Risonanza, Le liste d`attesa sono quasi azzerate

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savona provincia
IL SECOLO XIX
DOMENICA
24 LUGLIO 2016
17
LA STRAGE DI MONACO DI BAVIERA. MOMENTI DI PAURA IN GERMANIA PER UNA SAVONESE E IL SUO COMPAGNO
«Ero in mezzo alla folla impazzita in birreria»
Francesca Colla stava cenando in un noto locale del centro quando c’è stata la sparatoria
MARIO SCHENONE
«All’IMPROVVISO abbiamo
visto il terrore, dopo una giornata felice per il nono anniversario del nostro fidanzamento, lo spettro della morte
ha aleggiato nelle nostre
menti». I savonesi ventisettenni Francesca Colla e Fabio
Lolli erano a Monaco di BavierainGermania,inunabirreria
del centro dove si è scatenato
il panico per la sparatoria.
«Eravamo in centro a Monaco, avevamo appena pagato il conto della birreria – dice
Fabio Lolli – Proprio in quel
momento mi ha chiamato
un’amica dall’Italia che mi ha
detto dell’attentato, a quel
punto è iniziato il fuggi fuggi
generale. La gente ha cominciato a correre verso l’uscita
in questa grande birreria».
Nel marasma Fabio Lolli ha
“perso” la fidanzata Francesca, si è messo a cercarla,
mentre gli inservienti dicevano di uscire dal locale. «Fortunatamente la mia ragazza è
riuscita a chiamarmi col telefonino e a dirmi che stava bene, era nascosta nel locale insieme ad altre persone – prosegue Fabio Lolli – Fuori c’era
il caos totale, poliziotti armati
ci dicevano di ripararci, la città era in stato d’assedio. C’era
gente che piangeva, le notizie
arrivavano confuse, la polizia
ha detto che c’erano tre persone che potevano essere armate». Francesca Colla era
scossa, disperata. «Io mi sono
nascosta con dei tedeschi e
degli inglesi in un angolo della birreria – afferma – Ho salito delle scale, c’erano delle
portechiuseederavamoinun
angolo cieco. Sono stati 10-15
minuti di panico completo, fi-
La storica birreria di Monaco vicina al centro commerciale
«HO PERSO LE SCARPE»
La gente era nel
panico. Ho perso
le scarpe nel fuggi
fuggi generale
FRANCESCA COLLA
Savonese in vacanza in Germania
I RISULTATI DEL PROGETTO AVVIATO DALL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE
Risonanza, l’Asl annuncia la svolta:
«Le liste d’attesa sono quasi azzerate»
L’assessore Viale: «Primo passo importante su tempi e fughe sanitarie»
SAVONA. Da sei mesi a pochi
giorni. La durata delle liste
d’attesa per una risonanza
magnetica nelle strutture
ospedaliere della provincia di
Savona si è drasticamente ridotta in appena due mesi, grazieaunaseriedifattoriediiniziative messe in campo dalla
Regione e dall’Asl 2 savonese.
Una promessa fatta in campagnaelettoraledall’amministrazione regionale che però,
almeno in questo caso, si sta
già trasformando in realtà.
L’analisideiflussiedeitempiè
contenuta in un documento
del Dipartimento immagini
dell’Azienda sanitaria, redatto dal direttore della Radiologia Diagnostica e interventistica di Savona-Cairo, Alessandro Gastaldo, che sottolinea come si sia registrato «un
notevole miglioramento delle
liste di attesa per esami di risonanza magnetica, passando
da una tempistica di oltre sei
mesi, a una disponibilità quasi
immediata per la maggior
parte degli esami, senza richieste in giacenza».
Un obiettivo raggiunto grazie a una serie di fattori. Innanzitutto gli investimenti,
che hanno portato all’inaugurazione di recente di un’altra
apparecchiatura che si affianca alla prima del San Paolo, tra
l’altro installata di fianco alla
prima,inmododaottimizzare
l’impiego del personale. In più
è stata introdotta una razionalizzazione del lavoro, con
una delle risonanze dedicata
ai pazienti esterni, prenotati
tramite Cup, per esami a bassa
complessità e senza mezzi di
contrasto, che di solito vanno
a incrementare la mobilità
fuori regione, arrivando a 10
pazienti in un turno di sei ore.
Infine, il monitoraggio settimanale avviato per “tarare” le
sedute in base alle richieste, in
modo da non accumulare ri-
tardi.
Soddisfatta l’assessore Viale. «Al di là della riforma complessiva della sanità, che dovrebbe essere approvata in
Consiglio la prossima settimana, abbiamo dato mandato
di intervenire sulle liste d’attesa e ora ci sono i primi risultati, importanti anche sul versante del contenimento delle
fughe. Stiamo dimostrando
che non si trattava solo di promesse elettorali: bisogna dare
atto al commissario Porfido e
a tutta la squadra che si è impegnata per questo progetto.
È un primo passo importante».
La Viale con Roberto Romani, all’inaugurazione della risonanza
M. D. F.
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CAIRO. DAL PRIMO AGOSTO AL LAVORO LA DOTTORESSA MARTA
Al punto di primo intervento
arriva un medico di rinforzo
Potenziato l’organico per mantenere attivo il servizio
UNA DOTTORESSA a tempo
determinato per il punto di Primo Intervento di Cairo. L’ingresso della dottoressa Marta,
dal primo agosto, sebbene con
un contratto per un anno, consentirebbe di stabilizzare parzialmente l’organico, riducendo turni aggiuntivi e gettoni
(400mila euro netti), con un
notevole risparmio.
Il problema potrebbe, però,
ripresentarsi a febbraio, quando il dottor Calvi andrà in pensione. Dall’interno l’impressione è che il Primo intervento
possa essere un «serbatoio» di
medici e personale da cui attingere per coprire buchi in altri
reparti, soprattutto se in «comune» con il San Paolo.
«Per quanto riguarda gli organici, l’arrivo di un nuovo medico è una prima risposta, poi,
nell’ambito di una migliore organizzazione, abbiamo instaurato la consuetudine di fare
unavoltaalmeseilpuntoconle
direzioni di presidio in modo
da programmare le sostituzioni e non dover operare in emergenza - spiega il commissario
straordinario Eugenio Porfido
-. Per quanto riguarda l’utilizzo
dei medici del Primo interventosualtrirepartidicosolocheil
tamponare un problema
aprendone un altro non mi pare produttivo. Sul dirottamento delle emergenze, al di là degli accessi spontanei che non
possiamo controllare, vorrei
esserechiaro:nonsidirottanoi
codici, ma le patologie che, una
volta stabilizzate, devono essere indirizzate verso la struttura più idonea».
Ma non mancano neppure le
notizie positive. Porfido confermacheasettembre,aCairoe
a Savona, partirà la sperimentazione dell’accesso diretto a
Radiologia, ovvero, se il medico di famiglia, nel corso di un
percorso diagnostico per patologie di un certo rilievo, intravede la necessità di un accertamento tramite un’indagine radiologica potrà far sì che il paziente non debba passare
attraverso la prenotazione tramite Cupa, ma potrà avere accesso diretto al reparto.
no a quando siamo usciti e abbiamo iniziato a sentire le sirene. Vivere una cosa del genere in prima persona non è
come sentirla al telegiornale». Poi i due fidanzati si sono
riabbracciati fuori dalla birreria. «Abbiamo cercato di trovare una via di fuga – dicono –
Abbiamo visto la polizia puntare le armi contro un giovane
con uno zaino. Per fortuna un
italiano residente a Monaco
che stava salendo sul taxi sul
quale la moglie era venuta a
prenderlo, ci ha ospitato sull’auto. Dopo che un altro taxi
ci aveva lasciato a piedi». I due
fidanzati sono riusciti così a
raggiungere l’albergo. «In cameraabbiamoascoltatosubito i notiziari, e nella notte tra
venerdì e sabato abbiamo
dormito li, perché non era
consigliato lasciare la città –
conclude Francesca Colla – Ci
siamo barricati in albergo, e
ieri mattina ci siamo mossi,
siamo ripassati dal centro che
era di nuovo pieno di turisti, e
anche di polizia. Siamo ripassati dalla birreria che era ancora chiusa, io sono rientrata
a cercare le scarpe che avevo
perso, si vedevano tanti oggetti abbandonati ammucchiati in un angolo. Per fortuna papà e mamma hanno saputo dell’attentato solo
quando eravamo già in salvo». La polizia controllava
qualsiasi cosa, specialmente
persone con oggetti o borse.
«Secondo me però in Germania ci sono meno controlli che
in Italia – conclude Fabio Lolli
– Siamo stati anche nella località dov’è avvenuto l’attentato in treno, due giorni dopo
il fatto. Fortuna che domani
(oggi ndr) saremo a casa, a Savona».
AL VIA ANCHE IL CANTIERE IN LOCALITÀ FONDA
Danni alla viabilità per l’alluvione,
sarà riaperta la strada per l’Eremo
VARAZZE. Sta finalmente
per tornare percorribile la
strada che porta all’Eremo
del Deserto, nel parco del
Beigua, passando da Varazze e da Sciarborasca.
Mentre l’intervento al confine con il Comune di Cogoleto, che prevede la realizzazione di un ponte in sostituzione del guado esistente, è
partito a maggio e i lavori
procedono senza intoppi,
sta per partire anche il cantiere sulla viabilità in località
Fonda. La fine lavori nella
strada di Sciarborasca, gravemente danneggiata durante l’alluvione del 2010 è
prevista entro la fine dell’autunno, con un costo complessivo di 485mila euro,
quasi totalmente a carico
del Comune. Altro discorso
invece per quel che riguarda
la frana apertasi durante le
forti piogge del 2014 sulla
viabilità alla Fonda. Per la sistemazione della strada è
previsto un intervento dal
costo di 850mila euro.
L’opera, divisa in due stralci,
sarà in parte finanziata dal
Comune, per procedere appena possibile con la riapertura controllata della viabilità. Nel primo lotto dei lavori,
che prevede un esborso di
circa 350mila euro, sono
previste opere di consolidamento della strada esistente. Si procederà poi con il secondo stralcio, con la realizzazione di dreni e opere di
regimazione delle acque a
monte e sotto la frana. Proprio in questi giorni il progetto sarà inviato alla Regione così da attingere ai finanziamenti, per circa 500mila
euro, previsti per i danni alluvionali.
S. SIM.
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PONTINVREA
Patteggia dieci mesi per tentato furto
l’albanese arrestato dopo la fuga in moto
SAVONA. Dieci mesi di carce-
re con la sospensione condizionale e 400 euro di multa. È
la pena patteggiata ieri mattina davanti al giudice Emilio
Fois da Rigjen Kaleci, 28 anni,
l'albanese arrestato l’altro
notte dai carabinieri di Stella
al termine di un lungo inseguimento sulla statale che da
Pontinvrea porta alla riviera.
Il giovane era stato sorpreso
con due complici a tentare di
forzare la porta del bar
L’Aquila d’oro. Da qui l’accusa
di tentato furto e resistenza a
pubblico ufficiale.
Sorpreso dai militari il terzetto si è dato alla fuga su una
potente moto da enduro. E
come ha raccontato lo straniero, difeso dall’avvocato
Carmen Valega, era lui alla
guida della due ruote che ha
cercato di seminare i carabinieri.
Ma l’indagine, coordinata dal
pm Stefania Brusa, è tutt’altro che conclusa. Intanto prosegue la caccia ai due complici riusciti a far perdere le proprie tracce lanciandosi dalla
moto in corsa nella boscaglia.
I militari vogliono poi capire
se sono stati loro stessi a rubare la moto su cui viaggiavano e il camioncino ritrovato
a pochi metri dal bar oggetto
del tentativo di furto a Pontinvrea.
Anche perché a seconda di
quanto scaturisce Rigjen Kaleci rischia anche l’imputazione assai più grave di ricettazione o di furto.
Non è escluso che qualche
elemento in tal senso possa
essere già emerso a dibattimento al termine del quale il
giudice Fois ha concesso le
attenuanti equivalenti alle
aggravanti.