Rassegna del 21/04/2016

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Rassegna del 21/04/2016
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 21/04/2016
SANITÀ NAZIONALE
Qn
21/04/16 P. 18
Giovani e sesso, cresce l'allarme «Uno su dieci non si protegge»
Loredana Del Ninno
1
Corriere Innovazione
21/04/16 P. 34
I medici si prenotano con un click «Ne abbiamo disponibili centomila»
Peppe Aquaro
3
Giornale
21/04/16 P. 21
Quell'affare della Cdp con i De Benedetti
Sofia Fraschini
6
Italia Oggi
21/04/16 P. 34
Infermieri, qualità certificata
Beatrice Migliorini
7
Manifesto
21/04/16 P. 15
Se la medicina fa i conti senza il malato
Ivan Cavicchi
Panorama
27/04/16 P. 37
A Parigi si fumano sigarette generiche
Sergio Luciano
Panorama
27/04/16 P. 44
Gli altri colori della Sanità
11
Sole 24 Ore
21/04/16 P. 31
L'Enpam (con Principia) investe sui bachi da seta
12
Sole 24 Ore
21/04/16 P. 49
Gli embrioni in eccesso non possono essere distrutti
Giorgio Vaccaro
13
Stampa
21/04/16 P. 1
Ma con la tecnologia piatti più sani e sicuri
Roberto Cingolani
14
Corriere Della Sera
21/04/16 P. 23
Il super microscopio da 3 milioni di euro alla Statale di Milano
I Giovanni Caprara
16
Corriere Innovazione
21/04/16 P. 35
I ricercatori testano il cerotto bionico che ripara il cuore
17
Corriere Innovazione
21/04/16 P. 36
I farmaci del futuro per gli astronauti fanno le diagnosi
18
Corriere Innovazione
21/04/16 P. 39
Un'emozione ti allunga la vita
8
10
RICERCA
Indice Rassegna Stampa
Umberto Torelli
19
Pagina I
L' educazione ca re n te
« T roppe
convinz i on i»
Secondo una ricerca della Società italiana
di ginecologia ed ostetricia solo il 30%
delle italiane under 25 è stato informato
correttamente riguardo la sessualità
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Loredana D et N ínno
ROMA
IL T EM PO delle mele è finito. Secondo un'indagine svolta dal portale Skuola.net in collaborazione
con la Società italiana per la contraccezione (Sic), i giovani di casa
nostra non si perdono troppo in
romanticismi e approdano al sesso sempre più precocemente, rivelando al contempo pericolose lacune in materia di educazione sessuale.
Su 7mila studenti intervistati, tra
gli 11 e i 25 anni, uno su 10 tra coloro che hanno avuto rapporti dichiara di non fare mai uso del preservativo o di altri metodi contraccettivi. E tra gli under 14, fascia di
età in cui uno su quattro confessa
di aver avuto già rapporti completi, la percentuale quadruplica.
L'analisi evidenzia differenze di
AN CH E i giovani che affermano
di ricorrere alla contraccezione dimostrano comunque di avere molto da imparare: se il preservativo
è scelto dalla maggioranza (77 per
cento), seguito dalla pillola (13
per cento), il7 per cento sostiene
di adottare più frequentemente il
coito interrotto. Il 2 per cento fa
invece riferimento al calcolo dei
giorni meno fertili, altro metodo
decisamente non sicuro. Numerosi intervistati, in particolare tra
gli under 14, dichiarano di affidarsi a procedure scientificamente discutibili: il 12 per cento crede, ad
esempio, che lavarsi con la Coca
Cola dopo un rapporto prevenga
il concepimento, mentre l'8 per
cento si illude che, facendo sesso
la prima volta non si rischi alcuna
gravidanza. Per non parlare del
38 per cento che reputa impossibile concepire avendo rapporti entro 24 ore dalla fine del ciclo mestruale o del 16 per cento convinto che fare sesso in piedi sia un ottimo contraccettivo naturale.
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rapporto
NON meno perniciose le credenze
sulle infezioni sessualmente trasmissibili . Un giovane su 3 crede
che sia impossibile trasmettere
l'Hiv facendo sesso orale non protetto e il 29 per cento che da questa malattia sia possibile guarire.
Molta confusione anche riguardo
la sicurezza dei metodi contraccettivi: la pillola è accusata di fare ingrassare (43 per cento) o di provocare il cancro ( 17 per cento), mentre il 41 per cento ritiene che il
preservativo si rompa facilmente
e non serva a proteggersi dall'Hiv
e dalla maggior parte delle altre
malattie sessualmente trasmissibili (7%%). «Occorre fare chiarezza
tra i nostri ragazzi . Se la montagna non va da Maometto - commenta il presidente della Sic, Annibale Volpe - che Maometto vada alla montagna : noi ginecologi
siamo pronti a entrare nelle scuole che ce lo richiederanno per rafforzare un semplice messaggio:
l'amore è ottima cosa, ma va vissuto con intelligenza sia per evitare
gravidanze indesiderate , sia per
proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili».
Occorre fare chiarezza
anche per tutelare
i ragazzi dalle patologie
sessualmente trac issi ili
comportamento in base alla provenienza geografica. I ragazzi del
Sud appaiono meno sensibili ai rischi: il 15% afferma di rinunciare
abitualmente al profilattico, cioè
quasi cinque punti sopra la media
nazionale. Le rischiose abitudini
non si esauriscono: il 33% degli
intervistati rinuncia saltuariamente ai metodi contraccettivi.
Sanità nazionale
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429
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con la Coca Cola
dopo un rapporto
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il concepimento:
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impossibile
trasmettere l'Hiv
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I giovani che risiedono al Sud
sono meno sensibili ai rischi
rispetto ai coetanei del Nord:
il 15 per cento rinuncia
abitualmente al profilattico,
cinque punti sopra la media
nazionale . Il 33% rinuncia
invece saltuariamente ai
metodi contraccettivi
Le scette
Il 77 per cento di coloro che
si avvalgono della
contraccezione dichiara di
preferire il profilattico. Il 7
per cento si affida al coito
interrotto e il 13 per cento
sceglie la pillola. Il 2 per
cento confida invece sul
calcolo dei giorni più sicuri
Conf
1
Un giovane su tre crede che
sia impossibile trasmettere
l'Hiv facendo sesso orale
non protetto e il 29 per cento
che da questa malattia sia
possibile guarire. Il 43 per
cento ritiene che la pillola
faccia ingrassare, il 17 che
provochi il cancro
Sanità nazionale
Pagina 2
si prenotano con un dick
«Ne abbiamo disponibili centomila»
Medicofacile e dottori.itsi sono fusi creando un gigante della sanità digitale
di Peppe Aquaro
(l'università di
Bologna ha frequentato le lezioni di Psicologia sperimentale, conseguendo la
laurea breve,
«ma con pochissima voglia di
dedicarmi all'arte di Freud»,
ricorda Paolo Bernini, nato 44
anni fa a Correggio, e da dieci
a Roma. Per lavoro e per
amore di sua moglie, Patrizia,
la vera psicologa della famiglia.
Appena arrivato nella Capitale, la città deve essergli apparsa simile a quella del celebre dottor Guido Tersilli, alias
Alberto Sordi nel film, «II
medico della mutua».
«Sono andato ad abitare
tra Cinecittà e il Tuscolano, e
come prima cosa mi sono
messo alla ricerca del medico
di base: l'Asl di riferimento
mi ha fornito una lista infinita di dottori. Così, ad occhi
chiusi», spiega il fondatore di
Medicofacile.it, il sito dove è
Sanità nazionale
possibile scegliersi lo specialista migliore anche in base
alla sua storia professionale.
«Ero scioccato soprattutto
per il fatto che su Internet
non ci fosse neppure un sito
che mi guidasse nella scelta
del medico», racconta l'attuale amministratore delegato di
Dottori.it. Per Bernini, abituato già alla fine degli anni Novanta ad ottimizzare i motori
di ricerca delle aziende, fondando Webranking.it, occorreva, quindi, per prima cosa
scegliere un partner tecnologico. Trovatolo, gli ha raccontato di ciò che sarebbe diventata la start-up Medicofacile.it: «Per il 40 per cento business e, per il resto,
missione sociale».
Da far partire con un grosso lavoro di scouting, tra nomi dei medici, portali delle
Asl e tariffe degli studi professionali.
«In Italia non c'era nulla
del genere. Ci siamo ispirati a
portali americani come
Webmd.com e, dopo, abbiamo destrutturato le informazioni per esporle al pubblico
nel modo in cui vorrebbe tro-
varie, eliminando acronimi
inutili come Mmg o Pls, che
stanno per Medici di medicina generale e Pediatra libera
scelta», aggiunge l'esperto di
web marketing, entrato in
punta di piedi nel mondo
della sanità digitale.
Con un investimento di 20
mila euro e senza farsi prendere dall'ansia del profitto.
«Contavamo sul passaparola
del web: MedicoFacile nasceva dal presupposto di dare ai
pazienti la possibilità di raccontare a posteriori la propria
esperienza, e raccomandando
lo stesso medico agli altri
utenti», spiega Bernini. Che
ad un certo punto del suo
percorso nel mondo della digital health, ha avvertito l'esigenza di crescere ancora. E
dello scorso autunno, infatti,
la fusione tra le due principa-
Abbiamo più di 300
mila visitatori al mese
ma vogliamo puntare
a raddoppiarli
li realtà del settore in Italia.
«Con MedicoFacile, alle soglie del 2015, dopo cinque
anni di vita, potevamo contare su 70 mila schede di medici, dei quali almeno ottomila
erano coloro che gestivano
autonomamente la propria
web reputation».
Del resto, la volontà di Bernini era anche quella di Dottori.it, l'altro player dello
stesso mercato, il sito dei medici specialisti, ma con
l'obiettivo della prenotazione
ardine in tempo reale. E dopo
un matrimonio più che riuscito, oggi i numeri parlano
da soli.
«Con Dottori.it siamo leader nel mercato della digital
healt, dove, le prenotazioni
online sono cresciute del 46
per cento nel 2015, sia per le
visite mediche, sia per le richieste di informazioni tecniche sul medico da prenotare», osserva il numero uno di
una macchina online con più
di 300 mila visitatori al mese
e più di 4omila medici specialisti a disposizione.
Ma l'obiettivo è raddoppiare queste cifre.
Pagina 3
Solo nel 2015 i visitatori del
sito sono stati undici milioni.
Fra le trenta persone di Dottori.it, è entrato a far parte
del board direttivo, Carlo
Giordano, «colui che ci ha lascito intuire quanto avessimo
bisogno di nuove forze, economica e di comunicazione»,
sottolinea Bernini, pronto ad
investire, nel prossimo biennio, tre milioni di euro.
Entro fine aprile
lanceremo anche
un'App che sarà
gratuita e innovativa
I nurn eri
Gli utenti che
hanno visitato
il sito nel corso
dello scorso
anno
L'aumento delle
prenotazioni
su Dottori.it
nel 2015
Sanità nazionale
«Dopo l'app "Agendadottori", con cui è possibile gestire
gli appuntamenti e le anagrafiche dei propri pazienti su
più device, entro la fine di
aprile dovrebbe essere pronta
l'app dedicata agli utenti, e
gratuita, il cui nome probabilmente sarà Dottori.it», anticipa Bernini, il cui sogno
nel cassetto, dopo il nuovo e
unico sito web presto online,
sarebbe quello di rendere ancora più social la mission delle prenotazioni online. Semplificando la ricerca.
«Se, per esempio, desidero
contattare un medico esperto
nella riproduzione assistita,
non ha senso cercarlo sotto la
parola ginecologo, ma digitando: specialista di riproduzione assistita». Tra gli specialisti più richiesti sul web.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Chi è
Paolo Bernini,
emiliano di
44 anni si è
laureato in
Psicologia
all'università
di Bologna
Attualmente
ricopre la
carica di
amministratore
delegato
di Dottori.it
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Pagina 5
Interrogazione parlamentare sulla cessione del 37%o delle cliniche Kos
naia di milioni per pagare
quanto dovuto ad Ardian»,
conclude la deputata.
Sofia Fraschini
Nella replica, il ministro, in
Aula, ha sostenuto il punto
spiegando che «gli investimenti di F2i in Kos risultano
in linea con quanto previsto
nel regolamento, che Cdp ha
una quota minoritaria del
14%, paritetica alle quote di
altre istituzioni finanziarie, e
che l'investimento sarà effettuato dal secondo fondo F2i,
che ha una dotazione complessiva di 1,24 miliardi, di
cui Cdp ha sottoscritto 100 milioni (l'8%). Padoan ha quindi puntualizzato che «il cda di
F2i è autonomo nelle sue scelte di investimento, assunte su
proposta del management,
dopo analisi del comitato investimenti e, quando necessario, del comitato conflitti, secondo best practice internazionali e nel rispetto delle norme di Banca d'Italia». Infine,
quanto al settore di attività di
Kos, Padoan ha segnalato che
«il regolamento di F2i elenca
specificamente infrastrutture
sociali, ospedali e cliniche».
Un botta e risposta al vetriolo
che non ha fatto però chiarezza su un'ulteriore zona d'ombra: tra i soci di F2i, nella Sgr,
e come sponsor del primo fondo c'è infatti lo stesso fondo
Ardian.
a La vendita di Kos, la società della galassia De Benedetti
che opera nel settore della sanità, finisce in Parlamento.
La deputata di Forza Italia,
Gabriella Giammanco, ha presentato ieri un'interrogazione sull'operazione che ai primi di marzo ha interessato la
società del gruppo Cir.
La holding della famiglia
dell'Ingegnere e F2i (il fondo
partecipato al 14,01% da
Cdp) hanno raggiunto un'intesa con la società di investimenti Ardian sull'acquisto
per 292 milioni del 46,7% di
Kos. Nel dettaglio, F2i health
management, controllata dal
secondo fondo di F2i, ha acquistato da Ardian una quota
di Kos per 240 milioni, mentre Cir ha rilevato la parte restante per 52 milioni. Riassumendo, Cir è passata dunque
dal 51,3% al 62,7% del capitale di Kos per un investimento
complessivo di 52 milioni e
F2i deterrà il 37,3% sborsando 240 milioni. Il conto finale
per Ardian, la ex Axa private
equity, è di 292 milioni. Tutto
secondo copione visto che,
spiega Giammanco, nell'interrogazione «a vendere è Ar-
Sanità nazionale
dian, che nel 2010 ha fatto il
suo ingresso nell'azionariato
di Kos investendo 150 milioni, a condizione di poter disinvestire nel 2016 ottenendo
una congrua plusvalenza».
Rivolgendosi al ministro
dell'Economia Pier Carlo Padoan, dunque, Giammanco
ha chiesto di spiegare diversi
aspetti dell'operazione tra i
quali «la ragione per cui un
fondo come F2i a capitale
pubblico che si occupa principalmente di infrastrutture
d'avanguardia, sia stato indot-
to a investire quasi 300 milioni in un gruppo che gestisce
residenze per anziani, per di
più partecipato da una holding della famiglia De Benedetti e che ha un utile di appena 17 milioni. Non ci sembra
affatto un caso - aggiunge che i benefici derivanti dall'intera operazione spettino prevalentemente all'Ingegnere,
tessera numero uno del Pd.
L'intervento di F2i appare,
quindi, provvidenziale per
Carlo De Benedetti, che non
sarà costretto a sborsare centi-
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Infermieri, qualità certificata
Per gli infermieri libero professionisti il bollino Ipasvi è pronto a diventare realtà. Lo strumento consentirà,
l'accreditamento professionale è certificherà le competenze del professionista sul mercato del lavoro nazionale e comunitario. L'iniziativa è stata
presentata nel corso della Giornata
nazionale sull'esercizio libero professionale infermieristico che si è
svolta nei giorni scorsi a Como. La
isura è stata presentata in aperura lavori dalla presidente Ipasvi
Barbara Mangiacavalli che, nel
corso dell'intervento ha sottolineacome « a breve sarà disponibile
uale ad hoc, che consentirà
agli infermieri libero-professionisti
di accreditarsi volontariamente secondo schemi che mettono in risalto
le loro capacità e la qualità del servizio offerto ai cittadini». Un vero e
proprio « bollino Ipasvi», quindi, in
grado di certificare le competenze
del professionista sul mercato del
lavoro nazionale e comunitario.
«Finora , con il vademecum sulla
libera professione », ha precisato la
Mangiacavalli, «abbiamo gettato le
Sanità nazionale
basi e definito le regole: oggi si apre
un nuovo percorso, quello dell'accreditamento di eccellenza dell'infermiere libero-professionista. L'
accreditamento professionale», ha
proseguito la numero uno di Ipasvi,
«esprime il livello di qualità e di eccellenza raggiunto dagli infermieri
nel miglioramento continuo della
gestione e dell'assistenza, in termini di qualità e sicurezza delle cure
e di valorizzazione delle competenze umane e professionali». Prima
dell'entrata a regime della misura
sarà avviata una fase sperimentale con l'individuazione dei Collegicampione. Uno strumento, quindi,
che ha tutte le carte in regola per
divenire importante soprattutto in
ottica europea. Con l'avvento della
Tessera professionale, infatti, da un
lato è garantita la circolazione dei
professionisti tra gli stati membri,,
ma dall'altro lato si è reso necessario un meccanismo di monitoraggio
e garanzia delle prestazioni di cui i
Collegi, che rilasceranno il bollino,
si fanno garanti.
Beatrice .Migliarini
Pagina 7
Se la me
conti senz:
0
Ivan Cavicchi
iviamo negli anni della
medicina amministrata, temine oggi entrato
a far parte del linguaggio comune della sanità. Ma sono
passati ben 16 anni da quando la coniai per la prima volta per riferirmi all'intenzione
soprattutto di certa sinistra
scientista che, negli anni
compresi tra il primo governo Prodi e il secondo governo D'Alema . ( 1996/2000) algrido "viva l'appropriatezza", pensava di ridurre i con,
sumi eccessivi di medicina
imponendo ai medici vincoli, procedure, standard.
Da sinistra, quindi, stavano prendendo forma visioni
sospinte da idee di moralizzazione e di razionalizzazione e
tutte immancabilmente di
stampo economicistico. A costoro della medicina poco importava a parte il fatto che
fosse acccountable, effective,
efficient. Ciò culminava con
l'approvazione della riforma
della ministra Bindi ( 1999),
che in nome dell'evidenza
scientifica tentava, per l'appunto, di amministrare gli atti clinici dei medici per fare
economicità, rendendo obbligatoria, l'appropriatezza al
punto di prevederne se disattesa la sanzionabilità.
La medicina amministrata rientra nel filone culturale
del behavorismo vale a dire
della gestione condizionata
dei comportamenti medici
Essa invoca le evidenze
scientifiche per "fare giustizia" ancor
prima che salute, sanità " appropriata"
ancor prima di medicina adeguata. Per
Sanità nazionale
essa si tratta di abbinare scienza e morale in modo da guidare la clinica con
le linee guida, i precetti le raccomandazioni, gli-standard per cui le evidenze sono allo stesso tempo dei parametri scientifici e dei giudizi morali forti
al punto da poter indirizzare l'azione
pratica del medico.
La principale aporia di questa idea è
il non rendersi conto che l'evidenza
scientifica per funzionare deve per forza esemplificarsi in un "comando" quindi in un pensiero fondamentalista che
però è quanto di più contraddittorio esiste nei confronti della complessità ontologica clinica e sociale del malato. Le
procedure che regolano i comportamenti dei medici dedotte dalle evidenze scientifiche non assicurano a tutti i
malati lo stesso trattamento quindi sono intrinsecamente immorali
La medicina amministrata in questo
modo di fatto scade hi un paradosso:
per essere appropriata rispetto alla regola che la amministra accetta il rischio di
essere inadeguata nei confronti del malato. Quindi inefficace. Questo paradosso "dell'appropriatezza inadeguata"
apre la strada all'altro della "diseguaglianza clinica". In soldoni il rischio è di
curare le persone negando loro il principio di eguaglianza cioè l'art. 32 della Costituzione, cioè di curare in modo tanto
appropriato che adeguato solo le persone che hanno la fortuna di rientrare in
uno standard, in un precetto o in una linea guida. Questa particolare violazione dell'art. 32 pone la questione morale
e politica di come curare persone diverse garantendo almeno una accettabile
equivalente probabilità di risultato.
Bisogna rammentarsi che ogni malato è un individuo singolare, specifico,
che la clinica per definizione è una collezione di casi individuali, che i casi sono
praticamente illimitati
L'evidenza
scientifica alla quale la medicina amministrata si-ispira prescinde per principio
dalla complessità ontologica del malato
per cui ogni malato tende inevitabilmente a falsificarla cioè a smentirla e a
contraddirla perché ogni malato è per
sua natura standard resistente ed ha le
sue verità.
'Oggi, dopo 16 anni, con il crescere
dei problemi finanziari della sanità ,la
medicina amministrata sostenuta da
una propaganda subdola si sta allargando a macchia d'olio. In tanti modi diversi. Questa propaganda oggi veste i panni della choosing wilesy un'idea pensata
negli Usa con l'accordo di alcune società medico scientifiche per ridurre i consumi eccessivi di medicina. Choosing
wilesy si propone da una parte come
una medicina democraticamente amministrata dal medico e dal malato ma
dall'altra come una medicina subdolamente autoritaria volta ad applicare precetti . Su choosing wilesy si è buttata a
Pagina 8
pesce slow medicine da sempre idolatra delle evidenze e
delle linee guida e che oggi la
propone addirittura come
una rivoluzione .
Di recente i massimi vertici
dell'Aifa (agenzia italiana farmaco) riprendendo le solite riviste inglesi (British Medical
Jour al. New England Journal of Medicine) hanno anche loro riproposto lo slogan
less is more dal quale nasce
quello di slow medicine «fare
di più non vuol dire fare meglio» (QS 15 aprile 20016).
Ma della saggezza dei
behavioristi preoccupati solo di far quadrare i conti,
non mi fido. Per loro la scelta
clinica è fatta comunque sulla base di decisioni pre-scelte. Persiste quindi una mentalità che parte a priori con
un atto di sfiducia nei confronti del medico considerato per principio inaffidabile
e inemendabile, che antepone alla complessità della clinica il semplicismo delle procedure economicamente appropriate, e che punta ad amministrare relazione o non relazíoni comunque le condotte professionali ridimensionandone l'autonomia.
II vero danno morale di tutte le forme di medicina amministrata è deontologico quindi al dovere del medico che
deve poter scegliere per il suo
malato la cosa migliore sulla
base delle sue reali necessità.
L'art 4 del codice deontologico dei medici esprime non a caso questo
dovere con i principi di «libertà indipendenza autonomia e responsabilità» e significativamente sancisce l'obbligo del
medico di non «sottostare a interessi imposizioni, condizionamenti di qualsiasi
natura». Quando i medici violano le procedure e gli standard è perché hanno il
dovere non solo deontologico ma costituzionale di farlo.
I medici ancora non si rendono conto
dei rischi che corrono con l'avanzare della medicina amministrata. Molti di essi
addirittura sono pronti a farsi amministrare convinti di essere loro ad amministrare delle scelte comunque decise altrove per loro conto. Non si rendono conto
che se delegano le responsabilità delle
scelte alle procedure essi saranno sempre-più amministrabili perché la loro autonomia avrà sempre meno senso. Nello
stesso tempo sono dentro un paradigma
scientifico ormai logoro, che non ce la fa
a reggere lo scontro con la complessità
del nostro tempo e che risale alla fine
dell'800 cioè alla definizione di "medicina sperimentale".
Innegabilmente le improprietà e gli eccessi in sanità sono tanti e la medicina
amministrata riduce sicuramente le diseconomié ma sono convinto che a lungo
andare si metterà seriamente in pericolo
l'idea stessa di medicina ippocratica. E
questo mi preoccupa perché, medici a
parte, chi ci rimetterà sarà il malato.
Sanità nazionale
La medicina "amministrata" è ormai diventata moneta
corrente. I governi Prodi e d'Alema, poi la riforma Bindi
amministravano la sanità in nome dell' "appropriatezza".
Così la nuova linea oggi è di curare il "malato standard". Per
risparmiare si limita la scelta del medico. Alla fine i conti
economici tornano ma a rimetterci sono i pazienti
Pagina 9
L'ANALISI
A Parigi si fumano sigarette generiche
La Francia introduce nuove regole per i prodotti a base di tabacco: da maggio dovranno essere venduti in confezioni
prive del logo dell'azienda e con immagini choc. Obiettivo: rendere il consunto meno attraente, in particolare per i giovani.
Ma l'esperienza australiana mostra che l'iniziativa pilò avere un effetto boomerang. Con l'aumento dei consunti.
di Sergio Luciano
n classico boomerang, e non a caso siamo
in Australia: il governo di Sidney ha introdotto nel 2012 il «pacchetto generico»
obbligatorio per scoraggiare il consumo
di sigarette. Dopo tre anni ha dovuto
constatare che imponendo l'uso di confezioni senza marchi ha fatto salire di due
punti percentuali il consumo di tabacco illegale,
dello 0,5 per cento il consumo legale e di oltre
tre punti quello da parte dei ragazzi under 17.
Perdendo nei traltentpo (secondo dati di Kpmg)
1,2 miliardi
di dollari in
mancate accise. «Ti à
piaciato? Più
cretini di cosl si m190re»
avrebbe commentato Ettore Petrolini.
Peccato
che il grande
comico Pe-
Manifestazione
dei tabaccai
francesi contro
l'introduzione
delle sigarette
generiche.
trolini non sia
conosciuto in
Francia, dove
hanno a loro volta appena adottato la formula
del pacchetto generico, insistendo in una linea
para-proibizionista che, statistiche alla mano, ha
sempre sortito effetti opposti a quelli perseguiti.
Anche Regno Unito, Irlanda , Slovenia ed
Ungheria stanno pensando di adottare la bizzarra normativa, interpretando estensivamente
la direttiva europea 2014/40. Mentre prescrive
di stampare «avvertenze sanitarie» ancora più
minacciose sui pacchetti e soprattutto accompagnarle, per il 65 per cento della superficie della
confezione, con immagini scioccanti di parti
anatomiche deturpate dagli effetti del fumo, la
direttiva non obbliga all'introduzione del pacchetto generico, grazie al voto contrario del Parlamento europeo e del Consiglio dei ministri della
salute, espresso proprio a seguito dell'esperienza
australiana. E a seguito dei timori di chi paventa
l'estensione di questa «censura commerciale»
anche ad altri prodotti potenzialmente nocivi
come gli alcolici.
L'Italia dovrebbe essere al riparo (la
quest' ondata di autolesionismo proibizionista. Il 20 maggio 2016 entrerà in vigore anche
nell'ordinamento italiano il nuovo pacchetto
«dissuasivo», ma il governo non ha introdotto
il pacchetto generico: «Abbiamo assunto una
posizione contraria alle fughe in avanti di altri
Paesi» ha spiegato Simona Vicari, sottosegretario
allo Sviluppo economico «perché il pacchetto
generico non solo danneggia il made in Italy
(l'Italia è il primo produttore europeo di tabacco,
ndr), ma omologa anche prodotti di qualità a
prodotti scadenti che non hanno alle spalle gli
stessi controlli».
La Vicari alludeva all'aiuto di fatto che viene
dato dal pacchetto generico al commercio illecito
di tabacco, originale ma di contrabbando o addirittura contraffatto, che secondo la Guardia di
Finanza ammonta a 4,4 miliardi di euro e sottrae
900 milioni di entrate fiscali allo Stato: agevolato
dalle confezioni anonime, che sono più facili da
contraffare e rendono più attraenti quelle «di
■
marca» agli occhi dei consumatori.
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27aprile2016 I Panorama
Sanità nazionale
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Pagina 10
Gli altri colori della Sanità
Dal 5 maggio una mostra fotografica a Milano racconta il rapporto virtuoso tra assistenza e immigrazione.
a dichiarazione choc è del G aprile. Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione
annunciava «un nuovo piano anticorruzione». Tra
le zone in ombra da illuminare, però, non ci sono
Raffaele Cantone diceva: «La Sanità è il terreno
soltanto gli aspetti criminali come quelli denunciati
da Cantone. All'attenzione dei cittadini è dunque
giusto porre anche le tante realtà virtuose, spesso
di scorribanda da parte di delinquenti di ogni
risma». Si apriva la prima giornata nazionale
contro la corruzione nella Sanità. Cantone
non metteva in discussione «una Sanità che
assicura standard elevatissimi» Ima, considerando
che l'illegalità «abbassa anche il livello dei servizi»,
Uno scatto
di Irene Carmassl
nella mostra
1 nuovi pellegrini.
Sanità nazionale
sconosciute, che la nostra Sanità sa mettere in atto.
Ecco allora un inedito faro acceso sul rapporto tra
S i tratta della mos tra
1 nuovi pellegrini, con cui la fondazione Farmafactoring celebra i suoi primi 10 anni di
attività, e che sarà aperta gratuitamente
al pubblico dal 5 al 29 maggio, all'interno
del chiostro del Bramante, nella basilica
di Santa Maria delle Grazie a Milano.
La mostra, nata da una ricerca Censis sul terna, è un viaggio in Italia con
i fotografi Alessandro Scotti, Edoardo
Delille e Umberto Fratini, coordinati da
Costantino Ruspoli, e affiancati (lai piú
giovani fotografi Giulia Piernmartiri, Irene
Carenassi e Marcella Magalotti: un viaggio nei luoghi di cura per raccontare le
storie di un'umanità che non incontra
solo il disagio ma anche la solidarietà.
Gli ospedali giocano un ruolo da coprotagonisti in questo viaggio: i tanti scatti in
mostra, infatti, non offriranno visibilità
soltanto a persone e situazioni, ma anche
ai luoghi in cui viene offerta assistenza , inquadrando
così i tanti segnali di mutamento (a volte poetici)
riferibilì proprio alla presenza dei migranti . (A. C.)
accoglienza e immigrazione.
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L'Enpam (con Principia)
investe sui bachi da seta
medici investono sulla medicina rigenerativa. Principia Sgr,
attraverso il fondo Principia III, specializzato in healthcare e
biomedicale,che ha proprio l'Enpam (cioè l'Ente nazionale di
previdenza e assistenza dei medici) comeprincipalesottoscrittore, ha infatti investito in SilkBiomaterials: startup incubatapresso il Parco Scientifico e Tecnologico ComoNExT, che sta sviluppando una nuova piattaforma tecnologica per la medicina rigenerativa utilizzando una proteina prodotta dai bachi da seta,
cioè la lafibroina.
Questa proteina, una volta impiantata, grazie alle sue ottime
proprietà biologiche e biomimetiche, viene colonizzata dalle cellule umane favorendo la rigenerazione dei tessuti. In unaprima
fase, la società si concentrerà nello sviluppo di un dispositivo medico impiantabile atto alla riparazione e la rigenerazione di vasi
sanguigni quali ad esempio vasi coronarici e vasi periferici.
Principia III è un fondo di venture capital (destinato al settore
dell'healthcare) da 185 milioni di euro, sottoscritti per circa 150
milioni di euro proprio dall'Enpam. (C.Fe.)
Sanità nazionale
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Respinta richiesta di una coppia dopo la procreazione assistita
.
.
.
Gli embrioni inneccesso
non
d strutt
i
-
Giorgio Vaccaro
No allarestituzione degli
embrioni "soprannumerari": questo il principio di diritto affermato dal Tribunale
di Roma (decreto del 6 marzo scorso, Sezione prima,
giudice Galterio) che haritenuto di dover rigettare la domanda avanzata con ricorso
d'urgenza, da una coppia di
coniugi che, maturata nel
2003 la decisione di addivenire a un percorso di Pma
(procreazione medicalmente assistita ), avevano
dato il consenso alla «fertilizzazione in vitro che aveva
portato all'isolamento di io
embrioni tre dei quali nell'ambito della fecondazione
omologa erano stati poi impiantati» con successo.
Successivamente, gli stessi
ricorrenti si erano rivolti al
Centro chiedendo «informazioni sullo stato di conservazione degli altri 7 embrioni»
ricevendo come risposta la
semplice conferma dello stato di"crioconservazione" dei
medesimi; ancora da ultimo,
nel novembre 2015, avevano
comunicato al Centro l'intervenuta loro volontà di «cessare la crioconservazione
esigendone la riconsegna».
L'esito negativo di questa
istanza, li aveva, infine, convinti ad attivare il percorso
giudiziario.
Costituitosi in giudizio, il
Centro aveva eccepito l'infondatezza della richiesta
per contrasto conlanormativa vigente, che non permette
in alcun modo di "cessare" la
crioconservazione. Tanto
meno, osservava la difesa del
Centro, quando la restituzione pareva avere la finalità
della «distruzione degli embrioni» che costituisce condotta penalmente rilevante.
Il Giudice romano nell'affrontare le motivazioni poste a base dell'istanza, rilevava sotto il profilo del "fumus" della "restituzione"come questo non potesse
considerarsi esistente posto
il fatto che la norma, nel suo
testo vigente, non consen-
Sanità nazionale
i
tisse alcuna "apertura" ad
una richiesta di tal fatta, ma
anzi, la sentenza della Corte
Costituzionale n. 151 del
2009, intervenendo nel superare il limite ditre embrioni destinati all'impianto della procreazione medicalmente assistita, imprimesse
«una particolare tutela prevedendo l'obbligo della conservazione con la tecnica del
congelamento, fino a quando non vengano utilizzati
per il loro successivo impianto inunulteriore ciclo di
procreazione medicalmente assistita, ovvero vengano
dichiarati in stato di abbandono, secondo quanto disci-
La legge non consente
di far cessare
la crioconservazione
La distruzione
viene sanzionata penalmente
Giudizio legittimità,
5 giorni per deposito
delle memorie d i parte
Tutto il meglio del gruppo 24
Ore per avvocati, giuristi d'impresa, notai e magistrati. Oggi le
massime sul giudizio di legittimità e su [termine di cinque
giorni per il deposito delle
memorie di parte, a cura della
redazione di PlusPlus24Diritto.
.....................................................................
www.quotidianodiritto.ilso[e24ore.com
i
plinato dal Dm della Salute
del4 agosto 2014».
Ancora, proseguendo nell'analizzare gli aspetti critici
del ricorso in punto difondatezza del diritto, il giudice romano osservava come l'ipotesi della "ventilata" soppressione, successiva alla
avanzata richiesta di restituzione, fosse un canone semplicemente "contra legem"
prevedendo la normativa un
divieto espresso, la violazione del quale comporta «la
previsione della pena della
reclusione fino a tre anni e
con la multa da 5omila a
15omila euro».
Sotto altro profilo e sempre inviadidiritto,lapronuncia in esame, non ha mancato
di osservare come, laddove la
volontà dei ricorrenti fosse
da ricomprendersi tra quelle
manifestazioni di volontà tese a «rinunciare ai futuri impianti» allora si concretizza
la sola diversa ipotesi di «embrioni dichiarabili in stato di
abbandono» con la conseguenza dell'assoggettamento di questi alla «speciale procedura che ne prevede il trasferimento dal Centro di procreazione
medicalmente
assistita alla Biobanca nazionale» senza che mai possa
aver pregio la richiesta di restituzione di alcun embrione.
Infine, nell'affronto della
tematica del "periculum in
mora" si è osservato, in merito alla sua insussistenza,
come il «trascorrere di nove anni dall'assenso alla
crioconservazione» e di ulteriori sette anni dal fallimento della società all'epoca custode degli embrioni immediatamente trasferiti
in altra adeguata struttura
di conservazione - non giustificasse, sotto nessunprofilo, il criterio dell'esistenza di un pericolo del deterioramento dell'assunto diritto,
durante
lo
svolgimento di una ordinaria causa di merito, con conseguente impossibile accesso alla via d'urgenza.
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Ma con la tecnologia
piatti più sani e sicuri
ROBERTO CINGOLANI
ibi e veleni. Come possiamo difenderci? Ci
sono molte questioni coinvolte nell'ultimo
allarme che arriva dalla Coldiretti su una
serie di alimenti importati, che presentano dosi
altissime di inquinanti e prodotti chimici proibiti.
CONTI NUA A PAGINA 21
Sanità nazionale
Pagina 14
CON L TECNOLOGIA
PIATTI PIÙ SALI E S ICURI
ROBERTO CINGOLANI"
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
i sono questioni politiche , per esempio di gestione della nostra filiera produttiva, ma ce ne sono
anche di tipo scientifico-tecnologico. E su queste ultime credo che sia necessario riflettere. Qui i margini di manovra
sono vasti.
ri, per esempio: permettono già
oggi sistemi di controllo e di
analisi delle condizioni e dell'origine dei cibi. Ci rivelano la
loro composizione a livelli di
grande precisione. Sono tecnologie flessibili, che si possono
portare fuori dai tradizionali laboratori e che dovremmo valorizzare: si dovrebbero installare nei luoghi di produzione e distribuzione, molto prima, quindi, che i cibi arrivano nei negozi
e nei supermarket. Addirittura
si possono mettere nel packaging stesso.
E' necessario, poi, puntare
anche su altre tecnologie, ancora in parte futuribili, ma tutt'altro che fantascientifiche, e che
permettano un nuovo tipo di
approccio: lo chiamerei agricoltura di precisione, sul modello sempre più popolare della
medicina di precisione. Molte
coltivazioni, oggi, soffrono infatti di una sorta di «overdose»
di trattamenti, dagli anticrittogamici ai funghicidi. Perché, invece, non sviluppare robot-contadini, che 24 ore 24, nei campi,
monitorano frutta e verdura e,
grazie alla loro intelligenza artificiale, sanno quale pianta irrorare e quale no? Sarebbe un
modo di fare prevenzione
«smart», in nome sia dell'ambiente sia della salute.
Abbiamo già molti strumenti per scongiurare i veleni nel
piatto. E altri potranno arrivare, se investiremo di più in ricerca e sperimentazione. Mi riferisco, prima di tutto, alle tecnologie diagnostiche. In gergo
si chiamano «point of care». Si
tratta dell'high-tech dei senso-
Non dimentichiamo poi il ciclo dell'acqua, ciclo fondamentale per qualunque coltivazione. Anche in questo caso siamo di fronte a un problema
tecnologico di trattamenti e
controlli, dalla depurazione alla distribuzione. Anche in questo settore si può fare molto in
nome della salute.
Assemblando, quindi, tecnologie esistenti e altre in via
sviluppo, e altre ancora a uno
stadio ancora di prototipo, è
ipotizzabile riuscire a creare
una filiera di produzione intelligente, dai campi fino alla distribuzione, in cui gli alimenti
sono attentamente monitorati,
in ogni stadio. Resta, tuttavia,
un problema a monte: siamo
davvero sicuri di dover importare basilico dal Vietnam? Il
primo strumento di prevenzione dev'essere una politica del
cibo di tipo nuovo. Senza sprechi e scarti. Valorizzando (e
non lo facciamo ancora abbastanza) i cibi made in Italy.
Perché tutto questo si realizzi,
tuttavia, è necessario un grande impegno della società, che
concepisca visioni di sviluppo
scientifico e tecnologico sostenibili centrate sull'uomo e sull'ambiente. Si tratta di un circolo virtuoso con benefici diffusi. Queste nuove tecnologie,
inoltre, potrebbero guidare
una nuova rivoluzione manifatturiera, creando materiali a
bassissimo impatto ambientale, senza ulteriori aggravi per il
Pianeta in termini di risorse e
inquinamento. Anzi. Potrebbe
essere il primo passo per
un'inversione di tendenza.
Questo futuro è all'orizzonte e, con ogni probabilità, lo vedremo già nella seconda metà
del secolo. Non è più un problema tecnologico. D'ora in avanti
sarà determinante la volontà
politica di realizzare una nuova idea di società.
*Direttore scientifico dell'istituto
Italiano di Tecnologia
e —C NDPLCUNI DIRITTI RISERVATI
Illustrazione
di Irene Bedino
Sanità nazionale
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F (CI'.;;j,.
Il super microscopio
da 3 milioni di miro
all'ìSlalale di ilil ulO
cii Gw nffl Caprara
rrirern miro l'anno
alli Inirersiin Sbafale
_di Milano un polcnlc
microscopio cieli conico
che (romene di titolo
/ionare le ricerche nelle
scien/e della tifa. l: il primo
dclgcncrcinslallaloin
Malia ci primi risultali
01lenuli con alcuni escm
(lari da poro mirali in
fon/ione in ali ri Paesi di
nu)s(rano le pofen/ialifn of
ferie sul fronte della ricerca
di base e delle sue pie/iole
applica/ioni. Cera/ie al suo
«occhio» , sfai« ad cscm
pio !accolla con precisione
inaudita l'immagine del
rirus Zii,« la cui diffusione
preoccupa molli Paesi. l 'o
sl rumcnlo , un micro
scolio ciel ironico che
fon/iosa a icmperafurc
bassissime e in grado di
osserrare singole molecole.
«Questo consente di scru
lare il mondo alVin(erno
della cellula, esaminarne i
componenli C scoprire
erenluali anomalie nCgnfirc
alla base delle malaffic
spiega Martino Bolognesi
del i )iparlimenlo di
Bioscien/e e alla guida
dell'opera/ione
. Di
consCgnCn/a pcrmef(er<i di
1) rogeffarc mo1CCOICin
grado di combaffcre con
!maggior efficacia le palo
log1e così scoperte». li
super microscopio rode
del logli di:; angli tom, che
, l'unifn di con cui si mise
inno atomi e molecole. li
suo costo c, di (re milioni di
curo per mela assicurali
dalla Fonda/ione Interni//i
C una decina di gruppi di
ricerca della Sbafale gi<i si
preparano a uliti//orlo. «II
pie/ioso s(rumenfo c, peri)
aperto a fufli coloro che
Ricerca
Sono infcressanfi
sol
boline« il refforc (ianluca
Vago
e sfa nescCndo una
rcic chC include d alla Bi
cocca a Milano, alli Inirer
sif<i del Picmonfc OriCnfnlC,
alli Inircrsifn di Paria. In
reslendo in gncsfn dire
/ione abbiamo deciso di
for/ute i Tempi consapcvoli
del polcrc dell'innora/ione.
Ini/ialmenfc guardnrano di
più alla ricerca di base ma
è grandi opporluniin oI
ferie dallo sriluppo di al)
plica/ioni come alcuni far
masi, ne amplicr<i di sicuro
l'impiego».
...9iufi
g,ll
el
Pagina 16
ricercatori testano
il cerotto bionico
che ripara il cuore
Ricerca
ellule cardiache, elettrodi e sensori compongono il cerotto
bionico che permette di riparare il cuore dopo un infarto
o in caso di insufficienza cardiaca cronica e che potrebbe
divenire un 'alternativa al trapianto di cuore. Questa
invenzione è stata creata nei laboratori dell'università di Tel Aviv,
in Israele, e la sua descrizione è stata pubblicata sulla rivista
scientifica Nature Materials . Il cerotto ha molteplici applicazioni e
può essere comandato da remoto in tempo reale; può inviare
segnali elettrici in modo diretto nel cuore del paziente oppure
può rilasciare gradualmente dei farmaci
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farmaci del futuro
per gli astronauti
fanno le diagnosi
Ricerca
spiegando molecole di Dna e Rna in
strutture 3D sono stati ottenuti farmaci
multiuso per gli astronauti che in futuro
esploreranno Marte. Sono gli X-Aptameri,
realizzati per la Nasa dalla Am Biotechnologies.
Sono capaci di riconoscere malattie, eseguire
analisi o traghettare farmaci. Molti medicinali e
test tradizionali sono infatti inutilizzabili per
lunghi voli spaziali sia per la durata sia perché
possono essere danneggiati dai raggi cosmici.
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ti allunga la vita
Un'
La startup italiana Empatica ha ideato un braccialetto che monitora il livello di stress e di emotività
In caso di allarme invia messaggi sui cellulari e cosa aiuta a salvare chi soffre di epilessia e autismo
d i Umberto Torelli
1 grande loft si trova negli
spazi milanesi dell'ex Riva
Calzoni. Un'area storica
dove prima si costruivano
turbine per centrali idroelettriche. Adesso nei capannoni ci sono le startup
dell'Internet degli oggetti
e Fabbriche 4.0. Quando entri
nell'open-space, al secondo
piano, percepisci subito il clima da Silicon Valley. Gli scorrevoli di vetro servono per
scrivere appunti. Zeppi di
post-it gialli. Anche le pareti
dei muri, dipinte in smalto
rosso, diventano lavagne. Per
postare schemi e diagrammi
di flusso.
Benvenuti nei laboratori hitech di Empatica. Qui si progettano e realizzano i disposi-
Ricerca
tivi indossabili «cattura emozioni». Dove un team di una
ventina di giovani talenti studiano «l'affective computing».
La scienza che analizza gli stati emotivi delle persone. Tutto
ha avuto inizio nel 2011 da tre
studenti del Politecnico di Milano. Matteo Lai architetto, Simone Tognetti e Maurizio
Garbarino laureati in informatica ed esperti di intelligenza
artificiale. Sono tutti poco più
che trentenni e hanno un'idea
comune. Unica nel suo genere: «Volevamo progettare e
produrre dispositivi wearable
per aiutare le persone a monitorare i comportamenti quotidiani - dice Matteo - oggetti semplici da indossare per
controllare emotività e
stress».
Utili a combattere depressione e attacchi d'ansia. Ma
anche epilessia e autismo. Fino ad allora gli apparecchi per
studiare stati emotivi erano
relegati all'ambiente ospedaliero. Di fatto per eseguire un
test di stress bisogna andare
in un reparto neurologico.
Nessuno pensava a dispositivi
da polso. Con dimensioni e
prezzi comparabili a quelli di
uno smartwatch. Inoltre mancavano i sensori per rilevare i
segnali fisiologici e non esisteva software per elaborare i
dati in tempo reale.
«All'inizio pensavamo che i
sensori fossero prodotti da
grandi aziende - precisa
Matteo - per la nostra ricerca
ci servivano della stessa qualità di quelli ospedalieri, ma
con dimensioni ridotte, prezzi
contenuti e batteria a lunga
durata».
Nel 2012 Empatica conclude
il programma di incubazione
del Politecnico e nasce il primo prototipo. Si chiama E2. E
un braccialetto capace di misurare il livello di stress attraverso l'analisi di dati biometrici come battito cardiaco, conduttività della pelle e temperatura corporea. L'anno
successivo il prodotto viene
migliorato. Si chiama E3 e in
meno di un anno viene venduto a 130 clienti in 30 Paesi
nel mondo. Anche il team si
allarga. Altri talenti entrano in
gioco. Come Alberto Guarivo
esperto di tecnologie mobili.
Per lui gli smartphone non
hanno segreti e inizia a ingegnerizzare i dispositivi. E poi
Ivan Cenci arrivato da Ing Biomedica per gestire la produzione in Svizzera e Corea. C'è
anche Daniele Resnati, alle
spalle un PhD in elettronica. E
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l'uomo cybernetico, qui dicono mangi «pane e circuiti».
La fama della piccola startup milanese in grado di produrre i micro-sensori biometrici varca l'oceano. Arriva alle
orecchie di Rosalind Picard,
scienziata al Mit (Massachusetts Institute of Technology)
di Boston. E la massima esperta mondiale dell'affective
computing. Capisce subito la
validità dell'invenzione e decide di unirsi al team milanese.
I clienti si fanno avanti, sono nomi di prestigio. Dalla
Nasa che li sperimenta nei Labs per monitorare lo stress
degli astronauti negli allenamenti spaziali. E poi Marina
ed Esercito Usa, le Università
di Harvard e Stanford. Quelle
di Zurigo e Pisa, l'Istituto Auxologico italiano e poi colossi
come Intel e Microsoft Research. Il 2014 per Empatica è l'anno della svolta. Inizia a pensare in grande con Embrace, un
wearable per il consumer. Da
II bracciale Embrace
è in fase di pre-ordine
e le prime consegne
sono previste per luglio
La storia
indossare per tenere sotto
controllo stress ed emozioni.
Viene lanciata una campagna di crowdfunding su Indiegogo. Raggiunge l'obiettivo
dei ioo mila dollari già il primo giorno. Nei successivi lo
triplica. Poi arrivano i grandi
finanziamenti con un seedround da due milioni di dollari raccolto da angel italiani e
americani.
Adesso Embrace è pronto
per il mercato. Sarà un dispositivo medicale per il grande
pubblico. E in pre-ordine in
questi giorni a 199 giuro con
consegna a luglio. Servirà a
combattere malattie come
epilessia e autismo.
«Una volta messo al polso
della persona ammalata, consente ai parenti di ricevere
sullo smartphone messaggi di
allerta - dice Simone Tognetti - per sapere quando si sta
scatenando una crisi».
Adesso il team tra Milano,
Boston e Corea è a quota 24
persone. Ma continua a crescere. Sul sito si trovano una
mezza dozzina di posizioni
aperte. Oltre all'eccellenza nelle propria disciplina sono richieste grande capacità per lavoro di squadra e perfetta conoscenza dell'inglese. Perché
al loft del secondo piano si
accettano solo curriculum in
lingua. Quelli in italiano sono
scartati direttamente dal software.
Empatica e una
startup fondata
da tre ex
studenti dei
Politecnico di
Milano: Matteo
Lai (in alto),
Simone Tognetti
e Maurizio
Garbarino, Nel
2011 hanno
deciso di creare
un software in
grado di
riconoscere gli
stati emotivi
quotidiani delle
persone. Ora
hanno realizzato
il bracciale
intelligente
Embrace che
analizza vari
parametri e
avverte dei
pericoli. II team
oggi è di 24
persone sparse
per il mondo
Ricerca
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