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Venerdì 13 Maggio 2016
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Renzi si illude se spera di trarre vantaggio dalla loro approvazione. Lo dice Nicola Piepoli
Unioni civili, non spostano voti
È la situazione economica che modifica il consenso
DI
PIETRO VERNEZZI
«L’
approvazione
della legge sulle unioni civili
non fa guadagnare consensi a Renzi perché
gli italiani decidono chi votare
soltanto sulla base della situazione economica». Lo afferma
Nicola Piepoli, presidente e
fondatore dell’Istituto Piepoli,
che aggiunge due dati importanti. Da un lato il Pd, nella
rilevazione effettuata lunedì
e pubblicata mercoledì, resta
fermo al 31,5%, esattamente
come la settimana precedente. Dall’altra Alfio Marchini,
il candidato sindaco di Roma
che ha dichiarato che non
celebrerà personalmente le
unioni civili, guadagna il 2%
dei consensi. Cifre che contrastano con le dichiarazioni
di Renzi, che dopo il voto ha
commentato: «È un giorno di
festa per tanti, oggi. Per chi si
sente finalmente riconosciuto.
Per chi vede dopo anni che gli
vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi».
Domanda. A quanti italiani interessa la legge sulle unioni civili approvata
ieri dalla Camera?
Risposta. Davvero a pochi.
Chi è regolarmente sposato
non è interessato alle unioni
civili, e in Italia ci sono 24-25
milioni di famiglie. La legge
Nicola Piepoli
sulle unioni civili però può
portare voti da parte di determinate categorie di persone.
D. Quanto sono vaste
queste categorie in termini numerici?
R. In Italia gli omosessuali
sono l’1% della popolazione,
600mila persone tra maschi
e femmine, una percentuale
marginale.
D. Intanto, la stepchild
adoption è stata stralciata
dal ddl originario.
R. A febbraio il 70-75% degli italiani erano contrari alle
adozioni gay. Oggi l’opposizione è diminuita, ma è sempre
la maggioranza assoluta.
D. Che cosa ne pensano
invece gli italiani delle
unioni civili tra coppie
omosessuali?
R. Martedì Alfio Marchini ha
dichiarato che come futuro sin-
daco di Roma non presiederà
personalmente alla celebrazione di unioni gay, ma delegherà
questo compito ai suoi collaboratori. Il risultato di questa
affermazione è stato che Marchini ha guadagnato il 2% alle
comunali di Roma. Questo è il
tipo di sentiment che circola in
Italia: siamo un Paese fondamentalmente cattolico. Non a
caso l’ex sindaco Ignazio Marino ha fatto qualche dichiarazione anticlericale, celebrando
le unioni civili al municipio, ed
è stato «licenziato».
D. Se consideriamo
anche gli eterosessuali,
quante sono le persone
che convivono in Italia?
R. Sono alcuni milioni di
coppie. Presto o tardi però
le convivenze si trasformano
in matrimoni, quantomeno
civili, perché capiscono che
ci sono dei diritti a partire
dall’eredità. Quest’ultima in
Italia è molto importante perché come italiani investiamo
nel mattone. Per non parlare
degli altri diritti legati alla
formazione di una famiglia.
D. Ora che le unioni civili sono legge, quanti italiani ne stipuleranno una?
R. Molto pochi, e tra 500
anni saranno pochi come
adesso. La convivenza in Italia dura anche a lungo, ma poi
si trasforma ineluttabilmente
in matrimonio.
D. Allora Renzi festeggia
da solo?
R. E lasci che festeggi da
solo. Anche perché a ottobredue italiani su tre voteranno
sì al referendum costituzionale: le ultime rilevazioni danno
i sì al 65% e i no al 35%.
D. Per gli italiani quali
sono i temi più importanti
di cui si dovrebbe occupare la politica?
R. La priorità è una sola: la
pagnotta, o in altri termini la
ricchezza. E al secondo posto
ci sono i divertimenti. I latini
dicevano «panem et circenses»,
e noi oggi siamo esattamente come i sudditi di Nerone:
nel corso dei millenni non è
cambiato nulla. Questi sono
i bisogni primari, solo che in
questo momento al posto del
circo c’è la televisione.
D. Se si votasse domani
per la Camera chi vincerebbe?
R. In questo momento il
Pd è al 31,5%, M5s al 26,5%,
la Lega nord al 13,5%, Forza
Italia al 12%, i Fratelli d’Italia al 5%, Sinistra Italiana al
3,5% e Ncd/Udc al 2,5%. L’unico partito a guadagnare consensi rispetto alla settimana
precedente è la Lega (+0,5%),
mentre tutti gli altri rimangono invariati.
ilSussidiario.net
SCOVATI NELLA RETE
Di chi è questo piede? La risposta è a pagina 8
IN CONTROLUCE
Fu Enrico Berlinguer a inventare i due impiastri che ci stanno ancora
avvelenando la vita: il compromesso storico e la questione morale
ragione immorale: confondere le acque,
rivoltare le carte in tavola. A doversi
porre una questione morale, negli anni
ugli archeologhi che violavano
del Gulag e dei missili sovietici puntati
la tomba del faraone, nei vecsulle capitale europea, gli anni del boat
chi film dell’orrore, incombeva
people in fuga dal paradiso vietnamita
la maledizione della mummia,
e di Pol Pot, non era certo la
una carcassa bendata dalla teDemocrazia cristiana, e non
sta ai piedi che camminava con
Fu
lui
a
evocare
per
primo,
nel
remoto
1973,
erano nemmeno le piccole
le braccia tese in avanti, come
un’alleanza strategica tra il Pc e la Dc. E’ da allora
formazioni laiche liberali e
La sonnambula di Vincenzo
socialdemocratiche, ma era
Bellini. Sull’Italia, peggio anche siamo un paese posseduto, come l’invasata
il partito comunista, che
cora, incombe la maledizione
dell’Esorcista, dai demoni dello statalismo e del
nelle interviste a Repubblidel segretario generale.
perbenismo senza vergogna (peggio delle «ruberie
ca se la tirava da campione
C’è lui, lo spettro senza
svergognate dei politici» che hanno fatto saltare la
della democrazia, e si diceva
pace d’Enrico Berlinguer,
mosca al naso di Piercamillo Davigo, l’uomo che da
persino garantito dalla Nato
dietro le due principali piavent’anni si sforza, ma sempre invano, di rivoltare
(versione, questa. che fu però
ghe d’Egitto che infuriano da
espunta dalla stessa intervioltre quarant’anni nel nostro
l’Italia come un calzino). Ma soprattutto fu sempre
sta pubblicata contemporapaese: il compromesso storico
Berlinguer, qualche anno più tardi, a lanciare su
neamente su l’Unità, come
e la questione morale. Fu lui,
tutti
gl’italiani
(colpevoli
di
non
essersi
convertiti
in
ricorda Giampaolo Pansa,
il segretario generale, a evocamassa
al
marxismo
di
scuola
sovietica,
il
solo
marche quell’intervista la fece
re per primo, nel remoto 1973,
xismo che ripagasse con generosi contributi i partiti
per il Corriere della sera).
un’alleanza strategica tra il
fedeli alla causa) la maledizione della questione
Ma intanto Berlinguer era
partito comunista e la Demosolidale con le aggressioni
crazia cristiana; è da allora
morale, che da decenni affattura la nazione
militari sovietiche e si pache siamo un paese posseduto,
gava le campagne elettorali
come l’invasata dell’Esorcista,
dai demoni dello statalismo e del per- che ripagasse con generosi contributi i con quello che i giornali di destra chiabenismo senza vergogna (peggio delle partiti fedeli alla causa) la maledizione mavano (a buon titolo) Oro di Mosca. So«ruberie svergognate dei politici» che della questione morale, che da decenni lidale con i peggiori tiranni, indifferente
hanno fatto saltare la mosca al naso di affattura la nazione. C’era una sola ra- alla sorte dei popoli tenuti alla catena
Piercamillo Davigo, l’uomo che da gione, da parte dei comunisti dell’epoca, dai partiti comunisti in tutto il mondo,
vent’anni si sforza, ma sempre invano, per appellarsi alla morale, ed era una la Mummia comunista chiamava «moDI
S
DIEGO GABUTTI
di rivoltare l’Italia come un calzino).
Ma soprattutto fu sempre Berlinguer, qualche anno più tardi, a lanciare
su tutti gl’italiani (colpevoli di non essersi convertiti in massa al marxismo
di scuola sovietica, il solo marxismo
rale» la sua doppiezza morale tra gli
applausi della sinistra immaginifica.
Fu allora, quando Berlinguer
lanciò la sua maledizione contro i violatori di tombe socialisti e democristiani, tutti corrotti, tutti nemici del popolo,
tutti «fascisti», che la parola «morale»
cambiò cavallo, passando a significare
il suo esatto contrario. Trasformata in
arma impropria, come la parola «virtù»
sotto i giacobini, anche la «questione
morale» prese la forma che più conveniva ai demagoghi: quella d’un plotone
d’esecuzione. Berlinguer, con la complicità di Repubblica e con un piccolo
aiuto da parte del nascente partito dei
giudici, pretese e ottenne il monopolio
di questa particolare ghigliottina, poi
toccata in eredità ai suoi successori,
i post comunisti e gli antipolitici, da
Achille Occhetto a Pier Luigi Bersani, da Umberto Bossi a Beppe
Grillo e Matteo Salvini.
In un libro che ho letto di recente, Tumulto di Hans Magnus Enzensberger, Einaudi 2016, pp. 233, 19,50
euro, ePub 9,99 euro, trovo questa
citazione: «Incontro il germanista e
traduttore Lev Ginzburg. Cita Pasternak: «Gli unici che nei drammi di
Shakespeare si appellano alla morale
sono i criminali».
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