Rassegna stampa - UIL del Trentino

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- domenica 29 maggio 2016 -
l'Adige -
Pagina: 23 -
La protesta | Presidio unitario di Cgil, Cisl e Uil
Sciopero del settore commercio
Anche tanti trentini ieri a Bolzano
Anche lavoratori e
delegazioni sindacali trentine
hanno partecipato, ieri, al
presidio di protesta
organizzato da Cgil, Cisl e Uil
a Bolzano nella giornata dello
sciopero indetto per chiedere
il nuovo contratto del settore
del commercio. L’attuale è
scaduto da ormai due anni e ha spiegato Walter Largher
della Uil - «non si tratta solo di
una questione salariale ma
anche di riferimenti
normativi». All’orizzonte
dovrebbero esserci buone
notizie: «Confcommercio e
cooperazione stanno aprendo
alla contrattazione, speriamo
anche Federdistribuzione
faccia lo stesso».
- domenica 29 maggio 2016 di Massimiliano Bona
◗ BOLZANO
I commessi della grande distribuzione scesi in piazza ieri erano arrabbiati e determinati.
Solo uno su tre (il 30 per cento
secondo le stime di Cgil, Cisl,
Uil e Asgb) ha trovato il coraggio di astenersi dal lavoro per
non dover fare i conti da lunedì con minacce e ritorsioni. Soprattutto nei punti vendita più
piccoli, dove le assemblee sono vietate, i dipendenti vengono pagati (spesso) con i voucher, lavorano (quasi) tutte le
domeniche e se non rispettano alla lettera i turni rischiano
di cambiare sede dalla mattina
alla sera. L’ultimo rinnovo del
contratto risale al 2011 e Federdistribuzione ha proposto per
il 2016 - a titolo di anticipo - solo 15 euro, senza tenere conto
degli stipendi bloccati negli anni precedenti a causa del calo
(oggettivo) del fatturato. Chi è
sceso in piazza ieri, a ponte
Talvera, ha in tasca un contrattato a tempo indeterminato e
può permettersi di alzare la testa. Gli altri hanno rispettato i
turni e timbrato il cartellino,
ma avrebbero voluto essere lì.
A protestare. «Anche io - spiega il responsabile del reparto
pesce di un punto vendita
Aspiag - se non avessi avuto le
spalle coperte sarei andato a
lavorare. Ma anche chi ha un
contratto a tempo indeterminato deve lottare ogni giorno:
mi hanno spostato le ferie di
tre mesi e fatto pesare due ritardi. Le domeniche, ormai,
sono la regola, soprattutto per
i nuovi assunti. Oggi era doveroso esserci per dire che così
non ci stiamo».
Ieri erano rappresentante diverse catene: da Metro a Zara,
da Ovs ad Aspiag e Pam. A livello nazionale ci sono altri grandi marchi nelle stesse condizioni: Coin, Auchan, Carrefour, Ikea ed Esselunga, ma anche Limoni e Maxi Zoo Italia.
«Stiamo parlando - sottolinea
Maurizio Surian della Cgil - di
oltre 3 mila commessi in Alto
Adige, ai quali viene negato il
contratto approvato sia da
Confcommercio
che
dall’Unione. Federdistribuzione propone 1800 euro lordi annui di aumento contro i 3000
di tutti gli altri, per Confcommercio gli aumenti sono scattati dal 2015 mentre la Gdo
propone zero copertura per
2014, 2015 e parte del 2016. La
Grande distribuzione vuole
versarci 15 euro a titolo di anticipo per il 2016, mentre Confcommercio ne ha già erogati
30 e ne erogherà altri 15 a giugno 2016. Di questo passo ci
saranno commessi di serie A e
serie B. Non ci vengono riconosciuti la giusta dignità e il
giusto salario».
Francesca Bolognese, 48 an-
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grande distribuzione » LO SCIOPERO
Commessi a muso duro
per contratto e festivi
Buona adesione (30%) con delegazioni di Metro, Zara, Ovs, Aspiag e Coin
I lavoratori: «Stipendi da fame fermi da anni e ritorsioni per chi protesta»
i protagonisti
❙❙ Francesca Bolognese: «Alla Metro è garantito almeno il confronto,
anche se tra vecchi e nuovi assunti
la forbice si sta ampliando. Nei megastore voucher e zero diritti».
❙❙ Luciano Colella: «Lavoro 50 domeniche l’anno a 1.350 euro. Da macellaio sono passato a fare il jolly. Su
ferie e turni manca programmazione e c’è chi deve cambiare sede».
Dipendenti della grande distribuzione e delegati sindacali allo sciopero del commercio per il rinnovo del contratto della grande distribuzione
❙❙ Gianfranco Brotto: «Con i nuovi
contratti, in cui si lavora tutte le
domeniche o quasi, a pagare dazio
è la famiglia. La situazione sta degenerando, bisogna puntare i piedi»
Un gruppo di dipendenti Aspiag allo sciopero del commercio per il rinnovo del contratto
ni, è in Metro dal 1989. «Lavoro 12 domeniche l’anno ma i
nuovi assunti ne fanno 48 su
52. E i nuovi sono una trentina, ovvero quasi la metà del totale. Rispetto ad altre aziende
alla Metro il confronto con i
sindacati è costante. Se penso
ai megastore, dove i voucher
sono la regola, stiamo sicuramente meglio. In assoluto,
nell’ultimo decennio, la situazione è peggiorata per tutti a
causa del calo dei fatturati».
Luciano Colella lavora alla
Pam: «Per ferie e turni l’organizzazione è carente e tra i
nuovi assunti pur di avere il
contratto c’è chi ha dovuto accettare anche il cambio di sede
da Verona a Trento. Io facevo il
macellaio e sono diventato un
La delegazione Cisl allo sciopero di ieri (Foto Groppo)
jolly e gli orari cambiano sempre». La delegazione Aspiag di
Bressanone è tra le più agguerrite: «Siamo aperti praticamente sempre e riposare durante
la settimana non fa piacere a
nessuno: i figli sono a scuola e
gli amici lavorano. Questa politica aziendale non ci aiuta. È
già capitato, a chi ha cercato di
far valere i suoi diritti, di essere
trasferito a Castelrotto o Ortisei. E questo per 1.300 euro al
mese, domeniche comprese.
È difficile dire se ne valga davvero la pena».
Federdistribuzione, in una
nota, non ci sta: «L’adesione allo sciopero è stata inferiore a
dicembre. Viviamo un quadro
economico nel quale da anni
la redditività è in calo, i consu-
❙❙ Maurizio Surian: «Federdistribuzione vuole riversare sui lavoratori il calo dei consumi. Dopo anni
senza contratto non possono bastare 15 euro a titolo di anticipo».
mi non ripartono e la strada
per uscire dalla crisi è complessa. Le imprese hanno bisogno di recuperare produttività
per affrontare le sfide del futuro. Una situazione che i sindacati non capiscono, ostinandosi a pretendere condizioni economiche che, se applicate, rischiano di riproporre difficoltà occupazionali».
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Supermarket in sciopero
Festività, pressing sulla politica regionale
Pressing sulle aperture
domenicali nei supermercati,
con una lettera che è stata inviata a tutta la delegazione
parlamentare del Trentino Alto Adige, ai componenti della
Commissione dei dodici, ai
gruppi consigliari di Trento e
Bolzano e ai due presidenti
Ugo Rossi e Arno Kompatscher. I direttivi del commercio di Cgil, Cisl, Uil, Asgb hanno così inoltrato una richiesta
secca: cambiare la legislazione
nazionale che regola le aperture festive (verso cui i sindacati
rimarcano «massima contrarietà») e domenicali. Il vicepresidente Alessandro Olivi e
il Landeshauptmann KompatTRENTO
Walter Largher
scher nei giorni scorsi hanno
risposto punto per punto ai
sindacati. Per entrambi, pur
con accezioni diverse, l’epoca
delle liberalizzazioni integrali
dev’essere superata e la direzione da seguire è quella della
delega, allo studio dei Dodici.
Intanto ieri a Bolzano si è
svolta la manifestazione dei lavoratori del settore che protestano contro lo stop alle trattative per il rinnovo del contratto
nazionale. «Federdistribuzione vuole mano libera dell’organizzazione del lavoro»,
commenta Walter Largher, segretario regionale Uiltucs.
Marika Damaggio
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