Boccolini: è un gruppo col fuoco dentro

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Transcript Boccolini: è un gruppo col fuoco dentro

Boccolini: è un gruppo col fuoco dentro
Per il preparatore fisico quella creata in estate è una squadra vera in cui spiccano voglia di crescere e collaborazione
di Antonello Palmas
» SASSARI
«Forse è la prima stagione in carriera che non ho dovuto mai alzare le voci con qualcuno. Anzi,
a volte mi trovo a dover frenare
la troppa voglia»: parola di Matteo Boccolini, preparatore fisico
dei biancoblù, e se lo dice lui
che come pochi ha il polso della
situazione della nuova Dinamo
di Federico Pasquini, c'è davvero da crederci.
Quarantaduenne, marchigiano di Porto San Giorgio, è da sei
anni alla corte del Banco di Sardegna e ha quindi i numeri per
dare un giudizio a pochi giorni
dal via della serie A: lunedì arriva il Varese. «Le mie impressioni? Estremamente positive, sono molto contento di come si è
lavorato in preseason e la gara
di Torino è stata un test illuminante non solo per un coach ma
anche per un preparatore. Non
posso dire che siamo al top, non
sarebbe nemmeno indicato, ma
in un momento molto buono sì
è l'ho anche detto ai ragazzi».
Cosa le è piaciuto in particolare?
«Ciò che vedo è un grande
gruppo, e c'è un buon livello di
condizione. Rispetto agli altri
anni, mi piace lo spirito con cui
ha affrontato aspetti per alcuni
nuovi della preparazione, mostrando curiosità e voglia di mettersi in gioco. E poi l'attitudine
al lavoro, molto professionale.
Fortunatamente non ho mai
avuto problemi, ma forse è il primo anno che vedo uno spirito
davvero bello, merito di giocatori che comunicano tra loro e
con gli staff tecnici e medici, che
si sbattono, che si impegnano».
Un roster mai così variegato,
tra italiani, Usa e giocatori
dell'est crea problemi?
«Sì, ma è stimolante. Importante riuscire a interagire - ogni
giocatore è diverso da un altro,
italiani diversi tra loro - , è bello
e favorisce una crescita continua. Un americano impara osservando la cultura del lavoro di
un lituano o un serbo, impressionante come volume e con
molto tempo in sala pesi, secondo i dettami della vecchia scuola slava. Ma un atleta dell'est
che vede all'opera un collega
Usa apprezza l'importanza del
lavoro, ad esempio sulla postura, tipico di chi viene dai college. E entrambi scoprono il lavoro in acqua e sulla sabbia che
piace agli italiani. Sono tre scuole che si incontrano».
Si viene da un anno particolare, cosa c'è di diverso?
«Sicuramente più voglia di rivincita da parte di chi è rimasto
e fame di affermarsi da parte dei
nuovi, nonostante provengano
da situazioni diverse. In questo
gruppo vedo il "fuoco dentro".
Oggi (ieri, ride) nessuno ha fiatato per un allenamento di due
ore a intensità altissima. Non ci
sono egoismi, si ragiona di squadra. E, se posso entrare nel discorso tecnico, c'è una gran difesa, molta voglia di far circolare
la palla in attacco per cercare
l'uomo libero. Emergeranno
inevitabilmente dei leader, ma
senza essere primedonne».
Chi l'ha impressionata?
«Dal mio punto di vista lack
Devecchi e Brian Sacchetti stanno facendo un lavoro incredibile. E poi Monaldi e Ebeling: si
stanno sbattendo tantissimo,
troveranno il loro spazio. E Trevor Lacey. Secondo me ha un talento di cui ancora non ci si rende conto e ha ancora margini
enormi di miglioramento. È giovane e ha voglia. Potenzialmente è una belva e costruirlo per
me è molto, molto stimolante».
Lunedì c'è il Varese
trasferta vietata
ai tifosi lombardi
Un time out chiamato da Pasquini durante il torneo City of Cagliari
Trasferta vietata ai tifosi
lombardi in occasione della
gara d'esordio della Dinamo
in programma lunedì al
Palaserradimigni contro il
Varese. Lo ha deciso il
prefetto di Sassari «in
considerazione del la
possibilità che si verifichino
turbative alla pubblica
sicurezza», vietando i
tagliandi di ingresso ai
residenti nella regione
Lombardia e stabilendo
Pincedibilità del bigliettoo
dell'abbonamento». I
precedenti tra le due tifoserie
non sono infatti rassicuranti.