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INCHIESTA
MISURE ANTIDUMPING
La legge sull’inversione
dell’onere della prova
era la via italiana
alla lotta contro
il cabotaggio irregolare.
Una risposta corretta,
che mirava a colpire
l’illegalità, più che ad
alzare barriere. Ed è
stata una risposta
chiara, funzionale e
perfettamente recepita
dalla strada. Ce lo
conferma Roberto
Sgalla, direttore
centrale per la Polizia
Stradale e Ferroviaria,
e per i Reparti Speciali
della Polizia di Stato
Dipartimento P.S.
di Deborah Appolloni
PIÙ
CONTROLLI
E PROVA INVERTITA:
D
COSÌ SI FRENA
ott. Sgalla, nei dati sulle infrazioni rilevate dai controlli sul trasporto stradale delle merci, balza agli occhi il dato
sul cabotaggio irregolare che dal
2014 al 2015 è aumentato del
63,8%. Come si spiega?
L’incremento delle violazioni accertate è il frutto di due componenti concomitanti. Da una parte
deriva direttamente e proporzionalmente dall’aumento del numero dei veicoli controllati dalle
Forze di Polizia e, dall’altra, beneficia dell’entrata in vigore delle disposizioni in materia di inversione
dell’onere della prova per documentare la regolarità dell’attività
di cabotaggio.
Come sta funzionando questa
norma dal vostro punto di vista?
La norma, che è stata fortemente
IL CABOTAGGIO
voluta anche dal ministero dell’Interno, funziona bene e consente
una verifica immediata e puntuale della regolarità delle operazioni
di cabotaggio. Infatti, prima della
sua entrata in vigore, la documentazione del viaggio internazionale a cui segue il cabotaggio e la
durata massima dell’attività (una
settimana, ndr) era relativamente facile da verificare, ma non era
spesso possibile accertare quanti
trasporti di cabotaggio il veicolo
comunitario avesse effettivamente svolto in questo arco temporale
di permanenza in Italia. La nuova
norma ha reso possibile verificare
immediatamente la corrispondenza tra distanze percorse in Italia
e documentazione dei viaggi, facilitando molto l’accertamento di
eventuali irregolarità o di trasporti abusivi. Con l’entrata in vigore
delle norme sui tachigrafi intelligenti di nuova generazione, previsti dal Regolamento Ue 165/2015,
sarà ancora più facile compiere
queste verifiche, visto che i nuovi
tachigrafi forniranno una completa georeferenziazione del viaggio.
Durante l’assemblea dell’Anita
lei ha parlato di lotta al cabotaggio nel trasporto combina-
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INCHIESTA
MISURE ANTIDUMPING
Percorso a ostacoli
DECONTRIBUZIONE DEGLI AUTISTI:
NORMA DA RISCRIVERE
Aggiustamenti in vista per la norma
sugli sgravi contributivi per gli autisti
impiegati sull’internazionale. La misura, fortemente voluta dalle grandi
aziende di autotrasporto e inserita
nella legge di Stabilità del 2016 (articolo 1 comma 651), rischia di essere
l’unica a rimanere al palo, dopo che il
ministero dei Trasporti ha dato l’ok al
decreto di riparto delle risorse 2016.
Questa norma sarebbe stata valutata «di difficile lettura e attuazione»
e l’Inps, che avrebbe dovuto dare le
indicazioni attuative alle imprese,
non ha mosso un dito in questi ultimi
7 mesi, tanto che il sottosegretario
ai Trasporti, Simona Vicari, sta valutando una riscrittura dell’articolato,
in tempi brevi, in modo da non perdere lo stanziamento per l’anno in corso
(65,5 milioni di euro all’anno per il
triennio 2016-2018). Tra le ipotesi, la
possibilità di legare la contribuzione
a un meccanismo premiale, legato ad
alcune caratteristiche delle aziende.
Insomma, l’operazione sarebbe quella di trasformare una decontribuzione tout court, data a chi prima arriva,
in un premio alle aziende con buone
performance nell’internazionale.
Non è ancora chiaro quale sarà la “navetta” legislativa per cambiare la norma. Tra le ipotesi, quella di un emendamento da presentare in tempi
strettissimi in uno dei provvedimenti
attualmente all’esame del Parlamento. Tra questi, uno possibile potrebbe
essere il DDL Concorrenza (attualmente all’esame della commissione
Industria del Senato), nel quale è già
entrato un emendamento per il rilancio della piattaforma logistica nazionale. Insomma, l’obiettivo è di semplificare la norma per consentire all’Inps
di dare disposizioni alle aziende sulle
modalità della decontribuzione.
Vale la pena di ricordare che l’art. 1
co. 651 della legge di Stabilità prevede l’esonero dai complessivi contributi previdenziali a carico dei datori
di lavoro nella misura dell’80% per
i conducenti impegnati in trasporti
internazionali con veicoli dotati di
tachigrafo digitale. A questo scopo è
autorizzata la spesa di 65,5 milioni di
euro all’anno per il triennio 2016-2018
a titolo sperimentale ed è soggetta a
specifica domanda dell’impresa interessata. Condizione per accedere
al beneficio è il numero di giornate
annue in cui l’autista è impegnato in
trasporti internazionali: devono essere almeno cento, circa i 2/5 delle giornate lavorative prevista da Ccnl. Infine, l’esonero contributivo, che non
riguarda i premi e i contributi Inail, è
riconosciuto dall’Inps in base all’ordine cronologico delle domande, fino
a esaurimento delle risorse, valutata
anche su base pluriennale con riferimento alla durata dell’esonero. L’ente previdenziale monitorerà le minori
entrate, inviando relazioni mensili ai
ministeri competenti, e informerà
tempestivamente
dell’eventuale
esaurimento delle risorse anche attraverso il proprio sito internet.
to. Può spiegare meglio come
la Polizia stradale si muove su
questo fronte?
L’attività di contrasto dell’autotrasporto abusivo si avvale di un
dispositivo collaudato che vede
l’impiego di pattuglie dedicate
in ogni provincia. Per contrastare
il fenomeno del combinato irre-
Spesso prima non
era possibile accertare
quanti trasporti di
cabotaggio il veicolo
comunitario avesse
effettivamente svolto
in questo arco temporale
di permanenza in Italia.
La nuova norma ha reso
possibile verificare
immediatamente
la corrispondenza
tra distanze
percorse in Italia
e documentazione
dei viaggi, facilitando
molto l’accertamento
di eventuali irregolarità
o di trasporti abusivi
golare, che maschera fenomeni
di cabotaggio abusivo, si è dato
maggiore impulso all’attività di
controllo nei pressi di stazioni
ferroviarie o di porti per cercare
di tracciare una mappa degli spostamenti dei vettori e verificarne
il rispetto delle condizioni richieste per il trasporto combinato.
L’obiettivo è quello di controllare
le distanze massime che il vettore stradale può compiere in Italia
perché il trasporto in ambito nazionale si possa considerare prosecuzione di quello internazionale e non, in regime di concorrenza
sleale, trasporto di cabotaggio
non ammesso.
Come spiega il calo registrato
tra le infrazioni legate all’abusivismo?
Probabilmente il fenomeno della diminuzione dell’abusivismo
nel settore dell’autotrasporto
è riconducibile a diverse concause che stanno operando in
modo congiunto. Da una parte
c’è una diminuzione del traffico
merci che, per effetto della crisi
economica, ha visto contrarre
molto la domanda di trasporto.
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INCHIESTA
MISURE ANTIDUMPING
Con l’entrata in vigore
delle norme sui tachigrafi
intelligenti di nuova
generazione, previsti
dal Regolamento
Ue 165/2015, sarà
ancora più facile
compiere queste verifiche,
visto che i nuovi tachigrafi
forniranno una completa
georeferenziazione
del viaggio
Dall’altra, probabilmente, c’è un
effetto significativo dovuto alle
norme che prevedono responsabilità amministrative per i
committenti che si avvalgono di
vettori abusivi. Infine, forse, c’è
anche l’aumento di operazioni
di cabotaggio svolte da vettori a
costi inferiori, a volte anche più
bassi degli stessi vettori abusivi
nazionali.
In generale, come stanno cambiando o cambieranno i controlli su strada? C’è attenzione
anche allo stato psicofisico dei
conducenti?
Le strategie di contrasto che la
Polizia Stradale ha elaborato prevedono azioni che coinvolgono
diversi aspetti: incremento dei
controlli, repressione con assoluta severità delle violazioni alle
norme di comportamento del Codice della strada e alla disciplina
sociale, «operazioni ad alto impatto». In quest’ultimo ambito,
la polizia stradale ha predisposto l’attivazione di controlli volti
all’accertamento delle condizioni psicofisiche dei conducenti,
con particolare attenzione al
contrasto della guida sotto l’influenza delle sostanze stupefacenti o psicotrope. A partire da
giugno 2015, d’intesa con la Direzione Centrale di Sanità e con la
collaborazione della Fondazione
Ania per la Sicurezza Stradale,
è stata attuata una campagna
straordinaria di controllo sulle
condizioni psicofisiche dei conducenti di veicoli commerciali.
Come state coordinando l’attività
dei Centri mobili di revisione?
In questi 7 anni di attività con i
CMR è stato convenuto un costante aumento dei controlli nello
specifico settore, al fine di contrastare tanto il fenomeno del cabotaggio irregolare da parte dei trasportatori stranieri quanto quello
del trasporto abusivo di merci
conto terzi da parte di imprese
autorizzate al trasporto conto
proprio. Nel 2015, in questi servizi, sono stai controllati 63.661 veicoli commerciali (di cui Ue 9.584
e 1.228 extraUe, pari al 17 % del
totale). Questi dispositivi saranno
presto integrati per effetto della
firma di un protocollo d’intesa
tra ministero dell’Interno, delle
Infrastrutture e del Lavoro con
personale ispettivo delle Direzioni territoriali del lavoro. Lo scopo
è quello di un’attività di controllo
delle imprese a più ampio spettro,
soprattutto per contrastare forme
illegali di impiego del lavoratori.
Sul fronte degli incidenti, si
registra un’inversione di tendenza con l’aumento di quelli
mortali. A che cosa è dovuto secondo lei questo trend?
Dopo anni di continua decrescita
del numero dei morti, nel corso
del 2014, c’è stata una battuta
d’arresto nella riduzione del numero delle vittime sulle strade.
Nel 2015 l’incidentalità rilevata da
Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri ha evidenziato una temuta
inversione di tendenza, con un
aumento degli incidenti mortali
del 2,5% (40 incidenti in più del
2014, da 1.587 a 1.627) e, soprattutto, delle vittime del 1,3% (22
deceduti più, da 1.730 a 1.752).
Anche nei primi mesi del 2016
l’andamento dell’incidentalità ha
mantenuto lo stesso trend negativo. Gli incidenti che hanno visto
coinvolti i mezzi pesanti sono
aumentati del 5,7% tra il 2014
e il 2015 e del 10% nei primi cinque mesi del 2016. L’aumento del
numero delle vittime di incidenti
stradali evidenziatosi nell’ultimo
periodo, è riconducibile, secondo
una prima valutazione, alla velocità eccessiva, all'abuso di alcool
o l’uso di droghe ma, soprattutto,
deriva direttamente dalla distrazione alla guida. Particolarmente
allarmante, infatti, è il fenomeno
dell’utilizzo, quando si è alla guida, della tecnologia e dei cellulari.
La presenza in essi di molte applicazioni facilmente accessibili anche con l’uso di una sola mano,
sta ampliando notevolmente i
fattori di rischio di sinistri stradali
per condotte di guida incerte, non
lineari, rallentate o per manovre
improvvise e non presegnalate.
Soprattutto per chi passa molte
ore alla guida, con velocità costante, può ingenerarsi l’erronea
convinzione che la condotta di
guida sia un’attività di sfondo da
poter gestire simultaneamente
ad altre attività sottovalutando i
rischi di tale comportamento che
sono moltissimi e troppo spesso
ritenuti trascurabili
22 agosto/settembre 2016
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