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ISSN 2283-5873
Scienze e Ricerche
news
SR
SUPPLEMENTO AL N. 29, 15 MAGGIO 2016
Carlo Doglioni
alla presidenza
dell’Istituto
Nazionale di
Geofisica e
Vulcanologia
Il Prof. Carlo Doglioni, ordinario
di Geologia presso il Dipartimento di
Scienze della Terra alla Sapienza Università di Roma, è il nuovo presidente
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV). Nato a Feltre nel
1957, Carlo Doglioni è stato presidente del consiglio scientifico del Progetto Strategico Crosta Profonda (CROP)
del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(CNR) e della Società Geologica Italiana, è autore della mappatura delle asimmetrie tettoniche globali e di un nuovo
modello della geodinamica terrestre.
È socio dell’Accademia Nazionale dei
Lincei e dell’Accademia Nazionale delle Scienze.
“Scienza e virgola”:
otto incontri con
autori di scienza
organizzati dalla
SISSA a Trieste
È possibile raccontare la ricerca in
modo nuovo, superando il classico
modello in cui lo scienziato «divulga»
il suo sapere al pubblico? Come tener
conto dei rapporti sempre più complessi
tra la scienza praticata e quella percepita dalla società? Come raggiungere
una platea sempre più ampia senza banalizzare un processo complicato e non
lineare come la ricerca scientifica? Per
rispondere a queste domande, il Master in Comunicazione della Scienza
“Franco Prattico” della SISSA - Scuola
Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste organizza in questi giorni
“Scienza e virgola”, una serie di otto
incontri con autori di scienza aperti al
pubblico e gratuiti. Frutto di un’attenta
selezione tra più di 60 titoli proposti da
tutti i principali editori, i libri scelti per
questa iniziativa sono stati pubblicati di
recente o sono in uscita quest’anno. Essi
rappresentano uno spaccato molto qualificato del panorama italiano in materia
di divulgazione scientifica. Non saranno delle semplici presentazioni di libri,
ma vere conferenze sotto forma di dialoghi tra autori e giornalisti, ricercatori
ed esperti di comunicazione della scienza. L’intento è quello di offrire al pubblico una mappa degli argomenti oggi
più interessanti in campo scientifico,
sanitario e ambientale, ma anche di mostrare come cambia la rappresentazione
della ricerca e delle sue implicazioni e
come cambiano i modi di raccontare la
scienza al di fuori del mondo accademico. Gli otto libri selezionati sono quelli
di Baroukh Assael (Il gene del diavolo.
Le malattie genetiche, le loro metafore,
il sogno e la paura di eliminarle, Bollati
Boringhieri), Marco Malvaldi (L’infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges, Rizzoli),
Massimiano Bucchi (Per un pugno di
idee. Storie di innovazioni che hanno
cambiato la nostra vita, Bompiani),
Angelo Guerraggio, Con la testa tra le
nuvole? Il mestiere del matematico, il
Mulino), Massimiano Bucchi (Per un
pugno di idee. Storie di innovazioni che
hanno cambiato la nostra vita, Bompiani), Carlo Alberto Redi e Manuela
Monti (Storia di una cellula fantastica.
Scienza, cultura e natura dell’uovo, Sironi), Alessandro Amato (Sotto i nostri
piedi, Storie di terremoti, scienziati e
ciarlatani, Codice Edizioni), Vincenzo
Barone (Albert Einstein, Il costruttore
di universi, Laterza) e Amedeo Balbi, già vincitore dell’ultima edizione
del Premio Nazionale di Divulgazione
Scientifica (Dove sono tutti quanti? Un
viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca
della vita, Rizzoli).
Lotta al cancro: dalla
genomica all’attività
clinica. L’Università
di Verona in primo
piano
L’International cancer genome consortium, Icgc, riunito a New Orleans
in occasione del recente congresso
dell’American Association for Cancer
research, ha annunciato che sarà attivata una nuova fase di attività del consorzio mondiale che collegherà la ricerca
condotta in questi anni sull’analisi del
genoma dei tumori all’attività clinica.
Anche in questo caso l’Università di
Verona giocherà un ruolo da protagonista all’interno del consorzio mondiale,
come rappresentante dell’Italia di questa seconda fase del progetto. Referenti
per il nostro paese saranno Giampaolo
Tortora, direttore della Oncologia Medica e Aldo Scarpa, della Diagnostica
molecolare dell’Anatomia patologica.
Dal 2007, infatti, gli scienziati dell’Icgc
sono al lavoro per costruire un database
che, a oggi, comprende 25mila genomi di 50 diversi tipi di cancro. Collegando i dati, disponibili per ricercatori
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di tutto il mondo, con informazioni di
tipo clinico, il consorzio ha l’obiettivo di favorire prevenzione, diagnosi e
prognosi della patologia. Obiettivi già
in parte raggiunti cui a breve si aggiungerà il traguardo più importante, quello
dell’avvio di studi clinici con i nuovi
farmaci basandosi sui dati dei profili
molecolari dei singoli pazienti, per l’individuazione e la validazione di terapie
più efficaci e personalizzate per ciascun
paziente. “A breve si aprirà la fase due
della lotta mondiale al cancro condotta
dagli scienziati che lavorano in centri e
atenei di tutto il mondo sotto il cappello
dell’Icgc - comenta Tortora- e noi siamo felici di essere ancora una volta tra
i protagonisti del progetto. Grazie alla
presenza di eccellenze in ambito di ricerca e clinica, Verona è stata identificata come capofila italiana del progetto
mondiale che ha l’obiettivo della personalizzazione su base molecolare delle
nuove terapie contro i tumori. Una notizia che ci rende orgogliosi e riconosce
le eccellenze al lavoro tra l’università e
l’Azienda ospedaliera universitaria integrata della città”. 22.04.2016
L’Università di
Urbino Carlo Bo
indaga l’influenza
delle pubblicità sugli
anziani
L’Università degli Studi di Urbino
Carlo Bo e l’Universidade do Estado de
Minas Gerais, in Brasile, dando seguito a un accordo di ricerca iniziato due
anni fa, stanno approfondendo le strategie comunicative delle imprese verso
gli anziani. Responsabile del team italiano è la professoressa Lella Mazzoli,
docente di Sociologia della comunicazione e direttore del Laboratorio Ricerca Comunicazione Avanzata (LaRiCA)
dell’Università Carlo Bo. “L’analisi
che faremo a partire dalle similitudini
o differenze tra Italia e Brasile - afferma Mazzoli - prenderà in esame spot
e annunci pubblicitari trasmessi dalle
maggiori emittenti televisive nazionali
e pubblicati su alcuni dei più importanti
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magazine. Da questo campione, utilizzando una serie di variabili, cercheremo
di capire quale immaginario sugli anziani viene costruito dalla pubblicità”.
Secondo i ricercatori delle due università, il target sta differenziando molto.
La popolazione invecchia sempre più
e sempre più rimane giovane nello stile. I prodotti tengono conto di questo?
Dall’analisi delle pubblicità emerge
non di rado come l’anziano sia trattato
con ironia. “Da un lato - spiega Lella
Mazzoli - per prodotti di alta qualità, è
presentato come esempio di eleganza
senza tempo. Dall’altro, lo stereotipo è
quello della nonna che dà la paghetta al
nipote per portare a cena la fidanzata;
non troviamo mai il 65enne che vive attivamente la propria età allargata. Ci occuperemo quindi di tutto ciò attraverso
discipline e approcci diversi: la comunicazione e il design”. Il progetto di cooperazione tra le due università prevede
anche una ricerca comparativa sulle attività di comunicazione delle istituzioni
museali e sul loro modo di fare social
networking. Il ché comporterà lo studio
delle attività di comunicazione dei musei italiani e, contestualmente, dell’ecosistema informativo della popolazione
italiana, con particolare riferimento ai
temi del patrimonio culturale. I dati della ricerca verranno presentati nel corso
del Festival del Giornalismo Culturale
che si svolgerà a Urbino e a Fano dal 14
al 16 ottobre.
Finmeccanica
e Politecnico di
Milano insieme per
dare impulso alla
Open Innovation
inmeccanica – Politecnico Innovation
Hub sarà lo strumento per promuovere
attività di collaborazione in ricerca, sviluppo, innovazione e formazione. L’intesa è stata siglata a Milano da Giovanni
Azzone, rettore del Politecnico di Milano, e da Mauro Moretti, amministratore
delegato e direttore generale di Finmeccanica. Nove le aree tecniche preliminari individuate su cui si concentrerà
l’accordo: dal system engineering alle
strutture e materiali avanzati, dalla robotica spaziale ai sistemi meccanici ed
elettrici. Particolare attenzione sarà riservata anche allo sviluppo di iniziative congiunte nell’ambito dei maggiori
programmi europei: da Horizon 2020
a Clean Sky 2. Il Politecnico di Milano
affida un ruolo cruciale alle partnership
strategiche con importanti aziende italiane e internazionali su tematiche di
ricerca di interesse comune. L’obiettivo
dell’Ateneo è orientare la sua ricerca di
base all’integrazione in contesti applicativi di interesse industriale, oltre che
creare osservatori congiunti sull’evoluzione tecnologica.
Alle aree tecnologiche che fanno
parte dell’accordo (fluido – aero dinamica; strutture e materiali strutturali e
multifunzionali; sistemi meccanici ed
elettrici; sistemi e componenti avionici;
sistemi elettronici di guida, navigazione e controllo; ingegneria del software;
system engineering; sensoristica ottica
e acustica; robotica spaziale) si aggiunge un ambito di collaborazione relativo
alla formazione manageriale e professionale. “L’orientamento delle imprese
verso l’innovazione – ha sottolineato
Mauro Moretti – è sempre più legato
alla individuazione di fonti di conoscenza avanzate che solo il sistema di
ricerca universitario può soddisfare e
che sostengano le imprese nel mantenimento di una posizione competitiva
sul mercato nazionale e internazionale.
“L’accordo con Finmeccanica si inquadra in una strategia in cui il Politecnico
di Milano vuole affiancarsi alle realtà
industriali del Paese per collaborazioni
di medio termine volte a creare un ambiente di ricerca sempre più permeabile
tra le metodologie scientifiche accademiche e le esigenze e le tecnologie industriali – afferma Giovanni Azzone,
rettore dell’Ateneo - In questa strategia Finmeccanica, che rappresenta un
punto di riferimento internazionale di
numerosi settori dell’ingegneria, e la
sua volontà a investire in ricerca con
il Politecnico di Milano, rappresentano
una opportunità per l’innovazione, per
i ricercatori di entrambe le istituzioni e
soprattutto per l’attrattività del nostro
Paese. Un comitato - guida sarà istitu-
SCIENZE E RICERCHE • N. 29 • 15 MAGGIO 2016 | NEWS
ito con funzioni di indirizzo strategico
e di monitoraggio affinchè le volontà
si trasformino in progettualità”. Particolare attenzione sarà anche dedicata
alla partecipazione congiunta a bandi
e programmi di ricerca a carattere regionale, nazionale e internazionale. In
ambito europeo saranno sviluppate iniziative legate a programmi di ricerca
quali Horizon 2020, il più importante
programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione varato dall’Unione Europea, e Clean Sky 2, focalizzato
alla riduzione dell’impatto ambientale
dell’aviazione commerciale, che mira
allo sviluppo eco–sostenibile del trasporto aereo. Gli ambiti della collaborazione tra Finmeccanica e l’ateneo
milanese riguarderanno, oltre a progetti
di ricerca tecnico scientifici, anche attività di progettazione, organizzazione ed
erogazione di percorsi formativi.
Presentati all’Istituto
Superiore di Sanità i
risultati del progetto
Heartbeat per la
prevenzione della
morte improvvisa nei
giovani
Misurare le fonti di stress nei giovani
collegate a problemi cardiaci: è questo
l’obiettivo del progetto Heartbeat i cui
risultati preliminari sono stati presentati
a fine aprile, al convegno “Prevenzione
della morte improvvisa nei giovani attraverso indagini elettrocardiografiche
e dei livelli di stress. Promozione della
Life Skills”. L’incontro, organizzato dal
Reparto di Neuroscienze comportamentali dell’Istituto Superiore di Sanità,
diretto da Enrico Alleva, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca (MIUR)
e l’Istituto Nazionale Ricerca Cardiovascolare, si inserisce nell’ambito del
progetto Heartbeat che prevede l’applicazione di un protocollo di screening
cardiologico con ECG eseguito su ragazzi di età compresa tra i 16 ed i 18
anni, un’indagine per la misurazione
dello stress nei giovani e un intervento
nelle scuole sulle Life Skills per la promozione della salute. L’obiettivo fondamentale è quello di identificare i giovani affetti da anomalie cardiovascolari occulte, con conseguente modifica
del loro stile di vita. Il progetto nasce
dall’esigenza di ridurre i numeri ancora
elevati della morte cardiaca improvvisa
nei giovani, che può avvenire per anomalie cardiovascolari occulte o possibili fonti di stress collegate a problemi
cardiaci. Nell’ambito del progetto sono
stati anche proposti interventi di promozione della salute nelle scuole attraverso l’insegnamento delle competenze per
la vita (Life Skills). Promuovere salute
nella scuola significa, infatti, stimolare
e sviluppare negli individui una maggiore responsabilità e consapevolezza
circa i comportamenti corretti di salute.
Nel 1993 l’OMS ha individuato, infatti,
nelle Life Skills lo strumento privilegiato per la promozione della salute in
ambito scolastico. E’ utile promuovere
le Life Skills (o abilità sociali): autoconsapevolezza, empatia, gestione delle
emozioni, senso critico, gestione dello
stress, risoluzione dei problemi, decisioni, comunicazione efficace. Queste
abilità offrono strumenti che permettano ai giovani di diventare protagonisti
delle proprie scelte al fine di correggere
le cattive abitudini o comportamenti a
rischio di salute.
Sono la Ca’ Foscari
e l’Università di
Salerno gli atenei più
«attivi» nella ricerca
L’università «generalista» più attiva
nella ricerca in Italia è la Ca’ Foscari
di Venezia, mentre a fondo classifica si
incontrano Lecce, Campobasso e Catania: anche nel Mezzogiorno, però, non
mancano gli atenei molto “produttivi”,
tra i quali primeggia Salerno, mentre
tra i politecnici Bari supera di un soffio
quello di Torino. E’ questo - secondo
Gianni Trovati sul Sole 24Ore - il quadro che emerge dai dati definitivi della
nuova «VQR», la valutazione periodica
sulla «qualità della ricerca», in base alla
quale l’Agenzia Nazionale di Valuta-
zione (l’Anvur) assegna i punteggi e il
ministero distribuisce la quota di fondi
statali assegnati alle università in base
ai risultati nella ricerca e nella didattica. I dati, che riguardano la valutazione
della ricerca nel periodo 2011-2014, si
riferiscono al numero di «prodotti di ricerca» (monografie, articoli, brevetti e
così via) inviati dagli atenei per la valutazione. Giusto per capire le dimensioni
dell’impresa: l’agenzia si aspettava intorno ai 102mila «prodotti» e ne ha ricevuti circa 96mila, cioè il 94%, con un
tasso adesione analogo a quello del primo ciclo: ora tocca ai 400 docenti e agli
11mila «revisori» passare al setaccio
i prodotti, in vista dei risultati che secondo il calendario ufficiale dovrebbero
arrivare a fine ottobre. Gli indicatori utilizzati - afferma Trovati - premiano gli
atenei piccoli e specializzati su settori
ad alta intensità di ricerca. È il caso, per
esempio, delle università milanesi legate a San Raffaele e Humanitas, o degli
istituti speciali come il Sant’Anna di
Pisa, l’Imt di Lucca o l’Istituto universitario di studi superiori di Pavia. Tutte
queste realtà hanno messo a disposizione dei valutatori il 100% dei prodotti attesi, il Politecnico di Bari si è fermato a
un soffio (99,6%) superando di pochissimo lo Iulm di Milano (99,4%) e Ca’
Foscari (99,3%). Tra le università più
grandi, il risultato più robusto è quello
di Milano Bicocca (98,3%), che stacca
la Statale (95,4%) e distanzia la Sapienza, in fondo alla graduatoria con un rapporto dell’86,4% fra prodotti ricevuti e
attesi.
L’ENI e il
Politecnico di Torino
rinnovano l’accordo
quadro per progetti
congiunti di ricerca e
formazione
Molte delle misure di politica energetica e ambientale dell’Unione Europea
sono finalizzate a un progressivo abbattimento delle emissioni di gas a effetto
serra, come ha dimostrato la ventunesima Conferenza sul clima COP21 giunta
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NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 29 • 15 MAGGIO 2016
al primo accordo universale sul clima,
firmato venerdì scorso a New York da
oltre 170 Paesi. E’ in questo contesto
sche è stata rinnovata la collaborazione fra Eni e Politecnico di Torino per
sviluppare il macrotema della crescita
sostenibile del settore energetico. L’applicazione di tecnologie sempre più “intelligenti” ed ecosostenibili per l’esplorazione e la produzione dei giacimenti e
la messa a punto di nuovi materiali, lo
studio di processi a supporto delle energie rinnovabili e il monitoraggio ambientale sono alcuni dei filoni di ricerca
che verranno condotti e che consentiranno di valutare e migliorare le performance dei processi aziendali e la loro
integrazione nei territori di intervento.
“Il Politecnico di Torino - ha commentato il rettore Marco Gilli dopo la firma
dell’accordo - si sta accreditando a livello internazionale come uno dei poli
di riferimento per la ricerca sui sistemi
energetici, come testimonia anche la
recente inaugurazione a Torino dell’Energy Center; è un ambito che richiede
sempre di più un approccio interdisciplinare e il pieno coinvolgimento dei
principali attori pubblici e privati del sistema socio-economico. La partnership
con Eni si fonda su un consolidato rapporto di collaborazione e si propone di
sviluppare un programma pluriennale di
formazione e ricerca, focalizzato sulle
applicazioni delle tecnologie più avanzate ai sistemi energetici, con il contributo sinergico e congiunto dei ricercatori dei due enti e l’attiva partecipazione
degli studenti. Da parte sua Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni,
ha sottolineato che “la storia di Eni è
fatta di ricerca e innovazione tecnologica per creare valore per il nostro futuro
ed è per questo che, anche nell’attuale
scenario petrolifero complesso, continuiamo ad investire in progetti di ricerca. La collaborazione con il Politecnico
di Torino si inquadra in un rapporto di
lungo termine che in questi anni ha portato ad importanti risultati. Eni continua
a collaborare con i migliori centri di
eccellenza italiani e stranieri e vuole, in
questo modo, dare un segnale concreto
ed un contributo al grande tema della
transizione energetica”.
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Costruita in Italia la
nuova “Sentinella”
europea della Terra
lanciata dalla base
europea di Kourou
E’ stato lanciato a fine aprile dalla
base europea di Kourou, nella Guyana
francese, il razzo vettore russo Sojuz
che ha portato nello spazio il “Sentinel
1B”, il satellite europeo di circa 2200
Kg di peso che osserverà la terra da
un’altezza di circa 700 chilometri. Ad
accompagnare “Sentinel” anche alcuni
mini-satelliti universitari, tra cui quello italiano - e-st@r II - costruito dagli
studenti del Dipartimento di Ingegneria
Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino. La nuova “sentinella”
europea della Terra è un satellite-radar
dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA),
progettato ed integrato in Italia da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Finmeccanica 33%). Fa parte
della famiglia Sentinel 1 del Programma di Osservazione della Terra Copernicus, coordinato dalla Commissione
Europea. Thales Alenia Space, come
primo contraente, è responsabile della
progettazione, sviluppo, integrazione e
test di questa costellazione orbitale, che
include anche il satellite Sentinel-1A,
lanciato nel 2014, e i Sentinel-1C e 1D,
che saranno messi in orbita in seguito, a
partire dal 2021. In orbita da due anni, il
SentineI 1A ha già trasmesso una grande mole di dati per il monitoraggio ambientale e la risposta alle calamità naturali. Sentinel 1B, lavorando “in coppia”
col primo, potrà localizzare più rapidamente le variazioni geo-climatiche
delle aree osservate. Fornirà agli utenti immagini continue, giorno e notte,
in tutte le condizioni meteorologiche.
Darà un contributo importante nel controllo di foreste, montagne, vulcani e
città, sull’inquinamento marino, e controllando i ghiacciai sull’articolo. I dati
saranno raccolti per l’Italia dal Centro
Spaziale di Matera, gestito da e-GEOS,
un società costituita da FinmeccanicaTelespazio (80%) e Agenzia Spaziale
Italiana (20%). Il successo del lancio
del Sojuz è stato salutato da un lungo
applauso anche dal Politecnico di Torino che ha inviato nello spazio l’e-St@r
II, un satellite che fa seguito al primo,
lanciato nel 2012. Il nuovo e-st@r-II è
stato costruito secondo gli standard dei
CubeSat, una classe di nano satelliti cubici delle dimensioni di 10 cm di lato
e una massa di circa un chilogrammo.
Queste caratteristiche permettono di ridurre molto i costi e i tempi di produzione, e di avvicinare anche le università allo sviluppo di satelliti come oggetti
di ricerca e approfondimento formativo
e tecnologico per gli studenti, ma le
ricadute di questi progetti di ricerca si
rivolgono a tutto il settore aerospaziale.
Futuro Remoto 2016:
bandito il concorso
organizzato dalla
Fondazione IdisCittà della Scienza e
dalle università della
Campania
“Futuro Remoto”, la più antica manifestazione europea di diffusione della
cultura scientifica, festeggia nel 2016 la
sua XXX edizione. Quest’anno l’evento
conclusivo si terrà dal 6 al 10 ottobre in
Piazza del Plebiscito, a Napoli. L’evento è organizzato dalla Fondazione IdisCittà della Scienza in collaborazione
con l’Università degli Studi di Napoli
Federico II, la Seconda Università di
Napoli, Università degli Studi L’Orientale e l’Università degli Studi di Napoli
Parthenope, in partnership con tutti i
principali centri di ricerca nazionali, le
scuole e le associazioni campane. I temi
centrali della manifestazione verteranno
sull’idea del “costruire” in senso lato.
Costruire con la ricerca per innovare il
mondo della ricerca stessa ma anche il
mondo della formazione e quello della
produzione. Costruire è anche stabilire
nuovi rapporti, ampliare le relazioni,
far nascere esperienze, connettere realtà
diverse e permettere scambi, cose che
sono, anch’esse, favorite dal progresso
delle scienze e delle tecnologie. Insomma, il “costruire” che si vuole rappresentare è il fare attivo dei quanti lavo-
SCIENZE E RICERCHE • N. 29 • 15 MAGGIO 2016 | NEWS
rano per un mondo nel quale tutti abbiano spazio per esprimersi e cercare la
dimensione più adatta al proprio benessere, un mondo migliore e più giusto.
Secondo il bando indetto dalla Fondazione Idis-Città della Scienza il concorso riguarda la progettazione e realizzazione di prodotti atti alla divulgazione
di ricerche in corso su temi scientifici di
attualità e che facciano riferimento alle
nuove possibilità nuove offerte da tali
ricerche sul piano dell’innovazione tecnologica e sociale. Il concorso è rivolto
agli studenti, ai dottorandi, agli assegnisti di ricerca e ai ricercatori universitari
di età non superiore ai 35 anni. È ammessa la partecipazione sia con prodotti
ideati e realizzati individualmente sia
con prodotti ideati e realizzati in cooperazione. In questo secondo caso, il lavoro deve essere presentato da un soggetto
capofila.
Il Movimento
5 Stelle sotto la
lente della Scuola
Normale di Pisa
Si chiama “Scalable Democracy”: è il
titolo del progetto, curato da Marco Deseriis, che si svolgerà presso l’Istituto di
Scienze Umane e Sociali della Scuola
Normale di Pisa nell’ambito delle borse Marie Curie (programma Horizon
2020 della Commissione Europea). Il
programma esamina la recente ascesa
in Europa di nuove forme di partecipazione politica in rete concentrandosi su
alcuni partiti politici - come Podemos in
Spagna, il Movimento 5 Stelle in Italia
e il Partito Pirata in Germania - che incoraggiano la partecipazione diretta dei
cittadini ai processi decisionali politici
attraverso l’uso delle tecnologie di rete.
In particolare, la ricerca analizza le affordance tecniche e gli usi sociali di una
nuova generazione di software decisionali adottati da questi partiti per promuovere una nuova idea di democrazia
basata sull’ibridazione di elementi propri della democrazia rappresentativa e
della democrazia diretta. Responsabile
scientifico del progetto è la prof.ssa Donatella Della Porta, preside dell’Istituto
di Scienze Umane e Sociali. Il finanziamento è 180.277 euro per una durata di
2 anni.
“Ping” e “Ok”.
Festeggiato al CNR
di Pisa il trentennale
di Internet
Dall’allora Cnuce del Consiglio
nazionale delle ricerche, il 30 aprile
del 1986, partì un semplice comandomessaggio: “Ping”. Da oltreoceano,
precisamente da Roaring Creak in
Pennsylvania, si rispose con un semplicissimo “Ok”. Così l’Italia si è collegata trent’anni fa ad Arpanet, la rete
statunitense antesignana di Internet. Il
collegamento avvenne a ‘ben’ 64KB tra
la sede del Cnuce-Cnr, in via Santa Maria a Pisa, e quella di Telespazio, nella
piana abruzzese del Fucino, rimbalzando attraverso il satellite Intelsat V, e da
lì a Roaring Creek. Quella connessione
stabilita con Arpanet, la prima in Italia, fu la quarta in Europa, dopo quelle
stabilite in Inghilterra, Norvegia e Germania. Un anno dopo, l’Italia registrerà
il primo dominio ufficiale con suffisso
.it: ‘cnuce.cnr.it’. Il trentennale è stato
festeggiato presso l’auditorium dell’Area della ricerca di Pisa del Cnr, con un
programma ricco di interventi e conclusi con gli interventi del presidente del
Consiglio, del ministro Giannini e del
presidente del Cnr Massimo Inguscio.
“Il Cnr è stato, è e resta un protagonista
indiscusso nel campo delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione”, ha affermato Inguscio. “Questo
evento non è una semplice commemorazione ma anzi ci lancia verso il futuro.
La stessa sinergia tra Cnr, Università e
mondo industriale che portò alla nascita della Cep (la Calcolatrice elettronica
pisana) e allo sviluppo dell’informatica
pisana che oggi ricordiamo promette di
essere vincente nelle nuove comunicazioni, che si baseranno sulle tecnologie
quantistiche. Una flagship sulle tecnologie quantistiche è stata appena approvata dalla Commissione europea e
l’Italia è pronta a ricoprire un ruolo da
protagonista”.
Ambiente: l’ENEA
propone un’Agenzia
nazionale per l’uso
efficiente delle
risorse
Dar vita a un’Agenzia per l’uso efficiente delle risorse, sull’esempio di
Paesi come Germania, Regno Unito,
Stati Uniti e Giappone, per promuovere la transizione verso un’economia
circolare, un modello virtuoso che
potrebbe creare oltre 500 mila nuovi
posti di lavoro a livello nazionale. La
proposta è stata lanciata in occasione
del convegno “L’Italia verso l’economia circolare. Gli strumenti operativi
per una gestione efficiente delle risorse”, organizzato dall’ENEA, al quale
hanno partecipato il sottosegretario del
Ministero dell’Ambiente, Silvia Velo,
il presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti,
il vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Raffaele Tiscar, la responsabile Ambiente
del Partito Democratico, Chiara Braga,
e rappresentanti della Commissione
europea e dell’UNEP (United Nations
Environment Programme). L’economia circolare può generare importanti
benefici per l’ambiente e il sistema produttivo, con particolare riferimento al
settore manifatturiero dove si possono
ottenere consistenti riduzioni dei costi
di produzione tenuto conto che le materie prime incidono fino al 60% del prezzo finale dei prodotti. La Commissione
europea stima che l’eco-progettazione,
la riduzione della produzione di rifiuti
e il loro riutilizzo, possono generare risparmi pari a 600 miliardi di euro per
le imprese (l’8% del fatturato annuo) e
ridurre le emissioni di gas serra di 450
milioni di tonnellatel’anno. E secondo
un recente studio, in Italia la piena implementazione dei principi dell’economia circolare lungo l’intera catena del
valore – che comprende progettazione,
produzione, uso e gestione del fine vita
dei prodotti – potrebbe creare 541 mila
nuovi posti di lavoro a fronte di soli 35
mila in uno scenario business as usual.
“La transizione verso un’economia
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circolare è fondamentale e la creazione di un’Agenzia per l’uso efficiente
delle risorse consentirebbe di rendere
disponibili,attraverso un approccio sistemico, tecnologie e metodologie per
una gestione eco-efficiente delle risorse e di fornire supporto diretto alla PA,
alle imprese, in particolare alle PMI, e
alle filiere produttive”, ha sottolineato
il presidente dell’ENEA, Federico Testa. “L’ENEA, con le sue strutture e
competenze di Agenzia nazionale per
l’energia, le nuove tecnologie e lo sviluppo economico sostenibile, potrebbe
svolgere con efficacia questo ruolo –
ha aggiunto Testa – Ciò garantirebbe
un’immediata operatività, grazie alla
disponibilità di professionalità consolidate, di una rete di collegamenti
nazionali e internazionali e delle infrastrutture logistiche e informatiche di
eccellenza dei nostri centri di ricerca”.
Sull’economia circolare Bruxelles sta
investendo molto, con un programma di
ricerca da 650 milioni di euro “Industria
2020 ed economia circolare” e il pacchetto di misure varato lo scorso dicembre che fissa nuovi target di riduzione
dei rifiuti al 2030 (riciclaggio del 65%
di rifiuti urbani e del 75% di imballaggi,
con un limite massimo di smaltimento
in discarica del 10%) e promuove il riuso, lo scambio dirisorse tra le industrie –
la cosiddetta simbiosi industriale – e gli
incentivi economici per prodotti verdi e
riciclabili.
L’Istituto Superiore
di Sanità studia
la ricaduta dei
nanomateriali sulla
sicurezza degli
alimenti e la salute
dei consumatori
I nanomateriali, cioè i materiali “ingegnerizzati” costituiti da particelle dalle dimensioni piccolissime, nell’ordine
di qualche milionesimo di millimetro,
trovano applicazione nei campi più disparati, dalla medicina ai cosmetici,
all’abbigliamento e in tutti gli ambiti produttivi, con il settore alimentare
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in prima fila. Qui in particolare, ne è
proposto l’impiego sia nella produzione agricola (ad esempio nei pesticidi o
nei mangimi), che negli alimenti stessi
(ad esempio negli additivi), come pure
nei materiali a contatto col cibo. Con la
pubblicazione del nuovo regolamento
sui novel food (UE 2015/2283), che entrerà in vigore dal primo gennaio 2018, i
nanomateriali ingegnerizzati sono esplicitamente contemplati nelle categorie di
ingredienti alimentari disciplinate. Ciò
richiederà una preventiva valutazione
sulla loro sicurezza da parte dell’EFSA,
l’Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare. Due aspetti sono meritevoli di attenzione: l’inclusione dei nanomateriali fra i novel food - cioè fra
gli ingredienti alimentari per i quali non
esiste al momento un consumo abituale
- e la necessità di metodi aggiornati per
valutare gli aspetti di sicurezza specificatamente legati alla dimensione nano,
ad esempio, un diverso assorbimento
da parte dell’organismo. E’ a partire da
questo contesto che si è svolto all’Istituto Superiore di Sanità nei giorni scorsi il
secondo Convegno Nazionale Nanotecnologie e Nanomateriali nel Settore Alimentare e loro Valutazione di Sicurezza. Da anni, infatti, il Dipartimento di
Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza
Alimentare dell’ISS è impegnato nella
valutazione delle ricadute dell’impiego
di nanomateriali sulla sicurezza degli
alimenti e la salute dei consumatori:
dalla partecipazione all’attività di sviluppo di metodi analitici promossa dalla
Commissione Europea, alla valutazione
del rischio in sede EFSA (NanoNet-
work), ai progetti di nanotossicologia
europei (Nanogenotox, NANoREG) e
nazionali. I nanomateriali traggono dalle loro dimensioni estremamente ridotte
proprietà fisiche importanti - talvolta
uniche - che possono essere trasmesse
al materiale a cui vengono applicati (ad
esempio la rigidità, l’elasticità, la fluorescenza e così via).
Energia: dai
laboratori ENEA un
cavo superconduttore
da record
Prestazioni da record del nuovo cavo
superconduttore progettato dall’ENEA
per DEMO, il reattore che – una volta
dimostrata fattibilità e convenienza della fusione nucleare – produrrà energia
elettrica. La geometria rettangolare del
nuovo cavo superconduttore consente
di distribuire gli enormi carichi elettromagnetici in modo da evitare il fenomeno della “degradazione” delle prestazioni. Il test sulle caratteristiche elettromagnetiche del superconduttore è stato
effettuato in Svizzera nei laboratori
dello Swiss Plasma Center (SPC), che
ha anche collaborato alla manifattura di
una parte del campione, al trattamento
termico e all’installazione della strumentazione. “Con questo test – spiega
Antonio della Corte, ENEA Superconductivity Group Leader - abbiamo dimostrato di poter progettare in maniera
affidabile cavi superconduttori di alta
potenza con le caratteristiche ‘estreme’
richieste da progetti come DEMO”.
ISSN 2283-5873
Scienze e Ricerche News
Rivista bimensile
supplemento al n. 29 di Scienze e Ricerche, 15 febbraio 2016
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