Non di Solo Pane

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Transcript Non di Solo Pane

Non di
solo
PANE
Domenica 25 settembre 2016
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Anno XVIII - n°
Il Calice
di Gesù Lazzaro
Un povero
di
nome
di don Luciano Vitton Mea
Settimanale di preghiera
770
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Settembre 2016
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
Intenzioni mese di Settembre
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.
Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le
azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore
del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi
nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.
Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida
e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
le preghiere, le azioni,
Perché ciascuno contribuisca al bene comune e
all’identificazione di una società che ponga al centro
la persona umana.
le gioie e le sofferenze
Intenzione missionaria
di questo giorno,
Perché i cristiani, partecipando ai sacramenti e meditando la Sacra Scrittura, diventino sempre più consapevoli della loro missione evangelizzatrice.
in unione al Sacrificio eucaristico,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Intenzione dei vescovi
Perché, a servizio delle nuove generazioni, ci impegniamo a custodire e valorizzare l’opera della creazione.
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 2
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Mostrare fiducia in chi viene emarginato
dagli altri ti farà conquistare un amico leale
che avrà fiducia in te.
Il santo del giorno:
San Firmino di
Amiens
III - IV secolo
Ci sono tre santi con
lo stesso nome: un
abate, un vescovo e
Agisci
Porto nel cuore la
parola di Paolo a
Timòteo e, congedato dalla messa,
cerco di vivere
queste virtù durante la giornata.
un martire, che è
celebrato oggi.
Era di famiglia nobile
e, divenuto vescovo,
convertì molti patrizi
romani, ma fu incarcerato e decapitato.
È raffigurato spesso
Domenica
25
Settembre
II Settimana
del Salterio
con la sua testa in
mano. Nel Medioevo
fu invocato come
protettore dei bottai,
dei mercanti di vino,
dei panettieri e contro le malattie dello
scorbuto.
Brano Evangelico: Lc 16,19­31
C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni
banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla
sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva
dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue pia­
ghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abra­
mo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti,
levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora
gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a in­
tingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa
fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevu­
to i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece
lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è
stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non
possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Al­
lora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque
fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di
tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino lo­
ro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si
ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, ne­
anche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».
Contemplo:
Il Signore rialza chi è caduto
La parabola del ricco sfarzoso
e mangione che si contrappone
al «povero» ­ Lazzaro è un
nome simbolico, la cui forma
antica è Eliezer, «Dio è il mio
aiuto» (cf Es 18,4) ­ è rivolta a
quanti sono «attaccati al de­
naro» e che pensano, ancora
oggi, di trovare ogni giustizia
nelle loro opere. Gesù ci mette
in guar­dia dall'uso sbagliato
delle nostre inique «ricchezze»
che ci possono accecare, come
coloro che «nemmeno se uno
risuscitasse dai morti sarebbero
persuasi».
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ pagina 3
Lettura Spirituale : Non fa
mai udire la sua voce di don
Luciano Vitton Mea
Medita la Parola
Dare, offrire se stessi
Brano Evangelico: Lc 6,21
Meditazione di Elmetti Fiorella piccola figlia della Croce
Lazzaro è il povero consolato da Dio.
Infatti questo nome ha all’origine
l’ebraico Eleazaro e significa “colui che
è assistito da Dio”. Egli rappresenta tutti i poveri del mondo, le piaghe purulenti di un “sottobosco” umano che attendono da Dio l’unguento della consolazione e il riscatto della redenzione. Il grido
di Lazzaro, come quello di tutti i disperati, è un urlo silenzioso, che Gesù fa
suo per sempre sulla croce. Lazzaro,
nella parabola di Luca, non fa mai udire
la sua voce. È bello vedere che anche in
cielo egli resta silenzioso, continuando
ad affidarsi al Signore. Lazzaro è il povero che tace, che attende con pazienza
da Dio la consolazione, senza alcuna
pretesa. La sua esistenza terrena termina nello squallore. Ma proprio perché
egli spera tutto da Dio, è il povero che
porta nel cuore il seme delle beatitudini: «Beati i poveri perché di essi è il regno di Dio».
Preghiera
di don Luciano Vitton Mea
Io ti invoco, rispondimi Signore. Il mio
grido nasce dalla povertà e dalla miseria spirituale che, come lebbra, ricopre
il tessuto esistenziale di questo claudicante pellegrinaggio terreno. E’ un grido silenzioso perché non riesco ad articolarlo con le labbra, la mia lingua è
arida come la sabbia del deserto, coccio indurito e muto. Come Lazzaro di
tendo le mie mani, scarne e vuote; è la
mia preghiera: accoglila oh Signore!
Gary Chapman afferma che “Il messaggio di
Gesù era chiaro. Uno dei modi di esprimere il
nostro amore a Dio consiste nell’offrire doni a
chi ne ha bisogno”. Oggi questo richiamo è attuale, forse più che mai. Ma quello del cristiano
dev’essere un dare amoroso. Sì, perché tutti
possiamo dare, ma se non passa dal cuore il
povero resta povero, come Lazzaro, morto
mentre stava giorni interi alla porta del ricco epulone “bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco”. Purtroppo, vediamo
barconi stipati di gente arrivare in cerca d’aiuto,
ma in noi spesso prevale la paura, il giudizio e il
rifiuto…i poveri sono sempre tra noi... Eppure,
Dio ce lo ha insegnato in tutte le salse. Egli non
ha badato alla nostra povertà e si è fatto uno di
noi. Si è fatto povero tra i poveri, giudicato da
farisei e benpensanti “un mangione e un beone”. Dare, offrire se stessi, è il primo passo per
amare davvero e arricchire la vita non solo degli altri, ma anche di se stessi. Certo, si può
sbagliare facendo, ma l’amore non si può soltanto insegnare con la teoria, altrimenti rischia
di diventare una favola. Come sottolinea Padre
Ermes Ronchi, “il cammino della fede inizia dalle piaghe del povero, carne di Cristo, corpo di
Dio”. Del resto, anche san Vincenzo de Paoli
l’ha più volte affermato: “Se stai pregando e un
povero ha bisogno di te, lascia la preghiera e
vai da lui. Il Dio che trovi è più sicuro del Dio
che lasci”.
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 4
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
È meglio provarci e fallire
piuttosto che non provare mai.
Il santo del giorno:
Santi Cosma
e Damiano
III - IV secolo
Forse fratelli ed entrambi medici anargiri (gratuiti), Cosma e Damiano fu-
Lunedì
26
Settembre
II Settimana
del Salterio
rono martorizzati in
Siria. Il loro culto
era assai diffuso fin
dal IV secolo.
Devono la loro fama alla famiglia
fiorentina de’ Medici che li adottò come santi protettori,
storpiando il nome
di Cosma in Cosimo.
Patronato: Medici,
Chirurghi, Farmacisti, Parrucchieri
Emblema: Palma,
Strumenti chirurgici
Brano Evangelico: Lc 9,46­50
Agisci
Quante
volte
anch’io cerco di
primeggiare… oggi
avrò un’attenzione
speciale
affinché
emerga chi mi è
accanto.
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di
loro fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero
del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e dis­
se: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie
me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.
Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto
un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo
impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci».
Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è
contro di voi, è per voi».
Contemplo:
Il più piccolo tra voi è il
più grande
Signore Gesù, tu ti presenti
come il Figlio dell'uomo che
viene tra noi per servire e non
per essere servito. Nei nostri
cuori domina un desiderio op­
posto, che è quello di domi­
nare, sfruttare, primeggiare ed
essere serviti. Aiutaci ad avere
il giusto atteggiamento di quei
piccoli che hanno il desiderio
di diventare grandi, disponibili
e la volontà di essere utili a
tutti.
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ pagina 5
Lettura Spirituale : Amo i
bambini, dice Dio … di Padre
Michel Quoist
Meditiamo la Parola
Con occhi da bambino
Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
Io amo i bambini, dice Dio. Voglio che
rassomigliate loro. Non amo i vecchi,
dice Dio, a meno che siano ancora dei
bambini. Così non voglio che bambini
nel mio Regno, è stabilito dall'eternità.
Bambini storpi, bambini gobbi, bambini
rugosi, bambini dalla barba bianca, ogni
specie di bimbi che credete, ma bambini, solo bambini. Non c'è da discutere, è
decretato, non v'è posto per gli altri.
Amo i bambini piccoli, dice Dio, perché
la Mia immagine in essi non è ancora
offuscata. Non hanno sabotato la Mia
somiglianza, sono nuovi, puri, senza
cancellatura, senza raschiatura. Così,
quando dolcemente Mi chino su loro, Mi
ritrovo in essi. […] Alleluia, Alleluia, dice Dio, aprite tutti, piccoli vecchi. Il
vostro Dio, l'Eterno risorto viene a risuscitare in voi il bimbo! Affrettatevi, è
tempo, sono pronto a rifarvi un bel viso
di bimbo, un sereno sguardo di bimbo…
Infatti Io amo i bambini, dice Dio, e voglio che rassomigliate loro.
Preghiera
Trasforma, Signore, il mio cuore
superbo in un cuore che sappia accettare il tuo insegnamento di u-
Guardate un bambino, guardate l’aurora di Dio,
guardate gli occhi che vi fissano e vi amano. A un
bimbo si può dire tutto. Quando uno di questi graziosi uccellini vi guarda fiducioso e felice, l’anima
si risana. (Dostoevskij).
Dio mi guarda, mi scruta con occhi da bambino.
Solo così può continuare a fidarsi di me, malgrado tutto e nonostante tutto. Ne sono convinto. Un bimbo ha fiducia dei suoi genitori, un papà potrà sbagliare mille volte ma sempre rimarrà papà agli occhi del suo bimbo. Così Dio nei
miei confronti. Non mi lascia, si attacca ai miei
pantaloni, mi tira la giacca, continua a seguirmi.
Se penso ai doni che Lui ha posto nelle mie mani subito penso: “Dio è incosciente come un
bambino”. Solo gli occhi semplici di Dio possono
vedere, oltre la coltre della mia meschinità, un
piccolo raggio di luce. Dio bambino. Lui mi sorride, sempre. “A un bimbo si può dire tutto…”
Posso pregare, rimanere a lungo in silenzio,
mormore, talune volte imprecare. Dio, come un
bambino, è in perenne ascolto, si siede vicino a
me, finge di giocare, ma sempre mi ascolta.
“Guardate un bambino, guardate l’aurora di Dio”. Si, lo posso ben dire: Lui è la perenne aurora
che dona speranza al lento claudicare di questo
pellegrinaggio terreno.
miltà e di servizio. Aiutami ad essere il più piccolo fra i miei fratelli e
a scoprire la vera grandezza. Donami un cuore di fanciullo, un innocente sguardo di bambino.
Non di solo pane ­ Numero 770 Tempo Ordinario ­ pagina 6
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Nelle ore più buie della vita
Dio ti offre la luce.
Il Santo del giorno:
San Vincenzo
de’ Paoli
Nato a Pouy in Guascogna il 24 aprile
1581, fino a quindici
anni fece il guardiano
di porci per poter pagarsi gli studi. Ordinato sacerdote a 19
anni, nel 1612 diventò parroco nei pressi
di Parigi.
Martedì
27
Settembre
II Settimana
del Salterio
Alla sua scuola si formarono
sacerdoti,
religiosi e laici che
furono gli animatori
della Chiesa di Francia, e la sua voce si
rese interprete dei
diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi) e in-
sieme a santa Luisa
de Marillac, le Figlie
della Carità (1633).
Per lui la regina di
Francia inventò il Ministero della Carità e,
da insolito «ministro», organizzò gli
aiuti ai poveri su scala nazionale.
Morì a Parigi il 27 settembre 1660 e fu canonizzato nel 1737.
Brano Evangelico: Lc 9, 51­56
Agisci
Ci sono decisioni difficili da prendere,
ma da cui non ci si
può esimere. Rifletto e mi interrogo su
questo aspetto della
vita che ha vissuto
anche Gesù.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto
dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e man­
dò avanti dei messaggeri.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Sa­
maritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero ri­
ceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando vide­
ro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore,
vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso
un altro villaggio.
Contemplo:
Gesù si voltò e rimproverò
Gesù si dirige «con decisione» a
Gerusalemme, incurante dei dis­
cepoli che non capiscono ancora
la gloria della croce. Rimprovera
anche i due fratelli Giacomo e
Giovanni, da lui chiamati affettu­
osamente «figli del tuono» (Mc
3,17), che invocano «un fuoco dal
cielo» su chi non vuole riceverlo,
perché egli è diretto «verso Geru­
salemme». Gesù ha raccontato il
suo splendido colloquio con la
Samaritana e la parabola del buon
Samaritano per insegnarci che
siamo servitori e non padroni
della verità.
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ pagina 7
Lettura Spirituale : Il fruncolo di
Padre Michel Quoist
«Signore, vuoi che diciamo che scenda
un fuoco dal cielo e li consumi?».
Signore, il foruncolo non era maturo, l'ho
schiacciato troppo presto. Il malato ha
sofferto, le sue carni sono infiammate, e
gonfie del loro veleno. Ho dovuto attendere, e curarlo con dolcezza. Attendere
che il suo corpo fosse pronto, e lui stesso
abbastanza forte per respingere il male.
È così, Signore, che di fronte all'altro e
agli altri, a coloro che soffrono nel loro
cuore per qualcosa di marcio dovrei essere molto paziente, e pregare a lungo. Ma
io, tu lo sai, sono impaziente, orgoglioso.
Non permettere mai che io mi introduca
in casa di un estraneo, o anche di mio
fratello, se lui stesso, dal di dentro, non
aprirà la porta. Dammi la forza di attendere, di non gettare le mie parole come
raffiche contro le finestre di un cuore
che appena appena si socchiude, poiché
allora troppo spesso le mie parole si infrangerebbero contro i muri, senza raggiungere il cuore. Insegnami Signore il
silenzio, non un silenzio vuoto troppo
spesso popolato dalle mie fantasie, ma il
silenzio che attende le parole dell’altro,
prima di lasciare dolcemente posto alle
mie.
Meditiamo la Parola
Il tempo degli altri
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Quello che gli apostoli non hanno ancora capito è che la salvezza non è qualcosa che si
possa imporre: essa è dono gratuito, ma non
si può convincere nessuno ad accettarla con
la forza. So­prattutto nel momento in cui
Gesù inizia la sua sali­ta verso la città nella
quale il suo destino si compirà, questa proposta dei fratelli apostoli è davvero fuori
luogo: l'amore di Dio è un dono, ma si deve
aprire il cuore con la propria libertà. Quante
volte anche noi vorremmo che tanti nostri
parenti e conoscenti si aprissero al dono
gratuito dell'amore di Dio: però, insistendo,
non facciamo altro che diventare inopportuni, per cui anche il sublime messaggio del
Vangelo viene vanificato. Impara a rispettare i tempi degli altri, anche se essi ti sembrano lunghi.
Preghiera
Signore Gesù, sei tu il maestro e il modello della nostra preghiera! Alla tua
scuola fa' che impariamo a non accontentarci di presentare le nostre richieste,
ma di coinvolgerci personalmente e coraggiosamente nella realizzazione di ciò
che speriamo per noi e per le persone
che amiamo.
Non di solo pane ­ Numero 770­ Tempo Ordinario ­ pagina 8
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Sentirsi annoiati è una cosa che
capita a tutti di tanto in tanto.
Bisogna guardare le cose usando
il binocolo della fede e dell’ottimismo.
Il Santo del giorno:
San Venceslao
Vissuto nel X secolo,
principe di Boemia,
fu educato cristiana
mente dalla nonna
Santa Ludmilla. Giovanissimo, successe
al padre dopo un periodo di emergenza
della madre che gli
preferiva il secondogenito Boleslao. Ella
fomentò a tal punto
la rivalità fra i due
fratelli che Boleslao
Agisci
La fede si rafforza
condividendola: racconto ad una persona con la quale mi
sento in sintonia spirituale, le meraviglie che il Signore
sta compiendo nella
mia vita.
assalì
Venceslao
mentre si recava da
solo, come era solito
fare, in chiesa per il
Mattutino.
Difesosi dalla spada
di Boleslao, a cui il
risparmio alla vita,
venne ucciso dai suoi
seguaci. Venceslao
visse nel periodo in
cui, in Boemia, il Cristianesimo era agli
albori e l'attività apostolica e missionaria
erano molto difficili e
Mercoledì
28
Settembre
II Settimana
del Salterio
pericolose.
Egli, profondamente
religioso,
contribuì
alla diffusione del
messaggio evangelico,
promuovendo
religiosamente e culturalmente il proprio
popolo e, per la sua
bontà e per la sua
rettitudine, divenne il
santo più popolare
della Boemia.
La Chiesa lo venera
come
santo
dal
1729.
Brano Evangelico: Lc 9,57­62
In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale gli disse:
«Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno
le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uo­
mo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi».
E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima
mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro
morti; tu và e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti segui­
rò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di ca­
sa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro
e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Contemplo:
Ti seguirò ovunque tu vada
Gesù prende «la ferma decisione
di mettersi in cammino verso
Gerusalemme» (Lc 9,51), e trova
compagni di viaggio che lo vo­
gliono seguire o che lui stesso
chiama al suo seguito. Giaco­mo
e Giovanni, i due entusiasti
fratelli («figli del tuono») vo­
gliono addirittura spianare il
cammino di Gesù, chiedendo che
scenda il fuoco dal cielo su chi
non lo accoglie. Seguire Gesù
significa «dedicarci alla nostra
salvezza con rispetto e timore. È
lui che suscita in noi il volere e
l'operare, secondo il suo disegno
d’amore» (cf Fil 2,13).
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ pagina 9
Meditiamo la Parola
Lettura Spirituale : Non lo
possiamo ingabbiare di Fiorella
Questo mi basta
Elmetti
Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
Non si può parlare di Dio senza
sorprendersi della sua grandezza e della sua
sapienza, tanto che una persona provata come
Giobbe arriva a dire: “In verità io so che è
così: e come può un uomo aver ragione di­
nanzi a Dio? Se uno volesse disputare con
lui, non sarebbe in grado di rispondere una
volta su mille. Egli è saggio di mente, potente
di forza: chi si è opposto a lui ed è rimasto
salvo? Egli sposta le montagne ed esse non lo
sanno, nella sua ira egli le sconvolge. Scuote
la terra dal suo posto e le sue colonne trema­
no. Comanda al sole ed esso non sorge e met­
te sotto sigillo le stelle. Lui solo dispiega i
cieli e cammina sulle onde del mare. Crea
l’Orsa e l’Orione, le Plèiadi e le costellazioni
del cielo australe. Fa cose tanto grandi che
non si possono indagare, meraviglie che non
si possono contare. Se mi passa vicino e non
lo vedo, se ne va e di lui non mi accorgo. Se
rapisce qualcosa, chi lo può impedire? Chi gli
può dire: “Cosa fai?”. Tanto meno potrei ri­
spondergli io, scegliendo le parole da dirgli;
io, anche se avessi ragione, non potrei rispon­
dergli, al mio giudice dovrei domandare pie­
tà. Se lo chiamassi e mi rispondesse, non cre­
do che darebbe ascolto alla mia voce”. Sì,
Dio è grande, non lo possiamo ingabbiare nei
nostri pensieri e nelle nostre paure, possiamo
invece come lui aprirci, andare incontro agli
altri, credere che la vita va sempre vissuta. E
così ne assaporiamo la bellezza.
Volgersi indietro. Il passato che riemerge
come la lava dalle crepe della mia esistenza.
Antiche amicizie, le
voci suadenti che
narrano la dolcezza di amori non del tutto
assopiti, volti di persone che ti hanno voluto
bene, mani che ti hanno accarezzato, silenzi
che seppelliscono segreti bisbigliati sotto un
cielo stellato.
Le mani si paralizzano,
l’aratro si ferma. Poi il profumo della terra,
il solco bagnato con il sudore, la semente da
gettare. Prendo la bisaccia e con il pane
raffermo e la fiasca del vino metto il libro
della mia vita, il passato che non voglio
dimenticare. Mi farà compagnia, velerà di
nostalgia il lento scorrere del tempo che mi
ricorda appuntamenti mancati. E l’aratro
ricomincia a rivoltare la terra. Ti voglio
seguire Signore, perché ti voglio bene.
Questo mi basta.
Preghiera
Quante volte, Signore, ho messo
mano all’aratro e poi mi sono voltato indietro. Aiutami ad avere più
fiducia in te, nella tua missione,
nella tua chiamata.
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 10
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Cambia le cose che vanno cambiate,
lascia invariate le cose
che vanno bene come sono
e chiedi a Dio di mostrarti la differenza.
Il Santo del giorno:
San Michele
arcangelo
Il Martirologio commemora insieme i
santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Bibbia li ricorda
con specifiche missioni: Michele avversario
di Satana, Gabriele
annunciatore e Raffaele
soccorritore.
Agisci
Per non dimenticare
che il bene è più forte del male, oggi
cerco quelle notizie
che raccontano la
bontà delle persone,
che non fanno clamore, ma edificano
ogni giorno il regno
di Dio.
Prima della riforma
del 1969 si ricordava
in questo giorno solamente san Michele
arcangelo in memoria
della consacrazione
del celebre santuario
sul monte Gargano a
lui
dedicato.
Il titolo di arcangelo
deriva dall’idea di una
corte celeste in cui gli
angeli sono presenti
secondo gradi e di-
Giovedì
29
Settembre
II Settimana
del Salterio
gn i t à
dif f er en ti .
Gli arcangeli Michele,
Gabriele e Raffaele
occupano le sfere più
elevate delle gerarchie
angeliche.
Queste hanno il compito di preservare la
trascendenza e il mistero di Dio. Nello
stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza
salvifica.
Brano Evangelico: Gv 1, 47­51
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro,
disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsi­
tà». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispo­
se Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quan­
do eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il
Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù:
«Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi?
Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in
verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire
e scendere sul Figlio dell'uomo».
Contemplo:
Vedrete gli angeli di Dio
Gli angeli sono le scintille
della luce di Dio, messaggeri
della sua potenza. Essi sono
«spiriti incaricati di un minis­
tero, in­viati per servire coloro
che devono entrare in possesso
della salvezza» (Eb 1,14).
Questo è il significato dei nomi
degli angeli che oggi veneri­
amo: Michele «Chi è come
Dio?», Gabriele «Potenza di
Dio», Raffaele «Dio guarisce».
Quanti angeli incontriamo
senza saperlo? (cf Eb 13,1).
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ pagina 11
Meditiamo la Parola
Lettura Spirituale : Da Dio
verso gli uomini
La stessa promessa
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Secondo i Padri, gli angeli personificano le
potenze celesti e sono posti da Dio vicino ai
popoli come guide. Gli angeli prendono parte
assai attiva all'esistenza storica del mondo:
conducono, sotto la guida dell'arcangelo Mi­
chele, una battaglia contro i demoni, potenze
del nulla e scimmie degli angeli, e salvaguar­
dano l'ordine cosmico. Secondo san Basilio,
gli angeli del Giudizio `pesano' le anime. Es­
si, che assistono ad ogni azione divina, sono
presenti particolarmente al martirio. La scala
di Giacobbe li mostra messaggeri di Dio. Essi
sono come 'incollati' alla parola e alla volontà
di Dio e le personificano. Quando Dio decide
di guarire, la sua volontà prende la figura
dell'angelo Raffaele. Ogni volta che un ange­
lo appare è per trasmettere e compiere una
volontà di Dio. Gli angeli mostrano il `cielo',
poiché esistono e agiscono in un senso che va
da Dio verso gli uomini. Pur mantenendo il
suo potere di rivelazione diretta, il più delle
volte Dio si rivela per mezzo degli angeli che
sono come i portatori delle sue energie, della
sua luce e della sua rivelazione. Al punto che
i tre angeli apparsi ad Abramo nelle pianure
di Mamre sono considerati, soprattutto nella
tradizione iconografica, come le figure delle
tre Persone divine, l'icona della Trinità. L'an­
gelo è un luogo teofanico, manifestazione
vivente di Dio: il nome di Dio è in esso e col
nome la sua presenza.
(P. EvDoKIMov, La santità nella tradizione della Chiesa ortodossa, Fossano 1977, 126s.).
Si può dire che anche per noi valga la
stessa promessa che Gesù fa a Natanaèle: anche nella nostra vita siamo
spettatori, purtroppo a volte distratti e
superficiali, di tanti miracoli e grazie,
tanto che il cielo si apre anche per noi e
tanti angeli salgono e scendono per portare a noi le grazie, e a Dio le nostre
preghiere. Non dobbiamo stupirci di
questo: Dio ha davvero a cuore il nostro
destino eterno, per cui ogni occasione è
buona per lui per indicarci la via della
vita e della salvezza. Per questo, dovresti imparare a tendere l'orecchio del
cuore per riconoscere la voce delicata e
sottile di questi amici celesti che Dio ti
mette accanto, in modo che tu possa fare tesoro dei loro insegnamenti e possa
approfittare positivamente di quest'aiuto.
Preghiera
Signore, so che mi conosci. Anch’io voglio
sperimentare il tuo amore e la tua pace.
Aiuta la mia povera fede, così che possa
riconoscerti in ogni circostanza della mia
vita. Aiutami a vedere un cielo aperto dove
i tuoi Santi Angeli scendono per assistere la
mia povera vita e ricoprirla con l’unguento
dei tuoi dono e della tua grazia.
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Se le stelle non ti fanno l’occhiolino,
non vuol dire che sono scomparse.
Sono solo nascoste da una coltre di nubi,
ma torneranno di nuovo a brillare per te.
Il Santo del giorno:
San Girolamo
(347 - 420)
Sacerdote e dottore
della Chiesa: nato in
Dalmazia (nella
odierna
Croazia),
uomo di grande cultura letteraria, compì a Roma tutti gli
studi e qui fu battezzato; rapito poi
dal fascino di una
vita di contemplazione, abbracciò la
vita ascetica e, recatosi in Oriente, fu
ordinato sacerdote.
Tornato a Roma,
divenne segretario
di papa Damaso e,
stabilitosi poi a Betlemme di Giuda, si
ritirò a vita monastica. Fu dottore insi-
Venerdì
30
Settembre
II Settimana
del Salterio
gne nel tradurre e
spiegare le Sacre
Scritture e fu partecipe in modo mirabile delle varie necessità della Chiesa.
Giunto
infine
a
un’età
avanzata,
riposò in pace.
Patronato:
Archeologi, Bibliotecari, Studiosi
Agisci:
Brano Evangelico: Lc 10,13­16
Quando durante la
giornata l’asprezza
vorrà impadronirsi di
me, lascerò risuonare queste parole,
lasciando scorrere il
balsamo della tenerezza nel mio cuore.
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazin, guai a te, Be­
tsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i mira­
coli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti ve­
stendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro
e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo?Fino agli inferi
sarai precipitata! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi
disprezza me.
E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».
Contemplo:
Chi ascolta voi ascolta me
Queste parole fondano la
simpatia di ogni cristiano
verso i capi della Comunità
«che annunziano la parola di
Dio» (cf Eb 13,7).
La fiducia nei «capi» non
sminuisce la libertà di gusti e
di opinioni, ma supera le bar­
riere dei difetti e dei peccati.
Attraverso le loro parole,
riusciamo ad arrivare alla
sublime parola di Dio.
Non di solo pane ­ Numero 770 pagina 13
Meditiamo la Parola
Lettura Spirituale : Da Dio
verso gli uomini di H.J.M. NOUWEN,
Il simbolo della nostra lontananza
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Una delle più grandi provocazioni della
vita spirituale è ricevere il perdono di Di­
o. C'è qualcosa in noi, esseri umani, che
ci tiene tenacemente aggrappati ai nostri
peccati e non ci permette di lasciare che
Dio cancelli il nostro passato e ci offra un
inizio completamente nuovo. Qualche
volta sembra persino che io voglia dimo­
strare a Dio che le mie tenebre sono trop­
po grandi per essere dissolte. Mentre Dio
vuole restituirmi la piena dignità della
condizione di figlio, continuo a insistere
che mi sistemerò come garzone. Ma vo­
glio davvero essere restituito alla piena
responsabilità di figlio? Voglio davvero
essere totalmente perdonato in modo che
sia possibile una vita del tutto nuova? Ho
fiducia in me stesso e in una redenzione
così radicale? Voglio rompere con la mia
ribellione profondamente radicata contro
Dio e arrendermi in modo così assoluto al
suo amore da far emergere una persona
nuova? Ricevere il perdono esige la vo­
lontà totale di lasciare che Dio sia Dio e
compia ogni risanamento, reintegrazione
e rinnovamento. Fin quando voglio fare
anche soltanto una parte di tutto questo da
solo, mi accontento di soluzioni parziali
(H.J.M. NOUWEN, L'abbraccio benedicente, Brescia
200015, 78).
Nel mondo biblico, Tiro e Sidòne erano le città pagane per eccellenza. Esse erano il simbolo del paganesimo e della lontananza da Dio;
eppure, Gesù dice che nemmeno loro sono
così peccatrici come le città di Corazìn, Betsàida e Cafàrnao. Per quale motivo'? Per il
fatto che esse non avevano avuto la grazia
che esse avevano ricevuto, cioè quella della
sua visita e della sua predicazione. Ma soprat­
tutto, esse non avrebbero avuto la stessa reazione di chiusura e di indifferenza che avevano avuto queste città nelle quali Gesù aveva
predicato ed operato miracoli. Queste due
città rappresentano le nostre lontananze, la
nostra incapacita di scorger nei eventi ordinari la misteriosa presenza di Dio, la sua santa
provvidenza e la sua dolcissima misericordia.
È davvero triste comportarsi in maniera fredda ed indifferente di fronte all'amore di Dio,
soprattutto quando egli ce ne ha dato tante
prove concrete e tangibili.
Preghiera
O Dio, nostro Padre celeste, noi ti ringra­
ziamo per aver riconciliato il mondo con te
tramite Gesù Cristo e per averci rigenerato
nella potenza dello Spirito Santo.
Gesù Cristo, ti ringraziamo per averci
chiamato alla riconciliazione, al servizio del­
la tua parola e del prossimo, per amore del­
la creazione di Dio. Ti rendiamo grazie per­
ché rendi possibile la riconciliazione con noi
stessi, perché con senso di responsabilità e
di coraggio possiamo mettere da parte il
passato e guardare al futuro che tu ci doni.
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
“Basta uno spillo raccolto per terra
con amore per salvare un’ anima.”
Sabato
1
Ottobre
II Settimana
del Salterio
Santa Teresa di Lisieux
Brano Evangelico: Lc 10,17­24
Santa Teresa
di Lisieux
Agisci
Maria sa bene che
nulla è impossibile a
Dio; durante la preghiera
quotidiana,
con la sua presenza
materna, rivolgo al
Signore una richiesta
che mi sta molto a
cuore.
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo:
«Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli
disse: «Io vedevo satana cadere
dal cielolacome
la folgore. Ecco, io vi
Meditiamo
Parola
ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra
Una barca, il suo posto
ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
però perché i demòni
si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i
vostri nomi sono scritti nei cieli». In quello stesso istante Gesù esultò
nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo
e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai
rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi
è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Pa­
dre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia
rivelare». E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi
che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno
desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare
ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Medita ­ Nella vita vi sono tanti piccoli eventi meravigliosi, ma per vederli
nella giusta luce bisognerebbe avere il cuore aperto, invece spesso teniamo
in conto solo quelli più eclatanti. Nel brano di oggi Gesù dice ai suoi disce­
poli che non è questo l'essenziale. Persino scacciare i demoni o compiere
miracoli serve a ben poco se non ci rendiamo conto, invece, di una grande
grazia che ciascuno di noi ha ricevuto con il Battesimo: l'amicizia con Ge­
sù. Noi sentiamo e vediamo continuamente cose che gli antichi padri avreb­
bero desiderato vedere e sentire con tutto il loro cuore, ma a loro non fu
dato. A quale grande amore Dio ci ha chiamati! La gratitudine è l'unico at­
teggiamento che può aiutarci a rispondere adeguatamente a questo dono
gratuito di Dio. Ciò comporta una grande responsabilità: avere un atteg­
giamento superficiale significherebbe condannarsi da soli.
Contemplo : I vostri nomi sono
scritti nei cieli
Soltanto Luca ricorda l'esultanza di
Gesù nello Spirito Santo, quando
benedice tutti i suoi discepoli con
una nuova Beatitudine, ricordando
gli antichi profeti e re, che vivevano
nella speranza dell'Antica Promessa.
I discepoli di Gesù possono
«vedere», e «udire», nella gioia, il
grande privilegio di testimoniare il
compimento della promessa. Santa
Maria, Madre di Dio, tu sei beata,
perché, ascoltando l'angelo che ti ha
inviato il Signore (Lc 1,26), hai
«creduto nell'adempimento di ciò
che il Signore ti ha detto» (Lc 1,45).
Non di solo pane ­ Numero 770 ­ pagina 15
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Anno XVIII - n. 770
Domenica 25 settembre 2016
Chiuso il 21/07/2016
Numero copie 1350
Stampato in proprio
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
333/3390059
don Luciano
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
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