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Stefano Massaron
30/09/2016
Soundtrack consigliata per la lettura dell’articolo:
Mi si chiede di scrivere le mie impressioni “a caldo” dopo la sconfitta di Praga. Nel momento
in cui inizio questo articolo sono le 00:03, e ancora sono inferocito come una iena, quindi
immaginatevi se l’avessi scritto prima. In realtà a mente fredda — è vero, ci si raffredda — ci sono
considerazioni che non avrei potuto fare al triplice fischio dell’inetto portoghese (allora,
chiariamo subito: questa sera, nemmeno se ci fosse stato Rocchi e noi fossimo stati la
Juventus sarebbe cambiato il risultato, ma comunque il primo gol dei cechi era in fuorigioco e
non si è mai visto un arbitro che ammonisce un giocatore e poi fa battere la punizione “a sopresa” —
cosa che stava per costarci il terzo gol a inizio secondo tempo).
La volpe e l’uva
Non è la favola che fa per me. È vero, per carità, dell’Europa League frega ‘na sega a nessuno,
ma a me scoccia. Siccome se avessimo vinto 6 a 0 (come avremmo dovuto) avrei goduto come un
riccio, perdere in ‘sto modo mi dà molto fastidio. Non condivido i discorsi che ho letto e sentito di
interisti che dicono “e vabbe’, non riesco a incazzarmi, questa coppa è stupida”.
Nein. Non c’entra il fatto che i cinesi vogliono fare bella figura perché così magari la ZTE ci dà una
ventina di milioni di sponsorizzazione, c’entra il fatto che — santo dio — la mia Inter gioca in
Europa e, anche se è l’Europa di serie B, la mia Inter è l’unica squadra italiana che in serie
B non c’è mai stata. E quindi mi scoccia. Mi dà un fastidio che non vi dico, fare ‘ste figure.
Michel Platini
La genialata di Platini
Ma, dovendo comunque analizzare il contesto, non si può non passare per l’astrusa idiozia che,
siccome una società è indebitata, per aiutarla a risollevarsi gli si affibbiano multe milionarie e le si
impedisce di schierare i suoi giocatori nelle coppe europee. È un po’ come dire che, visto che un mio
amico è in difficoltà finanziaria, io per aiutarlo gli chiedo immediatamente indietro tutti i soldi che
mi deve e, in più, gli impedisco di andare a lavorare per i dodici mesi successivi.
Perché, in realtà, la figuraccia di ieri sera — che fa il paio con quella di due settimane fa — è figlia
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(non solo) di questo. Se in Europa League non puoi schierare Joao Mario, Jovetic, Kondogbia,
Barbosa (mi rifiuto di chiamarlo “Gabigol”, scusate), allora bisogna forse rivedere il
meccanismo del FPF. O cancellarlo del tutto, che sarebbe meglio.
Un padre esemplare
Gli altri padri di questa HorrorInter
Oh, ce ne sono. Mica è solo Platini. Fatta la tara alla genialata del franco-juventino, se ci
ritroviamo a schierare gente come Felipe Melo e Eder vuol dire che, per un motivo o per l’altro, li
abbiamo ancora in squadra. E in squadra ci sono arrivati — spiace dirlo — per esplicito volere di
Mancini, che a gennaio dell’anno scorso fece carte false per prendere Eder invece che
quell’altro della Samp — centrocampista — di cui ora, francamente, mi sfugge il nome. E Felipe
Melo? Idem.
Questa InterHorror ha tanti padri. Detto di Platini e Mancini, non si può non menzionare
Moratti, che ha sventrato l’Inter vincente del 2010, e anche Erick Thohir, che — pur avendo di
fatto resuscitato il cadavere — ha confermato Mazzarri. La timidezza da oratorio, la scarsità di
“attributi” risalgono a quell’epoca buia, in cui si giocava con una linea difensiva a sei, o a
sette, o magari anche a otto, avendo paura di tutto e di tutti.
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Stefano Massaron, “Autoritratto” (29 settembre 2016, ore 18:24)
Errori (orrori) da oratorio
Ciò detto, purtroppo mi tocca tornare alla partita di ieri sera. E agli svarioni devastanti,
raccapriccianti, inconcepibili che l’hanno caratterizzata. Il primo gol è da antologia del noncalcio: ci sono tre errori consecutivi (tre) nella stessa azione. Il secondo, poi, è da Oggi le
comiche. Nemmeno quando giocavo (malissimo) all’Oratorio San Leone Magno ci siamo mai
sognati di farci sorprendere da una punizione stupida lasciando un uomo libero — e tenuto
in gioco — esattamente al limite dell’area. E avevamo undici anni. Forse anche meno. E il terzo gol?
Non ho mai giocato a calcio davvero, nel senso che non ho mai avuto una formazione tecnico-tattica
specifica, ma quello che ha combinato la difesa dell’Inter è, anche questo, da antologia del “così
non si fa”: palla che spiove sul secondo palo, sponda che trova un attaccante (anzi due) liberissimi
nell’area piccola. Portiere che non esce, difensori sballati, orrore orrore orrore.
Titolari e riserve: parliamone
Ora, però, si pone il problema più grande. Personalmente, sono convinto che un bel po’ dei
milionari scesi in campo questa sera non siano all’altezza dell’Inter. Su questo non ci piove.
Eder (grazie Mancini) è irritante. Felipe Melo è improponibile. Ranocchia (spiace davvero per lui)
è rimasto scottato indelebilmente dalla cura-Mazzarri e non si riprenderà più. Palacio (a cui
voglio davvero bene) ha 34 anni e sarebbe anche ora che svernasse in Argentina.
I problemi sono altri, però, a mio parere. Ovvero, i giocatori che dovrebbero far parte dell’Inter
titolare. Jeison Murillo, quando non ha accanto Miranda, vale più o meno quanto Andreolli. Ever
Banega, quando non ha accanto Joao Mario, sembra quasi sperduto. Handanovic è (così
dicono, io non sono d’accordo, ma è mia opinione e quindi discutibile e confutabile) un grande
portiere, ma non dà mai quel quid in più quando la difesa fa schifo, come invece faceva il Julio
Cesar dei tempi d’oro: se c’era un errore difensivo, lui nove volte su dieci rimediava… o almeno
provava a farlo.
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Vade Retro, Eder
Poi vedi entrare Icardi e, in mezzo minuto, fa una verticalizzazione da urlo per Eder. Vedi entrare
Perisic e, in mezzo minuto, diventi pericoloso sulla fascia sinistra. Candreva (che io, stupidamente,
relegavo a “pacco” voluto da Mancini e rifilato a DeBoer, perché anch’io sbaglio, a volte, anzi
spesso) è l’unico che abbia tentato di costruire qualcosa di pericoloso.
E allora ci si affida alla madonna di Lourdes perché ci preservi almeno questi quattro o cinque. I
giornalai italiani (domani scriveremo dell’obbrobrio vergognoso della Gazzetta), incompetenti
e mendicanti di copie vendute, si arrabattano sulla Icardipendenza dell’Inter, ma io temo che
l’Inter sia molto, molto, molto JoaoMario-dipendente. Quando lui non c’è, il gioco non gira.
Nemmeno con Ever Banega.
Le pagelle
Le faccio, perché di solito le facciamo. Vorrei non farle, ma le faccio.
Handanovic SV — Lo lascio senza voto perché sono un suo detrattore ormai da anni. A me non
piace, e ieri sera non ha fatto nulla — non ha nemmeno provato — per tentare di rimediare a orrori
di cui non aveva (nessunissima) colpa. È un grande portiere, dicono, quindi nessun voto.
Dateglielo voi.
D’Ambrosio 4 — Se all’insipienza tattica ormai riconosciuta aggiunge anche mollismo e
caracollarperilcampismo, è più o meno da serie B.
Murillo 4,5 — Senza Miranda non vale uno stinco del Murillo-con-Miranda. Perde palloni, rilancia
nel nulla, svirgola, si fa saltare. Un incubo. Il mezzo voto in più è perché non può prendere lo stesso
voto di D’Ambrosio.
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Ranocchia 4 — Non ci vogliono le pagelle, ci vuole uno psicanalista. Era davvero più bravo di
Bonucci, io me lo ricordo bene. Si fa anche espellere. Penso che sia irrecuperabile. Da cedere il
prima possibile, anche a costo di minusvalenze.
I nostri due centrali difensivi
Miangue 5 — Non ripete la prova convincente di domenica. Naufraga insieme a tutti gli altri. Però…
però ha 18 anni e, al momento, vale di più sia di D’Ambrosio, che di Santon, che ovviamente
di Nagatomo.
Felipe Melo 3 — Vattene. Davvero. Son capaci tutti di battersi il tatuaggio, il polso, l’avambraccio
quando gli altri tuoi compagni vincono le partite. Dovrebbe fornire almeno un po’ di grinta, invece fa
soltanto pena.
Gnoukouri 5,5 — A parte i subentrati, il migliore in campo. Prova nettamente al ribasso rispetto
a domenica, comunque è l’unico che tenta di fare qualcosa che non sia una cazzata dietro l’altra.
Ever Banega 5 — Un paio di aperture, una delle quali straordinaria per Candreva, e nient’altro. Se
si pensa che lui da solo possa reggere la squadra, si sbaglia. Ha bisogno di Joao Mario — come
tutti noi, del resto.
Candreva 5,5 — Almeno prova a fare qualcosa. Le uniche (poche, pochissime) volte in cui l’Inter è
pericolosa è per merito di una sua iniziativa. Fesso chi, come me, lo riteneva soltanto “l’ultimo
pacco di Mancini”.
Eder 3,5 — Si divora il gol del possibile 3-2 che avrebbe messo almeno un po’ di paura a quelli là nei
minuti di recupero. Caro… vattene. Vai a giocare con Conte in panchina e con Pellè come
compagno d’attacco. Ovvero in Cina (Conte in Inghilterra non durerà ancora molto). Lontano, più
lontano possibile dall’Inter e da San Siro, please. Il mezzo voto in più è perché non può prendere lo
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stesso voto di Felipe Melo.
Eder Citadins Martins
Ansaldi 6,5 — Bravo. Un bell’acquisto, a quanto si è visto questa sera. Meno male che è tornato
(le possibilità di rivedere in campo Nagatomo calano sensibilmente).
Perisic 6 — Lo so, è facile dare voti positivi a chi entra, però… però si fa sentire subito.
Icardi 6,5 — In un quarto d’ora è più pericoloso di tutti gli altri messi insieme in novanta minuti. Un
assist favoloso per quell’incapace di Eder, un colpo di testa decente su cross di Ansaldi.
De Boer 5 — Mi spiace. Io amo Frank, ed è quello che ha meno colpe di tutti. Ma dobbiamo
deciderci: l’Europa League ci interessa oppure no? Perché, se ci interessa, allora non si può
tenere fuori Icardi e Perisic. E nemmeno Brozovic, sinceramente. Visto che, se la coppetta ci
interessa, dobbiamo vincere le prossime quattro, direi che il turn-over è da mettere nel cassetto
definitivamente. Icardi, Perisic, Candreva dal primo minuto. FDB è quello che ha meno colpe, mi
rendo conto, però i giocatori (non tutti) ce li ha. E quindi dovrebbe schierarli — anche per far capire
agli altri, e ai dirigenti dell’Inter, che con Melo Eder & Co. non si va davvero da nessuna parte.
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