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ATTUALITÀ: Condannate le infermiere che hanno prestato soccorso a Giorgio Ravelli

Si è chiuso il processo sulla morte di Giorgio Ravelli, 27enne ricoverato in psichiatria all’ospedale di Esine e deceduto per un arresto respiratorio, le infermiere di turno sono state condannate a otto mesi con la pena sospesa per omicidio colposo. Le due infermiere, 52 e 60 anni entrambe residenti in Valle Camonica, sono state accusate dal giudice di aver violato le funzioni a loro riconosciute che non

consentono agli infermieri di prescrivere terapie ai pazienti.

Il medico che aveva in cura il paziente deceduto il 21 novembre 2008 era stato assolto in primo grado.

Durante una crisi avuta a seguito di un intossicazione di un potente antidolorifico trovabile sul mercato, le due infermiere hanno sottoposto il 27enne ad ossigenoterapia, invece che avvisare il medico dell’emergenza medica in atto. E prescrivendo di fatto quello che in Italia viene considerato ancora un farmaco.

TRASMISSIONE VIRUS: Dj Red Ronnie parla di scienza, il

Dott.

Roberto Burioni:"Intollerabile"

Roberto Burioni, Medico e docente di virologia e microbiologia è stato, ieri sera, ospite di Virus per parlare di un tema che ultimamente sta diventando sempre più scottante: Le vaccinazioni.

Come sapete noi siamo a favore delle vaccinazioni e nel leggere il post del Dott. Roberto Burioni abbiamo deciso di abbracciare la sua causa, tentando di dare visibilità a quanto scritto sulla sua pagina ufficiale.

Ieri sera in trasmissione, c’è stato un esempio ulteriore di disinformazione pubblica. Quelli di Virus hanno preso delle decisioni televisive al quanto discutibili quando hanno preferito allungare l’intervento di DJ Red Ronnie (per chi non lo conoscerà, è un DJ un pò datato, attualmente conduttore televisivo) rispetto a far parlare un docente di Virologia e Microbiologia. Quello che ne è uscito, ovviamente, è spaventoso. Dopo aver parlato di decine di argomenti diversi ma uniti da un filo logico inesistente, e senza mai capire dove volesse andare a parare, simile ad una macchina lanciata a tutta la velocità che si scontra in ogni dove, conclude il suo viaggio letale, almeno per noi, con un piacevole

“prevenisce”.

Increduli, ci si ritrova ancora una volta a criticare questi talk show, che non sanno, a quanto pare, cosa significhi fare informazione. Vi riportiamo il post di Roberto Burioni:

Ieri sera, come alcuni di voi hanno potuto vedere, sono stato invitato alla trasmissione “Virus” di Rai2, che parlava di vaccini. La mia voce doveva essere quella dell’esperto che doveva riportare quella che è la verità scientifica. In realtà la trasmissione ha preso una piega davvero pessima.

Uno degli ospiti era il padre di un bambino autistico, un imprenditore, che ha affermato che l’autismo di suo figlio dipende dai vaccini. Pur rispettando il dolore di questo genitore, quello che ha detto è semplicemente falso. La parola è quindi passata, per lungo tempo, ad un DJ in lieve disuso, Red Ronnie. Costui si è prodotto in uno sproloquio

senza senso, mescolando vaccini, terapia Stamina, morti bianche (?), l’inefficacia del vaccino contro il vaiolo (qualcuno gli ha detto che grazie al vaccino il vaiolo è sparito?), pericolosità del mercurio (che non c’è più nei vaccini) e concludendo con l’affermazione che uno stile di vita sano, insieme all’allattamento materno, PREVENISCE (sic) le malattie. A chiudere è arrivata Eleonora Brigliadori, della quale nulla dico riportando semplicemente un suo recente commento alla morte di una giovane attrice causata da un cancro al seno che illustra sufficientemente il personaggio. Io ho fatto quello che potevo: ma mi è stato concesso un tempo minimo e infine le mie affermazioni (vere) si sono trovate sullo stesso piano di quelle di questi tre signori, tutte false. Insomma, io che studio i vaccini da una vita ho avuto molto meno spazio di tre personaggi che – credetemi – non sanno né cosa sia un virus, né cosa sia un vaccino. Io penso che questo non debba essere tollerato in generale, ed ancora meno debba essere tollerato in una televisione pubblica, che viene sostenuta dalle nostre tasse e dal canone. Non ritengo che si possano impunemente e volontariamente diffondere notizie non solo false, ma anche pericolose, in quanto potrebbero indurre nei genitori un comportamento che può mettere a rischio grave i figli loro e degli altri. Non ritengo che tutte le tesi e le opinioni debbano avere ospitalità. In un dibattito sull’immigrazione non penso che chi sostiene che i neri siano meno intelligenti debba avere spazio; parimenti se si parla di pari opportunità non considero appropriato fare parlare chi pensa che le donne siano esseri inferiori che si possono picchiare a piacere.

Allo stesso modo chi dice che i vaccini provocano l’autismo, bugia di un medico truffatore, non può avere voce in capitolo nell’informazione. La televisione pubblica inglese, quella alla quale si ispirano i nostri politici, già da molto tempo ha stabilito che su alcuni argomenti non è consentito dare uguale spazio alla verità scientifica e a tesi che non hanno alcun fondamento. Ritengo che il presidente del consiglio Matteo Renzi ed il Direttore della RAI Antonio Campo Dell’Orto nel momento in cui chiedono agli italiani di pagare il canone non possano consentire che questi soldi vengano utilizzati per la diffusione di notizie non solo false, ma anche pericolose. E mi chiedo come il ministro della salute,

Beatrice Lorenzin, possa permettere che, mentre da un lato lei spende dei denari pubblici per migliorare la salute degli italiani promuovendo la prevenzione, dall’altro consente che con gli stessi soldi pubblici si diffondano notizie false che porteranno i genitori a fare scelte che metteranno a rischio la salute dei cittadini. Noi paghiamo le tasse e sappiamo di doverlo fare perché, tra le altre cose, i soldi che paghiamo vengono usati per tenere in ordine le strade e renderle più sicure. Ieri sera abbiamo visto dei signori che, con i nostri soldi, hanno comprato dell’olio e lo hanno versato in una curva pericolosa. Questo non possiamo tollerarlo. Contro questo dobbiamo gridare forte, e alzare la voce

INFERMIERI SEMPRE IN CAMPO: Ultime ore di attesa per la campagna nazionale firmata Cives

Sono le ultime ore di attesa per la Campagna Nazionale CIVES: Infermieri sempre in campo. Un lavoro costante nelle ultime settimane che ha impegnato molti nuclei e il Direttivo Nazionale CIVES per l’adempimento di questo progetto.

Un progetto che si allinea con la nostra idea di cultura sanitaria e di volontariato attivo da parte degli infermieri.

Che non solo possono fare del bene al prossimo, insegnando metodiche elementari che però possono risultare decisamente utili, ma addirittura portano lustro a quella che è la nostra professione.

Claudio Quarta, T e s o r i e r e Nazionale CIVES Saranno 21 le piazze interessate e vanno da Varese a Catania.

In tutta Italia vedremo i colori delle divise CIVES accompagnati dalle maglie ufficiali fatte per l’occasione.

Inoltre sul sito cives.org

è possibile trovare una galleria che raccoglierà tutte le foto inviate dalle piazze ed un countdown che ci ricorda quanto tempo manca all’inizio della manifestazione.

Dice anche la sua Fabrizio Curcio, Capo del Dipartimento della Protezione Civile, che appoggiando questa campagna dichiara: “La decisione di Cives di investire su “Salute e cittadini… In Emergenza e non… Infermieri sempre in campo!”, progetto nazionale di informazione ed educazione verso i cittadini, va proprio nella direzione che il Dipartimento, con forza, sta cercando di imprimere a tutte le attività del sistema di protezione civile: diffondere una matura cultura della prevenzione, a tutto tondo. Per questo sono convinto che le attività che Cives proporrà nelle piazze potranno, in futuro, svilupparsi e integrarsi in modo sempre più sinergico con quanto, quotidianamente, promuove il Dipartimento.” Cives però punta anche sui più piccoli avendo creato per l’occasione “Il mio kit d’emergenza” e si tratta di un

percorso ragionato di quali presidi ed elementi sono utili in caso di emergenza sanitaria e calamità.

Il kit consiste in una scatola/sacchetto con all’interno tanti cartoncini su cui saranno disegnati, pescandoli da tre diversi contenitori: “il sapere” rappresentato da schede con cui giocare, su c u i s o n o p r e s e n t i i p r e s i d i ( c e r o t t i , g a r z e , disinfettante, termometro e così via); “il saper fare” schede su cui sono presenti i numeri utili, e chi chiamo in caso di necessità; “la conoscenza” , attraverso un ragionamento si attiva nel bambino , la consapevolezza dell’importanza che riveste l’autotutela nel sistema di Soccorso Sanitario e della Protezione Civile .

Infine è bene ricordare che presso il Castello Svevo di Barletta, intorno alle 16,30 si raccoglieranno i volontari e le scolaresche e interverrà la presidente della Federazione nazionale degli infermieri, Barbara Mangiacavalli.

COMUNICATO STAMPA CIVES: Attesa per domani la campagna nazionale "Infermieri sempre in campo"

13/05/2016 – Infermieri sempre in campo: p a r t o n o l a c a m p a g n a n a z i o n a l e d i educazione e prevenzione “Salute e c i t t a d i n i … I n E m e r g e n z a e n o n … Infermieri sempre in campo!” e il progetto “il mio kit di emergenza” dedicato ai bambini

Infermieri sempre in campo: grazie a un’iniziativa di Cives Onlus (Coordinamento infermieri volontari in emergenza sanitaria Onlus), organizzazione di rilievo nazionale della Protezione Civile, i professionisti infermieri spiegheranno ed educheranno i cittadini ai corretti stili di vita, soprattutto nella prevenzione : tema per il 2016 l’ ipertensione arteriosa e le malattie cardiovascolari.

Cives ha deciso di dare vita a una campagna nazionale che prende il via sabato 14 maggio con una serie di manifestazioni organizzate in 21 piazze da Varese a Catania. Al Castello Svevo di Barletta, intorno alle 16,30 si raccoglieranno volontari e scolaresche e interverrà la presidente della Federazione nazionale degli infermieri, Barbara Mangiacavalli.

Obiettivo è promuovere la salute dei cittadini, sviluppando i temi utili a prevenire danni e malattie e promuovere il benessere della società.

Secondo una indagine Censis, l’infermiere è visto dalla comunità come la figura che rasserena e supporta la persona nel bisogno di cure.

E con la frase che dà vita alla intera campagna “infermieri sempre in campo!”, si evidenzia proprio come l’infermiere può assistere qualificatamente, educare alla salute, e/o garantire l’intervento di soccorso dopo una calamità, per far comprendere cosa sia oggi l’infermiere e quale supporto possa fornire al cittadino.

“La decisione di Cives – ha commentato il Capo del

Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio – di investire su “Salute e cittadini… In Emergenza e non… Infermieri sempre in campo!”, progetto nazionale di informazione ed educazione verso i cittadini, va proprio nella direzione che il Dipartimento, con forza, sta cercando di imprimere a tutte le attività del sistema di protezione civile: diffondere una matura cultura della prevenzione, a tutto tondo. Per questo sono convinto che le attività che Cives proporrà nelle piazze potranno, in futuro, svilupparsi e integrarsi in modo sempre più sinergico con quanto, quotidianamente, promuove il Dipartimento.” Strumenti della campagna saranno anche una brochure in cui si spiega il perché della scelta e un opuscolo, una piccola guida al miglioramento dello stile di vita, per ridurre l’incidenza della malattia. Conservarlo e consultarlo di tanto in tanto, aiuterà il cittadino e la comunità, a soddisfare il bisogno primario di salute.

Ma l’impegno Cives non si ferma qui. Gli infermieri volontari, infatti, hanno messo a punto un kit per la Protezione Civile dedicato ai bambini, che potrà essere inserito nel materiale didattico dei campi scuola estivi che organizza il Dipartimento ogni anno. Si chiama “Il mio kit d’emergenza” e si tratta di un percorso ragionato di quali presidi ed elementi sono utili in caso di emergenza sanitaria e calamità.

Il kit consiste in una scatola/sacchetto con all’interno tanti cartoncini su cui saranno disegnati, pescandoli da tre diversi contenitori: “il sapere” rappresentato da schede con cui giocare, su c u i s o n o p r e s e n t i i p r e s i d i ( c e r o t t i , g a r z e , disinfettante, termometro e così via); “il saper fare” schede su cui sono presenti i numeri utili, e chi chiamo in caso di necessità; “la conoscenza” , attraverso un ragionamento si attiva nel bambino , la consapevolezza dell’importanza che riveste l’autotutela nel sistema di Soccorso Sanitario e della Protezione Civile .

Con questo strumento Cives Onlus vuole rivolgersi ai bambini e ai ragazzi per arrivare anche alle famiglie, trasferendo nelle

case il messaggio di autotutela per l’emergenza. Alla fine oltre ai gadget della campagna, al bambino verrà anche rilasciato un diploma per attestare il suo impegno.

Vai sul sito ufficiale LINK

Giornata Internazionale dell'Infermiere: Una professione e i suoi alti e bassi...

Oggi é la Giornata Internazionale degli Infermieri, un giorno di unione per tutti gli infermieri del mondo che credono nella propria professione. Un giorno in cui mediaticamente veniamo considerati, e dunque un giorno in cui le nostre riflessioni devono essere portate direttamente in campo, nelle piazze e nei telegiornali.

La professione infermieristica ha una storia molto combattuta, tenuta in vita da ordini monastici, e (stando alle storie sulla professione, meno ufficiali) per una fase, anche da prostitute. Una professione che però nasce ufficialmente dalla mente di una donna, che porta scienza ed evidenze nel processo di assistenza e che infine fa due grandi doni: un nome ed un identità. Quella donna si chiama Florence Nightingale e la sua storia inizia in Crimea. Sul campo di battaglia riesce a dimostrare quanto sia essenziale “prendere in cura il paziente” e non semplicemente “curarlo”.

Grazie ad alcune modifiche organizzative, basate su dati epidemiologici, riesce a ridurre la mortalità, tanto da divenire un istituzione nel campo dell’infermieristica

bellica. Dai suoi studi, nasce la figura infermieristica, una delle professioni più importanti del mondo.

Ogni giorno migliaia di infermieri prestano assistenza con professionalità e passione, garantendo una processo assistenziale impeccabile, addendo insostituibile per un risultato positivo. E laddove la salute di qualcuno ha inesorabilmente danneggiato il proprio essere, l’infermiere è li. Non abbandona mai il paziente. Si sostituisce in prima persona a tutte le limitazioni causate dalla malattia e presta assistenza tecnico-professionale.

Una professione di cui esserne sicuramente fieri di farne parte, ma che oltre alle gioie ci da molti dolori.

In Italia l’infermiere viene ancora visto come portaborsa del medico ma quali sono le cause?

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Una prima causa è da attribuire a noi stessi, cosi stretti e fedeli a quel mansionario e all’essere manovalanza del medico. Persone che su Facebook combattono per la professione, ma che di persona sono agnellini dati in pasto ad un branco di medici.

I Media. Nessuno parla del turno di 12 ore in cui abbiamo salvato la vita e garantita la sopravvivenza dei nostri pazienti. Combattendo contro turni senza diritto di riposo ed infermieri portati allo stremo da politiche aziendali che speculano sulla salute dei propri dipendenti e dei pazienti. Una notizia però mandata in onda da un programma diretto da una giornalista ignorante ed un Cecchi Paone che da sfogo alle sue più intime deficienze, riesce a fare scoop.

Gli Ordini Professionali che proteggono il proprio potere. Un esempio lampante è quanto accaduto a Bologna, dove infermieri che seguivano protocolli infermieristici redatti in collaborazione con più associazioni mediche di emergenza/urgenza e che promettevano di prestare un soccorso specializzato riducendo le tempistiche e

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aumentando le possibilità di sopravvivenza del paziente, sono stati denunciati per abuso di professione. Una guerra fratricida che ci ha costretti a tensioni sociali e lavorative solo a causa di signorotti politicanti che hanno anche dimenticato l’essere medico.

Tafferugli di professione. La nostra professione si affaccia in un mondo politico sempre più vicino alla vetta nazionale e questo sembra far uscire da ognuno dei concorrenti un sentimento guerrigliero nei confronti dei propri colleghi. Sindacati, Collegi e Giornali online infermieristici tutti contro tutti. Una sfida senza pietà che mira a danneggiare l’immagine dell’altro.

La mancanza di lavoro. Avrei voluto almeno oggi non tirare in mezzo un argomento cosi spinoso, ma diciamocela tutta, un infermiere può sentirsi s o d d i s f a t t o s o l o s e p u ò e s p r i m e r e l a p r o p r i a professionalità. Questa situazione ci ha portato a dover accettare lavori deprofessionalizzanti e di farci calpestare dai pescecani che in Italia ci spolpano con voracità. Accettiamo tirocini, finti part-time o finte libere professioni, sperando che anche noi, un giorno, potremmo entrare nel SSN accompagnati dalla solita frase: “almeno lo stipendio è sicuro”.

Non siamo tutto questo, o in teoria non è parte della nostra identità. Siamo professionisti, ogni giorno ci prendiamo cura dei vostri cari ed amici. Li guidiamo in un percorso pieno di ostacoli, mostrando la via migliore per affrontare le prove che la malattia gli pone giornalmente.

Auguri a tutti gli Infermieri da parte di TheNursingPost

CAMPAGNA NAZIONALE CIVES: Infermieri sempre in "campo" il 14 Maggio

Per il 14 maggio 2016 CIVES ha deciso di dare vita ad una campagna nazionale che promuova la salute dei cittadini, sviluppando quei temi utili a prevenire danni e malattie e a promuovere il benessere della società.

Secondo una indagine del CENSIS, l’infermiere è visto dalla comunità come quella figura che rasserena e che supporta la persona nel suo bisogno di cure. Ma all’infermiere è deputato anche un compito molto importante: agire sulla prevenzione per il benessere della persona.La campagna vede impegnati insieme anche la Federazione Nazionale Collegi IPASVI e l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica ENPAPI. Insieme a CIVES, i tre dei principali attori, rappresentanti della nostra professione che insieme vogliono iniziare un nuovo percorso di collaborazione per far conoscere l’infermiere al di fuori dei luoghi canonici dove viene esercitata la professione.Con la frase che dà vita alla intera campagna “infermieri sempre in campo!”, si vuole per l’appunto evidenziare come l’infermiere può assistere qualificatamente, educare alla salute, e/o garantire l’intervento di soccorso dopo una calamità, per far comprendere cosa sia diventato oggi l’infermiere e quale supporto sia in grado di fornire al cittadino.Gli infermieri scendono dunque in campo, in tutto il territorio nazionale, attraverso l’opera degli volontari CIVES, per favorire uno stile di vita sano utile alla prevenzione di malattie, al fine di ridurre l’incidenza d i i p e r t e n s i o n e a r t e r i o s a e m a l a t t i e cardiovascolari.L’opuscolo qui allegato vuole essere una piccola guida al miglioramento dello stile di vita, al fine di ridurre, l’incidenza della malattia. Conservarlo e consultarlo di tanto in tanto, aiuterà il singolo cittadino e la comunità intera, a soddisfare il bisogno primario di salute.

Per info cliccla il link QUI

"GARA DEGLI AGHI" TRA MEDICI ED INFERMIERI: Notizie spazzatura sulle testate giornalistiche principali...

Interessante la vicenda che è venuta a galla giorni fa, riguardo “la gara degli aghi”, svolta in un Pronto Soccorso di Vicenza, tra medici ed infermieri. Il tutto documentato tramite un gruppo Whatsapp.

La storia era venuta a galla dopo la segnalazione di uno dei colleghi, facente parte del gruppo Whatsapp “Amici di Maria” che, spaventato dalle possibili ripercussioni, aveva deciso di denunciare il tutto.

Dopo gli articoli sui principali giornali “ Una sfida folle sulla pelle dei pazienti “, “ Vicenza, macabra

gara

tra medici a spese dei pazienti ” (e decine di altri titoli fuorvianti) adesso il web ritratta. Le affermazioni di primari, dirigenti e sindacalisti hanno frenato la frenesia dello scoop, ed adesso le testate sembrano ritrattare quanto scritto. Sembra infatti che la vicenda, che è venuta a galla solo ora, in realtà si riferisce a dei fatti accaduti mesi fa, precisamente nel dicembre del 2015.

La vicenda però, ha fatto emergere una qualche mossa politica o di strumentalizzazione dell’accaduto, dato che quando convocati dalla direzione dell’ ASL, le ammissioni dei fatti da parte di alcuni partecipanti, non riportano fedelmente il contenuto delle vere dichiarazioni che in tale sede sono state rese.

Gli infermieri, che in quell’occasione hanno registrato e trascritto quanto detto dal primario, in realtà, hanno dichiarato che nel gruppo si scherzava sulle abilità dei medici di reperire gli accessi venosi, messa a confronto con quella degli infermieri.

Quello che però non fu detto, è che nonostante quanto scritto sui giornali, le cannule inserite erano necessarie, in quanto al paziente ammesso in PS è “consuetudine” prestagli soccorso ( a n c h e f a r m a c o l o g i c o ) e s e n z a u n a c a n n u l a , q u e s t a “consuetudine” diventa pratica impossibile. Inoltre nessun paziente si è lamentato o ha protestato riguardo ad un possibile posizionamento di accessi venosi non necessari o di calibro troppo grande. Il tutto era finito con un assoluzione da parte di tutti gli operatori facenti parte del gruppo, eccetto due operatori, gli unici in servizio. Quest’ultimi sono stati accusati, però, non di “aver giocato sulla pelle dei pazienti” (come taluni giornali hanno millantato) ma di uso improprio del cellulare in servizio, pena pagata con un ammonimento scritto.

Tutto questo, però, non vi è stato raccontato dai giornali che vogliono vedere solo il lato scandalistico della vicenda.

Perché, in Italia, vende molto di più una notizia dove il titolo principale è “MALASANITÀ” rispetto ad una notizia che riporta il vero.

Nessuno scandalo, nessuna malasanità, nessun divertimento nel far soffrire i pazienti, niente di niente, solo una valanga di notizie spazzatura che vi hanno subdolamente imposto di leggere e condividere.

BLSiaDi: 14 Maggio a Siena, 400 ragazzi di medie ed elementari uniti per la vita!

C o n o s c e r e l ’ R C P è e s s e n z i a l e , m a s p e s s o l ’ u s o d e l defibrillatore può essere il fattore che ti permette di salvare una vita. Associazioni di Categoria, Collegi e Federazione da anni lavorano per diffondere la conoscenza di manovre salvavita e del corretto uso del defibrillatore semi automatico. Un lavoro che non si ferma ai soli professionisti sanitari, ma che interessa tutti i cittadini. E’ noto che i momenti più importanti per garantire la sopravvivenza sono spesso i primi istanti. Questo aiuto, più corretto definirlo “supporto alla vita”, deve essere dato da chiunque si trovi sul luogo dell’evento (si è obbligati per legge).

A v e r e , d u n q u e , l e g i u s t e c o n o s c e n z e p e r u s a r e i l Defibrillatore e mettere in atto una corretta RCP è divenuto ormai ESSENZIALE. In questo. però, ci aiutano Associazioni quali Siena Cuore, attiva nel campo della diffusione delle conoscenze per l’uso corretto del defibrillatore. ( Sito UFFICIALE ) Juri Gorelli, Presidente

d e l l A s s o c i a z i o n e e d Infermiere Coordinatore presso Le Scotte di Siena.

Siena Cuore è ideatrice e promotrice di una giornata, che si terrà il 14 maggio, dal nome BLSiaDi a Siena che vedranno coinvolte le 4 scuole che hanno partecipato ai corsi tenuti dai soci volontari. Quasi 400 ragazzi, precisamene 387 ragazzi delle scuole medie ed elementari, parteciperanno a questo interessante evento che promuove l’uso del defibrillatore semiautomatico.

Un lavoro, fatto con dedizione e continuità, che ha portato a avvicinare i ragazzi senesi di medie ed elementari all’importante tema della Rianimazione.

Orgogliosi di questo genere di attività, auguriamo un buon lavoro a Siena Cuore.

La Federazione IPASVI si unisce alla prima giornata nazionale sulla salute della donna

22/04/2016 – “Viviamo più degli uomini, ma invecchiamo peggio”: lo sottolinea il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha voluto questa giornata anche allo scopo di individuare misure concrete a favore delle donne. LO STREAMING DELL’EVENTO

“Attraverso la salute della donna passa la salute dell’intera società. È lei la caregiver della famiglia, la prima attrice nella salute dei figli. Vive più degli uomini, ma invecchia anche peggio, proprio per il carico che ha assunto negli anni.

Per questo la sua salute merita un’attenzione particolare”.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin presenta in questo modo la sua iniziativa che si celebra oggi in tutta Italia con varie manifestazioni, che hanno lo scopo di individuare, anche, misure concrete a favore delle donne: al termine dei lavori che si svolgeranno in questa giornata, verrà prodotto un documento di sintesi con 5 proposte operative, le quali costituiranno un Manifesto di 50 azioni dedicato alla salute della donna, da mettere in campo nei prossimi anni per la tutela della salute femminile.

SEGUI QUI LO STREAMING DELL’EVENTO

“Le donne sono sempre di più anche un soggetto di cura – ha detto Lorenzin – la nostra aspettativa di vita è aumentata arrivando a 84,7 anni, ma sempre più gli ultimi sono più duri da vivere a causa del logoramento e del fatto che spesso ci si trascura. Ecco che per sensibilizzare e informare la popolazione sul tema della salute della donna, celebriamo la Giornata della salute della donna il giorno della nascita di Rita Levi Montalcini”.

Queste iniziative sono in realtà già state avviate nei giorni scorsi: in modo innovativo, per accogliere il contributo di tutte e tutti, attraverso i social sono stati lanciati una serie di hashtag che permetteranno di portare al centro dell’attenzione quella salute della donna da cui passa, come dice Lorenzin, la salute di tutta la società.

Vediamo allora le iniziative della giornata in dettaglio:

#SD16 è l’Hashtag ufficiale della giornata Ci saranno poi 10 tavoli tematici, contrassegnati da specifici Hashtag: Sessualità, fertilità e salute materna: #sessualità #fertilità #mamme Violenza, diritto alla salute negato, donne migranti: #violenze #migranti A l i m e n t a z i o n e e f a s i d i v i t a d e l l a d o n n a : #alimentazione #lifetime Prevenzione dei tumori femminili e screening: #tumori Salute mentale della donna, disturbi del comportamento alimentare e dipendenze: #mentalhealth #dipendenze #disturbialimentari Cosmesi, medicina estetica inclusa la protesica: #cosmesi #medicinaestetica Donna, lavoro e salute: #lavoro M e d i c i n a d i g e n e r e e r i c e r c a p e r l e d o n n e : #medicinadigenere #ricerca Healthy ageing al femminile #healthyageing Comunicazione alle donne, per sé e come “health driver” familiare: #comunicazione Ognuno potrà offrire il proprio contributo a qualsiasi di

questi tavoli dedicati, composti da 12 esperti provenienti da associazioni di settore, esperti e professionisti del Ssn, professionisti del mondo dei media, associazioni di cittadini.

Il ministero della Salute ha poi attivato un nuovo portale tematico www.giornatasalutedonna.it

, dove è possibile seguire l’evento in streaming e che offre un’ampia panoramica su tutte le iniziative nel portale è attivo lo Sportello Salute Donna, che permette la consultazione diretta degli esperti dell’Università La Sapienza di Roma e dei medici della Società italiana Ginecologia e Ostetricia (Sigo), per consigli e indicazioni su procreazione, fertilità, gravidanza, menopausa, patologie della terza età nel portale è attivo il Calendario della Salute della D o n n a , c h e m e t t e i n o r d i n e e r e n d e a g i l m e n t e consultabili, per fasce di età, informazioni su visite ed esami, vaccinazioni, screening E ancora: dal 22 al 28 aprile saranno offerti gratuitamente a tutte le donne visite, consulti, esami strumentali, oltre a 300 eventi informativi e molte altre attività negli ospedali Bollini Rosa. La rete degli Ospedali Bollini Rosa è costituita da 248 ospedali in tutta Italia: il sito www.bollinirosa.it rende disponibile l’elenco dei servizi offerti gratuitamente dagli ospedali aderenti e le modalità di prenotazione le aree specialistiche coinvolte nell’(H)Open Week sono: diabetologia, dietologia e nutrizione, endocrinologia, ginecologia e ostetricia, malattie cardiovascolari, malattie metaboliche dell’osso, neurologia, oncologia, reumatologia, senologia e sostegno alle donne vittime di

violenza.

Per saperne di più: www.giornatasalutedonna.i

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POLITICA: Lorenzin-Cantone, via task force anticorruzione in Sanità

ROMA – Partiranno a settembre i primi controlli delle Task force anticorruzione in sanità. Lo hanno annunciato oggi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, dopo la firma del protocollo che istituisce appunto Task force che avranno il compito di effettuare i controlli presso le aziende sanitarie sulla corretta applicazione del Piano Nazionale Anticorruzione – sezione sanità, recentemente approvato. Si da’ così “attuazione – ha detto Lorenzin – alla parte relativa ai controlli, perché il rischio è che le norme non abbiano applicazione nei territori.

La task force, composta da Carabinieri dei Nas e ispettori del Ministero e dell’Anac, ha proprio l’obiettivo di verificare che i protocolli anticorruzione siano applicati”. Questa, ha precisato, “non vuole essere una fase repressiva ma di prevenzione. Dobbiamo cioè cambiare l’approccio culturale perché a volte non c’è neppure consapevolezza che non si stiano rispettando le regole o che ci siano comportamenti lesivi”.

Dagli appalti alle liste di attesa – ha sottolineato il ministro – speriamo di arrivare a dare una uniformità al livello di controllo e prevenzione”. Il protocollo tra Ministero e Anac prevede dunque attività di collaborazione per la “verifica, controllo e valutazione anche sul campo, avvalendosi dell’Agenzia Nazionale per Servizi Sanitari Regionali (Agenas)”, dell’attuazione dei piani di prevenzione della corruzione.

Presso l’Anac, “senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”, sarà istituito un registro del personale ispettivo con i requisiti richiesti. Nasce anche il gruppo del Nucleo Operativo di Coordinamento (Nuoc) che sarà composto da tre rappresentanti del ministero della Salute, di Anac e Agenas, e svolgerà funzioni di supporto per le attività ispettive. Il protocollo avrà la durata di 36 mesi ma un primo bilancio dei risultati ottenuti, ha sottolineato Cantone, si avrà entro la fine dell’anno.

Fonte: Ansa Salute e Benessere LINK

Università di Bari incontra i Collegi IPASVI di Lecce, Brindisi e Taranto

COMUNICATO IPASVI LECCE I Collegi IPASVI di Brindisi, Lecce e Taranto hanno incontrato il Rettore dell’Università degli Studi di Bari il prof.

Antonio Felice Uricchio per continuare il lavoro della Consulta con gli Ordini Professionali.

I partecipanti all’incontro hanno analizzato le proposte formative avanzate dagli Ordini Professionali già inviate on line attraverso un questionario conoscitivo, a codesta Università, per manifestare le proprie esigenze formative.

L’intento del Magnifico Rettore è di mettere in campo nuovi progetti di formazione post base, possibilmente decentrandoli sul territorio, con la collaborazione degli Ordini Professionali.

LE IENE: Lavoro nero su Ambulanze 118, gli Infermieri

le prime vittime

Domenica 10 aprile 2016, in onda su Italia Uno su Le Iene, è stato mandato in onda un servizio dedicato ad un’anomalia di molti “impiegati” del 118, che anzichè essere pagati dal servizio pubblico, vengono retribuiti in nero. In particolare, a Le Iene, Pecoraro intervista diversi finti volontari che devono accettare dei turni massacranti, non hanno versata alcuna retribuzione fiscale, in caso di malattia, di essere contagiati, non possono ricevere alcuna indennità e non hanno una vera copertura professionale. Il servizio delle iene si è occupato in un primo momento di una delle Onlus più grandi della periferia di Roma. Una complice è stata mandata sotto copertura per capire come avviene il “gioco” delle assunzioni dei finti volontari. Come riporta Gaetano Pecoraro, non solo vengono presi senza contratto di lavoro ma devono procurarsi anche la divisa di lavoro. Lo stesso accade quando manda la complice nelle altre Onlus che si occupano di questo.

Sottolineiamo che questo problema è valido un pò in tutta Italia. Prima che uscisse il servizio delle Iene eravamo in produzione di un articolo che denunciava lo stesso problema per la figura infermieristica. Qualche mese fa ci siamo presentati ad un “colloquio” con il Presidente ed il Vicepresidente di un Associazione ONLUS che gestisce il servizio 118 vedendoci offrire 48 euro a turno (scoprendo che addirittura altre associazioni ne trattengono una meta dando 25 euro a turno). Ciò che non ci quadrava era che la gestione di queste associazioni non era in mano a professionisti sanitari, ma di persone qualunque e senza alcun titolo che però operavano sulle ambulanze. Ci fu richiesto di seguire quanto detto da queste figure, anche se il team leader in teoria saremmo dovuti essere noi. Inoltre cosa che si vede anche nel servizio, ci promettevano 48 per turno, quesi soldi

legalmente valevano come “rimborso spese”. Quei 48 euro in realtà venivano dati dalle Asl alle Associazioni, creando da soldi pubblici un circolo di lavoro nero. E siamo sicuri che il Direttore Operativo del 118 ne era a conoscenza.

Sfortunatamente, l’articolo è ancora in produzione, ma vi garantisco che presto uscirà e parleremo anche nel Direttore del 118 in questione.

Per vedere o rivedere il servizio de Le Iene Clicca qui .

PROFESSIONE: Cecchi Paone e la completa ignoranza sulla figura infermieristica

Quando fu invitato a Tagadà su La7, Cecchi Paone, insieme alla conduttrice del programma, avevano ridicolizzato una professione con poche frasi, ma del tutto sconnesse ed attribuibili, probabilmente, a due ubriachi che parlano in un pub alla sesta pinta di birra (anche se quest’ultimi, avrebbero fatto, sicuramente, discorsi più sensati).

Dopo il caos messo in moto, con tanto di Mangiacavalli che ha partecipato allo stesso programma per sanare il sanabile, ecco che Cecchi Paone ci riprova, con tanto di news informativa in diretta riguardo la professione infermieristica. Strano, ma vero, di professione nel suo telegiornale, c’è veramente poco.

Addirittura cita un articolo del “Giuramento degli Infermieri” che quasi nessuno conosce e che si cita solo quando si parla della fondatrice della professione, ovvero dell’inglese

Florence Nightingale e risale alla fine del 800.

L’articolo ormai datato 120 anni (!!!!!) è il seguente:

“Aiuterò lealmente il medico nel suo lavoro e mi dedicherò al s e r v i z i o d i c o l o r o c h e m i v e r r a n n o a f f i d a t i p e r l’assistenza.”

Ma vorremmo dedicare qualche articolo del nostro ATTUALE codice deontologico, giusto per confermare l’estrema ignoranza di quello, che sulla carta, sembra essere ancora un giornalista.

Articolo 1

L’infermiere è il professionista sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica.

Articolo 3

La responsabilità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo.

Articolo 6

L’infermiere riconosce la salute come bene fondamentale della persona e interesse della collettività e si impegna a tutelarla con attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione.

Articolo 11

L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di

formazione. Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati.

Articolo 14

L’infermiere riconosce che l’interazione fra professionisti e l’integrazione interprofessionale sono modalità fondamentali per far fronte ai bisogni dell’assistito.

Articolo 38

L’infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall’assistito.

Abbiamo elencato questi pochi articoli (anche se ce ne sarebbero molti altri da citare), in risposta alle critiche, affermazioni e dicerie di questi, solo sulla carta, giornalisti, che probabilmente dovrebbero andare a rileggere (se mai l’avessero letto) il loro di codice deontologico. Ne citiamo una parte dell’Articolo 2:

Articolo 2 Fondamenti deontologici

Il giornalista: 1.

2.

difende il diritto all’informazione e la libertà di opinione di ogni persona; per questo ricerca, raccoglie, elabora e diffonde con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti; rispetta i diritti fondamentali delle persone e osserva le norme di legge poste a loro salvaguardia.

Come la mettiamo adesso, Sig. Cecchi Paone?

CALDARELLI: Violenza contro gli Infermieri, il risultato di campagne denigratorie mediatiche

Quarto mondo Cardarelli: picchiati infermieri e vigilantes, aggrediti ieri sera dal parente di un ammalato. «A una collega sono stati anche strappati i vestiti, ad un infermiere è stato immobilizzato il braccio dopo lo scontro», racconta Salvatore Siesto, della Uil Flp, preoccupato per il susseguirsi di violenze in corsia.

I fatti, secondo la denuncia del sindacato: «D’improvviso, il familiare di un paziente ha scaraventato con impeto le scrivanie contro il personale del triage, che indica i codici di accesso in base alla gravità, ma ha colpito anche altri operatori, tra cui la guardia giurata intervenuta per bloccarlo». Quattro, alla fine, i feriti; «per ognuno 10 i giorni di prognosi». Motivo dell’agitazione: i tempi di attesa per una visita. Aggiunge Siesto: «A distanza di una settimana dalla visita del governatore De Luca, la situazione è peggiorata. La chirurgia d’urgenza, in momenti di punta, è costretta a sistemare ammalati addirittura nell’atrio, fuori dal reparto, e tenere le porte aperte. Ma questa emergenza non può essere risolta solo dai vertici dell’ospedale, ed è anche un problema di ordine pubblico: serve, in aggiunta, l’intervento del prefetto».

Intanto, si è svolta la prima riunione tecnica del tavolo voluto dal presidente della Regione e annunciato durante il «blitz» in corsia di sabato 2 aprile. «Ma convocare solo il

personale medico è stata una decisione non condivisibile, perché è necessaria condivisione nelle scelte anche da parte

dei rappresentanti della altre professioni sanitarie, tutti possono dare contributo determinante anche in base alla loro

esperienza», conclude Siesto.

Questo è il risultato di trasmissioni diffamatorie, denigratorie cariche di ignoranza fatte dai signorotti di La7 e Mediaset e Rai. I tempi di attesa sono causa delle politiche di questo governo di tagli, e a scaldare gli animi, già stressati, dei pazienti che si vedono tagliare l’assistenza, sono proprio queste persone prive di qualsiasi diritto a mettere bocca dove non gli compete. Sparlando a vanvera e definendosi giornalisti non fanno altro che acuire ed inasprire i rapporti deteriorati tra noi e loro.

HIV: Primo contagio al mondo avvenuto in laboratorio

Nonostante tutti credessero fosse quasi impossibile contrarre il virus dell’HIV in laboratorio, è successo ciò che non sarebbe dovuto succedere. Un ricercatore si è infettato durante alcuni test di laboratorio.

“Una persona è venuta da noi perché, essendo donatrice di sangue, ha riscontrato così la propria sieropositività” spiega all’AdnKronos Salute Andrea Gori, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale San Gerardo, università di Milano-Bicocca, uno dei camici bianchi che si è occupato del caso. “Il problema è che dalla sua anamnesi non risultava alcun fattore di rischio che potesse averlo esposto al contagio. L’unica cosa che ha insospettito i medici del San Gerardo che si sono occupati del paziente è che questa persona era stata a lavorare all’estero in un laboratorio altamente

qualificato nella gestione di costrutti di Hiv. Da qui è nato il sospetto che potesse essersi verificato qualche errore”.

A quel punto gli scienziati che hanno sequenziato il virus dell’Hiv rilevato nel suo organismo rendendosi conto che non si trattava di un virus umano ma di un “costrutto”, un virus creato in laboratorio. “Scopriamo così che di fatto questo virus non è umano, ma bensì ha caratteristiche genetiche che derivano da costrutti utilizzati in laboratorio per fare esperimenti sull’Hiv. Da qui nasce tutta la storia” spiega Gori, uno degli scienziati italiani che ha presentato il caso nei dettagli negli Usa in occasione del Congresso Croi (Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections).

“È la prima volta al mondo che questo succede. Pensavamo fosse impossibile – commenta Gori – una storia drammatica che spinge a una riflessione sui livelli di biosicurezza dei laboratori in cui si lavora con questi costrutti. Si tratta di metodiche che si utilizzano per la ricerca su vaccini per l’Hiv e alla base di tutte le terapie geniche”.

Il paziente però non ha riferito di alcun errore accidentale, nessuna rottura di guanti o tagli che potrebbero giustificare il contagio. “Così abbiamo indagato per spiegare il fenomeno ed è emerso che questi costrutti si sarebbero dovuti utilizzare in una situazione di sicurezza diversa da quella in cui la persona stava lavorando. Il paziente pensava infatti di usare vettori non replicanti che si utilizzano in un livello di biosicurezza 2 (biosafety level 2). Mentre in maniera assurda si è infettato con un plasmide, un vettore Hiv replicante che deve assolutamente essere utilizzato in livello di sicurezza 3, non 2”.

“C’è stato questo errore: si è manipolato materiale genetico particolarmente pericoloso in condizioni di sicurezza non corrette. Ma questo non ci dice come il paziente abbia potuto infettarsi perché non c’è stato nemmeno un incidente.

Un’ipotesi è che, trattandosi di costrutti utilizzati a concentrazioni elevate, questo può avere avuto un ruolo. Non solo: nel laboratorio in questione si utilizzava come “cavallo di Troia” per entrare nelle cellule la glicoproteina del Vsv che, se veicolata da quel vettore, avrebbe potuto espandere in maniera esponenziale le capacità infettiva del costrutto”.

La persona infettata si occupava proprio di questi esperimenti: “Il vettore Hiv replicante legato alla glicoproteina del Vsv ha dato un costrutto di pericolosità immensa – continua lo scienziato – proprio perché replicante e legato a una glicoproteina che riesce a farlo entrare in moltissimi tipi di cellule del nostro organismo, non solo in quelle bersaglio dell’Hiv”.

Per quanto riguarda il contagio si pensa sia avvenuto a livello respiratorio e il fatto che fosse legato alla glicoproteina del Vsv può in parte spiegare la maggiore contagiosità di questo costrutto.