TORINO: Ex Antonetto, ecco un` altra Casa della Salute

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Transcript TORINO: Ex Antonetto, ecco un` altra Casa della Salute

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pena», appunta
con il naso all’insù una
signora appena uscita
dalla chiesa, dopo aver sostato,
il tempo di un’avemaria, davanti all’effigie della “Consolà”. Che
pena vedere il cuore della religiosità torinese, la Consolata, che
cade a pezzi. I cornicioni che seguono le forme sinusoidali della
fabbrica barocca di Guarino
Guarini e Filippo Juvarra si stanno lentamente e inesorabilmente sbriciolando, tanto che i responsabili del santuario non
hanno avuto altra scelta che
sbarrare l’intero perimetro
dell’edificio. Nastro biancorosso
e transenne zincate. Avvicinarsi
all’uliveto che circonda l’edificio
o al colonnato dell’ingresso è vietato.
Un cartello avverte del pericolo: “Caduta calcinacci e cornicioni”. Le facciate sarebbero tutte
da rifare. Servirebbero 600mila
euro, ma non ci sono. «Speriamo
che possa partire a breve un primo intervento di minima – chiarisce il segretario del santuario,
Marco Chiolerio – Per mancanza di fondi il santuario fatica a
far fronte alla manutenzione ordinaria, ma adesso, dopo anni di
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attesa e un contributo del Comune di 70mila euro, siamo in attesa di assegnare i lavori, quantomeno per mettere in sicurezza
la facciata esterna».
È per questo che, in attesa
dell’avvio del cantiere, e di fronte agli ultimi distacchi avvenuti
in questi giorni di forte vento, i
responsabili della basilica hanno deciso di transennare. Così
da non dover disperdere energie e risorse per un palliativo
d’urgenza, per rimuovere i calcinacci pericolanti con un cestello
volante. Non basteranno, comunque, i lavori di minima – nella speranza che partano in tempo per il 20 giugno, festa della
patrona della diocesi – per rimediare a un problema che si trascina da tre anni, da quando il Comune ha emesso una prima in-
giunzione dopo la caduta di un
cornicione su via della Consolata. «Si è cercato, in questi anni,
di mettere in piedi delle cordate
con altri enti, coinvolgendo anche qualche mecenate privato,
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come la Consulta per i beni artistici di Torino», fa sapere Chiolerio. Alla fine, però, non se n’è fatto nulla. E resta da trovare più di
mezzo milione di euro. Il rettore, don Michele Olivero, ha promosso due collette tra i fedeli,
ma l’obbiettivo è ancora lonta-
no dall’essere raggiunto. «Il problema dei distacchi – aggiunge
il segretario del santuario – non
riguarda unicamente il prospetto della chiesa, ma anche le facciate del convitto e i quattro
fronti del chiostro interno», dove nel tempo si sono registrate
altre cadute e le cornici sono state via via picconate.
Servirebbe, è il caso di dire,
un miracolo per trovare il denaro necessario per i restauri. O
quantomeno un benefattore
molto danaroso, che prenda a
cuore la causa della ristrutturazione della chiesa più cara al popolo di Torino, oltre che a papa
Francesco, il quale durante i
suoi soggiorni in città, ospite dai
cugini torinesi, non ha mancato
di farvi tappa.
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RA è ufficiale: il cantiere
di piazzale Aldo Moro ripartirà. Dopo sette anni
dalla presentazione del progetto le draghe inizieranno finalmente a scavare, probabilmente a settembre, per poter costruire un edificio con aule, uffici, negozi, un collegio e molti
garage sotterranei. Almeno,
questi sono i tempi che ipotizza la Esseti, l’azienda di Massa
che è subentrata nella gestione dell’intervento. L’impresa
edile ha infatti superato l’ultimo scoglio. Nei mesi scorsi ha
rilevato dal concordato dell’Impresa Rosso il 75 per cento della University Service Project,
la società incaricata di realizzare l’intervento (il restante 25
per cento è dell’emiliana Ccc).
Ieri il giudice ha dato il via libera definitivo all’acquisizione,
sbloccando un’impasse che durava da anni.
Tutti coloro che vantavano
crediti nei confronti della Usp
(tra cui alcune persone che
avevano già dato un anticipo
per i garage che sorgeranno
nella nuova struttura) hanno
depositato gli atti in cui dichiarano di non voler più richiedere il fallimento della società. In
questo modo, spiega Fabrizio
Bracco, l’avvocato monregalese che ha seguito la Esseti
nell’operazione, «l’udienza in
tribunale è diventata una formalità: per il giudice la partita
è chiusa». Dunque, ora l’impresa massese può mettersi all’opera.
«L’azienda ha già fatto una
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prima ricognizione dell’area
per iniziare a dare una prima
pulita», dice l’avvocato Bracco.
In effetti, l’area di fronte a Palazzo nuovo giace in stato d’abbandono da anni e una prima
risistemata al cantiere sarebbe già un passo avanti per quello che molti definiscono come
il “buco nero” nel centro di Torino. Nel frattempo però la Esseti avvierà un confronto con
l’Università, che vorrebbe ritoccare il progetto, senza però
stravolgerlo.
Il piano originale prevedeva
di creare una residenza universitaria da 80 posti, una galleria
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NTRO la fine dell’anno, anche la
zona nord di Torino avrà un
nuovo poliambulatorio. Dopo
il Valdese, che diventerà la Casa della Salute dei quartieri centrali, ora
anche l’ex centro “Marco Antonetto”, che sorgeva nella zona tra via
Luzzati e corso Toscana, verrà ricostruito(entro il 2006 ci sarà il progetto) come uno dei cardini della rete di
assistenza territoriale a cui sta lavorando la Regione.
«Insieme al recupero del Valdese
questo era uno degli impegni cui si è
lavorato silenziosamente in questi
mesi – spiega l’assessore alla sanità
Antonio Saitta - facendolo diventare
uno dei punti di forza della futura rete di assistenza territoriale per la cit-
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tà». Un investimento da 7 milioni di
euro, di cui 3 garantiti da un finanziamento del ministero - «bloccato da
anni perché mancava la quota della
Regione» chiarisce Saitta - , che consentiranno entro dicembre di costruire un poliambulatorio di cinque
piani, accessibile e ad alta efficienza
energetica, dove l’azienda sanitaria
Torino 2 potrà trasferire il punto informazioni, il Cup, la radiologia, il
centro prelievi, gli ambulatori specialistici e il centro di salute mentale
di corso Toscana e la Medicina legale
di via Foligno. L’obiettivo è che ci siano anche spazi per la medicina di
gruppo, cioè per i medici di famiglia
associati. La riqualificazione riguarderà anche un’area verde attrezzata
e un parcheggio pubblico, dove si è
previsto di collocare l’ingresso princi-
pale. «Abbiamo affidato l’incarico di
progettare e realizzare le opere a Scr
– spiega il direttore dell’Azienda sanitaria Fabio Alberti - Dopo la demolizione della vecchia struttura, avremmo dovuto costruire in quest’area
entro quattro anni il poliambulatorio. Ora sappiamo che nel 2016 l’avvio di questo progetto diventerà realtà».
Si impianta così un altro tassello
di quella rete di assistenza con la quale l’amministrazione guidata da Sergio Chiamparino intende “rivoluzionare” la sanità territoriale e extra
ospedaliera. Case della salute, intese
come poliambulatori che raccolgano
la maggior parte delle esigenze mediche dei cittadini, per dirottare sugli ospedali solo le patologie gravi.
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commerciale, un asilo, una palestra e decine di box auto, e di
dedicare un terzo dell’area
all’ateneo. «Siccome abbiamo
un problema di spazi, vorremmo più aule e meno uffici rispetto a quanto si era ipotizzato in un primo momento», spiega il vicerettore all’Edilizia,
Bartolomeo Biolatti.
Poi con la nuova Usp bisognerà anche raggiungere anche l’accordo per l’affitto. L’intervento complessivo costa infatti 50 milioni, di cui solo sei a
carico dell’Università, che però dovrà pagare un canone. Il
progetto originale prevedeva
un esborso da un milione di euro l’anno per 30 anni, con la
struttura che al termine sarebbe diventata di proprietà
dell’Università. Il vicerettore
Biolatti spera però che ci siano
margini di trattativa per spuntare o un canone più basso o un
arco temporale più lungo.
Tutte questioni che saranno
definite nei prossimi incontri.
La Esseti, che in città ha da poco portato a termine il cantiere
del J Medical, il centro medico
della Juventus, intende premere sull’acceleratore: «I tecnici
– dice l’avvocato Bracco – sono
già al lavoro per adattare il progetto ai tempi odierni. La società vorrebbe iniziare i lavori già
a settembre, una volta ottenuto il benestare dell’ateneo».
Anche l’Università ci conta:
«Se troviamo un accordo – dice
Biolatti – non dovrebbero esserci problemi nell’avviare i
cantieri all’inizio dell’autunno».
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LA STAMPA
VENERDÌ 6 MAGGIO 2016
.
Cronaca di Torino .43
Dopo la nostra inchiesta sulla gestione delle cliniche nell’Asl To2
Psichiatri non sostituiti, indaga la Procura
Aperto un fascicolo per frode in pubbliche forniture per le cinque cliniche affidate ai privati
La denuncia
L’iniziativa
di Csa,
Coordinamento sanità
e assistenza
fra i movimenti di base,
e Fondazione
Promozione
Sociale
approderà
martedì
in Consiglio
Regionale
il caso
NOEMI PENNA
a procura di Torino ha
aperto un fascicolo contro ignoti che prende in
esame la convenzione e gestione delle cinque comunità
psichiatriche dell’Asl To2, al
centro dell’inchiesta de La
Stampa, partita lo scorso 8
aprile, a una settimana dal
passaggio dalla gestione mista a quella privata. Il reato
contestato è «frode nelle pubbliche forniture»: si rivolge a
chiunque commetta un’azione diretta a ledere con l’inganno l’esecuzione dei contratti, o nell’adempimento di
altri obblighi contrattuali.
Dopo l’indagine esplorativa
dei Nas, il procuratore aggiunto Andrea Beconi ha formalizzato l’ipotesi di reato: il
fascicolo è stato consegnato
ai pm Patrizia Caputo e Francesco Pelosi.
L
I controlli
in ospedale
Lo scorso
11 aprile
i carabinieri
del Nas
si sono
presentati
nella sede
dell’azienda
sanitaria,
all’ospedale
Amedeo
di Savoia,
per acquisire
tutti
i documenti
relativi alla
convenzione
La campagna sui social
Così i malati raccontano
le conseguenze
della mancata assistenza
Da misto a privato
Tutto è partito da un annuncio di lavoro pubblicato su
Facebook il 4 aprile, alla ricerca di psichiatri per alcune
comunità protette di Torino.
Una selezione che si sarebbe
dovuta concludere giorni
prima, visto il superamento
del sistema misto che sino al
31 marzo vedeva l’Asl mettere il suo personale in strutture gestite da due società di
«albergatori». Una gestione
durata più di dieci anni, che
ha fatto ipotizzare alla Corte
dei Conti un danno erariale
da 30 milioni di euro. La nuova convenzione, deliberata il
18 aprile, ha visto la To2 accordarsi nuovamente con le
società Esther e Gruppo Igea
in attesa della nuova Dgr 30,
che definirà il riordino della
rete psichiatrica regionale.
Ma, di fatto, dall’1 aprile gli
albergatori avrebbero dovuto farsi carico di tutto il personale medico e assistenziale. Cosa che è avvenuta per
infermieri, educatori, psicologi ed oss, appaltati alle cooperative Zenith e Altra Mente, che già prima lavoravano
REPORTERS
Sulla «Stampa»
bero dare protezione ai malati tipo A, con i pazienti più gravi,
e invece lì ci sono pazienti an- mentre Il ponte di via Cuneo
che gravi che possono andare 46, Risso di corso Brin 5, De
in scompenso e hanno bisogno Salvia e Sarli di corso Vigevano
di assistenza», afferma in quei 58 e 60 sono di tipo B – vivono
giorni la presidente Barbara cento pazienti psichiatrici. PoBosi. Denuncia che ha fatto sti letto «blindati», solo per
partire le verifiche dell’Asl, che l’Asl To2, per cui non è stata fatil 15 aprile ha formalizta gara d’appalto, conzato le inademfluiti in una nuova
pienze delle due
convenzione da
società. A con3,8 milioni ora al
fermare la
centro del famancanza dei
scicolo aperto
medici è stadalla Procura.
È il valore dell’ultima
ta la CommisPer il passagconvenzione, senza gara
sione di vigigio delle cond’appalto, siglata tra l’Asl
lanza presiesegne, la To2
e le 2 società private
duta da Roberha garantito la
to Testi, che ha ripresenza del suo
levato un monte ore
personale medico e
e un numero di personainfermieristico sino al 30
le sottodimensionato rispetto aprile. Ma su iniziativa del Dialle previsioni della convenzio- partimento di Salute Mentale,
ne, la mancanza dei cinque di- il sistema misto sta proseguenrettori sanitari e la necessita di do: risulterebbero infatti ancoassumere altri medici.
ra operanti nelle comunità private alcuni infermieri dell’Asl,
La gestione mista
così come uno psichiatra del
All’interno delle comunità – San Giovanni Bosco.
l’Althaea di corso Verona 57 è di
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
3,8
Lo scorso 8 aprile, la
pubblicazione dell’inchiesta sul mancato arruolamento dei medici psichiatri.
1
per l’Asl, ma non per psichiatri
e direttori sanitari.
Medici non presenti
A lanciare l’allarme «sulle condizioni dei pazienti e i metodi di
selezione degli psichiatri» è
stata l’Associazione Lotta Malattie Mentali. «Le comunità
protette, in quanto tali, dovreb-
milioni
Anziani non autosufficienti,
allettati, anche amputati. Ma
non abbastanza gravi per ottenere assistenza domiciliare
e assegni di cura. La denuncia
parte da Csa, Coordinamento
sanità e assistenza fra i movimenti di base, e Fondazione
Promozione Sociale, passa
dai social e martedì approderà in Consiglio regionale, con
l’ordine del giorno proposto
da Marco Grimaldi di Sel per
«riaffermare il principio secondo cui gli interventi sociosanitari domiciliari non possono essere negati per ragioni
di bilancio».
5700 assegni in meno
A causa del piano di rientro,
il 30 aprile sono terminate le
risorse anticipate dalle Asl
per l’erogazione di 5400 assegni di cura della To1 e To2
e 300 della To3. Le famiglie
piemontesi che rischiano di
perdere i contributi mensili
che la Regione eroga per disabili e anziani non autosufficienti sono 13 mila, mentre
sono più di 30 mila gli anziani in attesa di un posto in residenza sanitaria. Insomma,
una lista d’attesa infinita sta
mettendo in difficoltà migliaia di famiglie, che senza il
contributo pubblico non
possono permettersi l’assistenza dei propri cari.
Casi che fanno discutere
La campagna social è partita
ieri su Facebook con la storia
della signora B. N., «malata di
demenza senile, incapace di
programmare il proprio presente e il proprio futuro, che
deve essere accudita 24 ore su
24. Per lei abbiamo richiesto all’Asl To3 l’erogazione delle cure
domiciliari, che a oggi non sono
state concretamente erogate»,
racconta la figlia, che ogni mattina si occupa di farle fare quindici minuti di ginnastica riabilitativa, le cambia il pannolone e
applica la pomata antipiaghe.
Poi la imbocca durante i pasti e
le fa prendere le medicine.
V. F., invece, era ricoverata
da un mese in una casa di cura
alle porte di Torino, quando gli
operatori le hanno comunicato
che il periodo di degenza era finito. Ma i familiari si sono opposti alle dimissioni sino all’attivazione delle cure domiciliari:
la spesa per l’Asl sarebbe di circa 20 euro al giorno. Invece il
ricovero costa alle casse regionali 150 euro a notte. A.G. è un
uomo amputato, con catetere
dal 2011 e seri problemi alla
schiena, ma alla richiesta della
figlia dell’attivazione della domiciliarità, la To2 ha risposto
che «non sono state individuate
condizioni di priorità»: è in lista
[N. PEN.]
d’attesa da giugno.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12
42 .Alessandria e provincia
STAMPA
.LA
VENERDÌ 6 MAGGIO 2016
“Il vicino? Preferisco che sia etero”
I dati dell’Ires dopo il caso torinese della coppia gay insultata dai condomini
degli extracomunitari - la domanda dell’Ires parla di cittadini provenienti da Africa,
Asia, Europa dell’Est, SudAmerica - cresce, ma senza
picchi così eclatanti: fatto 100 il
2014 si e’ passati a 143 in Piemonte e 140 a Torino.
Inchiesta
MARINA CASSI
Fasce d’età
o, come vicini di casa i
gay non li voglio. Inaspettato. Per alcuni
aspetti incredibile: persino in
Piemonte crescono il fastidio
e l’intolleranza verso i gay.
Non si tratta di, per fortuna
più che sporadici, aspetti di
cronaca, ma di un dato eclatante che esce dalla ricerca
dell’Ires Piemonte coordinata da Maurizio Maggi sul modello del radar della coesione
sociale elaborato dalla Fondazione tedesca Bertelsmann. Tra il 2014 e il 2016 è
raddoppiata la percentuale
di chi non vorrebbe avere gay
e lesbiche come vicini di casa.
Il che significa che, con ogni
probabilità, tanto contento
non sarebbe neppur di dover
condividere con una persona
di diversi orientamenti sessuali il banco di scuola o il posto di lavoro, per non parlare
dello stesso gruppo di amici.
N
Calo drastico
Fatto 100 il 2014 a due anni di
distanza è diventato 200 l’indice di chi non vuole i gay come vicini o che li tollererebbe
solo in base a «come si comportano» che poi è un modo
gentile e socialmente meno
riprovevole per dire «non li
voglio». Rimane il fatto positivo, se si vuole vedere il bic-
8,5 %
no totale
L’8,5 per cento
dei piemontesi dice
di non volere in nessun caso
un vicino gay
53,1%
sì totale
Una leggera maggioranza
di cittadini afferma di «non
avere alcun problema»
con i vicini omosessuali
chiere mezzo pieno, che la
maggioranza - e cioè il 53,1%dei piemontesi non ha alcun
problema a abitare vicino a
gay; una percentuale che sale
al 56% a Torino e provincia. Ma
non è poco che a non volerli sia
rispettivamente il 47% e il 44%.
E resta una realtà inquietante il fatto che solo nel 2014 fosse
addirittura il 79% a convivere
senza alcun problema. I numeri si sono sgretolati proprio
I giovani i più intolleranti
Secondo la ricerca dell’Ires, solo il 36% dei ragazzi tra i 18
e i 24 anni non ha problemi ad avere vicini di casa
omosessuali. La fascia d’età più tollerante è tra i 45 e i 54 anni
mentre nuove leggi hanno riconosciuto a gay e lesbiche nuovi
diritti e altre si annunciano a
colmare il gap con le legislazioni degli altri Paesi europei.
Nello stesso periodo è cresciuta pure l’intolleranza verso
i cittadini di fede islamica, anche in questo caso fatto 100 il
2014 si è arrivati a 174 in Piemonte e a 168 a Torino. Ma è
chiaro che qui giocano un ruolo
potentissimo - ancorché ingiu-
SANITÀ, STA PER SCADERE E NON SI SA SE VERRÀ RINNOVATA LA CONVENZIONE
L’assistenza post operatoria
nelle case di riposo è a rischio
In giardino
FRANCA NEBBIA
ALESSANDRIA
Sulla «continuità assistenziale», da garantire dopo un’operazione, utilizzando le case di
riposo, «non vi è più alcuna
certezza» - dicono vari direttori di strutture provinciali. E
sono Gianpaolo Paravidino e
Maria Ghè, direttore e presidente del Soggiorno Borsalino di Alessandria a dire che
«gli anziani non sono come
gomme da neve, perché la
convenzione con l’Asl, stipulata per il periodo invernale,
scadrà a giorni e ancora non
si sa se verrà rinnovata».
Nelle case di case di riposo
questi i posti letto convenzionati a carico dell’Asl: 20 a Padre Pio a Casale, 20 a Valenza
ex ospedale, 20 al Lisino di
Tortona). Altri 25 posti «erano di tipo provvisorio» come
dicono all’Asl: 10 a Ovada
(Lercaro) 5 ad Acqui e 10 al
soggiorno Borsalino di Alessandria.
All’Asl e quindi alla Regione questa forma di assistenza
costa circa 120 euro al giorno,
contro i 450 necessari per
l’assistenza in ospedale. Allora perché tergiversare di
fronte al bisogno? «Sono molti gli anziani – dicono vari direttori di strutture – che ci
chiedono di entrare». «Saremmo - aggiunge Paravidino
– anche dell’idea di metterci a
disposizione con la nostra
professionalità a servizio del-
Alcuni ospiti
del soggiorno
Borsalino di
Alessandria,
una delle
strutture
della
provincia
che offrono
assistenza
alle persone
anziane
la comunità, basta che ce lo dicano». L’appunto è relativo a
una nuova disposizione della
Regione che punta maggiormente sull’assistenza domiciliare, cioè tenendo gli anziani a
casa propria «con un impegno
di circa 15 milioni di euro investiti nelle “case di riposo aperte”, oltre a ciò che già la Regione investe sull’assistenza agli
anziani», dice il vicedirettore
della Sanità regionale Vittorio
Demicheli.
Anche il Consiglio regionale
ha sollecitato la giunta. «Ma la
“ rete” perchè questo servizio
funzioni non c’è ancora», dicono i direttori delle strutture.
Del resto in provincia i posti
letto convenzionati sono 3660,
1,7 per ogni 100 anziani e le liste
d’attesa per entrare in una
struttura, sono 719, secondo
l’Asl, «numero sottostimato»
secondo gli addetti ai lavori. Di
fatto gli «ingressi» sono bloccati da tempo e le sostituzioni ci
sono solo in caso di morti. Per
entrare in una casa di riposo,
dopo l’esame della commissione valutativa geriatrica, il tempo varia da 90 giorni a più di un
anno. Una retta può arrivare a
oltre 2500 euro. Poi ci sono
esempi come alla casa di riposo
di Casale, dove Comune e struttura si sono accordati su tariffe
ridotte e contributo comunale.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
stificato - le emozioni che si sono susseguite per la serie purtroppo drammatica di attentati in Europa e che in un caso quello del Museo del Bardo a
Tunisi - hanno coinvolto alcuni
torinesi morti nell’attacco islamista. Eppure, il tasso di crescita di intolleranza è minore
rispetto a quello registrato per
i gay. E in mesi ormai segnati
da esodi e migrazioni epocali
anche le difficoltà nei confronti
Questo ritorno di un sentimento che forse è eccessivo definire
di omofobia, ma che sicuramente non è di apertura, inoltre, è
particolarmente incredibile
perché alberga soprattutto tra i
più giovani. Sembra incredibile,
ma solo il 36% dei ragazzi tra 18
e 24 anni non ha problemi a avere dei gay come vicini di casa. É
sorprendente anche il brusco
ribaltamento nella fascia di età
appena successiva: tra i 25 e i 34
anni il 54,2% è tollerante, ancor
più tra i 35 e i 44 con un solido
55,2%. Bene anche tra i 45 e i 54
con il 55% e la fascia 55-64 con il
54%. Flette, ma si attesta comunque al 51,5% per gli over 64,
ma in questo occorre tener conto di persone probabilmente occupate da altri più quotidiani
problemi e di retaggi che possono affondare addirittura nella
prima parte del secolo scorso.
Quelli della ricerca del’Ires
Piemonte sono dati che sorprendono perché dimostrano
che mai nulla è acquisito per
sempre: nel 2014 era stato fonte
di orgoglio cittadino la percentuale dell’80% di «tolleranti»,
oggi fa riflettere l’inversione di
tendenza. Ma non si deve dimenticare, come sottolineano i
ricercatori, che la tendenza può
ribaltarsi nuovamente. Anche
all’improvviso.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
In breve
Alessandria
Le bollette rifiuti
con scadenza errata
1 Il Comune di Alessandria
segnala che sono in spedizione le bollette della Tari, la tassa rifiuti, ma «per problemi
tecnici relativi alla stampa e
alla spedizione, non imputabili al Comune», la data di
scadenza della 1ª rata riportata è già il 10 maggio. Dal municipio precisano che «il pagamento potrà essere effettuato, senza incorrere in sanzioni, entro 15 giorni dal ricevi[R. AL.]
mento dell’avviso».
Sale
Nel rogo del garage
distrutta una Porsche
1 Due
auto distrutte - una
Laguna e una Porsche - e gravi danni all’edificio per un incendio divampato verso le 21
dell’altra sera nel garage di
una casa in via Castelnuovo 4
a Sale. Forse le fiamme sprigionate da una cucina a gas.
Nessun ferito. I pompieri hanno impiegato 3 per spegnere il
rogo. Sono intervenuti anche i
carabinieri di Sale.
[M. T. M.]
Monleale
Volpedo Frutta rinnova
le cariche sociali
1 L’assemblea dei soci della
Cooperativa Volpedo Frutta
ha approvato all’unanimità il
bilancio della stagione 2015 e
nominato le cariche sociali
2016/2018. Nel nuovo cda: Pietro Cairo (presidente), Enrico
Cavallotti (vice presidente),
Giuseppe Bonadeo (tesoriere); consiglieri: Alessandro
Angeleri, Severino Lucotti,
Lorenzo Mogni, Andrea Mutti, Paolo Giuseppe Poggio,
Marco Rovelli, Franco Scherpa, Marco Serra.
[M. T. M.]
12345
LA STAMPA
VENERDÌ 6 MAGGIO 2016
.
Novara e provincia .43
IL 25 MAGGIO UN NUOVO INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL DISTRETTO SANITARIO
Ospedale di Borgomanero
“A rischio 50 posti letto”
I sindaci rilanciano l’allarme sul piano di razionalizzazione regionale
Timori
MARCELLO GIORDANI
BORGOMANERO
I sindaci del Borgomanerese
lanciano l’allarme sul rischio
di una perdita di 50 posti letto
all’ospedale, oltre alla chiusura dei laboratori di analisi, e il
presidente del distretto li convoca per esaminare la situazione. A farsi portavoce dei
sindaci del Borgomanerese è
Anna Tinivella, sindaco del
Comune capofila, medico, oggi in pensione, che conosce
bene la situazione del «Santissima Trinità» e della sanità
del territorio perché è stata
primario del laboratorio analisi dell’Asl. Il piano sanitario
regionale prevede sia la riduzione dei posti letto all’ospedale, l’ipotesi è di un taglio di
50, sia il trasferimento del laboratorio analisi che verrà
concentrato a Novara. «Ho
fatto quanto era possibile per
la salvaguardia di quello che
considero un grande patrimonio - afferma il sindaco - ma la
razionalizzazione non tiene
conto delle esigenze del territorio e impoveriscono la nostra struttura».
Addio ai laboratori
Tinivella rimarca che la stessa decisione di trasferire i laboratori analisi a Novara è
contraddittoria: «Viene giustificata con la riduzione delle
spese, ma intanto a Borgomanero la sede dei laboratori c’è
già e funziona molto bene, a
Novara dovrà essere realizzata ex novo: dove sta il risparmio? E il trasporto dei campioni da Borgomanero a Novara per le analisi? Sono decisioni che non comprendo, soprattutto alla luce del fatto
che ci è sempre stato garantito che l’ospedale cittadino non
avrebbe subito riduzioni».
I sindaci
del distretto
di Borgomanero
contestano
la chiusura
dei laboratori
di analisi
e l’intenzione
di trasferire
il servizio
a Novara
la tutela della struttura e dei
servizi. Dario Piola, sindaco di
Invorio, è il presidente del distretto sanitario e ha convocato
i sindaci per il 25 maggio. «Sarà
la mia ultima convocazione perché il mio mandato da sindaco è
in scadenza. Quanto alla situazione sanitaria, credo occorra
attendere l’approvazione del
piano di rientro; soltanto dopo
potranno essere fatte valutazioni precise, per ora credo che
il tema delle riduzioni dei posti
letto a Borgomanero sia congelato. Invece si sta applicando
regolarmente il piano territoriale per l’hospice ad Arona con
12 posti letto, più altri otto di
continuità assistenziale, così
come per la nostra area ci saranno ulteriori venti posti letto
di continuità assistenziale che
verranno assegnati alle Rsa, le
residenze sanitarie».
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Borse lavoro per i dializzati
«Tema congelato»
L’ospedale di Borgomanero
ha una produttività molto elevata, con quasi 12 mila ricoveri all’anno e 48 mila utenti che
usufruiscono del Dea. I ricoveri sono inoltre aumentati
del 4% nell’ultimo anno, anche
a seguito della chiusura dell’ospedale di Arona, tutti motivi per cui i sindaci chiedono
1 Quattro persone dializzate e sottoposte a trapianto di reni
trovano di lavoro grazie alla Fondazione Comunità del Novarese,
l’associazione Pronefropatici «Fiorenzo Alliata», la cooperativa
«Lavoro malgrado tutto» e la struttura di nefrologia dell’ospedale
di Borgomanero. Con da 24 mila euro sono state finanziate quattro borse lavoro di sei mesi.
[M. G.]
Personaggio
CLAUDIO BRESSANI
NOVARA
Una risaia nel Novarese: è la stagione della sommersione
Al «Maggiore»
Fondazione Bpn
dona attrezzatura
1 Una nuova «gam-
ma camera» Iq-Spect
per il reparto di Medicina nucleare: l’apparecchiatura, che è la prima
in Italia, consente una
migliore qualità d’immagine negli esami
cardiologici. Un nuovo
traguardo nelle tecnologie in dotazione all’ospedale Maggiore di
Novara grazie alla Fondazione Bpn per il Territorio presieduta dall’avvocato Franco Zanetta
(foto): il
contributo è
stato di
340 mila, che
ha coperto
l’intero
costo
della nuova strumentazione. Nel complesso
i finanziamenti della
Fondazione Bpn all’ospedale hanno raggiunto negli ultimi anni la cifra di oltre 6 milioni di euro. «Quando,
nel luglio del 2014, è
giunta alla Fondazione
Bpn dalla direzione
dell’ospedale la segnalazione della criticità,
per un servizio di estrema importanza e ad alto contenuto tecnologico, derivante dall’obsolescenza e parziale
indisponibilità delle
apparecchiature gamma camera, ci siamo
immediatamente attivati mettendo a disposizione un contributo
tra i più rilevanti stanziati negli ultimi anni»
dice l’avvocato Franco
Zanetta.
[M.P.A.]
I DATI REGISTRANO UNA RIDUZIONE DEL 12%
Concorrenza spietata dall’Asia
Vendite in calo per il riso italiano
Vendite in calo del 12% rispetto ad un anno fa, con un drastico cedimento dei risi da
contorno, le varietà Lungo B:
la situazione di mercato del riso italiano, aggiornata dall’Ente Risi al 28 aprile, non appare affatto rosea.
Al 19 aprile le vendite da
parte degli agricoltori all’industria sono rimaste ferme a
993.452 tonnellate, in diminuzione rispetto alle 1.126.375 di
un anno fa. A preoccupare è il
peggioramento delle vendite
degli Indica, che quasi si dimezzano passando dalle
323.807 tonnellate dell’aprile
2015 alle 183.059 tonnellate di
quest’anno; subiscono prepotentemente la concorrenza
delle importazioni asiatiche,
che in un anno sono più che
raddoppiate: da settembre a
febbraio gli acquisti dall’estero hanno fatto segnare in Ita-
Era
conosciuto
in tutto
il Novarese
per le sue
iniziative
originali
l colpo di genio l’ebbe nel
2000 quando s’inventò il
Campionato mondiale di
caccia alla zanzara. Lo organizzò alcuni anni con gran risalto
mediatico nelle sagre estive tra
Lomellina, Novarese e Vercellese, di cui il suo paese, Robbio, è
il baricentro. Fu la più riuscita
delle tante idee partorite dall’eclettico Simone Accardo, che
se n’è andato l’altra sera a 72
anni, stroncato da un male inesorabile. I funerali oggi alle 16
nella parrocchiale di Robbio.
I
Borgomanero
Borgomanero
Morto consigliere Cai
Addio nonna Nunziatina
1 Lutto nel Cai: è morto al-
1 Cordoglio
l’età di 63 anni Ezio Cozzula.
Era consigliere del sodalizio
e fu tra i fondatori della scuola di alpinismo «Dimensione
verticale». Lascia la moglie
Enza e la figlia Claudia. [M.G.]
Sanremo e il baratto
Di mestiere era parrucchiere,
ma tanti avevano preso a chia-
Simone Accardo proponeva anche il baratto
per la morte di
Nunziatina Blasi, centenaria.
Era stata merito suo la rinascita di un’antica tradizione: la distribuzione del «pane di sant’Antonio», che lei stessa distribuiva nella chiesa di San
Giuseppe.
[M.G.]
Bellinzago
Una nuova farmacia
1 Taglio
del nastro per
una nuova farmacia che seguirà dal lunedì al sabato
l’orario continuato tra le 9 e
le 19: alle 16 di domani apre i
battenti in via Libertà 252 la
farmacia delle dottoresse
Caporusso e Scrosati. [R.L.]
Dalla caccia alla zanzara ai biscotti
L’ultimo saluto al barbiere inventore
marlo «barbitonsore» e lui lasciava fare, compiaciuto.
Iniziò a girare le redazioni locali negli anni Ottanta presentandosi come «l’acconciatore
del festival di Sanremo», fra i
tanti che facevano il parrucco
alle cantanti. Ottenne una certa
visibilità e non si fermò più. In
anni di incubo-Aids lanciò gli
utensili personalizzati: aveva
un pettine, un rasoio, una forbice per ogni cliente. E quando
venne la crisi propose il pagamento in natura: una gallina o
un sacchetto di riso per un taglio di capelli. S’inventò la sagra
della Cozza a Castelnovetto, in
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In breve
Simone Accardo aveva 72 anni, oggi il funerale a Robbio
Istrionico
lia +114% rispetto alla campagna precedente, arrivando a
toccare quota 80.801 tonnellate
su base lavorata. In crescita le
importazioni da India e Pakistan, da cui proviene soprattutto il Basmati, ma anche da
Cambogia, Tailandia, Guyana e
Vietnam. In diminuzione del
15% le esportazioni, in conseguenza della minor domanda
della Turchia, dove a differenza
dello scorso anno il raccolto è
stato buono. Preoccupa anche
la nuova tornata di trattative
per liberalizzare lo scambio di
merci fra l’Unione Europea e
l’area dell’America del Sud: per
il riso si parla di consentire l’ingresso di 40 mila tonnellate con
un dazio ridotto a 15 euro la tonnellata. Questo aprirebbe la
porta alle produzioni sudamericane, provenienti da Uruguay e
Brasile, a prezzi agevolati. [S. M.]
mezzo alle risaie. Poi iniziò a
sfornare biscotti. Sempre gli
stessi, buonissimi, con farina di
riso, prodotti da un artigiano,
ma con «targhe» ogni volta diverse: quelli della via Francigena, quelli di Papa Wojtyla, quelli
di Padre Pio, un’intera serie di
120 dedicata ad altrettanti santi, con tanto di foglio allegato
che ne raccontava le gesta.
Al sacro affiancava il profano: quando 5 anni fa il Novara
salì in serie A, non poterono
mancare i biscotti del Novara
calcio, cui seguirono le bustine
di zucchero con le facce dei giocatori e «il Novarello», il biscot-
Novara
Premio a Cervellati
1 Alla
studentessa novarese Letizia Cervellati della 5a D
del liceo artistico Casorati è
stato assegnato il premio di
studio dedicato al maestro
Agatino Paolo Marletta, scomparso nel marzo 2015.
[R.L.]
to degli atleti. E poi quelli di paesi e città della zona, del 150°
dell’Unità d’Italia, di Expo.
La passione politica
La politica è stata un’altra passione. A Novara a fine anni Novanta promosse come docente
un corso per insegnare ai candidati come catturare il consenso.
Quando si candidò lui, nel 2001,
al quartiere Centro con An, non
fu però eletto. Nel 2005 a Vigevano fondò la lista «Otto marzo,
più donne al governo», che dopo l’annuncio non si presentò
per mancanza di donne. Nel
2009 si propose come sindaco
di Robbio e anche lì non andò
benissimo: quarto su quattro,
con il 6,9% che bastò ad eleggere solo lui. Ma Accardo non si
scoraggiava: lanciata un’idea,
era già lì a pensare alla prossima. Nel 2001 riuscì addirittura
a far credere che la tv pubblica
giapponese voleva girare un serial su di lui.
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12345
48 .VCO
STAMPA
.LA
VENERDÌ 6 MAGGIO 2016
il caso
VINCENZO AMATO
OMEGNA
5.000
Firme
Sono le
sottoscrizioni
alla petizione
lanciata
in difesa
dei servizi
sanitari
del Cusio
10,30
Incontro
Domani
mattina
all’oratorio
ci sarà
un’altra
assemblea
per discutere
di sanità
hiediamo di conoscere,
con urgenza e attraverso i documenti la reale
volontà della Regione sulla sanità nel Cusio. E poi vogliamo
un incontro con il presidente
Sergio Chiamparino. A Torino
o altrove». A parlare è Antonio
Quaretta, uno dei tre ex sindaci di Omegna che fa parte del
comitato nato per difendere
l’ospedale e i servizi sanitari
del Cusio. L’incontro pubblico
di giovedì 28 ha lasciato l’amaro in bocca in molti e così gli
stessi esponenti del Comitato
hanno deciso di scrivere al governatore, al suo vice Aldo Reschigna e all’assessore alla Sanità Antonio Saitta.
«Prendiamo atto di quanto
detto nell’assemblea di giovedì 28 aprile - scrivono nella lettera inviata a Torino - ma siamo fortemente preoccupati in
merito alla permanenza dei
servizi sanitari erogati all’ospedale Madonna del Popolo di Omegna».
C
Sanità, appello dal Cusio
“Basta con le mezze verità”
A Zoverallo
raddoppia
la protesta
Il comitato pro ospedale scrive a Chiamparino: “Ci riceva” dei parcheggi
Il documento, per il quale si
stanno raccogliendo le sottoscrizioni, è stato anche approvato dal Consiglio comunale di
Omegna ed è stato inviato anche agli altri Comuni. «Il Cusio
deve avere la stessa dignità del
Verbano e dell’Ossola - conclude Antonio Quaretta - e quindi
Chiamparino deve incontrarci
e dirci come stanno le cose». E
mentre il comitato è pronto a
una mobilitazione generale,
domani alle 10,30 ha organizzato un incontro con associazioni e cittadini all’oratorio di
Omegna.
Si estende a Zoverallo la protesta degli abitanti della frazione La Guardia per il divieto di sosta e la messa in vendita di sei stalli del parcheggio finora di libera fruizione.
Il sindaco Silvia Marchionini
ha rilevato che quanto accade deriva dalla mancata definizione di scelte precedenti: i
posti auto sono disponibili
proprio per l’indeterminatezza sulla questione.
Ora a insorgere sono i proprietari dei terreni su cui a
poche centinaia di metri di
distanza, all’incrocio tra corso Italia e via Zappelli è stato
realizzato nel 1994 un altro
parcheggio con una ventina
di posti. «Si trattava di una
cessione amichevole per la
quale era stata pattuita una
indennità di esproprio - ricorda Anna Maria Zancarini
-, ma a oltre vent’anni non abbiamo ricevuto nulla e la cessione è rimasta senza definizione e non è stata perfezionata con atto pubblico».
«Anche per noi - aggiunge
Gisella Busalini - deve essere
possibile vietare la sosta e
mettere in vendita i posti auto. Non accettiamo che il Comune adotti due misure diverse». Intanto 53 residenti
del rione La Guardia hanno
depositato in Comune una
petizione per denunciare i
problemi derivanti dalla riorganizzazione del parcheggio.
«La situazione è diventata insostenibile».
[S. R.]
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no a quando non sarà realizzato il nuovo ospedale provinciale a Ornavasso.
«Siamo preoccupati - aggiunge Valentino Valentini coordinatore del comitato - per
la gestione della Casa dell’anziano Massimo Lagostina che
necessita di veder riconosciuto dall’Asl un numero adeguato di posti letto di continuità
assistenziale a carattere sanitario, posti che sono stati sottratti da due anni e attualmente assegnati solo alle strutture
di Verbania e Domodossola.
Abbiamo alle spalle troppe
promesse non mantenute: la
popolazione del Cusio è esasperata e lo dimostra il fatto
che nel primo giorno di mobilitazione sono state raccolte 2
mila firme e a oggi abbiamo ne
abbiamo già oltre 5 mila».
DANILO DONADIO
Uno dei nodi è il futuro del pronto soccorso del Madonna del Popolo
La delusione
«La nostra impressione è che
in occasione dell’incontro di fine aprile ci siano state dette
delle mezze verità» dice Quaretta. Gli esponenti nel nuovo
comitato contestano innanzi
tutto la chiusura notturna del
punto di primo soccorso.
«Questo servizio è un importante riferimento per Omegna
e per il Cusio, il cui territorio
comprende l’estesa zona del
lago, della valle Strona e delle
Quarne, oltre ai Comuni che si
trovano nella parte Ovest del
Mottarone - scrivono nella lettera -. E poi qualora le persone
VERBANIA
da Omegna dovessero essere
indirizzate al Dea di Verbania
e Domodossola, ciò porterebbe al collasso di quelle strutture». Da qui la richiesta del comitato di confermare il punto
di primo intervento e riconsiderarlo anche alla luce di quello che è il Patto per la salute e il
più vasto tema della continuità
assistenziale.
La questione del Coq
«Denunciamo, nonostante le
rassicurazioni circa il mantenimento dei posti letto al Coq,
Il doppio
fronte
La battaglia
del comitato
per la sanità
è per
difendere
l’apertura
24 ore
del pronto
soccorso
ed evitare
tagli dei posti
letto al Coq
la sottrazione dei posti di medicina generale, day surgery e
day hospital. Riteniamo inconcepibili azioni che vanno a
modificare un assetto sul quale in quattordici anni si è sviluppata e consolidata la più
che positiva esperienza del
Coq nella struttura dell’ospedale cittadino».
Restano poi molteplici questioni aperte. E proprio per
questo viene ribadita la richiesta alla Regione di dialogare a
bocce ferme e di non modificare l’attuale organizzazione, fi-
Assemblea all’oratorio
DEDICATA ALL’IMPRENDITORE LA SEDE DI PIAZZA BELTRAMI
Omegna, la Cna ricorda Savia
“Un esempio per gli artigiani”
Amava stare tra la gente ed
era un infaticabile dirigente
dell’associazione artigiana
Cna. A distanza di quasi un
anno dalla scomparsa, avvenuta nell’agosto del 2015, la
città di Omegna e la Cna ricordano Giuliano Savia, imprenditore del settore degli
impianti elettrici, dedicandogli la sede omegnese dell’associazione che si trova in
piazza Beltrami. La cerimonia di intitolazione c’è stata
mercoledì sera alla presenza
dei familiari, dei dirigenti
della Cna e degli amici che
non lo hanno dimenticato.
Impegno per la città
Giuliano Savia era apprezzato non solo sul piano professionale, ma anche su quello
umano per il suo impegno sociale sia nel mondo degli anziani sia sul fronte degli eventi e delle manifestazioni che
caratterizzano la città di
Omegna. La sua presenza in
occasione di San Vito era tradizionale. Nell’ambito della
Cna aveva ricoperto cariche
dirigenziali dal 2000 e sino al
2015 come membro della presidenza del Vco e poi dirigente dell’associazione Piemonte Nord dopo la fusione tra
Novara e Vco.
«E’ difficile scindere la figura di Giuliano imprenditore e dirigente da quella dell’amico di tutti - ha ricordato
Fausto Sgro, vice presidente
L’intitolazione a Giuliano Savia della sede di Omegna della Cna
di Cna Piemonte Nord - era
sempre molto attivo, si dava da
fare, sempre disponibile e propositivo».
Tra le tante iniziative che lo
avevano visto protagonista anche l’impegno nel portare l’artigianato nelle scuole. Aveva
seguito numerosi progetti in
collaborazione con istituti del
Cusio.
«Attento al territorio»
«Per la Cna si è impegnato
molto e a tutti i livelli - ricorda
il direttore di Cna Piemonte
Nord Elio Medina - a suo tempo è stato lui a promuovere
l’apertura dell’ufficio a Omegna e a rafforzare la presenza
della nostra associazione nel
Cusio, grazie alle sue molteplici conoscenze, ai numerosi
contatti e alla stima che gli veniva riconosciuta. Ora, dedicargli l’ufficio di Omegna è
quasi un atto dovuto, un gesto
di riconoscenza che gli dobbiamo. Per questo motivo la presidenza di Cna Piemonte Nord
lo ha voluto ricordare decidendo di dedicargli questa sede. E’
un modo per dire che il suo impegno, il suo lavoro, prosegue e
va avanti».
[V. A.]
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