Diecimila spettatori in dodici giorni

Download Report

Transcript Diecimila spettatori in dodici giorni

Copia di 61108a259bad7a0525612cdd2dab0f25
Padova
DOMENICA 25 SETTEMBRE 2016 IL MATTINO
23
»
Diecimila spettatori in dodici giorni
FIERA DELLE PAROLE TERME LETTERARIE
A metà percorso la rassegna sta spopolando; Bruna Coscia: «Padova è nel mio cuore ma non con questa giunta»
di Alberta Pierobon
I primi dodici giorni di Fiera delle Parole in versione termale
hanno portato a Montegrotto e
Abano diecimila persone che
hanno assistito ad incontri con
autori, concerti, presentazioni
di libri. Mica pochi diecimila
spettatori ed è facile pensare
che il numero complessivo raddoppierà visto che la rassegna
dura 26 giorni. Il programmone
della Fiera comprende 130 ospiti, tra quelli già venuti che hanno fatto il pienone Rampini,
Mancuso, Camon, Molesini,
Crepet, Padellaro, Finardi e venerdì sera Mauro Corona, con
bandana e smanicato come suo
costume e un seguito di 1800
persone che hanno riempito il
PalaBerta.
Le Terme sorridono per il regalo che è arrivato loro da Massimo Bitonci, sindaco leghista di
Padova, che aveva in casa la Fiera delle Parole e l’ha cacciata.
Perché non era roba sua – e infatti era della città –, perché era
una «manifestazione comunista» (se la prese con la presenza
Ezio Mauro, Lella Costa, Augias
e Staino) e perché sostanzialmente non ne aveva il controllo.
Il Comune di Padova spendeva
di tasca propria 60 mila euro per
la Fiera. Esiliate le Parole, Bitonci si è rivolto a Sgarbi per l’organizzazione della rassegna
“Torre di Babele” dal 16 al 23 ottobre, della quale non esiste ancora un programma né un conto
finale.
La “madre-padrona” della
Fiera delle Parole, Bruna Coscia,
che con un pugno di collaboratori volontari è in pista 24 ore su
24 per tenere le fila della sua
grande “creatura”, è stremata
ma soddisfatta. Non ci guadagna, con la vicenda Bitonci ha
pure rischiato l’ulcera ma con
ostinata passione e volontà di
ferro è andata avanti. E la sua letteraria “figlia” cresce.
Un primo bilancio della Fiera a Montegrotto e Abano?
«I numeri sono grandi. Arrivano
i padovani che ci hanno sempre
seguito» racconta Bruna Coscia
«e dicono che quasi è più semplice venire qui dove si trova subito
parcheggio che arrivare in centro a Padova. Poi vengono le persone che hanno sempre seguito
le nostre rassegne ed Este e Rovigo. Devo dire che è una grandissima soddisfazione».
In 1.800 sono accorsi venerdì sera al PalaBerta per Mauro Corona
I turisti partecipano?
«Sì, molto. Soprattutto ai concerti, è bello sentire parlare tante lingue tra il pubblico».
Padova sede della Fiera delle
Parole è tramontata per sempre?
«No, è nel mio cuore. A Montegrotto ho trovato un’accoglienza speciale, ma Padova non
la dimentico. La Fiera si moltiplica, dunque non escludo nulla.
Non con questa giunta, però».
Quanto costa la Fiera? E lei
Federico Rampini alla Fiera delle Parole
quando ci guadagna?
«I Comuni di Montegrotto ed
Abano spendono in totale 40 mila euro. Io non guadagno un euro».
Intanto oggi alle 18.30 in piazza Primo Maggio a Montegrotto
arriva David Riondino e la con la
presentazione-spettacolo
de
"Lo sgurz" Storie, poesie, canzoni”. Lo “sgurz” raccoglie versi
dalle prime canzoni della metà
degli anni Settanta fino a testi
contemporanei, una scelta del
meglio della produzione poetica
di Riondino, l’ultimo erede della
grande
tradizione
dei
“contrasti” in ottava, improvvisazioni poetiche in rima con le
quali intreccia racconti e pensieri.
sergio staino, direttore dell’unità
«Mi meraviglia che la Lega
abbia perso il valore-territorio»
Era il 1979 quando dalla penna
di Sergio Staino nacque Bobo,
prototipo satirico del militante
di partito che, vignetta dopo vignetta, ha scritto e continua a
raccontare un pezzo di storia
d’Italia. Staino, che da due mesi
è direttore dell'Unità, è un amico storico della Fiera delle Parole. Alla quale ha dedicato vignette ad hoc, protagonista una gallina padovana alle prese con le vicende della Fiera.
«Il mio dispiacere per la questione con la giunta di Padova riguarda l’aspetto politico e culturale, di crescita civile in una città, nel Paese. Non riesco veramente a capire come una perso-
na come Bruna Coscia che ama
così tanto il territorio e che non
organizza la Fiera per interesse
ma per passione, possa non essere apprezzata. Come per una
giunta sia pensabile non cogliere l’importanza di un simile fiore che ti sboccia nel giardino e lo
fa bello, gli dà valore. Andrebbe
portato dolcemente in mano. E’
perfino commovente». E, continua Staino: «Mi meraviglia molto che proprio la Lega, che è nata
sul territorio e per il territorio, si
sia persa questo valore. Che pensi alla Fiera delle Parole e veda
rosso e abbia allontanato da Padova la rassegna, una perdita
senza motivo per la città».
Tra gli appuntamenti della
prossima settimana, mercoledì
28 settembre al PalaBerta di
Montegrotto Dario Vergassola
torna con "La ballata della acciughe": le vicende dei bizzarri frequentatori del bar Pavone nella
periferia di La Spezia. Giovedì 29
settembre alle 21 sempre al PalaBerta arrivano Gualtiero Bertelli
e Edoardo Pittalis con “Poenta e
schei: il Veneto dagli emigranti
ai migranti” e venerdì 30 settembre (PalaBerta) incontro con
Corrado Formigli autore del libro “Il falso nemico“ e con Paolo
Possamai direttore de il mattino
di Padova.
(a.pi.)
Piazza strapiena per Lilli Gruber intervistata dal giornalista Stefano Edel
Sergio Staino, vignettista satirico e direttore dell’Unità, e Bruna Coscia
la giornata nemec
La magia della chimica per i bimbi
Porte aperte nei lavoratori universitari di via Marzolo: è il pienone
Occhi stupiti davanti a uno dei tanti esperimenti nei laboratori di Chimica
Non è magia, ma lo sembra per
davvero: tanto che gli organizzatori dell’evento l’hanno messo in chiaro fin dal titolo,
Nemec, che sta per Non è magia: è chimica. Ma quando la
scienza va spiegata ai bambini,
diventa un incantesimo fatto
di fluidi colorati, materiali che
cambiano consistenza, banane di cui si può estrarre il dna e
fiammate inattese. In via Marzolo 1, una volta l’anno, le porte si aprono ai più piccini per
raccontare loro una cosa semplice: la chimica è bella e può
stupire, più dei giochi di prestigio. L’intento non è banale, ma
riesce sempre: i chimici
dell’ateneo (professori, ricercatori, dottorandi e studenti) studiano il programma per quasi
un anno, rendendolo sempre
nuovo e avvincente, ricco di
giochi, esperimenti, informazioni utili e... magie. Ieri è andata in scena la nona edizione
della manifestazione, che anche quest’anno ha toccato il
sold-out: la mattina è interamente riservata alle scolaresche, mentre il pomeriggio è
dedicato alle famiglie. Gli spazi
e le norme di sicurezza impongono numeri fissi, quindi posti
da prenotare. Quelli disponibi-
li sono duemila in tutto e, di solito, si esauriscono già a pochi
giorni dall’apertura delle iscrizioni. I bimbi possono mettere
"le mani in pasta" nei laboratori dell’università, naturalmente con tutte le precauzioni del
caso: occhiali protettivi, guanti
in lattice, debita distanza quando serve e sorveglianza dei vigili del fuoco. C’è chi studia le
proprietà della frutta, chi maneggia sostanze che cambiano
forma e consistenza, chi osserva un fuoco che, inaspettatamente, si tinge di rosa o di blu.
Con Il gioco dell’Oca Chimica
e con La Tombola Chimica
s’impara la scienza giocando,
mentre per i più grandicelli sono stati organizzati una serie di
incontri e conferenze (a cura
del Dipartimento di Scienze
Chimiche con la partecipazione del Comitato Italiano per il
controllo delle Affermazioni
sulle Pseudoscienze, il Cicap).
Per volare nell’universo della
Chimica, poi, c’era il Molecolario: l’equivalente di un planetario molecolare, con proiezione
di filmati coordinati da un unico filo conduttore riguardanti
alcune molecole di utilizzo comune (zucchero, cellulosa,
aspirina ed altre). Infine, per la
gioia di tutti, il tradizionale
spettacolo Magichimici: sessanta minuti di stupore, umorismo e poesia. In grado di lasciare a bocca aperta un pubblico di tutte le età.
Silvia Quaranta