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MAGGIO 2016
Anno 22 - n. 242
(disegno di Sergio Bernasconi: Niguarda anni ‘30)
“Zona Nove” è su www.niguarda.eu (archivio) e su www.zonanove.com (giornale online)
GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - PRATOCENTENARO - ISOLA
Redazione: via Val Maira 4 (Mi), tel./fax 02/39662281, e-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 648 del febbraio 1997
Editore: Associazione Amici di “Zona Nove” - via Val Maira 4, Milano - Stampa: Litosud s.r.l. via A. Moro, 2, Pessano con Bornago (Mi).
Direttore: Luigi Allori. Redazione: Clara Amodeo, Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Primo Carpi, Valeria Casarotti, Roberta Coccoli, Beatrice Corà, Riccardo Degregorio, Teresa
Garofalo, Antonietta Gattuso, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Angelo Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Gero Urso. Collaboratori: Laura Albani, Valia Allori, Davide Casale, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Maria Piera
Bremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Daniele Cazzaniga, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Silvia Faggiano, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Luigi Luce, Sergio
Maestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Michele Michelino, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Stefano Parisi, Antonio Pizzinato, Giovanni Poletti, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer,
Vittorio Sardo, Fabrizio Ternelli, Dario Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove”: Giovanni Poletti. Pubblicità: Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Dalla Zona
al Municipio
Al Niguarda 15 milioni di tagli in un anno
ome spieghiamo a pag. 3, tra
C
un mese andremo a votare
non più per i Cosigli di Zona ma
pag. 2
DECENTRAMENTO
Dalle Zone
pag. 3
ai Municipi
(disegno di Gero Urso)
per le Municipalità. Si tratta di
una riforma da molto tempo all’ordine del giorno del Comune, ma
approvata solo ora, proprio alla vigilia delle elezioni. Al di là del fatto che i Municipi come le attuali
Zone saranno sempre 9 e non verranno modificati i confini, la nuova forma di decentramento amministrativo contiene novità che possono dare più snellezza e funzionalità ai lavori e stabilire una divisione dei compiti più responsabile.
Per ogni Municipio i consiglieri
eletti saranno 31 invece dei 41 degli attuali CdZ. A differenza di
quanto è successo finora, il Presidente del Municipio verrà votato,
come il sindaco di Milano, direttamente dai cittadini e in caso di
non raggiungimento da parte di
nessun candidato del 40% delle
preferenze i due più votati andranno al ballottaggio. Una volta eletto
il Presidente potrà nominare tre
assessori, due scelti tra i consiglieri e uno anche al di fuori del Consiglio.Verrà introdotta la figura
del Presidente del Consiglio di
Municipio, eletto dai consiglieri,
con il compito di rappresentare e
presiedere il Consiglio di Municipio. Novità importanti, ma il tutto
rischia di essere vanificato in un
rito formale perché al Consiglio di
Municipio, almeno per ora, non
vengono affidati i poteri e le risorse necessari per cominciare a governare in autonomia il proprio
territorio e per realizzare un decentramento in grado di recepire
tempestivamente le esigenze dei
cittadini. Eppure anche recenti
esperienze come il “Bilancio partecipato” e l’Osservatorio sulla
Caserma Mameli (pag. 3) dimostrano che il rapporto ravvicinato con i cittadini fa solo del bene alla partecipazione democratica.
FARMACIE
Esami
gratuiti
“VIVI IL PARCO”
Le attività
di Maggio
pag. 4
MOBILITÀ
Bike sharing
e Car sharing
pag. 5
VASCA AL PARCO
Impatto
pag. 6
ambientale?
ELEZIONI
Intervista
a Beppe Sala
pag. 7
HANGAR BICOCCA
Un chilometro
pag. 10
di murales
APRILE ‘16 1
Cura dimagrante per i servizi offerti dall’ospedale. Il direttore Marco Trivelli e il Governatore
Roberto Maroni puntano a risparmiare 30 milioni tra il 2016 e il 2018, di cui 15 milioni
per quest’anno, tagliando i costi e aumentando i ricavi.
pag. 3
APRILE ‘15
2
APRILE ‘16
12
APRILE ‘15
La Grondina, strada tagliaquartieri, non si farà
Hanno vinto i cittadini di Bruzzano
pag. 4
APRILE ‘16 1
APRILE ‘15
Viva il 70° della Costituzione della Repubblica
ULTERIORE SCONTO 10%
Per serramenti in PVC
presentando
“ZONA NOVE”
31
2
Giovanni Beduschi
tavolta a “Strizza la notizia” non si ride, ma si riflette dimoS
strando che anche il fumetto, oltre che alla pancia, può parlare al cuore e al cervello. Mio commovente sodale della sinistra
CRONACA
NERA
di Ortensia
Bugliaro
• Comasina: truffatrice raggira due anziane sorelle disabili 185mila euro in due anni. È il bottino di una truffatrice di 43 anni indagata dagli agenti del commissariato Comasina per aver raggirato due sorelle disabili di 72 e 86 anni, cui si era offerta di prestare assistenza gratuita. La storia inizia nel 2011, quando la donna conosce le due anziane ed entra nella loro vita inserendosi nei
loro affari economici e persino nei conti correnti. Nel 2013, quando
i parenti delle sorelle la allontanano da casa, la donna è già riuscita a rubare 185mila euro grazie alla vendita di un loro appartamento (incassa 30mila euro su un guadagno totale di 90mila) e prelievi mensili tra i 2.400 e i 3mila euro. (23 aprile)
• Comasina. botte a malati psichiatrici riprese dalle telecamere Schiaffi, pugni, percosse con le scope, urina in faccia... Sono
le vessazioni che alcuni operatori sociosanitari hanno commesso
nei confronti di pazienti di una struttura psichiatrica alla
Comasina. L’indagine della polizia ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre peruviani. Un altro è stato arrestato in flagranza di reato grazie alle immagini riprese da alcune telecamere
nascoste, che provano i maltrattamenti a carico dei pazienti impossibilitati a scappare perché costretti a letto dalle proprie condizioni
di salute psico-fisica. (22 aprile)
• Testi: tre feriti in un incidente tra un’auto e una moto
Pauroso incidente stradale in viale Fulvio Testi nella prima mattinata di venerdì 22 aprile. Tre uomini di 18, 41 e 49 anni sono rimasti feriti in seguito a uno scontro tra un’auto e una moto all’altezza
dell’incrocio con via Pianell. È successo intorno alle cinque e mezza
di mattina. Sul posto i sanitari del 118 che, con tre ambulanze e
un’automedica, hanno trasportato i feriti in codice giallo al
Niguarda e al Fatebenefratelli. (22 aprile)
L’Inps si sposta
a sede Inps di Niguarda, per motivi strettamenL
te economici, si è trasferita da via Cicerone a via
Fortezza (ex Inpdap - Zona Sesto). Lo spostamento
è avvenuto il 2 maggio e gli uffici saranno aperti probabilmente il 10 maggio. Questo trasloco sicuramente creerà notevole disagio soprattutto agli anziani. Infatti
non mancano malcontento e preoccupazione. Di fatto non tutti
hanno il computer per potersi collegare online e dovranno recarsi di persona ai sempre più lontani uffici.
purché sia, con la tua matita appuntita di ideali e di valori fai
bene ad angosciarti. Sarà difficile infatti sostituire quelli come
Erminia e Aurelio. Con loro se ne va un pezzo d’impegno politi-
co disinteressato e solidale e, se ti guardi intorno, vedi solo anziani costretti a impegnarsi per far bastare la pensione e giovani in cerca di un lavoro qualsiasi. (Zorro Nove)
Distrutta e abbandonata
a più di quattro
D
mesi la Renault
Clio nera, targata MI
CK435EW, si trova
in completo abbandono in via Siderno,
una via che fiancheggia la ferrovia e vicina a v.le Suzzani (parallela a via Luigi
Monti). Visto che è
molto rovinata, sia
all’esterno che all’interno, ed è trascorso molto tempo, viene qui segnalata perchè si
provveda a spostarla o a cercare l’eventuale proprietario.
Fino a giugno esami gratis
in 26 farmacie comunali
Giorgio Meliesi
artono gli screening gratuiti di prevenzioP
ne sanitaria promossi dal Lions Clubs
International, in collaborazione con il
Comune e le Lloyds Farmacie: dal 16 aprile
all’11 giugno, 26 farmacie offriranno gli esamii
per il controllo di vista, udito e respiro.
“Questa campagna è un’occasione importante
per attivare una concreta azione di prevenzione e rendere efficace la rete per la cura della
persona, che si realizza grazie alla collaborazione di chi opera sul territorio - ha dichiarato Pierfrancesco Majorino,
assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute –. In questo modo
potremo raggiungere anche le persone che hanno meno possibilità di
poter usufruire di interventi gratuiti di prevenzione di qualità”.
La campagna sarà eseguita da personale sanitario tecnico. Per garantire al servizio una certa continuità ed evitare code di attesa, le persone interessate sono pregate di prenotarsi direttamente o telefonicamente presso la LloydsFarmacia dove ha sede lo screening gratuito.
Per comprendere quanto sia importante controllare periodicamente il
proprio stato di salute, basta considerare alcuni fattori: il glaucoma
è una malattia spesso asintomatica che, se non diagnosticata in
tempo, può portare alla cecità; in Italia il 13,7% dei soggetti over 60
(circa 1.600.000 persone) ha qualche difficoltà nel sentire, con conseguente limitazione alla partecipazione della vita di tutti i giorni;
l’inquinamento atmosferico e il fumo favoriscono la comparsa di
reazioni infiammatorie delle vie aeree che, se trascurate, possono
portare all’ossigeno-dipendenza, ossia la necessità di respirare un
supplemento di ossigeno per sopravvivere. Le persone che soffrono
di questa patologia in Italia sono 70.000.
Si può prenotare telefonicamente o direttamente presso una delle
LloydsFarmacie. Calendario consultabile sui siti www.farmaciapertutti.it e www.epn.lloydsfarmacia.it. (14 aprile)
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un sorriso
sabato 28 maggio
(dalle 15 alle 19.30)
e domenica 29 maggio
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e dalle 15 alle 19.30)
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San Vincenzo
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sarà a totale beneficio
delle persone
in difficoltà.
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IL NUOVO GOVERNO DELLE ZONE
“Si vota per i nuovi Municipi, ma il decentramento
non è completamente realizzato”
Intervista a Roberto Medolago, presidente della Commissione Decentramento del Consiglio di Zona 9
unque ci siamo.
D
Tra un mese i cittadini milanesi saranno chiamati a eleggere i nuovi Consigli di
Municipio che sostituiranno gli attuali
Consigli di Zona. Come da noi anticipato
sul numero di febbraio il nuovo statuto prevede che i Municipi come le attuali Zone saranno sempre 9 e non verranno modificati i confini. I consiglieri eletti saranno invece 31 (negli
attuali CdZ sono 41), compreso il Presidente
del Municipio. Rispetto a prima il Presidente
del Municipio verrà votato dai cittadini e in
caso di non raggiungimento da parte di nessun candidato del 40% delle preferenze si ricorrerà al ballottaggio tra i due più votati. Il
Presidente, una volta eletto, potrà nominare tre assessori, ai quali saranno assegnate
una o più deleghe specifiche nell’ambito delle competenze assegnate al Municipio. Di
questi tre assessori due verranno nominati
tra i consiglieri mentre uno potrà essere
scelto anche al di fuori del Consiglio Municipale. Altra novità, rispetto agli attuali
Consigli di Zona, è l’introduzione della figura del Presidente del Consiglio di Municipio, eletto dai consiglieri, che avrà la responsabilità di rappresentare, convocare e presiedere il Consiglio di Municipio.
Lorenzo Meyer
Queste le principali norme del nuovo statuto
la cui efficacia era però subordinata a una reale attribuzione di poteri ai Municipi. E qui iniziano le dolenti note.
Ricordiamo che questa riforma aveva come
scopo la realizzazione di un vero decentramento con l’obiettivo di recepire in maniera
tempestiva le esigenze dei cittadini. Leggendo
però il regolamento approvato dal Consiglio
Comunale che disciplina quali funzioni e competenze verranno attribuite ai Municipi ci siamo resi conto di come la “montagna abbia partorito un topolino”. Per capire meglio la situazione abbiamo intervistato Roberto Medolago,
presidente uscente della Commissione Decentramento del Consiglio di Zona 9.
Nel nuovo regolamento vengono usati
spesso, a proposito delle nuove funzioni
dei Municipi e dei rapporti con la direzione comunale centrale, i termini “partecipazione”, “condivisione” e “concertazione”. Ciò contrasta con le aspirazioni
di decentramento delle zone?
In effetti le aspettative, visto il lavoro che si
era fatto in collaborazione con i presidenti di
quasi tutte le zone, erano superiori a quanto
deliberato; comunque alla luce del proverbio
milanese che recita “putost che nient lè mei
putost” va bene così. Ritengo comunque che
nella prossima consigliatura ci saranno i mar-
gini per meglio sviluppare le competenze delle Municipalità. Per questo motivo ho ritenuto
utile ricandidarmi.
Il nodo principale di questo regolamento è la mancata assegnazione ai
Municipi di risorse finanziarie. Nella
proposta delle Zone era invece prevista la gestione e riscossione delle entrate di propria competenza come per
esempio le somme dovute per l’occupazione permanente e temporanea di
spazi ed aree pubbliche.
Come entrate esplicite si avranno solo quelle relative agli introiti derivanti da concessioni temporanee di aree per orti e dei locali gestiti dalle municipalità (es. Auditorium
Ca’ Granda). Rimangono comunque le risorse assegnate dalla Direzione comunale
centrale in condivisione con la Conferenza
permanente dei Consigli di Municipio.
Per concludere qual è il suo auspicio per
i prossimi 5 anni?
Nel regolamento è stato prevista l’istituzione di un Osservatorio sulle Municipalità
che ha lo scopo di verificare il processo di attuazione del decentramento amministrativo, formulare proposte per la soluzione di
eventuali difficoltà interpretative od applicative e soprattutto individuare nuove funzioni da attribuire ai Municipi. Io credo che
questo organo possa essere decisivo per arrivare presto al vero decentramento.
Al Niguarda risparmi per 30 milioni in tre anni
ura dimagrante
C
per i servizi offerti dall’ospedale di
Niguarda. Per il ministero della Sanità
dovrebbero essere risparmiati 51 milioni di euro rispetto al budget 2015. Il direttore generale Marco Trivelli
calcola i tagli in 10,7/10,8 milioni su 568 milioni di costi nel 2015. In ogni caso il governatore Roberto Maroni ha firmato con
Trivelli un “piano di efficientamento” triennale che punta a risparmiare 30 milioni tra
il 2016 e il 2018, garantendo il 41% quest’anno; metà, cioè 15 milioni, tagliando i costi e
metà aumentando i ricavi. Perché se
Niguarda è nel mirino del Ministero, la sfi-
da, per il dg, è dimostrare che può spendere meno “senza ridurre l’attività e la
qualità”. Tanto che, al capitolo personale,
l’efficientamento comincia con l’assunzione di 20 infermieri e 7-8 dirigenti medici per dar fiato soprattutto alle chirurgie, in difficoltà di personale.
L’“efficientamento” prevede un’ottantina di
interventi in tutti i settori dell’ospedale, grazie ai quali si calcola di risparmiare uno
0,2% rinegoziando prezzi e contratti (con le
gare aggregate su cui punta la Regione) nel
breve periodo; e nel medio uno 0,3% mettendo mano alla logistica, tra l’1 e il 2% riorganizzando i percorsi clinici dentro l’ospedale,
e fino al 3% su quelli “in rete”. Ad esempio,
spiega il direttore sanitario Giuseppe
Genduso, si punta ad avere il piano di dimissione entro 72 ore dal ricovero, a ridurre la
degenza media pre-operatoria e per le consulenze cliniche, a eliminare i ritardi (con
l’aiuto dell’Ats) nel passaggio dei pazienti alla riabilitazione interna o a strutture esterne dopo la fase acuta.
Maroni sposa in pieno la linea del direttore generale: “Questo è un piano di efficientamento, non di rientro: in Lombardia non ne abbiamo bisogno perché non
siamo in deficit. Il sistema sociosanitario
lombardo è troppo avanti, per questo abbiamo chiesto al Governo di escluderci da
questi criteri, riconoscendone la ‘specialità’ come ha già fatto non impugnando
la nostra riforma”. (Giorgio Meliesi)
Caserma Mameli: assemblea pubblica all’Acli Bicocca
Michele Cazzaniga
che punto siamo con il
“A
progetto di riqualificazione dell’area ex Caserma
Mameli?”. Di questo si parlerà sabato 14 maggio dalle
9.45 presso il circolo Acli Bicocca di via Alberto Nota 19.
L’assemblea pubblica è organizzata dall’Osservatorio Mameli, che dallo scorso
febbraio sta partecipando attentamente
all’evoluzione del piano di sviluppo dell’area di viale Suzzani. L’incontro sarà l’occasione per spiegare il lavoro fatto fino ad oggi dall’Osservatorio Mameli, informare sullo “stato dell’arte” del progetto di riqualificazione dell’area e naturalmente raccogliere
proposte dai cittadini sull’utilizzo dell’area.
La cittadinanza è invitata a partecipare!
• Procede il progetto del riuso temporaneo Archiviata la prima fase del percorso condiviso per “ripensare” al futuro della Caserma
Mameli, è partita la fase due che si pone l’obbiettivo di studiare un eventuale uso temporaneo di alcune porzioni di caserma in attesa che
il progetto definitivo veda la luce e si passi dalla carta ai cantieri.
E intanto cosa fare della Mameli visto che i
tempi di realizzazione del progetto non si
preannunciano brevi? Ecco che entra in scena
il riuso temporaneo di porzioni di area. Ipotesi
fattibile ma non di facile realizzazione perché
entrano i gioco questioni legate sia alla sicurezza dei fruitori di queste aree riconsegnate
alla cittadinanza sia ai costi da sostenere per
rendere usufruibili questi spazi. In poche parole chi si assume la responsabilità di garantire la sicurezza di questi spazi e chi paga i
lavori? Una questione non da poco. Tanto è
vero che si ipotizza la realizzazione di un
giardino condiviso e di orti urbani all’angolo
fra Suzzani e Gregorovius, e servizi per la cittadinanza nell'enorme spazio verde al centro
della caserma. E nell’area dedicata ai servizi
le proposte vanno dal cinema all'aperto al
parco attrezzato, dal percorso vita a un’area
con giochi gonfiabili, tanto per citarne alcune. Qualcosa di più ve lo potremo raccontare
sul prossimo numero perché a giorni verrà
presentato il lavoro prodotto durante il seminario di studi tenutosi il 22 aprile presso il
Politecnico di Milano.
VIABILITÀ
La Grondina, strada tagliaquartieri, non si farà
Hanno vinto i cittadini di Bruzzano
Si farà solo un sottopasso pedonale e una nuova viabilità fatta su misura per il traffico locale.
l progetto scellerato di costruire una viabiIpiendolo
lità che avrebbe sfasciato Bruzzano riemdi traffico, è stato mandato in soffitta da Comune, Fnm, Regione e CdZ 9. Ha
vinto il buon senso di tutti e la testardaggine
dei residenti.
Vediamo cosa è emerso martedì 12 aprile a
Bruzzano durante l'assemblea pubblica nella quale il Comune di Milano e il Consiglio di
Zona 9 hanno presentato la loro proposta di
progetto per la chiusura del passaggio a livello di via Oroboni delle Ferrovie Nord. Al posto dell'idea elaborata da Regione e Fnm si
punterà sull'ipotesi progettuale che prevede:
• un ampio sottopasso ciclopedonale in via
Oroboni, largo 6 metri (il più largo della linea), ben illuminato, con telecamere di sicurezza e con due discese di scale e di rampe
ampie affinché ci sia una buona visibilità e
percezione di sicurezza;
• nessun sottopasso veicolare, né a nord in
via Pesaro-Pantaleoni, né a sud in via
Danubio-Marna-Baltea, in quanto ritenuti
entrambi troppo invasivi per il traffico;
• verifica della possibilità di realizzare il prolungamento della via Pesaro, dopo la nuova
Daniele Cazzaniga
stazione Bruzzano Fn, dietro all'hotel
Leonardo da Vinci, fino all'incrocio attuale
con le vie Girardengo-Borromeo in territorio
di Cormano, con miglioramento della sicurezza della zona della nuova stazione e inizio
della riqualificazione di quelle aree oggi abbandonate;
• realizzazione del passaggio ciclopedonale
tra via del Reno e stazione M3 Affori FN;
• ampliamento del terzo binario mantenendo l'attuale viabilità in doppio senso in via
Fiume e via del Reno e i parcheggi auto, spostati a lisca di pesce sulle vie Carli e Tago;
• potenziamento della sicurezza del sottopasso ciclopedonale via Marna-DanubioBaltea con telecamere e illuminazione.
Il CdZ 9 ha fatto la sua parte e mercoledì 20
aprile ha bocciato il “vecchio” progetto di
Fnm, quello che prevedeva il sottopasso veicolare e l'invasione di traffico di passaggio
nel quartiere, chiedendo nel contempo di lavorare alla realizzazione del progetto definitivo che contenga i requisiti, condivisi dalla
cittadinanza, sopra esposti.
Se tutto procederà per il verso giusto, ovvero dopo il passaggio in CdZ 9 e in
Giunta comunale e arriverà il via libera
dalla conferenza dei servizi, convocata da
Regione Lombardia per il 12 maggio
2016, è auspicabile che i lavori possano
iniziare entro fine 2017.
Sembra chiudersi positivamente questo percorso lungo e tortuoso, sorto per la poca lungimiranza dimostrata qualche anno fa da
Ferrovie Nord e Regione Lombardia (presidente Formigoni), condivisa dal Comune di
Milano (sindaco Albertini), ovvero non aver
interrato o messo in trincea la linea Fnm da
Bovisa fino a Cormano, in una zona intensamente urbanizzata.
Chiusa bene dalla Giunta Pisapia questa
annosa e complicata vicenda, chiediamo
alla prossima Amministrazione di Palazzo Marino di pensare anche per i quartieri di Bicocca, San Giuseppe e per i residenti di Sesto San Giovanni soluzioni come quella di Bruzzano ovvero viabilità locale e ciclopedonale, spostando il traffico
pesante e di attraversamento fuori dai
quartieri residenziali.
Pronto Soccorso: a buon punto i lavori decisi dal CdZ 9
eglio tardi che mai” recita un famo“M
sissimo adagio popolare. Frase calzante a pennello per quanto riguarda la modifica della viabilità in zona Pronto Soccorso
dell’Ospedale di Niguarda. Siamo andati
nel nostro straordinario archivio di redazione (vedi www.niguarda.eu) e abbiamo scoperto che la delibera di approvazione dei lavori era stata approvata dal CdZ 9 il 26
marzo 2015 e che gli stessi avrebbero dovuti essere completati prima dell’apertura di
Expo 2015, ovvero entro il 1° maggio 2015.
Con un anno di ritardo (non abbiamo chiesto al Comune i motivi perché non vorremmo sentirci citare
la solita questione dell’italica burocrazia), il nuovo peduncolo, visibile
nella foto pubblicata nella pagina,
sta diventando realtà, anzi probabilmente quando leggerete l’articolo sarà già transitabile.
Visto che quanto scritto oltre un anno fa è perfetto e attuale, pubblichiamo uno stralcio dell’articolo per rinfrescarci la memoria.
Il CdZ 9, nella seduta di giovedì 26
Michele Ponti
marzo, ha approvato la richiesta di modifica della viabilità in via Majorana così come
richiesto ufficialmente da Marco Trivelli, direttore generale del nosocomio. La proposta
avanzata si può realizzare con pochi soldi e
in poco tempo, ovvero quello che ci separa
dall’avvio di Expo 2015. Altre progettazioni,
come ad esempio una grossa e funzionale rotonda davanti al Pronto Soccorso al posto
del demenziale incrocio semaforizzato a-
vrebbe richiesto molti soldi, una gara d’appalto e tempi di realizzazione incompatibili
con le pressanti necessità.
E allora vediamo questa proposta: si tratta di
realizzare lungo via Ettore Majorana (il peduncolo di Gronda Nord che passa davanti al
Pronto Soccorso) un “torna indietro”, da collocare a circa 100 metri a est dell’attuale incrocio semaforizzato, con caratteristiche analoghe
al “torna indietro” già esistente a ovest dell’incrocio posto verso viale Enrico Fermi. Questa
nuova bretella stradale si rende necessaria
perché l’attuale impianto semaforico,
per l’eccesiva quantità di veicoli che lo
impegnano nella svolta, crea rallentamenti e code, intralciando i mezzi
di soccorso che devono accedere alla
struttura sanitaria.
Con quanto proposto si punta a dividere i flussi di traffico da e per
l'ospedale, mantenendo la svolta al
semaforo per i soli mezzi di soccorso e i veicoli autorizzati, imponendo
a tutti gli altri l’utilizzo dei due torna indietro (quello già esistente e
quello proposto).
Continuano le domeniche di “Vivi il Parco”
cco il programma delle attività che verE
ranno svolte all’interno della Cascina del
Parco Nord nel mese di maggio.
• Domenica 8 maggio: Creativa Mente
Mercatino dell’artigianato - Giochi per menti
creative - Giochi asinini e trekking a dorso d’asino - Massaggi Shiatsu, riflessologia plantare
e tuinà - Pratica di Qi Gong - Mostra interattiva Welcome to the jungle - Laboratorio naturalistico MicroLab - Storie sotto il Bagolaro e
laboratorio espressivo - Diorama digitale: la
foresta pluviale.
• Domenica 15 maggio: World Migratory
Bird Day Risveglio con il Qi Gong - Stazione
di inanellamento - Incontri divulgativi con
esperti naturalisti - Misure di anti-bracconaggio.- Proiezioni di documentari e attività per
bambini e famiglie - Una visita guidata in bi-
ci per osservare gli uccelli e ascoltarne i canti
- Trattamenti Shiatsu e lezioni di autoshiatsu
- Shambàla Shiatsu Scuola e Ricerca - Mostra
fotografica sulla Balossa - Mostra interattiva
Welcome to the jungle - Mercatino dell’artigianato - Laboratorio naturalistico MicroLab Storie sotto il Bagolaro e laboratorio espressivo - Diorama digitale: la foresta pluviale Centro multimediale La Casa del Parco.
• Domenica 22 maggio: Bioblitz di parco
in parco Visite guidate con esperti naturalisti - Censimento di piante e animali - Mostra
interattiva Welcome to the jungle - Mercatino
dell’artigianato - Laboratorio naturalistico
MicroLab - Storie sotto il Bagolaro e laboratorio espressivo - Diorama digitale: la foresta
pluviale - Centro multimediale La Casa del
Parco Spettacolo di Danza del Ventre.
• Domenica 29 maggio: Festa degli orti
Attività presso i 13 nuclei ortivi del parco Biciclettata tra gli orti del Parco - Raduno bandistico - Biciclettata Se vuoi la Pace Pedala Pratica di Thai Chi e di Qi Gong - Massaggi
Shiatsu, riflessologia plantare e tuinà Mostra interattiva Welcome to the jungle Mercatino dell’artigianato - Laboratorio naturalistico MicroLab - Storie sotto il Bagolaro e
laboratorio espressivo - Diorama digitale: la
foresta pluviale - Centro multimediale La
Casa del Parco. (Lorenzo Meyer)
Orari delle manifestazioni: dalle 9.30 alle
18.30. Durante gli orari di apertura è attivo un
servizio bar, ristorante, braceria e gelateria artigianale. Per sostenere i progetti sull’obiettivo
“Vivi il Parco” e per qualsiasi informazione
consultare il sito www.parconord.milano.it
MOBILITÀ
a cura di Anna Aglaia Bani
Bike sharing: il trasporto pubblico in bici
continua a crescere anche negli orari notturni
un successo inarrestabile il servizio di
È
bike-sharing (biciclette a noleggio). Le
stazioni di prelievo crescono come funghi e
dal 1 aprile è ripreso il servizio notturno. E
la cosa positiva è che quasi tutte le nuove
stazioni sono in periferia così da permettere un’estensione del servizio a tutta la
città. Non fanno eccezione i nostri quartieri: la stazione numero 327 è stata inaugurata il 31 marzo all’Università della Bicocca e precisamente in via Piero e Alberto
Pirelli 22 alla presenza dell’assessore alla
Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran
e del rettore dell’Università Cristina Messa. Con questa apertura tutti i principali
poli universitari milanesi sono raggiunti
dal servizio di Bikemi, che è arrivato a quota 47.366 abbonati.
È stata data particolare importanza, durante l'inaugurazione, al noleggio nottturno: nel
2015 i prelievi effettuati durante gli orari
notturni sono stati 132.624, il 54,84% in più
rispetto al 2014 e quasi il doppio rispetto al
2013. Il boom si è registrato soprattutto nei
mesi di giugno con 26.505 prelievi (il 70% in
più rispetto al 2014) e luglio con 25.865 utilizzi (+80,56% rispetto al 2014); l’incremento
percentualmente più alto è stato a maggio,
con 19.230 prelievi, quasi il doppio (ben il
90,47% in più) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
“Il servizio notturno è molto apprezzato dai
milanesi - sottolinea l’assessore Maran - e
anche per questo l’orario invernale quest’anno è stato prolungato fino all’una di notte.
Ora con la bella stagione si potrà pedalare
fino alle 2 durante la settimana e senza interruzioni nel weekend. Insieme ai bus
notturni attivi 24 ore su 24, il BikeMi costituisce un vero e proprio mezzo di trasporto pubblico per spostarsi in città a
qualsiasi ora del giorno, anche grazie al
continuo ampliamento della rete di stazioni fuori dal centro”.
“BikeMi rappresenta un sistema innovativo di mobilità - ha detto il rettore Cristina Messa - che a Milano è ormai diffuso e consolidato. L’inaugurazione di una
postazione in Bicocca vuole sostenere la
pratica del bike sharing, un modo di muoversi più sportivo e meno inquinante che
tutela l’ambiente della città e la salute
dei cittadini. Questa iniziativa rappresenta, quindi, un valore aggiunto per tutti noi: studenti, docenti, personale, abitanti di Bicocca, e contribuisce così a rendere la nostra Università e il quartiere
che viviamo ogni giorno ancora più accessibile e vicino al centro.
Car sharing: il Comune punta su auto elettriche,
città metropolitana, sconti e agevolazioni sui canoni
ilano sempre più avanti o, come si
M
usa dire adesso, sempre più “città
intelligente” (per chi non capisce l’taliano “smart city”) ed “economia condivisa”
(“sharing economy”).
Non vi è dubbio che negli ultimi anni
Milano ha spiccato il volo, si è scrollata
di dosso l’immobilismo che rischiava di
trascinarla in un inesorabile declino: la
nostra metropoli ormai è una città europea e viene presa a modello in molti settori. Uno di questi è la mobilità: è di questi giorni l’approvazione, da parte della
Giunta Pisapia, delle linee guida per il
nuovo bando per la “condivisione dell’auto” (“car sharing”).
Grande soddisfazione è stata espressa da
Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità e Ambiente: “Milano in 3 anni ha rivoluzionato la mobilità in sharing, il cui
modello è stato esportato in tutte le principali città italiane. C’è l’apertura ai privati
che ha consentito di ottenere un’offerta
ampia di car sharing in città con oltre
2.000 auto a disposizione di tutti i cittadini per una media di 9.300 noleggi al giorno e di 300mila utenti attivi. Un risultato
che, insieme alle altre politiche di mobilità
sostenibile come Area C e il potenziamento di mezzi pubblici, ha consentito di ridurre significativamente il numero di auto
private in circolazione”.
“Il nuovo bando non solo apre il mercato
a nuovi operatori, ma fissa gli obiettivi
per il futuro: estensione verso la città
metropolitana, conversione verso l'elettrico, servizi innovativi attraverso le future “aree della mobilità” che consentano di garantire il servizio verso le aree a
domanda debole e i principali punti di
interscambio col trasporto pubblico.
Inoltre chi premia gli utenti con tariffe
vantaggiose viene premiato dall’Amministrazione Comunale”.
Ma ecco quali sono i tratti salienti del
nuovo bando. Per parteciparvi gli operatori dovranno garantire una flotta minima di 400 vetture. Le prime 400 auto di
ogni operatore dovranno corrispondere
un canone di 100 euro/mese al Comune.
Riceveranno uno sconto solo in presenza
di auto elettriche nella flotta e per il numero di auto elettriche introdotte. Una
misura volta a favorire il passaggio delle flotte verso l’elettrico.
Dalla 401esima auto in poi sono previste
riduzioni fino al 60% della tariffa, collegate alla soddisfazione di alcuni ulteriori obiettivi di interesse pubblico fissati
dal Comune, sulla base di questi ulteriori requisiti:
• per chi estenderà il servizio nei comuni dell’Area Metropolitana sconti del
10% per l’attivazione del servizio in 5 comuni, del 20% per l’attivazione in 10 comuni, del 30% per l’attivazione del servizio in 15 comuni o più;
• per chi applicherà uno sconto sulla tariffa di utilizzo nei confronti dell’utente
che rilascerà il veicolo all'interno di una
delle “aree di mobilità”;
• per chi applicherà uno sconto sulla tariffa in orario notturno;
• per chi applicherà uno sconto sulla tariffa di utilizzo nei confronti dell’utente
che dimostri di aver rottamato un veicolo a loro intestato senza averne acquistato uno nuovo per il biennio successivo;
• per chi applicherà uno sconto sulla tariffa di utilizzo nei confronti dell’utente
che dimostri di possedere una tessera di
abbonamento annuale al trasporto pubblico locale;
• per chi promuoverà iniziative di sicurezza stradale concordate con il Comune,
organizzando corsi di guida sicura e di
educazione stradale;
• per chi doterà i veicoli di sistemi di monitoraggio ambientale legato allo stile di
guida e prevede meccanismi di premialità per gli utenti virtuosi.
Fondamentale sarà il tema delle aree di
mobilità, che verranno individuate e create dal Comune di Milano in punti di interscambio (per esempio, stazioni metropolitana e ferroviarie) e in quartieri specifici
della città (per esempio, Quartiere Olmi,
Figino, Quarto Cagnino), con l’obiettivo di
perimetrare alcune aree, anche videosorvegliate, con punti di ricarica elettrica per
auto in sharing e private, postazioni di
parcheggio per le vetture in sharing.
Per partecipare al bando gli operatori
dovranno provvedere al miglioramento
del servizio di call center offerto agli
utenti, che dovrà essere contattabile sia
telefonicamente sia attraverso il veicolo,
e all’implementazione di un sistema telematico attraverso cui il Comune potrà
monitorare in tempo reale le attività dei
veicoli dislocati nel territorio.
Le nuove vetture dovranno rientrare
nella categoria Euro più evoluta del modello in commercio al momento della immissione in servizio.
Il 12 aprile è venuto a mancare il nostro amico e collega
Marco Giavazzi
Dopo anni di dedizione al lavoro, la sua professionalità
e simpatia ci mancherà molto.
I colleghi di Battistrada
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SEVESO
Vasca al Parco Nord: si attende la valutazione di impatto ambientale
Michele Cazzaniga
ell’ultimo mese non è successo molto a proposito della vasca
N
antiesondazioni del Seveso al Parco Nord, ma ce lo aspettavamo vista la notizia bomba della bocciatura del progetto al Parco
Nord da parte dell’Ente Parco e di tutti i Comuni “consortili”. Le
osservazioni alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via) sono
state acquisite dalla Regione e ora si attende l’esito. Riesaminiamo, avvalendoci della documentazione elaborata dall’Associazione Amici del Parco Nord e dal Comitato Acque Pulite, gli ultimi
punti salienti della vicenda in attesa di riaggiornarci quando la
Regione avrà pubblicato l'esito della Via.
• Si riparte da una delibera! Lunedì 4 aprile la Comunità del
Parco Nord (i Comuni di Milano, Sesto, Cinisello, Bresso, Cusano,
Cormano, Novate e la Città Metropolitana) ha votato all’unanimità una delibera con cui esprime parere contrario al progetto di
costruzione della vasca di laminazione nel Parco Nord. È da questa deliberazione che dobbiamo ripartire! Aggiungiamo noi, come
abbiamo scritto anche il mese scorso: il silenzio assordante dell’Ente Parco è stato squarciato con questo “atto d’amore” che vuole salvaguardare il nostro polmone verde e la salute dei tanti cittadini che abitano nei pressi dell’area scelta per ospitare quella
che alcuni chiamano “la fogna a cielo aperto”.
• La contraddizione Il giorno dopo, martedì 5 aprile, alla
Conferenza di Servizi tenutasi in Regione, un funzionario del
Comune di Milano, incurante del voto espresso meno di 24 ore
prima in sede di Comunità del Parco dall’assessore del suo stesso
Comune, si pronuncia invece a favore della vasca: una forma di
evidente e grave dissociazione. Aggiungiamo noi: speriamo che
questo “cortocircuito” istituzionale non sia stato scientemente studiato per bypassare una decisione (il no alla vasca) non in linea
con l'idea di Governo, Regione, Comune di Milano e Aipo (agenzia
interregionale fiume Po).
• Il piano Aipo è fallito La vasca nel Parco era parte integrante di un Piano che prevedeva un totale di cinque vasche, funzio-
nanti contemporaneamente, per raccogliere un totale di 4,5 milioni di mc di acqua. La decisione di unificare la vasca di Paderno e
quella di Varedo in un solo mega impianto da realizzare sull'area
ex Snia di Varedo, blocca tutto. L’area scelta è da bonificare e ci
vogliono anni e tanti soldi: ma non ci sono né gli uni né gli altri.
Il Piano è saltato. Il Comune di Bresso e il Parco Nord non ci stanno. Il Piano dimezzato espone i cittadini di Niguarda e Pratocentenaro agli stessi rischi di sempre. Aggiungiamo noi: abbiamo sin
da subito espresso un parere favorevole all’accorpamento delle
due vasche, da posizionare sull’ex area Snia, perché avrebbe ridotto, se non azzerato, il consumo di suolo. Vedere però come è
stata gestita la vicenda non pensando alla bonifica del terreno, fa
cadere le braccia. L’assenza di questo enorme vascone, per chissà
quanti anni, rende inefficace tutto il piano studiato da Aipo. E
questo dovrebbero ammetterlo anche coloro che si sono schierati
a favore delle vasche di laminazione. Non a caso Parco Nord e
Comune di Bresso hanno “fatto saltare il tavolo” perché in queste
condizioni la vasca del Parco sarebbe super sfruttata ma non porterebbe significativi benefici a Niguarda e Pratocentenaro vista la
sua limitata capienza.
• La soluzione? l’invarianza idraulica
L’Invarianza Idraulica, inserita nella Legge Regionale n°109 del
8/3/2016, consiste nel recupero dell’acqua piovana che cade sulle aree cementificate, finisce nelle fogne e, per il carico eccessivo, si riversa nei fiumi, in questo caso nel Seveso, per poi esondare e allagare la città. I fondi stanziati per le vasche dovrebbero essere impiegati per attuare una gestione intelligente dell'acqua piovana, che non è un rifiuto, ma una risorsa preziosa.
Aggiungiamo noi: su questo punto c’è una posizione in parte diversa da chi è contro, senza se e senza ma, alle vasche. Ovvero
c’è l’idea di dare sul lungo periodo piena attuazione all’invarianza idraulica, ma dando anche risposte sul breve periodo ai cittadini di Niguarda e Pratocentenaro.
A suo tempo abbiamo pubblicato sulle pagine del nostro giornale
un esempio virtuoso portato avanti dal Comune di Rimini, ovvero vasca di laminazione sotterranea e depuratore avveniristico.
Quindi le vasche possono essere una soluzione temporanea, da attuare contestualmente a una seria ed efficace depurazione delle
acque. Come scritto più volte, molte delle contrarietà al sistema
vasche, fermo restando la questione di un riuso più consapevole
dell'acqua piovana, che deve essere vista come un bene prezioso e
non come un rifiuto, derivano dal fatto che il Seveso non è un fiume ma una fogna a cielo aperto. E non sono considerati sufficienti i pur importanti lavori attuati nell’ultimo anno per “rinaturalizzare” il Seveso, anche se non si può non notare l’impegno profuso, anche economicamente, sul versante della depurazione.
“Milano è una città con i conti in regola, che sta ancora beneficiando
EL
EZ
dell’effetto Expo e che valorizza a pieno le Società partecipate”
IO
NI
Intervista a Mattia Stanzani, presidente della Commissione Bilancio a Palazzo Marino.
Michele Cazzaniga
bbiamo intervistato in
A
esclusiva per “Zona Nove”
Mattia Stanzani, Presidente
della Commissione Bilancio a
Palazzo Marino.
Il suo mandato volge al termine ed è quindi tempo di
tirare le somme. Partiamo
dalla sua carica di presidente della Commissione
Bilancio: un compito non
facile in un periodo di scarse risorse a disposizione
degli Enti Locali.
È stata un grande sfida, quella
che abbiamo iniziato cinque
anni fa con Giuliano Pisapia, ognuno ha portato il proprio contributo in Comune e nelle Zone. A me è stato chiesto di presiedere la Commissione Bilancio in quanto era necessario avere
una persona di esperienza politica, che avesse i piedi ben radicati nella realtà economica, avendo sempre abbinato il mio lavoro all'attività politica. Il compito assegnato è stato impegnativo, ma anche pieno di soddisfazioni nell'aver reso il più trasparente e partecipato possibile il Bilancio del Comune.
Grandi insegnamenti li devo a chi, ben più illustre di me, mi
ha consigliato nel capire il lavoro da svolgere: parlo del nostro
compagno di zona 9 Roberto Camagni.
Qual è lo stato di salute dei conti di Milano dopo 5 anni
di Giunta Pisapia?
Lo stato di salute viene indicato dai fatti. Oggi il Comune, a
differenza degli anni di amministrazione di centro-destra, possiede tutte le proprie società partecipate (le ex
Municipalizzate) che producono utili molto significativi.
Durante un periodo in cui lo Stato e la Regione hanno fatto
una serie di tagli agli Enti Locali, noi siamo riusciti a non intaccare il welfare ambrosiano e a non portare eccessivamente
in alto la tassazione, che è utile ricordarlo, in Italia è alta, ma
solo per chi le imposte le paga! Un esempio concreto ci viene
dal rendiconto 2015. La Giunta ha approvato a fine marzo il
Rendiconto di Bilancio 2015, che evidenzia un risultato straordinario: ben 114,3 milioni di euro a fronte dei 20 milioni del
2014 e della serie di risultati negativi degli anni precedenti.
Un “attivo” dal quale discende un avanzo di 73 milioni di euro,
ossia un vero e proprio “bonus” che potrà essere usato per dimezzare i dividendi straordinari messi a bilancio nel 2016.
Ovviamente nel proseguo dell'anno potrà essere fatta un’ulteriore azione per giungere - come gli scorsi anni - al loro totale
azzeramento. Il Rendiconto evidenzia anche un buon equilibrio strutturale del Bilancio del Comune, ossia basato su entrate ordinarie e raggiunto cancellando, in chiusura dell’esercizio, entrate di natura straordinaria come dividendi o oneri di
urbanizzazione messi in fase di previsione, così come avvenuto nel 2013 e 2014. Il livello della spesa, al netto degli extra costi di Expo, si mantiene al livello dell’anno precedente.
Come ha operato la commissione da lei presieduta per
migliorare ed equilibrare i Bilanci proposti nel corso
degli anni dalla Giunta in carica?
Un esempio: abbiamo messo in funzione la M5, come Atm la stiamo gestendo e verificando (a carico dell’impresa esecutrice dell'opera) anche le anomalie riscontrate per esempio sul tratto IsolaGaribaldi, dovuta a una progettazione/realizzazione non ottimale
(vedasi l’usura anomala dei binari in fase di transito tra le due stazioni). Un altro esempio concreto riguarda le insolvenze della refezione scolastica dove si vuole tutelare quelle incolpevoli, ma sanzionare quelle delle persone che hanno capacità economica. Le iscrizioni infatti a partire dall’anno scolastico 2015/2016 per gli utenti
del primo anno delle scuole dell’infanzia del Comune sono solo online. Questo evita di avere anagrafiche non aggiornate e incomplete. Infine si stanno predisponendo strumenti che permettano all'u-
tente di prepagare il servizio tenuto anche conto del ritardo nella
bollettazione a cui lìamministrazione sta ponendo rimedio.
Quale impatto ha avuto Expo sulle finanze di Milano?
Expo è stata gestita al meglio nelle condizioni date. Non dobbiamo scordare che Letizia Moratti e Roberto Formigoni non
hanno prodotto sul piano delle infrastrutture alcunché che riguardasse il sito Expo, mentre Giuliano Pisapia, con l’aiuto indispensabile di Giuseppe Sala, ha fatto si che Milano, agli occhi di tutto il mondo, abbia fatto una egregia figura. Molte imprese e molti commercianti hanno fatto buoni affari durante il
periodo dell'esposizione e oggi, a più di sei mesi di distanza
dalla chiusura, Milano risulta essere ancora molto attrattiva,
non solo per i cittadini italiani, ma anche per i visitatori provenienti dall’estero.
Riguardo al suo ruolo di Consigliere Comunale com’è
andata?
Grazie a “Zona Nove” ho la possibilità di rendicontare: da quando
sono stato eletto in Consiglio comunale nel 2011, ho partecipato a
382 Consigli comunali (il 96,45% di quelli convocati) e ho presieduto più di duecento Commissioni Bilancio e Verifica e Controllo
Società partecipate del Comune (di quest’ultima sono vicepresidente) dove sono stati analizzati i bilanci preventivi, consuntivi,
assestamenti e variazioni di bilancio, nonché le parti relative alle
cessioni di patrimonio. Ho proposto una pluralità di emendamenti, soprattutto relativi al Bilancio, e ho infine devoluto parte del
compenso da consigliere al Pd.
Si ricandiderà per un secondo mandato?
Credo di aver fatto il mio dovere, con onestà, passione e dedizione. Non sono un professionista della politica, ma un appassionato della politica, avendo sempre continuato a lavorare,
per essere sempre libero di dire, fare e votare nell'interesse
della collettività. Se gli elettori, lo vorranno, sarò grato di poterli rappresentare ancora in Consiglio Comunale.
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ELEZIONI
Beppe Sala: “Penso che il Comune debba essere
al servizio dei cittadini e non il contrario”
Michele Cazzaniga
ubblichiamo un’intervista esclusiva a
P
Beppe Sala, candidato sindaco del Centrosinistra a Milano. Abbiamo posto le stesse
domande a Stefano Parisi, candidato del Centrodestra, ma al momento di andare in stampa non ci sono pervenute le risposte. Se egli lo
vorrà, saremo ben felici di pubblicarle sul
prossimo numero.
Candidato Sindaco Beppe Sala, le Primarie sono un lontano ricordo; ora si deve lavorare per le elezioni vere. Che sensazioni ha da questa prima parte della
campagna elettorale?
Ho buone sensazioni, abbiamo scelto di impostare la nostra campagna elettorale cercando
di costruire proposte concrete e di confrontarci sul territorio incontrando direttamente i cittadini. Ci sono stati anche confronti accesi, ma
sempre molto utili e costruttivi
“Milano. Ogni giorno, ogni ora”: è questo
il suo slogan. Suona come messaggio di
amore alla sua città. Cosa le piace di
Milano e in cosa deve migliorare?
Con questo slogan abbiamo voluto evidenziare la nostra totale dedizione a Milano: chi
si candida con me lo fa solo per Milano non
per aspirazioni nazionali. Noi lavoreremo
per rafforzare quanto di buono è stato fatto
dalla giunta Pisapia.
Ha deciso di dividere Milano in 40 quartieri per dare vita al progetto “Ogni giorno, ogni quartiere.” Ci spieghi come si
sta sviluppando e con quali obiettivi?
Pensiamo che a fianco dei grandi progetti
per Milano ci voglia un grande piano di
azione e di cura per la città. Per questo abbiamo deciso di individuare assieme agli
abitanti delle zone due interventi per ogni
quartiere che ci impegneremo a realizzare
nei prossimi cinque anni.
Milano città della legalità. Trasparenza e onestà sono temi su cui lei sta
puntando molto, in continuità con la
Giunta Pisapia. Ma c’è un problema
legalità a Milano?
Non c’è un problema specifico relativo alla
legalità. Questa amministrazione ha lavorato molto e bene sul tema, ma bisogna restare sempre vigili. Noi come coalizione abbiamo voluto aderire al codice etico di comportamento di Avviso Pubblico andando oltre gli obblighi di legge. Per me la legalità è
elemento chiave della mia candidatura, è
un valore irrinunciabile.
Tornando ai quartieri che indicazioni le
stanno arrivando dai cittadini di Bicocca, Pratocentenaro, Niguarda e Isola? Ci
esponga per ogni quartiere sia le criticità sia i progetti e le aspettative maggiormente segnalate. Come verrà utilizzata questa enorme mole di dati e suggerimenti che le stanno pervenendo dai
suoi “sostenitori”?
La raccolta e l’analisi dei dati è ancora in corso. Abbiamo iniziato a visitare alcuni quartieri come Affori, Baggio e Città studi. Proseguiremo nei prossimi giorni ed esporremo le proposte dei cittadini. Lo spirito che ci guida è
quello di affiancare ai grandi progetti per Milano dei progetti di stretto interesse dei cittadini che possono riguardare il rifacimento di
una strada, la sistemazione di un giardino, la
piantumazione di alberi. Sono tutti progetti
specifici molto importanti per chi abita il quartiere e che noi vogliamo tenere bene a mente
nei prossimi cinque anni.
Che cosa intende fare nei primi 100
giorni da Sindaco se i milanesi le daranno la loro fiducia?
Tra gli obiettivi che mi sono dato, il primo è affrontare la questione delle periferie e risolvere
il problema delle case sfitte; il secondo è di
cambiare la macchina amministrativa. So che
100 giorni non sono sufficienti, ma inizieremo
da subito a lavorarci. Il mio obiettivo è di avere zero case sfitte di proprietà del Comune nei
primi due anni di giunta. Per quanto riguarda
il secondo punto mi piacerebbe iniziare a mettere mano alla macchina amministrativa cercando di renderla più vicina ai cittadini. Penso
che sia il Comune a dover essere al servizio dei
cittadini e non il contrario.
“Una città è più sicura se è anche solidale”
Intervista a Marco Granelli, assessore alla Sicurezza
Primo Carpi
ochi giorni fa abbiaP
mo incontrato l’assessore Marco Granelli
al Palazzo Ducale di
Lucca, ospite applaudito
e conteso del Festival
Italiano del Volontariato il cui slogan quest’anno era “Abitare le città
invisibili” e il cui parterre di personalità politiche e della società civile che vi intervenivano era di prima grandezza.
Il titolo della sessione da lui partecipata, “La
città sicura”, era tra i più belli ed i più espliciti del Festival. Metteva in tutta evidenza il fatto che una città è tanto più sicura quanto più,
appunto, si cura. E l’intervento di Marco Granelli, imperniato sulla terapia di autoguarigione di Milano all’indomani dell’assalto vandalico del 1 maggio 2015 (ricordate? il nostro centro cittadino devastato e violentato dai black
block e due giorni dopo ripulito e riscattato
dalla marcia di ventimila milanesi, sindaco e
giunta in testa?) ha di fatto trasmesso a tutti i
presenti una scossa forte di emozione e di apprezzamento.
A fine sessione abbiamo avvicinato l’assessore, che si ripresenta alle elezioni, e non abbiamo potuto non dirgli che il suo discorso, opportunamente contestualizzato, poteva costituire
un bellissimo regalo anche per il giornale della sua Zona. È andata bene. Ci siamo guadagnati sul campo una intervista che è andata
poi effettivamente in porto qualche giorno dopo, nel suo ufficio di piazzale Beccaria.
La marcia del popolo di Milano del 3
maggio è stata una cosa eccezionale, irripetibile? Oppure c’era del metodo in
quella impresa?
Tutte e due. Temperamento della città e metodo delle sue istituzioni! L’azione dei cittadini
non deve essere dettata, ma favorita, propiziata dalle istituzioni. A monte poi ci deve sempre
stare una azione preliminare e tempestiva di
informazione. Questo è successo per la marcia
del 3 maggio 2015, ma lo è stato anche per
l’Area C, per le esondazioni del Seveso, per un
passaggio a livello da chiudere, per una qualsiasi emergenza insomma. Oltre che nella
informazione, c’è metodo anche nel collegamento tra gli assessorati di Sicurezza e
Politiche Sociali, e questo è il senso ultimo del
mio intervento a Lucca. Contesti degradati o a
rischio (case popolari, ad esempio) vengono bonificati o resi meno critici con apposite azioni
di contrasto tutte imperniate su di una maggiore coesione sociale del territorio. Penso alla
Casa delle Associazioni della Bovisasca, ai vecchi negozi dismessi di via Graziano Imperatore ceduti in comodato ad associazioni di volontariato sociale…”
Mi sembra che tutto questo presupponga oltre al metodo anche l’azione coordinata di squadra tra istituzioni e territorio, tra istituzioni e istituzioni.
Assolutamente sì. Cito due pilastri di tale
coordinamento. Il primo è il Protocollo di intesa tra il Comune di Milano con il Forum del III
Settore, l’organismo nazionale di coordinamento e di rappresentanza della Società
Civile. È un protocollo sottoscritto da tutto il
Comune, ma nel quale gli assessorati più
coinvolti sono quelli delle Politiche Sociali,
della Educazione e della Sicurezza. Il secondo è la collaborazione sistematica e sistemica del mio assessorato con il Prefetto.
Un’azione che anticipa quello che sarà oggetto di un Decreto sulla Sicurezza Urbana (messo a punto da principali comuni di
Anci e Ministero degli Interni) da parte di
un prossimo Consiglio dei Ministri. Un
esempio cittadino tra tutti: il concerto di
Capodanno in Piazza del Duomo. Una cinquantina di feriti ogni anno! Ebbene, negli
ultimi anni abbiamo istituito un sistema
di controllo effettuato da associazioni (City
Angels, ad esempio) sotto il coordinamento
della Polizia. A parità di forze dell’ordine
coinvolte, il numero dei feriti è crollato.
Le città invisibili del bisogno e della
cura sono tante. Ma quella di cui si
parla di più in questi mesi riguarda i
richiedenti asilo…
È proprio così. 85.000 arrivi in tre anni! E
dopo un breve periodo di tregua sta riprendendo il conflitto libico e con lui i grandi
numeri di disperati sulle nostre acque. Ma
fin dall’inizio di questa emergenza noi abbiamo aperto il nostro centro di accoglienza in Stazione Centrale alle associazioni di
volontariato che potevano dare una mano.
I cittadini hanno sempre potuto quindi venire, vedere, riferire. Abbiamo esorcizzato
il più possibile, così, il rischio di una comprensibile ma incontrollabile paura dell’ignoto, fonte di ogni minaccia, del terroriamo prima di tutto.”
AMIANTO
Le vittime ricevute dal Papa
Michele Michelino
n occasione del 28 apriIcontro
le, Giornata mondiale
l’amianto e delle
vittime del lavoro, in tutto
il mondo si sono svolte
manifestazioni.
Anche in Italia le vittime dell’amianto e le loro
associazioni hanno organizzato molte iniziative.
In particolare, il Coordinamento Nazionale Amianto è stato ricevuto
da Papa Francesco, dopo
avergli inviato una lettera di cui pubblichiamo di seguito alcuni stralci:
Non è facile scrivere di colleghi affetti da mesotelioma pleurico, neoplasia polmonare, che si spengono giorno dopo giorno. Sentirsi impotenti è frustrante, perché sai che il loro destino è già segnato. Alle sofferenza degli ex esposti va poi unita la
sofferenza dei familiari che accudiscono con dedizione queste persone che ci hanno lasciato a
causa di un’esposizione, che nessuno di loro e di
noi sicuramente ha cercato.
Certamente, in tutti questi anni, i datori di lavoro conoscevano benissimo i rischi sulla salute
causata dalle fibre di amianto ma purtroppo si è
privilegiato il guadagno facile proveniente dall’uso di detto minerale, trascurando gli ambienti
di lavoro e l’integrità psicofisica di tutti coloro
che, per anni, sarebbero stati esposti. Esiste, inevitabilmente, una grande responsabilità dei datori di lavoro, così come delle istituzioni e dei governi che si sono succeduti negli anni.
Ancora oggi, dopo 23 anni dalla messa al bando
dell’amianto, le Associazioni e i Comitati degli ex
esposti e delle vittime da amianto sono costretti a
lottare contro l’Inail che
non riconosce le malattie
professionali, pur evidenziate e descritte dalle Asp
che effettuano la sorveglianza sanitaria. L’Inail
non riconosce le rendite ai
superstiti del lavoratore o
della lavoratrice deceduti
per esposizione all’amianto e ci costringe ad effettuare ricorsi legali che hanno
un percorso lunghissimo.
Nessuno, fino ad oggi, ha
voluto capire che l’Inail è
in conflitto di interesse non può essere contemporaneamente un Ente riconoscitore e erogatore. Il 28
aprile, giornata mondiale delle vittime dell’amianto, un Suo intervento in merito potrebbe illuminare
le menti di coloro che dovrebbero fermare la produzione dei prodotti con amianto.
• L’Inail condannata a riconoscere la malattia professionale di un ex operaio esposto all’amianto Il 21 aprile il Tribunale di Monza ha
condannato l’Inail a riconoscere la malattia professionale ad un ex operaio della Breda Fucine di
Sesto San Giovanni colpito da un tumore alla laringe nel 1996. L’Inail si è sempre rifiutata di riconoscere a Silvestro Capelli la malattia professionale nonostante gli avesse riconosciuto nel 2006 l’esposizione all’amianto, costringendolo ad andare in
causa per far valere i propri diritti. ll Tribunale ha
riconosciuto il 60% di danno biologico all’ex lavoratore, condannando l’Inail al risarcimento e alla costituzione di una rendita. Questa è una sentenza
che stabilisce un principio che apre una nuova
strada per il riconoscimento di tutte le malattie
professionali finora negate.
Jimi Hendrix Day: manifesti
in regalo al Piccolo Conservatorio
na piccola ma simpatica iniziatiU
va del Piccolo Conservatorio per
tutti coloro che, indipendentemente
dall’età, amano la musica rock ed i
suoi miti: gratis manifesti raffiguranti
il grande chitarrista americano Jimi
Hendrix.
Jimi Hendrix si esibì una sola volta a
Milano, nel lontano 23 maggio 1968.
Nella ricorrenza, venerdì 20 maggio
tutti coloro che vogliono venire alla
Casa di Alex (via Moncalieri, 5) dalle
16 in avanti riceveranno il gradito
omaggio. È un progetto culturale promosso dal maestro Alex Schiavi ([email protected]).
Visti e fotografati
Immagini di Franco Massaro
Piccoli fiori di prato: Geranium molle
GLI APPUNTAMENTI DEL MESE
Piccoli fiori di prato: Veronica persica
FILMS IN
ONA
a cura di Grazia Morelli
a cura di Silvia Cravero
Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.
Visti nelle sale di Skyline, Multisala Bicocca e cinema Rondinella
l GIOVEDÌ 5 MAGGIO
Hangar Bicocca
Via Chiese
Teatro della
Cooperativa
Doubt, mostra personale di C. Holler, a cura
di V. Todoli. Fino al 12/9
Alle 21, Il matto 2, spettacolo dei Mercanti di
Storie, di e con M. Loizzi, Fino al 7/5.
l VENERDÌ 6 MAGGIO
Centro Culturale
della Cooperativa
Alle 21, Le migrazioni dell’umanità, con F.
Cavalli Sforza
Centro Culturale
della Cooperativa
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Alle 21, Concerto jazz, con il Hot Spots Sextet
e P. Tomelleri, c/o Auditorium Ca’ Granda.
Alle 21.30, Concerto rock prog, con. i Fungus
e a seguire i Mad Fellaz.
Gregory Peck, alle 15, Moby Dick-La balena
bianca, di Huston; Poetesse, alle 17, La pazza
della porta accanto, di A. De Lillo (anche
l’11/5, alle 15 - il 19/5, alle 15).
l SABATO 7 MAGGIO
l DOMENICA 8 MAGGIO
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
Gregory Peck, alle 15, Io ti salverò, di A.
Hitchcock.
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
Poetesse, alle 17, Amelia Rosselli, di R. Lo
Russo e S. Savino (anche il 17/5, alle 17).
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
Gregory Peck, alle 15, Il cucciolo, di C. Brown;
Poetesse, alle 19, Sylvia, di C. Jeffs.
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Gregory Peck, alle 15, La donna del destino,
di V. Minnelli.
Alle 21.30, Concerto blues, con Jama Trio.
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Gregory Peck, alle 15, Il promontorio della
paura, di J. L. Thompson; alle 19, I ragazzi venuti dal Brasile, di F. J. Scaffner.
Teatro Arcimboldi
V. dell’Innovazione 2
Teatro della
Cooperativa
Alle 21, Recital di Massimo Ranieri, Sogno e
son desto... in viaggio.
Alle 21, Mai morti, scritto e diretto da Renato
Sarti, con Bebo Storti. Fino al 21/5.
l MARTEDÌ 10 MAGGIO
l VENERDÌ 13 MAGGIO
l SABATO 14 MAGGIO
l DOMENICA 15 MAGGIO
l LUNEDÌ 16 MAGGIO
l MARTEDÌ 17 MAGGIO
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
La Comédie Française, alle 15, Le donne del
6° piano, di P. Le Guay (anche il 27/5 allle 17).
l MERCOLEDÌ 18 MAGGIO
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
La Comédie Française, alle 17, Consiglio di
famiglia, di C. Gravas.
Teatro Arcimboldi
Alle 21, Concerto, Giovanni Allevi per Airc.
Teatro Arcimboldi
V. dell’Innovazione 2
Alle 21, Musica leggera, A. Venditti, Tortuga
in paradiso.
La Comédie Française, alle 15, Gemma
Bovery, di A. Fontaine; alle 17, Potiche - La
bella statuina, di F. Ozon (anche al 28/5 alle
15); alle 19, Uomini e donne istruzioni per l’uso, di C. Lelouche.
l VENERDÌ 20 MAGGIO
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
l SABATO 21 MAGGIO
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
La Comédie Française, alle 15, La moglie dell’aviatore, di E. Rohmer; alle 17, Molière in bicicletta, di P. Le Guay (anche il 27/5 alle 15).
Alle 21.20, Concerto, con Talking Drum, i
Jethro Tull Benefit Tribut Band.
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
La Comédie Française, alle 15, Confidenze
troppo intime, di P. Leconte (anche al 29/5, alle 15); alle 17, La corte, di C. Vincent (anche il
27/5, alle 19 e il 29/5, alle 17); alle 19, Nella casa, di F. Ozon (anche il 28/5, alle 17).
l DOMENICA 22 MAGGIO
l LUNEDÌ 23 MAGGIO
Teatro della
Cooperativa
Alle 21, L’amico degli eroi, scritto, diretto e interpretato da G. Cavalli. Fino al 28/5.
Centro Culturale
della Cooperativa
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
Alle 15,30, visita guidata, Porta Ticinese, con
la storica dell’arte A. Torterolo.
La Comédie Française, alle 15, L’albero, il sindaco e la mediateca, di É. Rohmer (anche il
29/5, alle 19).
Museo Interattivo
del Cinema (Mic)
V.le Testi 121
La Comédie Française, alle 15, Consiglio di
famiglia, di C. Gravas; alle 17, Le avventure
galanti del giovane Molière, di L. Tirard.
Centro Culturale
della Cooperativa
Via Hermada 14
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21 presentazione del libro Antichi borghi
della periferia milanese, con l’autore R.
Tammaro.
Alle 21.30, Concerto rock prog, con duo
Arangio e a seguire gli Slivoviz.
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.30, Concerto blues, con Mandolin
Brothers.
Centro Culturale
della Cooperativa
Via Hermada 14
Alle 21, Corte di via Ornato 7, rassegna
“Concerti in Periferia”, Grande concerto di
primavera, con il Clavicembalo Verde,
Milano Music Quartet e Corale Ambrosiana.
l MARTEDÌ 24 MAGGIO
l MERCOLEDÌ 25 MAGGIO
l VENERDÌ 27 MAGGIO
l SABATO 28 MAGGIO
l DOMENICA 29 MAGGIO
La fabbrica dell’acqua
• Ultimo tango (
) Regia: German Kral. Cast: Johana Copes,
Juan Carlos Copes, Alejandra, Juan Malizia. Anno: 2015. Nazione: Argentina/Germania. Film biografico sui ballerini più famosi
della storia del tango, María Nieves Rego (81 anni) e Juan Carlos
Copes (84), che hanno ballato insieme per quasi 50 anni. Passioni
turbolente, separazioni e riappacificazioni. Juan e María raccontano la loro storia a un gruppo di giovani coreografi di Buenos
Aires, che trasformano i momenti più belli e drammatici della vita della coppia in incredibili coreografie.
• Human (
) Regia: Yann Arthus-Bertrand. Anno: 2015.
Nazione: Francia. Un documentario introspettivo sul senso di comunità. Attraversando guerre, disuguaglianze, discriminazioni, ci poniamo di fronte alla realtà e alla diversità della nostra condizione umana.
Oltre al lato oscuro, le testimonianze mostrano l'empatia e la solidarietà che siamo in grado di offrire. Le nostre contraddizioni e ci portano a riflettere sul futuro del Pianeta e dei posteri.
• Nemiche per la pelle (
) Regia: Luca Lucini. Cast: Margherita
Buy, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli, Paolo Calabresi, Gigio Morra,
Lucia Ragni, Andrea Bosca, Pia Engleberth, Federica Fracassi, Bettina
Giovannini, Carola Stagnaro. Anno: 2016. Nazione. Italia. Che succederebbe se due nemiche giurate, due donne opposte per temperamento e stile di vita si ritrovassero a condividere la più incredibile delle eredità: il figlio del loro ex-marito Paolo, malauguratamente deceduto.
Riusciranno queste due improbabili donne, ormai divenute amiche, a
ottenere l’affido del piccolo?
• La memoria dell’acqua (
) Regia:Patricio Guzmán. Genere:
documentario. Anno: 2015. Nazione: Cile/Francia/Spagna. Un parallelepipedo di quarzo, che contiene dell'acqua che risale a millenni fa, si
riflette sull'elemento liquido che sta alla base della vita nell'universo e
consente di analizzare la storia passata e più recente del Cile. Il documentario è la seconda parte di una trilogia iniziata con “Nostalgia per
la luce” che ha tracciato un parallelismo tra le migliaia di persone scomparse durante la dittatura di Pinochet e lo sterminio di sei etnie residenti nella terra prospiciente lo stretto di Magellano nel sud del Cile.
• Les souvenirs (
) Regia: Jean-Paul Rouve. Cast: Michel Blanc,
Annie Cordy, Mathieu Spinosi, Chantal Lauby, William Lebghil, Flore
Bonaventura, Audrey Lamy. Anno: 2014. Nazione: Francia. Romain ha
23 anni. La sua aspirazione è diventare scrittore, ma per il momento si
accontenta di fare il guardiano notturno. Sua nonna ha 85 anni. Si ritrova in una casa di riposo e si domanda che cosa ci faccia lì con tutti
quei vecchi. Un giorno evade. Romain parte alla sua ricerca...
• L’infinita fabbrica del Duomo (
) Regia: Martina
Parenti. Cast: Massimo D’Anolfi. Anno: 2015. Nazione: Italia. ”L’infinita fabbrica del Duomo” racconta la storia della nascita e del continuo mantenimento del Duomo di Milano attraverso i secoli. Primo
atto della quadrilogia “Spira Mirabilis” che affronta il concetto di
immortalità attraverso gli elementi della natura.
• Zona d’ombra, una scomoda verità (
) Regia: Peter
Landesman. Cast: Will Smith, Gugu Mbatha, Eddie Marsan, Alec
Baldwin. Anno: 2015. Nazione: Stati Uniti/Gran Bretagna/Australia.
Il film racconta la storia di Bennet Omalu, il neuropatologo che cercò
di portare all’attenzione pubblica una malattia degenerativa del cervello che colpiva i giocatori di football vittime di ripetuti colpi alla testa,
mettendo a rischio gli interessi politici ed economici che mettevano a
repentaglio la salute degli atleti.
mediocre
discreto
bello
imperdibile
APPUNTAMENTI CULTURALI
a cura di Luigi Luce
Un chilometro di murales A maggio cinque spettacoli al Teatro della Cooperativa
all’Hangar Bicocca
concludere la stagione teatrale 2015-16, interessante per la ripro- ra degli ultimi. Diario di un alpino” è un lavoro di teatro, letteratura
A
posta dei “cavalli di battaglia” del Teatro della Cooperativa e per e canzoni tratto dai ricordi di Pietro Antonio Bruna-Rosso che a othi passa dalla via Sesto San Giovanni adiacente all’Hangar varie rassegne, tra le quali una dedicata al 71° anniversario della fi- tant’anni ha voluto lasciare memoria della sua vita, dall’infanzia al-
C
Bicocca o viaggia su un treno della vicina ferrovia non può non
essere colpito dall’enorme murales che abbellisce un’ampia area
esterna del Cubo, uno degli edifici della vecchia fabbrica Pirelli. È
un’opera che aiuta a radicare ancor più l’edificio nel territorio già disseminato di decine di murales lungo la ferrovia e di tanti altri realizzati da artisti sui contatori di luce e gas della zona con il benestare
del Comune di Milano.
“Efêmero“, questo il nome del murales, si sviluppa su 1000 metri
quadrati di superficie ed è stato realizzato dagli Osgemeos, Gustavo
e Otávio Pandolfo, due fratelli gemelli, artisti brasiliani tra i più conosciuti a livello internazionale che da oltre 25 anni diffondono nel
mondo la cultura dei graffiti e del writing.
“La nostra - essi dicono - è arte contemporanea a tutto campo, attraverso murales ma anche installazioni, sculture e dipinti intendiamo trasmettere la magia dell’arte, il piacere di giocare, riflettere e pensare”. I due artisti, molto popolari in Brasile, hanno portato in varie parti del mondo, raramente in Europa, la loro arte
originale e colta contraddistinta da paesaggi onirici e da figure
poetiche che hanno ispirazione e origini profonde nella loro cultura. Questo a Milano è il loro primo murales pubblico in Italia, un
lavoro visibile per un anno che nella vivacità delle tinte usate richiama i colori caldi e sgargianti del Brasile.
L’opera che rientra nel progetto triennale “Outside the Cube”, dedicato dall’Hangar a forme d’arte legate a un contesto urbano, rappresenta un vagone della metropolitana sul quale un bambino è pronto
a iniziare un fantastico viaggio immaginario. Davvero un bellissimo
intervento site-specific che si inserisce e si integra perfettamente nel
contesto periurbano della nostra città caratterizzato dalla vicinanza
della linea ferroviaria e dal passato industriale dell’edificio dove nel
‘900 venivano testate le turbine delle locomotive. Legati a “Efêmero”
una serie di eventi culturali, proiezioni di film,documentari, incontri
col pubblico, presentazioni di libri.
Da maggio a settembre è previsto inoltre un ricco programma di appuntamenti e di percorsi didattici dedicati a giovani, dagli 8 ai 26 anni, per avvicinarli al tema dell’arte urbana e guidarli poi alla realizzazione di un murales su una parete esterna dell’Hangar Bicocca.
(Valeria Casarotti - Teresa Garofalo)
Per tutte le informazioni sui percorsi creativi scrivere a [email protected] o telefonare a 02 66111573.
ne del secondo conflitto mondiale e l’altra al 101° anniversario dell’inizio della Grande Guerra, un mese di maggio ricco di spettacoli.
Si inizia con una prima nazionale in scena da venerdì 29 aprile a sabato 7 maggio, “Il Matto 2 - ovvero io non sono Stato”, una produzione Mercanti di Storie, compagnia di artisti e musicisti indipendenti
diretti da Massimiliano Loizzi. Scritto e interpretato dallo stesso
Loizzi il lavoro è il secondo capitolo di una trilogia sulle morti di Stato
in Italia. Dopo il successo di pubblico e critica ottenuto la scorsa stagione con “Il Matto”, dedicato all'inchiesta Pinelli, l’attore affronta
quest’anno il processo relativo al caso Carlo Giuliani, il giovane ucciso a Genova durante il G8 nel tragico pomeriggio del 20 luglio di 15
anni fa. Basato su documenti, testimonianze e atti processuali lo
spettacolo è una farsa tragicomica raccontata da tredici personaggi,
avvocati, poliziotti, manifestanti, onorevoli coinvolti nella vicenda ai
quali Massimiliano Loizzi presta la voce.
Le serate del 13 e 14 maggio, dedicate all’ultimo lavoro della Rassegna della Grande Guerra, vedranno una produzione di Daniele
Biacchessi e Massimo Priviero realizzata con il patrocinio della
Presidenza del Consiglio e di Coop Lombardia. “1914-1918. La guer-
Al Centro Culturale della Cooperativa
conferenze, libri, visite guidate e tanti concerti
ccole le inziative del Centro Culturale della Cooperativa (via
E
Hermada 14) per il mese di maggio.
• Venerdì 6 maggio, Francesco Cavalli Sforza, autore di programmi
cinetelevisivi dedicati a energia e ambiente, in una serata dedicata a
“Le migrazioni dell’umanità”, un tema di attualità poiché la storia
dell’Uomo è quella di una specie in cammino.
• Sabato 7 maggio, all’Auditorium Ca’ Granda, tornerà il bel concerto
jazz organizzato, grazie al patrocinio del CdZ 9, dall’Associazione Amici
di “Zona Nove” in collaborazione con il Centro Culturale della Cooperativa. “Hot Jazz! The Chicago sound” con il Hot Spots Sextet, ospite d’onore il clarinettista Paolo Tomelleri.
Il concerto a ingresso libero con prenotazione obbligatoria
(02/66114499 - 349/0777807).
• Martedi 24 maggio, alle 15.30, ancora una volta Anna Torterolo, la
straordinaria storica dell’arte, accompagnerà una visita guidata, stavolta non ad una mostra bensì a un quartiere: “Porta Ticinese: una
passeggiata nel Parco della Basiliche” - San Lorenzo e Sant’Eustorgio,
la cappella di Sant’Aquilino e la cappella Portinari, un quartiere storico della Milano antica.
Info e prenotazioni alla visita guidata: 02/66114499.
• Venerdì 27 maggio presentazione del libro “Antichi borghi della
periferia milanese” per scoprire con l’autore, Riccardo Tammaro,
antichi scorci cittadini. Chi non ha sentito nominare Niguarda, Turro,
Al Pavilion jazz all’italiana
ue serate a fine aprile per celebrare alcuni classici della muD
sica italiana hanno visto protagonisti il cantautore Fabio
Concato e il trombettista jazz Fabrizio Bosso, accompagnati dal
(vedi anche a pag. 20)
pianista Julian Oliver Mazzariello. Scenario delle due serata è
stato l’Unicredit Pavilion, uno spazio all’Isola che si sta imponendo nel panorama musicale milanese per la sua acustica davvero
eccellente e per la qualità degli spettacoli. Il jazz è stato il grande
protagonista delle serate: i pezzi sono stati infatti reinterpretati
in questa chiave evidenziando l’anima jazz di Fabio Concato. Lo
spettacolo rappresenta una tappa di un percorso artistico tra il
cantautore e il trombettista iniziato nel 2001, che il 6 maggio si
concretizzerà con l’uscita del disco “Non smetto di ascoltarti”. La
serata è stata un susseguirsi di emozioni, con i pezzi di Concato,
Pino Daniele, Enzo Jannacci, Mogol e tanti altri. Due serate la cui
atmosfera è stata resa ancora più coinvolgente da un pubblico visibilmente partecipe ed emozionato. (Stefano Parisi)
“Punto Zero Teatro” contro il disagio sociale giovanile
al 2010, in via Ciriè 9 (ma con accesso di fronte a Via Racconigi
D
19), ha sede l’Associazione no-profit “Punto Zero Teatro”, che offre a ragazzi e adulti l’occasione di avvicinarsi al teatro. Cerchiamo
di saperne qualcosa di più incontrando Lisa Mazoni, una giovane
mamma, che è fra le ideatrici del progetto.
Perché “Punto Zero Teatro”?
“Punto Zero” è il punto di partenza che l’attore si trova davanti prima di andare in scena, facendo un “reset” prima di iniziare. Tutto
nasce nel 1995, quando Giuseppe Scutellà, dopo il diploma
all’Accademia Paolo Grassi di Milano, entra nel Carcere Minorile
Beccaria come obbiettore di coscienza. E con i ragazzi del Beccaria
trova la sua vocazione. Nel 1998 ci siamo conosciuti (e poi sposati!), e nel 2003 è nata la nostra Associazione. Intorno a noi lavorano circa 20 persone (attori, registi, drammaturghi, tecnici teatrali,
musicisti, psicologi, educatori, assistenti sociali, studenti liceali e
universitari, volontari del sociale, ex-detenuti, semplici cittadini), e
con loro portiamo avanti un progetto che si propone di contrastare il fenomeno del disagio sociale e della devianza giovanile, principalmente nelle Zone 6-7-9, creando condizioni contestuali per facilitare l’accettazione, la convivenza e il dialogo tra i giovani, coinvolgendoli in attività destinate a incidere in modo positivo sul loro
percorso di crescita personale, sociale e professionale. Ma è sopratutto all'interno del Carcere Minorile Beccaria che l'Associazione
trova il suo punto di riferimento, e così il teatro diventa una forma
di redenzione per ragazzi dai 14 ai 25 anni, che hanno voglia di riscattarsi, di partire dal loro “punto zero”.
Come si approcciano al teatro questi ragazzi?
Non è sempre facile. Stiamo parlando di persone che normalmente
hanno avuto problemi economici e familiari, e di solito bassa scolarizzazione, cui noi chiediamo solo il desiderio di provarci. All’inizio la
scuola teatrale viene vista solo come un momento per poter confrontarsi, stare insieme, vivere un momento fuori dalla cella, poi l’approccio cambia, col tempo diventa un motivo di condivisione, uno stimolo di vita, e persino un modo per avere confronti con l’altro sesso, poiché al Beccaria dal 2010 sono ospitati circa 60 ragazzi, tutti maschi:
le 10 ragazze presenti sono state spostate tutte in un Carcere
Minorile a Pontremoli.
Recentemente la vostra esperienza con i ragazzi del
Beccaria è diventata un progetto pilota…
Sì, Giuseppe Scutellà, attore e regista, ha ideato questo spetta-
la tragica esperienza di soldato e al faticoso rientro in Italia. Una serata all’insegna della libera creatività è quella proposta da Teatribù
che il 15 maggio dialogando con il pubblico creerà al momento senza
alcun copione un originale spettacolo di “Improvvisazione Teatrale”.
Dal 16 al 21maggio potremo assistere a uno dei più famosi “cavalli di battaglia”, un vero cult del Teatro della Cooperativa ,“Mai
Morti” scritto e diretto da Renato Sarti e magistralmente interpretato da Bebo Storti. Un allucinante monologo di un tragico figuro che con nostalgia ripensa alle “belle imprese sacre, lontane e
care” del ventennio fascista che volentieri farebbe rivivere in nome dell’ordine pubblico. Attualissimo ancora oggi, il testo è davvero una grande pagina di teatro civile.
La stagione si conclude con una prima milanese, “L’amico degli
eroi”, liberamente tratta dalle vicende giudiziarie di Marcello
Dell’Utri,Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi. Diretta e interpretata da Giulio Cavalli la storia, in scena dal 23 al 28 maggio, affronta in modo tragicomico il tema del rapporto tra imprenditoria
milanese estrema e la mafia siciliana sempre più aggressiva e invadente. (Valeria Casarotti - Teresa Garofalo)
colo intitolato “Errare Humanum Est”, della durata di circa 2
ore, in cui viene analizzato il concetto di punizione attraverso i
secoli, tramite un percorso con gli autori classici, partendo sopratutto da Shakespeare. E da qualche tempo, siamo riusciti a
tenere rappresentazioni anche nel teatro del Beccaria: non è
stato per nulla facile: anche lì abbiamo dovuto partire da zero:
avevamo uno spazio teatrale di circa 200 posti, ma senza riscaldamento e assolutamente non a norma. Nell’arco di 10 anni
siamo riusciti finalmente a ristrutturarlo completamente, grazie al sostegno materiale di tante persone, e al sostegno economico di tanti enti, tra cui la Fondazione Marazzina, che ha offerto circa 240 mila euro, o il Teatro Alla Scala, che ha contribuito offrendo le poltroncine. Ora abbiamo un fantastico teatro
al Beccaria, in zona Bisceglie, Via dei Calchi Taeggi 20, per un
costo totale di circa 500 mila euro, inaugurato il 6 ottobre 2015!
E lo spettacolo “Errare Humanum Est”, grazie anche alla collaborazione di diversi enti e volontari della Fondazione Piccolo
Teatro di Milano e del Teatro alla Scala, verrà rappresentato
anche in altri ambiti, soprattutto nelle scuole.
Come arriva “Punto Zero Teatro” in Zona 9?
Abbiamo presentato il nostro progetto e ci è stato destinato questo
spazio di Via Ciriè 9: qui teniamo diversi laboratori teatrali: il lunedì
è destinato ai ragazzi del Beccaria che hanno possibilità di uscita,
per i quali i laboratori teatrali professionali sono mirati al reinserimento sociale (sia come attori che come tecnici); negli altri giorni della settimana si tengono le lezioni, dalle ore 17 alle 19, per gli allievi
della Zona 9, che hanno saputo dei nostri corsi tramite il passaparola: il mercoledì per i ragazzi delle scuole medie, il giovedì per quelli
delle superiori, e il venerdì per i bambini delle primarie. Gli adulti
vengono il mercoledì dalle ore 20 alle 23. Per tutti il laboratorio teatrale diventa uno spunto di riflessione, condivisione, ma anche prevenzione del disagio.
Lisa, raccontaci un aneddoto…
Quando i ragazzi del Beccaria devono entrare in scena sono eccitatissimi e molto tesi: alcuni mi dicono di avere l'adrenalina a mille,
“come prima di una rapina”, ma nel caso in oggetto non è per una situazione deviante! (Roberta Coccoli)
Info: [email protected] - 02 6431448 - puntozeroteatro.org facebook.com/ErrareHumanum.
Affori, Lorenteggio, Crescenzago e tanti altri? Ora “quartieri”, ma
nel passato veri e propri Comuni con i loro borghi, la cui presenza storica è durata nei secoli prevalendo nettamente per importanza sui nuovi rioni residenziale costruiti intorno. Finalmente
un libro, quasi una guida, sui tanto maltrattati borghi di Milano,
ricco di testimonianze storiche.
• Domenica 29 maggio chiuderà la stagione di lavoro del Centro
Culturale della Cooperativa un “Grande Concerto di Primavera” speciale. Sul palcoscenico un quartetto d’archi con primo e
secondo violino, viola, violoncello ai quali si aggiungerà una corale di trenta elementi composta da voci di soprano, contralto, tenore e basso. Repertorio a sorpresa: dai grandi musicisti Bach e
Mozart al milanesissimo Giovanni Danzi, da Leonard Cohen e
Crozat Converse ai canti Swaili. Ancora una volta, per la parte
musicale, sarà con noi il Clavicembalo Verde diretto da Angelo
Mantovani, con il Milano Music Quartet e la corale Ambrosiana diretta dal M.° Giorgio Barenghi. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria (02/66114499 - 349/0777807).
• A Villa Clerici, sabato 21 maggio, alle 21, un concerto basato su
quattro compositori nordici, pionieri della musica da camera per orchestra del ‘900. Due inglesi, Britten ed Elgar, uno svedese, Dag Wirén,
e il celebre Leóš Janácek, di origine ceca.
Prenotazioni: 02/66114499 - 349/0777807.
Per la vostra
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su questo
giornale
telefonate
a Flaviano
Sandonà
Tel/Fax/Segr.
02/39662281
Cell.
335.1348840
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Passeggiate di primavera in cerca dell’Isola del passato e del futuro
Per il 25 aprile un coro
giovane come i partigiani
nche quest’anno un corteo numeroso ha percorso le vie del
A
quartiere per consegnare le corone celebrative dove targhe
antiche riportano nomi, età e luogo di scomparsa di chi morì in
Isola è quartiere da vivere all’aperto. In questo scorcio di primaL’
vera suggeriamo un itinerario semplicissimo.
Partiamo da via Confalonieri, e precisamente dall’angolo che essa forma con via Volturno, e discendiamo verso piazza Minniti. Un’ombra
di bianco al Vinario, così originale per il suo dehors sul gradino di ingresso, e poi, due porte dopo, un’altra ombra al numero 9 dove c’è il
Bar Isola alle cui pareti la “Compagnia dei ritratti” diretta da Claudio
Jaccarino espone, cambiandoli ogni mese (in marzo gli acquarelli erano di Massimiliano Masa; ad aprile quelle degli artisti spagnoli Isabel
Jover, pittrice, e Cesar Reglero, artista e grafologo.
Arrivati in via Borsieri, percorriamo via Pastrengo fino al 12.
Entriamo. Ci accoglie un corridoio in penombra, una vera perla nascosta. Ai lati botteghe artigiane, compresa quella bellissima di un
liutaio. Nel cortile si affacciano le vetrate di O’, un’organizzazione non
profit per la promozione delle ricerche artistiche, fondata nel maggio
2001 da Sara Serighelli e Angelo Colombo con il nome di O'artoteca
(O' dal 2008). Dietro le sue vetrate un ampio spazio espositivo, un'area di consultazione e archivio, il Laboratorio Arti Bovisa, per la produzione legata alla fotografia e alla stampa: vi si tengono progetti
espositivi, incontri e dibattiti, concert e lectures.
Usciamo e ci spostiamo verso la parallela successiva, via Guglielmo
Pepe, cercando anche qui il numero 12, dove è presente una videoinstallazione in “Realtà Aumentata”. È una proposta del laboratorio di
Cromografia di via Borsieri 12 e della Compagnia dei ritratti.
Un percorso nel tempo oltre che nello spazio, insomma, Ma questa è
l’Isola, bellezza! (Primo Carpi)
Piazzale Segrino, una finestra sulla Città Intelligente
Costituendo una delle 29 Isole Digitali della città, il piazzale è anche punto di riferimento
per il car sharing delle auto elettriche.
on è casuale che,
N
per meglio comprendere gli effetti nel
nostro quartiere del
concetto di Città Intelligente (Smart City),
sempre più pervasivo
attorno a noi, si continui a passare per Piazzale Segrino che è una
delle 29 Isole Digitali
di Milano. L’Isola Digitale dell’Isola. Che qui
è diventata anche Lilla, armonizzandosi con
il progetto delle Piazze
dell’Isola, ma che fa
parte del progetto comunale delle Isole Tecnologiche inaugurato
con 15 postazioni nell’ottobre del 2013 e divenuto poi di 29 l’anno
successivo. Si tratta di una tappa del processo di agenda digitale
applicata alla città sul quale il Comune ha costituito una squadra
sostenuta da un gruppo di sponsor principali (Microsoft, Linear,
Ducati Energia, A2a, Bee e Telecom). “Il costo per Palazzo Marino
è praticamente pari a zero”, sottolineò a suo tempo l’assessorato
al Lavoro e allo Sviluppo Economico di Cristina Tajani. I quasi 4
milioni di euro sono sostenuti da sponsor, privati e fondi europei.
Le Isole Digitali funzionano 24 ore su 24, anche di notte, grazie ad
una particolare illuminazione Led che evita sprechi energetici e
rispetta l’ambiente. Si tratta di un sistema di illuminazione intelligente perché varia l’intensità della luce in base a quante persone sono presenti. Le stazioni inoltre sono video sorvegliate attraverso telecamere monitorate dalla Polizia Municipale.
Abbiamo già parlato dei totem e delle panchine-isola di Piazzale
Segrino. Ci resta da descrivere la sua ultima caratteristica deri-
vata dalla sua identità
di Isola Tecnologica.
Ovvero il costituire una
base per il parcheggio,
il reperimento e la ricarica di miniauto elettriche. Un servizio a
metà tra il bike sharing (BikeMi) e il car
sharing (GuidaMi).
Con un abbonamento
mensile e annuale i
milanesi (e non) potranno muoversi ventiquattr’ore su ventiquattro e senza inquinare. Le prime miniauto erano quadricicli elettrici biposto in
condivisione (EQ Sharing), agili da guidare
e facili da posteggiare
in spazi ridotti. Ma lo
spazio car sharing di Piazza Segrino, pur essendo utilizzabile
da qualsiasi auto elettrica, presenta sulla sua “rastrelliera” il
logo di Share’ngo, l’ultimo arrivato (giugno 2015) sul già affollato scenario della mobilità intelligente cittadina. Share’ngo
presenta rispetto agli altri alcune interessanti novità semplificative. Le sue (per ora) cento auto elettriche in condivisione
non si dovranno ricaricare e per utilizzarle non è necessario ricorrere alla prenotazione via rete. Basta la card acquisita al
momento dell’adesione al servizio.
A dire il vero la Città Intelligente è oramai sempre più complessa e per utilizzarla al meglio bisogna sempre più spesso ricorrere alle apposite guide digitali, le mitiche app, così familiari ai nostri ragazzi che ne fanno incetta sui loro smartphone,
senza le quali rischieremo di perderci nella sua giungle di sigle e di segnali. (P.C.)
battaglia, in carcere, in un lager. Anche quest’anno mi sono
sorpreso a pensare quanto giovani fossero molti di questi eroi.
Ragazzi addirittura. Ossessiva e falsa la propaganda. Inesistenti i mezzi per spostarsi. Inesistente la libertà di radunarsi
e scambiarsi parole e pensieri. Non c’erano giornali, non c’era
internet, non c’era il telefono… ma questi ragazzi furono capaci di operare una scelta totale. Un nome tra tutti, Giuseppe
Candian, classe 1925. numero 14 di via Jacopo dal Verme.
Giuseppe nel 1944 non risponde alla chiamata alle armi da
parte del regime fascista e raggiunge i partigiani della
Divisione Valdossola. Quando muore, il 20 giugno, in uno dei
giorni dei terribili rastrellamenti che condussero all’eccidio di
Fondo Toce (sembra però che sia rimasto ucciso durante il sabotaggio di un ponte strategico della zona) Giuseppe Candian
ha 19 anni appena compiuti. E il sindaco Aldo Aniasi, comandante partigiano, gli conferisce la medaglia d’oro. E quando il
corteo delle corone si conclude, commosso, davanti al monumento bronzeo ed aereo al tempo stesso di Ramous in piazza
Segrino, dove si ritrovano i nomi di tutti i Caduti dell’Isola, ci
colpisce ma non ci stupisce che il coro, senza accompagnamento di strumenti musicali, che ci trattiene ancora per qualche
tempo, sia composto anch’esso da giovani.
Due parole su questo coro, il Coro di Micene, che da quattro anni presta la sua bravura artistica alla cerimonia del 25 Aprile.
Ha sede alla Nuova Stecca e il suo repertorio è dedicato ai canti sociali e di lotta di tutto il mondo. All'interno di questa tradizione, che risale ai cori delle Case del Popolo, si collega alle
tematiche odierne. Il 25 aprile, ad esempio, accanto ai pezzi
partigiani e all’“Internazionale”, ha eseguito il “Ah, sarà dura”,
dedicato al movimento No Tav. Inoltre improvvisa concerti in
stazioni ferroviarie, piazze, etc., dove si confronta con un pubblico sconosciuto. Di questo coro popolare, non tanto nel repertorio quanto nella pratica, chiunque può far parte. Nessun numero chiuso, nessuna audizione, non è richiesta alcuna capacità particolare. Direttore è oggi Francesco Grigolo. Prima di
lui Roberta Pestalozza e Duilio Marcucci. (P.C.)
Accadde, accadrà all’Isola
• Un altro libro sull’Isola! “Crepa”, dell’isolana Caterina Perali.
Un’appassionante romanzo corale che racconta il cambiamento
dell’Isola, durante la riqualificazione di Porta Nuova, attraverso le vicende di un gruppo variopinto ed eterogeneo di personaggi che abitano
in un vecchio palazzo di ringhiera: le pareti si crepano… e le vite pure!
• Intelligenti le colonnine per il pagamento del ticket per il parcheggio sulle striscie blu. Accettano il bancomat, rinnovano abbonamenti Atm mensili, rilasciano biglietti per le corse notturne in superficie,
quando tutti gli sportelli delle stazioni di metro e passanti sono chiuse.
• The Mall. È lo spazio nuovo del Porta Nuova Varesine che attende
il visitatore una volta varcata la passerella pedonale che da Piazza Gae
Aulenti passa sopra viale Melchiorre Gioia e approda alla “promenade”
di Porta Nuova Varesine attraversando le nuovissime piazze Alvar
Aalto e Lina Bo Bardi. Un’area di 40.500 mq di cui 30.000 pubblici. Una
passeggiata caratterizzata dal primo “green roof” (tetto verde) di
Milano di 6.000 mq - sotto il quale si trova uno spazio coperto di oltre
5.000 mq, il The Mall, appunto, destinato a diventare il luogo del centro di Milano degli eventi e delle manifestazioni dedicate al Made in
Italy. Uno spazio divisibile in più aree in base alle esigenze dei clienti.
Sfilate, convention, presentazioni, cene di gala, lanci di prodotti… Da
qualche mese The Mall ricorre sempre più nelle locandine degli eventi cittadini. Ultimo in ordine di tempo quello Milan Image Art e - evento nell’evento - l’esposizione “L’anima svelata” dedicata a Thierry
Radelet, fotografo e restauratore di beni culturali. I soggetti ritratti nelle foto sono capolavori scultorei (bronzi, legno e carta pesta) e policromie su tavola, di autori quali Donatello, Beato Angelico e Giambologna
che, attraverso il sapiente lavoro di Radelet, svelano la loro “anima”.
ARTISTI DI
ONA
a cura di Luigi Luce
Vera Paganin, danzando da Niguarda a New York
a iniziato a danzare molto giovane, alla scuola Danza&Movimento
H
e ha frequentato la scuola del Centro Studi Coreografici del Teatro
Carcano, in cui si è diplomata nel 2012 e dove ha avuto l’opportunità di
conoscere, rimanendone affascinata, la tecnica Graham di danza contemporanea. Martha Graham, una delle più grandi ballerine nordamericane, è considerata la madre della danza moderna con una tecnica e
una scuola, a New York, famosa nel mondo. Oggi, a 23 anni, Vera
Paganin vive, studia e lavora a New York da 3 anni.
Cosa ti ha colpito della tecnica Graham?
La sua drammaticità scenica e quindi la profonda connessione tra il danzatore e le emozioni. È una tecnica che utilizza il corpo come uno strumento flessibile, modellandolo e disciplinandolo per esprimere le esigenze dello
spirito. Richiede quindi un grande controllo della postura, una camminata
più armoniosa e una percezione più completa del corpo. Non dimenticherò
mai il primo balletto di repertorio a cui ho assistito, si chiama Diversion of
Angels. Mi ha catturato talmente tanto da farmi decidere di proseguire il
mio percorso studiando questa tecnica con la guida di Elena Albano, la
Maestra che considero anche il mio mentore. Da quel momento non mi sono mai tirata indietro quando ho avuto l’occasione di partecipare a workshops con insegnanti e ex ballerini della Martha Graham Dance Company.
Come ricordi i tuoi primi passi a Milano, prima di entrare alla
scuola del Teatro Carcano?
Ho iniziato all’età di 3 anni a Danza&Movimento, in zona Affori, sotto la direzione di Cristina Belloni. La mia prima maestra è stata Valeria Pala, la
quale mi ha trasmesso tanta gioia e passione. A 10 anni ho cominciato a seguire i corsi più avanzati con Cristina Belloni, che mi ha guidato nei primi
passi sulle punte e mi ha incoraggiata a proseguire. Ho fatto l’audizione al
Centro Studi Coreografici del Teatro Carcano nel 2004 e sono stata accettata nei corsi professionali. L’anno dopo sono passata direttamente ai corsi
avanzati sotto l’insegnamento di Margarita Smirnova, una delle migliori
insegnanti di balletto classico, e nel 2012 ho conseguito il diploma Afpa
(Alta Formazione Professioni Artistiche). Mi piacevano le ore in sala, ma il
teatro e il palcoscenico erano sicuramente i miei luoghi preferiti. Ricordo
con emozione quando il mio maestro di italiano alle scuole elementari,
Giuseppe Pontremoli, mi fece improvvisare una danza sulle note di una
marcia nuziale durante lo spettacolo di fine anno in prima elementare.
Giuseppe ha esercitato una parte fondamentale nella mia educazione, facendomi amare tutte le forme di arte, e soprattutto la danza e la musica.
Quando hai deciso di andare a New York?
Quando stavo per concludere il percorso al Teatro Carcano ho deciso di provare a costruirmi le basi per andare a New York a studiare, e magari riu-
scire a essere accettata in Graham 2, la compagnia dei giovani. Ero consapevole che fosse un obiettivo molto difficile da raggiungere, ma ero molto
motivata. A febbraio del 2012 ho partecipato a Danza in Fiera, un importante evento che si tiene ogni anno a Firenze, dove si possono fare audizioni per molte scuole e summer programs provenienti da tutta Italia e
Europa. Una di quelle che mi aveva incuriosito era quella per la Henny
Jurriens Stichting di Amsterdam, che offriva vari workshops e classi con insegnanti anche dagli Stati Uniti. Dopo questa lezione mi è stata offerta una
borsa di studio per fare gratuitamente tutte le classi del programma per il
mese di luglio, dove erano previste lezioni e un workshop con Miki Orihara,
una nota ballerina Graham. Ad Amsterdam ho vissuto una esperienza
molto bella, ho amato tutte le lezioni a cui ho partecipato ma la settimana
in cui ho fatto tecnica e repertorio Graham con Miki Orihara rimane uno
dei momenti in cui ho imparato di più. Alla fine del mese ho ricevuto un’altra grande sorpresa: una borsa di studio per la Martha Graham School of
Contemporary Dance, a New York. Il mio sogno si era avverato.
Come è stata vissuta in famiglia questa scelta?
I miei genitori mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata, senza mai forzarmi nelle mie scelte. Così è stato dopo questa grande notizia, mamma e
papà hanno pensato che fare un’esperienza a New York avrebbe potuto
aprirmi tante porte, e poi era la prova che stavo andando nella direzione
giusta. Ho potuto condividere la gioia anche con i miei amici, i quali sapevano che New York era uno dei miei obiettivi.
Quale è stato il tuo percorso in America?
Sono arrivata a New York nel gennaio 2013 e dopo due mesi ho partecipato all’Italian International Dance Festival, ballando un duetto coreografato dalla mia insegnante Elena Albano. Subito dopo mi è stato offerto un posto come apprendista nella Graham 2. A settembre sono diventata Full
Member, cioè membro a pieno titolo, della Compagnia Graham 2, dove sono rimasta fino a giugno 2015. Durante questi due anni ho imparato moltissimo, non solo come tecnica e repertorio, ma anche su come lavorare come danzatrice in modo professionale. Graham 2 si è esibita in moltissime
scuole nella città di New York e nel New Jersey. Ho così avuto la possibilità
di arricchire notevolmente il mio repertorio. Dall’estate 2015 faccio parte di
una compagnia chiamata Alison Cook Beatty Dance e con loro mi sono esibita in vari teatri a New York, nel New Jersey e nel Connecticut.
Come vivi a New York? È stato difficile adattarsi ai suoi ritmi.
Attualmente vivo in un appartamento a Brooklyn con due musicisti che sono anche dei buoni amici. New York è un ambiente molto internazionale e
di ampie vedute, è un continuo scambio di idee ed esperienze anche con chi
non conosci affatto. Sicuramente ci sono tantissimi italiani, ma ho sempre
fatto in modo di parlare più inglese possibile. Questa città è una meta invitante e così ogni tanto vengono a trovarmi le mie amiche dall’Italia, a cui
sono sempre felice di mostrare e condividere la vera sostanza della grande
metropoli. Non posso nascondere che è anche faticosa e costosa, ma se si è
qui per un motivo ne vale la pena!
Cosa ti aspetti nei prossimi anni?
L’ultimo anno ho seguito un corso di insegnamento e, poco dopo aver ottenuto il diploma, mi è stato chiesto di insegnare al corso estivo dei ragazzi
(chiamato Teen@Graham) di età compresa tra i 13 e i 17 anni. A ottobre
una delle mie insegnanti, nonché una delle mie danzatrici preferite, mi ha
chiesto di sostituirla nelle lezioni di Graham alla Talent Unlimited High
School, ed oggi faccio parte del corpo insegnanti. Insegno anche in un’altra
scuola del New Jersey, la Petrov’s Academy, e in una scuola del Bronx, con
cui la Graham School collabora. Oltre all’insegnamento nei prossimi mesi
ho in programma diverse esibizioni con Alison Cook Beatty Dance e farò
anche parte di uno spettacolo con danza, circo e musica dal vivo. Il mio
obiettivo ampliare il numero di spettacoli e progetti con coreografi, e continuare e rendere il mio insegnamento un ponte tra la Danza Moderna e la
prossima generazione. (Riccardo Degregorio)
Alessandra Orlando all’Artis con le Oche Loche
ella nostra zona è nota per
N
aver recentemente illustrato
con variopinti murales le pareti
esterne della “Casa di Alex”, disegnando giocolieri, danzatori, bambini che giocano e varie scene di
convivialità, con magnifici e brillanti colori. Ora è tornata con
una sua personale presso l’“Artis
Caffè”, regalandoci colori e giochi. La mostra è stata, infatti, dedicata anche ad un famoso gioco
da tavolo, il gioco dell’oca, che ha dato il titolo all'evento: “Le oche loche e altri quadri curiosi”, dove “loche”, come molti sanno, significa
“pazze” in spagnolo.
Lo spunto della mostra è stata la presentazione del progetto per la
“Cooperativa Sociale Cbm - Centro del bambino maltrattato e cura
della famiglia in crisi”, che recentemente ha aperto una nuova
realtà abitativa di co-housing a Figino, in zona Baggio-Via Novara.
Per il Cbm Alessandra Orlando ha ideato cinque opere, che diventano cinque spazi di esperienza: la stanza con il bosco e il prato tattile; la colonna totem con le finestrelle in cui i bambini potranno inserire disegni, fogli e pensieri (con la possibilità anche di richiuderle per non mostrare a nessuno i loro segreti); la porta pazza; la cartina di orientamento; infine il gioco dell’oca, disegnato su un grande tavolo. Ogni opera sarà aperta al cambiamento e avrà l’intento di
favorire l’espressione della creatività di ciascuno, usando la decorazione murale per produrre interattività fra bambini ed educatori, in
modo che un ambiente gradevole possa dare lo spunto per ricreare
la propria storia personale.
Nella mostra alcune fotografie davano un assaggio di quello che è il
lavoro specifico di Alessandra, la realizzazione di enormi opere murarie, come i già i citati della “Casa di Alex”, che mostrano l'artista
su scale e ponteggi per raggiungere ogni parete. Altri lavori esposti
erano dei quadretti realizzati con la tecnica del “grattage”, ossia un
raschiamento realizzato su diverse mani di colore: rappresentavano
immagini spesso astratte, su sfondi scuri, a volte cupi.
Di tutt’altro genere erano le opere che hanno dato il nome alla mo-
stra: grandi tavoli quadrati che rappresentavano il gioco dell’oca,
con la loro doppia funzione intrinseca di quadro-e-gioco insieme,
per cui l’opera può essere staccata dal muro e utilizzata per uno
dei più classici giochi da tavolo. In tutti i quadri il muso dell’oca
diventava il protagonista, e il suo corpo, pieno di caselline, seguiva le tradizionali regole del gioco: il pozzo per stare fermo due giri, il labirinto che indica la strada sbagliata e ti fa tornare indietro, il ponte in cui salti un turno, ecc…, ma anche nuove immagini che creino nuove situazioni, come per esempio la casella dell’inverno, ove si stimola i giocatori a cercare qualcosa di caldo, ricreando ogni volta nuove regole del gioco. “Le mie oche sono una
metafora”, racconta Alessandra, “rappresentano il giro della vita,
e sono ricche di simbolismi, che mi piacciono tanto: così per esempio al centro del gioco c'è sempre la volpe, che per me esprime l’opposto dell’oca, il lato ombra, che disegno sempre sorridente, a illustrare la sua rivincita”. (Roberta Coccoli)
Contatti: www.atelieracerenza.com/oppure www.dipintodiblustudio.it/.
Silvana Scaravelli: un quadro per un dibattito
ultima opera della pittrice SilL’
vana Scaravelli, che da anni vive
e lavora nella nostra zona, è un quadro grandissimo, un olio su tela alto
più di due metri, e quasi largo uguale. “Con quest’opera ho voluto esprimere i miei pensieri riguardo l’omosessualità, mentre si fa un gran parlare delle unioni fra persone dello
stesso sesso. E il mio quadro vuole
essere anche lo spunto per un dibattito su questo tema”.
Osservando il lavoro dell’artista, notiamo subito i colori: sono tutte tinte calde, fra il marrone, il giallo ocra e il porpora. Quasi al centro del quadro è raffigurata una figura umana che esce da una casa quasi volando: “Il più del-
le volte gli omosessuali non vengono accettati neanche dalla famiglia, e
quindi penso che l'unico modo per liberarsi sia uscire di casa per poter
esprimere i loro sentimenti reciproci. E pensare che nella culla della civiltà
occidentale, la Grecia antica, l’omosessualità era tollerata e spesso vissuta
pubblicamente”. Al centro del quadro spiccano due bellissimi leoni, entrambi con una ricca criniera, che si scambiano tenerezze, e due mufloni molto
vicini. Silvana ci spiega: “È risaputo che l’omosessualità è praticata anche
in natura”. E in cima al quadro, al vertice di tutto, vediamo, dentro una forma centinata e dorata che ricorda i dipinti religiosi, un gruppo di ecclesiastici in giudizio. Silvana spiega ancora: “Le discriminazioni che subiscono
gli omosessuali hanno quasi sempre un’origine religiosa, che li giudica negativamente considerandoli una sorta di deviazione della ‘natura’. È stata
la religione monoteista a condannare e anche a mandare al rogo gli omosessuali, distruggendo la vita di tante persone”.
Quest’opera è un giro nella storia; infatti in un angolo è raffigurato un uo-
mo dietro il filo spinato di un campo di concentramento, poiché il nazismo
ha perseguito anche gli omosessuali. Nello spigolo sinistro del quadro, in
basso, su sfondo rosso scuro dove sono indicati nomi di Paesi che hanno definito norme adeguate, dove le coppie omosessuali possono liberamente
adottare dei bambini, spicca il grande vuoto dell’Italia: “Ora che anche in
Italia è passato il riconoscimento delle unioni gay, sarebbe bene pensare alla omogenitorialità, per poter vedere le coppie, sorridenti, con in braccio i loro bambini”. In basso, nell’angolo opposto, Silvana si apre alla speranza:
“Rifacen-domi a un opera di Picasso, ho rappresentato due donne che corrono libere e felici, a piedi nudi sulla sabbia, verso un futuro migliore.”
Il 14 maggio, alle 16, presso il Centro Culturale della Cooperativa di
Via Hermada 14, potremo avere l’occasione di vedere l’opera di
Silvana Scaravelli in un evento intitolato “Il giardino... dei fiori sommersi”, che ci darà anche l’occasione di parlare del tema dell’omosessualità. (Roberta Coccoli)
Helen Doron English
Un nuovo modo di imparare l’inglese
Luca Canali
ei mesi dopo l’apertura siamo andati
S
di nuovo al centro Helen Doron English di Milano Isola e abbiamo trovato
un grande fermento
che ci ha notevolnente entusiasmato.
Tutto lo staff è intento a preparare
l’Open Day del 14
maggio. In quell’occasione bimbi, ragazzi e genitori potranno sperimentare e approfondire il
metodo di insegnamento Helen Doron
English.
Mentre gli insegnanti proporranno agli
allievi attività divertenti e multimediali, Fran, la direttrice della scuola, sarà completamente a
disposizione dei genitori per spiegare come funziona il metodo Helen Doron English che basa l’apprendimento della lingua sull’utilizzo di diversi strumenti e
linguaggi: il gioco, la drammatizzazione,
la musica, i video e i libri.
Quello che ci ha colpito di questo gruppo,
formato da insegnanti madrelingua inglese, è la passione e l’amore per l’insegnamento, caratteristiche originali che
traspaiono durante tutti i corsi e le iniziative del centro.
Francesca, creativa e dinamica, utilizza
la sua esperienza teatrale e di performer
rendendo le lezioni piene di vitalità.
April, sognatrice e giocherellona, è amata
dai bambini per la sua innata fantasia.
Michael, empatico ed energico, ha trovato
la sua dimensione nel lavorare in gruppo.
Ljubinka, dolce e determinata, trasmette
ai bambini tranquillità e calma.
E poi c’è il metodo Helen Doron English,
grazie al quale bambini e ragazzi (dai primi mesi d’età ai 19 anni) imparano l’inglese in un ambiente coinvolgente e pensato appositamente per loro.
Qui, in effetti, in
modo del tutto naturale, la lingua diventa uno strumento di comunicazione e di gioco.
Le attività sono studiate per accompagnare gli studenti
in tutte le fasi della crescita, stimolandoli e lavorando
in modo mirato in
piccoli gruppi, non
solo durante l’anno
scolastico ma anche in estate.
Una volta chiuse le scuole, infatti, si
aprono le porte dei Summer Camp.
L’estate è naturalmente il momento perfetto per giocare all’aria aperta e, allo
stesso tempo, imparare l’inglese in un
contesto rilassato e stimolante.
Il centro ha già aperto le iscrizioni per
partecipare a un workshop estivo, assolutamente divertente, dove un’insegnante
madrelingua accompagnerà i bambini
nella scoperta della lingua inglese attraverso canzoni e giochi stimolanti e attività sportive come per esempio basket,
arti marziali e danza.
MilanoIsola Learning Centre, entrata di
fronte a via Boltraffio,12 (MI)
Tel: 02 36 60 14 10 - e-mail: [email protected] - https://www.facebook.com/Helen-Doron-Milano-Isola886603344741135/?ref=br_rs
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a Flaviano Sandonà
Tel/Fax/Segr. 02/39662281 - Cell. 335.1348840
ELEZIONI
Maurizio Carnazzola, ex Comandante
di Polizia Locale, si candida al Municipo 9
aurizio Carnazzola, che cosa l’ha spinta
M
a candidarsi nelle liste del Pd per le imminenti elezioni della Municipalità 9?
Abito a Prato in Zona 9 dove
risiedo da sempre. Sono di sinistra dalla gioventù e ho
aderito al Partito Democratico dalla sua fondazione: già
questo mi motiva ad impegnarmi nelle istituzioni. Sono
competente in sicurezza urbana, protezione civile, traffico e viabilità per l’esperienza
di ventiquattro anni svolta
nel ruolo di Comandante della Polizia Locale di Buccinasco, poi di Limbiate ed infine
di Bollate. Dal 2011, cessata
l’attività professionale, ho ripreso l’impegno politico nel
Circolo del Partito Democratico di Prato-Bicocca. Mi candido al ruolo di consigliere
della Municipalità 9 per finalizzare le mie competenze al
servizio del bene comune.
Le prossime Municipalità
avranno voce in capitolo su più materie a lei
note: per esempio, come pensa di agire sulla
rete dei trasporti milanesi?
Milano ha una rete di trasporto pubblico di elevata
qualità ma, forse, in questi anni si è puntato molto
sulle linee di forza (metropolitane) e meno sulle linee
di superficie; inoltre si è progettato il sistema con
una visione tutta incentrata sulla città trascurando
le linee di accesso dall’hinterland che risulta ancora
mal collegato e poco servito. Occorre disincentivare
gli accessi dei pendolari con il prolungamento della
rete del metrò e con parcheggi di corrispondenza capienti e fruibili. Non è più rinviabile l’edificazione del
parcheggio di corrispondenza al capolinea Bignami
della M5, tanto per citare un esempio.
Che dire dell’annosa questione dei collegamenti extraurbani non solo con i Comuni di
prima fascia?
Oramai occorre pianificare con un’ottica da Area metropolitana e in tal senso risulta essenziale una politica tariffaria omogenea con l’introduzione del “biglietto unico” su tutto l’ambito territoriale.
Come vede la situazione della viabilità nei
nostri quartieri di Bicocca, Pratocentenaro e Niguarda?
Soffrono tutti del traffico di attraversamento, sia
pendolare che estemporaneo, per l’accedere al centro
di Milano, che offre ogni genere di funzione (lavoro,
business finanziari, esercizi commerciali, luoghi del
divertimento ecc.). Inoltre
Niguarda è svantaggiata da
linee di trasporto che richiedono tempi prolungati per
l’accesso alla rete del metrò.
Il centrodestra non ha
mai abbandonato l’idea
della Strada Interquartiere e anche l’attuale Giunta si è lanciata in alcune
ipotesi progettuali di tale
natura. Secondo lei che
cosa si può fare per migliorare la rete viaria della nostra zona?
Non ritengo che serva dentro
il nostro territorio un’ulteriore connessione viabilistica
est-ovest di grande portata:
la città deve proiettare il traffico, soprattutto quello commerciale, al di fuori dei propri
quartieri, se mai indirizzandolo al sistema delle tangenziali esterne e alla nuova viabilità edificata per Expo
sull’asse Monza-Rho. Al massimo si possono concepire micro-interventi per migliorare la connessione
fra le varie realtà di zona: penso ad esempio a
Niguarda ed Affori.
Strettamente connessa alla viabilità c’è la sosta. Qual è il suo parere in merito e che cosa si
può fare per migliorare la situazione?
Occorre aggiornare il piano della sosta di zona: per
agevolare l’accesso agli esercizi commerciali occorre
sostituire alcuni stalli a pagamento con nuovi spazi
a rotazione oraria, con altri a sosta libera (stalli bianchi) e per lo scarico/carico delle merci. Va inoltre risolta l’annosa questione della sosta sul “praticello” di
viale Fulvio Testi, senza infingimenti: lo stato di necessità dei residenti, sprovvisti di box, ha trasformato tali spazi in aree di sosta e vanno considerati come tali; semmai occorre tutelare le manovre di accesso e uscita sulla corsia del viale.
Che cosa si sente di proporre ai suoi potenziali elettori?
Ritengo che possano avere fiducia nel Pd che ha dato buona prova di governo della nostra zona e che a
fronte delle nuove competenza delle Municipalità si
debbano valorizzare candidati portatori di adeguate
competenze tecnico-amministrative.
W il 25 aprile
Niguarda in festa per l’anniversario della Liberazione
Riccardo Degregorio - foto di Maurizio Anelli
rande partecipazione al tradizionale corteo organizzato dalG
la sezione Anpi Martiri Niguardesi la sera del 24 aprile. A
Niguarda si festeggia sempre la sera prima del 25 perché questo è stato il primo quartiere di Milano a insorgere contro tedeschi e fascisti. Tantissime persone - anziani, giovani, famiglie
con bambini - hanno partecipato alla festa. E chi non era in corteo era alla finestra a seguirne il passaggio.
Il corteo, accompagnato dalla Banda degli Ottoni, è partito dal
cortile di via Hermada 14 dove è stato inaugurato il nuovo murale dedicato a Cesarina Rossi, figura storica della Niguarda
partigiana. Prima della partenza del corteo, al Teatro della
Cooperativa si è svolto lo spettacolo “Lia Off: resistere oggi come
allora” in cui Marta Marangoni e Rossana Mola hanno dato voce ad alcune testimonianze di donne partigiane. Il percorso ha
toccato le lapidi del quartiere dedicate ai caduti per la libertà,
davanti a ognuna delle quali è stata posata una corona. Ha concluso la serata, ai giardini intitolati a Gina Galeotti Bianchi,
Roberto Cenati, presidente provinciale dell’Anpi, che ha ricordato i valori sempre attuali, oggi più che mai, della Resistenza nel
settantesimo anniversario del referendum con cui gli Italiani
scelsero la Repubblica e del voto alle donne, il 2 giugno 1946. Donne
che ebbero una importanza fondamentale nella Resistenza.
Nel pomeriggio lo spettacolo “Nome di battaglia Lia” al Teatro
della Cooperativa e “La Resistenza in concerto” con i canti del
coro “Suoni e l’Anpi” in via Ornato 7. Festa anche a Dergano il
24 aprile sera, in via Conte Verde 17, con letture, canti, musica
e balli fino a sera.
La mattina del 25, prima della manifestazione nazionale del pomeriggio in centro a Milano, cortei con posa delle corone davanti alle numerose lapidi organizzati dalle Anpi di Zona 9.
Da Empoli a Pratocentenaro, una storia da antifascista
Mario Taddei
ei primi anni venti Empoli e paesi limitrofi videro la nascita di un
N
forte Partito Comunista a cui aderirono operai, contadini e sindacalisti. Cominciarono così le prime occupazioni di terre che i grandi
agrari tenevano incolte e le prime occupazioni di fabbriche (vetrerie)
con scioperi imponenti. Queste grandi lotte permisero alle elezioni amministrative del 1920 di conquistare tutti i Comuni della zona con maggioranze nette di sinistra.
La borghesia locale (proprietari terrieri e padroni) per contrastare il
grande movimento di lotta finanziò squadre d’azione che divennero in
seguito le tristemente note squadracce fasciste. Il Partito Comunista
costituì per l’autodifesa la “Guardia Rossa” per difendere le Camere del
Lavoro, i Circoli di partito e i Municipi. Infatti nei paesi vicini gli interventi degli squadristi erano continui e si supponeva che prima o poi
avrebbero sferrato l’assalto alla roccaforte rossa di Empoli. Cosa che avvenne il 1° marzo 1921: 2 camion di marinai, carabinieri e fascisti arri-
varono a Empoli per “normalizzare politicamente” la città: ci furono degli scontri che videro i fascisti soccombere, con 9 morti e parecchi feriti.
Successivamente il 19 marzo del 1921 gli squadristi in grande numero appoggiati dall’esercito: bruciarono la Camera del Lavoro, i Circoli e
le Leghe rosse e questa volta sì che “normalizzarono la situazione”.
Nel 1924 ci fu a Firenze il processo per i “fatti d’Empoli”, in cui furono
condannati 92 giovani empolesi fra cui mio zio Paolo Taddei, all’epoca
diciottenne. Al Giudice che gli chiese cosa volesse dichiarare a sua discolpa, rispose “Sono un Comunista, una Guardia Rossa”. Risultato: 4
anni di carcere alle Murate di Firenze.
La mia famiglia, composta da nonna Teresa vedova e 3 figli, tra cui il
mio babbo Pietro undicenne, viveva di stenti ed era sostenuta soltanto
dal “Soccorso Rosso” che aiutava le famiglie in difficoltà con dei parenti in carcere. Poiché continuavano le angherie da parte dei fascisti, visto che era impossibile continuare a vivere in quelle condizioni nel 1929
Sessanta creativi per il restyling delle nostre “vedovelle”
Valeria Casarotti-Teresa Garofalo
“D
menti, il cappello, il muso del drago, lo stemma della città, il colore, dare cioè
una nuova forma alla sostanza.
Sono così nati ben 19 progetti originali e fantasiosi. C’è la fontanella con comodo sostegno per la borsetta e la presa per caricare il cellulare, quella che
ha come base la pianta della nostra città, quella che fa scorrere l’acqua su
uno scivolo, quella disadorna quasi scheletrica, quella abbellita da addobbi
floreali e tante altre tutte gradevoli. L’opera premiata “The new vedovella
of Milan”, dallo stile sobrio ed essenziale molto moderno, poggia su una base particolarmente affascinante che coniuga praticità e ornamento: da un
lato la bellezza data da un gioco di azzurri tasselli trasparenti come acqua
pura, dall’altro la funzionalità rappresentata da una vaschetta per dissetare i nostri amici animali. Realizzata in autunno, la nuova fontanella sarà
posta in una zona significativa della città. “Sarà un unico esemplare - ha dichiarato Stefano Cetti, direttore generale di MM spA - in quanto le 564 vedovelle già esistenti non verranno sostituite né modificate: le vedovelle non
si toccano, sono infatti un elemento identitario imprescindibile. Stiamo nel
frattempo inserendo in città nuove case dell’acqua, nove sono già in funzione e altre tredici provenienti dall’Expo, saranno collocate a breve”. Da questa operazione di carattere culturale-comunicativa prenderà l’avvio una capillare campagna pubblicitaria sul valore dell’acqua pubblica, le caratteristiche del servizio idrico integrato della città di Milano e la buona gestione
di questo bene così prezioso per l'uomo.
Committente responsabile: Mario Esposito
rago Verde” o “Vedovella”, due termini per indicare uno dei simboli più
cari ai milanesi, la mitica fontanella pubblica conosciuta in tutto il mondo. Dal piccolo
rubinetto di ottone a forma di testa di drago sgorga ininterrottamente fresca acqua
potabile che con il suo flusso continuo nell’immaginario popolare richiama il pianto
inconsolabile delle vedove. Progettata nel
1931 ha una forma inconfondibile cui i milanesi non intendono rinunciare come dimostrano le molte interviste raccolte dagli
studenti, futuri designer della Nuova
Accademia di Belle Arti di Milano, chiamati ad essere protagonisti di un’interessante
iniziativa nell’ambito del Fuori Salone milanese. #ildragoverdesiveste questo il nome dell’iniziativa voluta da
Metropolitana Milanese gestore del servizio idrico integrato della città, in
partnership con Pubblicità Progresso e Domus e con il patrocinio del
Comune di Milano, cui hanno partecipato 60 giovani creativi provenienti
da tutta Italia e da tutto il mondo.
La sfida era dare una nuova veste alla vedovella nel rispetto di quattro ele-
mia nonna con tutta la famiglia si trasferì a Milano da dei parenti.
Negli anni 30 ogni volta che Mussolini o qualche gerarca fascista veniva a Milano, mio zio Paolo finiva a S. Vittore per una settimana. Il mio
babbo, tesserato al Pci, aderì al Gap. Lavorò alla Bianchi e in seguito
alla Pirelli partecipando ai famosi scioperi del 1943. Una notte del marzo 1945 in viale Suzzani all’altezza della Manifattura Tabacchi, mentre con la vernice bianca scrivevano delle scritte contro il fascismo, vennero sorpresi dalle squadracce della Muti. Ne nacque uno scontro a fuoco e al trambusto in via C. da Pistoia, 9, il mio babbo si rifugiò in casa.
La mia mamma dallo spavento perse il latte (io avevo 2 mesi).
Non so ancora adesso se sono diventato antifascista per questione di fame o per convinzione politica!
Il 25 Aprile del 1945 in via C. da Pistoia angolo via Pianell, davanti al tabaccaio (oggi pizzeria) Pietro Taddei tenne il primo comizio
di Pratocentenaro libera!
Foto in via Ornato
a circa 25 anni, in via Ornato 34,
D
esiste un piccolo negozio dedicato
alla fotografia. Si tratta di Fotocolor
Niguarda. Vittorio Giansanti è l’anima
del negozio e oramai, da una vita, si dedica a fotografare, con la sua Nikon
analogica o con quella digitale, matrimoni, comunioni, cresime, eventi per
“Zona Nove”. Inoltre Vittorio stampa le
foto da varie fonti (anche via e-mail) ovvero memorie Usb, dischetti, riproduzioni, anche per chi vuole ricordare il proprio familiare appena dipartito. Da lui si può trovare dalla vecchia pellicola (per analogiche) a schedine per foto, macchine fotografiche digitali compatte,
cornici e album di ogni tipo. Poi, per chiunque lo desidera, provvede per calendari, cuscini, magliette, felpe con stampa delle foto, fotolibri, foto tessera e molto altro. È un intenditore all’antica della
fotografia, ma si è adeguato sapientemente al progresso!
Niguardese dalla nascita, in tanti lo conoscono, anche se il negozio
rimane un po’ nascosto, per così dire, ma pur sempre visibile. Vi
consiglio di andarlo a trovare perché merita e senz’altro troverete
quello di cui avete bisogno. (Beatrice Corà)
UNIVERSITÀ BICOCCA
Un gruppo di ricerca con il Politecnico per salvaguardare l’Ultima Cena di Leonardo
e Direzioni del Polo Museale della LomL
bardia e del Museo del Cenacolo Vinciano hanno avviato una serie di attività congiunte di studio, ricerca scientifica e tecnologica finalizzate a un miglioramento delle
condizioni conservative dell’opera leonardesca, attraverso l’inserimento di una seconda
e, successivamente, di una terza unità di
trattamento dell’aria.
L’obiettivo atteso è duplice: migliorare le condizioni all’interno del Refettorio - dove è conservata L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci - garantendo anche un
trattamento dell’aria specifico di tutti gli spazi che costituiscono il compendio museale; garantire la presenta di un sistema di emergenza in
caso di particolari condizioni di inquinamento atmosferico o di guasto
o mal funzionamento ai dispositivi attualmente in essere. Il perfezionamento degli studi e delle dotazioni tecnologiche produrrebbe effetti
benefici non solo sulla conservazione dell’opera, ma anche per il miglioramento della sua fruizione pubblica.
Oltre al Politecnico di Milano e all’Università Bicocca, partecipa alle attività di ricerca anche la City University di Hong Kong per il controllo
e lo studio delle relazioni tra condizioni indoor e outdoor, per il controllo della qualità dell’aria, con particolare riguardo ai gas inquinanti.
• Il progetto Bicocca I ricercatori del Laboratorio di Chimica dell’Ambiente e dei Beni culturali dell’Università, coordinati dal professor
Ezio Bolzacchini, effettueranno l’indagine del particolato atmosferico
sia all’interno sia all’esterno del Refettorio. Bolzacchini e i suoi collaboratori (Luca Ferrero, Maria Grazia Perrone, Giorgia Sangiorgi, Marco
Casati e Cristiana Rizzi) si concentreranno su sei punti chiave: concorrere a definire il condizionamento ideale per il Museo del Cenacolo; monitorare le nanoparticelle all’interno del Museo e del Refettorio; monitorare la presenza di nerofumo al fine di conoscere eventuali processi
di annerimento; eseguire l’analisi delle polveri deposte sulla superficie
pittorica; studio in laboratorio delle tipologie di interazioni tra nanoparticelle e pellicola pittorica in differenti condizioni termodinamiche e in
I ricercatori di Bicocca e Politecnico che saranno impegnati al Museo
del Cenacolo Vinciano, con i rettori e il responsabili del Polo Museale
Lombardo. Da sinistra, Marco Casati, dottorando in Chimica
dell’Università di Milano-Bicocca, Fabio Aramini, fisico presso
l’Istituto Superiore per la Conservazione e Restauro, Lorenza
Dall’Aglio, Stefano L’Occaso, direttore del Polo Museale Lombardo,
Chiara Rostagno, direttrice del Museo del Cenacolo Vinciano, il professor Cesare Joppolo, responsabile del progetto di ricerca del
Politecnico, Giovanni Azzone, rettore del Politecnico, Cristina Messa,
rettore dell’Università Bicocca, Ezio Bolzacchini, responsabile del progetto Bicocca, Federico Bucci, docente di Storia dell’architettura contemporanea al Politecnico, e Luca Ferrero, assegnista di ricerca in chimica dell’ambiente e dei beni culturali della Bicocca.
relazione alle proprietà delle particelle depositate; studio di strumenti
per la rimozione del particolato atmosferico.
• Il progetto Polimi La convenzione con il Politecnico di Milano è
estesa a tutto l’Ateneo e consentirà di attivare le competenze nei settori disciplinari dell’ingegneria, dell’architettura del design.
In particolare il gruppo di ricerca coordinato dal professor Cesare
Joppolo, docente di Fisica Tecnica Ambientale, si occuperà dei sistemi
per il controllo delle condizioni microclimatiche e di qualità dell’aria nel
percorso espositivo e, in particolare nel Refettorio, che sarà trasformato in una sorta di grande teca. Una decina di anni fa, lo stesso gruppo
di ricerca studiò e curò la realizzazione del sistema per il controllo dell’umidità e dei contaminanti nella teca che al Louvre ospita la Monna
Lisa di Leonardo.
Il gruppo di ricerca coordinato dal professor Federico Bucci, docente di
Storia dell’Architettura contemporanea, si occuperà invece dello studio
del nuovo allestimento del “Museo del Cenacolo” in relazione sia alla
percezione e alla comprensione dell'opera (dagli aspetti della comunicazione del contesto storico-artistico, fino allo studio dei rapporti tra luce e spazio), sia a una riorganizzazione del percorso di visita.
“Questa importante duplice intesa con gli atenei milanesi - afferma
Stefano L’Occaso, direttore del Polo Museale Regionale della Lombardia - va a consolidare il rapporto tra il Museo del Cenacolo Vinciano,
ove si conserva la celeberrima quanto fragile Ultima Cena di Leonardo,
e il mondo della ricerca. La regia della complessa operazione spetterà
alla direttrice del Museo, Chiara Rostagno”. “È la prima volta - dice
Cristina Messa, rettore dell’Università Bicocca - che si attiva una collaborazione concreta tra università e sistema museale in Lombardia. L’Ultima Cena è uno dei simboli mondiali di Milano e siamo orgogliosi di contribuire con le nostre conoscenze scientifiche a migliorarne la conservazione e la fruibilità”. “Siamo orgogliosi di mettere
le nostre competenze scientifiche e tecnologiche a servizio di una
delle opere rinascimentali più amate al mondo, l’Ultima Cena, contribuendo a rendere Milano sempre più attrattiva e competitiva,
anche da un punto di vista turistico e culturale”. afferma Giovanni
Azzone, rettore del Politecnico di Milano.
Aperti anche ai cittadini i percorsi di crescita culturale e personale
ffrire a tutti gli studenti percorsi di
O
crescita culturale e personale indipendenti dal corso di studio, e certificarne la partecipazione. Si chiama Bbetween il
progetto dell’Università Bicocca pensato
per accrescere e valorizzare le competenze trasversali degli studenti e di quanti
parteciperanno alle iniziative organizzate dall’Ateneo.
La formazione, articolata in corsi e eventi, spazia in sei ambiti: lingue straniere,
scrittura, multimedialità, musica, cinema, teatro. Bbetween
2016 si concluderà a luglio. La partecipazione ai percorsi sarà
attestata dall’attribuzione di uno degli Open Badges Bicocca,
certificazioni elettroniche di competenze acquisite attraverso la
frequenza a uno dei percorsi in programma, che utilizzano linguaggi e metodologie diverse da quelle delle normali lezioni universitarie. Riconosciuti a livello internazionale, gli Open Badges
possono essere usati nei curricula elettronici e sui social network. All’immagine - che è la parte sempre visibile del badge sono associati metadati contenenti la descrizione della competenza acquisita, il metodo utilizzato per verificarla, l'indicazione
di chi l'ha rilasciata e l’identità di chi l’ha conquistata.
Tutti i percorsi sono strutturati per permettere agli studenti di
esprimere, sviluppare e veder riconosciute le proprie capacità
personali in ambito artistico e culturale. Tra le iniziative forma-
tive ci sono anche percorsi musicali e corsi per imparare a utilizzare al meglio gli strumenti multimediali. Inoltre, è possibile affrontare temi di attualità attraverso il teatro, perfezionare le competenze di scrittura e approfondire la conoscenza dell'inglese attraverso il cinema. I percorsi formativi sono organizzati in collaborazione con teatri, scuole civiche, conservatori e fondazioni. La maggior parte dei percorsi è gratuita per gli
studenti e aperta ai cittadini, in alcuni casi pagando una piccola tassa di iscrizione. Con questa iniziativa l’Università
Bicocca “rompe” le barriere della conoscenza, permettendo a
chiunque di acquisire nuove competenze, sia per dare una
“marcia in più” alla propria carriera professionale sia per reinserirsi con successo nel mercato del lavoro.
a cura di Antonietta Gattuso
I cento anni della Passerini
Il programma dei festeggiamenti
l tempo passa velocemente,
Ilizzando
ma la nostra scuola lo sta utial meglio in vista dell’appuntamento conclusivo del
28 maggio che vedrà protagonisti alunni di oggi e alunni di ieri.Guardando a ritroso, i festeggiamenti sono iniziati mercoledì
17 febbraio con un simbolico
lancio di palloncini variopinti
dal cortile della scuola, che ha coinvolto tutte le classi e
che ha predisposto gli animi all’allegria. Un altro notevole successo è stato riscosso dal concerto dell’orchestra
“Allegromoderato” la sera del primo aprile, all’interno
della nostra palestra. Grandi emozioni, ottima musica
e atmosfera veramente festosa!
Sull’onda di queste iniziative molto aggreganti, sabato
23 aprile abbiamo sfilato per le vie del quartiere, in occasione della “ Marcia del Centenario”, cui ha partecipato anche il campione del mondo 1995 di marcia
Michele Didoni, pronto a premiare i nostri migliori atleti. Il momento più atteso resta comunque il 28 maggio,
la giornata completamente dedicata all’anniversario
dei cento anni e alle premiazioni del concorso fotografico e letterario, che ha raccolto svariate adesioni sia all’interno della scuola che nel quartiere (vedi sotto). Nel
pomeriggio ci sarà la possibilità di ritrovarsi tra exalunni, di sfogliare i registri di ogni epoca per ritrovare
il proprio nome insieme a quello dei compagni di classe
e di visitare la mostra che sarà allestita con tutti i documenti che una commissione, già al lavoro da tempo, ha
rinvenuto negli archivi della scuola o che sono stati prestati da chi in questi cento anni ha frequentato a vario
titolo la scuola. Per rendere il momento dell’incontro più
piacevole non mancherà un rinfresco. La mostra sarà
visitabile già a partire dagli ultimi giorni di maggio. Ci
teniamo a segnalare che in questi giorni è andato in
stampa il volume “Cento anni della Passerini, cento an-
ni di storia niguardese”, un libro
che raccoglie tanti documenti significativi del passato della nostra zona steso grazie al contributo di ex-presidi, insegnanti ed
ex-insegnanti e pubblicato col
patrocinio del Consiglio di Zona.
Invitiamo tutti coloro che desiderano partecipare a registrarsi
lasciando i propri dati presso la
portineria della nostra scuola o inviandoli tramite mail
all’indirizzo [email protected]. Basteranno nome,cognome e data di nascita.
• Concorso Letterario/Fotografico Durante la
festa per il Centenario del 28 maggio si svolgerà anche la cerimonia di premiazione del Concorso Letterario/Fotografico “Una scuola, cent’anni di emozioni!”, dedicato agli alunni, ex alunni della scuola e anche ai loro genitori e ai loro nonni, agli insegnanti ed
ex insegnanti. Il Concorso è diviso in quattro sezioni:
la sez A per i bambini della scuola dalla prima alla
quinta; la sez B per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni; la
sez C per i ragazzi dai 15 ai 19 anni e la sez D per i
partecipanti dai 19 anni in su. Il tema del Concorso
è “Un ricordo della Scuola Passerini”. Gli elaborati
giunti, tra poesie e racconti, sono 160. Fra pochi
giorni verranno decretati i vincitori per ogni sezione. Vi invitiamo già da adesso a presenziare alla cerimonia perché avremo l’onore di ospitare lo scrittore Roberto Piumini, autore di moltissimi libri,
poesie, poemi, testi teatrali, testi di canzoni, testi
per teatro musicale e cori, traduzioni, adattamenti,
testi parascolastici. Inoltre, per declamare le poesie
e i racconti brevi dei vincitori ci onorerà della sua
presenza Renato Sarti, attore, drammaturgo e regista, direttore del Teatro della Cooperativa.
(l’Associazione Genitori Passerini, gli Insegnanti e i Bambini della scuola)
“Cento anni fa nacque la scuola elementare di via Passerini”
Ricostruzione storica di Sergio Bernasconi
Vedi www.zonanove.com - archivio: settembre 2014 pag. 14 e ottobre 2014 pag. 14
A che punto siamo con la Cassinis?
Intervista ad Antonella Loconsolo
a nostra classe, la III D della scuola media “Gino
L
Cassinis”, impegnata in un’attività di scrittura giornalistica in collaborazione con la Cooperativa culturale
Pandora e con la redazione di “Zona Nove”, ha incontrato Antonella Loconsolo, presidente della Commissione
Istruzione ed Educazione del Consiglio di Zona 9, per
chiedere spiegazioni sulla situazione attuale della nostra scuola, chiusa ormai da quasi tre anni e ancora in
attesa di essere demolita e in seguito ricostruita. L’incontro si è svolto il 15 marzo nella sede di via De Calboli
dove siamo attualmente dislocati.
È stata fatta una delibera dal Consiglio comunale, sono stati stanziati i fondi necessari per avviare il piano di abbattimento e di ricostruzione della Cassinis: come mai non si è fatto ancora nulla?
Che cosa impedisce che si proceda?
Si è voluto che il bando prevedesse che abbattimento e
ricostruzione fossero affidati alla stessa impresa, in modo da evitare lunghe interruzioni tra una fase e l’altra.
Questo ha comportato dei ritardi e il bando si è chiuso
solo nel giugno 2015. Tra le offerte presentate dalle
aziende che hanno partecipato alla gara d’appalto ben
tredici sono risultate anomale e quindi devono essere
esaminate dalla commissione tecnica che non ha ancora terminato il suo compito.
Ci chiediamo allora perché si sia avuta tanta
fretta nel farci abbandonare la vecchia sede, cadente ma ospitale, per trasferirci in sedi che non
rispondono alle nostre esigenze. La struttura
non era più in condizioni di sicurezza?
La struttura era sicura ed infatti aveva una certificazione. Il problema principale era quello dell’impianto di riscaldamento che richiedeva continui interventi di manutenzione. Ciò avrebbe richiesto ripetute interruzioni
dell’attività didattica.
Come è intervenuto il Consiglio di Zona per accelerare i lavori?
Il CdZ, anche in collaborazione con il comitato “Una crepa in comune”, che ho contribuito a fondare, non ha mai
smesso di segnalare e richiedere interventi di ristrutturazione e sistemazione. Oltre 10 plessi della zona hanno avuto interventi molto importanti, tutti portati a termine. Resta la sola Cassinis, per la quale l’intervento
non poteva che essere radicale. Il Consiglio di Zona non
ha mai mancato di sollecitare gli adempimenti previsti.
Ora speriamo in un esito positivo.
Noi temiamo che il Comune pensi di adattare
un’altra struttura del quartiere al momento inutilizzata per risparmiare. Che cosa ne pensa?
Impossibile, perché tutte le alternative sono già state
prese in considerazione quando si è dovuta scegliere la
sede provvisoria e nessuna risultava in grado di soddisfare le esigenze dei ragazzi delle medie.
Noi sappiamo che la vecchia scuola, oltre a essere un luogo di ritrovo per bande di ragazzi, è diventata un rifugio per i senzatetto. Questo non
potrebbe rappresentare un ostacolo?
No, infatti più volte la polizia è intervenuta per sgomberare l’edificio. Per evitare che ciò si ripeta troppo spesso, con il rischio che qualcuno si esponga a dei pericoli,
gli accessi sono stati murati.
Tra le tante rinunce una di queste riguarda la
palestra che condividiamo con la scuola elementare. La palestra di via Passerini è piccola e priva dell’attrezzatura necessaria; inoltre i bambini
delle elementari devono sacrificare un’ora di attività motoria per consentire a noi delle medie di
fare lezione. Non si può trovare uno spazio esterno adeguato?
Sono state studiate delle possibilità, come una tensostruttura che però avrebbe dei costi molto elevati, oppure uno spazio all’interno della caserma dei Bersaglieri
di viale Suzzani, ma anche in questo caso bisognerebbe
aspettare la fine dei lavori di ristrutturazione e si spera
che a quell’epoca il problema sia già risolto.
Le prossime elezioni amministrative possono incidere sull’avvio dei lavori?
No, perché in presenza di una delibera con tanto di progetto esecutivo anche un cambio di amministrazione
non può sospendere la realizzazione dei lavori.
Le famiglie, nel frattempo, potrebbero decidere
di iscrivere i propri figli in altre scuole, con il rischio che la Cassinis, col tempo, vada a scomparire. È una preoccupazione infondata?
Mi sembra che, per il momento, non ci sia motivo di allarmarsi. Certamente Niguarda non può perdere un’istituzione che ormai da quasi sessant’anni fa parte del
quartiere, perché sarebbe come se perdesse un pezzo
della propria identità.
Siamo fiduciosi che la nostra scuola verrà ricostruita.
Affinché non trascorra troppo tempo, invitiamo i cittadini a sostenere quello che è un diritto di tutti. (I ragazzi della III D della Cassinis)
Pianell: il teatro di Carlo Ottolini
er il quinto anno, l’attore-regista Carlo Ottolini, ha
lavorato con tutte le classi della scuola Carlo Poerio
di via Pianell per portare in scena, presso la parrocchia
di Pratocentenaro, il 13 e il 14 aprile fiabe di vari Paesi
e persino l’Odissea. Con notevole professionalità e dedizione e con l'aiuto di tutte le insegnanti, questo labora-
P
torio teatrale ha dato vita, in modo corale, a una sorta
di gioco-teatro in cui il tempo che passa è stato il filo conduttore: i dieci anni di Ulisse per tornare ad Itaca e parecchie avventure fantastiche che hanno coinvolto il
pubblico attento e partecipe. Un applauso particolare a
Carlo e a tutti gli allievi. (Beatrice Corà)
Un video su Bertrand Russell dal “suo” liceo
tudendi del Liceo Bertrand
S
Russell, coordinati dalla prof.ssa
Rosamaria Rita Lombardo, hanno
realizzato un video sugli aforismi di
B. Russell. Il video è visibile su
www.youtube.com/watch?v=RJ2P8
SNROFI&feature=youtu.be .
Gli insegnanti e gli studenti ringraziano la Dirigente Laura Gamba
per l'attivo sostegno.
“L’educazione dovrebbe
mirare alla libertà
della mente dei giovani
e non al suo
imprigionamento
in una armatura di dogmi”
(Bertrand Russell)
“La mafia fa schifo”: incontro
con l’ex giudice Gherardo Colombo
iovedì 21 aprile i ragazG
zi delle Scuole Secondarie di primo grado della
Zona 9, che hanno aderito
al Progetto sulla Legalità
“La mafia fa schifo” proposto dall’Associazione Civitas Virtus, hanno incontrato l’ex giudice Gherardo
Colombo, presso l’Auditorium di viale Ca’ Granda.
L’incontro è stato patrocinato dal Consiglio di Zona 9.
Le Scuole partecipanti al Progetto sono la Cassinis,
l’Istituto Bes School, la Gandhi, la Rosa Govone, la
Rodari, la Verga e la Tommaseo.
È stato un momento molto interessante che gli studenti hanno saputo apprezzare. Un dibattito durato due
ore circa, durante il quale Colombo ha saputo tenere alto il livello di attenzione e i ragazzi hanno sfruttato l’occasione per porgergli tante domande. L’ex giudice ha
parlato di Legalità, di Costituzione, di parità di diritti,
di rispetto delle regole, in modo semplice e chiaro con un
linguaggio a portata dei ragazzi. Molti di loro hanno letto i suoi saggi “Sulle regole” e “Le regole raccontate ai
bambini” e “Sei stato tu?”, quindi per alcune domande
hanno preso spunto da questi saggi, ma non solo, poiché
gli hanno porto anche domande riguardanti la sua vita
privata e gli è stato chiesto di esprimersi secondo la sua
opinione personale.
Durante il dibattito si sono
succeduti temi riguardanti
il bullismo, la corruzione,
partendo da esempi quotidiani o spaziando da periodi e scenari politici. Una cosa molto bella su cui Colombo ha fatto riflettere è
stata la considerazione sul
fatto che gli adulti più dei
ragazzi sono abituati a non rispettare le regole, poiché spesso lo fanno senza rendersene conto, per abitudine, mentre i giovani che hanno tanto da imparare, se guidati e consigliati bene riescono a trasgredire molto meno.
Colombo ha spiegato ai ragazzi che, dopo 33 anni di attività, si dimise dalla magistratura nel 2007 per la sua
convinzione che la giustizia si può affermare soltanto se
le persone, i cittadini, vengono formati ed educati alla
cultura delle regole e della giustizia. Il perno del cambiamento, secondo lui, non sono i processi penali, bensì
l'educazione e la rieducazione. E proprio perché la formazione deve cominciare dalle giovani generazioni, il
giudice diventa maestro, insegnante, un insegnante che
non si mette in cattedra, come tiene a sottolineare, e incontra i ragazzi nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori.
Poesiàmoci: il 21 maggio 357 poeti in erba!
l concorso Poesiamoci in Zona 9 è
ISecondarie
dedicato alle Scuole Primarie e
di I grado della zona 9,
ed è presentato dal Centro Culturale della Cooperativa in collaborazione con l’Associazione Amici di “Zona
Nove”. La Commissione giudicatrice del concorso costituita da Luigi Allori (Presidente del Premio), Serena
Siniscalco (Presidente di Giuria), Maria Piera Bremmi
(Responsabile Centro Culturale della Cooperativa),
Ortensia Bugliaro, Sandra Sàita e Antonietta Gattuso,
si è riunita lo scorso 17 aprile per decretare i risultati di
questa quinta edizione.
Le poesie partecipanti quest’anno sono state 357: 132
delle Scuole Primarie (Sez A) e 225 delle Scuole Secondarie di I grado (Sez B). Le classi partecipanti sono state 8: per la Sezione A la Pirelli e la Vittorio Locchi e 21
per la Sezione B la Falcone e Borsellino, l’Istituto Bes
School, la Gandhi, la Maffucci, la Rodari, la Tommaseo
e la Verga. Sono stati conferiti un primo, un secondo e
un terzo posto per ogni sezione più menzioni speciali
della giuria e partecipazioni di merito. Sono stati premiati, in modo proporzionale alla percentuale di partecipazione per ogni sezione, circa il 10% dei partecipanti. Per la Sezione A il primo posto è stato conferito all’alunna Margherita Fabian della classe VB della scuola
di via Passerini, insegnante Laura Reggi; il secondo posto agli alunni della classe VC della scuola di via Da
Bussero, insegnante Giorgio Fabrizi e il terzo a Jacopo
Mantovani della IVB della scuola di via Da Bussero,
insegnante Antonella Di Leonardo. Per la sezione B
il primo posto è stato conferito a Mustafa Elsaeidy
della classe IIIC - Scuola Rodari - Insegnante Silvia
Consonni; il secondo posto ex aequo rispettivamente
a Davide De Cristofaro della classe IIIC - Scuola
Rodari - insegnante Silvia Consonni e ad Alessandro
Du della classe IIID - Scuola Gandhi - insegnante
Ro-berto Cacciatore; il terzo posto ex aequo rispettivamente a Lin An Qi Cristina della classe IIID Scuola Gandhi - insegnante Roberto Cacciatore e
Maria Pia Tremoliti della classe IIIA - Scuola Gandhi - insegnante Rosa D’Alessandro.
I vincitori e i segnalati con merito verranno premiati il 21 maggio durante la cerimonia che si svolgerà
alle 16 presso l’Auditorium “Teresa Sarti Strada” di
viale Ca’ Granda. Quest’anno c’è stata anche la partecipazione straordinaria di alcuni ragazzi del reparto di pediatria dell’Ospedale Niguarda i quali, se anche non abitano in zona, a volte sono costretti a risiedere per lungo tempo in ospedale e quindi in zona 9.
La d.ssa Elisabetta Turano, che li guida nei corsi di
scrittura creativa, ha proposto la partecipazione al
concorso e molti di loro hanno composto delle poesie.
Cinque di queste sono state premiate con una mezione speciale della giuria. Si ringraziano per il sostegno e la partecipazione tutti gli insegnanti che hanno aderito al concorso e il Consiglio di Zona 9 per il
patrocinio concesso anche quest’anno.
Cinema a Scuola: 4 film in lavorazione
l Progetto “Cinema a Scuola”, a cura di Luigi Allori,
ICinema),
in collaborazione con il Mic (Museo Interattivo del
è presentato dal Centro Culturale della
Cooperativa e patrocinato dal Consiglio di Zona 9. È
dedicato alle Scuole Primarie e Secondarie di I grado
della zona e prevede un laboratorio di Educazione
all'Immagine, la cui durata segue l’anno scolastico. I
ragazzi coinvolti quest’anno nella realizzazione dei
film, stanno lavorando seguendo i suggerimenti di
Luigi Allori, che puntualmente incontra i loro insegnanti per suggerire le tecniche da seguire e per fornire delle indicazioni riguardo alle inquadrature e il
montaggio, puntando sui valori e sulle nozioni della
sceneggiatura e dei codici comunicativi del linguaggio.
Le classi interessate sono la IF e la IID della Cassinis,
seguite rispettivamente dalla prof.ssa Giroletti e della
prof.ssa Cirillo, con il prezioso aiuto del prof. Sacco; la
IID della Tommaseo seguita dal prof. Carlucci e la IIC
della Rodari seguita dalla prof.ssa Consonni. Ogni
classe ha deciso autonomamente l’argomento del film.
La IF della Cassinis sta preparando un film che riguarda il Processo di Antigone in veste moderna; la
IID della Cassinis sta girando un giallo che si svolge
in una scuola durante la recita di Romeo e Giulietta;
la IIC della Rodari sta preparando una storia fantasiosa in cui si va indietro nel tempo fino agli anni ’70;
la IIIA della Tommaseo invece sta svolgendo un film
documentario sulla Resistenza.
Apre il Centro del Bambino Maltrattato
a circa 32 anni, la “Cooperativa Sociale Cbm D
Centro del Bambino Maltrattato e della crisi familiare” è attiva a Milano per la presa in carico di situazioni complesse o dal forte impatto emotivo, come quelle di
maltrattamento e/o abuso, o nelle separazioni conflittuali, soprattutto in presenza di bambini o minori.
Attualmente gli uffici sono situati al “Borgo Sostenibile
Figino”, sito a Baggio, e offrono: una comunità educativa per 10 bambini dai 2 ai 13 anni; 4 appartamenti per
nuclei monogenitoriali (o mamme o papà) in forte difficoltà con i loro figli, offerti per 18 mesi; un ampio spazio
per le attività di promozione del benessere per bambini, ragazzi, genitori, coppie e famiglie; uno spazio per la
diagnosi, la terapia, il trattamento dei traumi, servizi
psicologici e psicoterapeutici; attività di sostegno per
madri e genitori in situazione di fragilità, nel pre e post
partum; formazione, consulenza, supervisione diretta
agli operatori di tutto il territorio nazionale.
Non solo! Nell’inverno scorso, è stato aperto in Zona 9
un nuovo centro servizi di Cbm in Viale Jenner 10, fermata metropolitana Maciachini. Per saperne qualcosa
di più, incontriamo Anna Chiesa, responsabile per Cbm
del progetto “Le buone relazioni” e Monica D’Alessio, del
dipartimento di Marketing e Fundraising Cbm.
Qual’è il progetto del Centro del Bambino
Maltrattato aperto in Zona 9?
Stiamo lavorando per offrire terapia familiare e anche
formazione, supportando operatori sociali ed educatori
a riconoscere i problemi di abuso e maltrattamento, e
operiamo per prevenire e intervenire. Ma anche lavorando per ampliare la nostra offerta, coordinandoci con
altri enti e con il Comune. Il Cbm supporta genitori,
bambini e ragazzi in momenti critici della loro vita, partendo dall’idea che le persone non solo incarnino un “bisogno”, ma siano detentori delle risorse per avviare un
percorso di cambiamento volto al raggiungimento di un
maggior benessere. Il modello proposto si basa sulla riemersione, integrazione e supporto delle competenze in
gioco. Aiutiamo i genitori a svolgere il loro ruolo, a mi-
gliorarsi quando ci sono problemi di genitorialità, a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, attraverso
gruppi di confronto, laboratori papà-mamma-bambino,
giornate di approfondimento e offrendo consulenze di
tipo individuale e di coppia. I servizi erogati sono in parte gratuiti e/o a prezzi calmierati.
Come pensate di portare avanti questi progetti?
L'erogazione di fondi da parte degli enti pubblici ultimamente è diminuita, e quindi ora proponiamo progetti mettendo in campo le nostre competenze e creando
reti di persone e aziende, cercando di farci promotori
della cultura del benessere, anche partendo dal confronto con realtà del quartiere e della zona. Da maggio,
grazie al contributo di Fondazione Cariplo, nel centro di
Viale Jenner, partirà il progetto “Le buone relazioni”,
che si avvale di psicoterapeuti, educatori, ed esperti specifici. Il 23 marzo scorso abbiamo, appunto, organizzato
un workshop a Milano, intitolato “Storie di legami”, che
ha avuto un buonissimo successo; è stato un incontro
tra specialisti e istituzioni in cui è stato messo l’accento
sul valore dei legami tra le persone, come elemento costitutivo di sé stessi e del proprio benessere. Da qui parte una nuova sfida: abbiamo lanciato l’idea che anche le
aziende possano farsi carico di percorsi specifici legati al
tema del benessere familiare e della persona, interrogandosi su quanto il welfare oggi, nelle sue politiche,
metta al centro il bambino e i suoi bisogni, in un contesto sociale in continuo cambiamento, dato da crisi economica, processi migratori, ecc…
Cosa vi spinge a lavorare con bimbi e famiglie?
In un bambino maltrattato spesso c’è il bisogno urgente di famiglia e di società, che proteggendolo, affrontino
anche le proprie responsabilità e prendano a cuore il
suo e il nostro futuro. Molti di noi sono stati fortunati:
noi vogliamo restituire anche a questi bambini un’opportunità. (Roberta Coccoli)
Info: cbm-milano.it/ - [email protected] - 02
66201076.
ONA FRANCA
a cura di Sandra Saita
Daniele, Alessandro, Ermanno
a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi
Milan-Juve, la finale infinita
uella di Roma, cari lettori di
Q
“Zona Nove”, sarà la settima
finale tra Juventus e Milan. E visto che - come sapete - amiamo la
Storia del calcio, abbiamo pensato
di raccontarvele tutte. A partire
dalla prima, che si svolse agli albori del football, il 29 aprile del
1906, quando le due squadre si
trovarono di fronte nientepopodimeno che per il (futuro) titolo di
Campione d’Italia. Nel girone finale entrambe avevano totalizzato lo stesso numero di punti perciò, per decidere la vincitrice, si dovette disputare uno spareggio che
si giocò a Torino per la differenza
reti a favore dei bianconeri. La gara terminò 0-0 e per la ripetizione
la Federazione designò come sede “neutra” il campo della Us
Milanese, l’altra grande squadra di Milano (l’Inter non esisteva ancora). La società torinese, però, si oppose all’idea che ci si dovesse incontrare nel capoluogo lombardo e così rinunciò, regalando ai rossoneri di Kilpin il loro secondo “scudetto”.
Era, si diceva, il 1906, l’anno dell’Esposizione Universale. Passò la
Belle Epoque, esplose il primo conflitto mondiale, nacque il fascismo,
bruciò nel nulla il biennio rosso, arrivarono la marcia su Roma, il delitto Matteotti, l’Impero coloniale italiano, le leggi razziali… Ma solo
in piena seconda guerra mondiale, il 21 giugno 1942, la Juve ebbe la
possibilità della rivincita, in occasione della finale di Coppa Italia. La
partita finì in parità dopo i gol di Bellini e del milanista Cappello
all’83°, e così le due squadre furono costrette alla ripetizione, che si
giocò una settimana dopo. Stavolta, il Milan privo di Meazza venne
sotterrato con un netto 4-1 firmato da una tripletta di Lushta e un
rigore di Sentimenti III, intervallati dalla rete dell’1-2 del grande attaccante nonché bandiera rossonera Renato Boffi.
Ben trentuno furono gli anni che si dovettero attendere per la terza
sfida. Primo luglio 1973, Olimpico di Roma: di nuovo finale di Coppa
Italia, di nuovo pareggio dopo i tempi regolamentari a seguito dei gol
di Bettega e Benetti. La ripetizione, ormai, non esisteva più, e di conseguenza dopo i supplementari si tirarono i calci di rigore.
Schnellinger, Benetti, Chiarugi, Biasiolo e Magherini (alzi la mano
chi se lo ricorda…) furono infallibili, mentre Anastasi, Bettega e
Spinosi no. Morale: 6-3 per il Milan che, tuttavia, avrebbe sicuramente barattato quella coppa con lo scudetto regalato ai bianconeri solo due mesi prima, cadendo nella “fatal Verona”.
Shock petrolifero, terrorismo, riflusso. E poi, la (famigerata) “Milano da bere”. In cui si ritrovarono rossoneri e
bianconeri per la doppia finale della Coppa Italia edizione 1990. All’andata, giocata a Torino di febbraio,
finì senza reti. Mentre al ritorno,
il 25 aprile, il Milan di Sacchi cedette alla Juventus di Dino Zoff e
al gol di Galia.
Il successivo “incontro ravvicinato” sarebbe stato il più importante. Il seguente Milan-Juventus,
infatti, avrebbe avuto come platea il mondo intero. Dopo aver eliminato l’Inter, nell’ultimo atto di
Champions i rossoneri si imbatterono proprio negli uomini allenati da Lippi, che avevano sconfitto il Real e il Barcellona. Tre
squadre in semifinale e finalissima tutta italiana: che tempi, per
il nostro calcio!
Come tutti gli appassionati sanno, il mitico “Old Trafford” di
Manchester fu il degno teatro dell’ennesima “singolar tenzone”,
che cadde il 28 maggio 2003 e come al solito fu equilibratissima, tanto da dovere essere decisa da una sequenza di calci di
rigore al cardiopalma: Trezuguet sbagliò il primo, Serginho e
Birindelli insaccarono i loro, quindi Seedorf , Zalayeta, Kaladze
e Montero sprecarono quattro tiri di fila! A quel punto agli undici metri si presentò Nesta, che pur non essendo uno specialista mise a segno il 2-1, subito imitato da Del Piero. Si era all’ultimo penalty, il Milan aveva il match ball e per ben tre volte,
prima di tirare, Schevchenko guardò l’arbitro. Poi, con una calma olimpica, spiazzò Buffon donando al Milan il suo sesto titolo di campione d’Europa.
Dopo questo trionfo, qualunque altra finale tra Milan e Juve
sarebbe stata, inevitabilmente, “minore”. Comunque sia, la
possibilità di rifarsi per la terza volta capitò alla Juventus pochi mesi dopo, il 3 agosto 2003, quando le due squadre si affrontarono al “Giant Stadium” di New York per la Super-coppa Italiana, che già a quei tempi aveva preso le strade del business. Incredibile a dirsi, per la quinta volta su sei (un vero
record!) i canonici novanta minuti non furono sufficienti. E
nemmeno i supplementari perché, al gol di Pirlo su rigore al
105°, ribatté subito Trezeguet. Ancora si rese necessaria la
“lotteria dei rigori” che, dopo due vittorie rossonere, questa
volta premiò la Juventus per colpa di un errore di Brocchi,
l’attuale allenatore milanista.
Dopo sei sfide - che anche se non pare, sono tante: Inter e
Milan, ad esempio, si sono incontrati solo due volte in una
finale - il punteggio è dunque sul 3-3. Riuscirà, la favoritissima Juventus, a passare per la prima volta in
vantaggio? La risposta a sabato 21 maggio, magari dopo gli ennesimi calci di rigore…
icordare oggi Daniele, Alessandro, Ermanno è ritornare alla notte
R
dell’11 maggio 2013 quando Kabobo ha seminato terrore-orrore
per le strade di Niguarda. Sono trascorsi 3 anni ma ogni giorno noi li
rivediamo: Daniele con i giornali che aiuta il padre in via Monterotondo, Alessandro che ama la musica e beve il caffè in p.zza Belloveso,
Ermanno, l’insostituibile volontario samaritano ai giardini di via
Adriatico. Niguarda da quel giorno ha cambiato volto perchè tragedie così efferate restano scolpite dentro di noi. Kabobo oggi è stato
condannato ma ci sono ancora tanti perché! Noi tutti dobbiamo essere vicini ai loro familiari, anche solo con il pensiero, nel silenzio, perché la morte per mano di un altro lascia sempre sgomenti e per i loro cari è un infinito dolore.
Premiata Sandra, la volontaria
Unione Samaritana, associazione di voL’
lontari che operano nei vari centri assistenziali milanesi, ha premiato Sandra Saita per i suoi 30 anni di volontariato presso
l’ospedale di Niguarda. Nella motivazione si
“esprime riconoscenza per senso di appartenenza all’Associazione, fedeltà al servizio,
dedica e attenzione, affetto a malati e anziani”. Sandra ha scritto la seguente “Lettera ai miei fratelli”:
Da 30 anni conservo un quaderno, era il mio primo anno da Samaritana. Nomi, numeri di telefono, date, dove scrivevo di incontri, di momenti (le storie, i sentimenti che mi portavano a loro). Sono trascorsi 30
anni, oggi punto di arrivo, oggi ancora punto di partenza perché ogni
giorno è un giorno nuovo e il mio cuore si apre quando entro in reparto
per il tanto amore che ho per loro. Sì, ringrazio la vita di avermi concesso di arrivare a oggi perché, come la vecchia quercia, si invecchia, ma i
miei ragazzi da 17 a 100 anni sono e saranno sempre dentro nel mio
cuore e, ogni giorno, nelle mie preghiere. In questi ultimi anni ci sono stati gli stranieri, i profughi. Allora si entra in un’altra realtà, la loro vita,
giovani che sono vivi ma hanno visto morire l'amico, le brutture della
vita. A volte non masticano una parola della nostra lingua ma il volontario ha il compito, “missione d'amore”, di arrivare a lui con il linguaggio del tocco della mano, di un sorriso, con gli occhi. Stiamo sempre
aspettando (sono anni) che venga ristrutturato il vecchio padiglione
“Infettivi” in modo che i nostri pazienti possano avere di nuovo un angolo di verde. Non sono la volontaria ma quando nasce l’empatia sono
solo la “Sandra” e loro “Giorgio” e “Giulia”, mai il paziente, ma sempre
l’essere umano in tutta la sua dignità. Ora ricevo un attestato per tutti
questi anni di volontariato trascorsi con loro e sono felice!
a cura di Franco Massaro
Tartarughe, che passione!
ONESTO, LAVORATORE,
DI SINISTRA,
CONSIGLIERE COMUNALE PD USCENTE
Da quando sono stato eletto in Consiglio comunale di Milano nel 2011, ho partecipato
a 382 Consigli comunali (il 96,45% di quelli convocati) e ho presieduto più di duecento
(200) Commissioni Bilancio e Verifica e
Controllo Società partecipate del Comune (di
cui di quest’ultima sono Vicepresidente) dove
sono stati analizzati i bilanci preventivi, consuntivi, gli assestamenti e variazioni di bilancio, nonché le parti relative alle cessioni di
patrimonio. Ho proposto una pluralità di
emendamenti, soprattutto relativi al Bilancio,
e ho infine devoluto parte del compenso da
Consigliere al Partito Democratico.
Credo di aver fatto il mio dovere, con onestà, con passione, con dedizione. Non sono un professionista della politica, ma un appassionato
della politica, avendo sempre continuato a lavorare, per essere sempre libero di dire, fare e votare, nell’interesse della collettività. Se gli
elettori, lo vorranno, sarò felice e grato di poterli rappresentare ancora in Consiglio Comunale.
IN COMUNE: VOTA PD SCRIVI
artarughe! E chi non le ha mai regalate ai propri figli, ai nipotini?
T
La tartaruga è un piccolo animale (quando si acquista!) che i bimbi possono toccare, osservare tenendolo in mano, vederlo muoversi,
nuotare, alimentarsi. È veramente una scuola, specialmente per i bimbi di città, che hanno pochi contatti con la Natura. Ricordiamoci, però,
che questi animali non sono allevati in Italia o in Europa, ma arrivano
da lontano, da altri continenti, hanno altre necessità, altre abitudini.
Ricordiamolo specialmente quando crescono velocemente in casa e cominciano a dare qualche fastidio. Molti genitori se ne liberano gettandoli nei laghetti pubblici, specialmente nei parchi e soprattutto nel nostro amato Parco Nord. Le Trachemys, in modo particolare, la
Trachemys scripta elegans e sue consorelle si cibano di ogni essere vivente che capita in acqua ed è per questo che, tra l’altro, non ci sono più
gli Avannotti, perché loro mangiano anche le uova dei pesci. Un consiglio: regalatene di meno e soprattutto non liberatele nei laghetti.
([email protected] <mailto:[email protected]> )
OO DI
ONA
a cura di Roberta Coccoli
A primavera
arrivano i gattini
iamo in primavera: i fiori sbocS
ciano, gli uccelli migrano e ... i
gattini nascono! Come ogni anno,
in questo periodo si arriva ad un
punto di “esplosione” felina. E
presso l’Associazione Coccobello
Miao & Bao Onlus della nostra
zona stanno arrivando tantissimi
cucciolotti, con richiesta di stallo,
sopratutto dalla Campania e dalla Sicilia. I primi gattini in arrivo hanno un’età fra i 2 e 3 mesi, e
avranno bisogno di un’alimentazione adeguata alla loro età. Si
sottolinea che occorre tenere presente che, come spesso succede, i
cuccioli potranno fare piccoli disastri: farsi le unghie sul divano,
attaccarsi alle tende, giocare con i soprammobili… Verranno dati
in pre-affido a chi ne farà richiesta, con l’accorgimento di mettere
in sicurezza balconi e terrazzi con adeguate reti, e dopo le normali profilassi (vaccino antiparassitario, chip, sverminazione).
Info: [email protected] - 340/4130114.
SANITÀ
Avis Milano e l’ospedale di Niguarda
alla sfida delle donazioni di sangue
Giovanni Poletti
arte un importante progetto di Avis Milano a favore dell’ospedale
di Niguarda: riuscire a renderlo autosufficiente per le necessità di
trasfusione dei propri pazienti ricoverati, aumentando le donazioni di
sangue di ben 5.000 unità rispetto al 2013. Prima di intervistare nel
merito Sergio Casartelli, presidente Onorario dell’Avis Milano, puntualizziamo alcuni dati di fatto:
1. I donatori di sangue periodici hanno la necessità di un continuo ricambio generazionale. Si può iniziare a donare prima dei 60 anni, ma
dai 65 anni in poi, anche se si è in buona salute, il ritmo delle donazioni gradualmente diminuisce.
2. Il sangue necessario per le cure non si riesce a produrlo artificialmente.
3. Giovani e immigrazione presentano criticità nuove rispetto all’aggregazione di nuovi donatori.
Le premesse non sembrano dunque incoraggianti. Proviamo ad analizzarle. Iniziamo con le 5.000 donazioni in
più del 2013: dopo due anni si è arrivati a un incremento
di solo un migliaio, vero?
Purtroppo sì ed è assurdo. I dati della Sanità ci dicono infatti che
per età e salute oltre la metà della popolazione potrebbe donare
sangue. Quindi in Italia oltre 28 milioni! Lo stesso vale per
Milano. Un potenziale enorme di possibili donatori di sangue che
però rimane solo potenziale.
Come giustifica questa difficoltà?
A Milano si donano circa 90.000 unità di sangue e ci si aspetta che ne
arrivino 36.000 dal resto della Lombardia. Non stiamo a raccontarci il
perché. La donazione è un gesto volontario, gratuito e anonimo, ma
troppi pensano che sia un impegno solo per gli altri. E a nessuno viene
il dubbio che potrebbe mancare il sangue nel momento in cui si ricovera un parente o un amico a cui servirebbero trasfusioni. Comodo pensare che qualcun altro si sia preoccupato per lui. Al massimosi pensa a
P
quanto bravi siano quei donatori di sangue, e chissà perché lo fanno…
E se il sangue per le trasfusioni mancasse davvero?
È successo e può succedere. La scena potrebbe essere di persone molto
arrabbiate con il sistema, la Sanità, il Governo e chi più ne ha più ne
metta. A nessuno verrebbe in mente che chi, decidendo liberamente di
non diventare donatore di sangue, non rende possibile al sistema di fare quanto sarebbe in grado di fare.
Quanto è anziana la popolazione dei donatori?
Abbastanza. Ma il dato più preoccupante è che escono dalla donazione
gli ultra 60enni rappresentati da classi di età affollate mentre, dopo i
18 anni, arrivano all’età donazionale classi sempre meno numerose.
Un esempio per tutti: nel 2018 i 60enni saranno circa 15.000 mentre i
18enni solo 11.000, nel 2027 il rapporto sarà di 19.500 a 9.400, ben il
107% in meno. Se non cambia la percentuale di adesione alla donazione sarà durissima nei prossimi anni.
E dal lato delle necessità trasfusionali?
Di positivo migliorano continuamente le tecniche per il risparmio di
unità durante gli interventi, ma l’invecchiamento della popolazione e le
tecniche operatorie consentono di curare e operare anche in età molto
avanzata e qui i consumi di sangue stanno esplodendo. I numeri rendono bene l’idea: nell’ospedale Niguarda nel periodo 2003-2012 si è registrato un incremento del 32% di pazienti trasfusi in età compresa tra
i 61 e i 70 anni, del + 42% tra i 71 e gli 80, addirittura del + 104% tra
gli 81 e i 90 anni e anche del + 20% tra i 91 e i 100 anni.
La ringrazio per essere stato molto chiaro e concreto nelle sue
osservazioni. Ma come possiamo chiudere questa intervista?
Inivitando tutti alla pratica della donazione del sangue senza se e senza ma. Ne va della vita di malati gravi. Di sicuro, se a chiedere la trasfusione fosse un malato che ci guarda negli occhi, nessuno avrebbe il
coraggio di ignorarlo. Anche in presenza di molti impegni e di poco tempo, anche se ha una fottuta paura dell’ago…
Appello a cittadini, Enti e Associazioni di Zona 9 a sostegno
della campagna di donazione del sangue destinato all’Ospedale di Niguarda
ona Nove” è impegnata con “Abc” a sostenere l’Avis in una cam“Z
pagna straordinaria di donazioni di sangue per l’Ospedale di
Niguarda. L’obiettivo è la raccolta di 5.000 sacche di sangue entro la fine del 2017. Possono donare tutte le persone dai 18 a i 60 anni. La situazione sanitaria del Donatore è seguita costantemente e quindi si
può affermare che chi dona è persona sana. Donare sangue è un gesto
volontario, anonimo e gratuito di grande valore morale e civile. Una
donazione può salvare una vita; può essere quella di un familiare, di un
amico. Donare è facile e fa stare bene chi lo fa.
“Zona Nove” e “Abc” fanno appello alla sensibilità di tutti i Cittadini del-
la Zona, agli Enti e Associazioni, a tutte le realtà presenti sul territorio affinché si facciano interpreti e parte attiva nel sostenere questa
campagna straordinaria di donazioni lanciata dall’Avis e dall’Ospedale
di Niguarda
Per informazioni e per avere materiale da distribuire: 3483201676
(Giovanni) o [email protected] (“Zona Nove”) - 3474443975 (Francesco)
o [email protected] (“Abc”) - per informazioni relative alla donazione consultare il volantino appositamente predisposto dall’Avis.
Donare sangue è salvare una vita: un gesto semplice di
grande significato umano
Il progetto Nove+
per i giovani
volte accade che i ragazA
zi non ne vogliano proprio sapere di studiare. Così
capita spesso che scelgano di
lasciare presto la scuola. Ma
l’abbandono scolastico è una
sconfitta non solo per i ragazzi, ma anche un fallimento della scuola e della società.
Forse l’hanno pensata così anche i promotori di un nuovo
progetto di recupero per i ragazzi, soprattutto per quelli che
vivono difficili situazioni familiari, al fine di cercare di evitare che cadano nei circuiti della microcriminalità e dell’emarginazione sociale.
Parte dai quartieri di Isola, Affori, Bovisa, Dergano, Bruzzano, Comasina e Niguarda, il nuovo progetto “Nove+”, che
prende il nome dalla zona di Milano a cui si rivolge, e che
vedrà coinvolti 15 partners: il Comune di Milano, “Altis-Alta
Scuola Impresa e Società” della Cattolica, quattro istituti
scolastici e otto enti non profit della Zona 9, che hanno scelto la “Fondazione Mission Bambini” come capofila per le
competenze nell’ambito della progettazione e della raccolta
fondi. Essa è riuscita a vincere il bando di Fondazione
Cariplo, dedicato al welfare di comunità, che con una dotazione di 950mila euro copre più del 50% del budget del progetto, che è di 1,7 milioni di euro.
Il progetto “Nove+” è stato presentato il 15 aprile presso l’Auditorium Ca’ Granda, alla presenza di Francesco Cappelli (assessore all’Educazione del Comune di Milano), Beatrice Uguccioni (presidente del Consiglio di Zona 9), Giovanni Fosti
(Commissario della Fondazione Cariplo) e Goffredo Modena
(presidente della Fondazione Mission Bambini). È stato spiegato che il progetto Nove+ nasce dal territorio, mettendo in rete scuole, enti non profit, attori economici ed istituzioni.
L’obiettivo comune è quello di produrre un reale cambiamento
del sistema dei servizi educativi in Zona 9, per renderlo più efficace e inclusivo. I destinatari sono 1.500 famiglie con figli minori, 3.500 minori, fra i 6 e i 18 anni, che frequentano 8 istituti scolastici e 200 giovani, fra i 14 e i 23 anni, che saranno inseriti nel sistema lavorativo attraverso attività produttive e
commerciali del territorio.
Il progetto si svilupperà in tre anni, con diversi protagonisti, le
famiglie, le scuole, le imprese, gli enti non profit:
1) le famiglie, che troveranno un nuovo punto di riferimento
nei cinque poli territoriali in via di costituzione;
2) le scuole, dove i docenti verranno formati su nuove tecnologie, didattica inclusiva e didattica per competenze;
3) i giovani e le attività produttive e commerciali del territorio,
con l’avvio di progetti di scuola/bottega per l’ottenimento della
terza media per gli studenti a rischio di abbandono scolastico
e l’avvio di percorsi che favoriscano l’occupazione giovanile;
4) gli enti non profit del territorio, già coinvolti nel progetto in
qualità di partner, per un coinvolgimento ulteriore di aziende
e privati nel trovare nuovi fondi per il progetto;
5) “Altis-Alta Scuola Impresa e Società” dell’Università
Cattolica, che si occuperà della valutazione degli esiti di
progetto. (Roberta Coccoli)
DAL SENATO DELLA REPUBBLICA
Il progetto sul Seveso va avanti, acque più pulite
Franco Mirabelli (senatore della Repubblica del Pd)
n queste settimane si
Irebbe
è diffusa l'idea che safallito il progetto
proposto dall’Autorità di
Bacino per risanare il
Seveso e prevenire le
esondazioni.
In realtà non è così, anzi
quel progetto ha già prodotto risultati importanti sul fronte della ripulitura delle acque e dell’alveo, a dimostrazione
che chi ha cercato di dare l’idea di un intervento
dannoso per l'ambiente sbaglia. Grazie anche al lavoro
del Comune di Milano e dei comitati il tema della pulizia
delle acque è diventato un tema centrale, importante
quanto le vasche. Anzi è la garanzia che la qualità di ciò
che durante le emergenze riempirà le vasche sarà sempre
meno inquinante.
Basta incontrare i responsabili di Italia Sicura, la task
force che per il Governo gestisce i fondi destinati agli interventi di risanamento dl nostro territorio tra cui è ricompreso quello sul Seveso, per avere i dati aggiornati dei
risultati già ottenuti che non sono pochi.
È utile raccontare questi dati per dare evidenza del fatto
che si sta facendo altro, oltre ai lavori che inizieranno
questo mese di maggio per realizzare la vasca di laminazione a Senago, oltre alla pulizia già realizzata dell’alveo
interrato a Milano e alla progettazione in atto di importanti interventi di compensazione (una rete di piste ciclabili nel parco delle Groane che costerà circa un milione e
mezzo di euro e quelli di cui si sta ancora discutendo per
il Parco Nord).
Tra i dati aggiornati a fine marzo c’è un elenco importante di opere completate: prima di tutto la chiusura del depuratore di Varedo che non funzionava e la connessione
che porta tutte le acque al depuratore di Pero (costo otto
milioni e mezzo) garantendone la pulizia. A ciò si aggiunge il completamento di otto importanti reti fognarie che
così vengono collegate interamente ai depuratori senza
più sversamenti nel Seveso (Cinisello, Paderno Dugnano,
Limbiate, Cesano Maderno, Seveso, Meda, Misinto,
Lazzate) e altri interventi di questo tipo che si stanno
completando a Mariano Comense e Carugo. Sono interventi significativi perché hanno già migliorato in maniera consistente la qualità dell’acqua ma anche per le ingenti risorse economiche investite (oltre 6 milioni ).
Sono poi già iniziati i lavori per una serie di altri interventi ambientali: la rinaturalizzazione dell’area che era
occupata dal depuratore di Varedo (costo un milione di euro), la riqualificazione dell’alveo del Seveso nel Parco
Nord (500 mila euro), opere di drenaggio urbano a Cesano
Maderno (600 mila euro) e riqualificazione ambientale a
Lentate sul Seveso (300mila euro). Insomma credo sia
giusto rassicurare i cittadini di Niguarda che chiedono si
ponga fine alle esondazioni, ma anche i tanti che a nord
di Milano vogliono giustamente che il Seveso venga rinaturalizzato e pulito. Il progetto, che tiene insieme questi
aspetti, procede nei tempi stabiliti. Dopo anni di discussioni ora le cose si stanno facendo grazie alla scelta che il
governo ha fatto di investire, creando norme adeguate per
intervenire sul dissesto dei nostri territori, accompagnato, a Milano, da una Amministrazione che ha fatto della
prevenzione delle esondazioni una priorità.
CONSULENZA LEGALE
Tutelarsi in caso di sinistro stradale
Alessia Castellana
ttenere il risarcimento
O
dei danni conseguenti
a un sinistro stradale non
è sempre facile: affidarsi
alla sola Assicurazione
equivale spesso al dilatarsi
dei tempi di gestione di esso, o a un risarcimento inadeguato rispetto a quanto
si potrebbe ottenere avvalendosi di un professionista.
Tra i danni derivanti da sinistro stradale si annoverano le tipiche categorie
dei danni materiali e fisici tra cui, a esempio, le spese riconducibili al sinistro, quelle mediche, di riparazione del veicolo, il fer-
mo tecnico del mezzo ecc. Qualora la parte danneggiata sia
un’impresa individuale, un professionista o una società, la
Compagnia dovrà risarcire i costi sostenuti per supplire all’assenza del danneggiato durante la malattia.
Nel caso di sinistro tra due veicoli identificati, la richiesta di indennizzo dovrà essere rivolta alla propria Compagnia; nelle altre ipotesi (es. sinistro tra tre o più veicoli) a quella del
Responsabile Civile; in caso di veicolo non identificato o assicurato, al Fondo di Garanzia per le Vittime della strada.
L’onere probatorio di tutti i danni, sia materiali sia fisici (micro
e macro permanenti) è in capo al danneggiato.
Più ardua è la prova del danno fisico: è necessario conservare
tutti i referti e le ricevute delle spese mediche sostenute, avendo cura di far indicare il proprio codice fiscale su ciascuna. È poi
necessario, per avviare una trattativa con la Compagnia, sottoporsi a visita medico-legale (di parte) per l’esatta qualificazione
e quantificazione del danno temporaneo e permanente.
Vista la molteplicità degli interessi in gioco, fin dalle prime fasi
è consigliabile affidarsi a un avvocato, in grado di gestire in maniera professionale il sinistro. Di prassi, le spese legali sostenute vengono ristorate dalla Compagnia al momento della definizione stragiudiziale del sinistro.
Nell’ipotesi in cui il danneggiato non sia soddisfatto del risarcimento ottenuto, prima di agire in giudizio, dovrà preliminarmente invitare la Compagnia a stipulare una convenzione di
negoziazione assistita, condizione di procedibilità: si tratta di
uno strumento obbligatorio, atto a prevenire il contenzioso e a
concludere in modo soddisfacente la trattativa.
Lo Studio collabora con periti e medici legali, tra cui consulenti
presso i tribunali lombardi.
Avvocato Alessia Castellana, V.le Premuda 16, Milano,
tel 02.36768630, [email protected].
ODONTOIATRIA
La cura dei denti è salute per tutto il corpo
Nunzio M. Tagliavia
orse non tutti sanno che curare i denti non vuol dire
F
solo preservarli e ottenere un bel sorriso. Vuol dire anche evitare che le malattie legate a essi possano causare
seri danni ad altri organi, tra cui il cuore, lo stomaco, il fegato, i reni e l’intestino, come è ampiamente dimostrato
da studi specialistici decennali.
A tutti questi motivi più noti possiamo aggiungerne un
altro che determina un impatto benefico sullo stato d’animo e sulla salute di una persona: la cura di sé.
Per meglio comprendere questo motivo, un po’ diverso
dalle solite raccomandazioni ripetute dai dentisti, racconteremo il caso di un nostro paziente che si era presentato
in condizioni dentali molto trascurate. Si trattava di un
caso emblematico e di successo, non solo dal punto di vista odontoiatrico.
Come spesso accade, a una situazione orale scadente si
accompagna una trascuratezza generale, che si manifesta
con abitudini alimentari errate (diete scorrette, modalità
e orari di alimentazione non consoni), fumo e scarsa attività fisica. In certi casi anche con un aspetto della persona poco curato.
Il paziente è stato prima motivato su tre fronti: rispettare scrupolosamente le norme igieniche domiciliari, seguire un programma di cure per il ripristino della corretta
funzione masticatoria e dell’aspetto estetico. Infine, il terzo fronte: risolvere un serio problema extraorale, quello
della forte dipendenza dal fumo.
Su questo aspetto ci è stato di grande aiuto il servizio antifumo attivo presso la clinica Humanitas di Rozzano, cui
si può accedere con l’impegnativa del medico di base e telefonando allo 02.8224.2454.
Con l’evolversi delle cure dentali e la constatazione dei
primi risultati funzionali ed estetici, il paziente cominciava a essere più curato esteriormente e sempre più convinto nell’eliminare il vizio del fumo.
Decisione supportata prima di tutto dalla sua forza di volontà, oltre che dalla capacità professionale degli operatori del centro Humanitas.
A distanza di tre mesi dalla fine delle cure, abbiamo trovato un paziente completamente diverso. Curato nell’aspetto, disinvolto, senza più il vizio del fumo e… iscritto
in palestra. E, cosa molto importante, con le terapie den-
tali in ordine e mantenute bene dal paziente.
È da ricordare che abbandonare le sigarette non solo significa conservare più a lungo i propri denti, ma anche diminuire notevolmente il rischio di cancro ai polmoni.
La storia di questo paziente, come di tanti altri che arrivano da noi, ci ricorda come tutti i distretti del nostro corpo “dialoghino” e s’influenzino a vicenda, anche se le loro
funzioni sono molto diverse. E ci dimostra che certe attenzioni verso se stessi, anche se apparentemente frivole,
possono avere una tale importanza da salvare non solo i
denti, ma la vita stessa.
In conclusione, quando si decide di curarsi i denti, con
professionisti in grado di motivarci, è vero che pensiamo
principalmente a risolvere i problemi dentali, ma ci si fa
del bene anche in altro modo e a qualsiasi età.
Dottor Nunzio M. Tagliavia, Medico Chirurgo Odontoiatra, Medicina Estetica del Viso - Via Luigi Mainoni
D’Intignano 17/a, - 20125 Milano - Telefono 026424705,
Cellulare 3921899921 [email protected], www.dentistalowcost.it, www.fillermilano.com.
NATURA E SALUTE
Curare l’intestino per perdere peso
Paola Chilò
è un legame sottile fra psiche, intestino e blocco meC’
tabolico. Un intestino che lavora bene, con una buona eubiosi, favorisce il benessere psichico e viceversa.
Quando il nostro essere quotidiano ristagna nell’energia
del “trattenere”, tale situazione si manifesta sia in ambito esistenziale: evitando di esprimere le emozioni che riteniamo scomode, sia nella sfera prettamente fisiologica :
con stipsi e stasi metabolica.
Rinunciare a dire di no a situazioni che viviamo come imposte, ci riempie di rancori, delusioni e voglia di protestare, con la conseguenza che la nostra “pancia”, cioè il nostro centro vitale, si gonfia e si dilata, trattenendo non so-
lo aria ma anche adipe. L’addome vuole gridare al mondo:
“ci sono anch’io”!
Questa situazione porta inevitabilmente ad uno sbilanciamento dell’equilibrio della flora intestinale, perché la
rabbia non espressa favorisce un cambiamento del Ph
corporeo e la colite bussa alle porte. In più aggiungendo
un’alimentazione non adatta al nostro organismo, si può
arrivare a un problema metabolico. Quando l’intestino è
affaticato o infiammato, l’assorbimento nutrizionale diventa difficoltoso e si può avvertire un senso di fame continuo. Inoltre l’organismo tenderà a non lasciar andare il
grasso per sopperire alle carenze nutritive dovute al mal
assorbimento. Questa situazione deve essere corretta non
solo con una dieta adeguata a ciascun individuo, ma anche con una riorganizzazione delle funzioni intestinali.
Liberare le emozioni, riequilibrare l’intestino con i rimedi
giusti e sapere cosa mangiare può aiutare a sbloccare il
metabolismo e a perdere peso.
Paola Chilò, Naturopata esperta in riequilibrio alimentare con orientamento psicosomatico - Per informazioni o appuntamenti: Tel. 3396055882 - Studio
Naturopatia in Via Terruggia 1, 20162 Milano - e-mail [email protected].
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LUCE SUL QUARTIERE
SUZZANI-BICOCCA
Faccio riferimento all’articolo
pubblicato a pagina 6 del numero di aprile con il titolo
“Finalmente si fa luce sul quartiere Suzzani/Bicocca”. Questo
articolo probabilmente è stato
scritto da chi nulla ha a che fare
con il quartiere. In primis di luce sul quartiere fino ad oggi non
ce n’è ancora e chissà quando
avremo il piacere di averla. Si dice che stanno lavorando alacremente, in realtà stanno eseguendo questo lavoro con il contagocce dalla fine di febbraio.
Ora i lavori sono sospesi in attesa di chissà che cosa. Non illudetevi, e non illudete i vostri lettori. Se questi lavori sono comunque iniziati, sicuramente è dovuto all’impegno che hanno profuso solo ed esclusivamente alcuni consiglieri di stabili, con telefonate e mail ai vari enti.
Simona Fregoni, del CdZ 9, se
ne prende il merito ma qui non
ha mai messo piede. Scrivete
che la A2A ha eliminato l’impianto vecchio e fatiscente e non
è vero niente.
Caiazzo (?) (aprile)
• Gentile signor Caiazzo, leggo le
sue righe e mi chiedo dov’era Lei
durante le decine di sopralluoghi fatti in quel giardino... Il signor Gaetano, Il signor Germano, l’Amministratore Andrea
Scoccimarro e altri inquilini sono sempre stati presenti, anche
durante l’ultimo sopralluogo con
i tecnici di A2A con appuntamento preso da noi del CdZ 9 e
gli uffici centrali dell'assessorato
preposto. Forse non ha letto la
delibera che abbiamo approvato
in CdZ 9 sui problemi da lei evidenziati e forse non è stato avvisato dagli inquilini dei nostri sopralluoghi e forse lei non si è mai
messo in contatto con il CdZ 9,
come invece hanno fato alcuni
abitanti di Via Giolli/Suzzani...
I lavori proseguono (ora sono
bloccati per un accordo con l'amministratrice del condominio
che deve eseguire dei lavori proprio in quel punto e riprenderanno a breve)) e con A2A l’impianto
a breve sarà finito e riavrete la luce. Le menzogne non so chi le ha
raccontate e chi ci ha creduto, io
so solo che da due anni siamo
dietro al vostro impianto e che, faticosamente, siamo riusciti ad ottenere i lavori. Simona Fregoni,
presidente della Commissione
Case Popolari e Demanio del
Consiglio di Zona 9.
I TAPPI DI PLASTICA
ALL’OSPEDALE DI NIGUARDA
Ho letto l’articolo a pag. 6 sul
numero di aprile e vorrei portare il mio contributo in proposito visto che da tempo consegno alternativamente i miei
sacchetti di tappi all’Ospedale
di Niguarda. Esistono due luoghi di consegna: il primo si trova all’esterno della chiesetta
dell’ Ospedale ed è in gestione
della locale parrocchia che li
utilizza per inviare il ricavato
a delle missioni in Africa mentre quello a cui fa riferimento
in modo specifico l’articolo, gestito dall’Ospedale direttamente
per coprire i costi del contratto
della ricercatrice, si trova all’esterno del reparto Ematologia
che è al piano terra del Blocco
Sud. Importante: qualsiasi
tappo di plastica è ben accetto
quindi sia quelli relativi alle
bottiglie d’acqua e bibite ma
anche succhi di frutta, latte,
detersivi, ammorbidenti, dentifrici, caffè e creme!
Laura Bruna Quattrini (aprile)
Al Galvani il Greenjob parte
dai portamozziconi
ono un’alunna del liceo delle scienze applicate Luigi
Galvani. Noi stiamo partecipando al progetto “Greenjob”
della Fondazione Cariplo. Questo progetto consiste nella creazione di una startup ecosostenibile, che migliori un aspetto del
nostro quartiere. Il nostro progetto consiste nel realizzare un
portamozziconi da installare nella zona. Abbiamo già contattato il Comune e abbiamo ricevuto il suo supporto, ma vorremmo chiedervi se fosse possibile pubblicare sul vostro giornale
la nostra idea per poterla pubblicizzare nella zona.
Martina Biella (aprile)
• Senza dubbio. Inviateci il progetto dettagliato della vostra
iniziativa e saremo lieti di pubblicarlo nella nostra pagina
della Scuola. Magari spiegate bene anche che cosa significa
“greenjob” e perché questa mania dell’inglese a tutti i costi.
Non si rischia forse di essere provinciali invece che moderni
a seguire quella che ormai è una moda subita più che una
forma di comunicazione condivisa? LA
S
to che ne è stato aperto uno all’interno del Parco Nord che va ad
aggiungersi a quelli gestiti dalla
Cooperativa Abitare all’interno di
alcune case (ma utilizzabili solo
dai condomini) ma è decisamente
insufficiente per ovvii motivi. Avete qualche notizia? Esistono delle
previsioni certe?
Laura Bruna Quattrini (aprile)
IL MENU SOSTITUTIVO
DI MILANO RISTORAZIONE
A Milano Ristorazione. La mia figlia minore frequenta il nido di
via Palanzone e il figlio maggiore
la materna di via Monterotondo
ed entrambi ci vanno volentieri,
segno che il lavoro svolto dal
personale (sia educativo che di
supporto) è valido. Circa il cibo
ho invece da porre le mie rimostranze, in particolare mi riferisco al menù sostitutivo fornito
da Milano Ristorazione in occasione dell’assemblea sindacale
del 14/03 e dello sciopero del 7/4.
Premetto che rispetto al mio
Isee io pago quasi la quota massima e fortunatamente quest’anno ho avuto la possibilità di
versare in un’unica soluzione
CHE FINE HANNO FATTO
LE CASE DELL’ACQUA?
Da tempo aspetto di avere notizie
sui famosi distributori cittadini di
acqua che stiamo aspettando ormai da anni. So che alcuni sono
già operanti in certe zone di Milano (anche nella parte ovest della zona 9) ma non ne vedo uno che
sia uno nei nostri quartieri della
Bicocca, Ca’ Granda, Niguarda o
Prato Centenaro. Giorni fa ho let-
l’intera quota annua per entrambi i bambini (605,00 € per
il grande e 1.983,60 €per la piccola al netto del 10% di riduzione): un totale di oltre 2500 euro
pagati a novembre. Ritengo
pertanto di poter dire la mia.
Data la cifra versata ritengo
per lo meno degradante se non
offensivo che Milano Ristorazione proponga al nido come
menù sostitutivo un pranzo a
base di omogeneizzati, preparati da voi e sicuramente ottimi
e nutrienti, ma che al palato
non restituiscono la medesima
soddisfazione di un pasto normale e che non credo avranno
mangiato in molti. Fatto sta
che, saputo cosa le avreste propinato, in marzo ho ritirato mia
figlia prima del pranzo mentre
purtroppo ieri ho dovuto lasciarla: risultato, il vostro omogeneizzato è talmente gustoso
che la bambina ha mangiato solo il pane che, bontà vostra, questa volta avete avuto la creanza
di portare al contrario della volta precedente. Quasi duemila
euro per nutrirla solo di pane?!
Potreste obiettare con la scusa
che “durante lo sciopero/assemblea non c'è personale” ma ciò
non corrisponderebbe a verità
in quanto in marzo ai bambini
della scuola materna è stato
fornito il panino col formaggio
(e per loro “mangiare i panini” è
come far festa!) mentre ieri
hanno ricevuto pasta con l’olio:
se è in caso di sciopero/assemblea è possibile fornire un pasto
decente per i grandi perché non
si può fare per i piccoli? Forse
perché è più comodo dare gli
omogeneizzati a tutti i piccoli,
ma se per un bambino sotto
l'anno di età è ancora normale
mangiarli certamente sarà rifiutato dai bambini più grandi.
Per non parlare del fatto che infliggete lo stesso supplizio anche al personale educativo, che
mangia il medesimo cibo dei
bimbi! Ma può un quaranta/cinquantenne ridursi a man-
giare omogeneizzati per la vostra comodità?
Matteo Parisi (aprile)
LE PENSILINE DEL TRAM
IN VIALE FULVIO TESTI
Chiedo gentilmente spiegazioni sulla situazione in cui ormai
da anni si trovano molte fermate del tram 7/31, come quella della foto che vi invio (vedi
sotto). Cosa aspetta l’Atm o chi
per essa a dare una sistemazione definitiva dopo i lavori
che sono stati fatti?
Marco Trezzi (aprile)
L’AURELIO AMICO
ANCHE NOSTRO
La lettura di “Zona Nove” mi regala sempre molte soddisfazioni. Questa volta, in più, mi ha
commosso. Ci tengo, anche a nome di mia madre, a ringraziare
la redazione per lo spazio che ha
voluto dare, pubblicando il messaggio del circolo Rigoldi, al ricordo di mio padre, e per averlo
chiamato nel titolo così confidenzialmente, l’Aurelio, come si
fa per un amico vero. Un abbraccio a tutti voi.
Roberto Iasoni (aprile)
LA STRADINA
DOVE LA METTO?
Faccio seguito alla mia email inerente le panchine di
via Racconigi, perché chi mi
ha risposto non ha capito la
mia richiesta. Mettere delle
panchine lontano da ogni accesso, senza un filo d’ombra e
raggiungibili solo camminando in mezzo all’erba col
pericolo d'inciampare o pestare gli escrementi dei cani
che senso ha? Ecco perché
chiedevo se si può fare una
“stradina” lungo il muro che
parte da viale Suzzani e agevolare chi qualche volta, magari le sere d'estate, vuole
usare quelle panchine.
Marcella Turroni (aprile)
• Gentile signora, stavolta - dopo
che si è spiegata bene - ho capito
anche io. LA
tel. e fax. 02/39662281 – e-mail: [email protected]
Rinaldo Trionfini, l’uomo della cooperativa
Roberto Braghiroli
omenica 17 aprile è mancato Rinaldo
D
Trionfini, storico presidente della Cooperativa edificatrice di Pratocentenaro.
Per molti abitanti dei nostri quartieri era
il volto della Cooperativa. Tanti altri, invece, lo ricordano con il grembiule blu tra gli
scaffali della drogheria del mercato comunale di via Moncalieri. Sono in pochi, in zona, a non conoscere Rinaldo Trionfini, classe 1941, mancato domenica 17 aprile a
causa di un male che non lascia scampo.
Presidente della Cooperativa edificatrice
di Pratocentenaro dal 1976 al 1992, storico componente del direttivo dell'ex sezione
Mandelli del Pci (oggi
circolo Prato-Bicocca
del Partito Democratico) ed ex coordinatore
degli esercenti del mercato comunale di zona,
“persona sempre onesta e corretta”, lo ricorda Luigi Introini, presidente della stessa cooperativa (oggi Cooperativa DueCento) nel decennio dal ‘98 allo ‘08.
Originario del quartie-
re di piazza Carbonari,
in seguito si è trasferito nella nostra zona e
ben presto ha abbracciato l’ideale cooperativo: “L’ho conosciuto negli anni ‘70 - ricorda
Roberto Medolago, consigliere e presidente della
“Casa di Alex”, importante luogo di aggregazione dei nostri quartieri - ed era già impegnato in numerose at-
tività, dall’avvio dei lavori per la costruzione delle torri di viale Fulvio Testi 100 e
110 al progetto del complesso posto nella
stessa via, al civico 210. Dopo la fine del
suo mandato come presidente era uscito
dalla Cooperativa, per poi rientrarvi come
componente del consiglio in seguito alla
fusione con la Sassetti, nel 2008, voluto
dal nuovo presidente, Francesco Tripodi. È
sempre stato una colonna portante dell’associazione culturale “La casa di Alex” e collaborava nella gestione della programmazione: per qualsiasi dubbio o suggerimento, chiedevo a lui”.
Aquilino Bonfanti, l’amico di tante partite
Roberto Camagni
ella massima riservatezza si è spento a
N
Montecatini Terme all’età di 73 anni Aquilino Bonfanti grande protagonista del calcio nazionale negli anni 60-70.
Lino, così continuiamo a chiamarti, abita nella case della cooperativa di via Val di Ledro e a 15 anni
lascia gli studi per lavorare alla Santagostino.
Cresce calcisticamente nella Frassati e conquista il
campionato regionale juniores nel 1959. Si presenta con un fisico mingherlino ma possiede un dribling veloce, un sinistro secco e una grande visione
del gioco, qualità che non sfuggono al Milan che lo
preleva dalla Frassati come in passato fece con
Beltrami, Salvadore e Trapattoni.
Nel Milan avviene la sua affermazione come ala sinistra di grande talento e il gran giorno dell’esordio
a San Siro, avviene nel ’65
nella partita contro la Iuve.
Dopo una breve parentesi al
Lecco caratterizzata da molte reti, nella stagione 67/68
viene comperato dall’Inter di
Herrera. Per Lino si avvera
la grande ambizione di giocare il derby e lo fa da protagonista con un assist decisivo che consente all’Inter di pareggiare 1-1. Ma in
quel periodo l’Inter è in parabola discendente, se ne
va l’allenatore e Lino non partecipa ai clan presenti nello spogliatoio e così preferisce cambiare aria.
Negli anni successivi milita nel Verona e per tre
anni nel Catania dove nel 69/70 contribuisce in mo-
do decisivo a portare la squadra in serie A vincendo anche il titolo di capocannoniere. Il suo impegno prosegue
in varie formazioni della serie cadetta (Catanzaro, Reggina, Pistoiese) e conclude a
37 anni la sua lunga e prestigiosa carriera nel Pontedera.
Qui nasce il suo innamoramento per la civilissima Toscana che lo adotterà
con simpatia e ne preserverà il ricordo.
Lino esprimeva le aspettative di molti ragazzi della periferia milanese che vedevano nel calcio il
grande sogno. Anche lui ha visto il sogno e ha deciso di percorrerlo da solo e sempre con i piedi ben
ancorati alla terra. Poi a carriera conclusa ha
voluto regalare questo sogno ad altri ragazzi
rinunciando a fare l’allenatore professionista.
Penso ci voglia un grande talento e una carica
di coraggio per uscire dal mondo agonistico e
dedicarsi alle realtà sportive di base. Così ha
iniziato a insegnare calcio ai giovani, come
colpire di testa, come driblare, come battere le
punizioni, e mentre insegnava i fondamentali
lavorava sul loro carattere ricordando di non
smarrire i valori dello sport oggi praticamente scomparsi nel mondo professionistico misero e impoverito.
Ciao Lino, giovane compagno di molte partite e di
tante chiacchierate, gli amici di Niguarda ti ricorderanno sempre con tanto, tanto affetto.
"Il 5 giugno per il Municipio 9 vota"
anni 60 ex ferroviere (macchinista)
Elisabetta Fumagalli
Classe 1977, Laureata in
Storia contemporanea,
Consigliere di zona
uscente Vicepresidente mi occupo da 10 anni di
Selezione del Personale
commissione
e Politiche attive del lavoro.
commercio Sostenitore Sono attenta ai temi legati
del commercio di
al mondo del lavoro ed alle
vicinato, della sua
tematiche ad esso
sicurezza e promotore di correlate. Credo che il
iniziative di aggregazione cambiamento e la
trasparenza siano le basi
e commerciali nel
per migliorare il territorio
territorio.
e le sue risorse.
Gabriele Ricciardo
Niguardese di 26 anni, sono il Segretario dei Giovani
Democratici di Zona 9,
la giovanile del Partito.
Confido di risvegliare
l’interesse per la politica, ormai
sopito, nei miei coetanei e
renderli individui attivi e
partecipi del cambiamento
della nostra zona e della
nostra città.
I Giovani ci sono, basta
coinvolgerli ed ascoltarli, pronti
anche loro a costruire la Milano
che verrà. La Loro. La Nostra.
Simona Fregoni
Anni 51 - Professione
Commerciante
- Consigliere di zona uscente
- Presidente Commissione
case popolari e demanio
Dal 2011 il mio
impegno contro il
degrado delle case popolari
con passione e coraggio.
"Il 5 giugno per il Municipio 9 vota"
"Il 5 giugno per il Municipio 9 vota"
Giovanni Faregna
I prossimi 5 anni per
i nostri quartieri.
"Il 5 giugno per il Municipio 9 vota"
NICODOMUS S.I. DI CALLÀ N.
Tel. 0266106087
Fax 0266106486
e-mail: [email protected]
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