Transcript scaricare qui la presentazione dell`Ing. Enrico Scoffone

REFERENDUM “TRIVELLE”
del 17 aprile 2016
Cosa sapere per un voto consapevole
Sala Consiliare del Comune di Cadoneghe
12 aprile 2016 ore 20.30
Martedì 12 aprile 2016
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Chi siamo
• Lista Civica nata per presentarsi alle elezioni
amministrative del 2014 per il rinnovo del Sindaco e
del Consiglio Comunale di Cadoneghe
• Formata da un gruppo di cittadini attivi dalle diverse
esperienze e provenienze e slegati dalle logiche di
partito
• In coalizione con il PD, fa parte della maggioranza
con un Consigliere e partecipa all’Amministrazione
del Comune con un Assessore
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Quando e come si vota
• Si vota solo domenica 17 aprile 2016
presso il proprio seggio di riferimento
• Seggi aperti dalle ore 7,00 alle ore
23,00
• Servono Tessera elettorale e
documento di identità
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Cosa si vota: referendum abrogativo
Strumento previsto dall’art.75 della
Costituzione
per
assicurare
la
partecipazione diretta dei cittadini alla vita
democratica del Paese
“Art. 75 - E` indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale
o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo
richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
…… omissis ….
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla
votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la
maggioranza dei voti validamente espressi.”
Prima di arrivare al voto vero e proprio i quesiti devono passare una serie di controlli tecnici
e devono essere dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale
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Il referendum “Trivelle”
Per la prima volta nella storia del Paese, il referendum
è stato proposto da dieci Consigli regionali
I Consigli Regionali promotori erano:
Abruzzo, Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto,
Calabria, Liguria, Campania e Molise
L’Abruzzo si è poi ritirato
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Il referendum “Trivelle”
I quesiti referendari erano inizialmente sei, di cui
cinque elaborati in risposta a precedenti decreti
legislativi (soprattutto lo “Sblocca Italia” DL n°133 del
12.09.2014) che prevedevano la possibilità di
escludere le Regioni dai processi decisionali
autorizzativi in materia di estrazione di idrocarburi
(Stato che si attribuiva poteri sottraendoli alle Regioni)
Il 27 novembre 2015 la Corte di Cassazione ha
ritenuto legittimi tutti e sei i quesiti
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Il referendum “Trivelle”
Nella Legge di Stabilità 2016 (n°208 del 28.12.2015) il Governo è
intervenuto con una serie di modifiche sugli stessi temi che riguardavano i
6 quesiti ammessi.
La Cassazione ha quindi dovuto riesaminare i 6 quesiti referendari e l’8
gennaio 2016 ha deciso che le specifiche modifiche introdotte dalla legge
di Stabilità ne assorbissero i cinque relativi alle attribuzioni alle Regioni.
La Cassazione ha però ritenuto che le modifiche della Legge di Stabilità
non avessero recepito completamente la richiesta referendaria relativa al
sesto quesito dichiarando che continuava a mantenere i requisiti di
ammissibilità.
La Cassazione lo ha quindi rinviato alla Corte Costituzionale che il 19
gennaio 2016 lo ha dichiarato ammissibile.
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Il referendum “Trivelle”
La Legge di Stabilità 2016, entrata in vigore il 1 gennaio 2016,
ha eliminato le modifiche introdotte dal decreto “Sblocca Italia”
restituendo alle Regioni ed agli Enti Locali il fondamentale ruolo di soggetti
decisori nell’iter autorizzativo di nuove concessioni legate all’estrazione di
idrocarburi
ha confermato il divieto di ricerca, prospezione e coltivazione di
idrocarburi liquidi e gassosi entro 12 miglia dalle linee di costa lungo
l'intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle aree
marine e costiere protette eliminando alcune norme che consentivano una
serie di deroghe a tale divieto;
ha stabilito che nel raggio delle 12 miglia le concessioni già rilasciate siano
prorogate per la durata della vita utile del giacimento, nel rispetto degli
standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale
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Il quesito ammesso
Il testo del quesito è il seguente:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come
sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la
durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza
e di salvaguardia ambientale”?»
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Il quesito ammesso
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Cosa riguarda il referendum
LA CONCESSIONE
In Italia, i giacimenti di
idrocarburi
sono
patrimonio
indisponibile dello Stato
Lo Stato però non si impegna
direttamente nella ricerca e nel
loro sfruttamento, che lascia in
concessione ad imprese private
La
concessione
(titolo
minerario) è rilasciata per una
specifica superficie dopo un
complesso iter autorizzativo
Il concessionario è soggetto al
rispetto dei programmi di lavoro,
al
pagamento
di
canoni
proporzionati
alla
superficie
coperta dai titoli minerari e al
pagamento
di
royalties,
proporzionate alle quantità di
idrocarburi prodotte
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Cosa riguarda il referendum
LE CONCESSIONI DI COLTIVAZIONE DI IDROCARBURI (ESTRAZIONE) SI DIVIDONO IN:
Concessioni di Coltivazione in terraferma
Concessioni di Coltivazione nel sottofondo marino
LA DURATA
Prima della modifica della Legge di Stabilità 2016 e a seguito del Decreto Sblocca Italia:
tutti i titoli autorizzativi già rilasciati per Concessioni nelle aree entro le 12 miglia e tutte le
Concessioni per estrazione (“coltivazione”) erano rilasciate per una durata di 20 anni con
possibilità di più proroghe di 10 anni, da richiedere prima della scadenza
tutte le Concessioni per ricerca e prospezione erano rilasciate per una durata di 6 anni con
possibilità di proroghe di 3+3 anni, da richiedere prima della scadenza
Dopo della modifica della Legge di Stabilità 2016:
tutti i titoli autorizzativi già rilasciati per Concessioni nelle aree entro le 12 miglia sono
mantenuti fino alla durata di vita utile del giacimento (art. 1 comma 239)
tutte le nuove Concessioni per estrazione (“coltivazione”) sono rilasciate per una durata di 30
anni senza possibilità di proroghe (art. 1 comma 240)
tutte le nuove Concessioni per ricerca e prospezione sono rilasciate per una durata di 6 anni
senza possibilità di proroghe (art.1 comma 240)
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Cosa riguarda il referendum
Il quesito attiene solo ed esclusivamente alla
durata delle concessioni nel sottofondo marino in
essere nel raggio delle 12 miglia nautiche (22,2 Km)
dalla costa o dal perimetro di aree protette
Non riguarda le concessioni in terraferma o nel
sottofondo marino oltre le 12 miglia
Ciascuna concessione normalmente può
prevedere più piattaforme
Ciascuna piattaforma può prevedere più pozzi
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Cosa riguarda il referendum
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Cosa riguarda il
referendum
44 Concessioni totalmente o
prevalentemente (>75%) entro il
limite (31 produttive e 13 non
produttive)
25 Concessioni oltre il limite
(18 produttive e 7 non
produttive)
TOTALE
69 Concessioni nel sottofondo
marino (49 produttive e 20 non
produttive)
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(fonte: MISE 2016)
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La produzione
Due categorie di concessioni nel sottofondo marino (fonte MISE 2016):
Le concessioni oltre le 12 miglia, che non saranno toccate dal referendum: corrispondono a 43
piattaforme, di cui 31 eroganti (29 gas e 2 petrolio), 9 non eroganti e 3 di supporto
Nel 2015 hanno prodotto 2,694 miliardi di metri cubi di gas, circa il 39,2% della produzione
nazionale (il 4,4% dei consumi 2014) ed hanno prodotto 207.804 tonnellate di petrolio, circa il 3,8%
della produzione nazionale (0,35% dei consumi 2014)
Le concessioni entro le 12 miglia, che saranno oggetto del referendum: corrispondono a 92
piattaforme, di cui 48 eroganti (39 gas e 9 petrolio), 31 non eroganti, 8 non operative e 5 di
supporto
Nel 2015 hanno prodotto 1,832 miliardi di metri cubi di gas, circa il 26,6% della produzione
nazionale (il 3% dei consumi 2014) ed hanno prodotto 542.881 tonnellate di petrolio, circa il 9,1%
della produzione nazionale (0,95% dei consumi 2014)
Queste concessioni, nel caso vincano i “si” al referendum, non potranno essere prorogate, anche
se 39 piattaforme per le quali era stata presentata istanza di proroga con la vecchia normativa
potranno usufruire di un’ulteriore proroga
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PIATTAFORME TOTALI: 92
Piattaforme eroganti : 48
Piattaforme non eroganti: 31
Piattaforme non operative: 8
Piattaforme di supporto: 5
(fonte: MISE 2016)
CONSUMO GAS NAZIONALE
3%
Consumi
2014
Copertura
con
produzione
2015
CONSUMO PETROLIO NAZIONALE
0.95%
Consumi
2014
Copertura
con
produzione
2015
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Le royalties: compenso allo Stato
proprietario del bene
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Le royalties
Chi ha versato le royalties
nel 2015 [€]
Chi ha ricevuto le royalties
nel 2015 [€]
Royalties corrisposte da tutti i produttori (terra e sottomarino) per il 2015: 352 milioni di €
Royalties corrisposte dai produttori da piattaforme entro le 12 miglia per il 2015: 38 milioni di €
(fonte: MISE 2016)
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Le royalties per le piattaforme entro le 12 miglia
Percentuali distribuzione piattaforme entro le 12 miglia
in funzione delle royalties corrisposte
(fonte: MISE 2016; elaborazione: Greenpeace)
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Se vince il NO
o non si raggiunge il quorum
La parte di articolo 6 comma 17 del DLgs 152/2006, relativa alle concessioni esistenti entro le 12
miglia dalla costa o dal limite dei siti marini tutelati, di cui è proposta l’abrogazione resta
invariata:
“17. …. Omissis …
I titoli abilitativi già rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento, nel
rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale …. Omissis….”
Il titolare di concessione che ricade all’interno delle 12 miglia dalla costa o dal limite dei siti
marini protetti potrà continuare con le attività estrattive fino ad esaurimento del giacimento in
concessione
A tal fine, il titolare di concessione in scadenza potrà chiedere, con le dovute procedure
autorizzative, ulteriori proroghe di attività
Permane il nodo giuridico legato alla legittimità di un provvedimento in contrasto con la
normativa europea recepita anche dall’Italia che prevede che la durata dell’autorizzazione non
superi il periodo necessario a portare a buon fine le attività per le quali essa è stata concessa
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Se vince il SI
Viene abrogata la parte di articolo 6 comma 17 del DLgs 152/2006, relativa alle concessioni
esistenti entro le 12 miglia dalla costa o dal limite dei siti marini tutelati, come proposto dal
referendum
Il titolare di concessione che ricade all’interno delle 12 miglia dalla costa o dal limite dei siti
marini protetti potrà continuare con le attività estrattive fino a scadenza della concessione
Nel caso in cui avesse già richiesto una proroga ma non ancora concessa, quest’ultima dovrebbe
essere rilasciata, fermo restando l’esito positivo dell’iter autorizzativo
Viene risolto il nodo giuridico legato alla normativa europea recepita anche dall’Italia che
prevede che la durata dell’autorizzazione non superi il periodo necessario a portare a buon fine
le attività per le quali essa è stata concessa
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Se vince il SI:
per fare chiarezza
La vittoria del SI non avrà alcuna implicazione per le attività estrattive
relative a concessioni in terraferma o nel sottofondo marino oltre le 12
miglia
Con la vittoria del SI non chiuderanno subito tutte le piattaforme entro le 12
miglia, ma verranno dismesse secondo la naturale scadenza delle
concessioni
La gradualità delle dismissioni avverrà a partire dal 2018 fino a terminare
con l’ultima concessione a scadenza 2034
La perdita di produzione e la conseguente riduzione di royalties avverrà
modulata con la medesima gradualità con cui avverranno le dismissioni
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Se vince il SI:
per fare chiarezza
Il contributo delle attività entro le dodici miglia, pari al 3% dei nostri consumi di
gas e meno dell’1% di petrolio, risulta alquanto trascurabile ai nostri fini energetici
Contributo che verrà meno gradualmente e che sarà abbondantemente
compensato dall’utilizzo di fonti energetiche alternative al fossile e dal prevedibile
calo dei consumi in atto da diversi anni per effetto dell’efficientamento energetico
e della riduzione di produzione industriale (- 22% di gas e -33% di petrolio negli
ultimi 10 anni)
Se si entra nel dettaglio della produzione effettiva dalle concessioni nel
sottofondo marino si vede che anche la produzione si è ridotta dimostrando che è
un settore che negli ultimi anni ha molto ridotto la sua attività, mostrando una
tendenza all’esaurimento dei giacimenti
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Se vince il SI:
per fare chiarezza
Il referendum serve per abrogare una norma che è stata introdotta dal Governo a far
data 1 gennaio di quest’anno con l’ultima Legge di Stabilità. Fino al 31 dicembre
2015 le concessioni avevano durata massima prestabilita
Tale vincolo temporale era il riferimento base per la redazione del piano industriale
degli investimenti del concessionario, comprensivo delle risorse umane necessarie
per tale periodo
Per questa ragione risulta incomprensibile che una vittoria del SI possa causare la
perdita anche di un solo posto di lavoro
Se vincesse il SI quindi le piattaforme chiuderanno progressivamente secondo la
naturale scadenza delle concessioni alla data che il concessionario già conosceva
nella sua programmazione degli investimenti
Piuttosto è l’intero settore di estrazione di petrolio e gas in Italia, che occupa circa 9
mila persone, e nel mondo ad essere in crisi da tempo a causa del crollo del prezzo
del petrolio….. quindi indipendentemente dal referendum!
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Ma allora: è utile questo referendum?
Il referendum riguarda attività che producono un contributo energetico ed
economico alquanto ridotto
Tale contributo, in caso di vittoria del SI, non mancherebbe subito ma gradualmente
a partire dal 2018 fino al 2034
Potrebbe quindi essere ricondotto ad una questione prevalentemente “tecnica”
Ma allora perché questo referendum?
Innanzitutto il Referendum non è mai inutile perché è uno strumento di democrazia
diretta che dà la possibilità al cittadino di esprimere la propria opinione senza
deleghe o filtri: è quindi simbolo di partecipazione democratica ed una assunzione
di responsabilità diretta
Questo referendum è l’unico superstite dei sei promossi ammesso dopo le
modifiche apportate dalla Legge di Stabilità 2016 che ha assorbito gli altri cinque: fa
comunque parte di una iniziativa legata alla sensibilizzazione sulla opportunità di
continuare a promuovere la produzione nazionale di idrocarburi
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Ma allora: è utile questo referendum?
Una eventuale vittoria del SI (ma anche solo il raggiungimento del quorum)
accompagnata dall’acceso dibattito pre-elettorale darebbe un segnale forte al
Governo in tema di politica energetica che ha ricadute importantissime di natura:
Ambientale
Strategica ed energetica
Economica e sociale
Il referendum potrebbe diventare un’occasione concreta per chiedere una profonda
revisione della Strategia Energetica Nazionale (SEN), meglio ancora se definita
attraverso uno specifico Programma da sottoporre al Parlamento
La SEN vigente è nata già vecchia nel 2013 perché concepita quando il prezzo del
petrolio era sopra i 100 dollari al barile quando oggi è invece attorno i 30.
La SEN vigente contiene degli obiettivi di crescita delle estrazioni di idrocarburi in
Italia (+148% in 10 anni per il petrolio) non coerenti con i valori di mercato e con le
riserve esistenti
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Verso una nuova
politica energetica
E’ assolutamente necessaria una strategia energetica nazionale che accompagni la
inevitabile transizione da fonti fossili a fonti rinnovabili tenendo conto che:
il percorso sarà lungo ma dovrà mantenere l’obbiettivo sempre fermo
l’azione sarà efficace se supportata da un forte impulso alla ricerca ed allo
sviluppo delle nuove tecnologie
l’azione dovrà essere coerente con gli impegni internazionali sottoscritti
l’ambiente ed in particolare il mare Adriatico per la sua delicatezza sono
assolutamente da difendere e preservare
preservare l’ambiente significa favorire la valorizzazione del patrimonio
culturale, il turismo, la pesca ed il comparto agroalimentare
il sempre maggiore utilizzo di energie rinnovabili ci renderà sempre più
indipendenti dal punto di vista energetico
lo sviluppo di nuove tecnologie e delle sue applicazioni favoriranno la crescita
delle nostre piccole-medie imprese con grande ricaduta a livello occupazionale
le riserve nazionali di gas e di petrolio sono comunque in esaurimento
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“Sappiamo che la tecnologia basata sui combustibili fossili,
molto inquinanti – specie il carbone, ma anche il petrolio e,
in misura minore, il gas –, deve essere sostituita
progressivamente e senza indugio.
In attesa di un ampio sviluppo delle energie rinnovabili, che
dovrebbe già essere cominciato, è legittimo optare per il
male minore o ricorrere a soluzioni transitorie.”
LETTERA ENCICLICA
LAUDATO SI’
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
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Grazie per l’attenzione
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