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CAPITOLO 6
-Mercato del lavoro
- Disoccupazione
Il modello macroeconomico
Componenti
 La produzione di beni e servizi:
 Produzione di beni e servizi (reddito)
 Domanda e offerta di fattori produttivi (capitale e lavoro)
 Prezzi dei fattori e distribuzione del reddito

La domanda di beni e servizi



Le componenti della spesa aggregata (C, I, G)
Domanda di fondi mutuabili (per gli investimenti)
Determinazione dell’equilibrio


Mercati di fattori produttivi e produzione
Mercato finanziario: i fondi mutuabili
Capitolo 3: Il reddito nazionale:
da dove viene e dove va
Il reddito
Come viene distribuito tra i diversi fattori?
I fattori di produzione sono remunerati sulla base dei loro
prezzi di mercato.
I prezzi dei fattori rappresentano il pagamento per l’uso
di una unità di fattore
 Il salario è il prezzo pagato per l’uso del lavoro L.
 La rendita del capitale è il prezzo pagato per l’uso
del K.
Capitolo 3: Il reddito nazionale:
da dove viene e dove va
I prezzi dei fattori
Notazione
I prezzi nominali
W = salario (nominale)
R = rendita del capitale
P = prezzo del prodotto
I prezzi reali:
W /P
= salario reale
(misurato in unità di prodotto)
R /P
= rendita reale del capitale
(misurata in unità di prodotto)
Capitolo 3: Il reddito nazionale:
da dove viene e dove va
Domanda di fattori
Il lavoro
Idea: Una impresa richiede unità di lavoro fino al punto in cui il costo
marginale è pari al beneficio marginale. In particolare:
 Costo = salario reale
 Beneficio = produttività del lavoro
Dal punto di vista della singola impresa il salario è dato (dipende dal
mercato), ma la produttività del lavoro dipende da quanto fattore
si sta usando nella produzione.
Capitolo 3: Il reddito nazionale:
da dove viene e dove va
La funzione di produzione
La funzione di Produzione viene indicata con Y = F (K,
L)
Rappresenta la Tecnologia disponibile per trasformare
capitale e lavoro in beni e servizi
Indica quanta produzione Y si ottiene da K unità di
capitale e L unità di lavoro dato il livello della
tecnologia produttiva disponibile in un dato
momento
I ESERCITAZIONE
6
Cobb-Douglas (appendice cap. III)
Proprietà:
generare quote distributive costanti
del reddito, quando i fattori di produzione
sono remunerati alle loro produttività
marginali
PMKxK = αY; PMLxL = (1-α)Y
0<α<1
soddisfatta da una particolare funzione di produzione.
A>0 è un parametro che misura la produttività della tecnologia
disponibile.
Y  F(K,L)  AK L(1- )
7
I ESERCITAZIONE
RENDIMENTI di SCALA
I rendimenti di scala indicano qual è l’effetto sulla produzione
totale di un aumento equiproporzionale di tutti i fattori
produttivi.
Consideriamo un livello di capitale iniziale K1 ed un livello di lavoro L1 .
La produzione è data da: Y1 = F (K1 , L1)
Moltiplichiamo tutti i fattori per un numero x:
Ovvero K2 = xK1 e L2 = xL1
(se x = 1,5 allora tutti i fattori sono aumentati del 50%)
8
I ESERCITAZIONE
continua
Di quanto aumenta la produzione totale rispetto all’aumento dei
fattori?
(ovvero aumenta di più o di meno del 50%?)
I rendimenti di scala sono:
 Costanti se Y2 = xY1
 Crescenti se Y2 > xY1
 Decrescenti se Y2 < xY1
Ovvero sono costanti se l’aumento della produzione è uguale a quello dei
fattori (crescenti e decrescenti se invece è superiore o inferiore)
9
I ESERCITAZIONE
Cobb-Douglas e R.C.S.
Dimostriamo che la Funzione Cobb-Douglas ha
Rendimenti Costanti di Scala
α = ½ ; 1-α = ½
K =100; L =100; A =2
Y = 2x1001/2 x1001/2 = 2x10x10 = 200
K2 =9x100=900 = 9K ; L2 =9x100=900 = 9L
Y2 = 2x30x30 = 1800 = 9x200 =9Y
10
I ESERCITAZIONE
La produttività marginale del lavoro
Quanta Produzione è ottenibile utilizzando un’unità di Lavoro?
Definizione:
La produttività Marginale del lavoro è la quantità di prodotto ottenibile con
un unità aggiuntiva di lavoro (data la quantità di capitale):
PML = F (K, L +1) – F (K, L)
I ESERCITAZIONE
11
La produttività marginale del lavoro
Quanta Produzione è ottenibile utilizzando un’unità di Lavoro?
Y
Produzione
PML
1
PML
1
1
PML
La PML cala se la quantità di
lavoro impiegato cresce
La Pendenza della Funzione di
Produzione è la Produttività
Marginale del lavoro
Lavoro
ESERCITAZIONE I
L
12
La produttività marginale del lavoro è decrescente
La produttività marginale di un fattore decresce al crescere
delle quantità di fattore utilizzate (date tutte le altre
variabili).
Intuizione:
Se K è costante ma L cresce:
Meno impianti disponibili per ogni lavoratore
Minore produttività
Capitolo 3: Il reddito nazionale:
da dove viene e dove va

Mercato del lavoro
Domanda e offerta di lavoro
L’offerta di lavoro è costante e pari a
Il salario (prezzo di equilibrio) è quindi determinato dalla
domanda
L
PML
Salario
L’uguaglianza tra domanda e offerta
determina il salario reale di equilibrio
L’offerta di lavoro è costante e pari a
tutto il lavoro disponibile nell’economia
W/P
La PML è la curva di domanda
di lavoro
LD = PML
LO  L
Capitolo 3: Il reddito nazionale:
da dove viene e dove va
L
Esercizio 2
Fate il grafico del mercato del lavoro. Ipotizzate,
dunque, una riduzione della produttività marginale del
lavoro:
a) Mostrate graficamente come si sposta la curva di domanda
di lavoro. Come variano occupazione, disoccupazione e
salario reale se il mercato del lavoro tende sempre
all’equilibrio?
b) Cosa succederebbe se i sindacati impedissero ai salari reali
di aggiustarsi liberamente?
c) Esistono a vostro parere altre ragioni per cui si potrebbe
giungere allo stesso risultato?
I ESERCITAZIONE
15
Soluzione
a) Condizione di equilibrio: PML = W/P,
dopo ΔPML, PML’=(W/P)’
Salario
W/P
LD=PML
(W/P)’
LD’=PML’
L
I ESERCITAZIONE
L
16
Continua
a) Se la PML diminuisce, perché il mercato del lavoro
rimanga in equilibrio è necessario che il salario reale
diminuisca.
Nel nuovo equilibrio, il numero degli occupati non
cambia, perché l’offerta di lavoro è fissa, ma ora gli
occupati percepiranno un salario reale più basso.
Anche la disoccupazione non varia se i salari reali
sono liberi di aggiustarsi.
I ESERCITAZIONE
17
Continua
b) Condizione di equilibrio non rispettata: PML’ ≠ W/P
Salario
Disoccupazione
W/
P
LD=PML
LD’=PML’’
L’
I ESERCITAZIONE
L
L
18
Continua
b) Se i sindacati impediscono al salario reale di
aggiustarsi si genera disoccupazione, perché in
corrispondenza del valore iniziale di W/P la nuova
domanda di lavoro è inferiore all’offerta e solo L’
lavoratori potranno restare impiegati. I disoccupati
aumenteranno in misura pari a (L-L’).
I ESERCITAZIONE
19
Continua
c) Ogni altro tipo di politica o fenomeno che generi rigidità
dei salari nell’aggiustarsi al loro livello di equilibrio
produrrà gli stessi risultati. Ad esempio, secondo la teoria
dei salari di efficienza è possibile che siano le imprese
stesse a decidere di pagare salari superiori a quelli di
equilibrio per evitare di perdere i lavoratori migliori, per
ridurre il turnover e/o i costi di formazione del nuovo
personale, ecc.
I ESERCITAZIONE
20
Esercizio 3 (CAP.6)
-
Fate il grafico del mercato del lavoro (occhio agli assi!!) e
riportate la curva di offerta e di domanda di lavoro.
Da dove deriva la curva di domanda di lavoro?
-
Il mercato è in equilibrio competitivo: come cambia la
disoccupazione se il salario reale prevalente sul mercato
viene fissato dal governo come salario minimo?
-
Supponete ora che uno shock tecnologico aumenti la
produttività del lavoro: come cambia in questo caso la
disoccupazione? Commentate. (cap.6)
ESERCITAZIONE II
21
Soluzione
1) L’offerta di lavoro è fissa.
W/P
LO  L
ESERCITAZIONE II
L
22
Soluzione
1)
Le imprese domandano lavoro per massimizzare i loro profitti:
π = PY – WL – RK,
Dove W e R rappresentano rispettivamente il costo dei fattori di
produzione lavoro e capitale. La variazione del profitto all’aumentare del lavoro
è Δπ = PxPML – W .
Se la condizione PMLxP = W (che implica Δπ=0, no profitti), o PML = W/P è rispettata le
imprese non avranno più convenienza ad aumentare ulteriormente la domanda di
lavoro e il mercato del lavoro sarà in equilibrio
Equilibrio nel mercato del lavoro: (W/P)* =PML
La produttività marginale del lavoro identifica perciò la curva di domanda di lavoro.
ESERCITAZIONE II
23
Soluzione
1)
W/P
Wmin.= (W/P)*
LD=PML
LO  L
ESERCITAZIONE II
L
24
Continua
2) Se il sindacato fissa il salario minimo pari a (W/P)*, il
valore del salario reale che pone in equilibrio il mercato del
lavoro, non ci saranno effetti sulla disoccupazione.
Il mercato del lavoro, infatti, si manterrà in equilibrio in
corrispondenza dell’ammontare di offerta di lavoro di pieno
impiego.
ESERCITAZIONE II
25
Commento
3)
W/P
(W/P)’
(W/P)*
L’D=PML’
LD=PML
LO  L
ESERCITAZIONE II
L
26
Continua
3) Se la PML aumenta, a parità di lavoro impiegato ora le
imprese saranno in grado di produrre di più. La curva di
domanda di lavoro si sposta verso l’alto.
Di conseguenza riusciranno ad ottenere lo stesso
ammontare di profitti imponendo prezzi inferiori.
Il salario reale di equilibrio aumenta. Ancora una volta non
ci saranno effetti sulla disoccupazione, perché il livello di
salario minimo imposto dal sindacato è inferiore a quello di
equilibrio. Il salario reale degli occupati però sarà più alto.
ESERCITAZIONE II
27
Esercizio 4:

1)
2)
Fate il grafico del mercato del lavoro con le curve di
domanda ed offerta.
Se il salario è fissato ad un livello superiore a quello
di equilibrio allora osserveremo disoccupazione:
Identificatela graficamente. E’ strutturale o
frizionale?
Commentate e fornite un esempio di fenomeno che
possa spiegare l’osservazione di un salario superiore
a quello di equilibrio.
ESERCITAZIONE II
28
Soluzione
1)
v. es.3: L’offerta di lavoro è fissa
La domanda di lavoro diminuisce all’aumentare di L
W/P
(W/P)*
LD=PML
LO  L
ESERCITAZIONE II
L
29
Continua
2)
Disoccupati = Lo - L
Disoccupazione
W/P
(W/P)’
(W/P)*
LD=PML
L LO  L
ESERCITAZIONE II
L
30
Continua
2) La disoccupazione è strutturale deriva da una rigidità dei
salari ed è quindi di lungo periodo.
3) Per esempio potrebbe essere provocata dall’azione dei
sindacati che riescono ad imporre in sede di contrattazione
un salario superiore a quello di equilibrio (> PML).
ESERCITAZIONE II
31
Multiple choice: cap. 6

L'imposizione di un salario minimo crea disoccupazione strutturale se
a)
E' inferiore al salario di equilibrio competitivo, market clearing.
b)
E' superiore al salario di equilibrio competitivo, market clearing.
c)
sempre
d)
Mai
Sol. b

Se il tasso di occupazione è pari a o = 0,10 ed il tasso di separazione è pari a
s = 0,05. Qual è la frazione di occupati in stato stazionario?
½
0
2/3
¼
1/3
a)
b)
c)
d)
e)
Sol. c (la frazione di
occupati è II
pari a: o/(s+o)
ESERCITAZIONE
32
Multiple choice

a)
b)
c)
d)
e)
Sol. c
L’introduzione di un sussidio di disoccupazione:
Riduce la disoccupazione strutturale.
Introduce un salario minimo superiore a quello di equilibrio.
Aumenta la disoccupazione frizionale.
Aumenta la domanda di lavoro per qualsiasi livello di salario.
Porta ad un aumento della produzione.

Considerate un’economia con una forza lavoro costante pari a L. Indichiamo con D il
numero dei disoccupati e con O il numero di occupati. Sia s=0,15 (15%) il tasso di
separazione della forza lavoro e o=0,35 (35%) il tasso di ottenimento del lavoro.
Qual’è il tasso di disoccupazione naturale D/L (detto anche di stato stazionario)?
0
0,15 quindi 15%
0,30 quindi 30%
0,35 quindi 35%
0,50 quindi 50%
a)
b)
c)
d)
e)
Sol. c
ESERCITAZIONE II
33
Multiple choice

Se il tasso di ottenimento del lavoro o=0,27 ed il
tasso di separazione dal lavoro s=0,03, a quanto
ammonta il tasso di disoccupazione di stato
stazionario?
a) 0
b) 10%
c) 0,15
d) 0,3
D/L = s/(o+s) = 0.03/(0.27+0.03) = 0.1
Sol. b
ESERCITAZIONE II
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Esempi di domande aperte per l’esame
 Dare le seguenti definizioni:
Che cos’è la disoccupazione frizionale?
 Fate un esempio di una politica economica che ha
l’effetto di ridurla e un esempio di una politica
economica che ha l’effetto di aumentarla
ESERCITAZIONE II
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Svolgimento (esempio)
 La disoccupazione frizionale è disoccupazione di breve periodo, causata dal
tempo necessario perché domanda e offerta di lavoro si incontrino. E’ il tempo
necessario affinché un lavoratore che entra per la prima volta sul mercato del
lavoro o che ha perso il lavoro trovi una nuova occupazione, sia perché in
generale i lavoratori hanno competenze e preferenze diverse, sia perché l’
informazione sulle occupazioni vacanti non è perfetta. Inoltre la mobilità
geografica dei lavoratori non è un processo immediato e nelle economie
moderne gli spostamenti intersettoriali dei processi produttivi inducono una
frequente variazione della domanda di lavoro tra settori diversi. Per tutti questi
motivi un certo ammontare di disoccupazione frizionale è sempre presente
all’interno dell’economia.
 Una politica pubblica volta alla riqualificazione dei lavoratori con
competenze obsolete o specifiche per settori ormai in crisi può far diminuire la
disoccupazione frizionale, mentre una politica che aumenti i sussidi di
disoccupazione o la durata del periodo in cui un disoccupato può percepire tale
sussidio tende a far aumentare la disoccupazione frizionale, perché riduce gli
incentivi a trovare rapidamente un nuovo lavoro.
ESERCITAZIONE II
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Definizioni
1) Date una definizione di disoccupazione
frizionale e di disoccupazione strutturale.
2) Quale delle due disoccupazione può cambiare
in seguito all’introduzione di una legge che
introduce un salario minimo garantito?
3) Che cos’è l’isteresi?
ESERCITAZIONE II
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Definizioni (esempi)
1) La disoccupazione frizionale è dovuta al fatto che perché un
lavoratore trovi un’occupazione è necessario del tempo. Le
caratteristiche dei lavoratori, in termini di preferenze e qualità
professionali, da un lato, e dei posti di lavoro, in termini di
localizzazione geografica e settoriale, dall’altro rendono difficile un
incontro immediato tra chi offre e chi domanda lavoro.
La disoccupazione strutturale invece, a differenza della
precedente, è un fenomeno di lungo periodo. E’ causata dalla
rigidità dei salari e dal razionamento dei posti di lavoro. In questi
casi l’offerta di lavoro è superiore alla domanda.
ESERCITAZIONE II
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Definizione (esempi)
2) L’introduzione di un salario minimo garantito potrebbe far aumentare la
disoccupazione strutturale se il livello di salario fissato fosse al di sopra di
quello di mercato, perché determinerebbe una rigidità dei salari ad
aggiustarsi al loro valore di equilibrio.
3) L’isteresi è un fenomeno che identifica l’effetto della storia nella
determinazione del tasso di disoccupazione. Shock negativi possono far
crescere il tasso di disoccupazione naturale e questo può diventare un
fenomeno persistente. Tra le cause possiamo individuare la perdita di
capitale umano conseguente ad un lungo periodo di disoccupazione: la
produttività dei disoccupati si deteriora con il tempo e trovare un altro
lavoro può risultare molto difficile alla fine di un periodo di recessione
ESERCITAZIONE II
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