La dieta vegetariana

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Transcript La dieta vegetariana

Elaborato UNESCO 2016 / Classe IV, Liceo “Italo Svevo”, Colonia – Germania
Giovani e abitudini alimentari
La dieta vegetariana - solo una moda?
Una mini-inchiesta su noi stessi
"Le cose più belle della vita o sono
immorali, o sono illegali, oppure
fanno ingrassare"
(George Bernard Shaw – scrittore irlandese)
L’uomo è ciò che mangia"
(Ludwig Feuerbach – filosofo tedesco)
Colonia, maggio 2016
Benvenuti!
Siamo la classe IV del Liceo “Italo Svevo” di Colonia ed evidentemente siamo un po’ pazzi,
altrimenti non avremmo deciso di partecipare alla rete UNESCO con un tema così
personalizzato: l'alimentazione dei giovani e la
dieta vegetariana - una mini inchiesta su noi stessi
con riflessioni sulla società tedesca nella quale
viviamo.
Ma l’idea ci è piaciuta e l’argomento
“alimentazione”, in ogni caso, faceva parte del
nostro programma di scienze – quindi, perché non
farne un piccolo cavallo di battaglia? In fondo, se si
vuol veramente capire un tema, bisogna saper mettere in discussione anche se stessi. Anzi,
soprattutto se stessi.
Elaborando il tema "dieta vegetariana" una cosa ci è saltata immediatamente agli occhi: in
realtà ognuno di noi aveva la sua idea personale e, alla fin fine, nessuno sapeva veramente
cosa fosse una dieta vegetariana.
Forse una moda? Beh, se ne parla molto in questi anni. Chissà. Ma sicuramente anche
qualcosa con dei saldi fondamenti nelle scienze alimentari.
Così, per prima cosa abbiamo cercato di chiarire cosa fosse una dieta vegetariana e poi
siamo passati ad esaminare noi stessi: la seguiamo, saremmo disposti a seguirla, perché sì,
perché no... e come si comportano i nostri coetanei tedeschi?
Non crediamo di aver fatto scoperte sensazionali, ma forse questo studio ci è bastato per
capire meglio noi stessi e per gettare le basi di un dibattito tra noi giovani - scriveteci, saremo
felici di discutere nel bene e nel male (si fa per dire). In ogni caso è stato per noi un
momento di crescita che consigliamo a tutti.
Allora: quanto segue è il risultato della nostra fatica – farete bene a leggerlo, ce l’abbiamo
messa tutta!
Buona lettura!
Viel Spaß beim Lesen!
PS: Che sia chiaro: l’elaborato non pretende di essere originale in tutte le sue parti. Infatti, la
maggioranza delle grafiche e dei testi riportati sono stati ripresi da pubblicazioni specifiche
del settore e riadattati alla struttura, sia di contenuto che di forma, dell’elaborato che
intendevamo produrre. Alcuni testi sono anche originali, scritti da noi stessi, in ogni caso ben
ricercati e documentati.
Indice
Benvenuti!
1
La dieta vegetariana
3
Dieta vegetariana: pro e contra
5
Introduzione tematica
Il nostro Progetto - modalità di lavoro, ipotesi e prospettive
7
Il questionario
8
Analisi dei dati
 La nostra popolazione
 Seguire la dieta vegetariana
 Abitudini alimentari
9
10
12
Risultato dello studio
14
Comparazione con la situazione in Germania
16
Conclusioni e invito al dibattito
17
Fonti
20
Appendice
In aumento vegan e vegetariani (Italia)
21
Anzahl der Veganer und Vegetarier in Deutschland
22
Bugie e rischi degli organismi geneticamente modificati (ogm)
24
I radicali liberi
28
INTRODUZIONE TEMATICA
LA DIETA VEGETARIANA
La dieta vegetariana classica è un tipo di
alimentazione priva di carne e pesce. È basata su
cereali, legumi, frutta e verdure ma comprende
anche i prodotti di origine animale come latte, uova,
latticini, formaggi e miele.
Molti prodotti comunemente usati in una dieta
vegetariana sono normalmente diffusi in tutto il
mondo, mentre altri prodotti, non indispensabili ai fini dell'equilibrio della dieta ma comunque
solitamente usati nella preparazione dei pasti vegetariani, sono normalmente assenti in una
classica dieta occidentale e appartengono ad altre tradizioni quali quelle dei paesi asiatici,
mediorientali, centro e sud americani o dell'area mediterranea. Prodotti a base vegetale quali
ad esempio hamburger, yogurt o latti vegetali possono essere usati in sostituzione dei
corrispettivi prodotti con carne, latte e uova.
Le motivazioni che spingono una persona ad adottare la dieta vegetariana possono essere
salutiste oppure economiche.
Va sottolineato, però, che la dieta vegetariana comprende diverse tipologie, in parte molto
diverse tra loro:







I macrobiotici evitano la carne, i latticini e le
uova, ma accettano di consumare il pesce;
I latto-ovo-vegetariani non mangiano nè
carne nè pesce ma consumano i prodotti di
orgine animale come latte, latticini e uova;
I latto-vegetariani non consumano carne,
pesce e uova però utilizzano soltanto il latte e
i suoi derivati;
Gli ovo-vegetariani non consumano carne, pesce e latticini, le uova però le
mangiano;
I vegani non consumano nessun tipo di animale, né alcun prodotto di origine
animale, neppure il miele;
I crudisti mangiano soltanto cibo crudo, in particolare frutta e verdura;
I fruttariani mangiano il cibo vegetale che non comporta la morte della pianta però
evitano i tuberi e i bulbi (carote, rape, cipolle, patate).
Da rilevare è che il vegetarismo non è solo limitato alla cucina (alimentazione), ma è anche
inteso come una visione del mondo e stili di vita alternativi.
In tal senso va citati il veganismo, che evita prodotti di origine animale non solo nel cibo, ma
in tutte le sfere della vita, ad esempio come abbigliamento in pelle, pelliccia, seta o lana.
Dopo il vegetarismo classico, la
dieta Vegana è la variante più
diffusa nel mondo, benché essa
possa rivelarsi - in alcuni casi problematica per la salute.
Dieta vegana
Una persona vegana, oltre a non mangiare animali non mangia nemmeno i loro prodotti latte e latticini, uova e miele - perché anche per ottenere questi prodotti, gli animali vengono
maltrattati (vedi di seguito).
Oltre all'aspetto dell'alimentazione ci sono però anche tutti gli altri settori: la scelta vegana è
una scelta etica di rispetto per gli animali, questo è il senso del termine, assegnatogli
dall'inventore stesso della parola, Donald Watson. Quindi, essere vegano significa
impegnarsi a non nuocere agli animali, evitando l'utilizzo di prodotti derivanti dagli animali in
tutte le situazioni per vestirsi, per arredare, per l igiene personale e della casa come lana,
piume, pelle, cuoio, pellicce, seta, cosmetici testati su animali, ecc non divertirsi a spese
della vita e della libert di altri animali (tenendosi lontani da zoo, circhi, ac uari, ippodromi,
maneggi, caccia, pesca, feste con uso di animali , non trattare gli animali come oggetti e
merce
La scelta vegana è dunque puramente etica e si estende a ogni settore, non solo a quello
alimentare; invece, una scelta veramente alimentare, non mossa da ragioni di rispetto per
gli animali, ma prevalentemente da motivazioni ecologiste e salutiste, possiamo definirla
semplicemente come scelta di una dieta 100% vegetale.
L’espansione Vegana
Secondo uno studio condotto nel 2008 in Germania, circa 0,1% della popolazione femminile
era segnalato come vegano, un totale di
circa 40.000 persone in Germania. Uno
studio delle Università di Göttingen e
Hohenheim del 2013 porta il numero dei
vegani in Germania allo 0.5%, cioè a
poco meno di 400.000. Il Vegetarier Bund
in Germania (VEBU), invece, stima che il
numero di vegani che vivono in
Germania, nel gennaio 2015, è di circa
900.000
L'ideologia vegana sembra in veloce
ascesa in Germania, ma non solo (vedi
articolo in appendice).
La Piramide vegana
DIETA VEGETARIANA: PRO E CONTRA
Indipendentemente dal tipo di dieta vegetariana,
l'eliminazione della carne, così come quella di altri
prodotti di origine animale, può apportare alcuni effetti
benefici per la salute e può essere di aiuto nella
prevenzione o nel controllo di una varietà di comuni
condizioni patologiche, come l'obesità,
l'ipercolesterolemia, l'aterosclerosi, le patologie
cardiache ed alcuni tipi di tumore. Infatti le diete
vegetariane sono naturalmente povere di grassi (in
particolare di grassi saturi) e colesterolo, mentre sono
molto ricche di fibra e antiossidanti, che svolgono un
ruolo importante nel controllo del peso e dei livelli di
colesterolo, nella detossificazione dell'organismo e
nella prevenzione dei danni causati dai radicali liberi
(vedi appendice), notoriamente associati
all'invecchiamento dei tessuti e ad una varietà di
condizioni degenerative croniche o tumorali.
Inoltre la dieta vegetariana è spesso povera in sodio e
ricca in potassio, un aspetto importante nel controllo e
nella prevenzione dell'ipertensione.
La dieta vegetariana, grazie al suo elevato contenuto in carboidrati e basso contenuto di
grassi, si configura come dieta ottimale per chi pratichi sport.
La dieta vegetariana che soddisfa i fabbisogni energetici e contiene una ricca varietà
di cibi ricchi di proteine vegetali garantisce una quantità adeguata di proteine senza
richiedere l’uso di alimenti speciali o integratori.
I vegetariani devono comunque prestare maggiori attenzioni rispetto ai non-vegetariani nel
soddisfare il fabbisogno energetico a causa del minor contenuto calorico della loro dieta.
Prevenzione del cancro
Le dieta vegetariana è in linea con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro del World Cancer Research
Fund e dell’ American Institute for Cancer Research. È stata riscontrata tra i vegetariani una minore incidenza di
alcuni tipi di tumore rispetto ai non vegetariani. Tra i fattori protettivi della dieta vegetariana sono stati indicati
l’assenza della carne rossa e bianca e un maggior consumo di frutta, verdura e alcuni alimenti vegetali come i
pomodori e la frutta disidratata. Tali effetti positivi potrebbero essere indeboliti dal consumo di latticini.
Minore incidenza del diabete
È stato riscontrato tra i vegetariani una minore incidenza del diabete mellito di tipo 2 rispetto ai non vegetariani.
Fattori protettivi della dieta vegetariana e in particolare di quella vegana (che si differenzia per la totale esclusione
di ogni alimento di origine animale) per la sindrome metabolica e il diabete sono da individuare in un basso indice
glicemico e un basso carico glicemico, assenza della carne, consumo frequente di cereali integrali, legumi,
verdura, frutta secca e fibra e valori di BMI, trigliceridi, glucosio, pressione sanguigna tendenzialmente più
favorevoli rispetto ai non-vegetariani. Alcuni studi hanno dimostrato come il trattamento del diabete di tipo 2
mediante la dieta vegetariana favorisce la regredibilità della malattia, con risultati superiori a quelli ottenuti
mediante le linee guida alimentari dell´American Diabetes Association.
Sovrappeso e obesità
Grazie al maggiore consumo di alimenti ad alto contenuto di fibra e bassa densità calorica come verdura e frutta,
la dieta vegetariana è particolarmente indicata per coloro che necessitano un dimagrimento a lungo termine; vasti
studi di popolazione hanno rilevato una minore incidenza di sovrappeso e obesità tra i vegetariani rispetto a
coloro che consumano regolarmente alimenti di origine animale.
Ipertensione arteriosa e malattie cardiovascolari
Vasti studi di popolazione hanno riscontrato una minore incidenza di ipertensione arteriosa tra i vegetariani. Tra i
fattori protettivi responsabili di questo effetto positivo sulla salute, sono stati individuati valori favorevoli di BMI e
maggiori apporti di magnesio, potassio, fibra, antiossidanti,frutta e verdura. La dieta vegetariana è stata pertanto
utilizzata con successo nel trattamento dell´ipertensione. Per quanto riguardano le malattie cardiovascolari, i
vegetariani sono risultati soggetti ad un rischio di mortalità per cardiopatia ischemica ridotto del 24% rispetto ai
non-vegetariani, con risultati più marcati tra gli uomini (32%) rispetto alle donne (20%). I ricercatori dello studio
(Adventist Mortality Study, Adventist Health Study, Heidelberg Study, Oxford Vegetarian Study, Health Food
Shoppers Study , hanno definito uasta differenza “ potenzialmente di grande importanza per la salute pubblica”,
sebbene non fosse tale da raggiungere la significatività statistica. Ciò è dovuto nuovamente dalla presenza di una
serie di fattori protettivi e costituenti tipici della dieta vegetariana, quali l`elevato consumo di cereali integrali,
proteine della soia, verdura, frutta e frutta secca.
Se una dieta vegetariana può sostituire una dieta onnivora, quella vegana invece
richiede più attenzione.
I contro della dieta vegana
Secondo i ricercatori del CRA, (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura)
di Roma, nella dieta vegana mancano la vitamina B12, lo zinco e il ferro. Ma anche il calcio e
le proteine. Le proteine dei legumi richiedono un maggior apporto di cibo per ottenere lo
stesso corredo proteico che forniscono i cibi animali. Se mangiamo un uovo di 60 grammi,
abbiamo tutti gli aminoacidi che ci servono nella corretta proporzione. Nella dieta vegana
bisogna prendere una ventina di proteine da altra fonte per ottenere lo stesso apporto di
aminoacidi racchiusi in un uovo.
Per chi pratica la dieta vegana, quindi, è di fondamentale importanza rendersi conto di come
renderla equilibrata e la cosa non è facile. In alcuni casi (gravidanza) quasi impossibile.
Ovviamente esistono gli integratori vitaminici, ad esempio, ma a quel punto bisogna
chiedersi se i nostri principi etici, che ci hanno portato alla dieta vegana, siano compatibili
con questi prodotti dell'industria chimica.
La funzione della vitamina B12 (cobolamina)
Sostiene la produzione di globuli rossi e midollo osseo,
previene l'anemia, consente alle cellule nervose di
svilupparsi correttamente, aiuta le cellule a metabolizzare
proteine, carboidrati e grassi trasformandoli in energia.
Rafforza la memoria e aumenta l'energia fisica.
La vitamina B12 è contenuta nella carne e nel pesce, ma
anche negli alimenti derivati dal mondo animale, come
per esempio yogurt, latte e uova. Inoltre la vitamina B12 è
presente in molti legumi - per esempio fagioli - e in alcuni
tipi di semi e frutta secca - in particolare noci e semi di
girasole.
IL NOSTRO PROGETTO
modalità di lavoro, ipotesi e prospettive
Una volta chiariteci le idee su cosa si intende per dieta vegetariana e constatato che ci sono
diverse tipologie da prendere in considerazione, ci siamo decisi per la versione "pura", cioè
per quella classica, dove la dieta evita semplicemente carne e pesce, ma permette l'utilizzo
dei prodotti di derivazione animale (latte, uova, formaggi).
A questo punto abbiamo iniziato a prendere in considerazione noi stessi, cioè la nostra
classe, abbiamo sviluppato un formulario (vedi oltre) e risposto alle domande.
I dati così rilevati li abbiamo elaborati statisticamente e, suddivisi in gruppi di lavoro, abbiamo
cercato di interpretarli.
Infine abbiamo tratto le conclusioni sul nostro gruppo e abbiamo cercato di confrontare i
risultati con i dati generali, che avevamo ricercato, e che riguardavano la distribuzione dei
vegetariani in Italia e Germania.
Anche qui abbiamo cercato di interpretare i risultati e li abbiamo riassunti in un apposito
capitolo.
Sapevamo fin dall'inizio che il campione preso in esame (la nostra classe) non poteva essere
considerato come statisticamente accettabile, quindi il nostro scopo era più che altro quello
di renderci consapevoli della tematica e delle prospettive che si aprono nel confrontarci con
la società nella quale viviamo.
Il nostro scopo ultimo era quindi semplicemente la possibilità di aprire un dibattito fondato
sulle proprie esperienze sul tema della dieta vegetariana.
IL QUESTIONARIO
rilevamento dati progetto “Dieta vegetariana”
Et
…
Sesso: F / M
Segui una dieta vegetariana? Sì/No - perché?
…
....................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
..................................................................................
Vorresti seguire una dieta vegetariana? Sì/No - perché?
…
....................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
..................................................................................
Abitudini alimentari settimanali / mensili
Quante volte mangio… riportare nella tabella la fre uenza media
Settimana
carne
pesce
uova
latte e latticini
fast food (Döner…
pasta/riso
pizza
verdure
frutta
dolci
Mese
ANALISI DEI DATI
LA NOSTRA POPOLAZIONE
Sono state prese in considerazione tutte le classi del Liceo Italo Svevo , cioè le 3 classi dalla
terza alla quinta (secondo la definizione del ministero italiano: secondo anno di corso, terzo
anno di corso e quarto anno di corso).
I soggetti esaminati hanno un’et che va dai 15 ai 22 anni
Distribuzione femmine/maschi
Femmine
13
Maschi
15
Totale
28
46,5%
53,5%
100,0%
In complesso 28 alunni di cui 13 femmine (46,5 %) e 15 maschi (53,5 %).
Distribuzione per fasce di età (femmine)
Fasce d'etá
15-16-17
Numero alunne
8
Percentuale relativa
61%
18-19-20
5
39%
21-22
0
0%
Otto ragazze hanno una età tra i 15 e i 17 anni. Cin ue alunne hanno un’et tra i 18 e i 20
anni. Non ci sono femmine nella fascia d'età superiore.
Distribuzione per fasce di età (maschi)
Fasce d'etá
15-16-17
Numero alunni
8
Percentuale relativa
53%
18-19-20
5
33%
21-22
2
14%
Otto alunni hanno tra i 15 e i 17 anni Cin ue hanno un’et tra i 18 e i 20 anni Due maschi
hanno tra i 21 e i 22 anni.
Tabella riassuntiva delle fasce d'età (F+M)
15-16-17
18-19-20
Fasce d'etá
Numero alunne/i
16
10
57%
36%
Percentuale relativa
21-22
2
7%
Nel complesso, la popolazione studiata è costituita da 16 unità in età tra i 15 e i 17 anni, 10
unità tra i 18 e i 20 anni; solo due unità ricadono nella fascia d'età dei 21-22 anni.
Percentualmente possiamo dire che più della metà dei soggetti sono in età tra i 15 e i 17
anni, poco più di un terzo ricadono nella fascia d'età tra i 18 e i 20 anni e solo il 7% hanno
un'età tra i 21 e i 22 anni.
SEGUIRE LA DIETA VEGETARIANA
Comportamento della popolazione: sì, no, non posso
Popolazione complessiva (F+M) - Comportamento in percentuale
Vorrei seguire la dieta vegetariana
Non vorrei seguire la dieta vegetariana
Non posso seguire la dieta vegetariana
28,6 %
67,8 %
3,6 %
Su 28 persone abbiamo rilevato che il 28,6%
vorrebbero seguire una dieta vegetariana, il 67,8% non
vorrebbe seguirla, mentre il 3,6% non può per motivi
personali (famigliari, di salute ecc.).
Popolazione complessiva
F+M
Non vuole
Vuole
Non può
Popolazione femminile - Comportamento in percentuale
Vorrei seguire la dieta vegetariana
Non vorrei seguire la dieta vegetariana
Non posso seguire la dieta vegetariana
23 %
77 %
0%
Della popolazione femminile il 23 % (concentrazione
massima nelle fasce d'età comprese tra i 16 e i 19
anni) vorrebbe seguire una dieta vegetariana, il 77%
(concentrazione massima nelle fasce d'età comprese
tra i 15 e i 20 anni) non vorrebbe seguire una dieta
vegetariana.
Femmine
Non vuole
Vuole
Popolazione maschile - Comportamento in percentuale
Vorrei seguire la dieta vegetariana
Non vorrei seguire la dieta vegetariana
Non posso seguire la dieta vegetariana
33,3 %
60,0 %
6,7 %
Il 33,3% delle persone di sesso maschile (massima
concentrazione nelle fasce d'età comprese tra i 15 e i
20 anni) vorrebbe seguire una dieta vegetariana; il 60%
(massima concentrazione nelle fasce d'età comprese
tra i 15 e i 21 anni) non vorrebbe seguire una dieta
vegetariana, mentre il 6,7% (età di 21 anni) non può
seguire la dieta vegetariana.
Maschi
Non Vuole
Vuole
Non Può
Comportamento - distribuzione in relazione all'età dei soggetti
Nel grafico che segue sono stati posti in verticale il numero dei soggetti che si è espresso sul
suo comportamento nei confronto della dieta vegetariana e in orizzontale la corrispondente
età del soggetto.
4,5
4
3,5
15
3
16
17
2,5
18
2
19
1,5
20
21
1
22
0,5
0
Vuole
Non vuole
Non Può
Tra i soggetti che vogliono seguire la dieta vegetariana la concentrazione massima è nei
soggetti di 16 e di 19 anni. La distribuzione è però relativamente omogenea tra tutte le età.
Tra i soggetti che non vogliono seguire la dieta vegetariana c'è una maggiore concentrazione
nelle età 16 e 17 anni. La curva però si abbassa al crescere dell'età.
Un solo soggetto di 22 anni (età massima del gruppo esaminato) si dichiara impossibilitato a
seguire una dieta vegetariana.
ABITUDINI ALIMENTARI
Quante volte mediamente viene assunto un alimento nel corso di una settimana (0-2 volte, 34 volte, più di 5 volte).
Nelle tabelle che seguono viene mostrata la frequenza nelle abitudini alimentari prima della
popolazione nel suo complesso e poi suddivisa per gruppi (femmine e maschi).
Dati popolazione complessiva (F+M)
Totale
Carne/affettati
pesce
Uova
Latte/latticini
Fastfood
Pasta/riso
Pizza
Verdure
Frutta
Dolci
0-2
6
22
15
5
27
2
27
7
4
14
%
21%
79%
54%
18%
96%
8%
96%
25%
14%
50%
3-4
9
4
9
7
1
13
1
8
7
5
%
33%
14%
32%
25%
4%
46%
4%
29%
25%
18%
5+
13
2
4
16
0
13
0
13
17
9
%
46%
7%
14%
57%
0%
46%
0%
46%
61%
32%
Quasi la metà della popolazione mangia carne/affettati 5 o più volte alla settimana;
più della metà della popolazione mangia pesce da 0 a 2 volte alla settimana;
pochi della popolazione mangiano le uova 5 o più volte alla settimana;
più della metà della popolazione mangia latte e latticini 5 o più volte alla settimana;
la quasi totalità della popolazione mangia fastfood fino ad un massimo di 2 volte alla
settimana - nessuno mangia fastfood 5 o più volte alla settimana;
vi è un’uguaglianza di consumo di pasta/riso tra le 3-4 volte e 5 o più volte alla settimana;
quasi tutta la popolazione mangia pizza da 0 a 2 volte alla settimana;
quasi la metà della popolazione mangia verdure più di 5 volte alla settimana - equilibrio nel
consumo di verdure tra le 0-2 volte e le 3-4 volte alla settimana;
quasi due terzi della popolazione consuma frutta 5 o più volte alla settimana;
metà della popolazione mangia dolci dalle 0 alle 2 volte alla settimana, ma quasi un terzo 5
o più volte alla settimana.
Valutazione comportamento in funzione di una dieta vegetariana equilibrata
Colore rosso: negativo / Colore verde: positivo
Totale
0-2
%
3-4
%
5+
%
54%
32%
Uova
15
9
4
14%
18%
57%
Latte/latticini
5
7
25%
16
96%
4%
Fastfood
27
1
0
0%
8%
46%
46%
Pasta/riso
2
13
13
Pizza
27
96%
1
4%
0
0%
25%
46%
Verdure
7
8
29%
13
14%
61%
Frutta
4
7
25%
17
50%
32%
Dolci
14
5
18%
9
Dati popolazione femminile
Femmine
Carne/affettati
Pesce
Uova
Latte/latticini
Fastfood
Pasta/riso
Pizza
Verdure
Frutta
Dolci
0-2
2
11
7
5
13
0
12
4
3
3
3-4
6
1
2
3
0
9
1
4
3
4
Dati popolazione maschile
5+
5
1
4
5
0
4
0
5
7
6
Maschi
Carne/affettati
pesce
Uova
Latte/latticini
Fastfood
Pasta/riso
Pizza
Verdure
Frutta
Dolci
0-2
4
11
8
0
14
2
15
3
1
11
3-4
3
3
7
4
1
4
0
4
4
1
5+
4
1
0
11
0
9
0
8
10
3
Quasi la metà della popolazione consuma
carne/affettati dalle 3 alle 4 volte alla
settimana, quasi la metà anche 5 o più volte
alla settimana;
La popolazione è quasi equilibrata nel magiare
carne/affettati nelle varie fasce;
quasi tutta la popolazione mangia pesce da 0
a 2 volte alla settimana;
uasi l’intero campione mangia pesce da 0 a 2
volte alla settimana;
più della metà della popolazione consuma
uova da 0 a 2 volte alla settimana;
nessuno della popolazione mangia uova 5 o
più di 5 volte alla settimana;
meno della metà della popolazione consuma
nessuno della popolazione consuma
latte/latticini dalle 3 alla 4 volte alla settimana; latte/latticini da 0 alle 2 volte alla settimana;
tutto la popolazione mangia ai fastfood da 0 a
2 volte alla settimana;
quasi tutto la popolazione magia ai fastfood
da 0 a 2 volte alla settimana;
nessuno della popolazione mangia pasta/riso
da 0 a 2 volte alla settimana; più dei due terzi
3-4 volte
quasi l'intera popolazione mangia pizza al
massimo 2 volte alla settimana;
quasi due terzi della popolazione mangia
pasta/riso 5 o più volte alla settimana;
la popolazione è quasi equilibrata nel
mangiare verdura nelle varie fasce;
più della metà della popolazione consuma
verdura 5 o più volte alla settimana;
più della metà della popolazione consuma
frutta 5 o più volte alla settimana;
solo una persona della popolazione mangia
frutta da 0 a 2 volte alla settimana;
quasi la metà della popolazione consuma
dolci 5 o più volte alla settimana;
due terzi della popolazione mangia dolci da 0
a 2 volte alla settimana
tutta la popolazione mangia pizza da 0 a 2
volte alla settimana;
RISULTATO DELLO STUDIO
Introduzione / dati sulla popolazione
Sono state prese in considerazione tutte le classi del Liceo Italo Svevo. I soggetti esaminati
hanno un’et che va dai 15 ai 22 anni Appena più della metà dei soggetti è di sesso
maschile. Quasi il 60 % della popolazione rientra nella fascia d'età 15-17 anni, quasi un terzo
ricade in quella 18-20. In queste due fasce c'è una perfetta corrispondenza del numero dei
soggetti femminili e maschili. Solo due soggetti (ambedue maschi) si posizionano nella fascia
d'età 21-22 anni. Quindi in complesso si può dire che la popolazione esaminata è "tipica" per
i giovani tra i 15 e i 20 anni ed è equilibrata nella composizione F/M.
La maggioranza dei soggetti si è trasferita in Germania negli ultimi tre-quattro anni, altri sono
nati in Germania da famiglie italiane e/o miste. La popolazione esaminata è quindi
abbastanza indicativa per uno studio su dei giovani italiani (o di origine italiana) che vivono in
un ambiente diverso da quello nel quale sarebbero vissuti se la loro famiglia fosse rimasta in
Italia. Ovviamente lo studio non è statisticamente rilevante, ma fornisce comunque delle
indicazioni di massima, utili per le nostre riflessioni sul tema che ci siamo proposti.
Seguire la dieta vegetariana / comportamento "sì, no, non posso"
Per prima cosa va detto che al momento nessuno dei soggetti esaminati segue una dieta
vegetariana. Ciò è sicuramente atipico per le fasce d'età prese in considerazione, ma
sembra probabile che tale situazione sia legata alla scelta delle famiglie di provenienza. In
ogni caso il dato non è rilevante ai fini del nostro studio, che vuol invece mettere a fuoco la
disposizione dei giovani a diventare potenziali vegetariani.
Dai dati rilevati si vede come poco meno di un terzo della popolazione (ca. 29%) seguirebbe
una dieta vegetariana, mentre quasi il 4% non la può seguire per motivi personali (salute
ecc.) - ciò significa, però, che anche questi ultimi sarebbero interessati a seguirla. In
complesso, quindi, possiamo affermare che della popolazione esaminata circa un terzo è
potenzialmente interessata alla dieta vegetariana.
Riguardo alla disponibilità a seguire una dieta vegetariana si nota nella nostra popolazione
una migliore predisposizione dei maschi (33%) rispetto alle femmine (23%). Ciò è in
contrasto con le statistiche ufficiali che rilevano più donne vegetariane che uomini (sia in
Italia che in Germania). Questo dato andrebbe approfondito - lo faremo sicuramente
attraverso un dibattito all'interno dell'istituto.
Rispetto alle fasce d'età e alla disponibilità a seguire la dieta vegetariana, si è rilevata
una concentrazione massima nei soggetti di 16 e di 19 anni. La curva di distribuzione è
però relativamente omogenea tra tutte le età.
Se esaminiamo però i dati relativi ai soggetti che non vogliono seguire la dieta vegetariana
vediamo che c'è una maggiore concentrazione nelle età 16 e 17 anni, mentre la curva di
distribuzione fa pensare che la disponibilità a seguire una dieta vegetariana diventi più forte
al crescere dell'età dei soggetti.
Abitudini alimentari
Dato che nella nostra popolazione non ci sono dei vegetariani attivi, abbiamo pensato di
rilevare le abitudini alimentari dei soggetti (media settimanale) e di valutarle in funzione di
una dieta non vegetariana equilibrata (per definire le eventuali problematiche nel senso di
una alimentazione sana) e - per noi ancora più rilevante - in funzione della potenzialità di una
dieta vegetariana equilibrata (indicazione della probabilità specifica per passare a una dieta
vegetariana).
Operativamente abbiamo chiesto ai soggetti quante volte mediamente assumono un
determinato alimento nel corso di una settimana (0-2 volte, 3-4 volte, più di 5 volte). Quindi
abbiamo riassunto nelle relative tabelle la frequenza delle abitudini alimentari prima della
popolazione nel suo complesso e poi suddivisa per gruppi (femmine e maschi).
Gli alimenti presi in considerazione sono stati i seguenti: Carne/affettati, Pesce, Uova,
Latte/latticini, Fastfood, Pasta/riso, Pizza, Verdure, Frutta, Dolci.
Sana alimentazione (non vegetariana)
Il dati più negativi rilevati, che fanno pensare a una alimentazione non equilibrata, sono quelli
relativi a:
 Carne/affettati, quasi la metà della popolazione li consuma da 5 a più volte nella
settimana (praticamente tutti i giorni)
 Pesce, quasi l'80 % della popolazione non lo mangia per niente o al massimo una/due
volte alla settimana
 Verdure, un quarto della popolazione non le mangia per niente o al massimo una/due
volte alla settimana
 Dolci, quasi un terzo della popolazione li consuma da 5 a più volte nella settimana
(praticamente tutti i giorni).
In senso positivo va invece rilevato che la popolazione mostra in complesso un buon livello
di consumo di latte/latticini, pasta/riso, verdure e frutta. Assolutamente positivo è il minimo
consumo di Fastfood (quasi tutta la popolazione non ne assume o lo assume solo una o due
volte alla settimana). Il consumo di uova potrebbe essere meglio distribuito.
Rispetto ai gruppi femmine/maschi, non si rilevano forti differenze di comportamento
alimentare nei confronti di carne/affettati e pesce, Fastfood, Pasta/riso, pizza, verdure e
frutta. Mentre sembra che le femmine mangino più uova e più dolci dei maschi.
Potenzialità per una dieta vegetariana equilibrata
Partendo dai dati su menzionati, togliendo quelli relativi a carne/affettati e pesce, si può dire
che un buon terzo della popolazione esaminata ha un'ottima predisposizione per la dieta
vegetariana, il che conferma il dato rilevato direttamente (vedi pagina 14).
Ovviamente il passaggio a una dieta vegetariana equilibrata comporta anche alcune
modifiche fondamentali delle abitudini alimentari dei soggetti interessati e il livello psicologico
e quello ambientale possono giocare qui un ruolo fondamentale nella scelta.
Comunque, possiamo affermare che circa un terzo della popolazione esaminata
potrebbe diventare facilmente vegetariana.
COMPARAZIONE CON LA SITUAZIONE IN
GERMANIA E IN ITALIA
Sempre più vegan e vegetariani in Italia. Secondo il Rapporto Italia 2016 dell'Eurispes
(Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali ), le persone che in Italia nel 2015 non
consumano la carne rappresentano l'8% della popolazione.
In particolare, il 7,1% degli italiani si dichiara vegetariano e il loro numero è in lieve aumento:
infatti negli ultimi tre anni la quota di vegetariani in Italia è dapprima diminuito (passando dal
6,5% del 2014 al 5,7% del 2015), poi aumentato di quasi 2 punti percentuali nel 2016. Se si
aggiungono i vegani, si arriva appunto ad un totale di circa 8%.
Le fasce di età con il maggior numero di vegetariani sono quella che vanno dai 18 ai 24 anni
con il 13,5% e quella degli over 65, con il 9,3%. La percentuale delle donne che hanno scelto
la dieta vegetariana è più alta: il 7,2% della popolazione, contro il 5,3% degli uomini, mentre
le vegane sono lo 0,5%, contro lo 0,3% dei maschi (sempre fonti Eurispes).
In Germania la situazione è addirittura più avanzata: secondo il VEBU (Vegetarierbund
Deutschland e. V.) al momento circa 7,8 milioni di tedeschi sono vegetariani (10% della
popolazione) ai quali si aggiungono circa 900.000 vegani (1,1%). In tutto, quindi, circa
l'11,1% della popolazione in Germania non mangia carne. I dati sono più o meno
confermati anche da altri istituti di ricerca come l'Institut für Demoskopie Allensbach (IfD) e il
Markt- und Meinungsforschungsinstitut YouGov.
Interessante la distribuzione dei gruppi: sembra che circa il 13% dei vegetariani sia di sesso
femminile contro il 3% di sesso maschile. Inoltre, nel gruppo di sesso femminile detiene il
primato la fascia d'età tra i 18 e i 24 anni (16%).
Se confrontiamo i dati su riportati (Italia e Germania) con quelli raccolti con il nostro studio, ci
rendiamo conto che la nostra popolazione mostra una tendenza alla dieta vegetariana
superiore - di quasi tre volte - a quella che si riscontra in generale sia in Italia che in
Germania.
Ovviamente tra il dire e il fare c'è notoriamente il mare - quindi probabilmente il nostro
gruppo si abbina perfettamente al trend internazionale. L'unica differenza è che nella nostra
popolazione sono i maschi a presentare più propensione per la dieta vegetariana rispetto alle
femmine. Ma anche qui, tenendo conto dei possibili influssi esterni, probabilmente nella
realtà le cose andrebbero a riequilibrarsi.
CONCLUSIONI E INVITO AL DIBATTITO
Premessa
Analizzando, anche senza entrare nel dettaglio, le numerose fonti e testimonianze
riguardanti l'alimentazione dell'uomo, dalla preistoria ad oggi, si può notare come essa
costituisca un tema essenziale ed allo stesso tempo complesso. Oggi la globalizzazione ha
portato alla diffusione di un'immagine idealizzata di quello che dovrebbe essere lo stile di vita
da adottare per vivere al meglio e il più a lungo possibile, conservando l'integrità della propria
salute. È entrato a far parte del linguaggio quotidiano un numero crescente di termini e
neologismi riguardanti il cosiddetto "Wellness", il benessere che ognuno di noi è tenuto a
ricercare nella vita quotidiana, e che è indubbiamente e direttamente influenzato anche dalle
nostre scelte alimentari. Avendo a disposizione una considerevole quantità di informazioni, in
gran parte derivanti da studi e ricerche di tipo medico e scientifico, l'uomo moderno ha la
possibilità di decidere autonomamente la tipologia di dieta da seguire.
Nel nostro studio ci siamo concentrati su quella che appare sotto certi aspetti una scelta
alimentare ideale, in quanto a fronte di rinunce (relativamente) realizzabili offre vantaggi per
la salute e motivazioni etiche al giorno d'oggi molto importanti (salvaguardia dell'ambiente,
rispetto degli animali ecc.); inoltre essa non va ad influenzare la qualità degli alimenti che si
consumano quotidianamente: la dieta vegetariana tradizionale.
Ecco di seguito, raccolti in alcuni punti, ciò che riteniamo di poter rilevare dopo il nostro
lavoro.
Perché la dieta vegetariana potrebbe essere una buona scelta
La dieta vegetariana classica, rinunciando alla carne e al pesce, presenta sicuramente dei
vantaggi per la salute, infatti, se ben equilibrata, essa abbassa il rischio di malattie come il
cancro, l'obesità, le malattie cardiovascolari e molte altre. Qui va anche sottolineato che non
si tratta solo dell'assunzione con la carne di nutrienti poco consigliabili, come per esempio i
grassi saturi, ma anche di evitare di introdurre nel corpo sostanze assolutamente estranee e
non naturali che vengono utilizzate negli allevamenti forzati degli animali. D'altra parte
bisogna anche tener conto che nell'allevamento vegetale purtroppo si utilizzano anche
sostanze chimiche dannose e, negli ultimi tempi, si è aggiunto il problema degli alimenti
"ogm". In realtà, quindi, il problema complessivo non è la dieta che si vuol seguire ma la
scelta degli alimenti giusti- risulta chiaro che bisognerebbe orientarsi, uguale sia la dieta,
sugli alimenti prodotti in modo "biologico" (il tema è stato trattato dalla classe IV dello scorso
anno e chi ne vuol sapere qualcosa può trovare il lavoro su questo stesso sito).
Il rispetto delle scelte
Come sempre, l'eccesso rovina qualsiasi buona idea. Ciò vale anche per la dieta vegetariana
- o meglio, per le diete vegetariane.
Durante lo studio ci siamo resi conto, infatti, di una cosa fondamentale: esistono molteplici
tipologie di diete vegetariane. Ciò ci ha anche fatto riflettere su tutti i diversi motivi che ne
sono alla base, la qual cosa ci evita di cadere nel qualunquismo quando sentiamo parlare di
queste cose. Così ci siamo resi conto che alla base di queste scelte ci sono anche forti
motivazioni etiche che portano per esempio i vegetariani e ancor più i vegani a rifiutare
anche vestiti e arredi che utilizzano pelli e pellicce di animali, a evitare luoghi di
"divertimento" come circhi, zoo e acquari tenuti in modo non idoneo alle necessità degli
animali e così via.
Ma queste riflessioni sollevano anche altre problematiche - è il caso, ci sembra, della dieta
vegana.
La dieta vegana, che prevede l'eliminazione di ogni prodotto di origine animale, sembra a
prima vista avere un senso, ma osservando il bilancio dei nutrienti e delle vitamine che essa
propone, ci si rende conto che essa deve essere integrata con farmaci per evitare eventuali
carenze. Solo per fare un esempio: la vitamina B12. Ma tali integratori sono prodotti
dell'industria chimica. A questo punto ci si dovrebbe chiedere che senso ha da una parte
voler "salvaguardare l'ambiente" e dall'altra consumare degli articoli che non sempre sono
prodotti nel rispetto dell'ambiente.
Come già sottolineato, nella scelta se abbracciare o meno il concetto della dieta vegetariana
sembra giocare un grosso ruolo oltre alla salute anche la protezione degli animali e
dell'ambiente. Anche qui ci siamo posti delle domande e abbiamo cercato di esaminare le
diverse situazioni. E ciò ci ha portato a capire come queste problematiche non possono
essere esaminate solo per se stesse, ma bisogna sempre riconoscere il contesto e fare i
dovuti collegamenti. Solo in questo modo si può raggiungere una visione d'insieme che ci
svela dettagli che a prima vista non sono riconoscibili.
Una cosa è certa: dobbiamo essere in grado di rispettare tutte le scelte, perché solo in
questo modo potremo rispettare noi stessi.
E le nostre scelte?
Durante lo studio delle prerogative della dieta vegetariana molti di noi hanno iniziato a
rendersi conto che non si tratta di qualcosa di impossibile, alcuni hanno addirittura deciso di
tentare, di provarla. Ovviamente il senso della nostra ricerca non era quello di farci diventare
tutti vegetariani, ma piuttosto di chiarirci il concetto di dieta equilibrata. Non bisogna
rinunciare necessariamente alla carne e al pesce per mangiare sani. Ma forse non sarebbe
male ridurre per esempio il consumo dei salumi, delle carni rosse e dei grassi di origine
animale. Da evitare assolutamente sarebbero i cibi spazzatura (fastfood) ... ma siamo
giovani, beh, diciamo che anche una riduzione al minimo sarebbe già un bel passo avanti.
Mentre sarebbe auspicabile aumentare il consumo di frutta e verdura. E questo potremmo
farlo veramente tutti!
Attraverso questa ricerca abbiamo rilevato come le nostre abitudini alimentari siano state
fortemente influenzate da quelle della nostra famiglia. E ciò nel bene e nel male. Chi ha
avuto la fortuna di crescere in una famiglia dove la dieta mediterranea è di casa, sicuramente
ha dei vantaggi, dato che questa si basa su una varia alternanza di carboidrati (prediligendo
farina e riso integrali), frutta e verdura (preferibilmente di stagione), pesce e carni bianche
(pollame).
UN INVITO A DIBATTERE CON NOI
Il nostro progetto sull'alimentazione si è aperto con la celebre frase attribuita al
filosofo tedesco Ludwig Feuerbach "L'uomo è ciò che mangia".
Al termine di questo progetto, quindi, non possiamo che invitare chi ci legge a
discuterne con noi. Voi che cosa ne pensate? Aveva ragione?
E per quanto riguarda il tema specifico del nostro lavoro, cosa ci dite?

Sareste disposti a seguire una dieta vegetariana? Perché?

Credete che la dieta vegetariana sia solo una moda, un fuoco di paglia che presto
si spegnerà?

Secondo voi, che ruolo gioca l'interesse delle grandi ditte che producono prodotti
per vegani/vegetariani?

Quanto pensate sia importante una giusta alimentazione (vegetariana o no) per il
benessere del nostro corpo e soprattutto della nostra mente?
La nostra vera ricerca, in realtà, è per così dire appena iniziata, siamo pronti ad
accogliere il vostro parere. Siamo convinti che c'è ancora tanto da aggiungere...
FONTI (testi e immagini)
http://ec.europa.eu/agriculture/organic/images/standard/ec_organic_192.jpg
http://www.edeka.de/media/edeka-zentrale/ernaehrung/ausgewogeneernaehrung/naehrstoffe-und-ihre-funktionen/fette/edeka-milch-eier-kaese-messer-tisch.jpg
http://www.juvalis-versandapotheke.de/wp-content/uploads/2012/01/500x300xseitantempeh-tofu.jpg.pagespeed.ic.Xl3rpgrnUa.jpg
http://www.curarsialnaturale.it/mangiare-sano-corretta-alimentazione/dieta-vegetarianaequilibrata-10146.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Dieta
http://www.esserevegetariani.it/vegetariani-vegani-crudisti-e-fruttariani.html
http://www.gazzettadelgusto.it/alimentazione-diete/alimentazione-vegetariana/
http://www.piuchepuoi.it/alimentazione/alimentazione-nel-mondo-come-mangiamo/
http://www.medimag.it/servizi/nutrizione-umana/dietologia-nutrizione/programma-dietologicoe-nutrizionale/tipologie-di-diete.html
http://www.fiorigialli.it/dossier/view/1_biononbio/591_quanti-sono-i-vegetariani-nel-mondo
http://www.terranuova.it/Ambiente/L-avanzata-dei-vegetariani-in-Germania
http://www.terranuova.it/Alimentazione-naturale/In-aumento-vegan-e-vegetariani
https://vebu.de/veggie-fakten/entwicklung-in-zahlen/anzahl-veganer-und-vegetarier-indeutschland/
http://www.wateronline.info/2015/04/25/la-diffusione-della-dieta-vegetariana-e-boom-anchein-italia/
http://www.veganhome.it/diventare-vegan/
http://www.airc.it/prevenzione-tumore/alimentazione/dieta-vegetariana/
http://www.elle.it/Bellezza-Beauty/dieta-vegana-dieta-vegetariana-pro-contro
http://www.benessere360.com/immagini/Vitamina_B12_640x480.jpg
Nota Bene: Non sempre, riportando articoli e citazioni, siamo riusciti a dichiararne bene la fonte – in questa
pagina abbiamo cercato di riportare tutti i siti internet visitati. Se ne dovesse mancare qualcuno segnalatecelo e
vogliate scusarci, cercheremo di riparare come possibile al malfatto.
APPENDICE
IN AUMENTO VEGAN E VEGETARIANI
Sono usciti i dati ufficiali dell'Eurispes che attestano una crescita dei cittadini vegan e vegetariani in
Italia. L'8% della popolazione fa a meno di
carne e pesce. La scelta è motivata
soprattutto per ragioni di salute.
Sempre più vegan e vegetariani in Italia.
Secondo il Rapporto Italia 2016
dell'Eurispes, le persone che nel 2015 non
consumano la carne rappresentano l'8%
della popolazione. In particolare, il 7,1% degli
italiani si dichiara vegetariano e il loro
numero è in lieve aumento: infatti negli ultimi
tre anni la quota di vegetariani in Italia è
dapprima diminuito (passando dal 6,5% del 2014 al 5,7% del 2015), poi aumentato di quasi 2 punti
percentuali nel 2016.
La novità è rappresentata dalla percentuale di vegani che, pur essendo una minoranza della
popolazione, appariva in forte calo solo un anno fa (dallo 0,6% del 2014 allo 0,2% del 2015), nel 2016
raggiunge l’1% Sommando le due pratiche, dun ue, si può affermare che l’8% degli italiani segue una
dieta esclusivamente senza carne.
La maggior parte di chi ha risposto di essere vegetariano o vegano è mosso da ragioni che hanno a
che fare con la salute e il benessere: il 46,7%. Il 30%, invece, dalla sensibilità nei confronti degli
animali, mentre poco più del 12% deve la sua scelta alla sensibilità per la tutela ambientale.
(dario scacciavento, 01 febbraio 2016)
ANZAHL DER VEGANER UND VEGETARIER IN DEUTSCHLAND
Dass eine pflanzenbasierte Ernährung immer beliebter wird, beweist die steigende Anzahl der
Veganer und Vegetarier in der Bevölkerung. Der wachsende Trend spiegelt sich auch in der
Entwicklung wider.
Der VEBU geht im Moment (Januar 2015) von rund 7,8 Millionen Vegetariern (rund 10 % der
Bevölkerung) und 900.000 Veganern (1,1 %) in Deutschland aus. Das Institut für Demoskopie
Allensbach (IfD) und das Markt- und Meinungsforschungsinstitut YouGov bestätigen diese
Entwicklung (siehe Grafik weiter unten).
„Der Trend ins Vegetarische ist unaufhaltsam Vielleicht isst in 100 Jahren kein Mensch mehr
Fleisch,“ Helmut Maucher, ehemaliger Generaldirektor von Nestlé
Frühere Erhebungen zeichnen diesen Trend ebenfalls nach
Nach einer Umfrage im Auftrag des Magazins FOCUS ernähren sich bereits 15 % der Befragten ohne
Fleisch und Wurst, 9 % essen keinen Fisch (Focus, Nr. 10, 5.3.2001). Eine Erhebung des Institutes
FORSA ergab die Zahl von mittlerweile 8 % Vegetarier, das sind absolut über 6 Millionen Menschen
(FORSA, Umfrage im Auftrag des Fernsehsenders RTL vom 25.1.2001). Diese Zahl wird durch die
Umfrage im Auftrag des Magazins STERN, die bereits im November 2000 durchgeführt wurde,
gestützt: Danach leben 7,7 % der Befragten vegetarisch (STERN, Nr. 48, 23.11.2000).
Auch eine weitere Befragung bestätigt mit 7,6 % vegetarisch lebender Menschen in etwa diesen Anteil
(Apotheken-Umschau, 1/06). Mehrere Erhebungen im Jahr 2006 zeigen übereinstimmend die weiter
angestiegene Zahl „fleischlos glücklich”
lebender Menschen: Laut dem Magazin
„eve” ernähren sich mittlerweile 9 %
(eve, 5/06, nach Institut Produkt und
Markt), laut NeuePresse.de 9,8 %
(NeuePresse.de, 4.9.2006) und nach
einer Veröffentlichung der
Braunschweiger Zeitung 11 %
(Braunschweiger Zeitung, 14.9.2006,
nach einer Erhebung des STERN) der
Menschen in der Bundesrepublik
vegetarisch. 2011 wurde in der NestléStudie veröffentlicht, dass bereits 8 %
der Bevölkerung vegetarisch leben
würde.
Zum Vergleich: Nach einer Untersuchung der Gesellschaft für Konsumforschung (GfK) in Nürnberg
ernährten sich 1983 nur etwa 0,6 % der Bevölkerung vegetarisch. Die Zahl der vegetarisch lebenden
Menschen hat sich also in etwa 20 Jahren weit mehr als verzehnfacht.
Unterschied der Geschlechter
Die bereits genannte Erhebung von FORSA (Januar 2001) zeigt die geschlechtsspezifischen
Unterschiede auf: 13 % weiblichen Vegetarierinnen stehen 3 % männliche Vegetarier gegenüber.
Laut dem Bundes-Gesundheitssurvey 97/98 ernähren sich 8 % der Frauen und 3 % der Männer
ausschließlich oder überwiegend vegetarisch. Unter den 18- bis 24-jährigen Frauen beträgt dieser
Anteil sogar 16 % (das Robert-Koch-Institut bestätigte 2002 diese Angabe erneut).
Weltweite Verteilung
Die European Vegetarian Union (EVU) geht davon aus, dass sich in Belgien 2 % der Bevölkerung
vegetarisch ernähren sollen, in Österreich 3 % und in der Schweiz 5 %. In den USA werden 4 %
angenommen. Indien
führt mit 20-40 % (also
über 200 Millionen
Vegetarier).
Laut Planet Wissen soll
es weltweit 1 Milliarde
Vegetarier geben.
BUGIE E RISCHI DEGLI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI
(OGM)
Il tema dell’alimentazione - che si tratti di dieta vegetariana o no - è sempre strettamente legato a
quello della sicurezza alimentare.
Con uest’espressione si fa rifermento sia alla disponibilit di cibo sicuro sotto il profilo igienico e
sanitario e sia alla disponibilità di cibo in termini quantitativi e alla possibilità di avere accesso a
sufficienti fonti di sostentamento.
Dalla presenza degli Ogm nei cibi confezionati alle eccessive concentrazioni di pesticidi su frutta e
verdura, dalle carni prodotte con l'ausilio di ormoni e antibiotici ai prodotti tipici regionali, quello della
sicurezza alimentare si presenta come un tema complesso e delicato. Occorre una corretta
informazione per il consumatore, occorre un'azione di controllo che non trascuri nessun passaggio di
filiera, dall'alimentazione degli animali da allevamento - che per garantire qualità e gusto al
consumatore, deve essere obbligatoriamente sana e il più possibile naturale - all'imballaggio che
avvolge il prodotto finito sullo scaffale del supermercato, all'etichetta informativa che deve essere
chiara ed esaustiva.
Gli Ogm hanno conquistato il mercato
Si dice che
Secondo i dati dell’International Service for the Ac uisition of Agri-biotech Applications (ISAAA),
dal 1996 al 2012 nel mondo le superfici coltivate a Ogm sono passate da 1,7 a 180 milioni di
ettari1 pari a circa la met della superficie dell’Europa e 10 Paesi hanno investito più di un
1
milione di ettari in coltivazioni Ogm.
In realtà
La coltivazione di Ogm è molto concentrata tanto che l’85% si trova nel continente Americano e
il 76% solo in 3 Paesi (Stati Uniti, Argentina e Brasile). In Europa, solo 5 Paesi coltivano gli Ogm
per un totale di 129mila ettari pari all’estensione del Comune di Roma), di cui il 90% si trova in
Spagna.
Gli Ogm sono sicuri per la salute dell’uomo
Si dice che
Nonostante la scienza non sia arrivata a un risultato unanime sulla sicurezza dei prodotti
transgenici per la salute dell’uomo, i sostenitori degli Ogm considerano questi prodotti sicuri e i
2
più controllati, tanto che la diffidenza dei consumatori sarebbe immotivata.
In realtà
La scienza non è arrivata a un risultato unanime sui possibili effetti degli Ogm sulla salute
dell’uomo, ma è certo che il trasferimento di geni da una specie all’altra elemento su cui si fonda
la tecnologia transgenica) può generare un processo incontrollabile di mutazioni genetiche.
Infatti, diversi studi hanno segnalato effetti nocivi su cellule e sistemi immunitari di animali.
Gli Ogm non sono una minaccia per la biodiversità
Si dice che
I sostenitori degli Ogm affermano che la tecnologia transgenica è innovativa e non presenta
minacce per gli equilibri ambientali e la biodiversità.
3
In realtà
Il rischio maggiore della coltivazione di piante Ogm è la perdita di biodiversità a causa della
contaminazione di piante selvatiche attraverso l’incrocio e dell’uso di diserbanti che sono
associati alla coltivazione di Ogm e che provocano la moria di insetti e l’in uinamento delle
acque.
Gli Ogm riducono il ricorso a pesticidi
Si dice che:
Le piante trasgeniche in commercio sono state modificate per resistere agli insetti (piante Bt) e,
in larga parte, agli erbicidi. In entrambi i casi, i vantaggi dovrebbero essere la riduzione dell’uso
di sostanze chimiche di sintesi e l’aumento delle produzioni
4
In realtà
La coltivazione di piante transgeniche comporta l’aumento dell’uso di pesticidi per almeno due
motivi: le piante transgeniche Bt possono determinare lo sviluppo di resistenze alle tossine
transgeniche da parte degli insetti invalidando i benefici della tecnologia Bt e provocando il
ricorso ad altri pesticidi; la resistenza agli erbicidi può essere trasmessa a specie infestanti con
l’effetto che sar necessario impiegare più e diversi pesticidi
Gli Ogm sono un vantaggio per l’agricoltura
Si dice che
I sostenitori degli Ogm sostengono che una pianta transgenica si adatta meglio ai cambiamenti
climatici, all’innalzamento delle temperature, alla riduzione della disponibilità di acqua e ai
processi di desertificazione Per uesti motivi gli Ogm sono una risorsa utile per l’agroalimentare
5
e migliorare le rese produttive.
In realtà
Alcuni agricoltori americani hanno dichiarato di essersi pentiti di aver coltivato Ogm, perché
hanno ottenuto danni economici e nessun miglioramento produttivo L’introduzione di colture
Ogm non solo non aumentano le rese produttive ma è un rischio economico per le agricolture di
qualità che, come quella italiana, si basano sulle varietà e le tipicità locali.
Gli Ogm non sono un limite per le agricolture locali
Si dice che
Le sementi Ogm non si trovano in natura e sono brevetti di proprietà di alcune multinazionali
(Monsanto, Basf, Bayer, Syngenta, Pioneer). Ciononostante, si sostiene che questa tecnologia
sia innovativa e soprattutto accessibile a tutti, tanto da integrarsi bene con le economie locali, le
coltivazioni tipiche, al punto di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e dei piccoli
6
imprenditori anche nei paesi in via di sviluppo.
In realtà
Le multinazionali detentrici dei brevetti sui semi transgenici hanno il diritto di rivalersi su qualsiasi
agricoltore che coltivi piante che, anche accidentalmente, sono contaminate da materiale
transgenico. In Argentina e Brasile la soia Ogm ha rimpiazzato le produzioni locali (patate, mais,
grano e miglio) con gravi perdite per la biodiversità locale. In India, a causa del crollo del prezzo
del cotone Ogm, ci sono stati decine di migliaia di suicidi tra i piccoli agricoltori incapaci di far
fronte ai debiti.
Gli Ogm sono una soluzione al problema della fame nel mondo.
Si dice che
Considerando l’aumento della popolazione mondiale che, secondo la FAO, superer i 9 miliardi
di persone nel 2050, le piante transgeniche possono contribuire a risolvere il problema della
fame nel mondo perché possono essere coltivate ovunque, anche in condizioni cliamatiche
7
avverse, per esempio nei paesi poveri.
In realtà
Nonostante le piante Ogm siano sul mercato da oltre 10 anni non hanno contribuito a risolvere il
problema della fame che, infatti, colpisce 900 milioni di persone. Il problema non è la mancanza
di cibo, semmai una più equa distribuzione delle risorse. Infatti, mentre continua a salire il
numero di persone obese (pari a 1,5 miliardi di persone), 1/3 di tutto il cibo prodotto e destinato
al consumo umano finiscono nella spazzatura.
I consumatori si fidano abbastanza degli Ogm
Si dice che
C’è chi ritiene che i consumatori non sono decisamente contrari agli Ogm e che, eventualemnte,
esiste un atteggiamento di poca fiducia dei consumatori rispetto agli Ogm, perché è la
8
conseguenza di un’informazione poco approfondita.
In realtà
Il 90% di italiani ed europei dichiarano di predilegere il biologico perché è Ogm-free. Otto
consumatori su dieci preferiscono il biologico perché è privo di Ogm e di pesticidi. È quanto
emerge da una consultazione pubblica promossa dalla Commissione Europea all’Agricoltura nel
2013.
Dire di no agli Ogm è dire no alla ricerca
Si dice che
Secondo i sostenitori del transgenico, il no agli Ogm vuol dire ostacolare il progresso
tecnologico. Il principio di precauzione, pur tutelando la salute dell’uomo e dell’ambiente da
eventuali rischi connessi all’uso di
uesti prodotti, limita la possibilit
di sperimentare su uno
stesso territorio la coltivazione e la coesistenza tra piante Ogm, biologiche e convenzionali.
9
In realtà
Dire di no agli Ogm significa incentivare la ricerca per raggiungere risultati affidabili sull’efficacia
produttiva e la sicurezza degli Ogm e diffondere informazioni più corrette a partire dalla
distinzione tra due termini: con transgenico si intende una tecnologia che permette il
trasferimento artificiale di geni e nuove funzioni da un organismo ad un altro, non appartenente
alla stessa specie. Con miglioramento genetico si indica l’incrocio fra individui della stessa
specie che hanno gli stessi geni e le stesse funzioni ed è una tecnologia molto diffusa in
agricoltura.
La coesistenza tra ogm, biologico e convenzionale è possibile
Si dice che
Secondo i sostenitori del transgenico è possibile far convivere produzioni ogm, convenzionali e
biologiche, senza che si verifichino problemi di contaminazioni tra colture diverse, la perdita di
biodiversità, la contaminazione del suolo, oltre ai possibili danni economici per la
10
contaminazione accidentale di produzioni confinanti.
In realtà
La coesistenza tra piante ogm, convenzionali e biologiche non è possibile perché non si può
escludere il rischio di inquinamento genetico e, quindi, il danno economico per i produttori non
ogm e la perdita di biodiversità. Casi di contaminazione sono stati rintracciati anche nell’ultima
indagine del Corpo Forestale dello Stato, in Friuli Venezia Giulia, dove è stato coltivato mais
Ogm in barba ai divieti della legislazione.
I RADICALI LIBERI
La prima teoria sui radicali liberi e sul loro influsso sul corpo umano fu avanzata nel 1956 dallo
studioso Denham Harman. Ulteriori studi confermarono che effettivamente i radicali liberi svolgono
una pericolosa azione ossidante, che va ad influire su quasi tutti i costituenti dell’organismo In
particolare vengono colpiti il patrimonio genetico, cioè il DNA, e i mitocondri.
I radicali liberi sono molecole che contribuiscono all’invecchiamento delle cellule Essi sono un
prodotto naturale del nostro metabolismo, ma vengono tenuti a freno, vengono equilibrati, dai sistemi
antiossidanti presenti nel corpo.
Uno squilibrio a favore dei radicali liberi provoca l'acutizzarsi di malattie del sistema immunitario,
l'arteriosclerosi, i morbi di Parkinson e di Alzheimer, ma anche ad esempio l'invecchiamento della
pelle.
La difesa naturale del corpo contro i radicali liberi è la produzione di sostanze antiossidanti, cioè di
sostanze chimiche che rallentano e prevengono l’ossidazione, come per esempio le vitamine A, B e C,
ma anche tante altre.
Nel corpo umano il radicale libero viene prodotto dopo una reazione chimica e la sua molecola viene
messa in circolazione con almeno un elettrone spaiato. Questa incompletezza rende il radicale libero
molto instabile e reattivo: esso si metterà subito alla ricerca della stabilità, che potrà raggiungere solo
"aggredendo" una molecola stabile. Nel nostro corpo queste molecole instabili danneggiano
gravemente le cellule.
I radicali liberi hanno però un'azione negativa solo quando sono troppi, cioè il sistema antiossidante
del corpo è "sovraccaricato" e non riesce più a controllarli.
Il problema, quindi, è fare in modo che non se ne formino di più di quanto la natura ha previsto. Ma se
la formazione dei radicali liberi è un processo naturale dovuto al normale processo metabolico, quali
sono allora le cause di un loro eccesso di produzione? Sono tante, ma per lo più legate agli abusi
alimentari, al consumo di droghe e alla vita moderna legata al consumismo: alcool, fumo di sigarette,
farmaci, fumi di scarico nell'aria, pesticidi negli alimenti, spray vari, stress emozionali, radiazioni...
Una delle cause di produzione in eccesso di radicali liberi e che purtroppo viene presa poco sul serio è
il fumo: pensate, un solo tiro di sigaretta sprigiona nel nostro corpo circa 100 bilioni di radicali liberi!
Non è un caso che l’invecchiamento cutaneo, che di per se è un processo naturale degli esseri viventi,
in un fumatore sia molto più veloce: un fumatore comune a 40 anni sembra essere cinque fino a otto
anni più vecchio di un non fumatore.
Quando il derma, con l'avanzare dell'età, inizia a produrre sempre meno collagene ed elastina, si ha il
cedimento della pelle. Il collagene è la principale proteina del tessuto connettivo, che rappresenta
circa il 6% del peso corporeo umano, l'elastina è invece una sostanza che rende elastici i legamenti e
la parete dei vasi arteriosi.
La conseguenza è che l'elasticità della pelle diminuisce e si formano le rughe.
Nell’uomo la pelle ha un processo di rigenerazione, ma uesto con l’avanzamento dell’et diventa un
ciclo sempre più lungo.
Fin qui si tratta del normale invecchiamento della pelle, un processo biologico previsto dalla natura.
Ma tale invecchiamento viene influenzato anche da fenomeni esterni come l’eccesiva esposizione ai
raggi infrarossi e alle lampade abbronzanti o, appunto da fenomeni interni come l'eccesso di radicali
liberi nel corpo.
Ma come possiamo evitare una produzione eccessiva di radicali liberi nel nostro corpo? Una via esiste
ed è alla portata di tutti: basta evitare assolutamente il consumo di droghe come il tabacco, limitare il
consumo di alcool (un bicchiere di buon vino non è peccato) e praticare un sana ed equilibrata
alimentazione.
Per esempio, seguire la dieta mediterranea - prevalentemente vegetariana - è un ottimo mezzo per
prevenire l’invecchiamento precoce del nostro corpo In Italia, nel 2012, la Coldiretti ha fatto uno studio
sull'alimentazione con prodotti biologici italiani e alla fine ha raggiunto dei risultati molto interessanti
e... da far venire l'acquolina in bocca! Di seguito potrete leggere quattro ricette buonissime (però non
tutte vegetariane , che oltretutto rallentano il ciclo dell’invecchiamento cutaneo
Però prima di passare alle ricette, e per poterle "leggere" meglio, dovremo definire cos'è l'ORAC.
ORAC è l'acronimo di Oxygen radical absorbance capacity, capacità di assorbimento dell'ossigeno
radicale, ovvero l'unità di misura della forza antiossidante di un alimento. La dose consigliata per una
persona adulta è di 5000 ORAC al giorno, ma naturalmente la quantità può aumentare a seconda del
peso corporeo e della presenza o meno di malattie - e naturalmente parliamo di persone che non
fumano, non bevono smoderatamente e che si nutrono in modo equilibrato.
Se prendiamo in considerazione questa unità di misura, vediamo che molti cibi possono ridurre la
formazione di radicali liberi, e quindi rallentare il processo di invecchiamento. Ecco per esempio 10
alimenti che frenano il rischio di invecchiamento:
 Carciofi (un pezzo conta 9.828 ORAC)
 Succo di uva rossa (un bicchiere conta 5.216 ORAC)
 Mirtilli (una tazza conta 3.480 ORAC)
 Pere (un pezzo conta 3.000 ORAC)
 Melanzane (un pezzo conta 2.463 ORAC)
 Peperone rosso (un pezzo conta 2.463 ORAC)
 Spinaci cotti con olio d’oliva una porzione conta 2 042 ORAC
 Cipolle rosse (una porzione conta 1.900 ORAC)
 Prezzemolo fresco (2 g contano 1.473 ORAC)
 Kiwi (un pezzo conta 1.220 ORAC)
Ed eccoci, per finire, alle proposte della Coldiretti per mangiare bene, sano e senza rinunciare ai
sapori ed agli odori della buona cucina.
Due combinazioni di alimenti da poter mettere insieme a scelta:
Per i primi:
- Riso integrale con polpettine di ceci (contiene 24.000 ORAC)
- Pasta con salsa di pomodori e carciofi (contiene 23.000 ORAC)
Per i secondi:
- Scaloppina di maiale in salsa di cipolle rosse (contiene 2.500 ORAC)
- Straccetti di pollo con verdure miste (conta 2.000 ORAC)
- Crema di pomodori e cipolle (conta 1.500 ORAC)
Per i contorni:
- Spinaci cotti in padella (contano 4.500 ORAC)
- Tartare di verdure (conta 3.000 ORAC)
Per il dessert:
-Crostata di ricotta e prugne fresche (conta 8.000 ORAC)
Questi sono solo alcuni esempi, ma di possibilità golose per ridurre l’invecchiamento precoce ce ne
sono tante altre.
Va ricordato, comunque, che se alla base di una vita sana ci sono le buone abitudini alimentari, il
miglior compendio lo da il movimento, al quale non bisognerebbe mai rinunciare.