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Numero 38 autunno 2016
Periodico di informazione, svago e cultura bornese a cura de
Ma chi ce lo fa fare?
Con questo mio scritto voglio rivolgermi questa volta
ad una particolare categoria di cui mi sento onorato
di far parte: coloro i quali,
in un modo o in un altro,
si impegnano a titolo assolutamente gratuito per la
propria comunità. Qualcuno
dice “chei che laùra è semper chei” (quelli che lavorano sono sempre gli stessi),
ma io non sono d’accordo,
nel nostro paese le persone
che - come noi - si danno da
fare sono molte ed in continuo aumento: dallo sport
alla cultura, dalla montagna
al turismo, dalla religione
all’impegno sociale, le associazioni e le singole persone
attive nei vari ambiti della vita del nostro paese non si
contano; siamo un esercito di volontari che, in maniera
più o meno visibile, continua a dedicarsi agli altri con
molto sforzo e nessun tornaconto.
Sono sicuro che tutti voi, come me, vi siate posti almeno una volta questa domanda: “Ma chi me lo fa fare?”
Chi me lo fa fare di stare ore davanti al computer a
impaginare un giornalino, a impostare locandine, a redigere comunicati stampa, a compilare moduli per la
richiesta di contributi?
Chi me lo fa fare di impiegare quasi un anno ad organizzare il palio, un evento di tre giorni durante i
quali non potrò godermi la festa perché impegnato a
far funzionare tutto al meglio, e a sentirmi per di più
attaccato da chiunque per presunte irregolarità degli
arbitraggi?
Chi me lo fa fare nel periodo estivo - momento di massimo impegno lavorativo - di trovare il tempo per organizzare iniziative, trasportando e allestendo impianti
per l’amplificazione e la proiezione, sistemando tavoli
e sedie, accogliendo e presentando gli ospiti?
Ebbene, io ci ho pensato e le mie risposte le ho trovate.
Me lo fa fare il ricordo della mia cara amica Francy,
che anni fa riuscì a convincermi a tornare ad occuparmi
delle cose pubbliche dopo un periodo in cui mi ero ritirato “a vita privata”. Il suo sorriso e la disponibilità che
dimostrava verso il prossimo continuano a stimolarmi
nei momenti difficili, e non potrò mai dimenticarla.
Me lo fa fare Alberto, il capitano della confraternita, che
con la sua passione e il suo
impegno costante mi sprona
a dare il massimo perché il
sogno che abbiamo condiviso dodici anni fa diventi
sempre più bello, ricco e partecipato.
Me lo fa fare Roberto, l’amico villeggiante che sacrifica,
oltre che svariati mesi per
la programmazione delle
iniziative, addirittura i suoi
giorni di vacanza a Borno
nell’organizzazione di eventi che senza di lui non si sarebbero mai visti.
Me lo fanno fare i personaggi straordinari che incontro grazie al mio impegno:
scrittori, musicisti, attori... persone speciali che lasciano
il segno, e ricordi meravigliosi che mi accompagneranno nella vita.
Me lo fanno fare in generale tutti i miei numerosi collaboratori, della Gazza e delle 6 Contrade, che non
posso nominare per questione di spazio, compagni di
viaggio che non smetto di ringraziare per l’aiuto e la
stima - reciproca - che mi dimostrano. Insomma me lo
fate fare voi, che come me - nonostante tutto - continuate a darvi da fare, rispondendo a modo vostro alla
domanda che dà il titolo a questa pagina.
Me lo fanno fare le tante persone che capiscono il nostro impegno, e magari non riescono a rendersi utili,
ma con un sorriso e un complimento dimostrano che
apprezzano i nostri sforzi, e ce ne sono grati.
Ed infine me lo fanno fare quei pochi che, al contrario
di noi, nonostante probabilmente non muovano un
dito senza un tornaconto personale, si permettono di
criticare a priori per il gusto di farlo, se non addirittura
di metterti i bastoni tra le ruote. La voglia di essere
migliore di loro e di non dargliela vinta è uno stimolo
importante a continuare con caparbietà ciò che ho intrapreso.
Nonostante ogni tanto continui a chiedermelo, e ogni
tanto la voglia di mollare torni a farsi viva, le risposte
che ho trovato mi aiutano a non cedere alla stanchezza per l’impegno e allo sconforto per le difficoltà; sono
F. S.
sicuro che questo valga anche per voi.