Domande e risposte II parte_A cura di Lavinia Feroleto

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DOMANDE DI ESAME RELATIVE ALLA DISPENSA 2
a cura di Lavinia Feroleto
1. Qual è la finalità della contabilità esterna dell’impresa?
La contabilità esterna rappresenta il mezzo di comunicazione dell’impresa verso tutti gli stakeholders
riguardo le risorse di cui è in possesso, la loro composizione, il modo in cui si finanzia, i debiti/crediti, la
capacità di generare reddito ecc.
Lo strumento di cui si avvale è il bilancio, un documento pubblico, consuntivo, obbligatorio per tutte le
imprese, in cui si registrano tutte le transazioni esterne, cioè fra impresa e terzi: è fondamentale che le
informazioni che contiene siano complete e veritiere, in modo da tutelare la trasparenza e le decisioni di
mercato.
2. Qual è la finalità del bilancio?
Il bilancio ha più di una finalità: essendo redatto con uno schema esogeno, consente innanzitutto la
comparabilità fra imprese. Evidenzia, inoltre, se l’impresa è sia in equilibrio reddituale, cioè se dopo aver
sostenuto i costi è in grado di generare degli utili per remunerare creditori e proprietari, sia in equilibrio
patrimoniale-finanziario, cioè se la liquidità generata dalle risorse è in grado di onorare tempo per tempo alle
scadenze. Infine è utile a valutare la solidità patrimoniale, tramite l’analisi della percentuale di capitale
proprio rispetto al capitale raccolto presso debitori.
3. Qual è la differenza fra Stato Patrimoniale e Conto Economico?
Sono entrambi due documenti che fanno parte del bilancio, ma hanno una differenza fondamentale di
metodo: lo Stato Patrimoniale riguarda un concetto di stock, ovvero una fotografia della situazione
dell’impresa in una certa data, quella di chiusura dell’esercizio.
Il Conto Economico riguarda, invece, un concetto di flusso, rappresenta cioè i fenomeni economici che si
sono manifestati in un determinato periodo.
4. Come nasce un’impresa?
Quando si costituisce un’impresa la prima cosa da fare è sottoscrivere e versare, almeno in parte, il capitale
sociale (le cui quantità minime sono stabilite per legge a seconda della tipologia di società che si vuole
costituire). Il capitale sociale va nel passivo di Stato Patrimoniale, perché si tratta di una forma di
finanziamento ed è un credito che i soci hanno nei confronti dell’impresa, anche se, trattandosi di un capitale
“di rischio”, non ha diritti di rendimento certo. L’impresa poi riempie il passivo con altre forme di
finanziamento da terzi, per esempio vendendo obbligazioni.
5. Che cos’è lo Stato Patrimoniale?
Lo Stato Patrimoniale è una sezione del bilancio, in cui viene descritta la situazione patrimoniale
dell’impresa alla data di chiusura dell’esercizio contabile. Si divide in due parti: l’attivo, in cui sono presenti
le risorse di cui dispone l’impresa, ovvero gli impieghi dei finanziamenti, e il passivo, in cui sono presenti le
fonti dei finanziamenti, ovvero i diritti che proprietari e creditori vantano sulle risorse dell’impresa.
Le finalità principali sono quella di documentare se c’è equilibrio finanziario e di presentare il valore
dell’impresa per la proprietà, cioè il valore totale delle risorse in attivo al netto dei diritti dei creditori.
6. Che cos’è il Conto Economico?
Il Conto Economico è una sezione del Bilancio che presenta le transazioni economiche avvenute nell’arco
dell’esercizio contabile fra l’impresa e i soggetti esterni (clienti e altri stakeholders in generale).
Le transazioni vengono presentate in forma scalare, e ciò consente di distinguere le diverse gestioni: il saldo
di una gestione viene sottratto al saldo delle gestioni precedenti fino al raggiungimento del risultato
economico finale dell’impresa, che rappresenta un utile (valore positivo) o una perdita (valore negativo).
7. Che differenza c’è fra imposte e tasse?
Le imposte costituiscono un tributo da parte dei contribuenti, a cui non corrisponde alcun diritto ad una
controprestazione da parte dello Stato o di enti pubblici: vengono riscosse con un meccanismo di autorità e la
loro finalità è destinata alla copertura della spesa pubblica.
Le tariffe sono invece legate all’erogazione di un servizio o di una controprestazione da parte di un ente
pubblico, di cui il contribuente può scegliere di avvalersi o meno.
8. In quali parti è articolato il bilancio d’esercizio dell’impresa?
Il bilancio d’esercizio è costituito innanzitutto da Stato Patrimoniale e Conto Economico, che sono due
schemi che seguono uno modello prefissato.
Per completare in modo più approfondito le voci degli schemi, c’è la Nota Integrativa, un documento che ha
come scopo principale quello di illustrare le scelte contabili adottate e chiarire eventuali punti oscuri,
spiegando in dettaglio le voci inserite nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico, e il Rendiconto
Finanziario (tipico della contabilità anglosassone), che valuta i flussi di cassa e le attività di investimento
dell’impresa.
A integrare i documenti contabili c’è anche la Relazione del Consiglio di Amministrazione, che illustra il
significato delle voci di bilancio e presenta gli eventi straordinari e le prospettive future, la Relazione del
Collegio Sindacale, che analizza e commenta il bilancio, , e infine la Certificazione di Bilancio, effettuata da
società di revisione specializzate, che controlla la veridicità dei dati dichiarati ed è obbligatoria per le società
quotate in Borsa
9. Perché si fa l’aumento di capitale sociale?
È un atto di carattere straordinario che si rende necessario o perché il capitale sociale iniziale è stato eroso
dalle perdite, cioè l’attività economica ha bruciato valore anziché generarlo, o per accompagnare il percorso
di crescita della società.
10. Che cos’è il patrimonio netto?
Il patrimonio netto dell’impresa è il capitale sociale integrato o diminuito dai risultati economici della vita
dell’impresa: rappresenta ciò che rimane residualmente ai soci dopo aver pagato tutti i debiti, ovvero il
valore che l’impresa ha creato.
11. Che cos’è l’attivo circolante?
L’attivo circolante (o capitale circolante) è la parte dell’attivo nello Stato Patrimoniale non immobilizzata e
che ha nella mobilità la sua caratteristica fondamentale: rappresenta risorse a breve termine che genereranno
reddito o potranno essere liquidate entro i 12 mesi che seguono la data di chiusura dell’esercizio.
Nell’attivo circolante sono comprese le rimanenze, i crediti , le attività finanziarie non immobilizzate e le
disponibilità liquide.
12. Con quali risorse l’impresa può e deve finanziare degli impieghi a lunga scadenza?
Gli impieghi a lunga scadenza, come ad esempio le immobilizzazioni, sono finanziati con fonti a lunga
scadenza, cioè debiti che non devono essere onorati nel breve periodo, come ad esempio il patrimonio netto e
i debiti, nella misura in cui sono a lungo termine.
A tal fine poteva inoltre essere utilizzato il TFR (prima della riforma in cui la gestione del fondo è stata
affidata all’Inps).
13. Con quale modalità sono espressi i valori dello Stato Patrimoniale?
Le grandezze utilizzate nello Stato Patrimoniale sono espresse in valore monetario: in alcuni casi la
misurazione è semplice, ma quando si tratta di dover stimare il valore monetario di alcune risorse (come ad
esempio un edificio, un computer, ecc.) è necessario affidarsi a principi contabili per effettuare valutazioni,
che permettono di esprimere un valore monetario veritiero, evitando modalità di stima discrezionali.
14. Cosa vuol dire vita utile di un asset patrimoniale?
Si tratta del periodo di tempo in cui, convenzionalmente, sulla base di un uso regolare e una regolare
manutenzione, l’asset è utile alla produzione economica dell’impresa. Tiene conto del ciclo di vita “tipico”
del prodotto e di eventuale obsolescenza, e ogni anno l’attendibilità della stima deve essere verificata in
occasione della redazione del Bilancio, valutando oltre al valore di uso del bene, il valore di vendita.
15. Che cosa sono i crediti verso i soci per versamenti ancora dovuti?
Rappresentano la differenza fra il capitale sociale che i soci si sono impegnati a versare all’atto della
sottoscrizione e quello effettivamente versato.
16. Che cosa si intende per investimento a lungo termine?
Si intendono risorse che genereranno credito o potranno essere liquidate in periodi successivi ai 12 mesi che
seguono la chiusura del bilancio di esercizio. Si dividono in tre categorie: immobilizzazioni materiali,
immateriali e finanziarie.
17. Che cosa sono i ratei e i risconti attivi?
I ratei e risconti attivi sono operazioni effettuate a fine esercizio per applicare il principio di competenza a
costi/entrate i cui effetti si manifestano nel corso di più esercizi.
Nello specifico, i risconti attivi rappresentano uscite di cassa avvenute anticipatamente rispetto a costi futuri
(costi di competenza di esercizi successivi), mentre i ratei attivi rappresentano entrate di cassa che
avverranno posticipatamente rispetto a ricavi correnti (proventi esigibili in esercizi successivi).
18. Che cos’è l’ammortamento?
È un procedimento contabile con il quale un costo pluriennale viene ripartito fra gli esercizi di vita utile del
bene, seguendo il principio di competenza economica: viene quindi calcolata una quota di costo annuale, che
tiene conto del fatto che l’immobilizzazione genera reddito annualmente nel corso della sua vita utile.
L’ammortamento da una parte tiene conto del valore economico del servizio reso dalla risorsa alla
produzione e dall’altra rende evidente il depauperamento del bene, cioè la progressiva perdita di valore
dovuta all’uso. Si tratta di un valore convenzionale, che può essere soggetto a rettifica.
L’ammortamento non comportando alcun esborso monetario è, quindi, un costo non cash, ma rappresenta un
vero e proprio costo di produzione per l’azienda.
19. Qual è il significato economico dell’ammortamento?
Da una parte l’ammortamento tiene conto del legame fra costi e ricavi per il principio di competenza
economica, rapportando il valore di uso dei beni al periodo in cui producono un ricavo; dall’altra permette di
avere un valore delle immobilizzazioni realistico, che tiene conto appunto del fatto che gli asset patrimoniali
si depauperano.
Si ha un terzo significato economico: l’ammortamento, figurando come costo, ma non comportando alcun
esborso di cassa, crea una disponibilità che “resta in circolazione” nell’impresa, che sarà utilizzata quando si
renderà necessario rinnovare il bene negli esercizi futuri, ristrutturandolo o comprandone uno nuovo.
20. Quali sono, nello Stato Patrimoniale passivo, le risorse che consentono di avere disponibilità liquide
di finanziamento?
Trattandosi di passivo di Stato Patrimoniale, e quindi, per definizione, delle fonti di finanziamento, la
risposta più banale sarebbe “tutte”. Generalmente è così, ma esistono anche fonti di finanziamento “in
natura” che, avendo un valore solo potenziale finché non vengono liquidate, limitano gli impieghi plausibili.
21. Quali sono le tipologie di riserve e quali sono le loro finalità?
Le tipologie di riserve che costituiscono parte del patrimonio netto sono tre: le riserve per sovrapprezzo
azioni, legate agli aumenti di capitale sociale e dovute ad emissione di nuove azioni a prezzo superiore del
valore nominale; le riserve di rivalutazione, derivate dalla rivalutazione delle immobilizzazioni sia durante
che alla fine della loro vita utile; le riserve stabilite per legge o per statuto.
Le finalità sono due: da una parte esigenze di carattere prudenziale, dall’altra la patrimonializzazione, cioè le
potenziali garanzie verso creditori e soci, essendo parte del patrimonio netto e quindi esigibili dai creditori.
22. Come si misura il valore di un’azione di una società?
Per trovare il valore nominale (iniziale) di un’azione, bisogna guardare nello Statuto Sociale. Per calcolare
un valore più attuale, bisogna guardare il valore del patrimonio netto (all’ultima misurazione utile) e
dividerlo per il numero di azioni disponibili della società, ottenendo il valore di libro dell’azione.
Esiste infine un terzo valore, che è il valore di mercato, che va invece rilevato dalle quotazioni in Borsa.
Valore di libro (book value) e valore di mercato (market value) possono essere diversi.
23. Da cosa dipende la diversità fra valore di libro e quotazione di mercato di un’azione?
Il valore di libro di un’azione è un valore contabile, e in quanto tale non sempre è aggiornato (è relativo
all’ultimo bilancio utile): c’è, quindi, uno scostamento temporale rispetto ai valori delle quotazioni in Borsa,
che sono aggiornati giornalmente.
Dal momento in cui il bilancio viene approvato, c’è un’evoluzione della gestione e il valore di mercato
rispecchia le aspettative che gli investitori hanno su ciò che sta per accadere. Nel medio-lungo periodo i due
valori tendono a coincidere, in caso contrario il mercato sta scontando perdite già avvenute/che avverranno o
speranze/aspettative di crescita.
24. Cosa vuol dire capitalizzazione di borsa?
Rappresenta il benchmark del patrimonio netto dell’impresa: si ottiene moltiplicando il valore della
quotazione della singola azione in Borsa per il numero di azioni. È importante notare che generalmente solo
un piccolo quantitativo di azioni rispetto a quelle disponibili è effettivamente scambiato in Borsa. Solo poche
azioni, cioè, determinano il prezzo di mercato. La capitalizzazione tende ad essere associata al grado di
liquidità del titolo.
25. Quali sono le gestioni dell’impresa?
Le gestioni sono il risultato parziale evidenziato dalla rappresentazione in forma scalare del Conto
Economico e sono di due tipi. Le gestioni caratteristiche rappresentano l’insieme delle attività funzionali al
business dell’azienda, e si suddividono in gestione operativa (valori e costi della produzione) e gestione
finanziaria (oneri e proventi finanziari). Le gestioni non caratteristiche rappresentano l’insieme delle attività
che dipendono da fattori esogeni, variabili nel tempo e in base al Paese, indipendenti dalle decisioni
dell’impresa, e si suddividono in gestione straordinaria (oneri e proventi una tantum e imprevedibili) e
gestione fiscale (imposte).
26. Che cosa vuol dire e come si applica il principio di competenza economica nel Bilancio di
un’impresa?
Il principio di competenza economica è il criterio secondo il quale ricavi e costi vanno iscritti nel Conto
Economico dell’esercizio in cui vengono maturati, e non in quello in cui avviene la relativa manifestazione
finanziaria.
Per quanto riguarda ricavi/proventi, la registrazione avviene quando la risorsa diventa di un soggetto terzo (o
il servizio erogato è completato), ovvero quando si sono prodotti i relativi costi.
Per quanto riguarda costi/oneri, vanno registrati nell’esercizio in cui la risorsa produce un ricavo, cioè
quando il processo produttivo in cui vengono impiegati i fattori produttivi permette di produrre un ricavo. Ad
esempio, per le scorte, si registra il costo di materiali acquistati in esercizi precedenti nell’esercizio in cui
producono ricavi.
27. Qual è il criterio determinante per l’applicazione del principio di competenza economica?
Sono applicati allo stesso esercizio costi e ricavi relativi, ovvero a ciascun esercizio vanno imputati costi che
hanno consentito la produzione di ricavi, indipendentemente dagli esborsi di natura monetaria.
28. Quali sono le principali fonti di autofinanziamento dell’impresa derivanti dal Conto Economico?
Con autofinanziamento si intende la capacità dell’impresa di far fronte al fabbisogno finanziario senza
ricorrere a capitale di terzi, ma usando il risultato della gestione stessa dell’azienda.
La più importante fonte è determinata dagli utili non distribuiti, reinvestiti nell’impresa, seguiti dai fondi e
infine dagli ammortamenti, che per la loro natura di costi non cash creano una disponibilità liquida a
disposizione dell’impresa..
L’indipendenza economica è un fattore rilevante da valutare in bilancio: la capacità di produrre
autofinanziamento permette all’impresa di avere la liquidità necessaria per onorare le proprie obbligazioni,
per una crescita endogena.