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PRIMO PIANO
Venerdì 2 Settembre 2016
La proposta arriva dal sindaco dem di Bolzano e presto verrà sottoposta all’Anci nazionale
Prostituzione legale per il Pd
Per salvaguardare il decoro e debellare la delinquenza
DI
L
liane che, di fatto, si sono divise
le varie zone. Le ragazze sono
controllate da differenti organizzazioni criminali e, secondo i
dati raccolti dalle forze dell’ordine, lo sfruttamento è in costante
aumento.
Non solo. La percentuale
di clienti che arriva a Bolzano
alla ricerca di sesso a pagamento sarebbe ormai pari a quella
dei residenti. Il prezzo per una
prestazione sessuale va dai 40
ai 50 euro.
Le donne più richieste hanno
anche dieci rapporti in una sola
notte, per un totale di 400-500
euro che, in gran parte, finiscono
alle organizzazioni criminali.
Per risolvere il problema, il
sindaco Caramaschi ha intenzione di proporre, alla prossima riunione dell’Associazione nazionale comuni italiani
(Anci), di cambiare la legge e di
legalizzare la prostituzione. «Gli
esempi, a livello continentale,
sono numerosi. In media, il Pil
nazionale degli stati comunitari conta su un più 1,5% dovuto
alla prostituzione», ha spiegato
l’esponente dem. «Negli altri paesi lo si sa con certezza, perché
GAETANO COSTA
egalizzala. Non la marijuana, ma la prostituzione. Mentre al centro del
dibattito parlamentare
c’è la liberalizzazione delle
droghe leggere, il sindaco Pd
di Bolzano, Renzo Caramaschi, sposta l’attenzione sulle
strade. In particolare, sul tema
della sicurezza. Che, secondo
Caramaschi, riguarda anche
le squillo. «Non si tratta solo di
una mia idea personale, visto
quel che accade in almeno una
mezza dozzina di stati europei,
a partire dalla vicina Austria:
sarebbe il caso di legalizzare la
prostituzione».
Intorno al 20 agosto, la
polizia di Bolzano ha organizzato un’importante operazione
di controllo per monitorare il fenomeno della prostituzione. Gli
agenti hanno identificato 25 ragazze di diverse nazionalità che
stazionano, per ore, sulle strade
della città.
L’AltoAdige, in proposito, ha
tracciato una sorta di mappa
della prostituzione, con nigeriane, romene, albanesi e ita-
l’attività è stata legalizzata e,
quindi, è controllabile e misurabile. In Italia, invece, possiamo soltanto stimarne la portata
economica».
Sempre l’AltoAdige ha
lanciato un sondaggio per
tastare l’orientamento dei cittadini circa la proposta del
sindaco. Il risultato, sinora, è
equilibrato: per il 50% degli
utenti, non si può legalizzare
la vendita del corpo delle donne. Per il 49%, la legalizzazione
della prostituzione metterebbe
fine ad abusi e a una situazione
di disagio.
«Mi è capitato, nei giorni
scorsi, di passare per i Piani,
di sera», ha proseguito Caramaschi in riferimento a una
delle zone della città in cui il
flusso dei clienti è continuo. «È
uno spettacolo indecoroso: in
strada, sotto le case, nei cortili.
Si deve garantire la serenità a
tutti, concentrando poi le energie sugli altri problemi di ordine pubblico e di sicurezza».
Una volta risolto, con la
legalizzazione, il problema
della prostituzione, il sindaco
Pd ha altri progetti per cercare
VOI SARETE QUI
di rendere più sicura la città. A
cominciare dall’incremento delle pattuglie dei vigili urbani in
servizio sulle strade durante la
sera e dal potenziamento della videosorveglianza, sino ad
arrivare all’istallazione di 50
nuovi lampioni per garantire
un’illuminazione intensa nelle vie di Bolzano. Il tutto per
scongiurare furti e altri episodi di delinquenza che, secondo
Caramaschi, sono dettati anche
dalla prostituzione. Per questo,
il sindaco ha le idee chiare: legalizzala.
CARTA CANTA
I Barilla raddoppiano
l’utile ma ci rinunciano
DI
ANDREA GIACOBINO
I
quattro fratelli Barilla (Guido, Emanuela, Luca
e Paolo) vedono più che raddoppiare l’utile ma
decidono comunque di rimanere a bocca asciutta.
Qualche giorno fa, infatti, hanno deliberato di destinare alla riserva l’intero utile di 59,6 milioni di euro
segnato nel 2015 dalla loro cassaforte Guido Barilla &
F.lli (Gbf), presieduta da Guido, che controlla l’omonimo
colosso alimentare, e che si confronta con un profitto
di 24,7 milioni del precedente esercizio. La migliorata
redditività si deve ai proventi delle due controllate Baring e Cofiba, che hanno garantito cedole per 61 milioni
rispetto ai 25,5 milioni del 2014.
Il consolidato dell’accomandita della dinastia
parmense conferma i segnali di miglioramento: l’utile,
infatti, è aumentato anno su anno da 122 a 144 milioni,
mentre l’ebitda è rimasto stabile a circa 1,3 miliardi in
presenza di ricavi lievemente all’insù da 3,25 a 3,38
miliardi. In compenso l’ebit è migliorato anno su anno
da 288 a 306 milioni. A fronte di un patrimonio netto di
619,4 milioni, i Barilla hanno visto i debiti verso banche
attestati a 480 milioni circa e un indebitamento netto
di 771 milioni, mentre lo scorso anno è stato emesso
da Barilla Iniziative un nuovo prestito obbligazionario
piazzato sul mercato americano, del controvalore di 185
milioni di dollari, che scadrà nel 2027. La holding poteva
contare su linee di credito non utilizzate e irrevocabili
per 700 milioni scadenti nel 2019.
Ottimo Bolton Group
(che è di Bergamo)
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Rafforzamento patrimoniale per Bolton Group (Bg), il grande gruppo di alimentazione controllato dalla famiglia Nissim
e presieduto dall’avvocato d’affari Sergio Erede. Qualche
settimana fa, infatti, l’assemblea dei soci ha destinato a utili
portati a nuovo e riserve l’intero utile netto civilistico 2015 di
84,4 milioni rispetto ai 217 milioni di profitto del precedente
esercizio, contrazione dovuta soprattutto al cambio del metodo di valutazione dei dividendi incassati dalle partecipazioni.
La holding, comunque, gode ottima salute finanziaria visto
che a fronte di un patrimonio netto di oltre 1,3 miliardi ci
sono debiti di soli 259 milioni, di cui 200 milioni verso banche. Il valore delle partecipazioni sale anno su anno da 520
a 694 milioni a causa dell’acquisto per 163 milioni del 75%
gruppo conserviero galiziano Garavilla. Peraltro Bg ha un
ampio polmone finanziario con attività non immobilizzate
pari a 543 milioni rappresentate perlopiù da obbligazioni
(137 milioni) e azioni (402 milioni).
Il consolidato fotografa un gruppo, guidato dall’amministratore delegato Salomone Benveniste, presente
in oltre 125 paesi con 3mila 700 dipendenti e forte di 50
marchi, tra cui alcuni celebri quali i tonni Rio Mare, Palmera
e Nostromo, la carne Simmenthal, i prodotti per la cosmesi e l’estetica personale Manetti & Roberts, Cadey, Chilly,
Brioschi, Sanogyl, Collistar e Somatoline, i detergenti per
la casa Omino Bianco e WcNet e gli adesivi Uhu e Bostik. I
ricavi di gruppo sono saliti anno su anno da 1,6 a oltre 1,7
miliardi (di cui il 9,1% realizzati all’estero), l’ebitda da 657 a
667 milioni, l’ebit da 242 a 260 milioni e l’utile da 181 a 191
milioni. Scomponendo il fatturato per i settori l’alimentare
pesa per il 50,8%, i cosmetici e i prodotti per la cura della
persona per il 20,9%, i detergenti per la casa per il 15,7% e
gli adesivi per il residuo 12,5%.