Programma - elezioni spi 2016

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ElezioniSPI2016
MassimoVigna‐Taglianti
SegretarioScientifico
MassimoVigna‐Taglianti
PuntinodalidellacandidaturaaSegretarioScientifico
All’origine della mia candidatura a Segretario scientifico nazionale rintraccio due
spinte principali, frutto della mia esperienza istituzionale presso il Centro Torinese di
PsicoanalisienellaSocietàPsicoanaliticaItaliana.
Dall’esperienzaalivellolocalehoappreso–divenutomembroassociato–amettermi
al servizio dell’istituzione, assumendomi incarichi di responsabilità crescente e affinando la
mia capacità di lavorare in gruppo: prima come Rappresentante nella Commissione
Intercentri,poicomemembrodelComitatoB/A,comeConsiglierepergliECMeinfinecome
Segretario Scientifico. In questo ruolo ho potuto sperimentare la possibilità di progettare e
realizzareunprogramma,lavorandoassiduamenteingruppo.
Alivellonazionale,oltreastimolipiùgeneralilegatiallavitascientificaeistituzionale,
l’aver fatto parte della Commissione Scientifica, entrando quindi nel cuore istituzionale
scientificodellaSPI,harappresentatounostimolodeterminantenelladecisionedicandidarmi
alleprossimeelezionicomeSegretarioscientificonazionale.
Unabrevepremessa
Se è vero, come oggi crediamo, che l’individuo non sia il risultato automatico della sua
combinazionegenetica,maèinveceilrisultatodelsuosviluppo,valeadiredellasuainterazione
con l'ambiente in cui nasce e cresce, dobbiamo ammettere che la psicopatologia individuale
cambia, così come cambia l’individuo umano, a seconda dell'ambiente socio‐culturale in cui si
forma (Gaddini, E., 1984. Se e come sono cambiati i nostri pazienti fino ai nostri giorni. Riv.
Psicoanal.,30:560‐580).
ApartiredaquestopensierodiEugenioGaddinivorreiarticolareipuntinodalidelmio
discorsoprogrammatico.
Iprofondicambiamentisocio‐culturalichestiamovivendoeilvenirmenodeigaranti
meta‐sociali che hanno caratterizzato il ventesimo secolo, sospingono inevitabilmente la
psicoanalisi a confrontarsi con una realtà del soggetto molto complessa, poliedrica e
cangiante:unarealtàchedeveessereattentamentestudiataecompresa.
Miriferiscoquiinparticolarealfattoche–citandoancoraGaddini–volentionolenti,
da circa un secolo, gli psicoanalisti sono un esercito di ricercatori che indagano
sistematicamente sulla patologia del funzionamento mentale e, di riflesso, sul funzionamento
mentalenaturale.Questocamminoècontuttaprobabilitàdeterminatodallasituazioneclinica
maanchedalfattochelasituazioneterapeuticaèl’unicavalidaperlaricerca,unaricercache,
comeFreudcihatrasmesso,deveesserecaratterizzatadadueaspettimoltorilevanti:ilsenso
dellascientificitàeilsensodellagradualità.
Mi piacerebbe quindi immaginare la Società Psicoanalitica Italiana – sul piano
scientifico–comeunpotenzialeefecondolaboratoriodiricercateoricaeclinica,capaceda
unlatodiesplorareunampioventagliodiareedistudioedall’altrodivalorizzarealmeglioil
grande contributo che gli analisti italiani hanno dato e continuano a fornire al pensiero
psicoanalitico.Inparticolare,nelcasofossieletto,auspichereidipoterdareunforteimpulso–
ripartendo dalla situazione clinica e valorizzandola al massimo – allo studio del
funzionamento mentale con particolare attenzione a quelli più primitivi (sempre più
diffusiancheinpazientichepresentanoareepsichichepiùevoluteesemprepiùrilevabilida
partedeglianalisti,chehannospostatomoltoinlàiconfinidellaloroesplorazionenelcampo
dellapsicopatologia)edelfunzionamentodellacoppiaanalitica.
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Osservare, discutere e teorizzare ulteriormente questi aspetti cruciali dell’odierna
pratica psicoanalitica porta inevitabilmente alla ribalta altri due elementi di grande rilievo
scientifico:1)l’esplorazionedeifattoriterapeuticiingioconelprocessopsicoanalitico;2)un
necessarioeimprocrastinabileconfrontodialetticotramodelliteorici.
Alla luce di questa breve premessa individuo quindi alcuni ambiti essenziali,
strettamente intrecciati tra di loro, per mantenere scientificamente viva la ricerca
psicoanaliticaeildibattitoteorico‐clinicoall’internodellanostraSocietà.
Gliambiti
 Come ho anticipato, ritengo indispensabile rilanciare lo studio e il confronto sui
fattori implicati nell’azione terapeutica della psicoanalisi sulla scorta della
rilevanzaclinicachehannoviaviaacquisitoifunzionamentimentaliprimitivie
patologici; una rilevanza che ci interroga e ci costringe a ripensare all’eventuale
impattochequestiultimihannosuldispositivoanalitico.
 Lacapacitàdeglianalistiodiernidicoglieremaggiormentenellarelazioneanalitica
l’emergere e il dispiegarsi di questo tipo di funzionamento psichico implica – nel
solcogiàpercorsoconsuccessoalivellodell’IPA–lanecessitàdiavviaregruppidi
ricerca sul processo analitico basati sull’osservazione dei fenomeni insiti nella
situazione clinica paziente‐analista: una ricerca focalizzata su questo aspetto non
può esimersi da un attento confronto tra i modelli teorici che vengono
attualmenteutilizzatiperlacomprensionedelprocessopsicoanalitico.
 La correlazione tra studio clinico dei fattori terapeutici e confronto sui modelli
teorici–entrambicondotticoncontinuitàeinadeguaticontenitoriscientifici–può
contribuire a mio avviso a focalizzare gli sforzi degli analisti italiani sui
fondamenti di una comune teoria del trattamento psicoanalitico, ancorata
all’ereditàdelcorpusteoricofreudianomaallostessotempocapacediintegrarei
successivi contributi relativi al metodo psicoanalitico e allo sviluppo psichico del
soggetto.
 Una questione profondamente intrecciata con i punti precedenti è quella
concernente l’identità dell’analista: una sfera delicata che riguarda
inevitabilmente due versanti, quello della realtà interna (identità dell’analista e
identità psicoanalitica) e quello della realtà esterna (con le sue implicazioni
collegate ai rapporti con le istituzioni e con il mondo della cultura, dove
storicamenteglianalistisonostatipresenti).
 Per rilanciare una riflessionerealmente produttivaattorno a questi quattro punti
cardinali sono necessari sia il parziale ripensamento dell’organizzazione dei
contenitori scientifici già esistenti sia la creazione di nuovi “luoghi istituzionali”,
costruiti appositamente per confrontarsi, dibattere e far nascere pensiero sia sul
pianoteoricosiasuquelloclinico:ritengodunqueprioritarioattivaredegliatelier
permanentidiri‐letturadegliautoripsicoanalitici,classicienon,edeigruppidi
discussione clinica, sulla cui organizzazione mi soffermerò più dettagliatamente
in seguito, tenendo presente che esperienze di questo genere sono in parte già
presenti,inmanierapuntiforme,pressoiCentri.
 A questo proposito è necessario anche un ripensamento del ruolo della
Commissione Scientifica che, oltre a rappresentare più tradizionalmente una
preziosatask‐forceorganizzativo‐valutativaallaqualericorrereinoccasionedegli
eventiscientificinazionali,dovràesserepienamentevalorizzatanelsuopotenziale
ruolo di organismo capace di intercettare le traiettorie scientifiche della Società,
alloscopodifaremergerepiùcompiutamente,alivellonazionale,l’enormemole
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dilavoroscientificoprodottodaisocialivellolocale.Ciòsipuòrealizzareamio
avvisoattraversoun’attentamappaturadell’attivitàscientificaeffettuataneiCentri,
concretamente realizzabile perché i Segretari scientifici dei singoli Centri
appartengono agli esecutivi locali e promuovono la politica scientifica locale.
Questamappaturanonavrebbeunoscopodimerocoordinamento“calendaristico”
dell’attività dei Centri, ma piuttosto quello di condurre una ricognizione e
un’elaborazione di secondo livello degli “umori” scientifici delle singole realtà
locali,voltaacomprenderedoverealmentepulsailcuoreteorico‐clinicodellaSPI.
Perché mi pare importante tutto questo? In primo luogo perché, come ho già
anticipato,questopermetteràdifaremergeremaggiormenteunosforzoscientifico
che rischia di restare sommerso o ignoto agli altri membri della Società (e ciò
potrebbe condurre, per esempio, alla formazione di poli inter‐centri di studio su
determinate tematiche). In secondo luogo, questa “conoscenza condivisa”
rappresenterà un valore aggiunto al momento dell’organizzazione degli eventi
scientifici nazionali che “pescheranno” – per esempio per quello che potrebbe
essere il tema del Congresso Nazionale – nell’humus teorico‐clinico costituito dal
pensiero prodotto dai Soci. Tornerò su questo aspetto più dettagliatamente in
seguito,quandoparleròdellariorganizzazionedelCongressonazionale.
In sostanza uno degli obiettivi principali del mio progetto scientifico è quello di
realizzare un maggiore e più proficuo scambio “osmotico” tra Centri, SPI ed
Esecutivo nazionale, che a volte rischiano di procedere senza inviarsi i necessari
segnalidifeedbackedireciproca“posizione”teorico‐clinica.
In questa direzione si rivelerà fondamentale la stretta e programmata
collaborazioneconleattivitàdiinreacheoutreach,rivolteall’internoeall’esterno
della SPI, promosse dalla Vicepresidenza, dal Segretario generale, dal Direttore
dellaRivistadiPsicoanalisiearticolandoilpropriolavoroconiLaboratoriprevisti
nelprogrammadellaPresidenza.Obiettivospecificodelmioprogrammaèinfattiil
mantenimento di un’elevata qualità scientifica degli eventi organizzati dalla
Società,monitorandoemodulandounaeccessivaproliferazionedeglieventistessi.
Altrettanto rilevante a mio avviso è proseguire nella strutturazione e nel
consolidamentodiun’areadiriflessione,chepotremmodefinire“Psicoanalisitra
dialogo e dialettica”, volta a confrontarsi con discipline limitrofe e affini
(InfantResearch,Teoriadell’attaccamento,Neuroscienze),permegliocomprendere
leloroeventualiricadutesulpianoteoricoeclinico,purmantenendobensaldala
specificitàdelmetodopsicoanalitico.
Inoltre, sulla scorta degli attuali profondi mutamenti dei processi di
soggettivazione, mi pare fondamentale proseguire l’esplorazione delle nuove
“frontiere” psicoanalitiche e concettualizzare ulteriormente – in continuità con il
lavoro svolto dall’Esecutivo uscente – le estensioni del metodo psicoanalitico:
trattamentiabassafrequenzadisedute,lavoroconigruppi,lefamiglie,lecoppie,le
istituzioni. Un approccio mirato e non ideologico a questo “fronte” può far sì che
essodiventiuncampodieccellenzapsicoanaliticaediautenticatrasformazione.
Icontenitoriscientifici
 Il Congresso Nazionale della SPI: dal mio punto di vista l’organizzazione del
Congresso va profondamente rivista, sia sul piano scientifico che strutturale.
RitengochequestaoccasionediincontroscientificotraiSoci–datenersiconuna
cadenzaquadriennale,inmodotaledarispettareitempielaborativinecessarialla
produzionediunpensieroautenticamenteeprofondamentepsicoanalitico–debba
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essere concepita come una reale occasione di confronto e crescita scientifici. Il
Congresso dovrebbe dunque essere, a mio avviso, focalizzato su un tema teorico‐
clinico piuttosto “forte”, in grado di fare da asse portante e sul quale si possano
articolare differenti “costole” teoriche e cliniche: un tema che si coagulerebbe a
partiredall’interscambioscientificocui hofattocennoinprecedenza,fruttodiun
vivo e vivace dialogo scientifico tra Soci, Centri, Commissione Scientifica ed
Esecutivo. Entrando maggiormente nel dettaglio immagino un’organizzazione
“modulare”, con due sessioni plenarie di alto livello scientifico la mattina
(condotte da due relatori esperti e moderate da un solo Chair; la prima mattina
dedicata alla teoria, la seconda alla clinica) seguite da un ampio dibattito. Nel
pomeriggio il congresso proseguirebbe con “moduli” paralleli correlati al tema
congressuale:“gruppidilavoroclinico”didiscussionesuicasi(nellostiledeigruppi
di discussione clinica EPF metodoTuckett o Faimberg);“gruppidilavoroteorico”
diriletturaediscussionediuntestoodiunlavorodiunautore“classico”correlato
al tema principale del Congresso; presentazione di lavori individuali e/o panel;
Meettheauthor.
InalternanzaalCongressoNazionale–ognidueanni–ritengoimprescindibileun
altromomentodiincontroediscambiotraiSoci,costruitoperòinmanieradiversa
dalCongressonazionalechedovrebbemantenere,amioparere,unsuoconnotato
strutturalespecifico.ImmaginodunqueunConvegnodelladuratadiunagiornatae
mezzo, dedicato a un tema che intercetti in maniera creativa l’interfaccia tra
cultura, società e pensiero psicoanalitico (trattando temi come per esempio la
diagnosi psicoanalitica, le nuove famiglie, le nuove identità, il confronto con le
neuroscienze, le ricadute intra‐inter‐psichiche dei complessi fenomeni sociali cui
stiamo assistendo, la ricerca, etc.), ma che contempli anche la presenza di uno
spaziopomeridianofinalizzatoamantenereattiviiluoghiistituzionalinecessaria
confrontarsiteoricamenteeclinicamentesulfunzionamentomentale,sulprocesso
analiticoesuimodelli.
ISeminarimultipli:dasempreunappuntamentoscientificamentemoltofecondo.
Il Convegno Nazionale sulla psicoanalisi dei bambini e degli adolescenti: fin
dalprimoappuntamentosièrivelatounlaboratorioscientificodieccellenzadella
SPIperlibertàdipensieroericchezzadeicontributi.
IGruppidiRicercagiàattivieaccreditatipressolaSPI,conlerelativeGiornate
specificamentededicateallacondivisionedeilorocontributi.
Ritengo infine cruciale la valorizzazione editoriale dei temi scientifici
emergentineidiversiluoghiistituzionalidellaSPI(Centri,Congressi,Gruppidi
ricerca,Gruppiclinici):mipareessenzialeaumentare,infatti,lavisibilitàdellavoro
svoltodaiSocisiaattraversolacreazionediunacollanaeditorialecuratadalla
SocietàPsicoanaliticaItalianasiamedianteunassiduolavorodiinterfacciaedi
collegamento–conlaRivistadiPsicoanalisieconSPIWEB–voltoapermetterela
pubblicazionedellaproduzionescientificapiùqualificata.
In correlazione con quest’ultimo aspetto e al fine di ottimizzarelacondivisione
delle attività scientifiche promosse localmente o a livello nazionale, mi
piacerebberendereoperativounprogettodicomunicazionetraiCentrieconi
Centricheprevedalaregistrazioneelariproduzioneaudio‐videodisingolieventi
organizzati da questi ultimi, rendendoli fruibili anche a distanza, in diretta o in
streaming.
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