Lo studio PRISMA

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Lo studio PRISMA
Misurare la glicemia aiuta anche
le persone che non utilizzano insulina
a migliorare il controllo glicemico
e a fare scelte sempre più adeguate
nell’alimentazione. Lo conferma
una recente ricerca italiana, la più
grande mai realizzata sul tema
dell’autocontrollo ad oggi.
a tempo diabetologi e persone con diabete sono convinte
dell’importanza di misurare
la glicemia. «Mancavano però evidenze scientifiche forti sull’efficacia di questa pratica nelle persone con diabete non insulinotrattate»,
spiega Domenico Cucinotta, docente e direttore della Scuola di Specializzazione in Endocrinologia dell’Università di Messina.
Gli studi svolti fino al 2005 si limi-
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tavano, infatti, a confrontare il numero di misurazioni effettuate dalla persona con diabete. «Il fatto è
che, per misurare l’efficacia dell’automonitoraggio della glicemia, non
importa solo sapere ‘quante’ misurazioni sono state effettuate, ma ‘come’ e ‘quando’ sono state svolte e soprattutto quali provvedimenti sono
stati presi, sulla base di questi dati,
dalla persona con diabete e dal Team
diabetologico» continua Cucinotta.
L’autocontrollo strutturato.
Con il termine autocontrollo strutturato si definisce un modello nel
quale la persona con diabete riceve dal Team Diabetologico non solo
un glucometro e delle strisce, ma soprattutto le informazioni che le permettono di:
svolgere l’automonitoraggio nel
modo corretto;
sapere in quali situazioni e in quali
momenti della giornata, effettuare
le misurazioni;
conoscere i valori target entro i
quali deve rimanere la glicemia nei
vari momenti del giorno;
interpretare il dato e modificare di
conseguenza il proprio stile di vita (dieta e attività fisica), secondo
le indicazioni date dallo specialista.
Advisory Board
I componenti dell’Advisory Board
dello studio PRISMA:
Emanuele Bosi - Professore Università
‘Vita-Salute’, S. Raffaele, Milano
Antonio Ceriello - Professore Institut
d’Investigacion Biomediques
August Pi I Sunyer, Barcellona
Domenico Cucinotta - Professore
Policlinico Universitario ‘G. Martino’, Messina
Francesco Giorgino - Professore Policlinico
Universitario di Bari
Marina Scavini - Diabetologa Ospedale
S. Raffaele, Milano
Antonio Tiengo - Professore Università
di Padova
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Ritorno a Barcellona
La presentazione dello studio PRISMA, effettuata dal professor Emanuele Bosi a
nome dell’intero Advisory Board, è stato uno dei momenti salienti del 5° convegno
ATTD (International Conference on Advanced Technologies & Treatments for Diabetes) tenutosi a Barcellona dall’8 all’11 febbraio al Centre de Convencions Internacional di Barcellona. Molto atteso, lo studio Prisma è stato illustrato a una platea
di circa 1500 diabetologi di tutto il mondo attraverso una lunga relazione, a cui è
seguito un dibattito.
Negli ultimi due anni diversi studi hanno indicato l’efficacia dell’autocontrollo strutturato nella terapia del diabete di tipo 2 non insulinotrattato; PRISMA rappresenta
però il più grande studio multicentrico sull’argomento.
È interessante notare che proprio a Barcellona, nel 1998, vennero presentati i dati
dell’UKPDS, lo studio europeo che, per primo, ha confermato l’importanza dell’autocontrollo nella terapia del diabete e che, ancora oggi, è considerato una pietra
miliare dagli specialisti del settore.
Diversi studi svolti negli ultimi trecinque anni hanno sottolineato la
validità dell’autocontrollo strutturato. «Ma si trattava di studi svolti,
nella maggior parte dei casi, in un
solo Centro o in pochi Centri e su
campioni limitati di pazienti.
Per questo Roche Diabetes Care, già
nel 2005 ed in collaborazione con
sei diabetologi italiani di fama internazionale, ha deciso di dare vita a
PRISMA, il più grande studio multicentrico randomizzato sul tema
dell’autocontrollo strutturato», riferisce Massimo Balestri, Direttore di
Roche Diabetes Care Italia.
Emanuele Bosi, Professore Università
‘Vita-Salute’, S. Raffaele, Milano.
I dati raccolti con l’autocontrollo
strutturato sono di utilità non solo alla persona con diabete, ma devono essere analizzati e interpretati
dal diabetologo nel corso delle abituali visite. Sulla base di questa analisi, lo Specialista può individuare le
principali cause che determinano un
controllo metabolico non soddisfacente e personalizzare la terapia farmacologica.
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I risultati di PRISMA.
Concluso nel 2011 e presentato alla
comunità scientifica e al mondo politico nei primi mesi del 2012 (vedere box) PRISMA ha seguito per un
anno, in 39 Centri Antidiabete sparsi su tutto il territorio italiano, oltre
mille persone con diabete di tipo 2
non trattate con insulina.
«In sintesi è emerso che l’autocontrollo strutturato è uno strumento
utile al paziente per adeguare il proprio stile di vita e al medico per perso-
nalizzare il trattamento farmacologico», riassume Emanuele Bosi docente
e direttore della Scuola di Specializzazione in Endocrinologia e Malattie del Ricambio della Università Vita-Salute di Milano. Le persone che,
nel corso dei 12 mesi, avevano seguito un approccio intensivo e strutturato dell’autocontrollo, hanno visto
scendere dello 0,45% la loro emoglobina glicata e dello 0,6% il loro indi-
Domenico Cucinotta Professore Policlinico
Universitario ‘G. Martino’, Messina.
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ce di massa corporea. «L’autocontrollo strutturato, fornendo a paziente e
medico le informazioni necessarie
per ottimizzare la terapia, rappresenta una chiave di successo per la
gestione del diabete. Da PRISMA è
emerso come l’autocontrollo strutturato abbia successo, non solo nel
diabete scarsamente controllato ma,
anche, nei pazienti con emoglobina
glicata poco sopra il target», sottolinea Bosi che, come Cucinotta, fa parte dell’Advisory Board di PRISMA.
Le glicemie non sono uguali.
Lo studio è stato concepito in un momento storico in cui la comunità diabetologica internazionale stava po-
nendo sempre maggior attenzione al
dato relativo alla variabilità glicemica. «Negli ultimi anni ci si è resi conto
dell’importanza di valutare le escursioni della glicemia e non solo la ‘media’ fornita dall’emoglobina glicata»,
ricorda Antonio Tiengo, Professore
di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’università di Padova, e
componente dell’Advisory Board di
PRISMA, «in particolare si è notato
il ruolo dei picchi iperglicemici postprandiali nell’insorgenza di complicanze correlate al diabete».
Cosa cambia dopo PRISMA.
«PRISMA è destinato a essere a lungo lo studio di riferimento per quel
Antonio Tiengo, Professore
Università di Padova.
Presentati al mondo politico
I risultati dello studio
PRISMA sono stati presentati il 13 marzo al
mondo politico italiano
e ai media, nel corso di
una conferenza stampa organizzata a Roma,
presso l’aula Benedetto XVI della Pontificia
Università della Santa
Croce.
Sara Todaro, giornalista del Sole 24 ore Sanità, ha moderato l’evento durante il quale, alcuni componenti dell’Advisory
Board di PRISMA hanno illustrato gli aspetti salienti dello
studio.
Sono intervenuti, sottolineando l’importanza di PRISMA e di
un approccio consapevole e strutturato all’automonitoraggio, la senatrice Emanuela Baio, Presidente del Comitato per
i Diritti della Persona con Diabete e il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta
sull’Efficacia e l’Efficienza del SSN.
A chiusura della conferenza Massimo Balestri, Direttore di
Roche Diabetes Care Italia, si è detto orgoglioso dei risultati ottenuti. “Roche Diabetes Care è molto fiera di essere
stata sponsor di uno studio totalmente italiano sull’efficacia dell’autocontrollo strutturato. Per dimensione, numero
di Centri coinvolti, metodologia e disegno PRISMA offre,
infatti, un contributo prezioso che la Diabetologia italiana
può dare alla comunità scientifica per l’aggiornamento delle
linee guida a livello mondiale”.
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Lo schema dell’automonitoraggio
Lo studio Prisma ha provato l’efficacia di un approccio ‘intensivo’ all’autocontrollo. A un gruppo di persone con diabete di tipo 2 non insulinotrattato è stato
chiesto di misurare la glicemia 12 volte a settimana e precisamente al risveglio,
prima e dopo pranzo (in modo da misurare la variazione della glicemia dovuta
al pasto) e prima di cena per due giorni feriali e uno festivo ogni settimana. Al
gruppo di controllo è stato chiesto di effettuare l’automonitoraggio in modo
casuale, secondo le proprie abitudini.
lunedì
pre-colazione
pre-pranzo
post-pranzo
pre-cena
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
martedì
mercoledì
giovedì
venerdì
sabato
domenica
Francesco Giorgino, Professore Policlinico
Universitario di Bari.
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che riguarda l’autocontrollo strutturato nel diabete tipo 2 non insulinotrattato. Le sue conseguenze si faranno sentire a vari livelli. Persone
con diabete e medici vedranno confermato come le glicemie rilevate a
digiuno e quelle postprandiali esprimano situazioni radicalmente diverse, causate da situazioni completamente diverse», fa notare Francesco
Giorgino docente di Endocrinologia
e Malattie Metaboliche all’Università di Bari, «e che per essere corrette richiedono farmaci e comportamenti differenti».
Inoltre PRISMA conferma la necessità di un processo di feed-back, «in
cui i dati dell’automonitoraggio sono interpretati correttamente sia dal
paziente, che può capire di più sul
suo diabete e prendere delle decisioni corrette, sia dal Diabetologo che
può personalizzare la terapia e conoscere meglio il paziente».
PRISMA prova a rispondere alle domande lasciate ancora aperte dalle
Linee guida italiane e internazionali sull’argomento «e si confronta in
Italia con una realtà frammentata in
cui, diverse Regioni e Asl, non riconoscono la possibilità di prescrivere
nemmeno il numero minimo di presidi previsti dagli standard di cura e
con una realtà che vede diversi modelli distributivi non tutti coerenti
con le esigenze del paziente e del team diabetologico», conclude Francesco Giorgino. d