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PRIMO PIANO
Referendum, Civati: «Noi per il no, ma non con D’Alema». Ci voleva lui per guidare il fronte del no al no.
Filippo Merli
Poco portati per la geografia
La conoscenza dell’astronomia è nel Dna dei grillini,
come indica il titolo del loro movimento: Cinque Stelle.
Ma quelli che, in questo Movimento amano la geografia
non devono essere molti. Già il 17 dicembre 2015 Michele Giarrusso, in un indignato discorso al Senato, aveva
chiamato Mosul «la roccaforte dell’Isis in Siria» (mentre
è in Irak). L’altro giorno Luigi Di Maio, compassato e stylisé vicepresidente della Camera, per paragonare Renzi
a Pinochet ha confuso il Cile col Venezuela. Il giovane è
un po’ sventato: nel luglio scorso ha parlato di una «lobby
dei malati di cancro»; e di una mail bollente sul caso Muraro si è «dimenticato». Trentenne, con scarsa simpatia
per il congiuntivo, era annunciato come il possibile futuro
premier del M5S. Forse dovrebbe leggere di più e parlare di meno, seguendo l’imperativo del suo Capo: «Taci, il
giornalista ti ascolta».
Gianfranco Morra
Libero di Vittorio Feltri s’è arrizzato
A sentire gli intossicati della sinistra pura, nelle imprese
non servono i numeri uno. Invece ogni giorno la vicende economiche (e anche politiche) dimostrano che è vero
esattamente l’opposto. Senza Marchionne, ad esempio,
la Fiat (oggi Fca) sarebbe fallita. Apple tentò di disfarsi si Steve Jobs (perché era troppo accentratore ed arrogante) ma dovette rientrare sui suoi passi. La stessa
cosa si verifica adesso con il quotidiano Libero. È bastato
l’arrivo alla direzione di Vittorio Feltri (che, in più, ha
perso diversi giornalisti di punta che non ha sostituito con
nessun altro) per far arrizzare un giornale spento perché
ripetitivo, rendendolo subito frizzante e impertinente e
trasformandolo in un imprevedibile protagonista della vita
politica italiana.
Patrizio Arisi
Tifoso della Juve come lo era Togliatti
È ricominciato il campionato di calcio e, come al solito,
non me ne frega niente. Però sì, sono tifoso della Juventus
per lo stesso motivo di Togliatti: «Così la domenica sono
sicuro di vincere».
Antonino D’Anna
Giulia Franceschi fu assunta per concorso
Con riferimento al mio articolo sulla sanità lombarda
pubblicato da ItaliaOggi martedì 13, debbo formulare una
precisazione riguardante il Policlinico di Milano: Giulia
Franceschi non è stata assunta per chiamata diretta ma
a seguito di procedura concorsuale. Rimane il macigno
della sua retribuzione molto più elevata dei correnti standard dirigenziali.
Ambrogio Rovidetti Detti
Abi e anticipo pensionistico
Con riferimento al contributo di Giuliano Cazzola
riportato su ItaliaOggi del 14 settembre, ci preme segnalare alcuni aspetti in tema di Ape. Dalle informazioni pubblicamente disponibili è bene ricordare che
l’Anticipo finanziario pensionistico è una iniziativa del
Governo volta a introdurre elementi di flessibilità nelle
scelte dei singoli lavoratori prossimi all’età di pensionamento di vecchiaia, attualmente oggetto di confronto
con i Sindacati dei lavoratori. Sempre dalle informazioni
pubblicamente disponibili emerge che l’operazione avrà
caratteristiche tali da consentire il rispetto delle regole
definite anche a livello europeo. L’Abi e il mondo bancario
italiano potranno esprimere una valutazione compiuta
dell’operazione solo nel momento in cui saranno definiti
tutti i termini della questione e saranno disponibili informazioni formalizzate. Sicuramente possiamo affermare
che tale iniziativa non è stata sollecitata dalle banche,
ma quando le banche verranno formalmente coinvolte
riteniamo che non faranno mancare il loro concorso, nel
rispetto di tutte le regole di stabilità, vigilanza e concorrenza a cui devono sottostare.
Gianfranco Torriero
Vice direttore generale ABI
15
PERISCOPIO
INTERVENTI
Satira in crisi. Troppo forte la concorrenza di Luigi di
Maio.
Claudio Cadei
Giovedì 15 Settembre 2016
DI
PAOLO SIEPI
Vuoi mettere quanto è chic dirlo a Parigi?
Mouvement cinq étoiles… Dino Basili. Studi
Cattolici.
(In risposta a Indro Montanelli
che diceva: «In chiesa De Gasperi
si rivolgeva a Dio e Andreotti al
prete»). «Parlare con i preti non
mi pare sia una cosa disdicevole,
tant’è vero che, in tempi elettorali, anche i più anticlericali fanno delle serenate
ai preti che sono straordinarie». Giulio Andreotti.. Il Secolo d’Italia.
Migliaia di americani sono convinti che la
Clinton sia in realtà una sosia. Il problema è
che sono di più quelli che pensano che Trump
sia un presidente. Antonio Satta. MF.
Come avversario della Raggi,
e da lei battuto, mi rode, perché
a
avrei
voluto essere io al suo posto.
C
Come
cittadino romano, invece,
s
sono
seriamente preoccupato di
come si stanno mettendo le cose nella mia città.
Roberto Giachetti, deputato Pd sconfitto
dalla Raggi a Roma. Un giorno da pecora.
Radio Rai 1.
D’estate quando i politici vanno in ferie, c’è
sempre uno di loro che approfitta delle assenze
per prendersi la ribalta. Spesso è il colpo di
coda o canto del cigno, chiamatelo come volete,
di uno che contava e che ormai non conta più.
Prima di rassegnarsi al dimenticatoio, Pierferdinando Casini, per fare un esempio, era un abbonato alle uscite ferragostane pubblicate con
evidenza dai giornali in mancanza d’altro. Una
volta, ricordo, propose un’alleanza trasversale
(centro, sinistra, sinistra estrema) per liberare l’Italia da Silvio Berlusconi. Erano giorni
torridi, oltre i 40 gradi. Con le prime brezze
di settembre, puntualmente, Casini tornava
nell’alveo del suo partito zero virgola, che allora
si chiamava Udc, oggi non so, ibernandosi per
un anno. Giancarlo Perna, scrittore politico. Libero.
Atac, l’azienda municipalizzata dei trasporti romana, aveva trenta o quaranta avvocati
esterni: perché non fare lavorare i venti interni? Mistero. Lo stesso vale per la manutenzione, era tutta affidata fuori. Ora ci pensano le
nostre officine. C’erano nove direzioni. Nove!
Ora abbiamo solo una linea giuridico-economica e una linea operativa. La catena di comando
è diventata cortissima, un ordine che esce da
qui deve trovare subito risposta. Ah, ho rimandato i dirigenti in strada: una volta alla settimana fanno i verificatori. Uno può anche fare
il suo lavoro infischiandosene. Ma al rientro
devono scrivere una relazione, che finisce sulla rete intranet. Noto ritorni positivi. Marco
Rettighieri, direttore generale dell’Atac,
municipalizzata trasporti di Roma, tre
giorni prima di essersi dovuto dimettere. (Claudia Arletti). ilVenerdì.
Ogni anno, in settembre,
prima di iniziare la nuova
stagione di concerti e opere a
Chicago e in giro per il mondo,
sento il bisogno irrefrenabile di
assorbire nuove energie dalle
antiche radici delle due regioni da cui provengo: la Campania e la Puglia. Molfetta,
le grandi cattedrali romaniche, Castel del
Monte, misterioso maniero di Federico II,
Napoli, mia città natale, e molti altri luoghi
del grande Sud, a turno, ridanno vigore e
entusiasmo alla mia attività di «musicista
pellegrino». Riccardo Muti. Corsera.
Laurent Fabius ha peccato
di insolenza. Ritiene di essere
d
««il migliore ministro degli afffari stranieri del mondo» esigendo, in modo ridicolo, la parg
ttenza di Assad senza averne i
mezzi e mostrandosi di una intransigenza
totale con riferimento all’Iran, o adottando
un’attitudine autistica rispetto alla Russia.
Questa diplomazia morale, di cui Sarkozy era
anche lui un adepto, soffre di megalomania.
Un esempio: nella riforma Kouchner del ministero degli Esteri francese era stata creata
«una direzione dei beni pubblici mondiali».
Jean-Christophe Rufin, già presidente
di Azione contro la fame. Le Figaro.
Gli storici futuri leggeranno giornali, libri, consulteranno documenti d’ogni sorta
ma nessuno saprà capire quel che ci è accaduto. Come tramandare ai posteri la faccia
di F. quando è in divisa di gerarca e scende
dall’automobile? Leo Longanesi, Parliamo
dell’elefante. Longanesi, 1947.
Nel Municipio di Modica, città
natale di Salvatore Quasimodo,
sono finiti i suoi quadri. A Roccalumera, uno dei tanti luoghi
dove suo padre era passato (il
padre, capostazione in continuo
trasferimento, dopo il terremoto di Messina,
aveva abitato in un vagone, su un binario
morto), la scrivania, la libreria, un lampadario. A Curzia, la penna, l’accendino, i fazzoletti, alcune magliette. Le piccole cose quotidiane, quelle che ha toccato di più. Edgarda
Ferri. la Repubblica.
Se l’ho sposata è stato perché c’avevo dei
buffi co’ mi’ suocero, è stato lui che m’ha fatto
decollà cor bìsnes, che ho potuto fà i primi investimenti... ma lei pure, affetto poco, pochissimo, in negozio era tutta caruccia coi clienti
e a casa con un grugno... pe’ faje fà er dovere
suo, certe volte l’ho dovuta pure menà. Walter
Siti, Il contagio. Mondadori, 2008.
Dalla parete di fondo, di un colore indefinibile tant’era sporca, c’era un sant’Antonio
Abate in una vecchia oleografia che lo raffigurava seguito da un suino («Sant’Antonio del
porcello» lo chiamava la gente) che vegliava
sulla piccola stalla. Eugenio Corti, Cavallo
rosso. Edizioni Ares, 1985 (28esima edizione).
I contadini moscoviti sono alti e forti, e infingardi al massimo, perciò irrimediabilmente destinati alla miseria. Non c’è modo di farli
lavorare se non mettendo mano alla knut, la
frusta. Per la maggior parte sono schiavi. Appartengono allo Zar, agli Knès, ai boiardi, ai
monasteri. Vengono trattati come bestie, ma
non sembrano sgradire il loro stato di asservimento. Se qualcuno ha la fortuna di essere
liberato, subito corre a rivendersi a un nuovo
padrone insieme con tutta la famiglia. Piera
Graffer, Caucaso. LoGisma, 2000.
Era di Bergamo lo scopritore
delle sorgenti del Mississippi:
d
Giacomo Costantino Beltrami.
G
Grazie a lui il Museo civico
G
di storia naturale della città
d
possiede oggetti degli Indiani
p
d’America che lo Smithsonian institute di
Washington gli invidia. Emanuela Daffra,
direttore del museo dell’Accademia di
Carrara di Bergamo. (Anna Mangiarotti). QN.
Ieri abbiamo fatto una nuotata potente
sul Naviglio, da Abbiategrasso alla Darsena
di Milano. I miliardari comunisti erano contenti. In effetti l’acqua del Naviglio è molto
pulita. Siamo tornati agli anni cinquanta, prima del boom economico. Infatti lungo i km di
Naviglio prima c’erano decine di aziende, ogni
tanto un fusto di atrazina ci volava dentro.
Dispiace, però si lavorava. Adesso l’acqua è
pulitissima. Baseremo tutta l’economia sulle
castagne. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.
Non c’è peggior nemico di chi abbiamo
amato, non amiamo più, e ancora ci ama.
Roberto Gervaso. Il Messaggero.
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