La dura vita di una dirigente - INTERVISTA PRESIDE

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Transcript La dura vita di una dirigente - INTERVISTA PRESIDE

Cosa fa il capo di un Istituto Comprensivo?
INCONTRO RAVVICINATO CON MARIA STEFANIA TURCO
Giovedì 7 Aprile, dopo averle scritto una mail, abbiamo organizzato nella nostra aula un
appuntamento con la nuova e giovane preside dell’Istituto Comprensivo “Sandro Pertini” di
Milano, Maria Stefania Turco.
Le abbiamo fatto una serie di domande sul suo lavoro e sulla sua vita perché eravamo
curiosi di conoscerla più da vicino.
QUALI STUDI HA FATTO?
Ho iniziato con la scuola primaria che prima veniva chiamata elementare, le medie ed ho
frequentato il liceo classico; mi sono laureata in scienze naturali all’università; poi ho
iniziato a lavorare come insegnante.
COSA FA UNA DIRIGENTE SCOLASTICA?
Pensa a voi alunni: è come avere tanti figli di varie età. Poi ci sono anche bambini in
ospedale e quindi devo pensare che non vi manchi niente. Gli insegnanti devono essere
bravi e preparati e devono rispettare il vostro diritto a studiare e imparare.
QUALI SONO LE SUE MANSIONI PRINCIPALI?
Una giornata tipica inizia quando arrivo in ufficio e guardo la posta che arriva dal comune,
dalle associazioni, dai docenti. Dopo di che, c’è tutta una parte burocratica: sbrigare
documenti, partecipare a incontri ma la parte che mi piace di più è andare a fare le
supplenze.
COSA VORREBBE CHE A SCUOLA VENISSE INSEGNATO?
Vorrei che imparassero ad affrontare tutte le difficoltà della vita; la cosa fondamentale che
la scuola dovrebbe trasmettere secondo me sono gli strumenti per affrontare quello che
ogni giorno la vita vi mette davanti. Ad esempio imparando la matematica, riuscirete a fare
i calcoli per la spesa, a non farvi fregare dalla gente; imparando a scrivere bene, riuscirete
a farvi valere così nessuno vi potrà prendere in giro e se guarderete un telegiornale avrete
modo di capire di cosa si sta parlando.
COME VORREBBE I SUOI ALUNNI E I SUOI DOCENTI?
I miei alunni li vorrei in gamba, vorrei incontrarli per strada da adulti e dire che quello era
“un alunno della mia scuola”, essere riconosciuta e sentirmi fiera di quello che sono
diventati indipendentemente da quello che sapranno fare. Invece vorrei che i miei
insegnanti si dedichino al proprio lavoro con passione, perché solo così si trasmette
felicità; l’unica ricompensa che arriva al docente non esiste. Non c’è ricompensa
monetaria per ripagare quello che loro fanno. La soddisfazione vera è vedervi imparare,
vedervi andare avanti e dire “ok c’è l’ ho fatta” sono riuscita a trasmettere quello che
volevo insegnare: anche se è dura.
PERCHÉ HA DECISO DI FARE QUESTO MESTIRERE?
La motivazione che mi ha spinta è stata quella che da docente, tante cose nella scuola
non mi piacevano e non potevo cambiarle. Se divento dirigente forse riesco in quella
scuola a far passare un pensiero, condividerlo con gli altri e insieme cambiare un po’ di
cose in positivo ed è l’unica motivazione che mi ha spinto a farlo.
COME CI SI DIVENTA?
Prima di tutto bisogna prendere una laurea; il primo passo è fare l’insegnante, poi si fa un
concorso pubblico: i requisiti sono avere almeno cinque anni di insegnamento di ruolo
dopo di che si fa tutta una selezione. Io ho fatto: due prove scritte, un esame orale, dei
tirocini e ancora oggi studio per fare la dirigente, è come fare la docente; che sono due
mestieri di cui non si smette mai di studiare.
COSA LE PIACE FARE NEL TEMPO LIBERO?
Da quando sono diventata dirigente il tempo libero si è ridotto molto; prima mi piaceva
molto lavorare a maglia: maglioni, sciarpe; mi rilassava. Adesso il tempo non c’ è l’ ho più
perché ho un figlio e una casa; quando posso, però, mi piace molto camminare.
LE PIACE QUESTO LAVORO?
“A giorni alterni”: ad esempio mi piace quando posso conoscere molte altre persone,
perché prima ero confinata solo con i ragazzi della mia classe; se penso però al carico di
lavoro, allora mi impressiono perché non ho più orari. So quando vengo a lavorare ma non
so quando tornerò a casa e quindi ci sono i pro e i contro. L’obiettivo è sempre quello:
voler cambiare le cose.
DA PICCOLA COSA VOLEVA FARE?
Tutto tranne l’insegnante, perché mia mamma era un’insegnante e mi ripeteva sempre di
fare questo lavoro, poiché un tempo l’orario era migliore e mi sarei potuta dedicare alla
famiglia. Io invece avrei scelto tutto tranne questo. Finche’ mi sono laureata in scienze
naturali. Io volevo fare la ricercatrice marina, tanto che ho preso il brevetto subacqueo e
dovevo andare in Sardegna per iniziare a fare ricerche sui delfini. Intanto che aspettavo
che mi chiamassero, mi é capitato di fare una supplenza in un liceo linguistico; ho iniziato
a lavorare e non ho più cambiato perché questo lavoro “mi è entrato nel sangue”.
POI L’ HANNO CHIAMATA PER IL LAVORO CHE DOVEVA FARE IN SARDEGNA?
Non ci ho più pensato, ho abbandonato subito quella strada.
COSA LE PIACE FARE CON SUO FIGLIO?
Mio figlio ha 13 anni e fa la terza media. Visto che gli piace mangiare giapponese,
abbiamo fatto un patto. Ogni tanto andiamo a mangiare insieme e quello è un momento in
cui io e lui parliamo un po’ di più , un momento nostro.
SE POTESSE TORNARE INDIETRO CAMBIEREBBE QUALCOSA?
No, chi fa questo lavoro lo fa per passione, altrimenti ha sbagliato tutto nella vita. Il mio
stipendio non ripaga i sacrifici di un’ insegnante. In questo lavoro si lavora tanto a casa, si
ricerca sempre per farvi fare cose nuove, si danno anche gratuitamente tante ore in più
alla scuola. Sono contenta delle scelte fatte, anche se non era quello che avrei fatto da
piccola.
A QUESTO PUNTO LA DIRIGENTE FA UNA DOMANDA ALLA CLASSE: COSA NE
PENSATE DELLA VOSTRA DIRIGENTE?
Sei gentile e hai tanta passione. Da quanto ci hai detto, abbiamo capito scelte sono state
fatte seguendo il cuore. Fare un lavoro che piace è una fortuna: nella vita si può cambiare,
qualsiasi cosa fatela con passione, sviluppate un senso critico, chiedete sempre quando
non capite qualcosa perché la conoscenza porta lontano.
ALLE ELEMENTARI QUALE MATERIA TI PIACEVA DI PIU’?
Matematica, poi non so perché ho scelto il liceo classico, però da adolescente sono
tornata sulle materie scientifiche.
Questo incontro è stato per noi emozionante; la dirigente si è dimostrata amichevole e
gentile ed ha risposto immediatamente al nostro invito. Si è seduta in mezzo a noi ed ha
apprezzato la merendina che le abbiamo offerto: una rossissima spremuta d’ arancia e un
dolcetto.
Alla fine dell’ incontro abbiamo posato con lei in una foto ricordo scattataci dal maestro.
GIADA , ALLISON,GABRIELE E FILIPPO