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N° 110 - Luglio 2016
Problemi di salute hanno imposto un numero piuttosto scaso di contenuti
ed un picclo riatardoella pubblicazione.
Questo mese è stata un battaglia veramente dura,
perché il mio stato di salute ha reso particolarmente
difficile far fronte alle procedure editoriali di
Caontinentali da ferma.
Portate pazienza, perché più di così non riesco
proprio a fare.
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N° 110 - Luglio 2016
GIUGNO: È TEMPO D’ASSEMBLEE
di Silvio Spanò e Gianluigi Gregori
Sintesi degli argomenti trattati all’Assemblea FANBPO e al Congresso Internazionale della Beccaccia. Rinviate le
decisioni che dovevano esser prese all’assemblea del Club della Beccaccia
L’Assemblea Generale della FANBPO
si è svolta venerdì 10 giugno 2016 a
Mogro, un piccolo centro della Regione Spagnola della Cantabria, a
pochi km da Santander. Dopo il benvenuto del Presidente del Club dei
Cacciatori di Beccaccia spagnolo,
(CCB) la presentazione delle seguenti
delegazioni nazionali e relative rappresentanze:
- per la Francia il presidente CNB
Bruno Meunier assieme a Jean Pierre
Campana, Jean-Pierre Lepetit,
Gerard Aurousseau, Jean Louis
Cazenave, Yves Ferrand e Ubert
Malot;
- per la Spagna il presidente CCB
Miguel Minondo Verdù, Edoardo
Gutierrez, Juan Arizaga e Felipe Diez;
- per l’Italia il presidente del Club
della Beccaccia Gianluigi Gregori e
per Beccacciai d’Italia il vicepresidente Giorgio Tonolli, l’esperto faunista Marco Tuti;
- per il Portogallo il presidente
dell’ANCG André Verde, Tiago
Rodriguez e David Gonçalvez;
- per la Svizzera il presidente
dell’ASB Paul Duchein;
- per l’Irlanda il presidente dell’
NWAO Larry Taaffe;
- per l’Ungheria il presidente del
CBH, Denés Fluck.
Dopo l’approvazione del verbale
dell’Assemblea Generale del 2015,
il Presidente Pennacchini ha letto il
suo “rapport moral” concernente le
principali attività delle differenti associazioni nazionali.
È stato poi presentato il bilancio Finanziario della FANBPO: le spese
riguardano soprattutto i rimborsi dei
viaggi del Presidente per far conoscere le attività della FANBPO in
apposite conferenze (Italia, Francia,
CIC, etc), mentre le entrate sono
rappresentate quasi esclusivamente
dalle quote sociali (intervento del tesoriere M.Minondo).
Ha fatto seguito l’interessante presentazione del rapporto annuale sulle beccacce della FANBPO (FAROW)
svolto dal prof. David Gonçalves
dell’Università di Porto (e dedicato
alla memoria del dr. Jean-Paul Boidot) che evidenzia una tendenza alla
stabilità per la beccaccia in Europa.
Questo documento sarà molto importante per i rapporti con la FACE
e contiene i seguenti argomenti:
1-Cos’è la FANBPO;
2-La Beccaccia, status della specie/
popolazioni;
3-Monitoraggio della popolazione in
base ai dati forniti dai cacciatori durante la stagione venatoria (in Europa occidentale), abbondanza e
demografia, metodologie e variazioni comparative negli anni.
Successivamente è stata introdotta la
problematica relativa alla caccia alla
croule in Ungheria e la possibilità di
permanere in FANBPO della relativa Associazione nazionale dal momento che la caccia primaverile alla
beccaccia è contro lo statuto FANBPO
(e la Direttiva UE). Alla fine della discussione l’Associazione dei Beccac-
ciai Ungheresi è stata estromessa
dalla FANBPO, pur accettando in
futuro la collaborazione – a titolo
personale – del presidente Denés
Fluck, che comunque è decaduto dal
ruolo di segretario FANBPO.
Sono quindi state ridistribuite le cariche (P. Duchein, presidente dell’Associazione svizzera è stato nominato
segretario) e le commissioni in seno
alla FANBPO con obiettivi chiari e
più precisi (G.Gregori è stato riconfermato alla commissione biotopi,
ma il medesimo ha chiesto maggiore
collaborazione informativa, per
esempio per conoscere la riduzione
degli habitat per la beccaccia in Europa).
Quanto ai premi cinofili, la Francia
ha chiesto ed ottenuto di riservarsi l’
organizzazione ed il nome del Prix
Boidot, (come avviene in Italia per il
Trofeo Gramignani), mentre per il Prix
FANBPO la classifica verrà stilata
facendo riferimento alle classifiche
ottenute nelle tre prove, opportunamente indicate, che si terranno in ciascun Paese aderente alla FANBPO,
durante la stagione 2016/17 (intervento di P. Duchein).
Per quanto attiene la “fusione” dei due
clubs italiani, il Presidente del Club
della Beccaccia Gregori e il vicepresidente di Beccacciai d’Italia Tonolli
hanno detto che ci si sta lavorando e
che l’obiettivo si dovrebbe concretizzare prima della prossima riunione
FANBPO che, tra l’altro, si terrà in
Italia.
Giugno: tempo d’assemblee (Pagina 2 di 2)
Il successivo sabato pomeriggio sono state presentate le interessanti relazioni tecniche
inquadrate nello specialistico Congresso internazionale.
ASSEMBLEA GENERALE FANBPO, MOGRO (SPAGNA).
CONGRESSO INTERNAZIONALE SU BECCACCIA
11 Giugno 2016 HOTEL MILAGROS
Apertura e presentazione di Paolo
Pennacchini, Presidente di FANBPO:
“Armonizzazione delle norme di caccia di beccacce in Europa”.
- Club National des Bécassiers
(Francia), Gérard Aurousseau:
“FANBPO, stagione 2015/16”
- Sociedad de Ciencias Aranzadi
(Spagna), Juan Arizaga: “Monitoraggio di beccacce dotate di radio trasmettitori satellitare”.
- Office National de la Chasse et de
la Faune Sauvage (Francia), Yves
Ferrand: “Relazione tecnica sul limite di cattura della beccaccia applicato in Francia. Rispetto ad un sondaggio nazionale sulle catture di caccia fatta nel 2013/14”;
- Magyar Szalonka Klub (Ungheria),
Dénes Fluck: “Analisi statistica di
monitoraggio di beccacce durante la
primavera del 2015 in Ungheria”.
- Club National des Bécassiers
(Francia), Bruno Meunier: “Migrazione prenuziale e post- nuziale di
beccacce dotata di trasmettitori Argos in Francia, stagione 2015/2016”;
- Beccacciai d’Italia (Italia), Marco
Tuti: “Presentazione della raccolta di
dati on-line in Italia: BECCAPP.IT”
- Office National de la Chasse et de
la Faune Sauvage (Francia) Yves
Ferrand “Valutazione dell’influenza
della caccia, le modifiche di habitat e
il disturbo sulla popolazione di nidificazione della beccaccia (Scolopax
rusticola) in Svizzera”.
- Centro de Investigação em Biodiversidade e Recursos Cinegéticos
(Portogallo), David Gonçalves: “Il
monitoraggio FANBPO di beccacce svernanti in Europa occidentale”.
- Club Della Beccaccia (Italia), Andrea Guidoni: “Gonadi de Beccac-
ce. Aspetti istologici e considerazioni”.
- Instituto de Investigación en Recursos Cinegéticos (Spagna), Beatriz
Arroyo: “Nuovo Progetto Beccaccia Interautonómico: Il coordinamento tra i cacciatori, i ricercatori e le
amministrazioni per la caccia sostenibile e la gestione della beccacce in
Spagna”.
- José Miguel Flores, allevatore e
allenatore di setter inglese (Allevamento Dendaberri): “La concorrenza come uno strumento di selezione
del cane da beccacce”.
- Chiusura di Miguel Minondo, Presidente del Club de Cazadores de
Becada (Spagna)
ASSEMBLEA NAZIONALE CLUB DELLA BECCACCIA
Un cenno appena all’insuccesso per
la scarsa partecipazione dell’Assemblea Annuale del Club della Beccaccia, nel grossetano, in concomitanza
del Game Fair, nella quale tra l’altro
si sarebbe dovuto sentire il parere dei
Soci in ordine all’eventuale fusione
con l’associazione Beccacciai d’Italia.
In seguito ad una serie di disguidi, tra
cui il ritardo dell’invio della convocazione cartacea (prevista per Statuto con almeno 30 giorni di anticipo) la partecipazione è stata particolarmente esigua (i presenti erano
sotto la ventina).
Vista l’importanza dell’argomento
principale che, tra l’altro, includeva
modifiche statutarie oggetto di Assemblea Straordinaria, si è ritenuto
auspicabile una prossima convocazione di Assemblea Straordinaria ben istruita alla bisogna (questo corsivo è di stretta responsabilità
del presidente onorario del Club, Silvio Spanò).
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N° 110 - Luglio 2016
CONSELICE
IL PIACERE DELLA CINOFILIA
di Nerino Randi
Sotto la minaccia della pioggia, gli Spinonisti accomunati da un clima di sportività ed amicizia.
A Conselice domenica
12 giugno scorso si è
svolto il tradizionale
Raduno Morfologico
Amatoriale (non riconosciuto dall’ENCI)
per Spinoni dell’EmiliaRomagna.
Un cielo carico di nuvole ci ha minacciato
fino al termine dei giudizi ma, fortunatamente ci ha risparmiato dalla pioggia che ha cominciato a cadere solo quando tutto era finito.
L’amico Paolo Amadori ha aperto i
lavori illustrando ai presenti la
morfologia dello Spinone con una
descrizione delle peculiari angolazioni
ossee e del rapporto fra le dimensioni delle varie parti del corpo che
influenzano il tipico movimento della
razza.
Venticinque Spinoni sono stati sottoposti al giudizio dell’esperto e
allevatore della razza Piersecondo
Zacco, che – per motivi di età – ha
cessato di giudicare nelle manifestazioni dell’ENCI. Il giudice è stato
assistito dalla onnipresente e brava
Veronica Orru, componente del
Consiglio Nazionale del C.I.Sp, che
oltre a condividere con me la redazione di queste note, ha gestito le
schede di valutazione trasferendo su
di esse il punteggio che rifletteva nei
dettagli il giudizio di Zacco. Tali schede prevedono un massimo di 165
punti, divisi in dieci sezioni riguardanti
altrettante regioni del corpo, l’andatura e l’aspetto generale.
Da notare che l’adozione della valutazione a punteggi consente di evita-
Zacco ed Amadori
re l’utilizzo delle tradizionali qualifiche adottate nelle manifestazioni ENCI, e quindi di
sovrapporre giudizi che
– non avendo il riconoscimento dell’ENCI –
potrebbero ingenerare
confusione e malintesi.
I cani sono stati divisi in
tre categorie: Juniores
da 6 a 9 mesi di età; giovani da 10 a
18 mesi, ed adulti oltre ai 18 mesi in
un’unica categoria.
Al termine dei giudizi di ogni categoria, le schede sono state consegnate
alla segreteria che provvedeva alla
somma dei punti ottenuti da ogni soggetto.
Ci hanno onorati della loro presenza
i famigliari dello scomparso Cesare
Rabitti, noto artista, autore di sculture spesso dedicate allo Spinone, note
fra tutti gli appassionati anche oltre i
nostri confini.
A conferire un tocco di internazionalità, anche la presenza della Signora
Isabella Maeder appassionata spinonista proveniente dalla Svizzera.
Concludo ringraziando tutti coloro
che hanno prestato la loro opera nell’allestimento del ring, dei gazebo, e
del reparto ristorazione.
Continua
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Il piacere della cinofilia (Pagina 2 di 2)
Il commento di Veronica Orru
Negli ultimi decenni il dilagare dei social network ha
fortemente condizionato gli ambiti sociali. Ci si confronta online senza un appuntamento, si scrive e si risponde ai post altrui quando e come ci va, sconvolgendo radicalmente il concetto di interazione e di confronto diretto con l’interlocutore.
Il mondo cinofilo non è rimasto esente dal diffondersi
della virtualità, la tentazione di ricevere approvazione
per foto e filmati del proprio cane ha coinvolto giovani
e non solo giovani.
Queste note non hanno la pretesa di discutere la validità o meno del mezzo informatico nella diffusione della
cultura e della passione per il cane da caccia e per
l’attività venatoria ed agonistica; di contro si propone
di rievocare il gusto, il divertimento e la passione che si
respira laddove si continua a fare cinofilia alla vecchia
maniera con il cane al guinzaglio.
L’appuntamento all’Azienda Agrituristico Venatoria
Massari di Conselice (RA) per un raduno amatoriale
di Spinoni organizzato dalla delegazione CISp Emilia
Romagna, ha accolto i suoi ospiti con un delizioso profumo di salsicce alla brace e tantissima allegria. A fare
gli onori di casa gli allevatori Amadori e Randi, l’uno
incaricato di presentare la manifestazione a coloro che
per la prima volta si avvicinavano all’evento, l’altro delle
iscrizioni dei soggetti al raduno.
A completare il panorama degli allevatori di Spinoni di
Romagna era presente Piersecondo Zacco titolare dell’affisso di Rimnis, fresco dimissionario dalla carica di
giudice ENCI di prove ed expo, ha messo a disposizione degli spinonisti la sua pluriennale esperienza di giudice ed allevatore.
Zacco ha esaminato gli Spinoni presenti e li ha valutati a
voce alta con dovizia di particolari trasformando il ring in
una vera e propria classe di cinognostica, cui hanno assistito con grande interesse tutti i presenti. Lo Spinone è
stato virtualmente sezionato, analizzato e illustrato:
dentatura, arti, conformazione del piede, linea superiore
ed inferiore, torace, inclinazione della groppa, movimento
e tutti quegli aspetti che contribuiscono a costruire la
bellezza funzionale della nostra amata razza.
La delegazione CISp Emilia Romagna si conferma presente e propositiva nel panorama spinonistico italiano;
pochi e semplici gli ingredienti di una manifestazione che
tiene uniti i soci: due gazebo, un prato erboso e tanta
voglia di stare insieme, di rievocare le emozioni di passate stagioni venatorie e di sognare le prossime; ma soprattutto, di confrontarsi. Perché è nel confronto diretto
che si alimenta la passione: all’interno di un ring o al cospetto della selvaggina in una Sant’Uberto, quel che conta,
per gli spinonisti romagnoli, è essere all’altro capo del
guinzaglio del proprio Spinone.
I risultati:
CLASSE JUNIORES
Maschi
1° TITO R/M di Zanotti Augusto con 150 punti, allevato
da Baroni Luciano.
2° ARTU’ R/M di Sartoni Thomas con punti 146.
Femmine
1° TOSCA R/M di Baroni Luciano con punti 138,
allevata dal proprietario.
CLASSE GIOVANI
Maschi
1° DELON DEL BUON SANTO B/A di Bugliesi
Daniele con 151 punti allevato da Randi Nerino e
presentato dal professionista Nelli
2° CASSIO DEL BUON SANTO B/A di Ruffini Andrea
con 147 punti
3° ZIRCONE B/A di Missiroli Elio con 141 punti
Femmine
1° EPITHELIUM IDRA B/A di Amadori Paolo con 142
punti
2°AIDA B/A di Penazzi Roberto con 136 punti
1° EPITHELIUM ERTA R/M con punti 133 di Amadori
Paolo
CLASSE ADULTI
Maschi B/A
1° ARIEL di Fioravanti Pietro con 153 punti
2° PELE’ di Nocentino Vladimiro con 142 punti
3° EPITHELIUM GONDRANO di Malucelli
Alessandro con 134 punti
MAschi R/M
1° FIGARO di Malucelli Alessandro con 149 punti
2° MILU’ di Vanicelli Floriano con 138 punti
3° PASTROCH di Cascina Croce del Dr. Calbi Paolo
con 136 punti
Femmine B/A
1° PALU B/A di Bergo Gianni con 151 punti, sorella di
LULA.
2° TEBE B/A di Moretti Giorgio con 149 punti.
3° FURBA B/A di Marangoni Antonio con 135 punti.
Femmine R/M
1° LULA R/M di Marangoni Antonio con 152 punti, da
lui stesso allevata.
2° TUNDRA di Penazzi Roberto con 130 punti.
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PRATOGRANDE
IL LATO BUONO DELLA CINOFILIA
di Luca Maffioli
Successo di partecipazione alla Speciale Spinoni indetta a Pratogrande.
Nella meravigliosa cornice di Pratogrande (Pertuso-Ferriere - PC), il
17-18 giugno 2016 si è svolta la ormai consueta manifestazione organizzata dagli “Amici di Pratogrande” con
la preziosa regia di Lucio Scaramuzza, Giorgio Lugaresi e Paolo Paladini.
Lo scopo di “Pratogrande” è quello
di riunire appassionati di caccia con
il cane da ferma al fine di trascorrere
una piacevole giornata in armonia,
parlando di cani e di caccia, dove l’ingrediente principale è la convivialità.
Quindi niente agonismo, nessuna discussione inutile, con la sola voglia
di stare insieme in serenità; non ultimo il fine solidale della raccolta di
fondi per beneficenza che anche quest’anno è stata cospicua.
Il programma è iniziato il Venerdì sera
con una cena a base di risotto e beccacce sapientemente cucinate dallo
Chef cacciatore Umberto Grandi.
Il giorno seguente si
sono svolte le prove
su quaglie liberate in
magnifici terreni posti a 1500 metri di
quota nei pressi del
Rifugio Monte Ragola, su tre campi distinti, rispettivamente per “Inglesi”, “Continentali” e per la Speciale Spinoni.
Il Club Italiano Spinoni ha aderito
all’iniziativa comunicando l’evento a
tutti gli iscritti anche tramite il suo sito
Internet e i risultati si sono ben visti:
trentuno Spinoni su di un totale di circa centotrenta iscritti, ovvero una
settantina di inglesi ed una trentina di
Continentali esteri. Con queste proporzioni non si può che constatare
un successo decisamente incoraggiante per il CISp, concetto ribadito
dal Presidente Marco Lozza durante le premiazioni.
La giuria era composta dall’autorevole Gastone Puttini che ha donato a
questa giornata tanta saggezza ed ilarità, coadiuvato dall’esperto cacciatore e conoscitore della razza Giorgio Lugaresi. La prova di lavoro, in
cui la classifica (ed è stato giustamente ricordato) non aveva alcuna finalità agonistica, si è conclusa con un 1°
ECC di Faruk della Becca di Roberto Torretta, 2° ECC di Epithelium
Faruk della Becca
Erinna e 3° ECC Epithelium Kira di
Comini Ermanno (e bisogna ribadire
che – non essendo una manifestazione riconosciuta dall’ENCI – le qualifiche sono puramente indicative).
Nel pomeriggio si è svolta la verifica
morfologica sapientemente giudicata da Franco Poletta e Luigi Toninelli, tra i migliori dieci soggetti qualificati in prova di lavoro.
Vincono il trofeo “bello e bravo”
Faruk della Becca di Roberto Torretta per i maschi e Poppi di Irene
Piana per le femmine.
A seguito di questa stupenda giornata mi sento di fare qualche considerazione.
In cinofilia le prove hanno una finalità squisitamente zootecnica a cui
però il cacciatore cinofilo spesso non
si avvicina per diverse ragioni. Tra le
diverse barriere da superare vi è sicuramente l’impegno economico, oltre alla difficoltà nel preparare adeguatamente un soggetto ed al disagio di
sopportare interminabili trasferte per
compiere un turno di
pochi minuti che pone
il loro cane a diretto
confronto con blasonati Campioni affidati a professionisti.
Ciò di fatto vanifica le
finalità che si prefig-
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gono le Società Specializzate mirate
a verifiche sul più ampio possibile
numero di soggetti.
In altre parole, tenuto conto che la
maggior parte dei cani da ferma è in
mano ai cacciatori, è scontato che il
quadro sullo stato della razza è difficilmente rappresentato dalle prove
ufficiali dell’ENCI e che le Società
Specializzate non possono monitorare eventuali tendenze negative o
positive esclusivamente sul ristretto
universo dei cani che partecipano a
tali prove. La valida alternativa non
può quindi che essere quella di promuovere un numero sempre maggiore di manifestazioni “amatoriali” (tra
cui quella di Pratogrande è esemplare) in cui – anche su selvaggina immessa artificialmente – l’occhio
esperto è in grado di riconoscere le
qualità naturali dei soggetti che vi
La premiazione
Pratogrande: Il lato buono della cinofilia (Pagina 2 di
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partecipano, nonché gli eventuali
di- mo quindi che i soggetti laureati nelle
fetti geneticamente trasmissibili. Ed è
proprio questo che deve interessare
le Società Specializzate. Questo approccio necessita anche ulteriori procedure burocratiche come la compilazione di una griglia che riassume i
dati essenziali di tali verifiche, cosicché rimanga traccia di quanto visto
sul campo e sia possibile trarne costruttive conclusioni da rendere note
agli associati e soprattutto metter in
atto le azioni mirate a scongiurare un
abbassamento del livello qualitativo
della razza. Per organizzare queste
manifestazioni amatoriali, un ruolo
determinate dipende dall’efficienza
delle Delegazioni territoriali della
Società Specializzata (e questo apre
un capitolo che sarebbe troppo oneroso affrontare in questa sede). Per
usare comunque una perifrasi, dicia-
prove ufficiali dell’ENCI sono le ciliegine che decorano la torta …costituita dalla ampia base dei cani
dei cacciatori che dobbiamo verificare con manifestazioni amatoriali, di
cui Pratogrande è il più funzionale
esempio!
Grazie agli organizzatori di Pratogrande, grazie ai tanti spinonisti accorsi,
grazie al Presidente Lozza, a Franco
Poletta e ai consiglieri presenti per
aver dato un autorevole contributo
alla nostra amata razza.
Grazie a Gastone Puttini, grazie a
Giorgio Lugaresi – e soprattutto a
Lucio Scaramazza – che credono in
una cinofilia sana e meritoria.
A Pratogrande il “lato buono della
cinofilia” c’è e si vede!
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N° 110 - Luglio 2016
PARMA 15.05.2016
TAVOLA ROTONDA ALLEVATORI BRACCO ITALIANO
I CRITERI DI SELEZIONE
di Giancarlo Cioni
Resoconto della tavola rotonda degli Allevatori con affisso.
La relazione introduttiva ed dibattito fra i partecipanti.
Era ormai diverso tempo che, recependo le richieste di molti allevatori,
avevamo in progetto il convegno –
nella modalità di una “tavola rotonda” – che è stato realizzato a Parma,
il 15 maggio ultimo scorso presso la
Sede SABI.
Quando abbiamo ricercato presso
l’ENCI gli Allevatori con affisso della nostra razza, abbiamo avuto la prima sorpresa trovandone ben 48, ai
quali sono stati indirizzati gli inviti di
partecipazione. Avevamo avuto dei
commenti che ci facevano pensare ad
un incontro con scarsa partecipazio-
ne. Ed invece la mattina del 15 maggio, erano 12 i rappresentanti titolari
di affisso presenti attorno al tavolo
per dare inizio alla interessante giornata.
Sulla scorta dell’esito di questa giornata, anche in considerazione degli
argomenti trattati e le riflessioni fatte
sul bracco a 360 gradi, e stante i ripetuti inviti a ripetere questa interessante manifestazione, anticipiamo fin
d’ora che in futuro l’invito a partecipare verrà esteso, anche solo come
auditori, a tutti i Soci che vorranno
intervenire.
Dopo l’apertura ufficiale dei lavori da
parte del Presidente Manganelli, è
iniziata la “tavola rotonda” a cui mi è
stato affidato il ruolo di moderatore.
La parola è quindi passata a Cesare Bonasegale che ha letto due relazioni:
- una in qualità di Componente il
Comitato Tecnico, relativa allo
stato evolutivo della razza;
- una seconda relazione come tema
della “tavola rotonda” incentrata
sugli attuali principi di selezione
della razza.
Stato evolutivo della razza
In qualità di componente del Comitato Tecnico della
SABI, composto oltre che dal sottoscritto dal Presidente Onorario sig. Giuseppe Colombo Manfroni e
dal Socio Onorario sig. Gastone Puttini, ho sottoposto agli stessi le seguenti proposte, che essendo
state da loro condivise, sono oggetto di richiesta al
Consiglio Direttivo della SABI affinché le renda esecutive.
Coda “a bandiera”
Il processo di osservazione sullo stato evolutivo della razza impone una importante annotazione relativa alle caratteristiche del portamento della coda del
Bracco italiano. In considerazione della peculiare
andatura di trotto del Bracco italiano, che scaturisce
dalla possente spinta impressa dal posteriore, è fondamentale che, durante la cerca, la coda venga
mossa orizzontalmente in sincronia con le sgambate, per quindi irrigidirsi allorché il cane avverte emanazioni promettenti (filata), per quindi riprendere il battito di coda allorché riprende la cerca.
Ovviamente la coda deve essere rigida quando il
cane guida o è in ferma.
Il Bracco italiano la cui coda in cerca è reclinata fra
le gambe o comunque ferma, è già attualmente
penalizzato ai sensi dei vigenti criteri di giudizio.
Purtroppo si stanno verificando casi piuttosto
frequenti di Bracchi italiani con portamento di coda
“a bandiera”, sia in posizione di stazionamento, o
quando sono al guinzaglio o quando trottano (al
guinzaglio o in cerca).
Ovviamente il portamento di coda “a bandiera” non
consente di muoverla trasversalmente al ritmo del
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trotto e quindi fa venire meno una caratteristica che
conferisce grande espressività durante la cerca e
durante le fasi che preludono alla ferma.
Il Comitato Tecnico della SABI raccomanda che i giudici siano sensibilizzati nei confronti di questo problema e che, sia nelle Esposizioni che nelle prove, i
cani che mostrano coda portata “a bandiera” – soprattutto in movimento – vengano severamente penalizzati e che a loro non si possa assegnare una
qualifica superiore al “Buono”.
La severità di giudizio è giustificata non tanto dalla
gravità del difetto, ma dal numero crescente di soggetti che mostrano questo disdicevole comportamento.
Per quanto riguarda gli allevatori, si tenga presente
che – trattandosi di una caratteristica trasmessa da
un gene recessivo – l’unico modo di eliminare questo difetto è di evitare categoricamente l’utilizzo di
cani con coda a bandiera in allevamento.
Se ciò avverrà, è possibile che – nell’arco di una
decina d’anni – l’anomalia scompaia dalla razza.
I criteri di selezione (Pagina 2 di 4)
Taglia
La taglia del Bracco italiano è prevista dallo standard
morfologico e cioè: da cm. 58 a cm. 67 per i maschi
da cm. 55 a cm. 62 per le femmine. Tenuto conto
dell’ampio spazio fra i valori minimi e massimi dettati dallo standard, riteniamo raccomandabile che –
allorché un soggetto non rientri in tali limiti – venga
irrimediabilmente definito “non giudicabile”.
Ciò premesso, riteniamo utile sottolineare che il Bracco italiano – essendo innanzitutto una razza da lavoro – è un “atleta fondista” che come tale non deve
avere una taglia molto grande che ne comprometterebbe la resistenza. Come tutti i fondisti, infatti, il
Bracco italiano deve essere di taglia media, semmai tendente ai limiti inferiori piuttosto che ai limiti
massimi previsti dallo standard.
Raccomandiamo perciò che nei giudizi delle esposizioni, a parità di altri valori, debbano essere anteposti i soggetti la cui taglia è più prossima ai valori
medi previsti dallo standard, piuttosto che ai valori
massimi.
Attuali principi di selezione della razza
A differenza di tutti gli altri animali, il cane non è stato
creato dalla natura, ma dall’uomo mediante
selezione praticata sull’antenato lupo. Il risultato è
stata una variabilità estremamente diversificata che
non ha eguali in altre specie (che va dall’Alano al
Bassotto, dal San Bernardo al Pincher); ma la
diversificazione originariamente perseguita dall’uomo non era morfologica, bensì funzionale, inducendo la selezione dei cani da impiegare per inseguire
le prede, di quelli che dovevano difendere il territorio
dalle indesiderate intrusioni e di altri ancora che dovevano coadiuvare l’uomo nell’attività di pastorizia.
La selezione mirata ad ottenere la diversificazione
morfologica venne in momenti successivi, probabilmente in base ad un processo in gran parte casuale.
A questo proposito mi ha molto colpito quel che ho
visto in un documentario girato nella Pampa argentina
che mostrava i Gaucios che per la conduzione delle
mandrie si avvalevano di abilissimi cani da pastore:
ebbene, fatta eccezione per la taglia che per tutti i
cani era “media”, morfologicamente non c’erano due
che si assomigliassero anche vagamente. C’erano
cani a pelo lungo, altri a pelo raso, di tutti i colori possibili, alcuni con le orecchie ritte, altri con orecchie
cadenti secondo la più ampia variabilità; eppure avevano tutti la medesima attitudine alla conduzione dei
bovini e degli ovini.
Questa è la dimostrazione che le doti comportamentali sono indipendenti dall’aspetto morfologico.
Ovviamente alcune caratteristiche morfologiche
sono anche funzionali (come per esempio la taglia
ridotta dei cani selezionati per la caccia in tana).
Queste osservazioni sono pienamente estensibili al
Bracco italiano, nato come “cane da rete” quando
non esistevano le armi da fuoco e nel quale il comportamento della “ferma” rappresentava la principale caratteristica distintiva.
Col passare dei secoli, l’uomo ha fissato anche in
diverse altre razze il comportamento della ferma,
trasmesso geneticamente come carattere recessivo. Ma oltre alla “ferma” esiste un’altra prerogativa
tipica del Bracco italiano, cioè l’andatura di “trotto”.
A questo proposito vorrei chiarire il diffuso equivoco
in cui molti incorrono definendo il Bracco italiano
come una razza di trottatori.
Tutti i cani sono trottatori, ma il trotto del Bracco italiano è diverso.
Per definizione il trotto è l’andatura che esprime una
velocità intermedia fra quella del passo e quella del
galoppo, che i cani adottano per compiere lunghe
trasferte. Questa andatura è il “trotto di trasferimento”. Fa eccezione il Bracco italiano che ha un trotto
diverso, espressione di una possente spinta del posteriore, molto più veloce del “trotto di trasferimento”
e che viene appropriatamente chiamato “trotto spinto”.
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I criteri di selezione (Pagina 3 di 4)
Questa andatura è espressione di un peculiare patrimonio genetico trasmesso come carattere recessivo, che distingue il vero Bracco italiano.
Non voglio tediare chi mi ascolta addentrandomi nei
meccanismi della genetica: mi limiterò a dire che
mentre il “trotto di trasferimento” è un carattere dominante, il tipico “trotto spinto” del Bracco italiano è
un carattere recessivo. Ciò significa che nostro compito deve essere quello di preservare questa peculiare andatura che distingue il Bracco italiano da tutte le altre razze da ferma… e per far ciò dobbiamo
sistematicamente utilizzare in allevamento solo i
soggetti che ne sono dotati.
A questo proposito vorrei anche chiarire il ruolo che
nel Bracco italiano riveste l’addestramento e mi riferisco nella fattispecie all’uso della braga.
Al termine della sua relazione,
Bonasegale ha raccomandato che
la tipica andatura del Bracco italiano sia preservata anche in quei
soggetti che non vengono destinati alla caccia.
Dopo l’intervento di Bonasegale,
prende la parola Danilo Rebaschio,
addestratore professionista e titolare dell’affisso dell’Oltrepò, che legge e commenta la seguente relazione.
La relazione di Rebaschio
Prima di tutto vorrei dire che allevare zootecnicamente non vuol
dire accoppiare maschio e femmina della stessa razza, solo per aumentarne il numero, ma l’intento
zootecnico è quello di salvaguardare la razza, mantenerla e possibilmente migliorarla.
Ora, quello che mi spaventa di più,
sono i nuovi utilizzatori del Bracco Italiano e mi riferisco alle innumerevoli persone che ne fanno uso
come cane da compagnia o cane
da divertimento per i loro giochi.
Basta vedere le immagini fotografiche di Bracchi in spiaggia con
salvagente ed occhiali da sole,
oppure immagini natalizie addirittura addobbati come alberi luminosi, solo per il piacere egoistico
di coloro che non conoscono il fine
Se il cane non è dotato di naturale “trotto spinto”,
l’utilizzo della braga è assolutamente inutile, perché
quando glie la si toglie, il cane riprenderà a galoppare. La braga serve solo per abituare il cane dotato di
“trotto spinto” ad esprimere tutta la sua l’esuberanza e la sua grande voglia di andare senza rompere
al galoppo; oltre a ciò consente all’addestratore di
stimolare il Bracco ad aprire quanto più possibile la
cerca senza che il cane interpreti quel incoraggiamento come un invito a galoppare.
In conclusione – dando per scontato che un allevatore coscienzioso utilizza in riproduzione solo Bracchi italiani dotati di “passione” e buoni fermatori –
l’altra caratteristica irrinunciabile deve essere il “trotto spinto”.
di questa razza e cioè l’attività
venatoria.
Ma tutto questo non si può proibire. Addirittura abbiamo allevatori
che non effettuano la caudectomia
ai cuccioli. Questo per me è il più
grave affronto che si possa fare al
nostro amato Bracco. Sappiamo
che tutto questo è legale ma che
venga fatto da “appassionati della
razza” non è accettabile.
Certo che la SABI non può imporre
nulla, ma può e deve adoperarsi
per dissuadere manifestazioni
invitanti all’uso improprio del
nostro bracco.
Si sa che quando una razza va di
moda non ha un buon futuro ed il
nostro Bracco è su questa strada, al massimo fanno le sfilate alle
expo. Basta vedere quanti producono solo per questo, dimenticando che la morfologia è in funzione
del lavoro ed il nostro Bracco Italiano è e deve rimanere principalmente un cane da lavoro.
Il Presidente Manganelli ribadisce
il concetto del cane da lavoro pur
senza trascurare anche gli aspetti
morfologici funzionali che determinano il tipo.
Interviene Salvatore Tripoli (Allevamento del Tavullidaro) che espri-
me il suo parere su come viene vista
la razza nei paesi al di fuori dell’Europa. La psiche ed il carattere porta
in alcuni paesi (citati Israele e Russia) ad utilizzare la nostra razza come
cane da compagnia.
Altri argomenti di interesse vengono
illustrati da Antonio Lucio Casamassima, titolare dell’affisso “di Casamassima”.
Riporto qui di seguito in sintesi i temi
più significativi.
3Necessità di un rapporto attivo tra
gli Allevatori e traAllevatori e la SABI
per consentire il raggiungimento di
obiettivi di interesse comune.
3 Importanza di istituire un rapporto solidale e con obiettivo comune
sul taglio delle code, tentando di
addivenire ad una legislazione definitiva.
3Necessità, da parte degli Allevatori, di ricevere tempestivamente risultati e relazioni delle prove ed expo
effettuate, ricercando un maggior
coinvolgimento dei Delegati territoriali.
3Altro argomento toccato è stato
quello del deposito del campione biologico con costituzione di una Banca
dati.
3 Istituire tra gli Allevatori uno scam-
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bio di notizie su problemi emersi, ma
anche su patologie genetiche su cui
porre la necessari attenzione, magari
anche con studi e comunicazioni da
parte della Società Specializzata.
3Altro argomento portato all’attenzione dei presenti è l’opportunità di
istituire una Banca del seme.
Su alcuni argomenti trattati replica il
Presidente Manganelli ribadendo
che la SABI ha presentato in Consiglio il progetto di assegnare ad un
Avvocato Specialista di diritto internazionale l’incarico di chiarire la posizione dell’Italia in materia di caudotomia.
Sui Delegati viene ribadita la grande
importanza degli stessi nella struttura
organizzativa della Società, analizzando però la presenza di diversi comportamenti ed impegno da parte dei
singoli delegati.
Relativamente all’argomento del deposito del campione biologico, la
SABI ha messo in piedi un vero e
proprio punto di confronto con
l’ENCI ed a seguito di risposte non
coerenti con quanto atteso, la stessa
Società Specializzata ha reiterato le
richieste di poter accedere al campione depositato, anche da parte del
singolo interessato.
La parola passa a Francesco Sanchi titolare dell’omonimo allevamento
che, facendo riferimento alla
relazione letta da Cesare Bonasegale, dissente sulla misura della penalizzazione per i soggetti con “coda a
bandiera”, ribadendo che un Bracco
è fatto anche di altre cose altrettanto
importanti e tutte da esaminare e selezionare.
Ribadisce la necessità del deposito
del campione biologico rappresentando quanto fatto nel settore equino senza per questo invadere il campo della privacy, che molte volte ha
costituito un fragile riparo dietro il
quale si sono trincerati certi com-
I criteri di selezione (Pagina 4 di 4)
portamenti che non aiutano il lavoro
degli Allevatori.
Sul taglio delle code segnala l’episodio e le conseguenti problematiche
intervenute all’expo di Forlì ed ha
incitato la SABI a portate avanti l’incarico al professionista legale sull’argomento.
Una richiesta specifica è stata rivolta
al Presidente affinché vengano rivolte specifiche istanze all’ENCI per ricercare agevolazioni a favore degli
Allevatori di Razze Italiane, per le
quali esistono fondi ad hoc nel bilancio.
Infine ribadisce l’importanza dell’azione della SABI sulla concessione di Raduni e Prove Speciali con
giurie qualificate e preventivamente
sottoposte al consiglio della Società.
Altro interessante intervento viene
svolto dal Dr. Crescenti (Allevamento del Falso) che evidenzia una
situazione, a suo dire, di continue richieste di cuccioli di bracco.
Sottolinea l’importanza, che trattandosi di una razza da caccia, devono
andare avanti i soggetti che evidenziano queste caratteristiche, senza
però trascurare le richieste di coloro
che desiderano un Bracco italiano per
compagnia.
Altri interventi si susseguono da parte del Dr. Mauro Bellodi (Allevamento Mirandolensis) che dà una sua
spiegazione sulla coda ardita, causata da una groppa eccessivamente
corta e con inserimento non corretto.
Vengono anche esaminate alcune
patologie più frequenti esponendo
quelle che sono le cure da attivare.
Un interessante commento va alla
Coppa Italia ed alla squadra che vi
ha partecipato sottolineando che i
soggetti scelti dal Dott. Bellodi avevano come caratteristiche essenziali
quelle di essere soggetti da caccia a
tutti gli effetti e quindi dotati di quelle
caratteristiche necessarie a tale attività.
Segue un piacevole dibattito dove
vengono discussi in totale tranquillità
anche alcuni aspetti non sempre facili da affrontare; in questa fase prendono la parola, a vario titolo, il Dr.
Luigi Marilungo (Allevamento di
Colpetrosa) che ribadisce come lui
stesso effettui una selezione sui richiedenti i cuccioli, privilegiando quelli
che destineranno gli stessi all’attività
venatoria.
A conclusione degli interventi degli
Allevatori la parola va al Dr. Giuseppe Colombo Manfroni (Allevamento delle Crode) che riprende alcuni concetti espressi nei precedenti
interventi precisando o dettagliando
l’importanza degli stessi. In questo intervento viene confermata l’importanza della passione e della struttura
fisica che soprattutto nella caccia in
montagna sono indispensabili.
L’intervento finale del Presidente Dr.
Cesare Manganelli, ribadisce alcuni aspetti già precedentemente illustrati (taglio delle code, deposito
campione biologico, prove a selvatico abbattuto ecc.) sottolineando la
fondamentale importanza della qualità delle Giurie, affinché le certificazioni rilasciate siano sinonimo di assoluta qualità, fattore necessario per
agevolare la selezione. Viene anche
ribadito come la SABI manterrà alta
l’attenzione sui raduni e prove di lavoro per accertare, attraverso la scelta del corpo giudicante, le qualità
necessarie per la proclamazione a
Campione sia di Lavoro che di Bellezza.
La giornata si conclude con il ringraziamento a tutti i partecipanti e con
la conferma di quanto siano necessarie giornate di questo tipo, per avere a disposizione di tutti un “file
rouge” da seguire. Arrivederci al
prossimo convegno con la speranza
di una sempre maggiore partecipazione da parte di tutti.
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N° 110 - Luglio 2016
DOPO LA MORTE DI ERBORIN
UN ALTRO BRACCO SUPER
di Fausto Fumagalli
Il successore del giovane Bracco morto l’anno scorso,
promette di dare al suo padrone altre grandi soddisfazioni
È passato poco più di un anno dalla
perdita di Erborinn della Bassa
Brianza che a soli 18 mesi una torsione di stomaco mi ha sottratto, lasciandomi un trauma personale ed il
vuoto di speranza su come rimpiazzare un cane che già giovanissimo mi
aveva rivelato le sue grandi qualità.
E sia pure con scarsa fiducia mi sono
messo alla ricerca di un altro Bracco
italiano che potesse soddisfare le mia
aspettative. Fu così che un magico
giorno ho incontrato a Burago Molgora Pierluigi Forcati al quale buttai
là una domanda il cui tono tradiva la
scarsa fiducia di una risposta positiva: “Per caso, te ghe minga un cagneu de da via?” (che – se non siete
lombardi – suona pressappoco “non
hai per caso un cucciolo da dar via?).
Non tento neppure di trascrivere la
risposta di Pierluigi perché in Lombardia i dialetti cambiano non solo
da provincia a provincia, ma persino
da un paese all’altro. Sta di fatto però
che questa volta l’altrui malasorte si
è trasformata in una botta di culo per
me perché un dottore di Firenze, che
aveva prenotato un cucciolo di Forcati, non era più in grado di ritirarlo a
causa di un suo malaugurato malanno. Ed infatti una settimana dopo rinunciava definitivamente a prenderlo.
Fu così che, affiancato dall’inseparabile amico Ferruccio Penati ci siamo fiondati in quel di Lodi per ritirare Barolo di Casa Forcati (così si
chiama il giovane Bracco italiano) il
cui nome è in tutti i sensi una garan-
zia di qualità. Infatti ha subito dimostrato un carattere affabile e di essere precocissimo, tanto che, senza
aver mai visto un selvatico di voliera,
ha regalato magnifiche emozioni sia
a me che a Ferruccio esprimendo
l’essenza del Bracco e dai 9 ai 13
mesi ha fornito una sbalorditiva stagione di caccia in risaia. E come metro di paragono gli stava a fianco
nientemeno che la Soraia di Penati
anche quando lo abbiamo portato sui
monti, cioè dove l’anno scorso
Soraia si è conquistata il Trofeo per
il miglior cane da ferma su galli e
coturnici (e mentre lo dico ho il groppo in gola perché anche lei è morta
di un improvviso malore!).
In tante disgrazie, un cane come
Barolo fa rinascere la speranza!.
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N° 110 - Luglio 2016
GAME FAIR 2016
di Giancarlo Cioni
La partecipazione della SABI al Game Fair 2016 del 27,28 e 29 Maggio a Grosseto ha coinciso col
Raduno di razza concesso dall’ENCI per incrementare la partecipazione dei Bracchi italiani alla manifestazione
L’invito a suo tempo ricevuto dall’organizzazione della manifestazione
aveva messo, se ce ne fosse stato
bisogno, ulteriore carne sul fuoco di
una organizzazione la cui operatività
è basata su un numero abbastanza
ristretto di persone, peraltro sempre
molto disponibili.
Ben sapendo che il compito istituzionale della SABI è quello di mettere
in atto tutte le attività finalizzate alla
diffusione della razza – ci siamo attivati riuscendo a fare nei tre giorni
della manifestazione qualcosa che sicuramente, a coloro che ci hanno visitato nello stand al Game fair a
Grosseto, aveva un sapore amichevole e simpatico.
A questo riguardo un enorme ringraziamento deve essere rivolto a Roberto Lippi che si è sobbarcato l’onere, non solo di realizzare lo stand
della Società, ma anche il compito di
presidiare gli spazi assegnati alla
SABI per l’intera durata della manifestazione.
Sabato, come da calendario, si è
svolto il Raduno, concesso in via straordinaria dall’ENCI e giudicato dall’Esperto Giudice Donato Scalfari.
Le difficoltà si sono evidenziate fin
dalla mattina per raggiungere gli spazi
del Raduno, ma devo dire che la parola SABI apriva tutte le porte e –
anche se con un poco di ritardo – i
giudizi sono iniziati con un lotto di
partecipanti soddisfacente, tutti molto
ordinati e disciplinati, pronti agli ordini del giudice.
La qualità media è stata sicuramente
di buon livello anche se qualche presentazione ha risentito della confusione creata dallo svolgimento delle
manifestazioni collaterali. Il ring del
Raduno infatti era collocato alle spalle
dello stand ove si esibiva il testimonial
della Benelli e quindi le fucilate si susseguivano accompagnate, quando si
interrompeva l’esibizione, da tutti gli
appassionati che testavano le armi ai
poligoni di Franchi, Beretta ed altri.
A sentir le fucilate, qualche nostro
bracco più volte ha tentato di andare
al riporto e le nostre orecchie in alcuni casi risentivano di questo stato
di cose.
Accanto al nostro ring vi era quello
riservato ai bracchi Francesi ed ai
Griffon Korthal, ma la convivenza
non ha creato problemi, anzi un pia-
cevole cameratismo si è instaurato tra
gli appassionati delle razze.
Gli spareggi per l’aggiudicazione del
BOB si sono dilungati per effetto di
una serie di valutazioni attente e sempre illustrate a voce alta agli espositori
dal Giudice Scalfari.
Il BOB è andato a Bella Speranza di
Alessio Scucchia, una femmina roana
marrone molto tipica che si è aggiudicata il titolo grazie ad un perfetto
stato di forma ed a una presentazione ineccepibile.
Al momento dei ringraziamenti finali
dobbiamo segnalare l’ospitalità prestata a tutto il Consiglio Direttivo della
SABI ed all’Esperto Giudice dall’associazione dei Griffon Bleu de
Gascogne che, al momento del pranzo, ci ha presentato un vero e proprio menù che vedeva sui nostri piatti
un risotto stupendo, seguito da affettati e formaggi di grandissimo rilievo, facendoci apprezzare ancora
di più l’ambiente della cinofilia quando la sportività supera tutto.
Grazie anche a Marco Ragatzu vero
e proprio deus ex machina del comparto della cinofilia venatoria.
Ma il ringraziamento più grande vada
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non solo a chi ha presentato il proprio Bracco italiano al raduno, ma
anche a tutti gli appassionati che con
la loro presenza e con le loro visite
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hanno impreziosito lo stand SABI
rendendolo un punto di ritrovo per
tutti.
Le relazioni del Raduno, le relative
classifiche e qualifiche saranno disponibili sul sito della SABI.
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N° 110 - Luglio 2016
La responsabilità
dell’esattezza delle
informazioni e delle
qualifiche attribuite ai
soggetti qui riprodotti è dei
proprietari dei cani
Sabato 18 giugno 2016
ore 7,30 inizio prove
ore 13 pranzo
ore 15 ripresa prove
ore 17 premiazioni
LA BECCACCIA,
DALL’ORNITOLOGIA
ALL’IMMAGINARIO
Il leporello annunciato
sul numero 109
del Giornale della beccaccia
è ora disponibile
collegandosi a
www.fiorinaedizioni.com/product/beccaccia-silvio-spano/
“Quelli di PratoGrande”