Dopo Brexit: all`Europa ora serve un progetto

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Transcript Dopo Brexit: all`Europa ora serve un progetto

Quindicinale della Comunità Italiana del Cile
www.presenza.cl
16 luglio 2016
Anno XLVII Nº 917
Franqueo Convenido • Res. Nº 1062/1979 • Santiago • Av. Bustamante 180 • Fono: 222229328 • Fax: 226354127 • [email protected] • Aderente alla FUSIE e FSS
La Nazionale azzurra
e il dovere di fare meglio
Esclusi i Watussi, che nel calcio non risultano possedere
una tradizione, a testa alta vanno solo gli struzzi. Ecco, ora
che essere "usciti a testa alta" dall’Europeo è diventato l’elogio
più speso sulla triste fine dell’Italia del pallone, il rischio è
quello di pensare che siamo un paese di struzzi. Che la testa
spesso la abbassano anche sotto terra.
Per non vedere, per non sentire. Per dimenticare che "però
ci hanno messo l’anima", che "tutti hanno giocato con il cuore" e che "erano una squadra vera e unita", non dovrebbero
essere variabili da elogiare quando ci sono, ma la regola da
pretendere da chiunque faccia il proprio mestiere e sia pure
pagato per farlo.
Che il gruppo di Antonio Conte fosse tecnicamente uno
dei più scarsi dell’ultimo decennio non può essere un valore
aggiunto per esaltarne l’atteggiamento in campo. Essere
consapevoli della propria mediocrità insomma è un grande
segno d’intelligenza, ma solo finchè non diventa un facile
strumento per alimentare anche nel calcio la sottocultura
piagnona di un Paese che con la scusa di sentirsi inadeguato
poi festeggia dentro le fontane non appena passa il primo
turno in un torneo dove essere eliminati subito era quasi
impossibile.
E contemporaneamente gode un po’ del voto inglese sulla
Brexit, perchè anche gli altri allora ogni tanto una stupidaggine la fanno. No, l’Italia che vorremmo, in campo e
sugli spalti, dovrebbe essere migliore di questa. Dovrebbe
ricordare che la maglia di Giaccherini una volta la vestiva
Dopo Brexit: all’Europa ora
serve un progetto
L’uscita delle Gran Bretagna dall’Europa impone
riflessioni che vanno oltre
le ragioni e le conseguenze
immediate di un sì o un no
su una scheda referendaria.
Brexit va considerata prima di tutto il riscontro di
quanto il progetto europeo
sia diventato debole e non
pienamente convincente. A
sua volta tale risultato può
indebolire ancor più il percorso di integrazione e farlo
implodere.
È però anche possibile che
inneschi una reazione positiva, in grado di produrre un
rinsaldamento nell’immediato e metta le basi per un
rilancio nel medio e lungo
periodo.
Sinigaglia, il
canottiere sul lago
dorato che morì da
eroe
Timori per la tenuta al Senato.
Il premier: se cado subito alle urne
È sempre così: non appena in Senato si ricomincia
a parlare di agguati e trabocchetti, ecco i congiurati
precipitarsi a smentire. Ieri
è stato tutto un rosario di
dichiarazioni rassicuranti,
«non sarà Verdini a dare la
spallata», «non saremo noi
di Ncd, notoriamente così
leali».
Eppure, fonti molto attendibili confermano che
sono almeno 30 e forse 40 i
senatori della maggioranza
in preda alla disperazione
politica, dunque disposti
a qualunque gesto, anche
il più inconsulto. La stima
si ottiene sommando quei
centristi a vario titolo (Gal,
Ncd, Scelta Civica e Ala) che
per effetto dell’«Italicum»
nutrono zero speranze di
venire rieletti.
Pretendono da Renzi una
via d’uscita che il premier
non vuole e, probabilmente,
non può garantire. Manca
una logica nel loro dibatterCont. in ultima pagina
Le generazioni che hanno
subito il conflitto mondiale e
quelle successive che hanno
vissuto il clima della Guerra
fredda si sono riconosciute
in un desiderio di Europa
diversa dal passato, che al
suo interno non si sentisse
divisa tra parti ostili.
Oggi tale spinta si è esaurita e più che ridurre il
rischio di conflitto interno
serve ora un processo di vera
comunione. Questo significa
superare non solo i confini
geografici tra popoli, ma anche le barriere mentali che li
separano tra di loro e che li
rendono vittime delle proprie
Cont. in ultima pagina
Olimpiadi: uno stile di vita
Cont. in ultima pagina
Governo, vertice Mattarella-Renzi
Referendum fissato il 6 novembre
La possibilità che questo
avvenga realmente è bassa,
non ci sono però alternative;
va quindi non solo auspicata,
ma favorita ad ogni livello.
Gli attori principali per un
salto qualitativo – dopo il
processo di allargamento
quantitativo che ha portato
a estendere a Est perdendo
però ora a Ovest – sono due:
le istituzioni e le nuove generazioni.
Di fatto, significa spingere
verso l’alto il rapporto tra
domanda e offerta di una
migliore Europa, la prima
riferita soprattutto ai giovani e la seconda alla politica.
paure. Per un’Europa così vi
sarebbe un posto di primo
piano nel mondo, mentre i
singoli Paesi sono destinati
a smarrirsi andando da soli
verso il futuro.
Nel 1950, ben tre delle
cinque città più popolate al
mondo stavano in Europa,
ora nessuna metropoli di
questo continente è tra le
prime quindici del Pianeta.
Nello stesso lasso di tempo,
l’Italia è scesa dal decimo
posto al ventitreesimo posto
tra i Paesi demograficamente più consistenti. Nel 2050
nessun Paese europeo sarà
tra i primi venti, nemmeno
la Germania, attualmente
il più popoloso ma in sensibile sofferenza demografica.
Se però l’Europa fosse uno
Stato, verrebbe superata,
come abitanti, solo da Cina
e India.
Per ottenere un’Europa
più forte nel mondo non basta sommare nazioni diverse
e nemmeno è sufficiente porsi regole e vincoli per stare
assieme come famiglie di uno
stesso condominio (peraltro
composte da anziani o coppie
con un solo figlio). Sono due
Quattro luglio 1914. I
cannoni della guerra stanno per tuonare in Europa.
Ma, a cinquanta chilometri
da Londra, in una cornice
che pare ignorare quelle
fosche premonizioni, volano
le ultime stelle filanti della
Belle Epoque. Quel giorno,
a Henley, sulle rive del Tamigi, Re Giorgio V, sempre
impettito nelle sue uniformi
d’imperatore delle Indie, ha
un moto di stizza e si defila
dandosi per indisposto. Si è
verificato un evento inaudito.
Un atleta italiano, il trentenne Giuseppe Sinigaglia, è
venuto a strappare l’ambito
titolo mondiale di canottaggio, nella specialità del
singolo, distanziando di ben
250 metri, sulla linea del
traguardo, il suo rivale, Colin Stuart del Trinity Hall di
Cambridge. Un’umiliazione
intollerabile, per la tradizione degli sport remieri
britannici, dover cedere a
un non anglosassone l’ambita “Diamond Sculls Cup”,
la coppa in oro massiccio
cesellato, realizzata sotto
Cont. in ultima pagina
I Giochi della XXXI Olimpiade si terranno dal 5 al 21 agosto 2016. Rio de Janeiro
diventa la prima città sudamericana ad
ospitare un’edizione dei Giochi olimpici
estivi (ricordiamo che ci sono anche le
Olimpiadi invernali).
Sono un evento sportivo quadriennale
che prevede la competizione tra i migliori
atleti del mondo in quasi tutte le discipline
sportive praticate nei cinque continenti.
La bandiera olimpica raffigura cinque
anelli che simboleggiano i cinque continenti.
I colori scelti sono presenti nelle bandiere
di tutte le nazioni, quindi la loro combinazione simboleggia tutti i Paesi, mentre
l’intreccio degli anelli rappresenta l’universalità dello spirito olimpico.
Un elemento fondamentale dello sport,
dal punto di vista formativo, è la cultura
dell'impegno, del sacrificio. Oggi c´è una
tendenza a voler cancellare la parola
“sforzo” dalla nostra vita. Lo sport può
rappresentare una valida alternativa alla
non-cultura del “voglio tutto e subito, senza
sacrificio”.
Nello sport l´impegno è fondamentale.
Per arrivare al traguardo, sono necessari
tanto sudore e tanto allenamento. Per cui è
importante educare i giovani allo spirito di
sacrificio, che può essere trasmesso anche
nella vita quotidiana.
Un secondo aspetto educativo sta nella
cultura dell´incontro con gli altri. Oggi,
purtroppo, sembra scomparire l´antica
abitudine del cortile e della piazza, in cui i
bambini e giovani praticavano tradizionali
giochi di gruppo, allegri e creativi (come
la famosa “pichanga”).
Questi sport all´aperto erano parentesi
di svago in cui si stava insieme e ci si
confrontava l´uno con l´altro. Non rappresentavano soltanto un´occasione di
divertimento, ma soprattutto momenti
educativi in cui ci si abituava ad agire
con correttezza e a rispettare l´avversario
(a parte qualche scaramuccia).
Oggi, purtroppo, il tempo libero viene
utilizzato in modo sempre più solitario
e individualista. Per molti giovani, il
migliore amico è il cellulare.
Lo sport è bello perché abitua ad un
vero, sincero contatto con gli altri ragazzi,
abituandoli a rispettare regole e comportamenti precisi. Oggi sembra trionfare
la libertà di fare di tutto senza pensare
troppo agli altri. Pensiamo, ad esempio,
ad alcuni episodi di bullismo, di violenza
e di vandalismo che riempiono le pagine
dei giornali.
Certi episodi, ovviamente, non rappresentano lo specchio della gioventù attuale
(che è certamente migliore) ma devono
ugualmente farci riflettere. Se i giovani
non vengono educati al rispetto delle
regole rischiano di finire... in fuori gioco.
Lo sport, con le sue regole, può rappresentare una grande opportunità formativa
per i giovani. Li può aiutare a costruire
una sana cultura della convivenza e del
rispetto degli altri, all´insegna di quella
sana cultura del limite che dovrebbe essere
alla base di ogni civiltà.
Giuseppe Tomasi
2
Presenza- 16 luglio 2016
Cor­ri­spo­nden­za
La Di­re­zio­ne rin­gra­zia i let­to­ri che le scri­vo­no per­ché di­mo­
stra­no in­te­res­se per i pro­ble­mi e la vi­ta del­la no­stra co­mu­ni­tà.
Nel­lo stes­so tem­po si scu­sa se, per e­vi­den­ti ra­gio­ni di spa­zio,
qual­che let­te­ra do­vrà es­se­re ri­dot­ta. La Di­re­zio­ne i­nol­tre si ri­
ser­va la pub­bli­ca­zio­ne di let­te­re che ri­ter­rà mol­to con­flit­tuali.
Lettera aperta
Casa de Italia
* Comentario Última Junta
Chicureo, Colina, 15 de
junio de 2016.
Estimados accionistas.
Inicio la redacción de esta
carta abierta a los accionistas
de la Inmobiliaria Casa de
Italia S.A., habiendo transcurrido más de 24 horas del
cierre de la crítica y compleja
Junta Ordinaria de Accionistas del lunes 13 de junio
de 2016, lo que dio tiempo y
tranquilidad para plantear
mis comentarios.
Lo hago respetando el
espíritu de todos nuestros
antepasados que en mayo de
1962 materializaron el objetivo de tener una casa, para
que como institución social,
sirviera de hogar para mantener las costumbres y tradiciones de nuestra querida
Italia; y para que su término
de vida no se vea empañada
por situaciones contaminadas
por las malas prácticas y conductas reprochables.
Para los que no me conocen, soy ex alumno de la
Scuola Italiana de Valparaíso
(1953), realizo mis comentarios en base a mi experiencia
adquirida a través de mi vida
activa: más de 10 años ocupando cargos gerenciales en
Esso Chile; 21 años como gerente contralor y de auditoría
de AFP Provida; 7 años como
gerente de Deloitte Auditores
Ricevi in ritardo
PRESENZA?
Se sei di Santiago
chiama al Cel.
974789725
Grazie
EDITRICE
Parrocchia Italiana
N.S. Pompei Scalabriniana
***
RAPPRESENTANTE LEGALE
Giulio Rubin
***
DIRETTORE
RESPONSABILE
Claudio Massone Stagno
***
DIRETTORE
REDAZIONALE
Giuseppe Tommasi
***
COLLABORATORI
Paolo Castellani
Fina Franchini
Gloria Nocchi Frascoli
Consuelo Canessa
***
CORRISPONDENTI
Arica
Verónica Bibiano
Antofag. Rodolfo Sanchez B.
Iquique Luz Savalli
La Serena Caterina Pezzani
Quillota E. Schiappacasse
V. Alemana Gilda Rivara
Valparaiso
Concep. Giancarlo Carro
P. Arenas Eduardo Pesce V.
***
Contribuzione annua
$ 20.000. Cheque nominativo
a «Presenza»
***
Stampa C. von Plate
Esce il 1º e il 16 di ogni mese
y Consultores; y actualmente
como director ejecutivo de la
Fundación Santuario Divina
Misericordia.
MEMORIA Y ESTADOS
FINANCIEROS
En primer término, deseo
expresar que me siento embaucado y ustedes también
deben sentirlo, por la tratativa de la Mesa Directiva de
pretender que la Memoria
y Balance General, Estados
de Resultados y Financieros
correspondientes al ejercicio
del año 2015 (así se detalla
en la citación) fuera aprobado por nosotros. El ejemplar
recibido por correo electrónico
y el que estaba disponible en
la fecha y hora de la Junta
específicamente, consistía
sólo en Folleto con información elemental y no reunía los
requisitos establecidos por el
TÍTULO VII - DEL BALANCE, DE OTROS ESTA D O S Y R E G I S T R O S
FINANCIEROS Y DE LA
DISTRIBUCION DE LAS
UTILIDADES de la LEY Nº
SPAZIO APERTO
18.046, SOBRE SOCIEDADES ANONIMAS..
Sólo a modo enunciativo y
no taxativo omitía: Informe
de los Auditores Externos
Independientes, Estado de
Situación Financiera Clasificado, Estado de Resultados,
Estado de Flujo de Efectivo,
Estado de Cambio del Patrimonio Neto (todos estos
estados comparativos entre
el ejercicio 2015 con el 2014),
Notas de los Estados Financieros y Declaración de Responsabilidad y Suscripción
de la Memoria.
Respecto al último documento señalado en el párrafo
anterior, la página 2 del Folleto señalado sólo indicaba el
nombre apellidos y cargo de
los miembros del directorio,
omitiendo la información
correspondiente al Gerente o
Gerente General y “la propia
firma de todos ellos”, en que
se declaran responsables respecto de la veracidad de toda
la información incorporada
en la Memoria Anual a la que
ellos mismos suscriben.
Mención aparte, merece el
agravante de la omisión del
Informe del Auditor Independiente. Según mi experiencia
y por la limitación de hacer
entrega de información al
Servicio de Impuestos Internos en abril de cada año, el
balance y estados financieros
de las sociedades quedan
listos a más tardar el 31 de
marzo del año siguiente al
término del ejercicio. A su vez,
los auditores independientes
dividen sus actividades en
dos o más etapas, emitiendo
su informe dentro del mismo
plazo. Si el Directorio conocía
la inhabilidad del Auditor designado, a mi juicio tenía sufi-
ciente tiempo y facultad para
designar uno alterno y no lo
hizo, pretendiendo distraer
nuestra atención utilizando
distintos argumentos.
Si la Superintendencia de
Valores y Seguros (SVyS) ofició a la Sociedad, inhabilitando al Auditor Independiente,
el Directorio debería haberlo
leído íntegramente el Oficio,
en especial sus fundamentos,
por cuando desautorizaba el
acuerdo otorgado por la Junta Ordinaria celebrada en el
año 2015.
Finalmente, el análisis de
las cifras del Balance correspondía hacerlo el Gerente
de la Sociedad, por ser de su
responsabilidad y no por un
contador ajeno al proceso,
reemplazante del titular,
quién además incurrió en
un error conceptual al establecer que las Notas a los
Estados Financieros son de
responsabilidad del auditor
independiente, lo que no es
efectivo y carece de validez.
OTROS TEMAS.
En el fragor de las discusiones que surgieron en el
transcurso de la revisión del
Folleto, se revelaron materias de alto interés, que es
necesario sean precisadas y
ampliadas a los accionistas,
por estimar que en algún
momento pueden afectar al
Patrimonio de la Sociedad,
por diversas causales.
Venta de acciones de
accionistas fallecidos (Herencias yacentes).
Al analizar la partida Honorarios del Balance General
por $7.657.860, no hubo absoluta claridad y certeza de su
origen, sin embargo el Presidente informó que parte de
ellos correspondía a gastos de
asesoría legal necesaria para
evitar una sanción que se había decretado por la SVyS por
eventuales irregularidades
en el remate de las acciones
yacentes. En su explicación
no quedó claro si la sanción
aplicaba al Directorio o a la
Sociedad.
De acuerdos a las normas
de la SVyS, esta información
debe constar en las Notas de
los Estados Financieros; y,
si efectivamente se trataba
de una sanción cursada o en
trámite debe ser informada
en la Junta.
Ahora bien, si la sanción
corresponde al Directorio,
su defensa jurídica, debe ser
asumida por ellos y en ningún
caso en detrimento del Patrimonio de la Sociedad.
Por lo tanto en la próxima
Junta Ordinaria de Accionista es primordial que el Oficio
de la SVyS sea leído íntegramente, como asimismo los
descargos a ella presentados
por quién o quienes corresponda y la Resolución final
de Ente fiscalizador.
Sobre los procedimientos
Segue in ultima pagina
Informazioni
ACLI
Bustamante 180 - Santiago
Tel: 2665-0340; 22225247 - E-Mail: [email protected]
Pagina web: www.patronatoacli.cl
La riforma a gli organi di
rappresentanza.
Il CGIE, ha chiesto a tutti i Comites operanti nel mondo
proporre una riforma agli organi di rappresentanza, Comites e CGIE. Una necessaria iniziativa che si ripete da anni.
Durante la legislazione dell’anteriore Consiglio Generale
fu approfondito l’argomento e sul tema ci sono documenti
che mai si sono trasformati in nuova normativa. Incluso,
una proposta di legge del senatore Micheloni non condivisa
allora dal Consiglio Generale, e che oggi con differenze ma
sulla stessa falsa riga si presenta come proposta di un ex
consigliere del CGIE della Svizzera.
La idea centrale è fare del Comites e del CGIE un solo
organico, generato a partire dai Presidenti dei Comites
del continente d’appartenenza. La graduatoria proposta
come “più semplice e finanziariamente meno onerosa senza
ridurre l’efficacia”….partendo dai Presidenti dei Comites
di ogni circoscrizione consolare passando agli Intercomites
continentali per poi confluire nella Assemblea è una proposta
che modifica la forma ma non il fondo della rappresentanza
delle comunità italiane all’estero. Si cambia le nomine e le
categorie che faranno parte dell' Assemblea ma non si tocca
la sostanza che a mio avviso è precisamente la questione che
rende la rappresentanza utile e necessaria.
Una rappresentanza che solo PROMUOVE iniziative altrui
o proprie, e che COLLABORA con l’autorità consolare è, a
mio avviso, un contenitore insufficiente per rendere visibile
agli elettori come lo dimostra la scarsa partecipazione alle
votazioni. D’ altra parte, la collaborazione con l’autorità
consolare non dipende solo della buona volontà dei Comites
ma soprattutto della disponibilità dei Consoli o degli ambasciator del luogo.
Non si tratta di modificare soltanto la composizione e la
generazione della rappresentanza, cambiando l’indirizzo di
appartenenza dal MAECI al Consiglio dei Ministri, ma si
deve dare alla rappresentanza funzionalità operativa e con
chiare competenze di gestione e di consulenza.
Il Comites per rendere un utile servizio al paese che ospita
le comunità italiane e all’ Italia deve trasformarsi in un
organo di consulenza con pareri vincolanti e obbligatori che
consenta un rapporto proficuo a carattere istituzionale tra
la autorità diplomatica e consolare accreditata nel paese e
il vasto associazionismo presente nella società d’accoglienza.
La rappresentanza senza competenze precise e puntuali e
senza un raccordo istituzionale del pubblico e del privato
nella circoscrizione consolare è un foglio in bianco che dice
poco o nulla.
La domanda impertinente: ¿Il Ministero degli Esteri è in
grado di produrre questa apertura di profonda trasparenza
che cambia la tradizionale confidenzialità, la scarsa o nulla
informazione e la gestione a prescindere dalla partecipazione
cittadina? Ovviamente NO. Tra i Consolati e i cittadini (in generis) esiste un muro che non consente l’interazione e la mutua
collaborazione. Questo vale per i privati cittadini e per i Comites.
Questa situazione è presente anche nei rapporti con il
governo centrale. L’ aumento del costo sproporzionato del
passaporto, la tassa per la cittadinanza (E.300) sono state
consultate con i Comites prima della loro implementazione?
NO, siamo cittadini passivi senza voce e senza attenzione
eppure sempre meno si sente dire che siamo una risorsa.
A questo punto riformare la rappresentanza con chiaro
indirizzo funzionale e di competenze è una missione impossibile. Per la burocrazia, assai gelosa, sarà ritenuta una
intromissione indebita che solo ed esclusivamente compete
al servizio estero.
La rappresentanza della comunità è una utopica realtà che
non serve a nessuno, salvo per spendere, per fortuna, pochi
soldi per sostenere le apparenze.
Le comunità italiane all´estero sono una forza che si manifesta nelle istituzioni e le associazioni che sono il frutto delle
iniziative del passato ancora sussistenti e vive. Nel nostro,
la Casa di Riposo, il COIA, la Pompa Italia, l’Umanitaria,
La Scuola, lo Stadio, la Missione cattolica italiana, hanno
una rappresentanza valida e funzionante, ognuna nei loro
statutari obbiettivi prestano un servizio importante e necessario che rappresenta tutti noi italiani residenti in Cile. Paolo Castellani
Abbonamento 2016 - Fiducia reciproca
Tanti lettori fedeli ci seguono da anni dimostrando fiducia nel nostro operato. Per poter
continuare a seguirlo chiediamo ancora un segno di fedeltà.
Molti pensionati ci chiedono l’abbonamento gratuito (che neghiamo a nessuno).Il fatto
ci obbliga a creare una èlite di “sostenitori” che conguagliano gli abbonamenti gratuiti. Vi
ringraziamo cordialmente della collaborazione.
Per facilitare il versamento dell’abbonamento abbiamo aperto nel Banco de Chile la
“Cuenta de Ahorro N. 08-166-01126-03” a nome di “Giuseppe Tommasi B.”.
Il RUT di Giuseppe Tommasi B. è 8.322.945-4
Una volta fatto il versamento la preghiamo di inviarci per mezzo di lettera o fax la ricevuta
o semplicemente informarci per E-mail o per telefono. Vedi in prima pagina, in alto. i dati.
Cognome.....................Nome....................... via....................................città....................
Abbonamento normale
20.000 pesos
Abbonamento sostenitore
30.000 pesos. Cheques esteso a “PRESENZA”
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Av. Apoquindo 4228 - teléfono 22081344
Av. B. O'Higgins 737 - teléfono 26381833
Passatempo e umore
TERZA PAGINA
Presenza- 16 luglio 2016
3
Dorando Pietri e la drammatica maratona
Dorando Pietri, noto impropriamente anche come
Dorando Petri, è stato un
atleta italiano, passato alla
storia per il drammatico
epilogo della maratona ai
Giochi olimpici di Londra
1908: tagliò per primo il
traguardo, sorretto dai giudici di gara che l'avevano
soccorso dopo averlo visto
barcollare più volte, stremato dalla fatica. A causa di
quell'aiuto fu squalificato e
perse la medaglia d'oro, ma
le immagini e il racconto del
suo arrivo, facendo il giro
del mondo e superando la
cronaca viva di quei giorni, lo
hanno consegnato alla storia
dell'atletica leggera.
Nonostante quell'oro sia
stato vinto da Johnny Hayes,
il nome di Dorando Pietri
richiama subito uno degli
episodi più celebrati dei Giochi olimpici.
Dorando Pietri nacque a
Mandrio, una frazione di
Correggio, in una famiglia di
contadini. Nel 1897 il padre
Desiderio lasciò i campi per
aprire un negozio di frutta e
verdura nella vicina Carpi,
dove si trasferì con la moglie
e i quattro figli. Dorando iniziò molto presto a lavorare,
come garzone in una pasticceria. Nel tempo libero si
dedicava alla bicicletta o alla
corsa a piedi. Era un uomo
minuto e di bassa statura
(1,59 m).
Nel settembre del 1904 il
più famoso podista italiano
dell'epoca, Pericle Pagliani,
partecipò ad una gara proprio a Carpi. Si racconta che
Pietri, attirato dall'evento,
si sia messo a correre dietro
Pagliani, con ancora gli abiti
da lavoro addosso, ed abbia
retto il suo passo fino all'arrivo. Qualche giorno dopo,
Pietri fece l'esordio in una
competizione ufficiale, correndo i 3000 metri a Bologna
ed arrivando secondo.
L'anno successivo arrivarono i primi successi, sia in
Italia che all'estero, il più
importante dei quali fu la
30 km di Parigi, vinta con
un distacco di 6 minuti. Il
2 aprile 1906 Pietri vinse la
maratona di qualificazione
per i Giochi olimpici intermedi, che si sarebbero svolti
in estate ad Atene, con il
tempo di 2 ore e 48 minuti.
Purtroppo nella gara di Atene fu costretto a ritirarsi al
24º chilometro per problemi
intestinali, quando era al
comando con 5 minuti di
vantaggio sugli inseguitori.
Nel 1907 riportò numerose
vittorie, tra le quali i titoli
dei 5000 metri ai Campionati italiani (con il primato
nazionale di 16'27"2) e dei 20
km. Ormai Dorando Pietri
era il dominatore assoluto
del fondo nazionale, in grado
di vincere dal mezzofondo
alla maratona, ed aveva già
ottenuto risultati importanti
sulla scena internazionale.
La maratona olimpica era
in programma pochi giorni
dopo, il 24 luglio. Per la
prima volta il percorso si
snodava su 42,195 km.
Alla partenza, davanti al
Castello di Windsor, c'erano
56 atleti, tra cui i due italiani: Dorando Pietri, maglietta
bianca e calzoncini rossi,
con il numero 19 sul petto,
e Umberto Blasi. Era una
giornata insolitamente calda
per il clima inglese.
Alle 14:33 la principessa
del Galles diede il via. Un
terzetto di britannici si portò
subito al comando della corsa, imponendo un'andatura
elevata. Pietri si mantenne
nelle retrovie, cercando di
Mausoleo Italiano
Dr. Augusto Brizzolara
specialista in
Geriatria e
Gerontologia
El Trovador 4280
Of. 1108 -Las Condes
Fono-Fax: 2342 5139
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conservare le energie per la
seconda parte di gara. Infatti
verso metà percorso il maratoneta italiano iniziò la sua
progressione, rimontando
via via numerose posizioni.
Al 32º km era secondo, a
quattro minuti dal leader
della corsa, il sudafricano
Charles Hefferon. Saputo
che l'atleta di testa era entrato in crisi, Pietri aumentò
ancora il ritmo per recuperare il distacco, e al 39º km
raggiunse e subito sorpassò
il sudafricano.
Mancavano ormai un paio
di chilometri all'arrivo, ma
Pietri si trovò a fare i conti
con l'enorme dispendio di
energie effettuato durante la
rimonta e la disidratazione
dovuta al caldo. La stanchezza gli fece perdere lucidità.
Arrivato allo stadio, sbagliò
strada. I giudici lo fecero
tornare indietro, ma Pietri
cadde esanime. Si rialzò con
il loro aiuto, ma ormai stremato, faticava a reggersi in
piedi da solo.
Era ad appena 200 metri dal traguardo. Gli oltre
75.000 spettatori dello stadio
erano tutti in trepidazione
per lui. Attorno a lui sulla
pista i giudici di gara e persino alcuni medici accorsi
per soccorrerlo. Pietri cadde
altre quattro volte, ed altrettante fu aiutato a rialzarsi,
ma continuò barcollando
ad avanzare verso l'arrivo.
Quando finalmente riuscì a
tagliare il traguardo, sorretto da un giudice e un medico,
era totalmente esausto.
Il suo tempo finale fu di
2h54'46"4 su 42,195 km,
ma solo per percorrere gli
ultimi 500 metri impiegò
quasi dieci minuti. Oltre
il traguardo svenne e fu
portato fuori dalla pista su
una barella. Poco dopo di
lui arrivò lo statunitense
Johnny Hayes. La squadra
americana presentò immediatamente un reclamo per
l'aiuto ricevuto da Pietri, che
venne prontamente accolto.
Il carpigiano fu squalificato
e cancellato dall'ordine di
arrivo della gara.
Il dramma di Dorando
Pietri commosse tutti gli
spettatori dello stadio. Quasi
a compensarlo della mancata
medaglia olimpica, la regina
Alessandra lo premiò con
una coppa d'argento dorato.
A proporre l'assegnazione
del riconoscimento sarebbe
stato lo scrittore Arthur
Conan Doyle che secondo
alcuni era anche l'addetto
con il megafono che sorresse
Pietri al momento dell'arrivo. Tale affermazione non ha
però alcun fondamento: i due
personaggi che affiancano
Pietri, in quella che è una
delle più note e significative
immagini dell'olimpismo
moderno, sono, rispettivamente, alla destra dell'atleta
- con il megafono - il giudice
di gara Jack Andrew ed alla
sinistra il capo dello staff
medico, il dottor Michael
Bulger. Conan Doyle era in
effetti presente in tribuna,
a pochi metri dalla linea
del traguardo, dato che era
stato incaricato da Lord
Northcliffe di redigere la
cronaca della gara per il
Daily Mail;il resoconto del
giornalista-scrittore terminò
con le parole:
« La grande impresa dell'italiano non potrà mai essere
cancellata dagli archivi dello
sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici. »
Successivamente Conan
Doyle suggerì al Daily Mail
di conferire un premio in
danaro a Pietri, sotto forma di sottoscrizione per
permettergli l'apertura di
una panetteria, una volta
rientrato in Italia.
La proposta ebbe successo
e vennero raccolte trecento
sterline. Lo stesso Doyle
avviò la raccolta donando
cinque sterline.
Il racconto della sua impresa eroica, ma sfortunata,
fece immediatamente il giro
del mondo.
Da un giorno all'altro Dorando Pietri divenne una celebrità, in Italia e all'estero.
Indirizzi Utili
Ambasciata d’Italia - Clemente Fabres 1050, - Providencia
Tel.: 224708400 - E-Mail: [email protected]
Consolato - Román Diaz 1270, Santiago
Tel: 224708400 - E-Mail:[email protected]
Camera di Commercio- Luis Thayer Ojeda 073,Piso l2, Provi.
Tel.: 562/222322618 - Fax: 562/222330973- E-Mail: [email protected]
Istituto Italiano di Cultura - Triana 843, Providencia
Tel.: 23 2038170 www.iicsantiago.estei.it
ICE Agenzia per la promozione all 'estero e
l'internazionalizzazione delle imprese italiane
Clemente Fabres 1050 (Prov.)Tel. 223039330 E.mail: Santiago@ice.
it COMITES -Av.Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel. 222129455
Radio Anita Odone on line 24 ore su 24 di musica italiana
Circolo di Professionisti di Origine Italiana
Av. Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel: 222425012 - 222481503
Club Stadio Italiano
Av. Apoquindo 6589, Las Condes -Tel: 224847000 Central.
Scuola Italiana Vittorio Montiglio
Las Flores 12707, Las Condes - Tel: 225927500
Parrocchia Italiana- Av. Bustamante 180 Providencia
[email protected] - Te: 22229328 - Fax: 226354127
Hogar Italiano - Holanda 3639, Ñuñoa - Tel: 222055476
Umanitaria - Av. Vicuña Mackenna 83 - Santiago - Tel: 26342500
Pompa Italia - República 96 - Santiago -Tel: 226992222 - [email protected]
www.vigilidelfuoco.cl
ACLI -Asociación Cristiana de los Trabajadores Italianos
Bustamante 180 (Parrocchia Italiana) - Tel 22665-0340
COIA: Bustamante 180 -Providencia Tel. 26345247
Associazione Ligure contatto Sig.ra Rina Garibaldi 02 2192144;
Sig. Aldo Solari al telefono 02 7926752
4
Presenza- 16 luglio 2016
ITALIA E ITALIANI
Tutte le virtù del cocomero
Una bomba rosso-verde di vitamine,
potassio e licopene, carotenoide antiossidante amico di cuore e arterie e dotato di
virtù anticancro. Assunto a cubetti o in
fetta intera, garantisce un’iniezione di
freschezza e sostanze benefiche a grassi
zero, contiene pochi zuccheri ed è un valido alleato di dieta e salute anche perché
povero di calorie e ricco d’acqua che «diluisce» il potere glicemico, evitando rischiosi
picchi di zucchero nel
sangue. Una vera e propria
«ode al cocomero» quella degli esperti nutrizionisti che sul «New
York Times» hanno
promosso pieni voti il
frutto simbolo dell’estate. L’anguria non
solo è buona, ma fa
molto bene. La regina
dei chioschi assomiglia
alle «petite madeleines» descritte da
Proust per i tanti adulti che la collegano
alle calde serate dell’infanzia in famiglia,
quando la scuola era finita, ma le vacanze
al mare erano ancora lontane. Questo frutto è ricco di vitamina A, C,
B e potassio, confermano gli esperti. Ma
il suo valore aggiunto è il contenuto in
licopene, pigmento che le regala il tipico
colore rosso intenso e che in vari studi ha
dimostrato un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare, un’azione anti-ictus e
un possibile ruolo nella prevenzione di diversi
tumori. Mangiare l’anguria, inoltre, può anche
abbassare leggermente la pressione. Benché il melone d’acqua non presenti la
stessa quantità di fibre garantita da altra frutta
e verdura, esso è completamente privo di grassi
e pieno d’acqua che lo rende pochissimo calorico.
Una tazza di anguria tagliata a pezzi fornisce
appena 45 calorie circa. Nemmeno la sua dolcezza deve far paura, tranquillizzano gli
esperti: in molti temono che l’anguria contenga troppo zucchero,
ma «questo è un po’ un
equivoco», osserva Jennifer McDaniel, portavoce dell’Academy
of Nutrition and Dietetics. Perché mentre
una tazza di cocomero
apporta circa 9 grammi
di zucchero, una banana di taglia normale ne contiene 14-15 grammi,
come pure una tazza di mirtilli. Infine l’indice glicemico, cioè il parametro
che misura la capacità di un cibo di aumentare
rapidamente i livelli di zucchero nel sangue.
Nell’anguria l’indice è alto, ma secondo i
nutrizionisti anche questo potrebbe generare confusione: sempre perché il cocomero è
ricchissimo d’acqua, infatti, alla fine l’effetto
innalza-zuccheri viene smorzato e «nelle
quantità abitualmente consumate il frutto non
aumenta rapidamente la glicemia». Berlusconi dimesso dall’ospedale San Raffaele.
“Prova molto dolorosa, ora sto un po’ meglio”
«È stata una prova molto
molto dolorosa, non credevo
di affrontare tanto male. Ora
sto un po’ meglio». Dopo quasi un mese di degenza Silvio
Berlusconi lascia l’ospedale
San Raffaele di Milano. L’ex
premier, operato al cuore lo
scorso 14 giugno per la sostituzione della valvola aortica,
torna ad Arcore, dove proseguirà la riabilitazione. Berlusconi dimesso: “E’
stata prova molto dura”
LA RIABILITAZIONE «Mi aspettano mesi di riabilitazione», spiega il leader
di Forza Italia. Berlusconi
parla a fatica, appoggiato
allo storico collaboratore
Valentino Valentini. Ma
non si sottrae alle domande dei cronisti: «Nel Paese
Tenga el mejor
punto de vista
P. de Valdivia 3015 F. 22690791
Moneda 708
F. 26649244
San Antonio 325 F. 26325512
SILVANO TAVONATTI A.
[email protected]
c’è una preoccupante carenza
di leader. Se ce
ne sarà bisogno,
sarò di nuovo
utile all’Italia
e agli italiani».
Si sente ancora
un leader? «Uno
sente se poter
dare ancora un contributo al
proprio Paese. Io spero non ce
ne sia bisogno, se ce ne fosse
spero di averne la forza». IL RITORNO IN CAMPO Stando agli ultimi bollettini medici, il recupero
di Berlusconi procede in
maniera spedita tanto da
avergli permesso a di lasciare l’ospedale prima del
previsto. Il miglioramento
delle condizioni si salute
gli hanno anche consentito
di tornare ad occuparsi in
maniera più continuativa di
politica. Certo, l’impegno almeno per ora non è quello di
un tempo. E a gestire la fase
operativa insieme al Cav c’è
al momento il nuovo “direttorio” azzurro, composto non
solo dai fedelissimi (Ghedini,
Gianni Letta e Fedele Confalonieri) ma anche dalla
primogenita Marina. IL CASO CONFALONIERI Per l’ex premier l’ultimo
passo consisterà proprio nel
rientro sulla scena. Il primo obiettivo sarà quello di
ricompattare il partito che
all’indomani delle comunali
si è ritrovato senza il proprio
leader ma soprattutto senza
una vera e propria linea politica. La presa di posizione di
Fedele Confalonieri a favore
di un nuovo sostegno azzurro
al governo di Matteo Renzi
ha scatenato un putiferio
all’interno del partito. Ecco
perchè pur lontano dalla
scena, Berlusconi ha comunque voluto rassicurare i suoi
ribadendo l’impegno ufficiale
a sostegno della campagna
per il “no” al referendum.
In un messaggio inviato
a tutti i coordinatori il Cavaliere ha chiesto massimo
impegno per la costituzione
sul territorio dei comitati
per il No.
Un segnale chiaro che va
di pari passo con un altro
obiettivo e cioè quello di mandare un messaggio all’esterno, ma anche a quanti dentro
Forza Italia ambiscono alla
leadership del partito: «Io ci
sono e non mollo Fi», è l’incipit del messaggio. VERSO IL CONGRESSO La priorità per Berlusconi
resta comunque il recupero
della forma piena, tanto
che il suo medico personale
Alberto Zangrillo è stato
categorico sulla possibilità
che possa fare ora incontri di
lavoro: «L’attività riprenderà
con la gradualità stabilita
dal medico curante».
Ma il fatto di essere blindato ad Arcore non impedirà
all’ex capo del governo di tenere sotto stretta osservazione quanto accade nei Palazzi.
Oli, frutta secca, semi e salmone: gli
alimenti che «allungano la vita»
Oli come l’extravergine d’oliva, frutta secca, semi come
quelli di lino o di girasole, e
pesce come il salmone: ecco
alcuni degli alimenti che
«allungano la vita» e migliorano la salute grazie al loro
elevato contenuto in «grassi
insaturi» (sia polinsaturi
che monoinsaturi) anche se,
sottolineano gli esperti, è
bene che la dieta sia sempre
completa e bilanciata e non ci
si fossilizzi su pochi alimenti.
Sostanziosi consumi di
grassi insaturi sono risultati
associati a una riduzione
dell’11-19% della mortalità
per tutte le cause.
Il risultato è emerso da
una ricerca condotta negli
Stati senza precedenti per
ampiezza e durata (oltre 126
mila persone coinvolte il cui
stato di salute è stato monitorato per 32 anni), e i risultati
sono pubblicati sulla rivista
JAMA Internal Medicine.
Condotto presso i prestigiosi Harvard Chan School
e Brigham and Women’s
Hospital, lo studio rappresenta ad oggi l’analisi più
dettagliata e robusta su come
i diversi grassi alimentari
influenzino la salute.
La ricerca suggerisce che
sostituire i grassi saturi come
il lardo, il burro, i grassi
della carne rossa con quelli
di tipo vegetale - ad esempio
olio d’oliva, olio di semi, olio
di soia - può portare a notevoli benefici per la salute e
aumenta le chance di vivere
a lungo.
Viceversa, per ogni au-
mento del 2% dei
grassi trans (ad
esempio presenti in margarine,
brioche, snack
dolci, salatini,
patate fritte
surgelate, dadi,
alimenti da fastfood) porta a un
aumento del
16% del rischio
di morire prematuramente.
«C’è stata molta
confusione nella comunità
medica e nel pubblico in generale negli ultimi due anni
sugli effetti che i diversi tipi
di grassi hanno sulla dieta
- ha commentato il dottor
Dong Wang del dipartimento
di Nutrizione alla Harvard
Chan School e primo firmatario dello studio - ma questa
ricerca documenta gli importanti benefici dei grassi insaturi, in particolare quando
sostituiscono i grassi saturi
e i grassi trans».
Grassi idrogenati
Come sostituire i grassi
saturi
I ricercatori hanno notato
che gli effetti sulla salute dipendevano da come venivano
sostituiti i grassi saturi.
Ad esempio le persone che
hanno sostituito i grassi
saturi con i grassi insaturi (in particolare quelli
polinsaturi) avevano un
rischio di morte complessivo decisamente più basso,
così come per il rischio di
morte per malattie cardio-
vascolari, cancro, malattie
neurodegenerative, malattie
respiratorie rispetto a coloro che hanno mantenuto un
elevato consumo di grassi
saturi.
I risultati per quanto riguarda le malattie cardiovascolari sono in linea con
gli studi precedenti che mostrano quanto si riduca il
colesterolo cattivo quando i
grassi insaturi sostituiscono
i grassi saturi e trans. È
emerso invece che le persone
che hanno sostituito i grassi
saturi con i carboidrati avevano solo un rischio di mortalità leggermente più basso.
Inoltre la sostituzione di tutti
i tipi di grassi con i carboidrati è stata associata a una
mortalità poco più alta.
Gli autori non sono sorpresi per questo ultimo risultato
e si spiega con il fatto che
nella dieta americana i carboidrati sono principalmente
amido raffinato e zucchero
che comportano un rischio
di mortalità simile ai grassi
saturi.
Tito Boeri: “Gli immigrati ci regalano 300
milioni di contributi ogni anno”
Al netto delle polemiche sulle politiche
d’accoglienza, c’è un
numero che parla forte
e chiaro: 300 milioni di
euro. È quanto gli immigrati ci regalano ogni
anno con il loro lavoro e
i loro contributi.
A dirlo è il presidente
dell’Inps, l’economista
Tito Boeri, riferendo
che in molti casi i contributi non si traducono in
pensioni. In Italia gli immigrati versano ogni anno 8
miliardi di contributi sociali
e ne ricevono 3 in termini di
pensioni e altre prestazioni
sociali, con un saldo netto di
circa 5 miliardi.
Circa un punto di Pil di
contributi sociali non viene
impiegato per erogare le
pensioni, vale a dire circa
300 milioni. «Abbiamo calcolato - ha
sottolineato Boeri - che sin
qui gli immigrati ci abbiano
regalato circa un punto di
pil di contributi sociali a
fronte dei quali non sono
state erogate delle pensioni.
E ogni anno questi contributi a fondo perduto degli
immigrati valgono circa 300
milioni di euro». Nell’analisi di Boeri, «la
paura che la libera circolazione del lavoro nell’ambito
dell’Unione europea si potesse tradurre in turismo
sociale, in welfare shopping,
ha giocato un ruolo rilevante
nel referendum sulla Brexit». In molti paesi, «vi sono
partiti che capitalizzano su
questi timori» descrivendo
gli immigrati come «vere e
proprie spugne dello stato
sociale. Non c’è evidenza afferma Boeri - che questo
avvenga». «Chiudersi al resto
dell’Europa, chiudere le proprie frontiere è la risposta
sbagliata a queste tensioni.
Le vere minacce alla protezione sociale vengono proprio da chi vuole impedire la
libera circolazione dei
lavoratori».
Secondo il presidente dell’Inps, la mobilità
del lavoro «favorisce
anche la crescita soprattutto nei paesi che
ricevono gli immigrati,
rendendo più facile
finanziare lo stato sociale».
Ma le preoccupazioni non possono essere
ignorate - conclude Boeri - e
per questo l’Inps ha proposto alle istituzioni partner in Europa di istituire
l’European Social Security
Identification Number, un
codice di protezione sociale
che valga per tutta l’Ue,
in modo da permettere la
piena portabilità dei diritti
sociali e impedire il welfare
shopping. Immigrati in Italia: ecco l’identikit
Quanti sono, chi sono e da dove vengono? In un anno,
la popolazione straniera residente è aumentata dell’1,9%.
Al 1° gennaio 2015 risiedevano in Italia 5.014.437 di cittadinanza straniera (l’8,2% della popolazione italiana), di
cui 2.641.641 donne (52,7%). Rispetto alla stessa data del
2014, la popolazione straniera è aumentata di 92.352 unità
(+1,9%). La maggior parte di loro proviene dal Marocco
(13,2%), mentre l’Albania è la seconda nazionalità più numerosa (12,7%), seguita dalla Cina (8,5%) e dall’Ucraina (6%).
Complessivamente però la quota maggiore riguarda i Paesi
dell’Europa centro-orientale, seguiti da quelli asiatici. In
Italia gli stranieri non comunitari arrivano soprattutto per
motivi di lavoro e di famiglia. Anche se nell’ultimo anno, la
richiesta di asilo ha soppiantato il motivo dello studio come
terza richiesta per ottenere il permesso di soggiorno in regola.
Il lavoratore straniero guadagna in media il 30% in meno
rispetto a un italiano. I lavoratori poveri stranieri sono il
41,7% del totale degli occupati stranieri.
ITALIA E ITALIANI
La sonda Juno ha raggiunto Giove.
A bordo, molta scienza made in Italy
Giove, eccomi arrivata! La conferma dell’arrivo nell’orbita prevista
attorno al gigante gassoso del nostro sistema
solare, da parte della
sonda spaziale JUNO,
è arrivato al centro controllo missione questa
mattina alle 5.53 ora
italiana. Si trattava di impartire
da Terra un comando dalla
sigla “’ji4040”. Era stato fatto alcuni giorni fa: non era
l’unico (ce n’erano altri tre),
ma era importante, perché
era quello dell’attivazione di
una sorta di pilota automatico nella sonda spaziale Juno. Il segnale aveva impiegato
circa 48 minuti per coprire
gli 860 milioni di chilometri
che separano l’antenna di
Goldstone del Deep Space
Network (California) dalla
sonda Juno, che da allora
ha “coperto” lo spazio (interplanetario) necessario
per inserirsi nella sua orbita
polare attorno a Giove. CINQUE ANNI E 3 MILIARDI DI CHILOMETRI La Juno, alimentata dai
suoi tre grandi pannelli
solari, ha raggiunto il suo
traguardo planetario, dopo
un viaggio durato cinque
anni, sin da quando un razzo
vettore Atlas V non l’aveva
lanciata nello spazio, partendo dalla base del Kennedy
Space Center, in Florida. Poche ore prima dell’ingresso trionfale nell’orbita
gioviana, a distanza di sicurezza di 5.000 chilometri
per evitare che il miscuglio
di radiazioni possa danneggiare in modo irreparabile la
strumentazione di bordo, era
stato attivato il motore Leros
1b della sonda: 35 minuti e
2 secondi di accensione, che
hanno permesso di rallentare la velocità di Junodi 541,7
metri al secondo, abbastanza
per essere catturata dalla
forte gravità di Giove e piazzarsi nell’orbita prevista:
“Tutto perfetto, ci siamo !
Inizia una nuova era dell’esplorazione di Giove “ - ha
esultato Ed Hirst, Mission
Manager della missione. Quasi 3 miliardi di chilometri e 5 anni di viaggio
sono ormai alle spalle del
veicolo spaziale, 20 metri di
ampiezza per 4 e mezzo di
altezza, il primo alimentato
a energia solare ad operare
così lontano dal Sole. Giove è una gigantesca
palla di gas, 318 volte più
massiccio della Terra. Proprio a causa delle sue enormi
dimensioni, ha avuto una
profonda influenza sull’evoluzione del nostro sistema
solare.
Il cuore di Juno è Jiram
(Jovian InfraRed Auroral
Mapper - Mappatore all’Infrarosso di Aurore Gioviane), finanziato dall’Agenzia
Spaziale Italiana (Asi,
realizzato da LeonardoFinmeccanica e operato
sotto la responsabilità
scientifica dell’Istituto
di Astrofisica e Planetologia Spaziale dell’Inaf.
Operante nel vicino
infrarosso, è uno spettrometro che svolgerà
indagini negli strati
superiori dell’atmosfera gioviana, sarà in grado di rilevare l’eventuale presenza di
metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina e fornirà
immagini delle aurore. L’altro componente italiano di Juno è KaT (Ka-Band
Translator) uno strumento
di radioscienza realizzato
dall’Università La Sapienza
di Roma, e realizzato da Thales Alenia Space Italia, sempre con il supporto dell’Asi. Italiano è anche il sensore d’assetto Autonomous
Star Tracker, realizzato da
Leonardo-Finmeccanica:
dopo averla guidata verso
Giove, permetterà a Juno
di mantenere la corretta
traiettoria nell’orbita del
pianeta gigante: “Juno è
una missione storica che
vede ancora una volta Nasa
e Asi insieme alla ricerca di
informazioni fondamentali
per spiegare le origini del
sistema solare” - afferma Roberto Battiston, Presidente
dell’Asi - “Lo studio di Giove
è anche una grande sfida
scientifica e tecnologica a
cui l’Italia partecipa con due
strumenti all’avanguardia
grazie a Inaf e a industrie
come Leonardo Finmeccanica e Thales Alenia Space.
Buttare via il cibo? Costa 13 miliardi
Cultura del riuso in famiglia e leggi debbono andare
di pari passo per invertire
la rotta. E ridurre il più
possibile quella montagna di
cibo – il valore stimato è 8,4
miliardi di euro – che ogni
anno dalla dispensa o dai
fornelli degli italiani finisce
nel secchio, spesso senza passare nemmeno per la tavola.
Da un lato, il Parlamento
sembra intenzionato a «portare ad approvazione definitiva entro l’anno», conferma
il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Barbara
Degani, il ddl sullo spreco
alimentare licenziato alla
Camera a marzo scorso. Il
testo ha l’obiettivo di ridurre
gli sprechi alimentari e farmaceutici in qualsiasi fase
della produzione, distribuzione e utilizzo, favorendone
il recupero e la donazione
delle eccedenze.
Calendarizzato in aula a
Palazzo Madama per il 14
luglio, molto probabilmente
non finirà però all’esame
dell’assemblea prima della
pausa estiva, anche se «c’è
una forte spinta, trasversale
nei partiti – continua – per
votarla nel minor tempo
possibile», senza modifiche
rispetto a Montecitorio.
Tuttavia è tra le mura
domestiche che bisogna fare
il lavoro più impegnativo.
L’oscar degli spreconi in
Italia, infatti, va proprio ai
consumatori finali. Il cibo
buttato ogni anno difatti è
pari all’1% del nostro Pil,
cioè circa 13 miliardi di euro,
e la metà dello
spreco complessivo avviene appunto in casa.
Ma questa non è
necessariamente una cattiva
notizia, perché
il rovescio della
medaglia, quindi, è che per voltare pagina bisogna puntare
sul singolo cittadino. Piccolo
o grande che sia.
Parte da qui la sesta campagna europea Spreco zero
2016 lanciata da Last minute market e ministero
dell’Ambiente, per coinvolgere ancora di più le scuole e attraverso il progetto
Reduce, le famiglie con la
quantificazione su campione
rappresentativo del cibo che
finisce in pattumiera.
Attraverso ‘i diari di famiglia’ e l’analisi del waste
sorting, ovvero l’effettiva
quantità gettata nell’immondizia, si arriverà così
ad un calcolo reale (non
solo percepito, che porta ad
uno scarto nei risultati tra
il 20 e il 40%) dello spreco
alimentare.
Ridurre gli scarti «è un
dovere morale, economico e
ambientale». E «se molto si
è cambiato lungo la filiera
di produzione per non sprecare, tanto resta da fare a
livello domestico», dove la
«maleducazione alimentare»
e «la perdita del valore del
cibo», ricorda il fondatore di
Last minute market Andrea
Segré, portano a gettare
alimenti ancora buoni, in
Ue quasi 47 milioni di tonnellate.
Non a caso la richiesta
«pionieristica » è sempre
quella di «indire l’anno europeo sullo spreco alimentare » e avviare una «vera
educazione alimentare nei
programmi scolastici».
La parola d’ordine così,
conclude Segré, «dovrà essere prevenzione, perché anche
lo smaltimento dei rifiuti
alimentari ha un costo», che
si unisce a quello utilizzato
per produrre quel cibo. Ma
la campagna di sensibilizzazione ed educazione alla
corretta gestione degli avanzi porta con sè anche la terza
edizione del premio Vivere
a zero spreco, il riconoscimento per la sostenibilità
rivolto a Comuni, aziende
e scuole. Nella categoria
testinomial, a novembre a
Padova, verranno premiati
il giornalista Paolo Rumiz e
lo chef Moreno Cedroni.
Presenza- 16 luglio 2016
Così Hitler voleva rapire papa Pio XII
«Soffiata» di 007 inglesi bloccò piano
Un piano sventato dagli «007» britannici
e quei nazisti a Roma - lecito immaginare il colonnello Eugene Dollmann, poi
collaboratore della Cia - inorriditi da
quel folle progetto di rapire Pio XII. Dal
Vaticano giungono nuove rivelazioni sul
fatto che Adolf Hitler avesse architettato
un piano per rapire papa Pacelli, durante
la Seconda guerra mondiale, e portarlo
in Germania. Dopo decenni di voci e indiscrezioni sulla vicenda, i dettagli del
«diabolico piano» sono stati resi noti per
la prima volta in questi giorni dall’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa
Sede. Si intitola «Quella notte del 1944»
l’articolo che riporta uno scritto, da poco
rinvenuto, di Antonio
Nogara (1918-2014), figlio dell’ex direttore dei
Musei Vaticani Bartolomeo Nogara: «un’importante testimonianza di prima mano sul
progettato sequestro di
Pio XII da parte dei nazisti durante il terribile
inverno dell’occupazione di Roma», scrive
il giornale diretto da
Gian Maria Vian. Vi
si racconta di quando
l’allora monsignor Giovanni Battista Montini (poi Papa Paolo VI)
si presentò una notte d’inverno del 1944,
tra fine gennaio e inizio febbraio, nella loro
abitazione, in cerca del padre, direttore dei
Musei, per avvertirlo di quanto rivelato
dell’intelligence militare britannica.
«Breve conciliabolo riservato»
Racconta Nogara che «dopo un breve
conciliabolo riservato» i due uscirono
frettolosamente. Il giorno dopo Bartolomeo Nogara raccontò al figlio Antonio che
l’ambasciatore del Regno Unito Francis
d’Arcy Osborne e l’incaricato degli Stati
Uniti Harold Tittmann «avevano avvertito
monsignor Montini» di aver avuto notizia
dai rispettivi servizi d’intelligence militari,
«di un avanzato piano superiore» dei nazi-
5
sti per «la cattura e la deportazione del Santo
Padre», «col pretesto di porlo in sicurezza “sotto
l’alta protezione” del Fuhrer». «Nel qual caso,
ritenuto imminente - aggiunge Nogara -, le forze
alleate sarebbero immediatamente intervenute
per bloccare l’operazione, anche con sbarchi a
nord di Roma e lancio di paracadutisti. Occorreva pertanto apprestare subito un rifugio
segreto ove rendere irreperibile il Santo Padre
per il tempo strettamente necessario, due o tre
giorni, all’intervento militare».
Il piano per nascondere Pacelli
Secondo il resoconto, i due uomini a quel
punto optarono per nascondere il Papa nella
Torre dei Venti che si erge sopra un’ala della
Biblioteca Vaticana e
dell’Archivio Segreto.
Qui «sarebbe dovuto
rimanere nascosto per
due o tre giorni fino
all’arrivo di una squadra speciale delle forze
Alleate» che sarebbero
giunte in paracadute
per salvarlo. Così «il
folle piano non fu mai
attuato», scongiurato
anche «grazie alle prese
di posizione interne
delle autorità diplomatiche tedesche a Roma»
che comprendevano gli effetti negativi che
avrebbe avuto sulle popolazioni cattoliche.
Il testo scritto da Antonio Nogara e pubblicato ora dall’Osservatore Romano è stato
scoperto solo dopo la sua morte, avvenuta nel
2014. Non è chiaro chi fossero i nomi di quelle
autorità diplomatiche tedesche: ma nulla vieta
di ipotizzare Eugen Dollmann, colonnello delle
Ss che a Roma si prodigò per evitare una rappresaglia ancora più feroce di quella che delle
Fosse Ardeatine che seguì all’attentato di via
Rasella e che, nel 1945, concordò la rese delle
truppe tedesche nel Nord Italia appellandosi al
cardinale di Milano Schuster.
Senza contare il suo talento di «007» operativo: fu lui a scoprire il nascondiglio segreto
di Mussolini sul Gran Sasso, permettendo il
rapimento.
Occupazione, continua il trend positivo
Dati sul lavoro positivi
per l’Italia: a maggio il tasso
di disoccupazione scende
all’11,5%. Aumentano anche
gli occupati: 299.000 posti
di lavoro in più in un anno,
mentre la crescita frena sul
mese (+21.000). Soddisfatto
il premier Matteo Renzi.
“Con i dati Istat di oggi siamo a 497mila posti di lavoro
in più da febbraio 2014. Il
jobsact sta creato lavoro
stabile #avantitutta”, scrive
su Twitter il presidente del
Consiglio. Anche il ministro
del Lavoro e delle Politiche
Sociali, Giuliano Poletti,
parla di dati “positivi che
confermano una tendenza
di crescita dell’occupazione”.
Tornando ai numeri il tasso di disoccupazione a maggio è pari all’11,5%, in calo
di 0,1 punti percentuali su
aprile e di 0,7 punti percentuali rispetto a maggio 2015.
Dopo l’aumento di aprile
(+1,5%) la stima dei disoc-
cupati a maggio
cala dello 0,8%
(-24 mila). Il calo
interessa sia gli
uomini (-1,0%)
sia le donne
(-0,6%). Dopo
l’aumento registrato nei due
mesi precedenti
(+0,3% a marzo e ad aprile),
spiega l’Istat, la
stima degli occupati a maggio sale ancora, seppure in
modo lieve (+0,1%, pari a
+21 mila persone occupate).
La crescita dell’occupazione è attribuibile alla componente femminile e riguarda
i dipendenti (+11 mila i
permanenti, +37 mila quelli
a termine) mentre calano
gli indipendenti (-28 mila).
Nel trimestre marzo-maggio
l’aumento degli occupati
(+0,4%, pari a +101 mila)
è associato ad un calo dei
disoccupati (-1,1%, pari a -32
San Luis 5358 (60-62-64) Peñalolen
(02) 298 15 58 298 24 02 Fax (02) 322 03 95
www.carnessori.cl
mila) e degli inattivi (-0,9%,
pari a -121 mila). Su base annua si conferma la tendenza
all’aumento del numero di
occupati (+1,3%, pari a +299
mila). La crescita tendenziale è interamente attribuibile
ai dipendenti, sia permanenti (+1,7%, pari a +248 mila)
sia a termine (+3,5%, pari
a +81 mila), mentre sono in
calo gli indipendenti. Nello
stesso periodo calano i disoccupati (-5,6%, pari a -175
mila) e gli inattivi (-2,2%,
pari a -305 mila).
Vacuno
Cerdo
Sub productos
Arrollados
Hamburguesas
Cordeo Lechón
Pollo
Pavo
Jabalí Puro
Ciervo
Avestruz
Codornices
Pato Neozelandés
Conejo
Guayu 100% Orgánico
Quesos
6
Presenza- 16 luglio 2016
Gigliola Pacciarini /Alejandra Calcagni
Con la gentile collaborazione
della Prof.ssa Silvia Perroni
www.scuola.cl / [email protected]
SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO
Programmazione Culturale
II° Semestre
Vi invitiamo a conoscere ed a partecipare alle attività programmate per il Secondo Semestre 2016 nel Centro Culturale
Scuola.
Vi ricordiamo che tutte le attività sono gratuite ed aperte a tutto il pubblico:
SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO
Finale Coppa Soprole UC
Mercoledì 15 giugno si è
svolta la tanto attesa finale
della Coppa Soprole UC
con l’incontro della nostra
squadra di calcio, categoria
Intermedia, con la scuola La
Salle, vinta da quest’ultima
squadra.
Facciamo i nostri auguri
ai giocatori della Scuola ed
al loro allenatore Fernando
Serrano per essere arrivati
a questa importante finale e
per l’eccellente semestre che
hanno avuto.
Una final
(Por Fernando Serrano
Profesor Equipo Intermedia Fútbol)
Si expusiera esta historia como lo hace
Gabriel García Márquez en Crónica de una
muerte anunciada debería partir comentando la tristeza de la derrota. Nos costó aceptar
que perdimos, y es importante darse cuenta
de esto pues no nos ganaron, nosotros perdimos, no desatamos nuestro juego, y obviamente esto genera un porcentaje importante
de frustración, esta fue la parte triste y que al
momento de escribirlo se observa con cierta
distancia por el tiempo transcurrido.
Hubiese sido ideal terminar la elaboración
de la torta poniéndole la correspondiente
guinda, y la guinda para el equipo era ganar
esa final, no fue así, pero lo ya elaborado y
creado es imborrable, la forma de jugar, la
convicción, las certezas de cada jugador,
la generosidad en los desplazamientos, la
confianza generada entre todos en cada entrenamiento y aumentada en cada partido,
el esfuerzo por responder como corresponde
en el ámbito académico y algo importante en
el equipo es tener siempre como objetivo la
transparencia y honestidad en nuestras relaciones, además de la consecuencia. Varias
veces discutimos, y fuerte, nos enojamos,
nos dijimos cosas en caliente, tuvimos que
vernos a los ojos y ser capaces de pedir disculpas, había que desplazar el umbral de
la tolerancia y la paciencia, cada uno debía
hacerse cargo de los procesos internos que
semana a semana se estaban desarrollando
y en los momentos pertinentes comentarlos,
todo esto involucra un crecimiento innegable,
una capacidad de reflexión importante, todo
gracias al fútbol y la oportunidad que nos
brinda para pensar en lo que somos y lo que
queremos ser dentro y fuera de la cancha.
Un profesor me dijo a la pasada “para perder
una final hay que llegar a ella”, y aunque en
un principio lo encontré un tanto cursi, debo
reconocer que el sentido de sus palabras ha
hecho un constante ruido en mis pensamientos por todo lo que vivenciamos para estar
ese día Miércoles 15 de junio a las 14.03
comenzando a disputar el último partido de
la Copa Soprole UC.
Felicito al Equipo de fútbol, categoría
Intermedia por el excelente desempeño demostrado en el Semestre!
Presenza- 16 luglio 2016
“Amabili Resti”:
7
Carta, memoria e testimonianza
La mostra “Amabili Resti”,
della professoressa di Arte
della Scuola e riconosciuta artista Iris Broquedis,
verrà esibita fino al 22 agosto nell’Istituto Italiano di
Cultura (Triana 843, Providencia).
In questa esposizione si
trovano pezzi di abbigliamento, realizzati in carta
e fatti a mano, intervenuti
con testi, incisioni e cuciture, basati su disegni propri
dell’epoca in cui sono arrivati
in Cile diversi gruppi di immigranti italiani.
“Basandomi sul concetto
dei libri di artista, ho preso la
struttura modulare d’accordo
a documenti determinati
come passaporti, documenti
di immigrazione, cartoline
antiche, in modo da portare
lo spettatore a riflettere
sull’essenza del proceso di
immigrazione, della nostalgia di ritornare alla propria terra, della forza per adattarsi in
un nuovo paese e delle connessioni che rimangono con il paese di origine”, spiega l’artista.
Vi invitiamo a conoscere questo interessantissimo lavoro!
Encuentro Escolar de Bochas
en Circolo
Italiano de Villa Alemana
(Por el profesor, Oscar Mellado Salazar)
Resultados de nuestros alumnos:
El sábado
25 de junio,
en las canchas del Circolo Italiano
de Villa Alemana, se realizó el Primer
Encuentro de
Bochas de este
año 2016. En
esta actividad,
participaron
ocho alumnos
integrantes
de nuestro
taller de Bochas: Isadora
Martínez, Camila Moral, Raffaella Giaconi, Santiago Muñoz, Benito Giaconi, Belén Jara, Renata Burgos
y Tomas Ubilla.
Estos alumnos disfrutaron de
una jornada de Bochas, compartiendo un rico almuerzo junto
a los anfitriones de la Scuola
Italiana de Villa Alemana, acompañados por sus padres quienes
vibraron al ver en acción a sus
hijos(as).
Agradecemos a la Scuola Italiana de Villa Alemana por la
invitación y excelente organización de este encuentro, también, a
los apoderados que acompañaron
y apoyaron en todo momento a
sus hijos(as), y a los alumnos
participantes, quienes mostraron
grandes cualidades y dejaron muy bien representada a nuestra querida Scuola.
Congratulazioni!
8
COLLETTIVITÁ
Presenza- 16 luglio 2016
Giacomo Ravera Grillo (Santiago
Ravera) Italia, 26 de febrero de 1912
- Chile, 6 de julio del 2016
Partió nuestro tío,
nuestro querido tío Santiago……. es tan difícil
encontrar las palabras
adecuadas para expresar
lo que verdaderamente él
significó para su familia,
amigos y conocidos, como
se dijo, fue un Maestro
para la vida.
Nació en Ovada en una
familia de cuatro hermanos.
Emigraron a Chile junto
a sus padres luego de la
gran pobreza que dejó la
Primera Guerra Mundial, e hicieron raíces en
esta Tierra que los acogió
dedicándose a la venta de
abarrotes.
Giacomo conoce a Eugenia Delucchi, su hermosa
vecina y gran amor, con
quien se casa en 1945.
Hombre alegre, de vida
ordenada, de sólidos valores,
íntegro, respetoso y educado,
apegado a las tradiciones
italianas y para quién la
familia era el centro y razón
de todo.
Siempre le gustó la buena
comida, salir a pasear y la
música italiana, siendo “Il
mazzolín di fiori” su canción
preferida y que cantaba
siempre con tanto entusiasmo. Muy amigo de sus amigos, con los más cercanos
formaron la tradición de
juntarse todas las semanas
a jugar lo que llamaban
“pichanga”, reuniones en las
que tomaban once y jugaban
canasta ó dominó.
Pero más allá de todo eso,
lo que identificaba al tío
Santiago fue su tremenda
capacidad de entregar tanto
amor!!!
Imposible olvidar esa sonrisa llena de una profunda
ternura, sus besos y cariños
con sus dulces manos que
solían dar golpecitos en las
mejillas de sus sobrinos.
Se fue un grande, un hombre de una calidad humana
como pocos y que sin duda
dejó huellas profundas, un
verdadero privilegio haberte
tenido tío!!!
Pero esta despedida no
tiene que ser triste.
Quedémonos con su ejemplo, sigamos sus pasos, busquemos siempre el camino de
la armonía y felicidad que él
nos enseñó.
¡¡¡Hasta pronto querido e
inolvidable Tío Santiago!!!
ACLI e la dichiarazione di redditi
a La Serena
Como es habitual cada año, el
INPS (Istituto di
Previdenza Sociale), solicita a
cada uno de sus
pensionados la
Dichiarazione
dei Redditi, correspondiente al
año anterior, en
este caso el 2015.
Por este motivo el Patronato ACLI, con su
equipo de trabajo, compuesto por su Responsabile, la Sra. Claudia
Avendaño y la Operatrice
Sra. Maruzzella Tavonatti, se trasladaron hasta la
ciudad de La Serena, entre
los días 20 y 22 de Junio,
para atender a todos los
pensionados italianos de la
IV Región.
No sólo en el tema de
Redditi, sino también en
trámites como trasferimen-
Servizio del Patronato
ACLI
L'ufficio del Patronato attende il pubblico presso la
Parrocchia Italiana (Bustamante 180)
con il seguente orario:
da Lunedi a Venerdi
dalla ore: 08:30 alle 14:30
Tel: 2665-0340; 22225247 - E-mail: [email protected]
to di pensione, ricostituzione di pensione, domanda
di pensione, orientación y
ayuda para la obtención de
documentos para tramitar
la ciudadanía, etc.
Un agradecimiento
especial al Vice-Cónsul
Sr. Franco Dalbosco y a su
Secretaria Sra. Ingrid Alcayaga, quienes además de
prestar las dependencias
del Vice-Consulado para
poder facilitar la atención,
brindaron al Patronato la
acogida y disponibildad
para poder realizar una
eficiente y buena gestión.
Venga a un lugar especial a probar lo mejor de la gastronomía italiana.
Lo esperamos
*Providencia 1975 (Esq. Pedro de Valdivia)
*Vitacura con Charles Dickens
Circolo di Professionisti
di origine italiana
A letto per indisposizione la cupola direttiva del Circolo di
Professionisti, ha reso
gli onori di casa Roberto Fenzo che ha invitato
al tradizionale brindisi
gli assistenti alla conferenza ed ha presentato
l’oratore che si esibiva
per la seconda volta
a parlarci di musica
operistica: la prima
volta di Verdi ed oggi
di Giacomo Puccini:
Joaquin Rodríguez B.
Conoscitore profondo
ed enciclopedico di musica ha intrattenuto la
(quasi) cinquantina di
amici con una presentazione seducente e,
con l’aiuto di spezzati
originali di opere, a farci
gustare la bellezza dell’opera
italiana: stasera con il passionale ed intimo Giacomo
Puccini.
Giacomo Puccini nacque
a Lucca il 22 dicembre del
1858, sestogenito dei nove
figli di Michele Puccini e di
Albina Magi
Da quattro generazioni
i Puccini erano maestri di
cappella del Duomo di Lucca.
Il padre di Giacomo era uno
stimato professore di composizione presso l’Istituto
Musicale Pacini. La morte
del padre, avvenuta quando
Giacomo aveva cinque anni,
mise in condizioni di ristrettezze la famiglia.
Puccini ottenne dalla regina Margherita una borsa
di studio che gli consentì
di perfezionarsi presso il
Conservatorio di Milano dal
1880 al 1883. Durante questi
anni divise una camera con
l’amico Mascagni.
Nel 1883 partecipò al concorso per opere in un atto
indetto dall’editore musicale
Sonzogno con Le Villi: non
vinse il concorso, ma nel
1884 l'operetta fu rappresentata al Teatro dal Verme
di Milano sotto il patrocinio
dell’editore Giulio Ricordi,
concorrente di Sonzogno.
Puccini non amava la vita
di città avendo indole essenzialmente solitaria.
Quando, con Manon Lescaut ebbe il primo grande
successo e vide aumentare le
sue disponibilità economiche,
pensò di tornare alla terra
natale e acquistò un immobile sulle colline tra Lucca e
la Versilia a Torre del Lago:
amava il mondo rustico, la
solitudine e lo considerava il
posto ideale per coltivare gli
incontri tra artisti.
Il successo con la Manon
Lescaut segnò l’inizio di una
fruttuosa collaborazione con
i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa che avrebbero
scritto poi i libretti delle
successive tre opere, le più
famose e rappresentate di
tutto il teatro pucciniano.
La prima, La bohème è
forse la sua opera più celebre. La “prima” è stata
rappresentata al Regio di
Torino nel 1896 diretta dal
giovane Arturo Toscanini.
Attualmente è una delle
opere più richieste e viste in
tutto il mondo.
La successiva, Tosca, rappresenta l’incursione di Puccini nel melodramma storico
a tinte forti. Il soggetto, tratto da Victorien Sardou, può
richiamare alcuni stereotipi
dell’opera verista.
Madama Butterfly è la
prima opera esotica di Puccini. Il suo esordio alla Scala
nel 1904 fu un solenne fiasco, probabilmente almeno
in parte orchestrato dalla
concorrenza. Dopo alcuni
rimaneggiamenti, l’opera fu
presentata al Teatro Grande
di Brescia, dove raccolse un
successo pieno, destinato a
durare fino a oggi.
La collaborazione con Illica e Giacosa fu certamente la
più produttiva della carriera
artistica di Puccini.
Turandot, l’incompiuta
Dal 1919 al 1922, lasciata
Torre del Lago, perché era
disturbato dall’apertura di
un impianto per l’estrazione
della torba, Puccini
visse nel comune di
Orbetello, nella Bassa
Maremma, dove acquistò sulla spiaggia della
Tagliata una vecchia
torre di avvistamento
del tempo della dominazione spagnola, oggi
detta Torre Puccini, in
cui abitò stabilmente. Qui, a pochi metri dal Mar Tirreno, il
compositore si dedicò
alla sua ultima opera:
Turandot, che lasciò
incompiuta. Tratta da
una fiaba teatrale di
Carlo Gozzi rappresentata la prima volta
nel 1762, Turandot è la
prima opera pucciniana di ambientazione
fantastica. In quest’opera
l’esotismo perde ogni carattere ornamentale o realistico
per diventare forma stessa
del dramma: la Cina diviene
così una sorta di regno del
sogno. L’opera rimase incompiuta poiché Puccini morì a
Bruxelles nel 1924, per un
infarto miocardico acuto.
Le ultime due scene di Turandot, di cui non rimaneva
che un abbozzo musicale discontinuo, furono completate
da Franco Alfano sotto la supervisione di Arturo Toscanini.
La tomba del maestro si
trova nella cappella della
villa di Torre del Lago.
Arrivederci al prossimo
incontro che sarà mercoledì
27 luglio.
Junio en el Hogar Italiano
El mes de Junio es un mes muy importante para nuestro
Hogar Italiano,
Ya que en él celebramos el día de la República de Italia, motivo por el cual realizamos una celebración con
un tradicional almuerzo, con platos típicos de nuestra
república, dónde nuestros residentes, pudieron celebrar,
comiendo y cantando canciones típicas, lo que los llevó a
recordar su querida patria.
Por otra parte, celebramos el día del Padre, motivo por el
cual se invitó a los familiares de nuestros residentes, para
compartir un rico té, junto a el directorio y voluntariado
de nuestro Hogar Italiano.
Se les hizo entrega de un presente a cada uno de los
papás, amenizado con música de acordeón, lo que animó
a bailar y disfrutar de una tarde llena de emociones y
alegrías.
Juan Pablo Agostini González
Psicólogo clínico
- Tráumas
- Estrés post traumático
- Fobias
- Ataques de pánico
- Depresiones
- Metodología basada en la neurociencia
Atención Santiago y Vta. Región
Mail: [email protected]
www.fagostini.org, fonos 68462800 - 97223909
Stadio Italiano: Bocce
Oro, Plata y Bronce
Oscar Mellado, Luigi Monteverde
Circolo di Professionisti
di Origine Italiana
Amigas y amigos del Circolo,
El miércoles 27 de Julio nuestro invitado de honor será
el profesor Emilio Toro Canessa quien nos presentará su
conferencia con proyecciones alusivas al tema de
“Los Emporios: integración socio-cultural
Italiana en el Gran Valparaíso”
Profesor de Historia y Geografía. Licenciado en Historia
Universidad de Viña del Mar. Diplomado en Lengua, Historia y Cultura por Universidad de Génova, Italia. Alumno de
segundo año del Magister en Historia, Pontificia U. Católica
Valparaíso. Investigador Archivo Histórico Patrimonial de
Viña del Mar. Profesor ayudante Universidad Adolfo Ibáñez
Membresías: ICOM Chile y miembro del directorio de la
Asociación Lígure de Chile
Miembro de la Sociedad Cultural Dante Alighieri de
Valparaíso
Como de costumbre, los esperamos cordialmente, a partir
de las 20:30 horas en el Stadio Italiano, Av. Apoquindo 6589,
Las Condes.
Saludamos atentamente a Uds.
En nombre del Directorio
Rina Garibaldi Solari
Secretaria
Romolo Trebbi del Trevigiano
Presidente
Adhesión: $13.000
Se ruega confirmar la asistencia con anticipación, a más
tardar el día martes 26, a la Sra. Rina Garibaldi (Cel.
9-2208143) o al correo [email protected]. Se ruega
además puntualidad, considerado que la cena se servirá a
las 21:00 h.
Los participantes a la cena que llegan después de las 20:00
horas, pueden hacer uso del estacionamiento del Stadio
Italiano de calle Esteban dell’Orto.
COLLETTIVITÁ
El Terceto del Stadio Italiano de Santiago conformado
por Oscar Mellado, Luigi
Monteverde y Rodolfo Gálvez se adjudicó la Medalla de
Oro del exitoso campeonato
“FECHIBO 2016” realizado
el Domingo pasado en el Bochódromo de la Federación
Chilena de Bochas en el
Estilo Bocha Zerbín y organizado por la Federación de
la disciplina.
Los Campeones dejaron con
Medalla de Plata al Terceto
de su mismo Club integrado
por Patricia Torres, Rossana
Cid y Franco Mangini.
El Tercer lugar también fue
para el Stadio Italiano con
su trío Sofía Tello, Franco
Barbano y la revelación
infantil de 11 años Carla
Barbano quien se encuentra
entrenando para superarse
con el Conjunto Nacional que
asistirá al Panamericano
Raffa Femenino de Chapecó
en Agosto Próximo. En Consuelo el 1º lugar
fue para el Circolo Italiano
de Villa Alemana integrado
por Mattia Sanita, Mario
Ramírez y Ángelo Podestá. En resumen un día exitoso
de excelente y respetuosas
confrontaciones, con alegría,
con almuerzo de camaradería y confraternidad deportiva y jugadores que en todo
momento aportaron con su
actitud positiva y constructiva a una jornada para
recordar según las palabras
del Presidente de la Federación Chilena de Bochas
Don Francisco Toso Aste
recogidas de las expresiones
de los deportistas asistentes.
¡Felicitaciones a todos!
Resultados Generales:
Roda de Ganadores:
1º lugar: Stadio Italiano
de Santiago (O.Mellado,
L.Monteverde y R.Gálvez)
2º lugar: Stadio Italiano de Santiago (P.Torres,
R . C i d y F. M a n g i n i )
3º lugar: Stadio Italiano de Santiago (S.Tello,
F. Barbano y C.Barbano)
Ronda de Consuelo:
1º lugar: Circolo Italiano de
Villa Alemana (M.Sanita,
M.Ramírez y A.Podestá)
2º lugar: Circolo Italiano de
Villa Alemana (G.Muñoz,
F.Barchessi e I.González)
3º lugar: Circolo Italiano de Villa Alemana
(A.Bernardello, E.Montti y
E. Paganini P.)
Presenza- 16 luglio 2016
Associazione Ligure del Chile
1986 – 30 anni – 2016
9
Domenica 28 agosto
2016, convocata tutta
la comunità Ligure e
italiana alla:
Festività della
Madonna della
Guardia, Dell’Orto e
di Montallegro.
La nostra Associazione
ricorda in un’unica Festività le Apparizioni della
Vergine Maria a Genova,
Chiavari e Rapallo.
La più antica corrisponde
alla Madonna della Guardia sul Monte Figogna nel
1491, un’epoca di grandi
commozioni nella città di
Genova che provocarono
grandi disordini sociali.
Alla Guardia, così come
anche a Chiavari e Rapallo, le diverse Apparizioni
accaddero a persone umili,
contadini che furono investiti di una carica formidabile di volontà e di fede che
sorpassarono mille ostacoli
e che radunarono i propri
compaesani per costruire
in ogni caso un Tempio
materiale, ma che in fondo
non era altro che il simbolo
di una solidarietà immensa
di volontà e amore verso il
prossimo.
E sarà appunto questa
nostra solidarietà che verrà
onorata nella grande Festa
della Madonna della Guardia, Dell’Orto e di Montallegro, il prossimo 28 agosto
2016, con la Santa Messa
alle ore 11 nella Parrocchia
Italiana, per poi proseguire
con il nostro tradizionale
convivio allo Stadio Italiano alle ore 13.
Per favore, non mancate
a questo appuntamento
di amicizia e solidarietà
verso la patria lontana: vi
aspettiamo.
Informazioni ai telefoni:
2 2219 2144 – 9 9220 8143
– Rina Garibaldi.
L’Associazione
Ligure del Cile
È stata fondata il 1° ottobre del 1986, come si deduce dal verbale di quella
prima seduta, redatto e
sottoscritto dal nostro Primo Presidente Guglielmo
Solari, nei Saloni della
Società di Mutuo Soccorso
l’Umanitaria, di Santiago.
Quest’anno ricorrono perciò 30 anni dalla
nostra fondazione e per
questo incominciamo a
celebrare ikl presente
anniversario con la Festività della Madonna della
Guardia, il prossimo 28
agosto a Santiago, e poi
realizzeremo a Valparaiso
e Santiago altre attività
culturali per ricordare la
fondazione del sodalizio.
Lo scopo di queste manifestazioni e far conoscere
il nostro operato, diffondere le nostre radici, la
nostra cultura e le nostre
tradizioni, diffuse e conservate nella società di
accoglienza.
FESTA DELLA MADONNA
DELLA GUADIA
Domenica 28 agosto 2016
La Comunità Ligure celebrerà un nuovo anniversario
delle Apparizioni della Madonna della Guardia, dell’Orto
e di Montallegro.
Ore 11:00
Santa Messa
Parrocchia Italiana
A. Bustamante N° 180
presieduta dal Reverendo Giulio Rubin
Parroco della Parrocchia Italiana di Santiago;
con la speciale partecipazione del
“CORO GIUSEPPE VERDI” di Valparaiso
Ore 13:00 Salone Michelangelo Stadio Italiano
Av. Apoquindo N° 6589
Tradizionale Pranzo di Amicizia
Spettacolo “Italianissimo” a carico di Elia Cantillana
e Nicolino Casaletti
Ricordando le più belle canzoni italiane di tutti i
tempi.
Informazioni e Prenotazioni ai telefoni 2 2219 2144
– 9 9220 8143
[email protected]
10
Presenza- 16 luglio 2016
COLLETTIVITÁ
Riposo eterno al nostro amico
dott. Luis Semprevivo Curotto
El doctor Luis Semprevivo Curotto, ingresó a la Escuela de
Medicina de la Universidad de Chile en 1942;
recién había cumplido
17 años. Porteño de
nacimiento, estudió
en la Scuola Italiana
hasta que sus padres
lo enviaron a Italia en
1932 junto a su hermano menor, contagiado
de tuberculosis, a mitigar en mejores aires
un mal que en Chile
tenía escasa cura; allá,
en Dorbora, un pueblo genovés cercano a
Levaggi, vivió una infancia
plena de dulzura familiar,
pero marcada por la impronta caprichosa del Duce.
De regreso a Chile, en
1937, el futuro pediatra encaminó sus estudios hasta
lograr, mediante el bachillerato, el anhelo de estudiar
medicina. De aquellos años
recuerda a un compañero
de toda la carrera, el doctor
Humberto Pinto Cruzat: "...
éramos como dos pajarillos
perdidos en medio de las
enormes aulas de la vieja
escuela que se quemó en
1948, nos tratamos de usted
desde el primero hasta el
quinto año cuando ambos nos
decidimos por la pediatría...",
..."mi estigma era apellidarme Semprevivo, esto provocaba -al comienzo- discretas
sonrisas especialmente cuando pasaban lista en clases de
anatomía, obvio".
De sus maestros recuerda
al doctor Juan Noé, del cual
fue su ayudante en la cátedra de parasitología, con él
mantenía largas conversaciones en lengua italiana.
Sus padres, Amedeo y
Amalia -comerciantes lígures- y la familia toda, recibieron con gran satisfacción
la Licenciatura en Medicina
lograda en 1950. "...vinieron
años y años de servicio en
hospitales, clínicas, en la Posta Central y en la consulta
privada..." "Nunca me moví
de Santiago y a pesar del
agobiante y extenso trabajo,
siempre existió el tiempo
para mantener una vida
familiar llena de afecto y
convivencia junto a parientes y amigos; tanta compañía
es la única explicación que
tengo para no haber formado
mi propia familia...llegué al
grado de Comandante (S) en
el Hospital de Carabineros
donde fui Jefe de Pediatría...
cuando decidí retirarme el
año 2001 de la medicina activa, ya atendía a los nietos
de mis primeros pacientes..."
Consultados quienes lo
rodean, todos coinciden en
la generosidad de un hombre
católico que aún comparte
lo recibido con familiares y
amigos. Cada uno de ellos
tiene anécdotas con el patriarca de los Semprevivo
y, al calor de la pasta dominical, brotan historietas
de personajes nacionales e
italianos o de cuando vivieron en la calle Argomedo,
después en Las Trinitarias
y no faltan los cuentos
apasionantes ligados
a la consulta que el
doctor mantuvo por
largos años en Vicuña
Mackenna cerca de la
Plaza Italia. Todo, absolutamente todo, quedó
plasmado para siempre en un libro titulado "I Durbui" (Los de
Dórbora) que don Luis
escribió por los años
noventa, a través del
cual nos regaló página
por página, episodios
emocionantes de su
extensa saga.
Hoy, próximo a los 90
años, El doctor Semprevivo,
agradece la compañía, el
cariño y los cuidados familiares, se dedica a leer (cada
vez menos recalca); nos reitera que la memoria es frágil.
La ópera sabatina en un
canal de cable es una de las
pocas aficiones que mantiene
desde su juventud. Cada día
camina bien acompañado después de una caída reciente
que le fracturó el húmero;
eso sí, tiene la memoria
fresca para recordar que la
pediatría fue el espíritu que
movió su vida profesional, el
camino para servir, el placer
de dormir agotado después
de salvar la vida de un niño.
(Presenza ha voluto ricordare la sua figura umile e
dotta, a qualche settimana
dalla sua scomparsa fisica,
con questa rimembranza
necessaria già pubblicata
qualche anno fa nelle nostre
pagine).
Commiato della
Undicesima a
Giuseppe Manenti
* Despacho exacto de Recetas de Médicos Oculistas
*Gran surtido de Armazones y Cristales de las mejores marcas
En el tradicional plato 11
del mes de Junio, en la Pompa Italia de Santiago, se despidió de los Bomberos nuestro querido Amigo Giuseppe
Manenti, ya que llegaba a
termino sus funciones como
Director de la Agencia Italiana para el Comercio Exterior
y retornaba a su Italia el 2
de Julio del presente.
Ese día Giuseppe cocinó
para todos los comensales una
"zuppa tradizionale" que solía
preparar su Nonna, deleitándonos a todos los presentes.
Giuseppe se llevó los fraternales saludos de todos
los integrantes de la Pompa
Italia.
Fotografía:
De pié izquierda a derecha; Marco Cifelli, Giuseppe
Manenti, Roberto Illari,
Alfredo Schiappacasse.
Sentados de izquierda a
derecha; Edgardo Olivari,
Mauricio Repetto, Rafael
Squicciarini, Marco Mantero.
Rimembranze
Vittorio Cuccuini Nannelli (Firenze, 1862 Punta Arenas, 30 giugno 1906)
è stato un artigiano italiano.
Emigrato in Cile,
è considerato il fondatore della Croce
Rossa Cilena. Originario della Toscana,
lasciò la sua terra
natale nel 1889 con
sua moglie Virginia
e due figli, per raggiungere l’Argentina.
Dopo essersi spostato
in diverse località
argentine, raggiunse
l’Uruguay ed infine
ilCile, dove si stabilì
nella città di Punta
Arenas, nella regione
delle Magellane, dove
trovò una numerosa
comunità di connazionali emigrati.
In questa città
stabilì una attività
di sarto e si inserì
completamente nella
società cilena. All’età
di quarantuno anni
ebbe l’idea di fondare
una associazione di
mutuo soccorso per le persone meno abbienti e soprattutto per i numerosi italiani
che continuavano ad affluire nella città.
Insieme ad altri cittadini cileni ed
alcuni immigrati che accolsero la sua
idea, diede vita il 18 dicembre 1903 al
“Cuerpo de Salvavidas y Guardias de
Propiedad”, considerato antesignano
dell’odierna Croce
Rossa Ci l ena. Il
Corpo era una sorta
di milizia composta
di volontari, che si
occupava di assistenza alla popolazione e di vigilare in
difesa dei cittadini e
di cui Vittorio Cuccuini Nannelli venne
proclamato Capitano. La volontà del
suo fondatore era
però di orientare
l’associazione verso
la pubblica assistenza e istituì il primo
servizio di trasporto
infermi della città e
del paese.
Vittorio Cuccuini Nannelli morì
la notte del 30 giugno 1906 colto da
un colpo apoplettico durante le ricerche
di una donna dispersa a causa di una
tormenta di neve.
Davanti alla storica sede della filiale di
Punta Arenas della Croce Rossa Cilena
è stato eretto un busto in sua memoria.
Care Lettrici e Cari Lettori,
se avete qualche foto di archivio (di famiglia o di comunità) e ce le inviate con
una breve didascalia, saremo felici di inserirla in questa serie di "rimembranze"
iniziativa dell'Arch. Claudio Massone
STADIO ITALIANO
Presenza- 16 luglio 2016
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Presenza- 16 luglio 2016
SCUOLA ITALIANA VALPARAISO
FINE PRIMO QUADRIMESTRE 2016:
SPUNTO PER LA RIFLESSIONE
Due scopi ben precisi del Progetto Educativo della nostra
Scuola: da una parte, la protezione dell’ambiente naturale;
dall’altra, la protezione dell’ambiente sociale in cui siamo
immersi, per via del rispetto e della sana convivenza con il
nostro prossimo, specialmente con la famiglia.
Cosecha”, ceremonia in cui si festeggiano gli apprendimenti
acquisiti durante il semestre. Si son presentati sketches,
messe in scena e canzoni, dopodiché i diversi gruppi si sono
scambiati ricordi in un clima di allegria e di entusiasmo
collettivo.
Fra le tante attivitá svolte a scuola durante il mese di
giugno, ci sono alcune che puntano sul rinforzamento di
questi legami:
D’altra parte, i bambini di Scuola Materna hanno festeggiato due momenti significativi, e le loro mastre hanno
organizzato, a questo scopo, bellissime attivitá per favorire
l’incontro in famiglia:
La tradizionale “Tallarinata” organizzata dal gruppo Scout
“Giuseppe Garibaldi” che, quest’anno, é stata indirizzata
all’acquisto di tende per favorire una piú comoda vita all’aria aperta, durante i campeggi. Occasione questa in cui le
famiglie della Scuola condividono, intorno al tavolo, esperienze, risate, un semplice piatto di pasta e un bicchiere di
vino in un ambiente caratterizzato dallo spirito di servizio
e di cameratismo.
Lo stesso gruppo Scout, stavolta solo le “Golondrinas” si é
recato alla scuola Salesiana per assistere alla “Fiesta de la
Il giorno del padre, in cui i piccolini hanno espresso con
poesie, giochi ed altre attivitá quanto sia per loro importante
la figura paterna, sempre unita ad immagini di forza, di
sicurezza, di protezione, di sostegno, immagini che ci fanno
ricordare i versi di Valeri “perch’io son la forza omnipotente
e buona /che fuga il male triste e le fosche paure/e comanda
alla vita, e regna sul destino”.
La Festa della luce: le famiglie festeggiano di sera l’arrivo
imminente dell’inverno e del freddo. I fanalini accesi che
portano in mano vengono a simboleggiare lumi d’amore:
quello della famiglia, quello della scuola.
Lumi che non dobbiamo mai spegnere perché ci indicano
il cammino, per via del quale gli esseri umani cresciamo e
maturiamo in armonia. Famiglia e scuola: i due assi intorno
ai quali gira l’intera vita dei nostri piccoli.
Le vacanze d’inverno ad portas ci permettono di riflettere
su quello che é stato il Primo Quadrimestre 2016: quattro
mesi durante i quali diverse attivitá, come queste svolte a
giugno, ci indicano un cammino che, percorso insieme, ci
porterá a buon porto.
Malgrado i problemi e la stanchezza propria di questa
tappa dell’anno scolastico; malgrado i tanti ostacoli presentatisi e le responsabilitá assunte, il cui peso si fa sentire a
luglio; nonostante tutto, valori come quelli della protezione
familiare e della cura dell’ambiente ci fanno pensare a una
scuola che si avvia verso il futuro con la convinzione assoluta
di star facendo le cose bene.
PAGINA RELIGIOSA
Gmg 2016,
a Cracovia vi aspetta una Casa
Si dice “casa” e si dice
tutto. Una porta che si apre,
qualcuno che ti aspetta, le
cose che ti servono…
Chi è in viaggio, soprattutto se in un Paese lontano
dalla propria cultura, fa
alla svelta ad avere nostalgia di casa. Soprattutto noi
italiani: non è solo il bisogno
di avere ciò che serve; è proprio la necessità di trovare
anche solo qualcuno che
parli la nostra lingua, qualcuno che possa ascoltarci,
capirci.
Certo, i giovani parlano
l’inglese meglio degli adulti,
ma non è solo la lingua. Nel
suono di parole comprensibili e vicine, c’è il respiro di
non sentirsi soli, di poter
scambiare le impressioni
del viaggio, di chiedere e
offrire suggerimenti su dove
andare a mangiare, dove
trovare quel cappello tanto
curioso visto in giro, come
fare per visitare un luogo,
un monumento o vedere un
artista di strada.
Insomma, è la condizione
della casa che permette
di essere pellegrini con
un filo ancora attaccato a
qualcuno.
È il gioco delle relazioni
che magicamente sembra
funzionare in modo diverso
e più intenso proprio quando si è lontani dagli affetti
quotidiani.
È così che abbiamo pensato Casa Italia. Quando
a Cracovia, due anni fa, il
Comitato organizzatore locale (Col) ci chiese che come
volevamo organizzare Casa
Italia, cosa volevamo fare,
quali sarebbero state le
necessità e di quanti spazi
avremmo avuto bisogno, noi
abbiamo incominciato a raccontare tutte queste cose.
La loro reazione fu,
scherzando: «Il castello del
Wawel va bene?». Beh, in
effetti non siamo poi tanto
lontani (via Bernardinska
è praticamente a ridosso
del castello) e gli spazi sono
davvero notevoli.
Saremo ospiti.
ll’Università San Giovanni Paolo II e dei Frati
Bernardini, con spazi per i
servizi e spazi per l’incontro
fra gruppi di giovani. Casa
Italia sarà già aperta e
operativa quando i giovani
italiani arriveranno a Cracovia per la Gmg.
E, se ne avranno voglia,
ci sarà una “casa” per loro
pronta ad accoglierli per
qualsiasi necessità.
Un gruppo di giovani animatori saranno a disposizione per i servizi necessari
e per offrire informazioni;
la segreteria sarà aperta
per supportare gli accompagnatori e i responsabili
dei gruppi; un media center
farà da ponte con l’Italia
rilanciando informazioni e
materiale che sarà pubblicato sui siti Web e rilanciato
sui social. Saranno presenti
i media legati alla Cei: Avvenire, Sir, Tv2000, Radio
InBlu.
E anche la redazione della
rubrica di RaiUno, «A Sua
Immagine».
Nel cortile di Casa Italia,
accessibile a tutti i pellegrini italiani, sarà disponibile
una rete wi-fi libera e gratuita che permetterà ai giovani italiani di comunicare
con parenti e amici. Accanto
al cortile di Casa Italia, la
chiesa dei Bernardini, una
delle chiese storiche più belle di Cracovia che sarà uno
dei luoghi di catechesi per
gli italiani; a dieci minuti a
piedi, l’alloggio dei vescovi
italiani.
A pochi passi, poi, c’è il
grande prato di Blonia che
ospiterà i grandi eventi,
dalla cerimonia di accoglienza del Santo Padre,
alla Via Crucis.
Terremo le porte aperte, perché anche se siamo
in una terra lontana, non
manchi a nessuno un luogo
accogliente, una mano tesa,
il sorriso di un volto per far
sentire ciascuno a proprio
agio come a… casa!
Sud Sudan, un missionario:
qui c’è una guerra nascosta
Lontano dai riflettori, c’è
una guerra che continua
a mietere vittime. Morte e
disperazione affliggono la popolazione del Sud Sudan che,
ottenuta l’indipendenza nel
2011, confidava in un nuovo
percorso dopo 22 anni di sangue con 2 milioni di morti e 4
milioni di profughi. Purtroppo
nelle scorse settimane si è
nuovamente accesa la battaglia fratricida. Il presidente
Salva Kiir e il suo vice Riek
Machar, esponenti rispettivamente dell’etnia maggioritaria Dinka e di quella minoritaria Nuer,
non sono riusciti a trovare un’intesa di
pace per dare un futuro sereno al Paese.
«È significativo – racconta il salesiano Jim
Comino, da 23 anni missionario in Sudan
e Sud Sudan dopo 32 anni in Korea – che
gli scontri siano ripresi proprio dove si
concentrano gran parte delle risorse petrolifere, cioè dove staziona la maggiore
ricchezza del Paese. È difficile tracciare
un bilancio delle vittime: secondo l’Onu
sarebbero decine di migliaia. I pesanti
combattimenti degli ultimi due mesi nel
Sud Sudan hanno provocato la migrazione
forzata di più di 200mila persone e hanno
bloccato le consegne di aiuti umanitari per
650mila persone. La situazione è diventata
talmente pericolosa che le organizzazioni
umanitarie sono state costrette a ritirarsi». La guerra, che sta devastando il povero
Sud Sudan, costringe la popolazione all’esodo forzato nella foresta o nelle nazioni
vicine.
Da un anno le Nazioni Unite hanno
dichiarato che la terra coltivabile è completamente «libera dalle mine-antiuomo
(made in Italy) fatte a forma di giocattolo.
La gente non è abituata a lavorare il terreno perché molti di loro sono vissuti e
cresciuti nei campi profughi. È incredibile!
I ribelli impediscono di lavorare la terra
per produrre da mangiare e per mettere
in atto una specie di pulizia etnica, uno
strumento per eliminare il nemico con la
fame. È un sistema che non costa niente,
più efficace delle sparatorie dei mitra, non
fa propaganda ed è molto silenzioso, per
questo non fa notizia». Il 75% della nazione
dipende dall’agricoltura, perché non c’è
alcuna industria e «le risorse naturali sono
derubate da altri Paesi». Il Sud Sudan una volta era il granaio
dell’Africa, oggi importa l’80% del cibo;
la terra è fertile (c’è l’acqua), il clima è
buono, ma solo il 30% viene coltivato e di
conseguenza «il 90% della gente non ha
abbastanza da mangiare». La Francia sfrutta le miniere d’oro e
altri minerali, mentre la grande Tigre Cinese sta appropriandosi di vaste estensioni
di terreno coltivabili ed esporta i prodotti.
«Le Nazioni Unite hanno lanciato un sos per
ricevere aiuti alimentari, altrimenti circa 5
milioni di persone rischiano la fame e solo
il Signore sa quanti, specialmente bambini,
moriranno all’insaputa di tutti. Solo quando
migliaia di persone e bambini moriranno, i
mass media forse diranno qualcosa». Là dove c’è la guerra, qualcuno prova,
nonostante tutto, a seminare speranza.
Davanti a questi enormi problemi, «guidati
dallo spirito di Don Bosco pensiamo che l’unica soluzione sia educare alla coltivazione
della terra; quindi educare i giovani delle
nostre cinque presenze salesiane nel Sud e
addestrarli nell’agricoltura.
Solo con l’educazione e lo sviluppo agricolo
si evitano le lotte tribali, perché se la gente
è occupata nel coltivare la terra per poter
mangiare, non ha tempo di fare la guerra.
Dar da mangiare ai poveri oggi è un bell’atto di carità, ma non risolve il problema del
domani, come dice il proverbio cinese: “Non
basta dar loro il pesce da mangiare un pesce
ma bisogna insegnar loro a pescare”. Questa
è la nostra speranza nel Sud Sudan: non
solo dar da mangiare a chi muore di fame,
ma insegnar loro a produrre il mangiare per
diventare autosufficienti e crescere nella
propria terra, solo così fermeremo la corsa
all’emigrazione in Europa». La Chiesa non chiude alla speranza in un
territorio dove il 60% è cristiano: «Abbiamo
lanciato il progetto di realizzare 100 scuole
primarie per 50mila bambini del sud Sudan.
Agli occhi di chi non crede nei miracoli della
Divina Provvidenza sembrava un progetto
irreale, impossibile…
In tre anni siamo già riusciti a costruire 70
scuole primarie ognuna del costo di 80mila
euro: sono scuole affidate ai vescovi del Sud
Sudan. Oggi oltre 20mila bambini hanno la
possibilità di studiare al riparo dalle intemperie, mentre molti di loro prima studiavano
all’ombra di un albero senza riparo dalla
pioggia, dal vento e dal sole». Presenza- 16 luglio 2016
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La pace in Siria è possibile»
Appello del Papa ai governi
Papa Francesco esorta i governi a cercare una soluzione
politica alla guerra in Siria nell’ambito della campagna
promossa da Caritas Internationalis «Siria: la pace è
possibile».
“Desidero rivolgermi a tutti i fedeli e a coloro i quali sono
impegnati, con Caritas, nella costruzione di una società
giusta”, ha sottolineato apa Francesco apa Francesco in
un videomessaggio appositamente registrato, pubblicato
oggi.
«La pace in Siria è possibile»?«Tutti devono riconoscere
che non c’è una soluzione militare per la Siria, ma solo
una politica» ha affermato il Papa.
“La comunità internazionale deve pertanto sostenere
i colloqui di pace verso la costruzione di un governo di
unità nazionale.” “Vi invito a rivolgervi a coloro i quali
sono coinvolti nei negoziati di pace affinché prendano sul
serio questi accordi e si impegnino ad agevolare l’accesso
agli aiuti umanitari”.
Affrontare le conseguenze umanitarie dei 5 anni di
guerra in Siria è la più grande operazione di soccorso
intrapresa da Caritas Internationalis nel mondo. Caritas
fornisce cibo, assistenza sanitaria, beni di prima necessità, istruzione, rifugio, consulenza psicologica, protezione
e mezzi di sostentamento in Siria e nei paesi che ospitano
rifugiati. Solo l’anno scorso, le Caritas nazionali hanno
portato aiuti a 1,3 milioni di persone.
Inoltre Caritas sta incitando i suoi sostenitori in tutto
il mondo a fare pressione sui governi affinché facciano
sì che tutte le parti del conflitto si uniscano per trovare
una soluzione pacifica; sostengano milioni di persone che
subiscono le conseguenze della guerra; diano ai Siriani,
all’interno e al di fuori del paese, dignità e speranza.
“Mentre il popolo soffre, incredibili quantità di denaro
vengono spese per fornire le armi ai combattenti. E alcuni
dei paesi fornitori di queste armi, sono anche fra quelli che
parlano di pace. Come si può credere a chi con la mano
destra ti accarezza e con la sinistra ti colpisce?”.
Caritas sta lanciando, per sostenere la campagna,
un nuovo website - www.syria.caritas.org -, nel quale ci
saranno anche un’opera d’arte appositamente commissionata all’artista siriano Tammam Azzam, un film d’animazione sulla guerra, una serie di fotografie premiate,
nonché le testimonianze di Siriani rimasti in patria e di
rifugiati che vivono nei paesi confinanti o più lontani.
Il presidente della Caritas Internationalis, il cardinale
Luis Antonio Tagle, che ha incontrato siriani in Libano
e in Grecia, ha detto: “Non sono solo numeri, sono esseri
umani. Dobbiamo dare loro speranza, dignità e pace. È
necessario dare inizio ad un movimento mondiale per
la pace.
A nome di tutti coloro che sono colpiti da questo conflitto, lanciamo un appello a tutti per promuovere la pace
in Siria”.
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Presenza- 16 luglio 2016
SPORT
L’eredità dell’Italia dopo Euro 2016
L’Europeo lascia a Ventura un’Italia da ritoccare per andare ai Mondiali e a
Tavecchio più peso político
L’Italia s’è desta. Dai calci
di rigore, amarissimi. E da
un Europeo che, a detta
di tutti, ci ha restituito il
rispetto che meritiamo. Improvvisamente abbiamo acceso i riflettori su un gruppo
di ragazzi che viaggiavano
a fari spenti e che adesso,
Europei, calci di rigore
ancora fatali all’Italia
giustamente,
manifestano il
loro orgoglio.
Fuori dal campo è la stessa
storia perchè
il numero uno
della Federcalcio Carlo
Tavecchio, da
giorni, non
smette di rivendicare la
forza di una scelta, quella
di Conte come ct, anche a
dispetto dei conti (economici) ed ora che i campioni del
mondo tedeschi hanno tremato la sua rivendicazione
non ha confini. Cosa lascia in
eredità l’avventura francese?
C’è la variabile sportiva ed
Follie per Bonucci: il City è pronto
ad offrire 60 milioni alla Juve
Sembra una moda ed invece è un pericolo. Per la Juve,
finita al centro delle voglie di shopping senza freni delle
due squadre di Manchester. Se lo United si sta muovendo
direttamente con i bianconeri per comprare Paul Pogba,
il City invece sta parlando con il procuratore di Leonardo
Bonucci per garantirselo. I soldi non mancano a questi due
club, così come l’appeal di squadre allenate rispettivamente
da Mourinho e Guardiola, ma allo stesso tempo c’è una sola
risposta da parte dei campioni d’Italia: «Pogba e Bonucci
non sono in vendita».
Basterà questo secco no per fermare United e City? Il tempo
lo dirà, insieme alle volontà dei giocatori, ma nella Juve c’è
ottimismo e fiducia. I dirigenti sono pronti a migliorare i
contratti del centrocampista francese e del difensore azzurro,
ma intanto hanno alzato
il muro per non indebolire la squadra e anche il
sogno della Champions.
La Juve ha già comprato
bene (Pjanic, Dani Alves
e presto Benatia), ma non
vuole indebolirsi.
La partita per Pogba
è delicata, anche perché
Mourinho lo vuole fortemente e i Red Devils
sono pronti ad offrire 120
milioni di euro per il suo
cartellino. Su Bonucci,
invece, la Juve deve arginare il City che è pronto a spendere
una cifra mostruosa. In Inghilterra, infatti, le voci sono di
una cifra vicina ai 60 milioni di euro per lo stakanovista
bianconero. Guardiola stima Bonucci da tempo ed ora lo
vorrebbe in una difesa indebolita dagli infortuni di Kompany
e dalle prestazioni altalenanti di Mangala e Otamendi. Nuovi
sondaggi e nuovi tentativi animeranno questo mercato: l’assalto alle vetrine juventine è appena iniziato, ma sicuramente
non saranno tempi di saldi.
PASTELERIA Y CONFITERIA
CALIFORNIA
Galletas finas - Tortas Heladas - Pasteles
- Confites Tortas para Novios - Pastelitos para cocktails
COCKTAIL A DOMICILIO
Irarrázaval 1570 Fono 22042382
La disperazione di Graziano Pellè dopo il rigore
sbagliato
un effetto politico da pesare
perchè, fra pochi mesi, si
apriranno le urne elettorali
per la nuova governance
federale.
Il campo prima di tutto: il
19 luglio, a Firenze, Giampiero Ventura svelerà i suoi
piani in vista del difficile
cammino verso i Mondiali in
Russia del 2018.
La rivoluzione verrà attuata per gradi, con dei
punti fermi da valorizzare.
In difesa, Ventura farà di
tutto per mantenere in vita
la BBC bianconera davanti
a Buffon (Bonucci, Chiellini
e Barzagli, quest’ultimo
da convincere a rinunciare
all’addio all’azzurro), poi
regia a Verratti e Marchisio e
spazio a novità come Benassi, Belotti o Berardi. Presidente rinforzato
Il campo ha i suoi tempi come l’effetto politico
dell’Europeo.
Tavecchio temeva di uscire
indebolito dall’esperienza
francese perchè il destino
di ogni presidente federale,
al netto delle possibili riforme annunciate o attuate,
lo determina il cammino
dell’Italia nelle grandi manifestazioni (senza la rete
dell’uruguaiano Godin due
anni fa in Brasile al vertice
della Figc avremmo ancora
Giancarlo Abete).
Ma adesso indebolito non
è e, nel giorno dei saluti da
capodelegazione, rilancia.
C’era un’Italia nelle ore in
cui la baracca affondava nel
Mondiale in Brasile due anni
fa? No, per Tavecchio.
E non c’era perchè «il disastro è stato totale in assenza
della Figc.
La Nazionale - dice - era
smarrita, senza un centro
di comando federale e senza
una strategia per recuperare il rango che ci spetta...».
Tutto vero?
In parte. Ma poco importa:
da quel momento triste in
Sudamerica la rotta, per chi
governa oggi, è cambiata.
«Adesso - sottolinea Tavecchio - il cammino è segnato.
E lo è da quando abbiamo
individuato un condottiero
come Conte. Questa, qua in
Francia, è stata anche una
spedizione dai conti economici perfetti: noi non spendiamo invano soldi pubblici
o privati...». Conte il condottiero, però, ha già salutato la
comitiva a Milano, scendendo dall’aereo che riportava in
Italia gli azzurri.
E Tavecchio strizza subito l’occhio al recentissimo
passato, che passato ancora
non è. «Mi auguro che Antonio (Conte, ndr) torni in
Nazionale. E non è detto che
questo non accada presto». Campagna elettorale Conte, l’addio ed il ritorno.
Tavecchio ha più volte ribadito di voler chiudere con il
metodo Conte per dare un
maggior peso specifico alla
federazione, al suo staff,
alla sua possibile «cantera»
di allenatori: lo affermava
nelle ore in cui l’ormai ex ct
ufficializzava il suo passaggio al Chelsea.
Che senso ha parlare, ora,
di un suo ritorno?
E perchè azzerare la recente storia dell’Italia del
pallone con tanta fermezza
nel giorno del tributo ai
nostri ragazzi? Onore all’Italia dell’Europeo, via alla
campagna elettorale. Fine di un sogno e di un tabù: in 120 minuti più rigori si
chiudono l’inattesa rincorsa europea dell’Italia di Conte e
mezzo secolo di sudditanza psicologica calcistica dei tedeschi
nei confronti degli azzurri. Dopo 8 tentativi, per la prima
volta in una manifestazione ufficiale la Germania si impone
sull’Italia: lo fa nella maniera più crudele, vera e propria
nemesi, vincendo 7-6 grazie ai tiri al dischetto che vanno
ad oltranza. Sbagliano, per l’Italia, nell’interminabile serie
di emozioni (18 rigori tirati, quello decisivo lo ha realizzato
Hector), Zaza, Pellè, Bonucci e Darmian. Provare a regalare
un raggio di gioia sportiva agli italiani nel giorno più buio per
la strage di Dacca era compito, anche psicologicamente oltre
che tecnicamente, non facile: ma Buffon e i suoi compagni ci
hanno provato. Hanno giocato alla pari con i campioni del
mondo andando molto al di là dei propri limiti, come chiede
l’ormai ex ct Conte. Possono essere orgogliosi dell’europeo
che hanno disputato, sebbene resti l’amarezza: in semifinale
con la vincente di Francia-Islanda va una Germania che non
ha certo sovrastato l’Italia operaia. Doveva passare un quarto d’ora per vedere il primo tiro
in porta (Florenzi, fiacco e parato con facilità da Neuer. Un
brivido correva sulle spalle dei tifosi azzurri quando al 27’,
su lancio di Hummels, Schweinsteiger metteva in rete di
testa, essendosi liberato però di De Sciglio con un spinta
evidente. Al 42’ dopo palla impazzita stile flipper nell’area
azzurra era Muller a calciare malamente (prima parata di
Buffon). E l’unica vera occasione da rete del primo tempo la
regalavano proprio gli azzurri, confezionandola secondo il
solito schema: palla lunga da Bonucci a Giaccherini, pronto
cross in mezzo per caricare al tiro Sturaro: la cui botta di
destro, pericolosissima, veniva deviata in angolo da Boateng. Nella ripresa l’Italia pur soffrendo mai dava l’impressione
di essere sul punto di crollare. E invece il gol tedesco arrivava
nella maniera più paradossale: su rinvio di Neuer, Florenzi
sbagliava il tempo dell’intervento e Mario Gomez trovava
una giocata da campione innescando Hector, sul cui cross da
sinistra metteva in rete da due passi Ozil. Tre minuti dopo
l’ex fiorentino sfiorava il raddoppio con un tocco ravvicinato
che costringeva alla parata da fuoriclasse Buffon. Sembrava
finita per gli azzurri, quando un tiro di Pellè finiva fuori di
poco. Ma al 31’ su cross di Florenzi, Boateng colpiva di mano:
rigore ineccepibile, che Bonucci realizzava calciando di destro alla sinistra di Neuer. E al 35’ su splendido contropiede
un tiro di Eder veniva deviato di poco in angolo. Al 41’ Conte
sostituiva Florenzi, esausto, con Darmian.
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Prosciutto Balugani
Panettone Bauli
Mozzarella Mauri
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Funghi Porcini Asiago
Prosecco Frattina
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SPORT
Olimpiadi: non solo sport,
il Sistema Italia a Rio
Il Ministro degli
Esteri Gentiloni:
«I programmi
per la spedizione
in Brasile comprendono anche
archeologia, arte
contemporanea,
cucina e salute»
Il Ministro della
Cultura Dario
Franceschini e
quello degli Esteri Paolo
Gentiloni durante la
conferenza stampa “Italia a Rio 2016”
Non sarà solo una spedizione sportiva,ma dell’intero
“Sistema Italia”. A Rio, tra
meno di un mese, l’Italia
si presenterà per la prima
volta con una partecipazione
integrata ai Giochi. «Perché
c’è una partita che si gioca sul campo prettamente
sportivo – spiega il ministro
degli Esteri, Paolo Gentiloni,
nella conferenza “L’Italia a
Rio 2016” andata in scena
alla Farnesina. – e una sfida
strettamente parallela: quella di presentarsi al mondo
come sistema paese mettendo in mostra tutti i punti di
forza e fascino».
I programmi per Rio, annunciati dal viceministro
Mario Giro, comprendono
«archeologia, arte contemporanea, cucina e salute».
Perché, spiega Dario Franceschini, ministro dei Beni
e delle Attività Culturali
e del Turismo, «nel mondo
c’è tanta voglia di vivere
all’italiana.
Le Olimpiadi sono una
grandissima occasione per
promuovere le nostre eccellenze. Tantissime persone
vogliono vestire italiano, vedere film italiani e mangiare
i piatti della cucina italiana.
Se lavoreremo tutti insieme,
sarà una grandissima occasione per fare pubblicità al
nostro Paese»
Rio vetrina del made in
Italy a 360 gradi. «Casa
Italia – aggiunge il numero
uno del Coni, Giovanni Malagò – sarà l’identificazione
dell’Italia con il Brasile e soprattutto un luogo d’incontro
in cui metteremo in mostra e
a disposizione tutte le nostre
eccellenze.
Ad esempio, la Pirelli ha
promesso di illuminare con il
tricolore il Cristo redentore
del Corcovado il 3 agosto,
quando il premier Matteo
Renzi inaugurerà Casa Italia.
Ma Casa Italia a Rio sarà
un passaggio fondamentale
per Roma 2024. Si sentono e
si leggono tante cose, ma la
nostra candidatura è molto
forte». Una candidatura che
incassa il «completo appoggio» del ministro Gentiloni.
«Non sarebbe male ripetere
tra il 2020 e il 2024, a parti
invertite, la straffetta olimpica avvenuta tra Roma
1960 e Tokyo nel 1964»,
aggiunge l’attuale inquilino
della Farnesina.
«L’Italia non è un’eccellenza solo nel campo dell’arte,
della storia, della cultura
e del benessere ma anche
dell’accoglienza e dell’inclusione sociale.
Noi, durante le Paralimpiadi, avremo la nostra casa
nella parocchia dell’Imacu-
lada Concepçao. I soldi che
avremmo speso per l’affitto
di un circolo privato abbiamo preferito investirli
per la costruzione di un
campo sportivo in una
delle favelas più povere
di Rio e l’attuazione di
una serie di progetti di
avviamento allo sport
per dei ragazzi disabili
del posto», rincara la
dose Luca Pancalli, presidente del Comitato
Paralimpico.
«Andrà tutto bene», garan-
tisce Ricardo Neiva Tavares,
ambasciatore brasiliano a
Roma.
«Anche ai Mondiali del
2014 tutto filò per il verso
giusto, tranne i risultati del
Brasile e dell’Italia. Il nostro
governo sta lottando con il
massimo impegno contro la
proliferazione delle zanzare.
Posso garantire che nel periodo dei Giochi il rischio di
contrarre il virus Zika sarà
estremamente basso».
Show Mercedes a Silverstone: vince Hamilton davanti a Rosberg.
Ferrari ancora deludenti: Raikkonen 5°, solo 9° Vettel.
Lewis Hamilton completa facilmente il
lavoro e vince. A Silverstone, davanti al suo
pubblico, firma il 4° successo stagionale davanti al compagno di squadra Nico Rosberg,
che però alla fine è stato penalizzato di 10
secondi (i tecnici via radio l’hanno aiutato a
risolvere un problema al cambio). Ha perso
così il secondo posto a vantaggio dell’olandese della Red Bull Max Verstappen. In virtù
del nuovo ordine d’arrivo, il vantaggio di
Rosberg (che perde così tre punti in classifica)
sul compagno di squadra Lewis Hamilton si
assottiglia ad appena un punto: 168 a 167.
Nel Gp di Inghilterra si assiste al solito
dominio Mercedes, sempre più netto, al punto
di poter parlare di un campionato a parte:
una supremazia che comincia sul bagnato e
prosegue man mano che l’acqua evapora. Il
pilota inglese non molla mai il primo posto,
se non brevemente durante il pit stop. Mago
della pioggia, fenomeno sull’asciutto, supportato da una monoposto superiore: non
potrebbe esserci altro finale.
Rosberg ha faticato a tenere il passo. Con
difficoltà ha superato Verstappen (che l’aveva
sverniciato un po’ di giri prima), ma nel fina-
le ha avuto un problema al cambio che l’ha
costretto a chiedere aiuto al suo ingegnere.
Il quale gli ha spiegato come resettare l’app
e gli ha detto di saltare la settima marcia:
la sanzione è inevitabile.
Per la Ferrari era stato un sabato nero in
qualifica e non c’è rimonta in gara. Raikkonen parte quinto e quinto finisce, mentre Vettel risale da 11° a 9°, che non è esattamente
una grande impresa visto che la corsa per
buona parte si corre su pista bagnata e poi
umida. Il pilota tedesco subisce anche una
“penalità non afflittiva” (una specialità della
Fia: sono le punizioni che non puniscono): 5’’
per aver spinto fuori pista Massa, l’ordine
di arrivo non cambia. La Ferrari ha tentato
invano una strategia aggressiva, anticipando
rispetto ai primi i cambi gomme (da wet a
intermedie, da intermedie a slick) rimediando solo una serie di testa-coda ed errori dei
suoi piloti.
Peggiori in pista dopo la Ferrari sono la
direzione gara e il pubblico: la partenza con
safety car è un’offesa alla Formula 1, tanto
più che la pioggia aveva smesso di cadere.
E anche i fischi a Rosberg (una vendetta per
Atletica, Europei: Grenot vince i 400,
secondo oro continentale consecutivo
L'azzurra ha vinto la
gara dei 400 donne degli
Europei di atletica ad
Amsterdam, correndo in
50''73 bissando il successo di Zurigo 2014 davanti alla francese Guei e
all’inglese Onuora. La
Schippers incanta all’esordio in questi europei
sui 200 metri
Un titolo europeo fortemente voluto e cercato, con
determinazione, rabbia e
coraggio. Così l’italo cubana
Libania Grenot si riconferma
ai vertici continentali dei 400
(50”73), dopo il titolo conquistato due anni fa a Zurigo.
Parte forte l’allieva di
Loren Seagrave, è in sesta
corsia. Non teme l’insorgere
della fatica. Avanza regale
e sicura verso la seconda
curva. Ne esce in testa e qui
le forze cominciano a venir
meno, ma anche le altre hanno dato tutto o quasi.
Lentamente la francese
Guei, poi seconda in 51”21, e
la britannica Onuora, terza
in 51”47, sembrano erodere
terreno e avvicinarsi pericolosamente.
Ma il traguardo è sempre
più vicino, troppo vicino per
permettere loro di infrangere
i sogni di Libania. Alla fine
finisce mezzo secondo davanti alla francese Floria Guei
(51”21), di tre quarti alla
britannica Aniyka Onuora
(51.47). Oltre otto decimi
meno del crono della campionessa olimpica, Christine
Ohuruogu (quarta in 51.55).
Ed ora l’attendono doppi
festeggiamenti. Sì, perché oltre al titolo, fra pochi giorni,
il 12 luglio, festeggerà anche
il 33esimo compleanno in
compagnia dei nonni, del padre e del fratello. “Sono più
determinata che mai, finalmente il numero 1 davanti
al mio nome. Ora la staffetta,
la porterò alla vittoria”. Poi
si torna in Florida per tre
settimane di allenamento
a testa bassa prima dell'Olimpiade. Negli Stati Uniti
ho trovato la mia dimensione e la serenità giusta per
lavorare. Il mio obiettivo è
conquistarmi un posto tra
le prime otto alle Olimpiadi,
per farmi valere da campionessa europea anche tra le
atlete d'oltreoceano".
Presenza- 16 luglio 2016
15
Croazia stesa, l’Italbasket
dà spettacolo: continua la
caccia al pass per Rio
Le frecce avvelenate dell’uomo mascherato Marco Belinelli
(19 punti) e il sudore speso in difesa da Daniel Hackett (anche
12 punti) e Nicolò Melli, ma anche il finale di Gigi Datome e
Danilo Gallinari (12) dopo tre quarti difficili. E’ ricca di flash
la vittoria azzurra contro la Croazia per 67-60, che garantisce
all’ItalBasket il primato nel girone B del Preolimpico di Torino. Un successo che esalta i 14.000 spettatori (ma i presenti
sembrano molti di più) a cominciare dal sindaco Chiara
Appendino per arrivare ad Andrea Agnelli, Massimiliano
Allegri e Alex Del Piero. Pronti a tornare magari venerdì,
nella semifinale tra Italia e la perdente di Grecia-Messico. Difesa da urlo L’Italia soffre in un primo tempo di scarsa fluidità offensiva, in cui il solito Belinelli è ispirato ma non basta per
prendere il largo. Dall’altra parte Bojan Bogdanovic (19 a
metà, 26 alla fine) è scatenato e quando anche Saric (11) lo
segue, la Croazia fa paura. Il -2 di metà gara (con un canestro
regalato e poi giustamente tolto a Melli) con il 33% al tiro è
un affare per l’Italia, che riemerge nella ripresa. Sei punti
di Belinelli aprono il 12-2 per il +8, una prima spallata che
diventa fuga grazie alle difese di Hackett (anche 8 rimbalzi)
e Melli, che prendono in consegna il duo Bogdanovic-Saric e
lo escludono dalla gara. Dopo i 25 punti con il 50% al tiro, il
duo croato Nba fa una ripresa da 3-12 al tiro e 10 punti. La
difesa esalta il PalaAlpitour, che fa sentire la sua voce fino
all’immancabile coro dei White Stripes, che accompagna la
tripla liberatoria di Datome e l’ultima fiammata di Gallinari. L’Italia è prima nel girone con 101 punti concessi in due
sere. Un eccellente motivo per Ettore Messina per sorridere. Tiro a volo, Europei, Fabbrizi è medaglia
d'oro! "Che gioia! Colmato un vuoto!"
E al terzo shoot-off la maledizione si spezzò. Un doppio
incantesimo anzi: Massimo
Fabbrizi supera infatti la
sindrome da Europeo (a livello
senior non aveva mai vinto
dopo i trionfi Junior del 1996 e
del 1997) e soprattutto supera
un atleta croato in finale. Gli
era andata male sia a Londra
2012, alle Olimpiadi, contro
Giovanni Cernogoraz, sia agli Europei di Suhl (Germania)
nel 2013 contro Anton Glasnovic.
"GRANDE GIOIA" — Stavolta gli si è parato Josip, il fratello di Anton, ed è andata diversamente: i primi a sbagliare
in semifinale sono stati anche quelli che, con un 14/15 si
sono giocati l’oro. Stesso punto (un errore a testa) nel Gold
Medal Match, poi al terzo shoot-off ecco l’errore croato e il
centro italiano. “E’ una grande gioia – spiega Fabbrizi a fine
gara - che mi consente di colmare un vuoto nel mio palmares.
L’Europeo mi mancava. Dite che Lonato (dove Fabbrizi vinse
l’oro mondiale nel 2005, ndr) mi porta bene? Può darsi, anche
se lo scorso anno, sempre nella rassegna iridata, non sparai
benissimo. Però adesso faccio festa e dunque grazie Lonato
e grazie al pubblico che mi ha sostenuto”.
16
FINALI
Presenza- 16 luglio 2016
Dopo Brexit,
all'Europa...
le sfide principali che un
rilancio del progetto europeo
deve allora porsi e vincere:
quella demografica e quella
culturale, in parte intrecciate tra di loro. L’investimento
quantitativo e qualitativo
sulle nuove generazioni è
cruciale per qualsiasi realtà
sociale, economica, politica
che voglia aprirsi alla produzione di nuovo benessere
e non chiudersi a difesa di
vecchie sicurezze.
Ma allo stesso tempo è
difficile che le coppie abbiano figli, che i giovani siano
incoraggiati a essere attivi
e intraprendenti, che l’accoglienza degli immigrati
si inserisca in un contesto
favorevole, se non ci si sente
parte di un processo di crescita culturale comune, con
valori solidi e condivisi alla
base e la visione di un futuro
desiderabile da raggiungere. Che le generazioni più mature abbiano perso le ragioni
iniziali del progetto europeo
è ben rappresentato dal voto
degli over 65 al referendum
inglese, caratterizzato da
alta partecipazione ma con
orientamento spiccato verso il Leave. Che le nuove
generazioni non si sentano
pienamente coinvolte in un
processo di crescita comune
è ben espresso dalla forte
astensione degli under 25. Se
un rilancio è possibile, non
può però che far soprattutto
leva sui più giovani. Come
mostrano i dati del ‘Rapporto
giovani’ dell’istituto Toniolo,
il loro atteggiamento nei
confronti dell’Europa è ambivalente.
Da un lato, sono molti
critici: quelli con titoli di
istruzione più bassi soprattutto per come è stata gestita la crisi economica, per
la difficoltà a proteggere le
fasce più deboli, per i timori
verso l’immigrazione, per
la crescita di insicurezze
economiche e sociali; quelli
con titoli più alti soprattutto
per una ‘delusione da attese’.
D’altro lato, si riconoscono
nella combinazione unica
di cultura, libertà e valore
della persona, intravedono
le potenzialità di un salto di
qualità verso gli Stati Uniti
d’Europa e considerano una
conquista irrinunciabile la
possibilità di muoversi liberamente senza confini.
Questi aspetti positivi sono
ampiamente condivisi ma
prevalgono, sui punti critici
sopra elencati, soprattutto
in chi ha capitale umano
elevato e ha svolto periodi di
studio o lavoro in altri Paesi.
Questi dati suggeriscono la necessità di rafforzare la qualità di domanda
di Europa favorendo nelle
nuove generazioni processi
di aumento dei livelli di
formazione; migliorando la
conoscenza specifica delle
istituzioni europee; potenziando la possibilità di fare
esperienze (in età molto
giovane e con particolare
attenzione per chi proviene
da classi sociali basse) di
crescita personale, confronto
culturale, impegno civile in
ambito internazionale.
Serve però, allo stesso
tempo, un miglioramento
dell’offerta di Europa, più
in sintonia con le esigenze
e le sensibilità specifiche
delle nuove generazioni. Per
andare in questa direzione,
abbiamo bisogno di istituzioni con maggior capacità di
visione: in grado di favorire
– all’interno – la creazione di
un modello di sviluppo che
sappia coniugare innovazione e inclusione sociale, ma
in grado anche di esprimere
– all’esterno – una posizione
comune e incisiva sulle grandi questioni internazionali.
Al di là del voto inglese e
dei suoi esiti, è dalle nuove generazioni e dalla loro
Europa desiderata e partecipata che bisogna in ogni
caso ripartire. Sempre che,
anziché rassegnarsi alla disgregazione, ci sia l’effettiva
volontà di scommettere su
un vero progetto di rilancio.
Sinigaglia, il
canottiere sul lago
le insegne della Corona.
Così, il tronfio sovrano “abdica”, per un giorno, e, fuori
da ogni protocollo, impone
alla moglie, la Queen Mary,
di premiare, al posto suo,
«quell’italiano», con il trofeo
della Royal Regatta che si
disputa dal 1844.
Nove agosto 1916. Sono
trascorsi due anni da quell’epica disfida vinta da Sinigaglia, il baffuto Sina, il
«gigante buono», lo sciupafemmine di Como, che aveva
attraversato la Manica, da
solo, per venire a gettare scompiglio nel clubbino
dell’aristocrazia sportiva
inglese.
Il tenente dei Granatieri,
senza mai dimenticare i
colori della sua società, la
gloriosa “Canottieri Lario”
di Como, che teneva cuciti
nell’anima, ora combatteva
sul Carso la cruenta battaglia per la conquista di
Gorizia.
E, da guerriero del remo,
tempratosi alle più grandi
lotte, si lanciava all’assalto
dell’ultima e suprema vetta,
la Cima 4 del Monte San Michele. Non fu falciato da una
sventagliata di mitra degli
austroungarici, quel giorno.
No, la verità è un’altra,
come si è scoperto solo di
recente, ossia a un secolo
esatto dai fatti. L’ufficiale
comasco, al comando di un
plotone di arditi, fece breccia nella trincea nemica, e,
brandito un nodoso bastone,
cominciò a menare fendenti
sui soldati di Cecco Beppe,
per esortarli ad arrendersi. Partì però un colpo, da
uno di quegli irriducibili,
e Sinigaglia crollò a terra,
gravemente ferito.
Nonostante ciò, volle continuare a dirigere, sul campo,
le operazioni di consolidamento delle nostre posizioni.
Trasportato, dopo molte
ore, all’ospedale da campo
di Crauglio, il campione
del remo spirava il giorno
seguente, il 10 agosto.
È morto di setticemia, tra
atroci spasimi, arso dalla
sete e vegliato dai suoi fedelissimi compagni. Mentre
agonizzava, supplicò che
gli accostassero alle labbra
le zampillanti sorgenti del
suo Lario: «Datemi un po’
d’acqua, un po’ di acqua del
mio lago!».
Questa è la storia di un
uomo, medaglia d’argento al
valor militare, che Como ha
celebrato con una bella mostra al Broletto, nella quale
sono stati esposti cimeli - tra
cui l’emozionante “Diamond
Scull Cup” - che ricordano
tutti i 20 sportivi della Canottieri Lario immolatisi
nella Grande Guerra.
La Nazionale
azzurra
Rivera, e che se adesso la
stelle si chiamano Parolo e
Pellè ci si può rassegnare,
ma anche chiedersi perchè.
E magari sperare in qualcosa
di meglio.
Di certo non si può spacciare per un’impresa epica
quella di essere arrivati ai
rigori contro la Germania
senza fare nemmeno un tiro
in porta in 120 minuti, come
invece è stato detto e scritto.
Che "dare il massimo" nella
vita è sempre bello ma è
anche il minimo sindacale.
Il Conte grande condottiero
alla testa di una squadra
di gladiatori - come se mai
in passato fosse accaduto lo
stesso - è stato il colossale
abbaglio gettato negli occhi
agli italiani.
Gladiatorie, unite (e decisamente più forti) lo furono
anche le nazionali di Sacchi
a Usa ’94, quella di Zoff
all’Europeo del 2000, per
non dire di quella di Lippi
al Mondiale tedesco del 2006.
Siamo abituati a soffrire,
non è giusto nè corretto esaltare sempre e solo il cuore e
l’orgoglio: bene che ci siano,
ma tradizionalmente non
sono quasi mai mancati. E
comunque il cuore da solo
non ha mai fatto nemmeno
un gol. Da troppo tempo
forse abbiamo perso la bussola, ci siamo abituati alla
mediocrità, obbligandoci a
considerare un evento straordinario qualunque cosa
di leggermente migliore ci
capiti.
Abbiamo bisogno di qualcosa di più insomma di giustificare tutto con la solita
"beffa dei rigori", che beffa
non lo è mai stata. Del coraggio esaltato a massima virtù.
Delle mani nei capelli, icona
quasi perenne dei nostri
epiloghi.
Delle lacrime di questi
ragazzi, vere e sincere certo,
che commuovono e aiutano
a perdonare, ma solo un po’.
Soprattutto dobbiamo imparare a fare a meno delle belle
frasi di chi ha provato a convincerci che questa squadra
stava dando l’esempio al Paese. Falso probabilmente, di
certo fuorviante. Ed eccessivo
comunque, perchè alla fine
sempre e solo di una partita
di pallone si trattava.
Forse è arrivato il momento in cui sia il Paese a
dare l’esempio alle sue squadre. Uscendo dal piagnisteo
di pensiero, dalla difesa a
oltranza, dalla logica per
cui occorre accontentarsi,
della soddisfazione che la
Germania "però ci temeva e
ha cambiato atteggiamento
tattico...".
Non facciamo statue: gli
eroi, quelli veri, di solito
vincono. E se perdono escono
anche a testa bassa. Ripartiamo da noi. Dal diritto che
abbiamo di non giustificare
sempre tutto e tutti. Dal
dovere che abbiamo di fare
meglio e di più. Per non considerare una mezza vittoria
quella che, purtroppo, resta
una sconfitta quasi piena.
Governo: vertice
Mattarella-Renzi
si. Proprio per questo rappresentano un pericolo, in
quanto «con i criminali intelligenti si può trovare un
accordo», ringhia Cicchitto
che li conosce bene, «ma
con i criminali ottusi non
c’è proprio nulla da fare».
IL GIOCO DEL PREMIER
Gli «ottusi» sono coloro
che farebbero la crisi subito, profittando del voto imminente sugli Enti locali.
Gli «intelligenti», invece,
temono in questo modo di
fare il gioco del premier
che, disarcionato da una
congiura di palazzo, vestirebbe volentieri i panni
della vittima e magari vincerebbe pure il referendum
di ottobre.
Tra gli attendisti «intelligenti», oltre a Schifani, viene classificato l’ex ministro
Lupi. Risultano contatti in
corso tra una parte dei dissidenti e il mondo berlusconiano. Ma il Cavaliere (3
ore a pranzo coi capigruppo
Brunetta e Romani) non ha
alcuna voglia di provocare
una crisi che farebbe solo
il gioco di Renzi, e punta
tutte le sue carte sul «no»
al referendum.
IN CASO DI «INCIDENTE»
L’odore di bruciato è tale
che arriva fino sul Colle.
Dove Mattarella e Renzi ne
hanno ragionato durante
un incontro, ufficialmente,
sul prossimo summit della
Nato. Per Renzi, la situazione a Palazzo Madama è
sotto controllo, il premier
non si attende sgambetti.
Ma se, invece, l’incidente
capitasse proprio per colpa
dei «disperati»?
A quel punto, Renzi si
regolerebbe esattamente
come avrebbe reagito un
anno fa: convocando la direzione Pd per proporre le
elezioni anticipate, subito
alle urne senza nemmeno
attendere il referendum.
«Non si tratta di un ultimatum», ha ribadito più
volte Renzi a Mattarella,
ma di coerenza. Il Presidente tuttavia, secondo
altre ricostruzioni, dubita
assai circa la possibilità di
tornare al voto con un doppio sistema: maggioritario
alla Camera (l’«Italicum»)
e proporzionale al Senato
(il «Consultellum»).
Nel mondo quirinalizio si
fa presente che Mattarella
è sempre stato coerente
fautore di un mandato
popolare chiaro, sarebbe
singolare se permettesse di
andare al voto con un confuso sistema che rischia di
produrre ingovernabilità e
paralisi (Renzi non la pensa
così: lui è convinto di poter
conquistare la maggioranza
perfino con un sistema proporzionale al Senato).
Prima di tornare alle
urne, insomma, secondo
Mattarella sarebbe il caso
di rimettere ordine nella
legge elettorale. Lo dice
anche una parte del Pd,
però Mattarella ha tranquillizzato Renzi: nessuna
«liaison dangereuse» con
Franceschini & C. Meglio
intervenire subito sulla
legge elettorale, è il sottile
ragionamento che si ascolta nelle stanze ovattate del
Colle, altrimenti magari
sarebbe necessario provvedere poi, a crisi di governo
aperta, dunque in una situazione di caos politico e ,
con un apposito governo «di
scopo» che nessuno vuole,
incominciando da Renzi.
Lettera aperta: Casa de Italia
empleados en el pasado por el
Directorio me asisten dudas
sobre su integridad y eventuales efectos patrimoniales,
tales como la metodología
utilizada para fijar el precio
mínimo del remate, por lo que
esperamos que en la futura
exposición que se precise acabadamente la materia.
Venta de la propiedad.
En el tercer párrafo de la
Carta a los Accionistas (sin
fecha) se describe el proceso
de arriendo y venta de la propiedad. No obstante ser una
materia relevante para los
accionistas, estimo que este
es poco explicativo y contiene
imprecisiones que es del caso
definir, y contar con mayores
antecedentes que nos permitan tomar un real y acabado
conocimiento de las gestiones.
Se establece “... el Directorio, facultó a la mesa
para firmar una Promesa de
Compraventa no vincúlante
por el Inmueble…”. ¿Quién
es o son la mesa? ¿Con cuál
persona natural o jurídica se
autorizó suscribir la Promesa
y así se hizo?
Además, falta indicar temas relevantes tales como:
¿Se trató de una licitación
privada abierta o restringida
de oponentes y plazo establecido?
¿Valor y condiciones ofertadas por cada oponente?
¿Plazo de vencimiento para
que se pronuncie la Junta
Extraordinaria?
¿Multas que afecta a cada
una de las partes en el caso
que el negocio no prospere?
Aprobación de Memoria y
Balance.
Para que los accionistas
tengan claro la situación que
vive la sociedad, me permito
transcribir el articulo 77 del
la Ley Nº 18.046.
ARTICULO 77.- La junta
de accionistas llamada a decidir sobre un determinado
ejercicio, no podrá diferir su
pronunciamiento respecto de
la memoria, balance general
y estados de ganancias y
pérdidas que le hayan sido
presentados, debiendo resolver de inmediato sobre su
aprobación, modificación o
rechazo y sobre el monto de
los dividendos que deberán
pagarse dentro de los plazos
establecidos en el Artículo 81º
de esta ley. (18)
Si la junta rechazare el balance, en razón de observaciones específicas y fundadas, el
directorio deberá someter uno
nuevo a su consideración para
la fecha que ésta determine,
la que no podrá exceder de 60
días a contar de la fecha del
rechazo.
Si la junta rechazare el
nuevo balance sometido a su
consideración, se entenderá
revocado el directorio, sin
perjuicio de las responsabilidades que resulten y en la
misma oportunidad se procederá a la elección de uno
nuevo.
Los directores que hubieren
aprobado el balance que motivó su revocación, quedarán
inhabilitados para ser reelegidos por el período completo
siguiente.
Imputación del Presidente.
Durante la Junta de Accionistas, el Presidente en
repetidas ocasiones acusó a
los accionistas de no estar
informados, por cuanto no
asistimos a las Juntas de
Accionistas a las cuales somos
citados.
Lo anterior es una falsa y
agraviante acusación. En los
años 2015 y en el presente
2016, he recibido la citación
una semana después de realizada. A esta última logré
asistir por recibir la citación
por correo electrónico.
Misceláneos:
Llamó la atención la composición de la testera de
la Junta. Normalmente en
las que he asistido o visto a
través de los medios de comunicación, queda conformado
por el presidente, gerente
general, fiscal o abogado y por
quién oficia de secretario. En
lo observado, se había integrado en forma permanente
la totalidad de los directores
asistentes, y personas que no
tenían esa característica.
Me despido de usted,
agradeciendo su atención y
disponibilidad y haciendo
presente que de acuerdo a
nuestra legislación la Ley se
asume conocida por todos,
por lo que si otorgamos una
equivocada autorización, nos
hacemos responsables de los
perjuicios que esta pueda
ocasionar.
Saluda atentamente
Aldo Confalonieri
Breustedt