Ambito Socio-Assistenziale n. 4.5 dell`Udinese

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§ 2 LA GOVERNANCE DEL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE
Le Linee guida regionali valorizzano la governance sociale e ne delineano le strette relazioni con
il welfare di comunità, con il lavoro di rete, con il co-protagonismo e la co-responsabilità dei soggetti
sociali che operano su un territorio, allo scopo di superare una logica prestazionale e riparativa dei servizi e degli interventi sociali e di attivare la comunità nel prendersi cura dei suoi membri.
Per il Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito Distrettuale le scelte relative alla governance rivestono carattere strategico e condizionano il funzionamento e la sostenibilità del raccordo tra Enti
pubblici, terzo settore e società civile organizzata nel triennio di programmazione: infatti, senza
un’alleanza di fondo tra questi soggetti non è possibile né raggiungere gli obiettivi regionali, né, più in
generale, costruire una politica sociale locale che abbia come finalità il benessere delle persone.
Infatti, condividere le scelte di politica sociale, valorizzare le risorse locali e metterle in rete aumenta il livello di consapevolezza e coesione della comunità e la coerenza degli interventi e servizi erogati rispetto ai bisogni rilevati. Secondo le Linee guida regionali, il sistema di governance locale deve assumere come presupposto gli obiettivi strategici ivi contenuti, pertanto i confini dell’azione possibile,
considerate le risorse disponibili, sono in gran parte predeterminati. L’elemento sul quale operare una
personalizzazione con riferimento al territorio è relativo alla scelta organizzativa di un processo partecipativo che, per l’Ambito Distrettuale dell’Udinese e per le sue caratteristiche territoriali, non può che
essere dotata di flessibilità. Si prevede che le modalità di partecipazione previste possano, di anno in
anno, subire “aggiustamenti” sulla base delle esperienze maturate e dei contributi apportati dal partecipanti al processo di programmazione, in particolare da quelli dei Comuni, delle circoscrizioni e delle
frazioni, veri mattoni costitutivi della comunità.
Consapevole dell’esperienza della passata tornata pianificatoria, il Servizio Sociale dei Comuni,
di concerto con il Distretto Sanitario, ha ritenuto che l’istituzione e la convocazione di tavoli di consultazione in questa fase iniziale della programmazione zonale rischiasse di escludere molte risorse territoriali e di accentrare il ruolo decisionale in quelle operative nella città di Udine. Si ritiene che i caratteri
complessi e multiformi del sistema territoriale dell’Udinese siano tali da suggerire altre forme di partecipazione, pur rispettose dei principi condivisi di concertazione, consultazione e co-progettazione.
Il sistema di governance sociale del Piano di Zona dell’Udinese si articola in tre livelli di partecipazione:
1. Tavolo di governo: svolge le funzioni di concertazione, consultazione e negoziazione del modello di lavoro, degli obiettivi e dell’allocazione delle risorse. Ad esso partecipano i rappresentanti dell’Assemblea dei Sindaci, il Responsabile del Servizio Sociale dei Comuni, il Direttore del
Distretto Sanitario, le Organizzazioni Sindacali, le rappresentanze di Confcooperative e LegaCoop, i referenti del Comitato Regionale per il Volontariato, del Comitato Provinciale di coordinamento delle associazioni di persone disabili, della Consulta regionale per la famiglia, della
Caritas dell’Arcidiocesi di Udine, della Consulta provinciale degli studenti. I rappresentanti del
Tavolo di Governo possono incontrare i componenti dei tavoli di co-progettazione con finalità
consultive in merito alle scelte da effettuare nelle singole aree di intervento;
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2. Incontri territoriali: svolgono la funzione di consultazione ed informazione nei singoli Comuni.
Ad essi partecipano il Sindaco/Assessore del Comune, uno o più assistenti sociali del territorio,
il rappresentante del Distretto Sanitario, la Responsabile SSC, i cittadini interessati, gli attori sociali e gli Enti pubblici presenti nel Comune. Gli incontri vengono realizzati almeno una volta
all’anno, a partire dal febbraio 2013, al fine di informare, rendicontare, raccogliere i bisogni delle comunità e le disponibilità a collaborare da parte degli attori sociali che operano nei Comuni;
3. Tavoli di co-progettazione: svolgono la funzione di definizione dei servizi/interventi e delle
modalità di lavoro, sulla base delle priorità assegnate dall’Assemblea dei Sindaci. Ad essi partecipano i tecnici dei servizi sociali e sanitari competenti per argomento e gli attori sociali che realizzano interventi nel territorio dell’Ambito nello specifico settore. I tavoli di co-progettazione
già attivi, quali quelli sulla grave marginalità sociale adulta, sul carcere e su rom/sinti, vengono
mantenuti e possibilmente potenziati in quanto coerenti con il sistema e gli obiettivi regionali.
Come delineato in Premessa, le forme di collaborazione tra i soggetti pubblici vengono rafforzate dal Piano di Zona, in tema di integrazione socio-sanitaria, attraverso incontri tecnici integrati da utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi socio-sanitari o, più genericamente, per il miglioramento dei
processi e di interventi/servizi che non richiedono la collaborazione degli attori sociali. Essi si sono
svolti tra giugno e settembre 2012.
Il modello e le scelte strategiche relative al Piano di Zona sono stati illustrati e discussi non solo
in sede di Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale, ma anche nei seguenti incontri:
- con i referenti amministrativi dei Comuni dell’Ambito Distrettuale: 11 maggio 2012;
- con i referenti del Distretto Sanitario di Udine e dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 4 “Medio Friuli”: 14 maggio 2012;
- con gli Assistenti Sociali: 17 maggio, 7 giugno, 6 dicembre 2012.
Rispetto al modello, ai contenuti del profilo di comunità, all’analisi dei bisogni territoriali, nonché alla schede relative agli obiettivi regionali, sono stati richiesti i pareri ex art. 24, comma 6, della L.R.
6/2006.
La cornice di riferimento del modello di governance sociale è data dai diritti di cittadinanza sociale di cui sono titolari le famiglie del Comuni dell’Ambito Distrettuale, le quali esprimono bisogni che
ricevono risposte dal sistema dei servizi e degli interventi sociali, che – in una prospettiva circolare – agisce a beneficio delle famiglie rendendo effettivi i loro diritti. La realizzazione del welfare di comunità
non può prescindere dall’integrazione di assistenza e cura (dei servizi) con l’impegno civico (del privato
sociale), dalla promozione del lavoro di rete quale strumento di collaborazione tra Enti istituzionali e
reti sociali locali.
Il Tavolo di governo del Piano di Zona dell’Ambito Distrettuale dell’Udinese si è costituito il 18
maggio 2012 ed ha delineato l’approccio alla governance, intesa non tanto come una moltiplicazione
quantitativa di attori e di luoghi di incontro, quanto come un processo di costruzione delle strategie per
favorire la partecipazione attiva dei soggetti territoriali alla definizione delle politiche sociali locali, mediante l’allargamento di spazi e termini di condivisione delle decisioni, nell’ottica di realizzare il principio costituzionale di sussidiarietà. Il concetto di “governance” è molto recente, non del tutto scevro di
ambiguità, di contraddizioni e di usi demagogici, spesso inflazionato dal punto di vista teorico, ma scar51
no di contenuti operativi. Esso deve essere contestualizzato e ciò può avvenire a diversi livelli e con differenti modalità. Nel campo delle politiche sociali, la governance è strettamente connessa
all’inte(g)razione48:
o delle politiche di welfare (abitative, lavorative, educative, ambientali, previdenziali, assistenziali, sanitarie);
o del rapporto pubblico – privato sociale/società civile.
In linea con il documento denominato “Linee guida sulla definizione di criteri e di modelli per
la partecipazione del terzo settore alla determinazione delle politiche pubbliche a livello locale” (Agenzia per il Terzo Settore, 14/12/2011), si ritiene la governance quale processo di decisione interattivo,
dinamico, complesso, locale e sovralocale che modifica le procedure interne all’apparato amministrativo
dell’ente locale e la responsabilità degli attori sociali. Essa è strettamente legata ai concetti di cittadinanza sociale, di politica sociale, di partecipazione e di rappresentanza e si collega, inoltre, con il lavoro di
comunità inteso come strategia primaria di sviluppo dei contesti locali mediante la valorizzazione delle
competenze e della partecipazione dei soggetti locali, nonché mediante la ridefinizione dei loro ruoli.
L’Ente locale, in questo contesto, diventa responsabile dell’assunzione consapevole del compito di
promozione del benessere della comunità, delle politiche di welfare quali “beni comuni”, nel rispetto
dell’equità e nella tutela dei diritti.
Per formalizzare la condivisione della definizione di governance sociale e dei principi ispiratori e
per rendere trasparente la metodologia di lavoro, i rappresentanti del Tavolo di governo, all’unanimità,
hanno approvato la “Carta degli impegni per la realizzazione del Piano di Zona dell’Ambito Distrettuale
n. 4.5 dell’Udinese” (allegata in § 8.3)49.
Si tratta di un documento fondamentale per la definizione delle regole e degli impegni di partecipazione alla realizzazione del Piano di Zona: gli enti, i soggetti, le organizzazioni territoriali che condividono i principi e i metodi enunciati nella Carta degli impegni saranno chiamati a sottoscrivere
l’Accordo di programma e, di conseguenza, a partecipare ai tavoli di co-progettazione su obiettivi e temi
specifici.
I principi richiamano, nel rispetto della Costituzione e di strumenti comunitari ed internazionali
di diritto cogente o consuetudinario, il rispetto di diritti e libertà fondamentali della persona, come singolo e come appartenente ad una rete primaria e comunitaria di relazioni, dell’eguaglianza, della non discriminazione e della solidarietà, oltre che la promozione della sussidiarietà, della trasparenza e della coresponsabilità.
Gli obiettivi della Carta, nel quadro delle finalità delineate dalle Linee guida regionali, sono i seguenti:
- coinvolgere i soggetti del terzo settore e della società civile nella programmazione e nella realizzazione di un sistema integrato di servizi ed interventi sociali in cui l’assistenza e la cura realizzate dagli Enti istituzionali si integrino con l’assistenza, alla cura ed all’impegno civico espressi dai
soggetti del terzo settore;
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Pur in un contesto in cui, realisticamente, non possono essere negate le asimmetrie tra il pubblico ed il privato sociale, si
intende privilegiare il concetto di interazione, che implica – a mitigare rapporti asimmetrici – apertura, accoglienza, confronto,
sussidiarietà, più che di integrazione, che, anche se adoperato con intenzioni positive, a volte rischia di sottendere e dare per
scontata una ratifica di rapporti naturalmente gerarchici, la quale potrebbe inficiare, all’avvio, un lavoro di rete. Ove si utilizzerà il secondo termine, per brevità ed immediatezza di espressione, lo si intenda con la connotazione del primo.
49 Il documento è stato discusso da un nutrito sotto-gruppo del Tavolo di governo, riunitosi tra agosto e novembre; il Tavolo, nella riunione plenaria del 5 dicembre 2012, ha licenziato il testo definitivo e l’ha aperto alla sottoscrizione.
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incentivare la partecipazione responsabile dei soggetti del terzo settore al percorso di pianificazione e programmazione sociale territoriale;
- favorire la messa a sistema delle attività di soggetti non istituzionali operanti sul territorio, beneficiari di contributi economici regionali, provinciali e comunali erogati a sostegno delle proprie
attività a favore delle persone in condizioni di bisogno.
I soggetti coinvolti:
- Servizio Sociale dei Comuni – Assemblea dei Sindaci di Ambito Distrettuale;
- altri soggetti istituzionali: A.S.S. n. 4 Medio Friuli (Distretto e Dipartimenti), Provincia di Udine,
Ministero della Giustizia;
- “Terzo settore”: associazioni riconosciute, associazioni non riconosciute, comitati, fondazioni,
cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non lucrative di utilità sociale,
associazioni di promozione sociale, organizzazioni non governative, imprese sociali;
- Organizzazioni Sindacali (OO.SS.);
- altri soggetti della società civile.
Gli impegni:
1. condividere, rispettare e promuovere i principi ispiratori del Welfare di comunità;
2. condividere e promuovere i caratteri della governance locale;
3. partecipare alla lettura dei bisogni territoriali;
4. facilitare la definizione di priorità specifiche di bisogni;
5. mettere a disposizione conoscenze, esperienze, dati e risorse per la pianificazione generale e la
programmazione su priorità specifiche;
6. coordinare le proprie competenze e risorse con le risorse territoriali;
7. incentivare l’approccio costruttivo di condivisione di responsabilità;
8. favorire la partecipazione (paritaria) per la costruzione delle politiche sociali locali;
9. assicurare l’informazione aggiornata verso il territorio e nei confronti degli associati;
10. garantire una formazione congiunta sui temi del Welfare di comunità;
11. promuovere / realizzare modalità di affidamento di servizi/interventi rispettose delle competenze e delle capacità progettuali del terzo settore.
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Il Tavolo di governo, in quanto espressione della concertazione territoriale, ha contribuito fattivamente a delineare il quadro interpretativo relativo al profilo di comunità dell’Ambito Distrettuale, ha
indicato i principali contenuti degli obiettivi sociali ed ha preso visione dei risultati degli incontri tecnici
integrati socio-sanitari e sintetizzati nelle schede socio-sanitarie PdZ e PAA.
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