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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venerdì 22 Aprile 2016
Definito come Mussolinis unwilliger Vollstrecker, il recalcitrante esecutore del Duce
Piacentini celebrato in Germania
È il Moderner Städtebau, il moderno urbanista italiano
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
Q
uand’ero adolescente,
la guerra e il fascismo
mi sembravano sepolti in un’epoca lontana, com’era naturale. Ma
abitavo all’Eur, il quartiere
che avrebbe dovuto ospitare
l’Esposizione universale per
esaltare il regime fascista,
e poi andai all’università,
alla Sapienza. Casa mia era
all’ombra dei palazzi classicheggianti dell’architetto
Marcello Piacentini, che
aveva anche edificato l’ateneo, allora l’unico di Roma,
capace di ospitare 10 mila
studenti, e noi eravamo già
il triplo, se non di più.
Vivevo e crescevo in
un’atmosfera fascista, o
meglio su un palcoscenico
di marmo ideato da Piacentini, «Mussolinis unwilliger
Vollstrecker», il recalcitrante esecutore del Duce, come
suggerisce il titolo della
Frankfurt Allgemeine per la
recensione del libro di Christine Beese, appena uscito
metropoli nazista.
m
E in periferia, i
turisti possono amtu
mirare un cilindro
m
misterioso di oltre 12
m
mila tonnellate di cem
mento, che, per anni,
m
non si riusciva a capiMussolini aveva
n
Piacentini e Adolf
re a che cosa sarebbe
dovuto servire. Fin
Hitler aveva Albert
d
quando non furono
Speer. Quest’ultimo
q
trovati i piani di Speer,
lo intervistai un paio di
tr
der Teufels Architekt,
volte nella sua villa di
d
l’architetto del diaHeidelberg, quand’era
l’
volo. Con il cilindro
appena stato scarcev
voleva saggiare la rerato dopo vent’anni
v
trascorsi nel carcere di
ssistenza del terreno
acquitrinoso della citSpandau, e aveva puba
blicato le sue memottà che avrebbe dovurie. «Non avevo ancora
tto sopportare il peso
dell’immane arco di
trent’anni, mi disse, e
d
Hitler mi consentì di
ttrionfo da erigere per
Adolf. Quando Speer
realizzare tutti i miei
A
mostrò i suoi progetprogetti, i miei sogni.
m
Come Faust cedetti
tti al padre, pure lui
architetto, si sentì
alla tentazione di Mefia
dire: «Voi siete tutti
stofele». Avrebbe dovud
La copertina del volume
matti».
to spianare Berlino, che
di Christine Beese, «Marcello
Piacentini era più
il Führer non amava,
Piacentini, Moderner Städtebau
realista, fascista
e creare la gigantesca
in
Italien»
appena
uscito
in
Germania
certamente, ma con
Germania, capitale del
Reich millenario. Non fece tuale lungoviale 17 Juni che qualche dubbio, soprattutto
in tempo, di lui è rimasto sarebbe dovuto diventare estetico. Quando il Duce visipoco o niente. A Berlino l’at- l’asse principale della nuova tò Berlino nel 1937 si entusiadalla Reimer Verlag:
«Marcello Piacentini,
Moderner Städtebau
in Italien» (624 pag.;
250 illustrazioni; 77
euro).
smò per le idee urbanistiche
e architettoniche di Speer, e
ordinò a Piacentini di fare altrettanto. L’architetto italiano
era un ammiratore dell’architettura tedesca e della Wiener
Secession, ma non condivideva la grandiosità di Speer.
Benito non fu entusiasta dei
piani di Piacentini, e per il
suo Foro littorio che partendo
dalla stazione Termini avrebbe dovuto passare attraverso
Roma finì per favorire il rivale Antonio Munoz.
Lo stile di Piacentini era
quello dell’epoca, come si può
osservare da Washington a
Mosca. Le sue idee urbanistiche non sono rivoluzionarie,
giudica l’autrice, e non fu lui
a sventrare il cuore di Roma
distruggendo case secolari
per aprire la via dell’Impero
da Piazza Venezia a Roma.
Se l’Ostia che lui sviluppò
per «portare Roma sul mare»
oggi non è un quartiere ideale non è colpa sua. Quelli che
vennero dopo di lui, dai miei
Anni Cinquanta a oggi, sono
stati peggiori.
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PER GLI EUROPEI SONO STATE ORGANIZZATE MOSTRE SUL CALCIO NELLE DIECI CITTÀ DOVE SI GIOCANO LE PARTITE
La Francia lancia la sfida: vuole portare i tifosi nei musei
DI
gio, un idolo dei tifosi, uno che ha
160 mila follower sul suo account
Twitter. Successo assicurato.
CAMILLO ADINOLFI
D
a quella signora coltissima
che è, studi all’Ena, il vivaio della classe dirigente
francese, appassionata di
libri e di cinema, la neoministra
della cultura, Audrey Azouley,
non poteva lasciarsi scappare un
grande evento popolare come i
campionati europei di calcio per
raccontare la Francia, il suo spirito, la sua cultura, le sue tradizioni
ai 2 milioni di tifosi che, secondo le
stime, arriveranno a partire dal 10
giugno prossimo nelle dieci città
dove si giocheranno le partite, da
Parigi a Marsiglia, da Nizza a Tolosa, da Saint-Etienne a Bordeaux.
Così ha inviato subito una
circolare a tutti i direttori dei
musei e ai funzionari ministeriali
delle dieci città che ospiteranno
i campionati per dire che «cette
coupe ne doit pas seulement être
sportive, elle doit être une fête dans
tout le pays», la coppa non è solo un
evento sportivo, ma un’occasione di
festa per tutto il paese. E per essere ancora più chiara ha aggiunto:
«Nous devrons ouvrir une fenêtre
de culture populaire», dobbiamo
aprire come una finestra di cultura popolare approfittando della
coppa. Perché il calcio, continua a
ripetere in questi giorni la ministra ai suoi compassati funzionari
parigini, è uno straordinario fenomeno di cultura popolare.
Detto, fatto. Nei musei e negli
spazi pubblici delle dieci città
ospitanti, i tifosi, gli sportivi, gli
Audrey Azouley, ministro della cultura
appassionati, i semplici turisti che
hanno deciso di visitare la Francia
in occasione degli Europei, troveranno (da giugno fino a ottobre,
ben dopo la fine del campionato)
un menù ricchissimo di eventi, di
mostre, di esposizioni.
me massa di materiale che farà
felici gli sportivi: vecchie maglie,
biglietti dello stadio, giornali,
sciarpe, bandiere per la mostra
«Mémoires Sang&Or» (dal nome
della squadra).
Il direttore del museo di sto«Sarà una bella sfida porta- ria cittadina di Lione, Xavier de
re i tifosi nei musei» dichiara la Selle, non essendo très foot, non
entusiasta William Nuytens, so- avendo insomma una vera passione
ciologo dell’università di Artois e per il calcio (dichiarazione che forse
curatore della mostra sulla storia gli costerebbe la carriera in Italia),
della squadra di calcio di Lens, ex ha reclutato il corrispondente locacittà mineraria del distretto carbo- le del quotidiano sportivo L’Equipe
nifero di Pas-de-Calais, nel Nord per organizzare una mostra sulla
della Francia, che si è reinventata storia mondiale del calcio dal titocome città turistica grazie a uno lo invitante «Divinement foot!» che
straordinario museo tutto a vetri, «attirerà migliaia di visitatori» si
battezzato, beneagurante, Louvre- dice sicuro il direttore del museo.
Lens. Qui il nostro sociologo con E sapete perché? Perché il giornalista sportivo che
la collaborazione
l’ha organizzata,
degli appassionati
Le pagine di Esteri
Vincent Duluc, è
di storia locale ha
sono a cura di Sabina Rodi
un vero personagraccolto una enor-
Anche Nizza punta sulla
storia del calcio con una mostra
dal titolo «Goal! Rendez-vous européen» al museo nazionale dello
sport: una raccolta di cimeli sportivi di tutte le squadre delle città
che ospitano gli Europei 2016, dal
Paris-Saint Germain all’Olympique di Marsiglia ai Girondins di
Bordeaux…). Andando avanti, ecco
Bordeaux con la mostra «Foot-ball,
à la limite du hors-jeu» al musée
d’Aquitaine; ecco Marsiglia con
un’altra mostra tutta dedicata al
«Football social club», una vera
chicca dell’antropologia calcistica
al MuCem, il nuovo straordinario
museo della civiltà mediterranea
aperto due anni fa quando la capitale della Provenza era la capitale
mondiale della cultura. Parigi, infine, conclude con «Foot Foraine», il
calcio come grande fiera di paese al
parco della Villette.
Ma l’evento le plus drole, il più
curioso e divertente, l’ha organizzato la città di Tolosa: un grande studio fotografi co dove i tifosi
potranno farsi fotografare nella
stessa posa della Dame Tholose,
la statua di bronzo del XVI secolo
simbolo della città e che, in occasione di questi Europei francesi, è
stata riprodotta su un piedistallo
a forma di pallone. Alla ministra
Azouley la statuetta rinascimentale in versione calcistica piacerà: un
bell’esempio di scultura pop.
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