Laura Pausini: la forza della semplicità

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Laura Pausini: la forza della semplicità | 1
giovedì 29 settembre 2016, 15:00
La regina del pop italiano
Laura Pausini: la forza della semplicità
Un successo ottenuto con passione ed umiltà, certificato da Barbra Streisand
di Fabrizio Bordone
Si dice spesso che noi italiani siamo esterofili, sempre pronti a fare ponti d’oro per quegli artisti che arrivano da oltre
frontiera. Quando nei primi anni sessanta esplose la 'Beatles Mania', qualunque articolo Made in England era subito oggetto
di venerazione, su un piano diverso, la stessa cosa avvenne dopo lo sbarco alleato e tutto ciò che era americano diventava
ambito. Ma tutto il mondo è paese, questo preambolo serve per dire che in America Latina i cantanti italiani sono
considerati i numeri uno, è una costante che si perpetua da sempre. Laura Pausini è tra questi, il successo e la
fama che gode da quelle parti non ha paragoni in patria, la relativa facilità di incidere dischi in una lingua poco ostica
come lo spagnolo aiuta molto. Per assecondare la sua passione per il canto, è stata agevolata dal padre che la portava
con sé nelle serate di pianobar arrivando persino a formare un vero e proprio duo stabile e definito. La ragazzina ha una
voce notevole, canta in modo naturale senza forzature, inevitabilmente conviene giocarsi la carta dei concorsi canori locali,
una prassi comune che quantomeno serve a forgiarsi. Lo stesso padre la iscrive di nascosto al Festival di Castrocaro,
dove la futura Laura Pausini che conosciamo non arriva in finale. Sebbene vinca il concorso di selezione per
accedere a Sanremo Giovani, non viene convocata ma l’appuntamento con il destino è solo rimandato di poco.
Siamo nel 1993 e finalmente, Laura Pausini approda al Festival nella sezione giovani con un brano che parla di un
amore adolescenziale finito, ‘La Solitudine’. Il brano vince, supera di una manciata di voti ‘Ma Non Ho Più La Mia Città’ di
Gerardina Trovato, una canzone che ha il solo torto, in senso positivo, di essere poco sanremese rispetto a quella della
cantante romagnola. Con ‘La Solitudine’, Laura Pausini vola in cima alle classifiche, il pubblico apprezza quella che
viene definita una canzone acqua e sapone eseguita dalla ragazza della porta accanto. La critica, nella sua
espressione positiva, lo giudica un brano semplice, interpretato da un’ottima voce che si destreggia con bravura in cambi di
tonalità non semplici. Ma i commenti non risparmiano il fatto che si tratti del classico brano da Sanremo con un testo
scontato e poco originale. Tuttavia, chi vince ha sempre ragione, e la canzone diventa un tormentone ed un classico
del pop melodico moderno, riservando a Laura onori e trionfi in mezzo mondo: «Marco se n'è andato e non ritorna più. Il
treno delle sette e trenta senza lui è un cuore di metallo senza l'anima nel freddo del mattino grigio di città…». ‘La
Solitudine’ viene incisa in diverse lingue e la Pausini ha sempre dichiarato di essere molto legata a questo brano per lei
fondamentale. Ha solo diciannove anni Laura, e da brava ragazza qual è, non tralascia di frequentare la scuola per
diplomarsi in Arte e Ceramiche, materia principe per la città di Faenza dove vive, per questo motivo il primo album
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/laura-pausini-la-forza-della-semplicita/
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omonimo viene inciso di notte. Il disco contiene un altro classico, ‘Non C’è’ e ‘Mi Rubi L’Anima’, in duetto con Raf,
mentre ‘Perché Non Torna Più’ è dedicata a due amiche scomparse tragicamente in un incidente. Da vincitrice delle giovani
proposte, al Sanremo successivo partecipa con i big presentando ‘Strani Amori’, brano dato come favorito ma arrivato poi
terzo. La ragazza della porta accanto, ha solo vent’anni, è diplomata e parte per l’estero, non come tanti coetanei che non
trovano lavoro e cercano fortuna altrove, bensì per sfruttare il momento favorevole dei mercati discografici
d’oltreconfine. Inizia una sequela infinita di riconoscimenti e di dischi di platino e, album dopo album, singolo dopo singolo,
il fenomeno Laura Pausini assume una dimensione internazionale di rilievo. Già al terzo album, raggiunge
l’impressionante cifra di ottanta dischi di platino e qui bisogna aprire una parentesi. Se una volta il disco di platino
significava aver venduto una quantità enorme di dischi, da diversi anni questo traguardo è rapportato al mercato di ogni
singolo Paese; ci sono posti dove lo si può ottenere agevolmente ed altri dove l’impresa risulta più difficile ma rimane un
dato inconfutabile: senza talento e sacrifici non si ottiene niente, e comunque, ottanta al terzo disco è un numero
gigantesco. Laura Pausini, obiettivamente non ha prodotto dei capolavori, il suo è un pop piuttosto lineare, si avvale di buoni
musicisti, è impegnativo incidere in tante lingue diverse, ma il suo punto di forza è la semplicità, peculiarità
amata dal pubblico e la sua vocalità forse anche troppo perfetta, elogiata pubblicamente da Barbra Streisand. Persona
semplice quindi, genuina come la sua zona d’origine, anche autoironica e comunicativa come testimonia la buona riuscita
del programma Tv con la strepitosa Paola Cortellesi, ‘Laura & Paola’. Ambasciatrice dell’Unicef, le sue iniziative
benefiche di ogni genere sono incalcolabili, così come le collaborazioni con altri artisti e le partecipazioni ad
eventi musicali prestigiosi. Una ragazza umile, mai sfiorata dal gossip, mamma felice che nonostante i tanti anni passati
a girare il mondo non ha mai rinnegato le proprie radici. Come dice in un recente, ennesimo successo, una donna
innamorata della vita, una donna semplice che della semplicità ha fatto la sua forza: «Tu non sai cosa può fare
una donna innamorata. Una donna innamorata della vita come me…».
di Fabrizio Bordone
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