Sesso e turismo: prostituzione in Marocco

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Sesso e turismo: prostituzione in Marocco | 1
venerdì 22 luglio 2016, 18:30
Circa 50000 prostitute nel Regno
Sesso e turismo: prostituzione in Marocco
Proibita dal codice penale, ricercata da Sauditi ed Europei
di Alessandro Balduzzi
Qualche settimana fa, in pieno Ramadan, mi trovavo a Gueliz, il quartiere all'europea dove abita buona parte della 'gente
bene' di Marrakech, quando un uomo mi si è avvicinato. Vestito con una tunica tradizionale (la jallaba) e con un tappetino
per la preghiera ripiegato su una spalla, l'esimio sconosciuto sembrava essere un fedele musulmano appena uscito dalla
moschea dietro l'angolo. Nonostante le apparenze di pia devozione, mi chiede, in francese: 'Cerca un appartamento?'; il
sottoscritto, nella propria ingenuità, pensa si offra un alloggio a un turista vagabondo, e risponde con un diniego. Al che lui
replica, accennando un sorriso: 'Guardi che intendevo un appartamento con delle ragazze, per del sesso a pagamento'.
Arrossendo imbarazzato, finisco per rispondere che sono felicemente sposato e non sono interessato. Il 'mezzano' appare
contrariato e se ne va, con la sua jallaba e il suo tappetino, a cercare altri acquirenti di amplessi. Quest'episodio di cui sono
stato protagonista è solo la punta vagamente ridicola dell'iceberg costituito dal business della prostituzione in diverse
località turistiche marocchine, in primis a Marrakech. In quest'ultima città è stato girato uno speciale intitolato 'Les
mille et une nuits de Marrakech' e trasmesso il mese scorso dal canale francese 'TF1' nel corso del programma 'De sept à
huit'. All'inizio del reportage una telecamera segue due prostitute, Dunia e Samia, nel loro quotidiano rituale di preparazione
a una serata di lavoro: tra trucchi, vestiti, estetista e parrucchiere, dichiarano di spendere almeno sessanta euro al giorno
per abbellire il corpo che venderanno a turisti danarosi. Stando alle due, i clienti sono marocchini, catarioti, libici,
pakistani, inglesi, francesi, ma soprattutto sauditi che una volta fuori dalla portata della morale repressiva del Paese
di provenienza si danno alla pazza gioia. Spesso i preliminari agli incontri notturni di sesso a pagamento si svolgono nei caffè
di Gueliz, dove nel pomeriggio ragazze avvenenti e vestite in maniera inequivocabilmente esuberante approcciano possibili
uomini soli desiderosi di compagnia. Una volta adocchiatili, provvedono a scambiarsi i numeri di telefono e a fissare luogo e
ora per incontrarsi la sera stessa per appuntamenti che di galante hanno ben poco. Ancora più frequentemente, però,
domanda e offerta di intercorsi carnali si incrociano nelle numerose discoteche della 'città ocra', ognuna con un target
preciso: qui mediorientali, là turisti occidentali, in un altro locale ancora la rampante borghesia autoctona dove gli uomini
entrano gratis e le donne pagano l'ingresso come un dazio per il loro corpo da concedere al miglior offerente. In uno di
questi cubicoli con la musica a palla il giornalista di 'TF1' abborda una ragazza, la quale non tarda a mettere in chiaro il
proprio tariffario per una notte bollente: 150 euro più 40 per l'affitto di un appartamento a ore (gli hotel sono
sorvegliati). Altrettanto schietto è un imprenditore francese, alla costante ricerca di nuove compagne di letto e prodigo di
consigli da putta*iere in carriera; secondo questi, è indispensabile stabilire il prezzo prima di uscire dal locale, non salire
nello stesso taxi della ragazza e tenere sempre a portata di mano un po' di liquidi per corrompere la polizia.Da dietro il suo
viso pixellato, un altro cliente d'Oltralpe appare oltremodo scandalizzato per la 'professionalizzazione' delle prostitute
marocchine e il conseguente aumento dei prezzi: 'Alcune arrivano a chiedere 300-400 euro a notte', si lamenta, 'Un abuso
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/sesso-turismo-prostituzione-marocco/
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bello e buono! Praticamente è il prezzo di un'escort di lusso in Francia'. Nel 2013, il Ministro del turismo attualmente in
carica, Lahcen Haddad, negò recisamente la presenza di un'industria sessuale in Marocco, indicando come nel
Paese ci si rechi esclusivamente 'per le sue spiagge e la sua cultura'. Tale linea negazionista è adottata anche dalla maggior
parte dei sudditi del Regno alawita, dove il codice penale condanna la prostituzione con la reclusione da due a dieci
anni e sanzioni pecuniarie fino a circa 90000 euro. Tra questi non figura un Marocchino che accetta di parlare al
reporter di TF1 e definisce il mercimonio di corpi femminili 'un mercato come un altro' grazie al quale si mantengono
non solo le ragazze, ma anche 'buttafuori, tassisti e rispettive famiglie'. Anche Samia ha scelto questo lavoro per sbarcare il
lunario. Dopo la morte del padre, sua madre non riusciva a far fronte a tutte le spese e coì lei ha deciso di vendere il proprio
corpo, di nascosto dai fratelli; a loro ha detto che fa la donna delle pulizie di pulizie, anche se i 250 euro che guadagna ogni
notte mal si conciliano con lo stipendio mensile di 240 che prenderebbe per rifare letti. Il suo progetto è di accumulare
denaro a sufficienza per aprire un salone di bellezza: 'Che Dio ci perdoni e ci aiuti a lasciare questa vita...'. Il reportage, il
quale continua con riprese effettuate in residence per turisti che di notte si trasformano in bordelli, ha causato clamore in
Marocco, con molti utenti di social network ad accusare i Francesi di ficcare il naso in affari che non li riguardano (quando
sarebbe meglio dire che i Francesi sono tra i maggiori 'utenti'). In realtà, il Ministero della Salute marocchino si è già
interessato alla questione della prostituzione, arrivando a pubblicare uno studio ad hoc il maggio scorso, i cui
risultati sono stati riportati da 'ANSA'. Frutto di un raffronto tra dati del 2011 e del 2014, lo studio stima che nel Regno
alawita siano attive circa cinquantamila prostitute, di cui 19000 tra Agadir, Rabat, Fes, Tangeri e la fetta più grossa tra
Casablanca e l'immancabile Marrakech. Delle 19000 prostitute intervistate, la maggior parte risultano analfabete,
divorziate o vedove (tra il 62 e 73 per cento). Spesso mantengono qualcuno (tra il 50 e l'80 per cento dei casi),
generalmente figli o altri famigliari. Sporadico si rivela l'uso del preservativo e usuale la consumazione del
rapporto in appartamenti affittati o riad presi in esclusiva (in Marocco, per l'alloggio di non consanguinei di sesso
differente in un hotel è necessaria l'esibizione di un certificato di matrimonio). Oltre a reazioni sdegnate di poca sostanza, il
reportage ha anche prodotto l'effetto positivo di riscuotere la polizia dal torpore e dall'atteggiamento di interessata omertà
che la caratterizzano laddove si parli di prostituzione. Come riportato da vari media nazionali, le autorità locali di
Marrakech avrebbero proceduto all'arresto di 17 persone implicate in un giro di prostituzione, di cui otto
provenienti dal Golfo e sei donne accusate di vendere il proprio corpo. L'organizzazione, che offriva ai propri clienti
un'ottantina tra appartamenti e case chiuse, sarebbe stata scoperta grazie ad alcune riprese effettuate al'interno di 'Les
mille et une nuits de Marrakech'. Non è la prima volta che la prostituzione è al centro del dibattito in Marocco. L'anno scorso
a seminare scandalo è stato 'Much Loved', un film di Nabil Ayouch presentato a Cannes e bandito dalle sale
cinematografiche marocchine per avere offeso la morale del Paese con la storia di quattro prostitute attive a
Marrakech. Tra denunce e minacce a regista e attrici si è levato un polverone alimentato dei 'negazionisti' barbuti di una
morale ipocrita che preferisce ignorare come la compravendita di sesso purtroppo attragga molti nel Regno alawita, dagli
inturbantati sauditi ai padri di famiglia francesi (e europei in genere, italiani inclusi). Questi ultimi, però, parlano di 'escort':
'puttana' suona troppo volgare alle orecchie dei filistei di comodo.
di Alessandro Balduzzi
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