]
X° Nel caso che il Governo volesse mettere mano alle sostanze
lasciate all’Ospitale passeranno alla chiesa Parrocchiale di Zevio,
coi carichi medesimi, e se nemeno quella volessero rispetare i diritti
passeranno agli Eredi del Testatore.
Stampato in proprio