N° 28 del 19/07/2008

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Transcript N° 28 del 19/07/2008

INCHIESTA
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SUI
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L’estate sta
finendo
di Bartolo Scandizzo
È proprio così! L’estate sta già finendo e anche questa è stata vissuta
con lo sguardo più rivolto al passato che al futuro. Più a quello che
poteva essere che a quello che poi è
stato. Più un’altra opportunità mancata che un’occasione da cogliere e
sviluppare.
Questo è il clima che si respira a
sud del Sele, da Paestum fino a
Sapri.
I fatti, però, non sono tutti in negativo. Se si guarda con attenzione a
quello che è sotto i nostri occhi, ci
rendiamo subito conto di alcune
cose che ci possono far ben sperare
se non per l’estate già finita, ma per
il futuro prossimo e remoto.
Molti comuni, sull’onda della crisi
dei rifiuti in Campania, hanno affrontato in modo deciso la questione della raccolta differenziata.
Un esempio su tutti quello di Paestum che ha esteso la raccolta porta
a porta anche nella fascia costiera
con benefici enormi sia sotto
l’aspetto percentuale della differenziazione sia sotto quello dell’immagine.
Il Parco del Cilento, sotto la guida
di Domenico De Masi, ha trovato
nuovo slancio e motivazioni sia
nella percezione dei cittadini sia in
quella dei mezzi di comunicazione.
La stessa macchina amministrativa
ricomincia a dare segni di risveglio.
Un esempio su tutti la riattivazione
di un sito che è visitato da una gran
massa di navigatori web.
Le zone interne, con l’iniziativa
“l’albergo adotta un paese”, hanno
trovato la loro collocazione strategica nell’azione di promozione
turistica del territorio inteso come
destinazione “vasta” di una realtà
che non si può più permettere il
lusso trascurare nemmeno il più
piccolo anello portatore di opportunità di accoglienza.
La costa ha capito che solo l’integrazione forte tra varie realtà può
dare impulso al sistema dei servizi
che fanno la differenza tra la nostra
ed altre destinazioni turistiche balneari.
Un esempio su tutti la stretta collaborazione tra Paestum e Agropoli
che hanno messo in campo due iniziative sulla mobilità sostenibile
(Navetta circolare e turismo in bicicletta) per fare di due realtà
continua a pag. 3
PA RC O C I L E N TO D I A N O
De Masi dimissionato
dalla Prestigiacomo
Paestum, sequestro del Mmmac e brutte strade
di Serg
gio Vecchio
L’estate culturale qui a Paestum entra nel
vivo tra principi
Savoia in vacanza, tra nani
comici e ballerine. Ed il gioco
diventa duro. Intendiamoci: ognuno è libero di scegliere la cultura che più gli si addice,
purchè ad altri vengano consentite
scelte diverse nel rispetto della democrazia. Occorrono confronti, scontri
anche duri, ma con il rispetto delle idee
altrui, non caccia all’uomo, questo caso
alle donne, lettere anonime, o peggio
ancora minatorie, ed intimidazioni. Dissentire si può, con civiltà ed onestà in-
tellettuale. Ricordo che Luigi Di Lascio,
mai come in questo periodo citato a
sproposito, abbandonò la politica negli
anni Ottanta per pesanti pressioni, diciamo così esterne, contro la sua persona. Fece bene, a mio parere, perché
così potè dedicarsi alla ricerca che gli
era più consona ed affrontare la carriera universitaria, che gli riservò non
poche soddisfazioni. Ma veniamo al
punto. Saranno coincidenze? La scorsa
settimana, in un’azienda agricola privata,
organizzo un cineforum gratuito all’aperto, di film e video dedicato alle
stazioni. Cristina Di Geronimo mi presta delle sedie per l’evento. A meno di
un’ora dall’inizio vengono richieste, alla
Di Geronimo, le sedie a me prestate.
Qualche giorno dopo, in prossimità di
un evento dedicato a Gillo Dorfles,
vengono apposti i sigilli al museo – capannone della Di Geronimo.
Non è il mio mestiere trattare di cose
legali. Che la magistratura non a orologeria faccia il suo corso e stabilisca la verità. Tuttavia, la Di Geronimo ed il suo
Museo, costuiscono qui a Paestum una
ricchezza per la cultura e per la costruzione del dorico di domani.
Oscurare il suo lavoro significa ritardare
il processo di crescita e di rinnovamento di questo territorio.
Non distruggiamo, per vendetta, o per
chi dissente da una brutta strada tra la
Cirio e la cinta muraria, chi lavora per la
cultura del contemporaneo e perché
con serietà e rigore, s’interessa di arti
visive di cui questo territorio ha tanto
bisogno.
Gli altri articoli
alle pagine 3 e 4
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De Masi lascia,
Prestigiacomo
colloca
di Biesse
“In data odierna (15 luglio 2008)
su richiesta del ministro, trasformo
la remissione del mandato, in formali dimissioni”.
La notizia che il parco Cilento e
Diano ha perso Domenico De Masi
quale presidente era già nell’aria da
alcuni giorni. Pochi credevano, a
parte di “pasdaran” della destra
estrema, che il governo del “cavaliere” Berlusconi potesse disarcionare il
“cavaliere” solitario
impegnato nell’impossibile lotta di
condurre il Cilento nell’Olimpo del
turismo mondiale. Lui aveva intrapreso la battaglia “donchisciottesca” contro i “mulini a vento”
dell’impenetrabilità di un territorio
a mani nude. Forte solo della sua
esperienza e di un “manipolo” di
uomini della struttura del parco che
aveva “convertito” al suo “verbo”.
Anche i rappresentanti politici e
istituzionali del territorio avevano
preso atto che per continuare a sperare nel miracolo del rilancio economico e turistico del parco,
bisognava confidare nella visione
globale del presidente “globe trotter” che dispiega i suoi interessi tra
Brasile, Roma, Ravello e il resto
del mondo. In pochi mesi ha ribaltato i termini dei rapporti interni
alla struttura organizzativa del
parco ed sul territorio. Ha convocato decine di incontri, istituito tavoli di confronto, ha varato
iniziative, ha confrontato idee, ha
sottolineato progetti e bocciato le
clientele. L’arrivo di un commissario che si appresta a nominare la
Prestigiacomo, Franco Di Comite
(ex deputato di Forza Italia) secondo Azione Sociale salernitana,
apre un nuovo/antico conflitto con
il territorio. Gli altri papabili alla
carica di commissario sono Gaetano Fasolino (Fi), Marcello Feola
(An) e Andrea Cirillo ( An ed ex
sindaco di Perito). Intanto spunta di
nuovo il nome di Giuseppe Liuccio, “tecnico” particolarmente gradito negli ambienti della Regione.
I vecchi e nuovi soggetti titolari di
interessi politici ed economici
scenderanno in campo a difendere
improponibili dignità territoriali o
per ricollocarsi al fine di poter
“spadroneggiare negli uffici di palazzo Mainenti (così accadde all’epoca della nomina di Nicola
Rivelli. Il consiglio direttivo, varato in zona “cesarini” da Pecoraro
Scanio sarà decapitato con De
continua a pag. 21
Agropoli
2
N°28 19 luglio 2008
Il primo soccorso con aquabike, messi in salvo un uomo e due bambini
Al via il progetto “Lifeguard soccorso nautico costiero estate 2008”
Con il primo intervento di salvataggio di tre persone, due bambini e un adulto, in difficoltà con
la propria imbarcazione è entrato
nel vivo il progetto di soccorso
nautico costiero con aquabike
(moto d’acqua da salvamento
con tre posti dotate di una barella rigida galleggiante) attivato
dallo scorso fine settimana, fino
all’11 settembre, lungo le coste
agropolesi, che affiancherà ed
integrerà il tradizionale servizio
a terra dei bagnini.
Il servizio promosso dal Comune
di Agropoli e sostenuto dalla Guardia Costiera è attivo tutti i giorni,
dalle ore 9,00 alle ore 19,00. Prevede una unità condotta da personale specializzato con il compito,
oltre che di intervento in casi di
emergenza, anche di pattugliamento e prevenzione lungo l’intera
costa, che rimarrà in costante contatto con le postazioni a terra (pubbliche e private) e con i mezzi di
rezza in mare grazie al servizio
di aquabike che si affianca ai tradizionali bagnini».
«L’iniziativa – afferma il Vicesindaco e Assessore al Turismo,
Mauro Inverso – supportata
anche dai concessionari di stabilimenti balneari, che hanno permesso l’installazione delle
ricetrasmittenti VHF, vuole garantire un lavoro più generale
per la qualificazione dei servizi
al turismo offrendo una magsoccorso della Capitaneria di
Porto.
All’iniziativa hanno aderito diversi
stabilimenti balneari (Lido Tre
conchiglie, Lido Oasi, Lido Aurora, Lido Azzurro il terrazzo,
Lido Raggio Verde, Lido Trentova,
Lido Paradiso) facendo installare
un apparato ricetrasmittente VHF
presso le proprie strutture.
«La nostra città – commenta il Sin-
A Parer mio...
daco di Agropoli, Franco Alfieri – che in
estate registra la
presenza di migliaia di persone
sulle spiagge e
di tantissimi diportisti, si pone
all’avanguardia
in tema di sicu-
di Catello Nastro
Benvenuti nel Cilento al mare, ai monti, a tavola
Come slogan pubblicitario non è
niente male. Vi pare? Ma per quello
che io scrivo, carissimi lettori, non
sono pagato. Tutta la mia attività di
scrittore o presunto giornalista è a titolo completamente gratuito. Quindi
non faccio pubblicità, ma solamente informazione. Nel Cilento abito dal
1951, come oramai tutti sanno per
averlo letto nei miei siti internet, nei
miei articoli su supporto cartaceo, nel
miei libri che oramai hanno superato il
numero di trenta. Il tutto questo, naturalmente in circa quaranta anni di
pubblicazioni. Nel Cilento, come dicevo più avanti, ci sono arrivato nel 51.
Certo che i tempi erano diversi. Pensate che allora esisteva una sola pizzeria mentre oggi ce e stanno alcune
diecine. Allora gli ombrelloni sul litorale di San Marco si contavano sulle
punta delle dita. Mentre oggi arrivano
a centinaia. Forse a migliaia. Insomma
la globalizzazione, l’emancipazione e la
società dei consumi ha investito anche
il settore turistico che è cambiato
fondamentalmente da quello che era
cinquanta anni fa.Tenga conto il lettore
che in questo frattempo la società da
cilentana è diventata cosmopolita.
Oramai i cilentani sono multietmnici e
multirazziali. Non che questo ci dispiaccia. Anzi ci fa piacere. Le invasioni
che abbiamo subito nel corso dei secoli sono state in molti casi devastanti
( vedi 882 i Saraceni), ma le invasioni di
oggi di badanti russe sono pacifiche.
Molto pacifiche. Fino a quando non
contrastano con il menage quotidiano
di una famiglia medio borghese. Ma di
questo, avendone già trattato in un
precedente articolo, pubblicato per di
più su questo foglio democratico fino
in fondo, non ne voglio parlare più.
Anni fa hanno detto che la mucca era
diventata pazza. Ma nella Piana del Sele
erano tutte normali. Hanno pure
detto, di recente, che il latte che producevano le bufale era contaminato
dalla diossina. Ma si trattava di una
grossa bufala.
Due squadre del nord Italia non sono
venute al torneo giovanile di calcio di
Agropoli perché, affermavano, eravamo inondati di immondizia. Questo
accade quando la buona informazione
diventa cattiva e falsa informazione. Il
mare del Cilento è uno dei più puliti
d’Italia e del mondo. Abbiamo i depuratori oramai da decenni ed i nostrani
nobilissimi escrementi vengono “depurati”
prima di andare ad incrementare il
regno del vicino Nettuno che abita
proprio vicino a noi, a Paestum, per la
precisione. E le montagne e le colline
del Cilento, poi, potrebbero addirittura fare la concorrenza alla Valle
d’Aosta che, se ci supera in altitudine,
non ci supera certamente in verde e
salubrità del clima. Ed infine a tavola…Oramai le aziende agrituristiche
ed i ristorantini di paese si sono organizzati per avere il pane migliore, la
carne migliore, la frutta e la verdura
migliore ed il vino eccellente. Negli ultimi anni, proprio grazie ad una concorrenza leale, i prezzi sono
notevolmente diminuiti. Chi vuole risparmiare a tutti i costi, pagando meno
di dieci euro per un pranzo normale,
naturalmente, non si aspetti dei pro-
dotti freschi e genuini del territorio
nel quale va a gustare le varie pietanze
della cucina cilentana, che, a dire il vero,
niente hanno da invidiare a quella più
elaborata delle altre regioni della nostra beneamata Repubblica Italiana. Un
solo consiglio. Quando andate a mangiare nel territorio interno del Cilento
non chiedete pietanze esotiche o straniere, come pure non dovete chiedere
vini di altre parti d’Italia o del mondo.
Le nostre carni sono genuine ed eccellenti, i fusilli ed i cavatielli sono il nostro fiore all’occhiello come primo
piatto, le verdure arrostite, condite col
nostro olio extravergine, sono il massimo della dieta mediterranea, i nostri
formaggi, di pecora e capra in particolare, sono unici al mondo, il nostro
vino ( lu’ vino tuosto re lu Celiento) è
profumatissimo e può anche superare
i quattordici gradi. Quindi andateci
piano se poi dovete guidare. E l’acqua
di fonte di montagna…pure è buona,
ma non fa parte della nostra trattazione. Buon appetito nel Cilento.
Dimenticavo di aggiungere il digestivo…una bella e salutare passeggiata
per i boschi!
giore assistenza ai turisti».
«L’aquabike da salvamento –
spiega il responsabile del servizio,
Nicola De Stefano – rappresenta
un mezzo sicuro e veloce di soccorso a mare, attraverso il quale è
possibile intervenire anche nei casi
e nei punti sotto costa più difficilmente raggiungibili dai tradizionali mezzi o nel caso di mare
grosso. Sono manovrabili in qualsiasi condizione, sono inaffondabili, potenti e sicure.
Il progetto prevede inoltre un coordinamento con le strutture balneari e la Guardia Costiera con un
contatto costante attraverso le ricetrasmittenti. Importante è anche
la formazione del persone addetto
a tale servizio. Nei mesi scorsi, infatti, proprio ad Agropoli si è tenuto un corso per formare
personale specializzato e qualificato».
Intanto, il primo intervento di soccorso è stato effettuato lunedì pomeriggio, poco dopo le 18.30. Alla
postazione dell’aquabike è arrivata
la segnalazione da parte della Capitaneria di Porto che una piccola
imbarcazione (di circa 3 metri),
appena uscita dal porto di Agropoli, con a bordo un uomo e due
bambini, a causa del mare mosso
si era capovolta nei pressi della caletta di Punta Fortino, un punto
difficilmente raggiungibile da altri
mezzi.
L’aquabike ha raggiunto in breve i
tre mettendoli in salvo e trasportandoli nell’area portuale. Fortunatamente per l’uomo e i due
bambini nessuna conseguenza particolare, ma solo tanta paura.
Daniela De Martino
N°28 19 luglio 2008
Capaccio
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Sequestrato il Mmmac, un’altra botta alla
qualità della stagione turistica a Paestum
Non si farà mai tardi nel dare una
bella medaglia a Cristina Di Gernonimo e Nuvola Lista. Sono le due
donne che hanno preso un ex capannone industriale, che una volta
ospitava una torrefazione del caffè,
e l’hanno trasformato nel più chic
de centri d’arte non solo di Capaccio ma dell’intera Piana del Sele. Il
loro è’ il Museo dei materiali minimi, ovvero delle piccole opere o
delle prove d’autore dei grandi artisti, ma ha aperto grandi orizzonti
verso la cultura delle grandi avanguardie. E’ gestito da una associazione al centro della quale c’è
grande famiglia, i Lista – Di Geronimo, che dell’aggregare e richiamare i tanti cultori del bello fanno
da sempre la loro missione. Il
Mmac, a proposito si pronuncia
semplicente “Mac”, con una sola
emme, ha rappresentato la più riuscita delle operazioni di sprovincializzazione,
o
meglio
di
deruralizzazione, della cultura locale. In posizione autonoma, ma
non staccata, c’è Sergio Vecchio,
l’artista pestano più internazionale.
Un’onorificenza a Cristina e Nuvola andrà anche concessa per la
capacità che sicuramente dimostreranno di saper rispondere ad accuse
paradossali. Fra le quali spicca, in
particolare, quella di aver aperto un
museo “senza autorizzazione”.
Nella città delle migliaia di vani
realizzati abusivamente, ignorando
le distanze di sicurezza dalle mura
dell’area archeologica, l’accusa
suona particolarmente beffarda.
S’ignora come le guide potranno
raccontare ai turisti presenti il “misfatto”.
L’accusa. Il sequestro è stato effettuato da personale del Corpo Forestale dello Stato della stazione di
Foce Sele, diretta da Marta Santoro,
e dai vigili urbani del Comune di
Capaccio-Paestum. Stando alle indagini svolte, e da qui l’accusa, la
sede, un ex capannone industriale
di circa 400 metri quadrati che
sorge in prossimità dell’area archeologica e contiene centinaia di
opere di artisti contemporanei italiani e stranieri, sarebbe stato trasformato in museo senza le
autorizzazioni previste per legge.
Oltre al cambio di destinazione
d’uso,
ai
responsabili
del
“Mmmac” vengono imputati anche
interventi sulla pianta originaria del
capannone finalizzati all’allestimento di sale espositive e uffici, in
un’area sottoposta a vincolo ar-
cheologico e di inedificabilità, e la
mancanza del requisito di agibilità,
in una sede museale che conta migliaia di visitatori ogni anno. Dalle
verifiche effettuate in sede di sequestro della struttura, sarebbe
emersa anche la presenza di una copertura in eternit, vietata per legge
a causa della presenza di amianto.
Ad essere denunciata è la responsabile del Museo, Nuvola Lista. Tra
le contestazioni figurerebbe l’intervento sulla pianta originaria del capannone - nel cambio di
destinazione d’uso - finalizzato all’allestimento di sale espositive e
uffici, in un’area sottoposta a vincolo archeologico. “Il capannone ha
quasi trent’anni. Ci imputano supposte modifiche che noi non possiamo nemmeno conoscere visto
che lo abbiamo preso in fitto solo
nel 1996. E dove mai li hanno visti
i cantieri?”, si chiede Cristina Di
Geronimo. Reati del tipo di quelli
dalla prima
L’estate sta finendo
vicine ma separate, un unico ed integrato sistema che si compensa e si
completa.
I grandi attrattori culturali, Paestum
Velia e Certosa di Padula, le vere
“unicità” che fanno “unico” anche il
territorio in cui si trovano, ritrovano
il ruolo un po’ appannato in cui la
politica turistica praticata finora li
aveva relegati. Un esempio su tutti
la grande mostra delle tombe dipinte
lucane di Paestum al Gropius-Bau
Museum di Berlino, che ha avuto risonanza europea e dove si prevede
arriveranno oltre 300 mila visitatori
in tre mesi di esposizione.
Gli operatori turistici del territorio
che, riuniti in un tavolo permanente
di consultazione presso il parco del
Cilento e Diano, tentano per la prima
volta un approccio sistemico alle
problematiche del settore in un territorio ampio che ha necessità di farsi
valere e vedere per farsi apprezzare e
scegliere.
Insomma, la strada da percorrere è
tutta davanti a noi.
Il sentiero tortuoso su cui questo territorio ha camminato finora è alle
nostre spalle. Ognuno faccia il suo
dovere, operi con cognizione di
causa e tenti di intravedere gli effetti
delle proprie scelte.
Impari ad ascoltare più che a ponti-
ficare.
Solo così il vecchio sentiero potrà
tradursi in agile e nuovo tratturo per
poi aprirsi in una “verde” prateria nel
prossimo futuro.
L’estate 2008 sta già finendo, ma
quella del 2009 è già cominciata!
Bartolo Scandizzo
ipotizzati a loro carico vanno probabilmente indirizzati verso i costruttori e proprietari, non certo
verso i gestori. Si tratta però di una
storia già vista due estati fa, allora
le accuse furono rivolte in direzione
della locale Legambiente, “colpevole” di aver sottratto “all’industria
balneare” un bel pezzo di spiaggia e
di oasi dunale.
La storia. Nato nel 1996, il Museo
dei Materiali Minimi di Paestum,
che si avvale della consulenza del
critico d’arte Gillo Dorfles, ha organizzato numerosi eventi artistici,
tra i quali le mostre dedicate a
Mimmo Paladino, Lucio del Pezzo,
Marco Lodola e Guido Crepax. Nel
2005 grande eco ebbe l’allestimento di una personale dedicata ad
Arnaldo Pomodoro, con la collocazione di 11 sculture dell’autore
sulla cinta muraria dell’antica città
magnogreca. Per venerdì prossimo
era in programma, proprio nelle
sale del museo, la presentazione del
libro di Gillo Dorfles “Horror
pleni”, e la proiezione del film “Un
secolo con Gillo Dorfles”. Cristina
Di Geronimo, promoter del
Mmmac ha già fatto sapere che
l’incontro con Dorfles si terrà
presso il Savoy Hotel, sempre a
Paestum «DENUNCIAMMO LO
SCEMPIO DELLA STRADA» - I
componenti dell’associazione culturale che gestisce il museo vedono
rosso: «Secondo noi - denuncia Cristina Di Geronimo- potrebbe trattarsi anche di un atto di ritorsione.
Qualcuno vuol farcela pagare per le
proteste messe in atto contro lo
scempio della strada di collegamento sotto le mura di Paestum
(con denunce ripetute, con un servizi della trasmissione Anno Zero,
ndr)». Ci sono poi le attività degli
“Stazionati” a difesa del patrimonio
di storia e di futuro che c’è in una
stazione ferroviaria gloriosa come
quella di Paestum. D’altronde, la
firma apocrifa sotto l’esposto che
ha provocato il sequestro, quel
“Comitato cittadino anti - stazionati” vale più di una firma apposta
davanti ad un notaio. Ad aver “provocato” l’ultima iniziativa è stato
proprio l’attivismo “ferroviario” di
Cristina e dei suoi amici. La domanda sorge spontanea: a chi
hanno pestato i piedi? Cristina Di
Geronimo, donna intelligente e volitiva, è una leader naturale. Che
comincia a far paura in una Capaccio che si vuole sempre più passiva
e cloroformizzata. Da qui all’idea
del “colpo definitivo spezza reni”
passa davvero poco. Ed anche la
domanda sul “mandante” perde
d’interesse. Sicuramente sono più
di uno...
Oreste Mottola
Capaccio-Paestum
4
Le reazioni al sequestro del Mmmac
“ Questioni... di “Diamo una nuova
sede al Museo”
lana caprina”
MAURIZIO PAOLILLO
VINCENZO DI RISO
In riferimento al sequestro alcune
considerazioni...: è sicuramente giusto sequestrare una struttura non a
norma ma quello che si contesta è il
metodo.
Nel caso di specie ,indipendentemente dalla struttura,io credo che
turisticamente è stato un grosso errore... Il Museo è lì da anni e si poteva controllarlo prima o...perdendo
un po’ di tempo, dopo l’estate..
Clamoroso è stato farlo proprio
ora che avrebbe ospitato un artista a
livello internazionale.
Non và bene... L’immagine del nostro paese non ne benefica affatto..
L’emergenza rifiuti prima,l’erba alta
ai templi,il mare sporco poi sommati
a questi “episodi” non fanno che alimentare le indecisioni dei turisti ai
quali è molto più facile scegliere
altre mete.... Una buona “regia” occorre nel nostro paese che pianifichi
anche questo genere di operazioni
in modo che non intacchino l’immagine turistica della zona..
Dispiace vedere il nostro territorio
assurgere a notizie di prima pagina
dei notiziari Nazionali, per il sequestro degli immobili del Museo
Mmac di Paestum.
Il mio pensiero scaturisce dal mio
status di ambientalista convinto e
ossequioso del rispetto delle Leggi
dello Stato.
Dopo aver letto e avermi erudito
sulla problematica, mi chiedo: - Se
tale struttura è stata riconosciuta
completamente abusiva nell’area di
rispetto della L.220/57 e con materiali di copertura severamente vietati,
perchè
dovremmo
difendere la struttura e l’operato di
chi ha operato in quelle condizioni
di abuso e di illegalità?
Sicuramente non faccio retorica sul
sequestro da parte della Forestale
e dei Vigili Urbani, se andava fatto o
no, o se vi erano anche altri mezzi
di comunicazione, tra gli Enti sul
territorio. Dissento dagli abusi, in
generale, quindi sono contrario al
Museo Mmac in quell’immobile
abusivo, come sono contrario al
tipo di edificazione che si sta attuando per la costruzione di strade
e di parcheggi, operato da grandi
colate di cemento, intorno alla cinta
muraria, o a quanto si sequestra in
quell’area.
Il vincolo archeologico dell’area
della L.220/57 appartiene a tutti e
non può avere approvazione solo
quando si hanno degli immobili in
uso alle associazioni del territorio.
Se è abusivo, rimane abusivo e non
è condonabile.
La realtà grave è a mio avviso di
aver operato con grandiosa superficialità, ed è ancora più grave
quando persone della cultura
ostentano la ragione di fronte ad
uno sbaglio ineccepibile. La struttura non poteva ospitare il Museo
Mmac.
Ora senza polemizzare e ampliare
ancora il caso, sarebbe opportuno
trovare una nuova sede idonea e
“legale” per ospitare il Museo
Mmac e i tanti artisti che ci onorano della loro presenza.
Mi auguro di aver concorso con il
mio contributo a costruire un chiarimento verso la cultura usata
molte volte ad uso e consumo. Il
territorio è di tutti chi sbaglia deve
pagare. Agli organi preposti: “A
patto che pagano tutti”.
N°28 19 luglio 2008
Io mi integro...E tu?
18 luglio alla chiesa della Laura
Di solito quando devo scrivere qualcosa
che riguarda l’associazione OltreTerra
scrivo in terza persona, come se non ne
fossi un membro attivo. Solo l’ultima
volta ho scritto in prima persona,
quando ho avuto l’onore della copertina. Quella era un’esperienza anche
personale e andava scritta in quel modo.
Stavolta userò il NOI, non perché mi diverta usare un pluralis maiestatis ma
perché parlo a nome di tutti i soci di Oltreterra. Voi lettori di Unico oramai dovreste sapere chi siamo, ma ripeto
brevemente per i nuovi lettori. Siamo
un’associazione di volontariato nata nel
2006, ci dedichiamo principalmente alla
cooperazione internazionale ma non
solo. In questo periodo può essere un argomento spinoso l’immigrazione ma è
proprio di questo che ci occupiamo sul
territorio di Capaccio. Non facciamo
moltissimo, siamo solo un’associazione
di volontariato, ci limitiamo a insegnare
italiano agli stranieri che vivono dalle
nostre parti. Una volta a settimana facciamo un corso di lingua e cultura italiana nella chiesa della Madonna di
Loreto alla Laura, a Capaccio- Paestum.
E’ faticoso a volte, perché non capiamo
il rumeno o l’ucraino o l’urdu ma cerchiamo di fare del nostro meglio servendoci anche di qualche parola in
capaccese. Un gruppo di avvocati di
Scafati ci sta aiutando con delle consulenze legali gratuite e speriamo presto
di poter aprire un ambulatorio medico.
Questo è il secondo anno di lezione e,
come abbiamo già fatto l’anno scorso,
vogliamo chiudere “l’anno accademico” con una festa, IO MI INTEGRO…E TU? 2. Lo scorso anno è stata
una bella serata di musica, cibo etnico e
chiacchiere. Quest’anno abbiamo deciso di ripetere l’esperienza e invitiamo
tutti a venire il 18 luglio 2008 nel cortile
della chiesa della Madonna di Loreto in
zona Laura, Capaccio, a partire dalle
20.30. Invitiamo tutti, italiani e stranieri
per una serata di conoscenza reciproca.
Ci rendiamo conto che il periodo in cui
viviamo è molto delicato, si parla di
prendere impronte, di trasformare la
clandestinità in reato, di rimpatri forzati,
di sicurezza, di furti, rapine e rapimenti.
Noi vorremmo offrire un diverso punto
di vista e creare un contatto tra la nostra
cultura e le altre culture. Vorremmo che
il muro di diffidenza che tutti abbiamo
verso ciò che è diverso, si potesse un
po’ sgretolare e che gli stranieri venissero visti come ricchezza da cui imparare a cucinare il cous cous, a leggere
poeti russi, a cantare inni ucraini, a ballare danze rumene, a dire grazie in tutte
le lingue del mondo. Per questo rinnoviamo l’invito a partecipare alla serata
del 18 luglio e vi invitiamo, se volete, a
portare uno strumento musicale e un
piatto tipico delle vostre parti, siano esse
italiane o straniere.
Stefania Zerella
dell’Associazione Oltreterra
PAESTUM-AGROPOLI MOBILITÀ
Bus-navetta per i turisti di Agropoli e Capaccio
Dal 9 luglio disponibili quattro corse giornaliere
Il 19 luglio, con un po’ di ritardo rispetto alle previsioni, il servizio navetta circolare tra Paestum ed
Agropoli riservato ai turisti ospiti
delle strutture ricettive delle due realtà turistiche sarà operativo.
Si tratta di quattro servizi al giorno
(due il mattino, uno il tardo pomeriggio e l’altro la sera) che abbatteranno
in modo significativo la sensazione
di isolamento che prova chiunque
scende in un albergo di Paestum
senza un mezzo proprio di locomozione.
Infatti, nell’intenzione degli organizzatori c’è proprio la volontà di aprire
un nuovo capitolo sulla mobilità sostenibile per chi decide di venire nel
nostro territorio a trascorrere un periodo, più o meno lungo di vacanza.
Se si considera che entro la fine di luglio, tutte le strutture alberghiere aderenti a Paestum In saranno dotate di
duecento biciclette che metteranno,
gratuitamente, a disposizione dei loro
ospiti, allora possiamo affermare che
siamo in presenta di un progetto organico che va oltre l’estemporaneità
di una iniziativa. A monte c’è la volontà concreta di incamminarsi sulla
strada nuova di preoccuparsi anche di
quello che succede fuori dalla struttura ricettiva, oltre a garantire servizi
di qualità all’interno.
Bisogna riconoscere che “Paestum –
Agropoli Mobilità”, questo il nome
dato al progetto, non sarebbe stato
possibile senza la determinazione dal
Consorzio albergatori Paestum in,
della piena adesione e condivisione
dei costi della Bcc di Capaccio e dell’Assessorato ai trasporti della
Provincia di Salerno e dell’azione
congiunta dei comuni di Agropoli e
Capaccio che hanno assecondato le
iniziative degli operatori turistici.
Se, come è auspicabile, il servizio riscuoterà il successo sperato, è ipotizzabile che venga esteso all’intero
anno magari cadenzando le corse secondo le necessità della stagione. Intanto, Paestum – Agropoli Mobilità
con quattro corse giornaliere è garantito fino al 24 agosto, per poi proseguire con due corse giornaliere fino
a fine settembre. È anche prevista
l’attivazione del servizio in occasione
di grandi eventi.
Con questo servizio il sistema turistico di Paestum e Agropoli fa un
salto di qualità nella direzione giusta
e, soprattutto, si mette al passo con al
destinazioni turistiche che sono in
grado di garantire forme di mobilità
continue e protette a chi decide di trascorrervi periodi di riposo.
Ovviamente, è importante che anche
gli altri servizi si facciano “belli”.
Che il commercio si metta al passo.
Che i locali restino aperti. Che l’offerta culturale sia all’altezza del
luogo e, soprattutto, sia dislocata in
un arco temporale dell’anno che
tenda a dilatare la stagione. Gli eventi
estivi, molto spesso, sembrano fatti
più per raccoglier risorse dal territorio che facilitarne l’arrivo. È ovvio
che offrire momenti di svago e di divertimento a chi già è a Paestum è essenziale, ma visto che la “materia”
prima e cioè il pubblico, già è presente, non ci sembra il caso di investire altre risorse pubbliche per
promuoverli. Diverso sarebbe se diventassero motivo di richiamo turi-
stico in momenti di bassa stagione. In
quel caso sì, sarebbe importante sostenere gli sforzi di chi rischia, investe e scommette in un territorio che
ha bisogno come il pane di allungare
i tempi di apertura delle strutture ricettive. Questo darebbe ossigeno a
tutto l’indotto (ristoranti, commercio,
settore lattiero caseario, ecc.) economico di un’area e farebbe bene anche
all’incremento occupazionale dei
suoi abitanti.
Intanto, “godiamoci” l’inaugurazione
nel servizio navetta, in attesa di poter
vedere le duecento biciclette che si
“muovono” lungo le piste ciclabili e
le strade di Paestum e Agropoli.
FraSca
N°28 19 luglio 2008
Vallo della Lucania
Continua il botta e risposta tra monsignor Favale e la Tatangelo
“Anna sei uno sc hiaf fo alla morale cattolica”
Continua la polemica tra Anna Tatangelo e Monsignor Giuseppe
Rocco Favale, vescovo della diocesi
di Vallo della Luicania da quasi vent’anni.
Le dichiarazioni di fuoco di monsignor Favale hanno fatto il giro della
penisola passando da un giornale all’altro: “Anna la rubamariti. Un altro
vescovo contro di lei” il titolo del
quotidiano “La Stampa”; invece il
settimanale di gossip più acquistato
in Italia, dedica alla vicenda addirittura la copertina “Anna tu sei uno
schiaffo alla morale cattolica” è il titolo di “Dipiù” in edicola questa settimana.
Il botta e risposta dei giorni scorsi
sembrava essersi placato, ma le quattro pagine e la copertina che il settimanale ha dedicato alla polemica fra
il vescovo cilentano e l’artista napoletana riaprono i commenti al veleno.
“A Vallo ho cantato per la Madonna
dopo averla pregata. Anche per quegli uomini di Dio che a volte parlano
solo per avere visibilità piuttosto di
occuparsi di cose più serie” queste
le parole “condite al vetriolo” che la
cantante rilascia ad un giornalista de
“Il Mattino”.
Ancora una volta
a fare terra bruciata attorno alla
cantante, ci ha
pensato un uomo
di chiesa. E Monsignor Giuseppe
Rocco
Favale
non ha tardato a
manifestare tutta
la sua disapprovazione: “Anna
Tatangelo tradisce l’etica e la
morale religiosa
con le sue tribolate vicende sentimentali che non
sono un buon
modello da seguire.” Ha tuonato il vescovo di
Vallo dopo aver
definito la presenza dell’artista
“uno
schiaffo
alla morale cattolica”, facendo riferimento, probabilmente, oltre che al suo rapporto
con Gigi D’Alessio (che per lei ha lasciato moglie e figli) anche al testo
della canzone dedicata ad un amico
gay e presentata dalla pop star al festival di Sanremo.
Insomma la Curia, dopo le dichiarazioni del vescovo di Sora (paese
d’origine della cantante): “Quest’Anna non è quella che conoscevo
io”, si schiera ancora una volta contro di lei.
La polemica è davvero senza precedenti: mai prima d’ora, infatti, era
capitato che una celebrità fosse così
in contraddizione con un rappresentante del clero.
E la Tatangelo? Non le ha certo mandate a dire a monsignor Giuseppe
Rocco Favale accusando la Chiesa di
false ipocrisie:“Trovo anacronistiche e ipocrite queste polemiche. È un
dato di fatto che oggi i giovani e le
persone in generale, siano più distanti dalla Chiesa. Ma come avvicinarsi quando da parte delle
istituzioni religiose c’è una tale chiusura? È troppo semplice attaccare
una ragazza di 21 anni. Inoltre mi dà
fastidio che il vescovo abbia voluto
approfittare del mio spettacolo per
toccare un tema molto importante: i
diritti delle coppie come quella che
rappresentiamo io e Gigi”.
Anche sul compenso monsignor Favale ha avuto da ridire: “Il cachet è
troppo esoso, trentamila euro sono
davvero troppi per una donna che
non incarna i valori tradizionali
della famiglia. Abbiamo festeggiato
la regina delle donne e delle madri
con una cantante che non rappresenta niente di tutto ciò. Io avrei
fatto esibire gli artisti locali”.
A rimanere sconcertato è l’intero comitato organizzatore
della festa che, attraverso Fausto Catino,
han più volte tentato
di sedare le polemiche : “Francamente
non ritengo che la
cantante sia in contraddizione con lo
spirito della festa né
tantomeno credevamo che si sarebbe
creato un caso per
quest’ingaggio- dice
Catino. Ma il vescovo, dal suo punto
di vista, ha le sue ragioni”.
Già le sue ragioni.
indubbiamente monsignor Favale ha difeso a gran voce le
ragioni della morale
cattolica non lesinando bordate all’
“immorale Annarella”: “Non ha
nulla a che vedere con la Madonna e
con lo spirito della celebrazionetuona monsignor Favale- che invece
serve a far crescere il sentimento di
maturità, in ogni ragazza, come futura donna e mamma”
Ma ci chiediamo perché nessuno ha
detto nulla quando personaggi noti
della politica italiana divorziati e
conviventi si recano in chiesa ricevendo l’Eucarestia o si auto eleggono rappresentati dei cattolicissimi
valori della destra italiana?
Marianna Lerro
Regione Campania
Brusco:”Che fine hanno fatto i soldi
per l’erosione costiera ”
Il neo consigliere regionale Franco
Brusco, a meno di un mese dal suo
insediamento, non perde tempo, e
con una interrogazione a risposta
immediata indirizzata al Presidente
della Giunta Regionale
Antonio Bassolino e all’Assessore
Regionale all’Ambiente, Walter Ganapini, chiede lumi in merito ad un
contributo straordinario, riconosciuto con la legge finanziaria del
2001. In ballo circa 31 milioni di euro
ripartiti nel triennio 2002/2004 al
fine di promuovere la realizzazione
di interventi urgenti lungo il litorale
costiero.
“Quella Cilentana è una fascia costiera purtroppo interessata dal devastante fenomeno erosivo che sottolinea l’On. Brusco – compromette gravemente tutta l’economia
basata sul turismo balneare.Turismo
che rappresenta per le piccole comunità costiere un settore imprescindibile per la propria crescita e
sviluppo. Grazie ad un emendamento che porta la mia firma , l’articolo 56 della legge finanziaria 448 del
2001 ha vincolato il contributo di 31
milioni e 462mila Euro a favore delle
coste Cilentane nel tratto che va da
Sapri a Capaccio – Paestum, con la
previsione di interventi prioritari
sulle aree a maggior rischio, così
come individuato dalla Autorità di
Bacino Sinistra Sele. Con il primo decreto di parziale trasferimento
venne destinato un sostanzioso
fondo ai litorali di Ascea – Casalvelino – Pollica”.
“Ad oggi, dopo sei lunghi anni – si
legge nell’interrogazione – non è
dato riscontrare alcun segnale tangibile di interventi radicali e decisivi
volti a contrastare e a risanare il litorale costiero”.
Nell’interrogazione viene messa in evidenza anche
l’eccessiva lontananza della Regione
da quei territori a sud della provincia
di Salerno, purtroppo vessati da numerose emergenze, da quella legata
5
Gelbison
Figli e
Figliastri
La storia si ripete!
Pensavamo che le ingiustizie erano
alle spalle, ma ci sbagliavamo.
La disparità di trattamento continua alla Comunità Montana GELBISON & CERVATI, nonostante
operai e dipendenti forestali vantino gli stessi diritti disciplinati
dalla medesima legge, le retribuzioni vengono corrisposte solo agli
impiegati. E’ successo con il mese
di aprile e tra qualche giorno sarà
corrisposto anche il mese di maggio a questi ultimi. La giustificazione di tale disparità sta nel fatto
che i fondi sono dei residui dell’anno 2007 per il servizio antincendio che comprende però anche
operai che prestano la propria
opera allo spegnimento degli incendi: FIGLI E FIGLIASTRI
Riconosciamo a questo ente anche
l’utilizzo di altri fondi per poterci
pagare stipendi arretrati, dovuti ai
ritardi dei finanziamenti da parte
della Reg. Campania; questo non
giustifica la disparità illegittima di
trattamento tra impiegati e operai.
Sono stato accusato che i miei metodi di rivendicazione per un diritto
sacro santo qual è il salario, sono
stati sempre ai limiti della legalità
e ho leso l’immagine ed il decoro
dell’ente;
EGREGIO PRESIDENTE Lei con
questa disparità che continua a
pervadere, lede la dignità di tutti i
forestali del GELBISON.
L’operaio “FIGLIASTRO”
FRANCO RIZZO
ai rifiuti, alla viabilità, alla mancanza di
collegamenti veloci. “Se ci troviamo
in questa situazione disperata – puntualizza Brusco - ciò è dovuto al
fatto che l’irrepetibile flusso finanziario iniziato nel 2000 e non ancora
terminato, è stato investito in mille
rivoli ed in consulenze improduttive
volte solo ad appagare una diffusa,
ramificata e famelica clientela, anche
per esplicita ammissione di autorevole esponenti della Provincia di Salerno e dei comuni costieri”.
Nella risposta che verrà data durante il prossimo Question time i
destinatari dell’interrogazione, il Governatore Bassolino e l’assessore
Ganapini, dovranno pronunciarsi
anche sulla richiesta di promuovere
una indagine conoscitiva al fine di definire le cause dei ritardi e le responsabilità. “Gli ingenti danni
causati all’economia dei comuni costieri - conclude il consigliere regionale - sono attribuibili ai Comuni,
alle Province ed alle Autorità di Bacino che sono rimaste a guardare ed
è opportuno che la Regione si attivi
concretamente nei confronti di chi è
rimasto inerte”.
6
Valle del Calore
N°28 19 luglio2008
Angelo Bruno: “Formazione e attività, alla scuola il compito di stimolare”
E’ nato a Piaggine e dirige l’Istituto Comprensivo di Pisciotta
La scuola è tra le maggiori agenzie educative e
formative e come tale è chiamata a garantire la
crescita psichica, affettiva, sociale e culturale di
ciascun discente, a cominciare dalla scuola dell’infanzia. Essa propone, attiva, determina programmi di continuità educativa onde assolvere al
suo compito, attraverso dirigenti, docenti ed allievi, fautori di collaborazioni tese allo sviluppo
di una società in grado di rispondere alle esigenze
del tempo attuale. I dirigenti scolastici, che finora
abbiamo intervistato, hanno fornito elementi interessanti riguardo questa tematica. Oggi ne parliamo con il dirigente scolastico dell’Istituto
Comprensivo di Centola – Pisciotta, dottor Angelo
Bruno.
Dirigente, quali sono le sue origini e qual è la
sua formazione?
Nacqui a Piaggine nel 1947. Compiuti gli studi di
scuola media inferiore presso il seminario di Vallo
della Lucania, frequentai il liceo classico Statale
“Parmenide”, successivamente laureandomi in
Lettere Moderne presso l’Università “La Sapienza” di Roma.
Da quanti anni svolge l’incarico di dirigente?
Dunque, io cominciai ad insegnare nel ’72 a Bergamo ove rimasi per dieci anni. Nell’84 tornai e
continuai ad insegnare fino al 1998 quando ebbi
l‘incarico di presidenza a Pisciotta. Sono preside
di ruolo dal 2004.
Lei è dirigente di un istituto comprensivo con
classi che vanno dall’infanzia al temine della
scuola secondaria di primo grado, quale strategia adotta per svolgere al meglio il suo compito?
Ci sono diverse difficoltà organizzative, di comunicazione, di coordinamento dell’orario scolastico.
Non è semplice comunicare con i più piccoli, bisogna mettersi in discussione, io lo faccio e così
riesco a gestire la situazione.
Cosa direbbe ad un ragazzo svogliato e cosa ai
docenti affinché lavorino per ex ducere?
Credo che non esista lo studente svogliato, ma demotivato. Parlerei più con i docenti anziché con
gli allievi, poiché è il docente che deve coinvol-
gere. Il ragazzo, il bambino diventa demotivato
quando le proposte dell’insegnante non lo coinvolgono.
Il suo motto, se ne ha uno.
Sì: non pretendere dagli altri ciò che non sei disposto a fare tu, infatti tutte le iniziative che propongo mi vedono attivo in primis.
Lavora anche nel week-end?
Spesso sì, ma quando mi capita di essere più libero, mi dedico volentieri al bricolage.
Come viene articolata l’attività di giornalismo
che il POF prevede?
Nel duemila avviammo la redazione di un giornalino bimestrale d’istituto il Pixous, antico nome di
Pisciotta poi, non uscendo più con costanza, lo rinominammo “Catecatascia” che vuol dire lucciola, ossia piccola luce che illumina ad
intermittenza. Oggi è un giornalino quadrimestrale
murale: le pagine sono esposte in bacheca. Da
quattro anni a questa parte il giornale ha un taglio
ambientale.
Che importanza viene data alla formazione-informazione ambientale?
Per noi è importantissima. E’ il terzo anno che partecipiamo alla consegna delle bandiere verdi di
certificazione EcoSchool. Lo scorso 2 giugno abbiamo ricevuto la terza bandiera verde. Siamo
l’unica scuola in Italia con un’isola ecologica interna auto gestita. Nel novembre scorso siamo
partiti con la raccolta dell’olio vegetale: i
ragazzi portano da casa le bottiglie di olio
che viene utilizzato come combustibile per
far funzionare le centrali termoelettriche.
Finora siamo al terzo svuotamento, abbiamo tolto alla natura più di sei quintali
di olio che se bruciato avrebbe inquinato.
L’anno prossimo allargheremo il progetto
alle scuole limitrofe.
L’istituto è ad indirizzo musicale.
Sì, abbiamo un’orchestra di 50 ragazzi
delle scuole medie che sono stati scelti dal
Ministero della Pubblica Istruzione tra
venti scuole d’Italia per animare a Roma
la giornata inaugurale di questo anno scolastico alla presenza del Presidente della
Repubblica.
Avete attivato anche degli scambi culturali con
la Germania.
Sì, dal momento che a Pisciotta vi sono molti tedeschi. Negli anni scolastici 2002/2003 e
2003/2004 abbiamo attivato uno scambio culturale
con un istituto superiore di Amburgo ove nacque
un’associazione detta “Amici di Pisciotta” e da noi
quella degli “Amici di Amburgo”, entrambe finalizzate alla raccolta di fondi per i Paesi del Terzo
Mondo. Inoltre, ogni anno gli associati tedeschi di
Amburgo celebrano il made in Italy degustando
solo cibo italiano. Si proietta anche un film italiano
in lingua madre. Un gran bel successo! Per i nostri
studenti un esempio di confronto, cultura e scambio che non è terminato con Amburgo, ma si è allargato negli anni fino a vivere uno scambio di
turismo scolastico con Presenzano (CE) lo scorso
anno scolastico, ripetuto anche quest’anno e seguito poi da uno scambio con la scuola secondaria
di primo grado “Drovetti” di Torino. Ci sono già
accordi per il prossimo anno scolastico con il Comune di Torino per ripetere l’esperienza che ha lasciato alunni e insegnanti soddisfatti. E’ previsto,
inoltre, uno scambio con una scuola dell’infanzia
di Torino che vedrà coinvolti piccoli e genitori.
Maria Laura Pirone
A un passo dal cielo, nella valle del sole
La Valtellina è sinonimo di natura, di ambienti incontaminati, di oasi di pace, dove
ancora è possibile immergersi nella vita
della terra e sentirne pulsare i battiti, ascoltarne il silenzio, perdersi nei suoi profumi e
rimanere abbagliati dai suoi colori intensi.
È il luogo della favola reale, del sogno ad
occhi aperti, è il paradiso delle cascate cristalline, dei pini maestosi, delle Alpi sovrane
ammantate di neve. Da uno scenario del genere, è impossibile che non si rimanga colpiti; tutto, in questa terra incantata, ti
proietta nella libertà e ti mette a contatto con
il divino di cui si avverte il respiro, soffice e
caldo. Sarà per il sole che spalma, prodigo, i
suoi raggi a valle e intinge le cime dei monti,
sarà per la brezza profumata e pungente che
scorre placida come le acque dei suoi allegri
ruscelli, sarà che la Valtellina, una volta che
ti entra nel cuore, non ne esce più.
Lo sa bene l’associazione culturale e coro
polifonico “Musica Nova” di Altavilla Silentina (Sa) che, dal 26 al 30 giugno 2008,
ha vissuto un vero e proprio stato di grazia
portando in tour le sue canzoni in un territorio che ha il singolare privilegio di toccare
il cielo con un dito.
Grazie all’invito della Comunità Montana
Valtellina di Tirano e del “Celebration Gospel Choir” di Grosio (So), con cui si è realizzato
un
proficuo
gemellaggio,
l’associazione campana è stata testimone di
un’esperienza indimenticabile sia per gli
splendidi paesaggi, di cui ha potuto godere,
sia per la grande ospitalità e accoglienza
della gente. Sono state giornate molto intense, impreziosite da escursioni sulle Alpi,
soste alle fabbricerie, visite ai santuari e
musei e dal viaggio sul mitico Trenino Rosso
del Bernina che unisce Tirano a St. Moritz
salendo oltre i 2000 metri di quota attraverso
panorami incantevoli.
La sera del 27 giugno, il coro si è esibito nel
Santuario della Madonna di Tirano, un autentico scrigno in cui domina il gusto barocco degli stucchi e l’imponente organo in
legno scolpito; il repertorio proposto ha rivisitato le melodie e i brani più famosi di
Haendel, Verdi, Bach, Gounod, Mozart, Da
Vittoria, Vivaldi, Franck, i sommi rappresentanti della musica classica di tutti i tempi
ed ha riscosso un grande successo di pubblico. Lo stesso si può dire del concerto
svoltosi la sera successiva, il 28 giugno, a
Grosio, dinanzi all’affascinante Villa Visconti-Venosta, che ha visto, in occasione
dei festeggiamenti per il centenario delle
campane, i due cori dividersi lo stesso palco
e offrire agli spettatori canti gospel e napoletani.
La domenica mattina, il 30 giugno, il coro
polifonico “Musica Nova” ha animato la
Messa solenne di ringraziamento a conclusione delle manifestazioni del
centenario ed ha avuto, di nuovo,
il caloroso apprezzamento della
popolazione.
Un abbraccio, un affetto così può
darlo e provarlo solo un cuore sincero, un legame che riannoda i fili
delle distanze e delle diversità può
crearlo solo il popolo italiano che,
a dispetto di tante contraddizioni
e difficoltà, ne siamo certi e nonostante il pessimismo di tanti, è
ancora il migliore del mondo.
Antonietta Broccoli
N°28 19 luglio2008
ALBANELLA
7
Altavilla-Albanella
A L T AV I L L A S I L E N T I N A
Grande prova della
compagnia teatrale
“Mirko Nobile”
Carillia: cinquant’anni dall’intervento della Riforma fondiaria
Solo qualche raro refolo di vento
tagliava da occidente il caldo che
ristagnava sullo “Spazio Teatro”
della Chiesa di San Matteo in Albanella la sera del 12 luglio appena trascorso, ed io come tanti,
nell’attesa di “Filumena Marturano” mi intrattenevo, quando all’improvviso, la voce antica e
tremolante del grande Eduardo De
Filippo appiana il vocio della folla
e si apre la scena e…in un angolo,
raccolta da una luce quasi tenue,
insieme a tutti gli altri attori, mi
appare nella sua veste candida Filumena pronta ancora una volta a
raccontarmi tutto il suo dramma.
E fu teatro davvero quello che poi
seguì, rapito come fui sin dall’inizio dalla esile figura di Filumena il
cui aspetto (e il poeta mi perdonerà
ma non ho parole che oserei dire
più grandi, se gli ruberò, tramutando, la materia e qualche verso!)
annunziando una giovinezza avanzata, ma non trascorsa, mi
avrebbe, insieme alla bravura di
tutti gli altri attori, tradotto alla catarsi di una bellezza solenne e potente che sempre brilla nel sangue
di una madre che difende i propri
figli. Una rappresentazione teatrale superba e tirannica che trattenendomi in un “continuum”di
emozioni, di sensazioni e di percezioni abissali, mi ha poi dolcemente consegnato alla prima, mia
vera emozione di questa nuova stagione teatrale: dopo tanta stanca
invernale, tutto si compiva e come
d’incanto nel segno della Compagnia “Mirko Nobile” di Albanella.
Davanti a me, in carne ed ossa, potevo ancora una volta sperimentare
l’antico ma quanto nuovo dramma
di Filumena Marturano! E così
come sempre accade ogni volta che
la mia vita lo incrocia, mi sono apparecchiato a seguirvi e fattomi allievo di tanta vostra arte, in
silenzio sono venuto con voi alla
deriva dei sentimenti ed al dominio
di quel teatro dei Grandi che da
sempre, ora so, Voi frequentate,
coltivandolo con passione e vera
professione. Con Voi poi continuando ho scavato e interrogando
e ascoltando le vostre rotonde parole contate in solitudine ho attraversato accompagnato dai vostri
gesti larghi e misurati tutto l’abisso
che radica nell’amore dei figli e
sempre di più votato al vostro
segno tragico mi sono poi commosso e svelato e per Voi ho capito
che il teatro può essere veramente
la chiave che apre e che l’amore
per il teatro, anche in un paese piccolo come Albanella, è ricchezza,
ricchezza da custodire, da rispettare anzi da amare!
Un plauso dunque alto e forte ed
un grazie di cuore a tutti voi della
Compagnia “Mirko Nobile” di Albanella chè per il vostro impegno e
la vostra arte mi avete regalato una
bellissima serata di tante emozioni
e se mai…carnefice di questo mio
vecchio “Vizio” io osai spingermi
troppo, sappiate che solo l’ammirazione mi mosse e non volendo poi
io mancare al vostro generoso
pegno Teatrale azzardai ed anzi nel
dono di quella mia furtiva lacrima
per voi caduta, raddoppio la posta
e rilancio:
Posti numerati questa sera “Si Replica”!
Gaetano Ricco
Il piccolo centro di Carillia è collocato a ovest del comune di Altavilla
S., sul confine naturale del fiume Calore; dista circa 13 km da Eboli e da
Battipaglia e 45 km da Salerno. Contiguo all’area militare di Persano, ha
un’altezza s.l.m. di 20 m raggiunta a
ovest nella zona collinare (tempa) del
Feo, su cui doveva trovarsi, secondo
alcuni storici, la città di Carilla distrutta da Annibale nella seconda
guerra punica. La popolazione si aggira intorno ai 1000 abitanti. Ordinato appare l’assetto urbanistico e
viario. È oggi sede di alcune importanti aziende del settore metalmeccanico e alimentare (caseario e
conserviero), nonché di una rilevante
attività di allevamento bufalino.
Nei giorni 7-8-9 agosto ci saranno le
celebrazioni del cinquantenario dall’intervento della Riforma fondiaria.
Molto avvertito è l’intento di recuperare con grande attenzione l’opera
della Sezione speciale per la Riforma
Fondiaria in Campania.
Un convegno, una mostra documentaria e altre occasioni più ludiche
d’intrattenimento, cercheranno di dar
conto degli aspetti storici, geografici
e antropici relativi alla nascita e allo
sviluppo del borgo.
Già nel 1939 la S.A.I.M. acquistò
circa 1000 ettari di terreno della vasta
tenuta demaniale di Persano affidata
al Centro rifornimento quadrupedi. Il
Ministero della Guerra cedette le
zone “Ionta” e “Scanno”. Proprio in
quest’ultima la S.A.I.M. impiantò
l’azienda “Alfania” con una “Gestione boschi” (segheria) e una “Gestione agricola” (tabacchifici “G. C.
Appuntamento il 7, 8 e 9 agosto con dibattiti e spettacoli
Porta”, “N. Salvati“ e conservificio).
Le prime abitazioni, palazzine di
piazza Boselli che diventerà poi
piazza Gerardo Alfani, e il Villaggio
Maria Teresa, ricavato da stalle e scuderie, diedero origine al primo nucleo
di quel borgo residenziale “Scanno”
(spesso denominato impropriamente
anche Persano) che nel 1961 modificherà il proprio nome in “Carillia”.
L’insediamento umano si impose in
una zona dove da secoli il predominio del bosco e degli acquitrini era
stato pressoché incontrastato.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta l’ONC, Opera nazionale combattenti, espropriò terreni della tenuta
demaniale di Persano (1215 ha) e
della S.A.I.M. (927 ha) che suddivise
in “poderi” di 5-8 ettari in attuazione
delle leggi di Riforma Agraria.
Di norma si adottava l’insediamento
sparso, facendo sorgere ogni casa colonica sul rispettivo podere o a non
più di 3 km e con un “Centro di servizi” in mezzo alla rete poderale.
La zona Ionta presentava però un
problema, con una superficie di circa
400 ettari, ubicati tra i fiumi Sele e
Calore, era (è) soggetta a periodiche
alluvioni. In coincidenza con le piene
dei fiumi, le mareggiate prodotte dal
libeccio ostacolano il normale deflusso del Sele, un tipico fenomeno
di rigurgito trasforma la Ionta in vaso
naturale di espansione. Ciò evita più
distruttive tracimazioni e rotture degli
argini lungo il tratto terminale.
L‘unica soluzione abitativa possibile,
dunque, era rappresentata dalla costruzione di borghi residenziali in posizioni al sicuro dalle piene. Anche se
si valutò la costruzione di un unico
grande borgo, con oltre 90 fabbricati,
sulla sponda sinistra del Calore,
venne alla fine preferita la realizzazione di due borgate: Scanno e S. Cesario, a monte e a valle dell’area.
Tra il 1957-1958 giungeva così a compimento il progetto di
sistemazione idraulicoagraria e di insediamento
urbano
in
quest’area alla sinistra
del Sele.
La terra, ovvero il
suolo, l’ambiente naturale e selvaggio su cui
l’uomo
intraprende
un’azione trasformatrice, diventava territorio perché in quello
spazio l’uomo realizzava strutture e condizioni adatte alla propria
vita, ne faceva un’entità sociale, economica e amministrativa.
Rievocare quei trascorsi è culturalmente e civilmente essenziale per conoscere questo territorio nello spazio
e nel tempo, nonché per comprendere
più chiaramente le interazioni sociali
ed economiche attuali.
Al fondo c’è l’intento di valorizzare
risorse culturali che sappiano introdurre elementi innovativi nel rapporto con la tradizione e favorire più
diffuse forme di partecipazione.
Inoltre, offrire visibilità a quest’area
della piana alla sinistra del fiume
Sele, in una fase difficile per l’immagine della Campania, fa assumere
grande importanza ad un’azione che
recupera e aggiunge conoscenze fondamentali alla scoperta/riscoperta di
un territorio.
Lucio Ascolese
Giro Ciclistico della Piana del Sele:
Una giornata di sport ed emozione
E’ difficile non cadere nelle retorica quando si deve
raccontare una gara sportiva e lo sport è il ciclismo.
Lo diventa ancora di più quando la gara si svolge
sulle strade della Piana del Sele, costeggia il mare,
lambisce Salerno, attraversa cittadine importanti
come Pontecagnano, Bellizzi, Battipaglia, tocca Eboli,
si arrampica sulla meravigliosa collina di Altavilla Silentina lungo tornanti che a tratti ricordano quelli alpini e scende, infine, dalla parte opposta verso il
traguardo di Cerrelli. Novantasette chilometri e
settecento metri percorsi in due ore e venti minuti
alla media di quasi quarantadue chilometri orari. Un
percorso reso duro non solo dall’agonismo degli ottantacinque corridori che hanno così onorato la
gara, ma anche dal sole e dall’afa, tanto che il direttore di corsa, giustamente, ha consentito alle ammiraglie di rifornire di acqua alcuni concorrenti
anche quando il regolamento non lo prevedeva.
Stiamo parlando del Giro Ciclistico della Piana del
Sele, 1°Memorial Giovanni Saponara che si è svolto
il 24 giugno 2007 con partenza ed arrivo ad Altavilla Silentina, prova unica di Campionato Provinciale
di Salerno Juniores, organizzata dalla Polisportiva
Novara di Lancusi il cui presidente, Raffaele Novara,
è anche Vicepresidente della Federazione Campana
di Ciclismo. Alla competizione hanno partecipato
atleti provenienti dalla Campania, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Dicevamo prima che la gara
è stata combattuta. Solo nei primi dieci chilometri la
corsa è stata relativamente tranquilla ed il gruppo è
stato compatto, poi è stato un continuo susseguirsi
di scatti che hanno visto il formarsi in testa di gruppetti il cui vantaggio variava continuamente e che
ha toccato anche il minuto. Alla fine ha tagliato per
prima il traguardo PAOLO BERTOLONE dall’ASD
Energia Siciliana CT; secondo VINCENZO PUCA
(che ha vinto il Memorial Giovanni Saponara) della
ELDO di Orta di Atella CE; terzo LUCA CIPOLLA
dell’ASD Energia Siciliana CT. Organizzare una gara
ciclistica non è semplice (ne sa qualcosa l’ipercinetico Enzo Mordente, che ha curato anche Radio
Corsa) e richiede un grande impegno e la collaborazione di privati ed Enti. Gli organizzatori, a questo
proposito, ringraziano l’assessore provinciale
Franco Alfieri, il cui interessamento ha consentito
la sistemazione della strada in località Pietre Bianche, l’Amministrazione comunale di Altavilla per la
disponibilità ed il patrocinio concesso alla manifestazione, il Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Altavilla Silentina e Calabritto per
l’impegno economico, il Moto Club Cerrelli, i volontari della CRI di Altavilla Silentina e tutta la comunità per la disponibilità dimostrata. Noi riteniamo
tuttavia che debba essere ringraziata soprattutto
una persona gentile, educata, che amava lo sport
perché amava la vita alla quale guardava con l’ottimismo un po’ guascone dello sportivo. E proprio
grazie al suo ottimismo, è riuscito a creare quella
importante realtà economica che ha reso possibile
la realizzazione di questo ed altri eventi sportivi.
L’emozione che una corsa ciclistica regala è alla base
dell’impegno degli organizzatori, ma quest’anno essi
avevano una motivazione in più, quasi un dovere, per
la buona riuscita dell’evento: ricordare Giovanni Saponara, il Presidente della BCC di Altavilla Silentina
e Calabritto prematuramente scomparso. La manifestazione ha avuto successo e ci siamo resi conto
che non è stata la corsa a ricordare Giovanni, ma è
stato Giovanni, del quale si avvertiva quasi la presenza fisica al traguardo, fra la gente, a costringerci
a ricordare e a riprendere questo avvenimento
sportivo. Non continuare a farlo negli anni futuri significherebbe non rendere omaggio alla sua memoria.
Fausto Bolinesi
N°28 19 luglio2008
Economia
8
Mucciolone una via diversa della vinificazione
Le etichette più conosciute: Origini, Metardo e Cagliostro
A fronte di aziende che hanno problemi di gestione e di mercato nella
Valle del Calore, l’azienda vitivinicola “Mucciolone” di Castel S. Lorenzo, è fiorente e registra una tenuta
del prodotto che fa onore al territorio, alla tenacia dei responsabili delle
aziende e dimostra ancora una volta,
che il territorio è vocato per questi
prodotti.
Il titolare dell’azienda è Antonio
Mucciolo – di anni 34, il più giovane, che si avvale dell’esperienza
dal padre Cosimo e con lo stesso
segue tutte le fasi produttive, dall’uva al vino. Giovane come marchio
ma di vecchia tradizione, la famiglia
Mucciolo, alla quinta generazione
come produttori, nel 1999, ha creato
un suo logo e ha fatto nascere
“l’Azienda Vitivinicola Mucciolone”.
Sulla locandina che presenta
l’azienda, si legge: “Un piccolo centro in provincia di Salerno nell’area
collinare del Cilento, da sempre famoso per i buoni vini. Il primo prodotto
dell’Azienda
è
il
“METARDO” un vino ottenuto dalla
vinificazione in purezza di Barbera
ed è, appunto, un “Castel San Lorenzo Doc Barbera”. Altri vini prodotti,
quelli
della
linea
“CAGLIOSTRO”, sono il Paestum
Igt bianco ed il Paestum Igt rosso.
La produzione dell’uva è in vigneti
aziendali su 10 ha di terreno.
Le viti, di diversa età tra loro per il
necessario rinnovo, su cordone speronato modificato.
L’uva che dà origine al Castel S. Lorenzo Doc Barbera viene da viti di
oltre 20 anni che non producono mai
oltre 70 ql. ad ettaro.
L’approvvigionamento complessivo delle uve viene dai vigneti propri e da quelli in conduzione. Parte
dei vigneti propri, per rispondere
ad alcune richieste di mercato, è
biologica.
L’intero ciclo produttivo vitivinicolo - produzione uve, trasformazione,
preparazione
ed
invecchiamento - con quest’ultima
fase che è praticata prima in fusti di
castagno e ciliegio e poi in barriques - avviene sotto la rigorosa e
meticolosa guida dell’enologo che
ne indirizza le scelte, mirando ad
uno standard qualitativo alto, ed è
sempre impegnato a migliorare il
prodotto del marchio Mucciolone”.
Sig, Mucciolo c’illustri le caratteristiche dei vini che produce e le
altre iniziative che sono collegate
alla sua azienda vitivinicola?
“I vini: Indicazione Geografica Tipica: CAGLIOSTRO – Rosso e
Bianco. (Caratteristiche: le uve,
sono prodotte sulle colline di Castel S. Lorenzo e vinificate nella
prima decade di ottobre con temperature controllate durante le fasi di
fermentazione, che esaltano la tipicità di questi vini. Il profumo intenso
e delicato con un sapore pieno e persistente, accompagna in modo fine
tutti i piatti. I vini: Denominazione
di Origine Controllata: METARDO
– Castel S. Lorenzo - Barbera. (Ca-
Piatti d’autore al Ristorante
“Vecchio Podere”
Giovedì 4 Luglio scorso presso il Ristorante “Il Vecchio Podere” in contrada Gromola a Capaccio – Paestum
si è svolta la 3° edizione: “I piatti d’
autore”.
Tema della serata: ‘la Bufala’Nell’elegante scenario del ristorante Vecchio Podere, si è svolta la 3° edizione
di Piatti d’ Autore organizzata come
ogni anno dal proprietario del ristorante Lello Desiderio in collaborazione con Barbara Guerra e Albert
Sapere. Molte le personalità presenti
quali, l’onorevole Tonino Cuomo, il
presidente del consorzio Alba ingegnere Contini, il presidente di Unimpresa Ciociaro.
La serata ha visto anche la partecipazione della casa vinicola De Conciliis
sponsorizzata dalla Perlage di Antonio Fumarola.
La serata ha avuto inizio intorno alle
ore 21:30, contornata da un ottimo
sottofondo musicale abbinato anche
esso all’atmosfera culinaria che si percepiva dai profumi inebrianti che fuoriuscivano dalla cucina.Si è iniziato
con la presentazione della serata da
parte di uno degli organizzatori, Albert Sapere.
Dopo questo breve saluto di apertura
e di circostanza, si è passati alla presentazioni dei piatti.Si è iniziati con
un entreè di benvenuto, composto da
un fiore di zucca farcito ai sapori di
bufalo abbinato ad un prosecco rosè.
Dopo questa apertura si è passati all’antipasto composto da: Carpaccio di
Bufalo affumicato con quenelle di ricotta di Bufalo, una vera prelibatezza
per il palato e per gli occhi. Abbinato
a questo antipasto è stato servito un
Donnaluna aglianico della azienda
vitivinicola “De Conciliis”. Prima di
proseguire, Albert Sapere chiama al
microfono il presidente del Consorzio
Alba “Ing. Contini”. Il presidente illustra un po’ la storia del Consorzio,
gli obiettivi raggiunti e dichiara che
stanno valutando di aprire un punto
vendita su Salerno cuore dell’economia gastronomica della provincia.
Dopo questa breve interruzione, si
passa al primo piatto: risotto sfumato
al Fiano del Cilento e biancostato di
Bufalo. Nel prosieguo della serata tra
un piatto ed un altro si sono alternati
al microfono i vari ospiti presenti
quali il direttore Bai del consorzio
Alba, l’onorevole Tonino Cuomo, il
presidente di ‘Unimpresa’ Donato
Ciociola, per concludere con il saluto
dell’amministrazione comunale di
Capaccio – Paestum rappresentata dal
consigliere Caramante e dal consigliere Ricci. Hanno portato i saluti del
Sindaco Marino, non presente per impegni istituzionali, e assicurato la loro
vicinanza a tutte le iniziative enogastronomiche che si tengono sul territorio comunale.
Dopo questa carrellata di personaggi
arriva il secondo piatto: Medaglione
di Bufalo lardellato
alle erbe con friarielli dell’orto del
Vecchio Podere.
Dopo un inizio brillante non poteva
mancare una chiusura di classe e qualità degna del
ristorante “Vecchio
Podere”.
Si è passati all’esterno del locale
dove lo staff del ristorante ha offerto un buffet di dolci,
accompagnati da spumanti dolci e distillati cilentani. Nel presentare i dolci
finalmente abbiamo scoperto anche
chi è stata l’artefice delle preparazioni
e della cucina del ristorante si chiama:
“Rossella Salerno” coadiuvata da Stefano Quaglia ( scoperto poi nipote di
Lello Desiderio). Sono loro che da
dietro le quinte sono riusciti a manipolare i prodotti e renderli succulenti
ed invitanti al palato e alla vista. Un
giusto connubio tra vista e palato che
pongono oggi il Ristorante “Il Vecchio Podere” ai primi posti della ristorazione Paestana e non solo… !
Peccato solo che le pseudo guide enogastronomiche non segnalino anche
questi ristoranti fatti di genuità e professionalità. Aspettando la prossima
edizione di piatti d’autore il Ristorante Vecchio Podere augura a tutti
una buona estate.
Ristorante “Vecchio Podere”
Via Precuiali, Gromola
Capaccio – Paestum (SA)
Tel: 0828-861286
Angelo ZARRA
www.diviniassaggi.it
ratteristiche: è il risultato di una meticolosa selezione di uve barbera,
prodotte sulle colline di Castel S. Lorenzo, in vigneti di almeno venti anni
con una resa per ettaro non superiore
ai 70 quintali.
Un’attenta vinificazione in tini di
legno, nel rispetto delle più antiche
tradizioni, una pigiatura lenta e soffice al fine di non frantumare il
chicco e una premitura leggera, attenta a non superare una resa del 68
% in vino, con un affinamento finale
di questo prodotto in botti di legno).
L’ultimo prodotto immesso sul mercato è: ORIGINI - Paestum Igt
Aglianico. (Caratteristiche: prodotto
da uve aglianico in purezza, anche
queste di produzione dell’azienda,
vinificato ad ottobre inoltrato, rigorosamente in legno, affinato in botti
per 2 anni + 1 anno in bottiglia.
Viene immesso sul mercato “Origini” con i suoi 13 % vol., risulta piacevole su piatti forti.
L’azienda Mucciolone è collegata
all’“Osteria da Mucciolone” - Gastronomia tipica castellese. L’osteria, dispone di una saletta da 30 posti
a sedere, per numeri maggiori, dispone degli spazi antistanti l’azienda
vitivinicola Mucciolone, dove effettua anche banchetti per cerimonie
fino ad un massimo di 300 persone”.
Cosmo Guazzo
La Regione “rimanda”
il bilancio del
Consorzio di Bonifica.
Eccessivi i compensi ai
revisori
Dalla Regione Campania è arrivata una richiesta di “chiarimenti” a carico del bilancio
di previsione 2008, con particolare riferimento al piano
triennale degli investimenti,
elenco dei lavori pubblici,
piano di gestione e aliquote
di contribuenza.
In par ticolare , i dirigenti
Paola Viggiani e Alfredo
Bruno, scrivono: “nel budget
economico, il Consorzio, alla
voce “compenso ed indennità
di carica ai membri del collegio dei revisori dei conti”, ha
previsto per l’esercizio finanziario 2008, un impor to di
60mila euro, cifra ritenuta eccessiva ed immotivata alla
luce di quanto prescritto dall’art.37 del Dpr n. 645/94”.
Di minore rilievo le altre
questioni, fra le quali spicca
la “rideterminazione” dei
ruoli di contribuenza.
Uno
Luglio 2008
Brucia il “pagliaio”
tutti scappano
di COSMO
GUAZZO
La Valle del Calore ed il comparto agricolo, con la Val Calore
debbono diventare un problema
dell’intera Regione Campania.
Questo è un processo che si deve
arrestare. Evitare la sensazione corposa che nel paese e nella Valle del
Calore siano tutti sotto tutela in
tutti sensi e che l’economia della
vallata non possa riprendersi. Diciamo la verità: c’è anche un po’ di
rassegnazione che si unisce alla
stanchezza che si sta impadronendo
di tutta la popolazione, a ragione o
a torto, questa è l’amara sincerità.
Rilanciare l’azienda, i suoi prodotti
e tutto il comparto agricolo. Non
bisogna mai smettere di lavorare
per questi obiettivi, che ora, finalmente, sono condivisi da ogni cittadino della zona. Organizzare un
fronte istituzionale, politico e civile
sempre più ampio. Spiegare tutto,
le cose positive e le cose negative,
quello che si è fatto e quello che
non si è riusciti a fare, perché la
gente vuole la verità, solo così si
porta la gente dalla propria parte.
Governanti e opposizione, aziende
di credito ed economiche di tutto il
territorio, facciano le loro proposte.
E, che s’inizi ad ascoltare la gente
del luogo. Le difficoltà ad attivare
una normalità nella gestione dei
prodotti (olio e vino innanzitutto),
nella vallata è difficile, anche se i
segnali positivi non mancano. Il
consiglio di amministrazione dovrebbe, secondo me, pubblicizzare
di più quello che sta avvenendo,
spiegare perchè l’aumento di capitale sociale non viene accettato e
spiegare al territorio che tutto il
prodotto perso, allo stato, sarà difficile recuperarlo. Spiegare come
intendono pianificare il rilancio
dell’azienda e dell’intero comparto
e in che tempi. Perché la perdita
consistente di sovranità rappresentativa non è positiva per il rilancio
della produttività e per consentire
una rinascita.
Evitare a tutti i costi il gioco delle
parti ed abiurare subito se affiora
qualche soluzione che si presenta
come una appianamento di facciata. E, che non è tramite piccoli e
monchi accorgimenti che si possa
raggiungere la soluzione al problema, dovendo essere completo
tutto un piano di risanamento e di
rilancio. Ci sono ancora energie e
volontà da spendere per il rilancio
della nostra azienda. È azzardato
formulare date precise, con il rischio di essere poi, puntualmente
smentiti. Non so se ciò vada nel
senso di una normale pratica democratica. Noi castellesi risultiamo
essere
doppiamente
puniti:
un’azienda, che era il fiore all’occhiello di tutta la vallata e tutti ne
decantavano le lodi e le virtù. Tutti
organizzavano passerelle per far
vedere cosa il popolo della Valle
continua a pag due
Girolamo Auricchio, sindaco di Roccadaspide
“Cantina da salvare,
n e l l ’ i n t e r e s s e d i t u t t a l a Va l l e ”
“L’ECONOMIA DELLA VALLE DEL CALORE,
CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA
COOPERATIVA “VAL CALORE” CON SEDE
A CASTEL S. LORENZO DISAMINA E PROSPETTIVE”, NOSTRA
INTERVISTA AL SINDACO DI ROCCADASPIDE GIROLAMO AURICCHIO
Il Sindaco di Roccadaspide - Girolamo Auricchio, parlando dell’economia della Valle del Calore ed in
particolare di Roccadaspide, ci riferisce: “la difficoltà maggiore che incontra questo territorio, è il trasporto, in
quanto l’orografia del territorio e le
strade non avvantaggiano la percorrenza, per cui la produzione e lo scambio delle merci pagano questo disagio.
Perciò abbiamo pensato di incentivare
la zona di Fonte (più collegata alle reti
stradali), per interventi di tipo industriale, compatibili con il territorio.
Queste, sono difficoltà logistiche che
dovrebbero essere superate da interventi infrastrutturali mirati. Roccadaspide, offre servizi utili a tutto il
territorio, dalla sanità (con l’ospedale
ed il distretto sanitario), all’istruzione
(per la presenza di scuole primarie e
secondarie di primo e secondo grado).
Ci dobbiamo augurare, che l’ospedale
di Roccadaspide, con il relativo distretto sanitario (che per l’intera area
sono un indotto), siano stabilizzati, e
vadano a regime,solo così,questo territorio può registrare un momento di
serenità per quanto riguarda il calo
degli abitanti. Il decremento della popolazione a Roccadaspide non è tanto
sentito come negli altri paesi dellaValle
del Calore. Il prodotto, per eccellenza
di Roccadaspide, è la castagna, il famoso “Marrone di Roccadaspide”. Si
producono ogni anno, circa 250.000
q.li di castagne.Vi sono 2 aziende che
trasformano il prodotto, la Cooperativa “Il Marrone” e l’azienda “Marron
Fonte S.a.s. Per i prodotti dell’agricoltura, in genere, bisogna sottolineare,
che l’età media degli addetti è invecchiata, per cui occorre servirsi di molta
manodopera per la coltivazione ed il
Girolamo Auricchio in un ritratto di Sergio Vecchio
raccolto.I costi sono troppo elevati rispetto al ricavo che ne deriva, per cui
a volte,l’intervento,diventa antieconomico. Un altro indotto, può essere il
turismo. Per quanto concerne questo
settore,occorrono le necessarie infrastrutture, innanzitutto di tipo ricettivo.
Gli agriturismi,presenti in zona,non risolvono tutto il problema. Come Comune, abbiamo preso un’iniziativa, per
la fruizione e la valorizzare del Castello
Filomarino di Roccadaspide.Abbiamo
fatto una convenzione con la famiglia
Giuliani,per mettere a disposizione dei
turisti la visita al castello. Difatti quest’ultimo, è aperto, in tutti i giorni festivi, dalle ore 10,00 alle ore 12,00,e in
tutti i giorni feriali su prenotazione.Per
visitare il castello sarà necessario contattare il Comune di Roccadaspide.
Sono a disposizione 2 guide: una d’inglese e una di tedesco. Con la convenzione,
rispolverata
dall’attuale
Amministrazione Comunale, gli eredi
Giuliani hanno assunto l’obbligo di rendere il castello accessibile al pubblico a
titolo gratuito per visite guidate programmate. Il Comune si impegnerà a
diffondere la notizia tra gli enti preposti alla promozione turistica, in primis
l’E.P.T., e a far in modo che il castello
sia inserito tra gli itinerari importanti
della provincia di Salerno,in considerazione della grande importanza che la
struttura ha assunto nel tempo.I cittadini di Roccadaspide dovranno essere
non solo orgogliosi di poter vantare
questo patrimonio, ma soprattutto
grati agli eredi Giuliani per la disponibilità dimostrata.Peraltro,abbiamo appena approvato un progetto di
sistemazione esterna della struttura, e
siamo in attesa dei fondi necessari. Il
Castello Filomarino, come spesso ci
viene segnalato da esperti storici,è uno
dei più belli del Meridione d’Italia. Fra
breve sarà a disposizione un Cd in cui
sarà spiegata la storia del castello. Per
quanto riguarda,poi,la cooperativa“Val
Calore”,non ho i dati reali in mio possesso, però da quello che so, siamo in
una situazione critica.La sua ripresa va
affrontata con persone capaci che vogliono risolvere la situazione e occorre
uno studio particolare,con un piano di
rilancio serio e fatto da esperti del settore. Certo, c’è da dire che se la Cantina non va bene,i terreni non vengono
lavorati e restano incolti, di conseguenza, tutta l’economia ne risentirà”.
Co Gua
L’ a g r o n o m a
Teresa Pepe
“Esaltare il collegamento
tra agricoltura ed
ambiente”
“La Cantina?
Occorre una gestione
manageriale”
Intervista a pagina due
“Bisogna salvare la
Val Calore”
di C O .G UA .
C’è una frase, uno slogan, che in particolare modo i castellesi debbono ripetere
e farla diventare di dominio pubblico:
“Bisogna salvare la Val Calore”. Deve
essere un impegno, per onorare: il passato,tuttiiproduttori(socifondatori),che
hanno ipotecato i loro patrimoni, il suo
fondare “Donato Riccio”, un territorio e
le colture: quella della vita e dell’olio.
“L’economiadellaValledelCalore,con
particolare riferimento alla Cooperativa
“Val Calore” con sede a Castel S. Lorenzo-disaminaeprospettive”,èstatala
tematica de: Il Valcalore del mese di luglio 2008. Il dibattito sul giornale deve
continuare.
Sonostatiinterpellati,perunatrattazione
dell’argomento, i sindaci della Valle del
Calore: Roccadaspide, Castelcivita,
Controne, Castel S. Lorenzo, Bellosguardo e Felitto. I Presidenti: della ComunitàMontana“Calore Salernitano”e
dell’Unione dei Comuni “Alto Calore”,
nonché,espertidisettore:dalcredito,alle
confederazioni di categoria e titolari di
aziende economiche del territorio. Vogliamo, a questo punto, riportare una riflessione tratta da: “Il Corriere della
sera” del 19 maggio 2008, di Francesco
Alberoni per dare il senso dell’impegno
e del contesto: “Il coraggio va coltivato….”
“….C’è sempre un momento in cui veniamo colpiti,gettati a terra….. Poi comprendiamo che quella è la realtà in cui
dovremovivere.Ècomesefossimopiombati in una foresta sconosciuta piena di
pericoli mortali. Cosa dobbiamo fare
quando siamo smarriti in una foresta?
C’è una sola strada: accettare la nuova
realtà, capirla, adattarsi ad essa, imparare a muoversi nell’ignoto. Guai a voler
conservare le abitudini di un tempo, a
farsi prendere dal rimpianto del passato.
Dobbiamo imparare rapidamente a viverenelnuovoambiente,diventarnedegli
abitantieusare tuttelenostrecapacità,la
nostra intelligenza, la nostra tenacia per
uscirne.
E mettere a frutto le virtù, le qualità che
possediamo: il coraggio, la forza
d’animo,l’ottimismo,lasperanzapernon
arrenderci, guardare avanti, agire. Qualcuno dice che il coraggio non ce lo possiamo dare. È falso. Il coraggio si coltiva,
siesercita.Elostessovalepertuttelealtre
virtù come la vigilanza, la tenacia, l’ottimismo, la speranza. ….Ma come è difficile fare da soli. Abbiamo bisogno di un
soccorritorechecifacciadaguida,cisorregga, ci aiuti.
Qualcuno che, quando cediamo presi
dallo sconforto, ci rincuori e ci dica che
ce la faremo.
Che, quando siamo passivi agisca al nostro posto. E su chi possiamo contare?....”, innanzitutto sul protagonismo
della gente del posto, e sulla capacità di
coinvolgere, ricercare aiuto e solidarietà,
perché oggi in particolare, nessuno ti regalaniente.Celadobbiamofare,anzicela
faremo.Comeèsuccessoperlechiese,che
conilprotagonismodelparroco,DonDomenico Sorrenti e dei castellesi, sono state
tuttesalvatedalterremotoedall’incuriadel
tempo.
Con gli auguri de “Il Valcalore”.
due
Il Valcalore
Luglio 2008
Come si presenta l’Azienda Val Calore, oggi. Parla Pasquale Masi
Assicura un migliaio di giornate annue a lavoratori stagionali
Il presidente della Cooperativa Val
Calore: Dr. Pasquale Masi – già dirigente veterinario dell’ASL SA 3 di anni 60. È in pensione dal 1° luglio 2007, possiamo dire che trascorre quasi tutto il suo tempo a
disposizione della Cooperativa “Val
Calore”. Non sembra stanco del suo
ruolo, di presidente. Ci riceve nel suo
ufficio, per fare il punto della situazione gestionale dell’azienda. Il suo
ottimismo e la sua voglia di ascoltare
tutti i suggerimenti per la ripresa
economica della cooperativa sembrano che gli interessano. A tal proposito ci dichiara: “Normalmente la
cooperativa sta attraversando un moda pag. uno
Quando brucia il “pagliaio” ...
di COSMO
GUAZZO
del Calore, dagli anni “60, era stato
capace di organizzare. I dirigenti
dell’azienda e gli amministratori
probabilmente non hanno colto in
passato il senso della futura crisi, e
nel frattempo non hanno ascoltato
le voci del dissenso. I governanti
che si sono succeduti, ognuno per
la sua parte ha cercato di utilizzare
al meglio, l’indotto cantina. Oggi,
ci ritroviamo a dover dismettere
un’azienda, un prodotto, un mercato ed un territorio. A distanza di
sette anni, non siamo usciti dall’emergenza e in nome dell’emergenza e della sua risoluzione,
subiamo una ridimensionatissima
democrazia, con la perdita consistente di sovranità rappresentativa.
E pensare che i responsabili comprimari della gestione dell’azienda
e del nostro territorio, sono coloro
che forse difficilmente saranno perseguiti e condannati per le scelte
non fatte o fatte male. Dimostrando
una doppia “morale”, per quanto riguarda diritti e doveri. Con in più
la sensazione corposa che Castel S.
Lorenzo e la Valle del Calore siano
sotto tutela in tutti sensi. In tutti
questi anni, “la politica”, ha avocato a sé ogni aspetto della vita
pubblica, svuotando di significato
le autonomie locali. Bisogna dare
certezze agli altri, se si vuole che la
gente riacquisti fiducia. Cioè bisogna che per almeno due/tre anni, il
tema della “Cooperativa Val Calore”, sia solo questo, con martellamento sui media per tutte le
famiglie. E il tempo di rimboccarsi
le mani, non per la ricerca dei presunti colpevoli, o capire le ragioni,
che hanno consentito le scelte ed
hanno avuto tanto dall’azienda e
ora, trovandosi la barca in difficoltà, vogliono scendere lasciandola affondare. Come cittadino,
provo, scusate il termine, disgusto.
mento molto difficile soprattutto
quello economico. I debiti ereditati
nel gennaio 2006, al momento del
nostro insediamento in azienda, ammontavano a circa € 7.000.000,00.
Alla data odierna, sono diminuiti a €
4.000.000,00 circa, non pagando
però, i conferimenti degli ultimi tre
anni e facendo dei tagli alle spese. La
gestione ordinaria dell’azienda è ordinaria e normale. Le prospettive
non sono rosee, in quanto l’unica salvezza è sempre l’aumento di capitale
sociale, o l’intervento di qualche
ente, società che possa non soltanto
fornire capitale, ma idee e servizi,
portando i nostri prodotti verso altri
mercati e nuovi, oppure facendo diventare l’azienda un centro di altri
prodotti alimentari, in quanto, vi è
una grossa potenzialità che va colta.
In alternativa a qualche soluzione, si
rischia il commissariamento dell’azienda da parte degli enti preposti. Allo stato, il sindaco e
l’amministrazione comunale di Castel S. Lorenzo si sono impegnati per
ricercare una soluzione del pro-
blema, si è in attesa di verificarne i
risultati”.
Presidente, come vive il quotidiano
dell’azienda?
“Il quotidiano viene vissuto, in una
situazione precaria, irto di ostacoli e
piena di difficoltà oggettive e alla
data odierna non si riesce a portare
avanti il minimo indispensabile. La
mia vita, ovvero una buona parte di
essa la trascorro in cantina.
L’azienda, oggi conta 4 addetti fissi,
di cui 2 amministrativi e 2 operai;
l’enologo, da circa 2 mesi lavora a
part time, in più siamo in grado di assicurare un migliaio di giornate
annue a lavoratori stagionali. In conclusione, resto tuttavia fiducioso, in
una soluzione favorevole, a portare
avanti l’azienda e tutto il comparto”.
Co. Gua.
“La Cantina? Occorre una gestione manageriale”
Parla l’agronoma Teresa Pepe
Teresa Pepe di Castel San Lorenzo - Dottore Agronomo e
Dottore Forestale. Ha frequentato un master post-laurea dal titolo:
“Manager dei Sistemi Innovativi
Agroalimentari per la promozione di
uno Sviluppo Sostenibile e Compatibile nelle Aree del Mezzogiorno Ma.S.I.A.M.” svolgendo lo stage all’estero presso l’Ufficio di rappresentanza della Regione Campania a
Bruxelles e lo stage in Italia presso il
Gal (Gruppo di azione locale) ADAT
in San Rufo (SA).Attualmente svolge
la libera professione collaborando
con: l’Ufficio Provinciale Confagricoltura Salerno (direttore Dott.
Luigi Orsetto), gestendo come coadiutrice, l’ufficio di zona della Confagricoltura di Castel S. Lorenzo.
Riferisce che: “L’agricoltura è un settore di importanza rilevante per
l’economia castellese: ci sono tante
possibilità per sostenere il comparto. Oltre agli aspetti paesaggistici,
che rendono unico questo territorio nel suo complesso, a mio avviso,
bisogna esaltare il collegamento tra
agricoltura e ambiente in termini di
sicurezza alimentare e rispetto delle
tipicità locali, insomma, occorre promuovere iniziative per l’adozione di
tecniche colturali a basso impatto
ambientale, riducendo l’impiego di
sostanze a rischio, legando la qualità
dei prodotti alla salubrità del territorio”. Alla professionista, impegnata
direttamente nel comparto agricoltura, ci rivolgiamo per una riflessione sull’economia della Valle, con
particolare riferimento all’Azienda
“Val Calore”.
Co. Gua.
L’Economia della Valle del
Calore e l’indotto Cantina
sociale
La Valle del Calore, è caratterizzata
dal punto di vista socio economico
da forti connotati di ruralità, ancora
oggi, fonda la propria economia sull’agricoltura, attività considerata la
colonna portante del tessuto economico capace di incidere sugli usi,
consumi e abitudini della sua gente.
Tale sistema agricolo è strutturalmente debole e senza un adeguato
supporto delle attività di diversificazione al reddito (Agriturismo, Fatto-
rie Didattiche ecc.) rischia di scomparire. Un’area, questa da sempre
vocata alla viticoltura e all’olivicoltura, conta sul suo territorio oltre 5
aziende vitivinicole e una decina di
frantoi. È in questo contesto che si
inserisce l’economia della Cooperativa Val Calore, la quale dal lontano
1967, rappresenta l’unica risorsa
economica fondata sull’associazionismo contenendo sia lo spopolamento che la desertificazione del
territorio.
Con un’esperienza di decenni alle
spalle, offre ai consumatori una vasta
gamma di prodotti certificati che
vanno dai 7 vini D.O.C. agli I.G.T.,
dall’olio extravergine di oliva all’olio
D.O.P. Colline Salernitane. Oggi questa azienda, attanagliata da una profonda crisi, necessita di un vero
piano di rilancio analizzando le cause
senza ricercare il colpevole di turno.
Per far ciò, occorre una gestione
manageriale rapportata all’entità
della struttura stessa utilizzando soci
sovventori del settore con il coinvolgimento degli Enti Pubblici e privati. Ad integrazione di quanto
sopra, sottolineo come strategia di
sviluppo il recupero dei vitigni autoctoni come l’Aglianicone della
Valle del Calore, l’uva Puzo, il Moscatello e la Sanguinella Salernitana.
Teresa Pepe
Luglio 2008
I
Anno VI N.4 Nuova serie
EBOLI
Intervista a Cicia
“Voglio integrazione”
Direttore responsabile Oreste Mottola
BATTIPAGLIA
A.A.A. Carpentieri cercasi
per cantieri lumaca
di Faenza e Calabrese
A PAGINA QUATTRO
A PAGINA TRE E QUATTRO
A PAGINA DUE
Figliulo, che delusione
questo tuo Pd
ORESTE MOTTOLA
Questa è una
lettera aperta
a
Michele
Figliulo, il
coordinatore
provinciale
del Partito
Democratico. Michele
è di Valva, il
cuore della Valle del Sele, il
paese del quale è stato lungamente sindaco.
Oltre le fantasie veltroniane il
Pd di oggi è la risultante delle
due grandi tradizioni politiche
che hanno fatto grande l’Italia e
difeso la sua libertà: i democristiani ed i comunisti.
Con i primi che ci evitarono, a
livello internazionale, il baratro della caduta nell’illiberale
area d’influenza della Russia
Sovietica e guidarono la Riforma Fondiaria del dopoguerra, l’unica signicativa
rivoluzione meridionale degli
ultimi secoli, ed i secondi con
le loro lotte per l’emancipazione delle classi più deboli e
ed il fondamentale contrasto al
terrorismo brigatista.
Il senatore Indelli, che lottò per
dare l’acqua ai nostri paesi assetati, aveva molte cose in comune con Antonio Cassese, che
ad Eboli inculcava ai contadini
il senso della dignità. Storie di
ieri: nel Pd di oggi però prevale
il correntismo più deleterio.
Giorni fa mi è stato fatto
l’elenco dei “nominati” nel direttivo del Pd mio paese.
E’ tutto un rincorrersi di parenti
e famigli, cortigiani e clientes:
mai vista una così vasta “prevalenza del cretino”, come dicevano gli scrittori Fruttero e
Lucentini.
Una rapida indagine mi restituisce una situazione pressocchè
Continua a pagina II
LE PAGELLE
Viaggio nel mondo dei lavoratori
extracomunitari della Piana del Sele
Inchiesta di Marco Valente
“Perché vogliono
sgombrarci a settembre”
Foto di Mario Pagliara
Battipaglia
Costruita intorno al “tiè”
ERNESTO GIACOMINO
Confesso che c’è una cosa che mi
mette angoscia più delle sopracciglia
di Calderoli o del botulex delle veline: le code. Le code alle poste, allo
stadio, dal dentista, all’Asl, al casello,
al passaggio a livello, al ristorante,
dalle lucciole in litoranea, in discoteca, in chiesa.
Perché loro, le code, si tirano dietro
sempre un retrogusto amaro, malato. Anche quando, che ne so, sono
per ritirare vincite o comprare coi
saldi. La gente in coda è sempre triste, assonnata, invecchiata, avvilita.
Non parla, non comunica, neanche
accenna a un sorriso. Sbuffa, al massimo. Guarda l’orologio. Non attacca bottone con nessuno, e
neanche ne ha voglia.
Non è per il fastidio dell’attesa, nossignori; né per il caldo, o il freddo, o
per la puzza del vicinato (c’è sempre
chi ha mangiato aglio abbondante, e
per ironia della sorte è quello che
sbadiglia di più), o per quel senso di
allerta che spinge costantemente a
guardarsi intorno per impedire al
furbo di turno di fregarci il posto. E’
per un motivo più profondo, inconscio: una percezione pruriginosa assolutamente
impossibile
da
razionalizzare. Perché quello che capiamo, indirettamente, è che quella
fila è sostanzialmente ingiusta.
Quello che capiamo è che quella fila
è il mancato corrispettivo di un servizio già pagato con largo anticipo, e
più che profumatamente, e che per
quanto abbiamo sborsato – in termini finanziari ed emotivi insieme –
dovrebbe venirci lui, l’impiegato, a
casa nostra, e farci il pedicure mentre compiliamo con tutta calma il
modulo di raccomandata o la distinta di versamento (sbagliandone
anche due o tre, così, per ripicca).
D’altra parte anche il nome,“coda”,
è emblematico. Da che mondo è
mondo la coda ha due sole funzioni
note: esprimere lo stato d’animo
dell’animale e nascondere alla vista
particolari “intimi” poco piacevoli.
Sul primo punto siamo concordi:
niente esprime lo stato deficitario di
un ente quanto la misura della coda
al di là dello sportello. Sul secondo,
per paradosso, idem: spesso un serpentone di persone in attesa è
l’ideale per dare l’idea di una sana e
frenetica attività istituzionale, camuffando ebetismo e incapacità del
personale.
Chiaramente, però, non è un discorso generalizzabile. La tragedia
delle code, in realtà, è più un fatto di
do ut des, di interazione fra ambiente e soggetto: approssimativo e
superficiale il territorio in cui opera
il tal sportello, altrettanto tale il servizio reso dagli addetti ivi trapiantati.
Di recente, ad esempio, m’è capitato
di bazzicare la filiale battipagliese di
una banca importante, gente che di-
Continua a pag. III
“Questo posto è un vero
inferno”
MARCO VALENTE
Sulla Strada Statale 18, guidando da
Battipaglia verso sud si trova ad un
certo punto una traversa sulla sinistra. Il cartello indica “San Nicola
Varco”. Comune di Eboli. Entriamo
nell’immensa area dell’ex mercato,
dove moltissime persone (700, è
stato stimato) vivono in condizioni
disumane, in strutture abbandonati,
tende, baracche. E’ un’area demaniale della Regione Campania, ed
ora è simbolo delle condizioni di
vita dei lavoratori nell’agricoltura
nella Piana del Sele. La maggior
parte proviene dai paesi nordafricani. Non esiste servizio di rimozione dei rifiuti. Per un’unica
fontanella di acqua corrente hanno
dovuto aspettare anni. Tutti vanno a
fare rifornimento lì con grosse taniche che poi riportano nelle loro baracche.
Molti di loro sono stati truffati con
falsi contratti di lavoro, che sarebbero stati necessari per avere il permesso di soggiorno. Una volta
arrivati qui era tutto falso. In un’indagine del 2006 la Direzione Provinciale del Lavoro di Salerno ha
trovato irregolarità gigantesche. Su
6336 domande di lavoro, quelle respinte perché irregolari sono state
5120. Complici i caporali e le
aziende inesistenti, che hanno intascato i soldi. Settemila euro sottratte
a persone che già fuggono da condizioni di grande povertà.
Nel luglio 2007 un’equipe di Medici Senza Frontiere passò anche di
qui nel suo viaggio per studiare le
condizioni di vita ed aiutare i lavoratori stagionali con diagnosi e assistenza medica di base. E vedendo
San Nicola Varco la definirono
“Caso emblematico delle indegne
condizioni di vita dei lavoratori stagionali”.
Perché questo posto è un vero inferno. Sono gli stagionali dell’agricoltura nella Piana del Sele. Se
andassero via domani, l’industria
Continua a pag. II
II
L’in ch ie sta
segue dalla prima
Continua dalla I
“Vogliono sgombrarci a settembre”
agricola crollerebbe in un attimo.
Lavorano per 25 euro al giorno, di
cui 3-5 euro sono da dare al caporale.
Vanno nelle serre al mattino presto,
anche se la sera prima sono stati diffusi fitofarmaci sulle piante e l’area è
irrespirabile. All’inizio, nell’accedere
alla zona, c’è molta diffidenza reciproca. ‘Un altro articolo? E’ stato
scritto tanto qui, e la situazione non è
mai migliorata’, è il sentimento comune che mi accoglie. ‘Siamo stanchi’, dicono altri. Parliamo con
Halim, che è uno dei rappresentanti
dei diritti in questa comunità. Qui lo
conoscono tutti, perché è sempre disponibile a fare da mediatore. Conosce molte lingue, sa da chi andare per
fare una denuncia, per una regolarizzazione, per difendere un diritto negato, ed è così che aiuta tutti. E’ lui a
dirmi che a settembre ci sarà lo
sgombro. Lo hanno deciso il Comune e la Regione. ‘Vogliono sgombrarci a settembre, perché così la
coltura estiva sarà finita e non
avranno più bisogno di noi’, mi dice.
Ci sono dei soldi per aiutarvi?
“Ci sono 50mila euro per la bonifica,
e dopo tante battaglie ci saranno alcune soluzioni abitative, si parla di
ristrutturare dei casolari ad Eboli, e
per quello ci sono un milione e
mezzo di euro. Faranno il fondo di
garanzia per agevolari gli affitti per i
soli regolari. Però anche chi è in regola spesso non ha contratto, quindi
Luglio 2008
la situazione può peggiorare anche
per noi”.
Ma non esistono dei contratti regolari per voi?
“Se li vuoi devi pagare. Vai dall’azienda e chiedi il contratto regolare, e loro ti dicono: ‘Dammi
4mila euro, altrimenti non te lo faccio’. Così ti minacciano”.
Se dovesse cambiare una cosa, una
sola, per migliorare la vostra condizione, cosa sarebbe?
“La regolarizzazione. Molte persone
sono state truffate quando sono arrivate qui, e si sono trovati anche senza
contratto, quindi in una situazione da
irregolari. Noi vogliamo che anche a
queste persone sia riconosciuto il diritto a cercare un altro lavoro per alcuni mesi. E che quest’area sia
riconosciuta come nostra”.
Una persona mi racconta della ‘giustizia a senso unico’ che regna in
questa zona. “La polizia ogni tanto
va nell’azienda agricola e fa una retata contro gli irregolari, gli prendono le impronte, li catturano. Il
caporale sta lì affianco, ma nessuno
lo arresta, nessuno lo tocca”.
Siete mai vittime di violenza, incidenti?
“Spesso. Ad esempio quando uno
scende dall’autobus deve fare un
tratto a piedi per arrivare qui. Capita
che viene attaccato, insultato, bastonato con le mazze da baseball. C’era
una banda, poco tempo fa, che colpiva i marocchini con una pistola ad
Figliulo, che delusione
questo tuo Pd
identica anche nelle realtà più
grandi della mia Altavilla.
Michele non puoi permettere
questa così generalizzata omologazione verso il basso.
Imponiti, fai tenere delle primarie vere e non truccate, rendi
pubblici i nomi dei votanti, falli
pure fotografare e schedare ai
fini dissuasivi di non far alterare il voto.
Fai comunque in modo che
nella zona che è stata la culla
del miglior movimento cattolico democratico e comunista
della Valle del Sele, il Pd non
diventi un’insalata mista fatta,
nella migliore ipotesi, di fameliche clientele eteroditrette.
Se ci sei batti un colpo.
Lo devi anche alla tua storia di
uomo che iniziò a lottare per i
diritti dei contadini e dei braccianti della tua Valva e che alla
fine del 1980 accolse Enrico
Berlinguer.
aria compressa. Loro sono stati presi,
ma siamo vittime di violenze tante
volte”. Halim vorrebbe trovare un lavoro come mediatore culturale. Ma
sul futuro di San Nicola Varco è pessimista. ‘Ormai, cosa altro ci può
succedere?’, chiede. Difficile rispondere.
Marco Valente
L’intervista
Cicia: “Voglio integrazione per queste persone”
Cosimo Cicia è l’assessore alle politiche sociali, istruzione e immigrazione
di Eboli. Lo incontriamo all’ospedale
dove lavora come caporeparto. L’intervista è successiva alla visita al campo
di San Nicola Varco.
A San Nicola Varco sappiamo
che la condizione è drammatica. Ma se lei dovesse identificarmi un fattore, uno solo, che
è colpevole di tanto degrado,
quale sarebbe?
“Il problema non è mai stato affrontato
in maniera radicale negli anni. Non è
mai stata cercata una soluzione definitiva al problema, e nel corso degli anni
è diventato un attrattore per gli immigrati anche di passaggio per altre regioni d’Italia. Stiamo lavorando anche
con l’assessore regionale De Felice per
trovare soluzioni.
Quindi a settembre ci sarà lo
sgombro, si sente in giro. E’
così?
“Non sappiamo per certo quando. Ne
dobbiamo parlare, faremo una riunione
con gli imprenditori”.
Ma con le persone che vivono lì
ci parlate? Avete un interlocutore?
“Sì, li coinvolgiamo sempre. Abbiamo
tre o quattro interlocutori che coinvolgiamo nei nostri incontri”.
Li sgombrate proprio dopo le
raccolte estive. Non potevate
farlo, che so, a maggio?
“E’ vero, sarebbe dopo l’estate. Questo succede perché non siamo ancora
pronti. La raccolta estiva non c’entra
tanto, perché con le serre qui si raccoglie tutto l’anno”.
Ci sono soldi allocati per interventi su San Nicola Varco.
Come li userete?
“Abbiamo 1.500mila euro con i quali
abbiamo previsto un contributo per i
fitti che sarà un fondo di garanzia. Noi
come comune facciamo da garante per
gli immigrati. Abbiamo chiesto alla regione di mettere a disposizione case
per sessanta, settanta persone. Verranno fatti anche dei corsi di formazione sulla potatura”.
Gli insegnate la potatura, ma
molti non conoscono neanche
dei loro diritti sanitari…
“Abbiamo associazioni convenzionate
che se ne occupano, e poi sindacalisti
che informano sui loro diritti; ad esempio dicendo loro che l’assistenza sanitaria minima va garantita a tutti”.
Settanta persone sono il dieci
per cento di chi vive nelle baracche, visto che la popolazione è di circa settecento
persone. E gli altri?
“Noi possiamo fare questo perché
solo il dieci per cento di queste persone è regolare. E’ vero che molti sono
lì perché c’è effettiva richiesta di manodopera”.
Però anche ai regolari raramente viene offerto un contratto di lavoro.
“Vero. Ci sono sei o sette aziende agricole grandi che stanno regolarizzando,
e cercando di risolvere il problema abitativo, mentre una cinquantina di piccole imprese sono ancora indietro con
la regolarizzazione”.
A proposito: quando si fanno
le retate puniscono solo gli immigrati irregolari. Perché i caporali non li beccano mai?
“Questa è una domanda che mi faccio
anche io. Abbiamo almeno debellato il
fenomeno delle truffe agli immigrati, ai
quali venivano chiesti 7000 euro nel
loro paese di origine con la promessa
di un contratto di lavoro in un’azienda
del mezzogiorno inesistente, o che
non poteva assumerli”.
Abbiamo visto fumi neri. Bru-
ciano copertoni?
Sì, devono essere degli italiani che scaricano lì. Bisogna fermarli, perché poi
le gomme bruciate rilasciano diossina.
Noi possiamo sollecitare le autorità di
polizia, ma più di questo non possiamo
fare.
Poniamo di risolvere a San Nicola Varco. Lei lo sa che le piccole aziende non vorranno fare
contratti nemmeno agli immigrati regolari. Ne faranno una
questione di costi.
Su questo sono molto pessimista anche
io. Per questo bisogna agire in sinergia
con i comuni vicini, con Provincia e Regione, con i sindacati. Sui costi, stiamo già
perdendo competitività rispetto -ad
esempio- alla Spagna, e ci stiamo concentrando sulle primizie. Riguardo ai
costi per le assunzioni, potremmo proporre delle borse di lavoro alle piccole
imprese, con le quali la Regione paga per
un periodo i contributi previdenziali.
Quello che io voglio è l’integrazione
vera per queste persone, dare loro dignità e garantire loro un futuro .
M.V.
Eboli
Luglio 2008
III
Melchionda abbatte il bar Bello
Ragazzine “impertinenti“ hanno inziato una raccolta di firme, vogliono spazi per giocare
Melchionda abbatte il bar Bello. Sette anni
per la demolizione? “Non avevamo i soldi,
prima”. Appesantita dal costo dei quadricicli, dagli straordinari per i vigili urbani,
dalla interminabile lista di convenzionati,
Melchionda si è ricordato che il bar Bello
era abusivo. E lo ha demolito. Complimenti. Sotto a chi tocca.Achi tocca? “Non
tocca a nessuno, i lidi ebolitani sono tutti
in regola”. E se lo dice il sindaco, vorremmo capire i 250 abusi della capitaneria
di porto chi li ha commessi, chi li ha conteggiati. Per la capitaneria di porto abbiamo la costa più abusiva d’Italia. Per
Melchionda è tutto in regola. E non fa
niente, poi, se ti trovi la spiaggia ostruita, il
passaggio bloccato, per un lido ha le basi
delle cabine che finiscono addirittura in
mare. Si gira dalla litoranea, 200 metri
nella pineta più sporca d’Italia, e si torna
sul lato opposto della spiaggia. Soluzione
turistica, by amministrazione Melchionda.
Non ci sono abusi, nè abusivi, dice Melchionda. La strada in riva al mare è chiusa.
Sta nascendo un nuovo lido. Ha chiesto e
ottenuto il permesso di ostruire la strada.
Va bè. Meglio un nuovo lido che la strada
ostruita dalle prostitute. La situazione è migliorata. Due vigili urbani al giorno ci sono.
Si vedono. Coprono, con o senza quad, la
fascia costiera. Nove chilometri di abusi.
Checchè ne dica il sindaco, noi crediamo
di più alla capitaneria di porto. Non saranno 250 abusi, ma...a ognugno il suo mestiere. E ci chiediamo. Ma i cartelli sui
divieti di balneazione, vicino l’idrovora,
sono stati installati? Immaginiamo la risposta pilatesca. Li abbiamo messi, ma li
hanno tolti. E quindi, i bagnanti non si avvisano più che l’acqua è sporca e pericolosa. Li avete messi? E rimetteli. E’
previsto dalla legge. Mostriamo ai bagnanti che non siamo tutti l’isola anarchica
del principe di Arcore, impunito e senza
processi.
Questione bagnini. Sono aumentati. Fermi
con lo champagne. Sul numero dei bagnini
è nata una carnevalata di ipotesi. Il sindaco
ne conta un numero diverso a ogni dichiarazione: “sono 9” dice in radio. “Sono 10”
mentre abbattono il bar Bello. “Sono sei o
sette” dichiara nei giorni di luna storta.
Quanti sono i bagnini? “Siamo nove” dichiara sorridente Armando Luongo “io
sono il delegato dei bagnini. Guardatemi.
Ho la maglia blu. I bagnini ce l’hanno
rossa”. Signor, dottor, avvocà, professò
Luongo...sulla spiaggia libera del bar
Bello? “Non ci sono, li metteremo. Siamo
già nove”. Ma l’impressione è tutt’altra.
Che ce ne siano un paio, lungo l’arenile
ebolitano. Non di più.Al bar Bello (demolito) c’è un chilometro di spiaggia libera.
Senza bagnino. Li metteranno. Promette
Luongo. Magari insieme ai cartelli con i
divieti di balneazione.
Ma lasciamo la Marina degli abusi e degli
obblighi legali e torniamo nel centro di
Eboli. Una tristezza indicibile.
Gli ebolitani si sono riversati in piazza, per
trovare un pò di refrigerio. E si ritrovano
in uno scenario da Romania 1989. Crollato il regime di Ceausescu, si notano tutti
i segni di decadimento. Le fontane sono
tutte rotte.Vandalizzate. La spiegazione del
sindaco la lasciamo commentare a voi:
“non le aggiustiamo le fontane, perchè i
vandali tornano a rompere”. Immaginiamo
Vincenzino De Luca, a Salerno, con tutte le
sue fontane. Chissà quanto spenda per i
vandali. Milioni di euro? A Eboli, hanno
trovato la soluzione. Se i vandali distruggono una fontana, il nostro amato sindaco
non l’aggiusta. Proviamo a immaginare
quale genio gli ha suggerito questa boiata.
Nell’attesa, lo scenario rumeno-ceausescu
si è impadronito del centro della città.
PIazza della Repubblica, Largo Pastrana
(nei pressi del comune), e viaAdinolfi. Qui
si apre una parentesi particolare. Perchè la
bocciatura al nostra amato sindaco è giunta
da un gruppo di ragazzine sovversive, roba
da Bolzaneto e dintorni. Queste ragazzine
“impertinenti“ hanno inziato una raccolta
di firme. Vogliono spazi per giocare. Vogliono il ripristino del parco giochi in via
Adinolfi. Vogliono un’area da gioco in
piazza della Repubblica. Il loro amato sindaco riceverà presto una petizione. La raccolta di firme, in piazza, ha raccolto un
grande successo. Nella mania di costruire
parcheggi sotterranei (Borgo-ViaAdinolfi)
la giunta Melchionda non si è accorto dello
schifo che c’è in superficie. Una Eboli così
decadente è veramente indegna. Per gli
ebolitani, prima, per i turisti, poi. Tagliare
l’erba non basta. Ridateci le nostre fontane,
il vandalismo si combatte con la testardaggine. Ammesso e non concesso che
questa sia la verità. L’ultimo appunto riguarda gli “straordinariati” vigili urbani.
Fare cento multe agli scooteristi senza
casco è metà del loro dovere.Abbandonare
il centro di Eboli ai giovani patanielli e ca-
Le pagelle
di Fr an ce sco Fa en z a
Consiglieri Comunali: Voto 2.
Fedeli tra i fedeli. I consiglieri comunali
di Battipaglia, di destra, di centro e di sinistra (se ce ne sono), non hanno mancato l’appello con la festa della patrona,
Santa Maria della Speranza.
Eleganti, sorridenti, abbronzati, i “primi
cittadini”, hanno mostrato una gran
fede e uno spiccato senso d’appartenenza, affiancando sul palco il parroco
e gli altri chierici all’arrivo della processione. Una vetrina importante, soprattutto per chi (e ce ne sono tanti) in
consiglio comunale non da mostra
delle proprie qualità, giocando col cellulare e alzando la mano. Speriamo non
facciano la fine dei maiali di Orwell, più
uguali tra gli uguali.
Vigili Urbani: Voto 2.
Durante i festeggiamenti del week-end
scorso, con le strade gremite di gente,
approfittando del proscenio si sono
esibiti in inseguimenti e blitz tra la folla,
ai danni degli extra-comunitari intenti
a vendere borse e capellini taroccati.
Reato? Non aver pagato la tasa di occupazione seuolo pubblico. Bene, peccato solo che a Battipaglia tanti
commercianti in giacca e cravatta non
sappiano nemmeno cosa significhi la
parola Tosap. Piazzata?
Biblioteca comunale: Voto 6+.
Dopo l’articolo di qualche settimana fa,
in cui si denunciava la cattiva gestione
della biblioteca diVia Guicciardini, sono
partite le prime chiamate di sollecito
nella riconsegna dei libri presi in prestito. Non è mai troppo tardi, a volte.
Rocco Delle Donne: Voto 7.
Il consigliere dell’Udeur, da pochi giorni
subentrato all’incompatibile Leo, ha ricevuto minacce e ingiurie a latere del
Consiglio Comunale, perché astenutosi
sull’approvazione del bilancio. Pare che
l’azione sia stata mossa affinché il consigliere votasse contro il prospetto rendicontale dell’amministrazione Barlotti.
Delle Donne ha incassato, denunciato e
si è astenuto. Un applauso al coraggio e
uno schiaffo morale all’aggressore.
foni, in doppia fila con le loro macchinone,
è una moda che va avanti da oltre un anno.
Un’altra schifezza da risolvere presto. Perchè se Eboli fa schifo, i bambini della petizione ce lo insegnano, la colpa non è solo
dei vandali. Ma anche di chi sperpera denaro pubblico per tante iniziative inutili e
clientelari. Eboli chiama Bucarest, aiutateci ha risorgere.
Fra.Fa.
Da Pag. I
Costruita intorno al tiè
di Ernesto Giacomino
cono esista addirittura da prima
della scoperta dell’America (tant’è
che avrebbero insegnato loro ai
pellerossa a fare gli indiani). Cioè:
vai in una delle quattro-cinque
agenzie salernitane di quella stessa
banca, o in quella pontecagnanese,
o eccetera, e niente: alle otto e
venti (orario di apertura esposto a
caratteri cubitali) entri regolare, gli
impiegati sono pronti e sorridenti
allo sportello e se ci hai quel minimo di fortuna sei pure fra i primi
e te n’esci subito. Nello stesso momento, qui a Battipaglia, i loro colleghi sono ancora indecisi se
entrare o marinare; poi, alle otto e
venticinque aprono (molto piano)
le porte girevoli, alle otto e trenta
uno di loro si mette seduto e
chiude certi conti complicatissimi
con la guardia giurata (ivi inclusa la
retta settimanale per lo scommesse Snai), alle otto e quaranta
(forse) attacca col primo cliente
sopravvissuto. Frattanto gli altri
due o tre impiegati che dovrebbero affiancarlo cominciano a saldare i componenti che formeranno
i circuiti con cui assemblare il computer che, dopo diversi e vani tentativi di allaccio alla rete,
risulteranno perfettamente accesi
e funzionanti intorno alle dodici e
quaranta. Direttori in giro, chiaramente, non se ne vedono, trovandoci in presenza di uno di quei rari
casi di autogestione tramandata
dalle occupazioni studentesche del
’90.Allora ti chiedi come mai, qual è
la causa di cotanta disparità organizzativa, e ti rendi conto che è il
classico effetto camaleonte dettato
dalla realtà territoriale in cui si
opera: alla lunga cliente e bancario
(o postale, o dentista, o bigliettaio)
assumono gli stessi connotati, la
stessa spocchia, la stessa attitudine
trasandata alla sopportazione con
tornaconto. E noi, buoni in fila, imbronciati ma pazienti attendiamo, e
pur sapendo di averne il diritto troviamo più saggio tacere: hai visto
mai ‘sti soliti puntigliosi che poi, per
contrappeso, vengono ad appiopparci dei doveri…
IV
Battipaglia
Luglio 2008
A.A.A. Carpentiere cercasi
L’immagine di una città lenta, farraginosa, incapace
Se fosse una bambina a settembre
andrebbe a scuola. La prima elementare, magari non alle De Amicis, sarebbe troppo, anche se è quella la
scuola che le spetterebbe, almeno per
dov’è situata.
Se fosse una bambina… ed invece, è
solo un cantiere, il cantiere della centralissima piazza Aldo Moro, praticamente sotto il naso del Sindaco.
Una cantiere aperto nel lontano gennaio 2004 e da chiudere l’anno successivo, ma che ad oggi è ancora
aperto.
L’immagine di una città lenta, farraginosa, si direbbe incapace. Due gare
d’appalto non sono bastate per concludere dei lavori che avrebbero richiesto pochi mesi in una situazione
“normale”.
Le ditte vincitrici delle gare d’appalto, a causa della mancanza di
fondi, hanno rescisso anzitempo i
contratti, con la conseguenza di lasciare i lavori a metà e di reinnestare
nuovamente tutte le procedure di
rito.
Poche settimane fa, infatti, è giunta
la notizia che la ditta che nel 2006 è
subentrata nella realizzazione dei lavori, poi interrotti all’inizio dell’anno, ha dichiarato fallimento.
Ora la palla ritorna al Comune, che
sembra indirizzato a proseguire
lungo la strada di una nuova gara
d’appalto, nuovi termini e nuove scadenze, con ribassi su ribassi e tanti
interrogativi.
Le ditte infatti, pur di aggiudicarsi
l’appalto, presentano offerte destinate a risultare svantaggiose per le
stesse, costringendole a tirare i remi
in barca in corso d’opera, se non come successo con quest’ultima - a
tirare direttamente le cuoia.
Una nuova tegola sul capo della sonnacchiosa amministrazione Barlotti,
il quale più volte ha annunciato –
senza essere assistito dalla sorte – la
chiusura del cantiere con la consegna
dei lavori.
La sorte sembra invece accanirsi
contro i tanti commercianti, che da
quattro anni a questa parte, alzano le
proprie serrande su un mezzo cantiere, inestetico e pericoloso.
Alcune delle attività che si affacciavano sulla piazza, molte delle quali
storiche, hanno ormai chiuso definitivamente i battenti; altre, invece, incoraggiate dalla apertura parziale
della piazza o dalle promesse sventolate in campagna elettorale, avevano inaugurato nella speranza di
una immediata conclusione, ritrovandosi poi schiacciate dai dati di
fatto.
Quattro giornali ed un
libro ad un prezzo Unico
Abbonamento annuale
Italia € 25,00,
estero € 90,00
intestato a Calore S.r.l.
C/c postale 53071494
Per ricevere il libro in
omaggio, inviare tramite fax la
ricevuta dell’avvenuro
pagamento al numero 0828
720859 indicando l’indirizzo
dell’abbonato
Proprio sul caso della “piazza dell’eterna incompiutezza” il consigliere comunale del Pd, Salvatore
Anzalone, aveva formulato tempo fa
una proposta che però non ha trovato
la degna realizzazione.
Secondo il consigliere, infatti, per
velocizzare i tempi di consegna dei
lavori, questi andrebbero suddivisi in
piccoli lotti ed affidati alla società
Alba Nuova (la municipalizzata che
si occupa dell’igiene urbana e della
manutenzione), così da avere la speranza che in breve tempo la piazza
possa essere ultimata.
L’idea non pare peregrina, soprattutto alla luce dell’incredibile sequela di promesse e ritardi che si
sono alternati in questi anni.
Nel frattempo, invece, la piazza ha
già bisogno dei primi lavori di ristrutturazione (questi sì, svolti da
Alba Nuova), a causa di problemi
strutturali della pavimentazione,
nonché dei numerosi atti vandalici di
cui è stata oggetto.
SAN NICOLA VARCO
Non di fianco a casa mia!
di Marco Valente
A ridosso della stazione di San Nicola Varco –altro relitto in condizione di abbandono- due abitazioni
convivono a stretto contatto con la
realtà dell’ex mercato abbandonato.
Sono due case modeste, recintate
da entrambe da muretti e cancello.
Una famiglia vive qui da vent’anni.
Siamo andati a fare un paio di domande.
Come è iniziata?
“Una quindicina di anni fa hanno dismesso l’area del mercato ortofrutticolo e subito dopo si sono
insediati loro”, racconta una signora
che qui ci vive. “Quando loro sono
arrivati dei servizi c’erano: le docce,
le porte e le finestre, ma poi hanno
distrutto tutto”. “Alcuni di loro passano dalla stazione e salutano ‘buonasera signora’, ma dipende dalle
persone”. A questa signora una
volta è stata forzata l’auto ed è
stato rubato lo stereo. Racconta
una seconda signora: “Non sono
mai entrati in casa, ma io devo tenere la luce accesa la notte fuori al
cancello”. Da più voci sentiamo
raccontare la storia dei fumi neri,
probabilmente frutti di pneumatici
bruciati.
Cosa sono questi fumi?
“Vengono a scaricare qui, sono italiani. Gli portano le vecchie gomme
dei trattori e gli dicono ‘Se me le fai
sparire ti do tot euro’. E vengono
bruciate. Solo ieri ho visto cinque
fumate”. Al di sopra del muro di
cinta di una casa c’è del filo spinato.
L’avete messo dopo che
sono arrivati loro?
“No, questo già c’era”.
Si sta procedendo alla sostituzione
delle fontane, forse poco congeniali
alle proprie funzioni, ed alla ripavimentazione dell’area aperta per
prima, le cui mattonelle si sono staccate dopo appena due anni, segno
evidente di una maldestra messa in
opera.
La situazione, nella sua paradossalità, risulta demoralizzante, fino al
punto che, oggi, i cittadini che si ritrovano buche sull’uscio di casa, evitano di richiederne la riparazione.
Terrorizzati, con i ritmi dei lavori
pubblici a Battipaglia, non si sa mai
che debbano preparare le scorte per
restare in casa, chiusi da qualche
cantiere.
Valerio Calabrese
Le pagelle
di Va Cal.
Raffaele Adesso: voto 4.
Il consigliere della Margherita, rimosso perché raggiunto dalla misura cautelare degli arresti
domiciliali, nell’abito di un’inchiesta
sui falsi invalidi dell’Asl Sa 2, ritorna
in libertà e chiede di essere riabilitato a sedersi in consiglio comunale. Il voto è basso a causa dello
spiccato attaccamento alle istituzioni mostrato, davvero non ve
n’era bisogno.
Commercianti: voto 3.
Da mesi è in corso una guerra al
calor bianco tra i commercianti del
centro. Da un lato l’associazione
“Rinascita” (nata dalla protesta dei
negozianti di P.zza Moro) della tribuna della plebe Lucia Ferraioli e
dall’altro una folta schiera di negozianti ora capeggiati dall’associazione di categoria “Unimpresa”.
Oggetto del contendere, le iniziative per invogliare allo shopping,
come quella tenutasi domenica
scorsa organizzata da Rinascita e
osteggiata da Unimpresa di tenere
aperte le serrande sino a mezzanotte. La situazione del commercio in città non è affatto positiva,
ma attenzione, ché tra le scaramucce per acquisire visibilità (forse
in vista delle elezioni) e il silenzio
assordante dell’amministrazione, si
rischia solo di fare la parte del famoso “gallo sulla mondezza”.
Poste italiane: voto NC (per
la fiducia).
Appena inaugurato il nuovo locale
delle poste centrali, già scoppia la
polemica sulle interminabili code
ed il cattivo funzionamento degli
sportelli. Ma dico io, ne è valsa la
pena andare avanti con i lavori di
ristrutturazione per un anno, per
poi avere lo stesso risultato di
sempre? A lavare la testa al ciuco,
si perde l’acqua e il sapone.
Bertolaso: voto 2.
Da più parti (Comune, Provincia,
Legambiente) arriva la richiesta di
trasformare l’impianto di Cdr di
Battipaglia in impianto di compostaggio. La frazione organica prodotta in Campania viene portata
negli ecocompattatori pugliesi e siciliani, con a seguito tanti soldini
per il conferimento. L’impianto di
Cdr di Battipaglia, invece, funziona
male, per non dire peggio. Perché,
allora, non convertirlo in impianto
per il comopost? Bertolaso, perché? Bertolaso? Si sarà addormento.
tre
Luglio 2008
Il Valcalore
Il turismo rurale è il
nostro ”oro nero”
Si comincia con sagre e feste...
di Pietro Accarino
Oggi in Italia così come nella nostra Valle del Calore è in costante
crescita la domanda da parte dei
turisti, di strutture ricettive come
agriturismi, bed and breakfast e
piccoli alberghi a conduzione familiare; di conseguenza aumenta
progressivamente il numero dei
privati decisi a lanciarsi in questo
mercato cosi promettente.
Una formula da sposare anche
nelle nostre zone e quella di origine anglosassone degli short lets
(affitti brevi), o i self-catering
apartments (appartamenti con uso
cucina); piccole abitazioni individuali o appartamenti mono o bilocali che all’estero si trovano a
tariffe molto vantaggiose.
Molte sono le persone entusiaste
e creative, con uno spiccato senso
dell’ospitalità e della passione per
questa nuova opportunità lavorativa, spesso però provengono da
altri settori professionali e quindi
non dotate di un’esperienza specifica nel campo della ricettività.
L’esperienza e la formazione sono
necessarie per affrontare questo
settore, soprattutto nelle nostre realtà, dove è fortemente competitivo
ed
in
continua
trasformazione. In questi ultimi
anni molti si sono avventurati in
questo campo, alcuni hanno
svolto l’attività in maniera approssimativa, altri sono stati maldestri e poco competenti.
Molti imprenditori agricoli hanno
edificato dimore agrituristiche
come fonte di guadagno collaterale, soggetta a minori vincoli
normativi e fiscali rispetto alle
strutture ricettive classiche e ai ristoranti.
Altra formula molto in voga, ancora di più aiutata dalla normativa, è quella dei Bed and
Breakfast, vale a dire l’accoglienza gestita da privati, non in
modo imprenditoriale ma saltuario ad integrazione del reddito familiare.
Per tutto questo, tanti nelle nostre
zone investono nel “mattone” e, in
questo periodo di incertezza e
crisi economica, si tende a “sfruttare” quello che si ha a disposizione.
Allora mi chiedo, ma costoro che
diventano “albergatori” o “ristoratori”, sono veramente capaci?
Per questo sfruttiamo questa occasione con passione, inventiva e
soprattutto professionalità.
Chiudendo questo articolo mi rivolgo a quelle persone intraprendenti,
creative,
fantasiose,
disponibili e curiose verso queste
nuove realtà non ancora diffuse
nel nostro contesto ma molto promettenti.
Questo può essere un nuovo e si
efficace lavoro ……ma in realtà
può essere molto di più….!
Dalla fiera della Croce alla festa della pizza
Anche quest’anno nel Salernitano si
è cominciato (il culmine vi sarà in
agosto) con gli appuntamenti gastronomici, feste e sagre paesane. Il tutto
ebbe inizio agli inizi degli anni ’70. Alcune comunità della Costiera Amalfitana reclamizzarono il frutto
prelibato delle caratteristiche terrazze, vale a dire il famoso “limone
della costiera”; attraverso manifestazioni ad hoc si faceva gustare ai tanti
turisti un liquore (il limoncello) dall’aroma meraviglioso con il sapore inconfondibile della scorza. Da allora in
provincia di Salerno sono quasi 150
le manifestazioni che si susseguono
nell’arco dell’anno a testimonianza di
come si sia cominciato a reclamizzare, per fini turistici e promozionali,
la grande varietà dei prodotti agricoli
di questo angolo della Campania.
Anche il Cilento in precedenza vantava già alcune manifestazioni tradizionali, nate in maniera spontanea,
basti pensare alla notissima Fiera della
Croce di Stio dove era ed è consuetudine, per gli avventori, gustare la
carne di capra bollita. Ad iniziare,
però il capitolo “sagre”, i primi a pensarci furono alcuni giovani di Gioi Cilento che si inventarono una
manifestazione che segnerà una pietra miliare nel panorama gastronomico del Cilento vale a dire, la Sagra
del Fusillo Cilentano. Altre manifestazioni poi seguiranno: la Sagra del Fusillo di Felitto, quella dei Fagioli a
Controne, la Sagra dell’Uva di Bellosguardo, del Caciocavallo di Corleto
Monforte. Negli anni novanta la Festa
dei 7 vini DOC di Castel San Lorenzo, la
Sagra dei Piatti Poveri di Stio, la Festa nel
Bosco di Perito, la Sagra dei Funghi Porcini di Castelcivita, segneranno delle
tappe importantissime (quasi obbligate) per tutti i vacanzieri che nel periodo estivo affollano le spiagge del
litorale cilentano. Una menzione particolare per la Festa della Pizza di Castel San Lorenzo che negli ultimi due
anni ha riscosso a sorpresa, un successo (forse anche per gli stessi organizzatori) insperato. Queste
molteplici e variegate
manifestazioni gastronomiche, sono tutte all’altezza? È una domanda
dalla risposta alquanto
complicata. Tuttavia una
risposta bisogna comunque darla, le Sagre o
Feste che siano, devono
avere come obiettivo, la bontà del
cibo, la genuinità delle cose che ci
sono state tramandate e soprattutto
far sì che questi appuntamenti diventino la vetrina ideale per i nostri prodotti. Questi appuntamenti bisogna
interpretarli (da parte degli organizzatori) con grande amore e passione
verso i luoghi, le tradizioni e i prodotti del territorio, altrimenti vi è il
cosiddetto “effetto boomerang”, vale
a dire che tutto ciò che si è fatto e si
fa, sarà vano. Un invito quindi ai Comuni, alle Pro-loco e alle Associazioni, ad organizzare sempre queste
kermesse per far conoscere, i prodotti delle terre del Cilento e della
Valle del Calore, così dense di profumi e di odori ineguagliabili, che
giorno per giorno ci offrono.
Pi. Acca.
[email protected]
Controne: miele,fagioli e olio
Un paese di prodotti doc
Controne: tipico paese del sud la
cui economia del paese è essenzialmente agricola e si regge su due pilastri: fagioli ed olio.
“L’economia della Valle del Calore,
con particolare riferimento alla
Cooperativa “Val Calore” con sede
a Castel S. Lorenzo - disamina e prospettive”, questa è la tematica su cui
è stato investito il comune di Controne. L’assessore comunale Angelo
Campagna ci ha inviato il seguente
contributo: “Controne è una delle
porte d’ingresso (lato nord) del
Parco Nazionale del Cilento e Vallo
di Diano. Tipico paese del sud la cui
economia è essenzialmente agricola.
Famoso per il fagiolo unico e sicuramente il più rinomato d’Italia. Numerose distese di uliveti, sorgenti
dalle rive del Calore risalendo le
pendici degli Alburni, ne accarezzano il pittoresco borgo, fornendo un
olio extra vergine di alta qualità. E
su questi due pilastri (fagioli ed olio)
che poggia l’economia del paese.
Un’economia che sotto la spinta dell’Amministrazione Comunale, si
cerca di utilizzare e di potenziare
con i vari concorsi (Extralburno) concorso Regionale: miglior olio extravergine di oliva, l’inserimento nel
circuito delle Città dell’olio e Città
del Bio. L’incentivazione e la pub-
Un gruppo di giovani contronesi
blicizzazione dei prodotti locali mediante la ormai famosa Sagra del
Fagiolo di Controne (olio, vino,
miele e quant’altro) sono solo alcune delle iniziative a sostegno dell’economia. Ulteriori iniziative
vengono messe in atto per far aumentare i flussi turistici verso il territorio utilizzando le grandi risorse
già presenti per creare nuovo sviluppo. Sicuramente i contadini di un
tempo erano portatori di un enorme
bagaglio di conoscenze, di accorgimenti talvolta messi a punto e speri-
mentati da loro stessi, per poter ottenere il miglior raccolto possibile
tra mille avversità. Oggi, col supporto della chimica e della tecnologia, queste conoscenze, queste
credenze o superstizioni, non sono
più necessarie e tra qualche generazione, ne scomparirà addirittura il
ricordo”.
Angelo Campagna
Assessore all’Agricoltura del
comune di Controne
Luglio 2008
quattro
Il Valcalore
I s e g n i e n o g a s t ro n o m i c i
di Grimilde
Segni di grano
Caratteristiche dei segni:
sono molto socievoli, in amore
sono caldi ed avvolgenti, sul piano
professionale preferiscono il lavoro
di gruppo e sanno essere simpatici
e pieni di entusiasmo, anche se cercano sempre di primeggiare.
Cavatiello: nati nel mese di luglio
Fusillo: nati nel mese di febbraio
Vescuotto re Pane: nati nel
mese di maggio
Pezzella: nati nel mese di settembre
PROFEZIE IN ESALAZIONI
ETILICHE
CAVATIELLO
Giorno fortunato: il 22
Numeri da giocare: 4 - 53
Pietanza consigliata: ricotta di pecora
Luogo da visitare: Ceraso
Questa è una situazione decisamente pesante: Taurasi e Solopaca
sono nel vostro segno e non hanno
nessuna intenzione di sloggiare.
I Per ‘e Palummo vi staranno particolarmente sullo stomaco.
Segni d’uva
Caratteristiche dei segni:
riflessivi e dediti a pensieri meditativi, in amore sono frizzanti ed effervescenti, a volte amano la
solitudine, a volte preferiscono la
compagnia, sono sempre in fermento e prediligono il buio.
Aglianico: nati nel mese di aprile
Primitivo: nati nel mese di marzo
Fiano: nati nel mese di giugno
Per’ e Palummo: nati nel mese
di novembre
Segni di spezie
Caratteristiche dei segni:
appassionati e romantici, mettono il
sale nelle loro vita e spesso il pepe,
amano i profumi ed il piccante, a
volte hanno bisogno di molto
tempo per maturare una decisione,
spesso migliorano invecchiando
come i segni d’uva.
Capocuollo: nati nel mese di dicembre
Soppessata: nati nel mese di
gennaio
Longa: nati nel mese di ottobre
Sausicchia: nati nel mese di agosto
FUSILLI
Giorno fortunato: il 6
Numero da giocare: 77 - 64
Pietanza consigliata : asparagi e pancetta
Luogo da visitare: Cicerale
La Falanghina vi porterà un periodo
molto favorevole: avrete una bella
forma fisica affusolata e slanciata.
Avrete un bel colorito giallo ed uniforme.
Sarete particolarmente graditi la
domenica a pranzo.
VESCUOTTO RE PANE
Giorno fortunato: il 3
Numero da giocare: 43 - 78
Pietanza consigliata : frittata di cipolle
Luogo da visitare: Morigerati
Questa situazione che vivrete è
molto stantia! Anche se cercherete
di tenere duro e di non mollate, sarete interessati da un rammollimento lento ed inesorabile. In
amore: vino al vino e pane al pane.
PEZZELLA
Giorno fortunato: l’1
Numero da giocare: 65 - 19
Pietanza consigliata : carciofi alla
griglia
Luogo da visitare: Orria
Galluccio e Pallagrello che un
tempo erano dalla vostra, ora non
vi sopportano proprio più: questo
sarà un mese di fuoco. Avrete nuovi
e vecchi problemi.
Avrete la testa calda e vi riempirete
di bolle. I rapporti con Per ‘e Palummo, Longa e Sausicchia saranno
tesi ed infuocati: evitateli e se proprio non riuscite, evitateli lo stesso.
State lievitando di nuovo e una
buona dieta forse potrebbe aiutarvi:
eliminate il lievito.
AGLIANICO
Giorno fortunato: il 18
Numero da giocare: 47 - 89
Pietanza consigliata : testina di
agnello al forno
Luogo da visitare: Petina
Si prospetta un bel periodo frizzante e profumato.
Il vostro carattere meditativo vi
farà prediligere luoghi freschi e bui:
approfittatene per riposare, renderete felici tutti.
PRIMITIVO
Giorno fortunato: il 6
Numero da giocare: 76 - 65
Pietanza consigliata : acqua cecata
Luogo da visitare: Rofrano
Qualche piccolo contrattempo non
vi disturberà più di tanto, non fosse
che tutto andrà di traverso, ma
tanto non importerà proprio a nessuno.
Per fortuna avrete l’appoggio di Pallagrello, che comunque sembra
piuttosto distratto e strafottente.
In compenso assumerete un bel colorito rosso rubino.
FIANO
Giorno fortunato: l’11
Numero da giocare: 43 - 65
Pietanza consigliata : patate e fave
Roccadaspide: Scontro tra Donato De Rosa e Giuseppina Musto
Iuliano: “Le indennità sono a norma di legge”
«La minoranza non deve parlare del
passato, ma controllare il lavoro della
maggioranza. Al contrario, l’opposizione non ha fatto neanche una proposta e ha divulgato notizie false e
tendenziose», afferma il sindaco Girolamo Auricchio riguardo al manifesto sottoscritto dall’opposizione.
«La maggioranza stravolge le regole
perché ha i numeri e non tiene conto
delle esigenze della minoranza perché è disabituata a discutere», ribatte
il consigliere di opposizione Antonio
Miano, rispetto alla volontà della
maggioranza di invertire un punto
dell’ordine del giorno, che l’opposizione ha ritirato. Come era nelle previsioni, c’è stata bagarre al consiglio
comunale tenutosi a Roccadaspide il
9 luglio, presso la comunità montana
“Calore Salernitano”. Il dibattito, infatti, si è acceso sulla divulgazione di
notizie a mezzo stampa e manifesti
pubblici da parte della minoranza
contro la maggioranza. Il gruppo di
opposizione, guidato da Donato De
Rosa, ha contestato l’aumento delle
indennità dell’amministrazione Auricchio. «L’attuale maggioranza percepisce 93 mila euro l’anno, contro i
40 mila dell’amministrazione Ca-
puano», ha esordito Antonio Miano.
E l’assessore Gabriele Iuliano ha ribattuto che «la maggioranza ha applicato la legge in tema di indennità,
mentre l’opposizione si riferisce ai
compensi lordi». Poi è intervenuto
l’assessore all’urbanistica Antonio
De Rosa affermando «di non percepire 1100 euro al mese, come dice la
minoranza, ma circa 500, lo stesso
compenso che percepiva, nella precedente consiliatura, Domenico
Francione, ora all’opposizione». E
sull’aumento dell’addizionale Ici,
l’assessore Iuliano ha replicato all’opposizione che «è stata diminuita
sulla prima casa per favorire il ceto
medio, mentre è stata aumentata di
mezzo punto sulla seconda abitazione perché è giusto che chi ce l’ha
debba pagare di più». E ha tuonato
contro Antonio Miano per aver criticato l’uso di sacchetti trasparenti per
la raccolta differenziata. «Tu, in un
contesto difficile riguardo ai rifiuti,
pensi alla privacy violata con l’uso di
sacchetti trasparenti?». Sulla soppressione della scuola elementare di
Carretiello, l’opposizione ha contestato la riduzione degli insegnanti e
del personale Ata. Ed il consigliere
Antonio Miano ha anche evidenziato
«la necessità di un’istituzione scolastica rurale». Mentre l’assessore alla
pubblica istruzione Luigi De Vita ha
spiegato che « il numero di insegnanti e di personale Ata è rimasto
invariato poiché prima si valuta l’organico e poi il plesso scolastico da
togliere. Si è salvata la scuola di
Serra per un numero maggiore di
scolari, ma è aumentato, a livello nazionale, il rapporto alunni docenti».
Giuseppina Musto ha contestato
l’opposizione per avere definito
scandalosa la sua nomina a vicesindaco. «Forse qualcun altro voleva ricoprire la mia carica- ha affermato la
Musto- e non ho partecipato ad alcun
processo penale come, invece, ha
detto la minoranza che viene a parlare di etica e moralità». E Donato
De Rosa: «Se ti ho offeso sul piano
personale ti chiedo scusa e me ne
vado. Ma noi ci siamo espressi solo
sul piano politico». E Gabriele Iuliano: «Vi siete espressi voi che non
meritate di sedere in consiglio perché
la gente non vi ha votato». Questi i
toni che hanno caratterizzato il consiglio dall’inizio alla fine.
Francesca Pazzanese
Luogo da visitare: Sassano
L’amore arriverà, ma non si accorgerà di voi.
Cercate di avere pazienza!
Una persona del Vescuotto re Pane
vi prometterà mari e monti: attenzione soprattutto ai monti!
Solopaca e Falanghina entrano nel
primo quarto di vino, provocando
un senso diffuso di smarrimento, attenzione ai mari,: ritrovare la strada
di casa potrebbe risultare difficile, vi
consigliamo di non uscire per nessuna ragione!
PER ‘E PALUMMO
Giorno fortunato: il 7
Numero da giocare: 57 - 31
Pietanza consigliata: pizza di cicoria
Luogo da visitare: Torre Orsaia
Con Greco di Tufo nel primo
quarto di vino e Lacryma Christi
nelle Esalazioni Etiliche sarà per voi
un periodo di piena forma fisica
dalle 17,30 alle 17,43 del 7.
Solopaca porterà momenti di tensione: evitate i segni di uva, di grano
e di spezie il più possibile e coprite
gli specchi con lenzuola e coperte.
CAPOCUOLLO
Giorno: il 10
Numero da giocare: 60 - 2
Pietanza consigliata: melanzane imbottite
Luogo da visitare:Valle dell’Angelo
Galluccio porterà disturbi allo stato
fisico. Consigliamo di intraprendere
cure a livello mentale attraverso lo
sport: datevi all’ippica!
Per i disturbi alla noce del collo sarebbe meglio fare del nuoto, ma ciò
comporterebbe la ricerca di una
spiaggia o di una piscina appartata e
deserta.
LONGA
Giorno: il 26
Numero da giocare: 2 - 64
Pietanza consigliata: fave fresche
Luogo da visitare: Castel San Lorenzo
Mettete molto pepe in tutto ciò
che farete. Solopaca porta emozioni piccanti e piacevoli. Evitate di
dimostrare la vostra natura suina e
sarete a cavallo del Sausicchia. Sono
previsti nuovi amori per chi ha un
rapporto a tre, mentre per tutti gli
altri sarà una noia mortale. Taurasi
entra nel vostro segno e questo
non è proprio un buon segno.
SOPPRESSATA
Giorno: il 13
Numero da giocare: 61 - 42
Pietanza consigliata : caciocavallo
Luogo da visitare: Corleto
Un buon periodo di vacanza in un
luogo tranquillo e poco illuminato
potrebbe giovarvi molto. La cantina
sembra proprio il miglior posto per
trascorrere un soggiorno ideale.
Cercheranno di affumicarvi, ma Solopaca nel quarto di stinco, vi aiuterà a superare questo spiacevole
inconveniente.
SAUSICCHIA
Giorno fortunato: il 14
Numero da giocare: 72 - 5
Pietanza consigliata: zeppole con
fiorilli
Luogo da visitare: Ottati
Molti grattacapi in questo mese, ma
forse potete risolverli: provate a lavarvi la testa con uno shampoo al finocchio. Ma chi cantava: storta va,
diritta viene? State cadendo dalla padella alla brace e l’Esalazioni Etiliche
fanno finta di niente!
I l B o r g o d e l l e m e ra v i g l i e
s p o s t a t o a Pa e s t u m
Il Borgo delle meraviglie 2008 si
trasferisce da Roccadaspide a Capaccio Paestum, dove si terrà dal 21
al 23 agosto presso l’area archeologica. La 13^ edizione della rassegna
culturale, organizzata dall’associazione Shunt onlus, sarà denominata
“Paestum tra passato e presente. I
segni dell’arte, I edizione, Operazione artistica ‘MunezzArt’ “.
Il tema del progetto riguarda il riciclo e il riutilizzo dei materiali di
scarto per dare una risposta valida,
attraverso il pensiero dell’arte, alla
salvaguardia ambientale del pianeta.
Gli artisti opereranno presso la
piazzetta adiacente alla Basilica della
Santissima Annunziata di Paestum e
nella Galleria ‘TuttArte’, alla via
Magna Graecia. In un comunicato
stampa, la presidente della Shunt,
Nera D’Auto, ha spiegato il trasferimento del Borgo «per motivi logistici di organizzazione e per
improvvisa e inattesa indisponibilità
degli spazi richiesti al Comune di
Roccadaspide».
Nel comunicato, inoltre, si legge che
«dal progetto presentato al Comune, l’associazione Shunt ha ricevuto il patrocinio morale e, si
pensava, all’uso dei locali richiesti
nella domanda.
Ma, il 19 giugno scorso, è stata chiesta la restituzione delle chiavi di via
Garibaldi, senza suggerire soluzioni
per i materiali alloggiati nel Museo
Polivalente o per quelli da alloggiare
in occasione del Borgo 2008.
Nessuna risposta è stata data alle richieste inviate al Comune circa un
possibile utilizzo di altri locali, per
cui si è reso necessario il trasferimento da Roccadaspide dopo 13
anni».
Fra Pa
Alburni
N°28 19 maggio 2008
17
Postiglione: sindaco incompatibile dice il Tribunale e poi la decisione si blocca
La corte d’appello impiega quattro mesi per spedire la sentenza
“Fateci sapere con certezza e date
conto del ritardo”, potrebbe così essere sintetizzato l’appello che i consiglieri di opposizione del comune di
Postiglione: Giuseppe Di Poto, Silvia Lizzi, Giovanni Costantino ed
Angelo Pellegrino. Hanno scritto a
tutti, dalla Corte Costituzionale alla
Procura della Repubblica.
Lamentano come si sia bloccato
l’iter della Giustizia relativamente
alla loro istanza circa la non elegibilità di Mario Pepe, poiché direttore
sanitario del Campolongo Hospital a
sindaco del paese degli Alburni. I
fatti: il Tribunale di Salerno con propria sentenza n.2255/07 del 02 ottobre 2007 dichiarava Mario Pepe
decaduto dalla carica di Sindaco e di
Consigliere Comunale del Comune
di Postiglione, accettando così il ricorso inoltrato, in data 27 giugno
2007, dai consiglieri di opposizione
della lista “Rinnovamento per Postiglione.
Il sindaco decaduto,si opponeva alla
sentenza del Tribunale di Salerno
proponendo ricorso nei termini pre-
visti dalla legge, mentre a Corte di
Appello di Salerno , nell’udienza del
20 dicembre 2007,discuteva il ricorso e decideva di sospendere il
giudizio in attesa del parere della
Corte Costituzionale,accettando l’eccezione di incostituzionalità (ex art.
70 del d. lgs n. 267/2000),sollevata
dai legali del sindaco Pepe. Nel frattempo – denuncia l’opposizione - il
Comune di Postiglione non si è potuto costituire nel procedimento perché il Sindaco Pepe non ha mai
portato in discussione in Consiglio
Comunale ne il ricorso dei consiglieri di opposizione ne tantomeno la
sentenza del Tribunale di Salerno
che lo dichiarava decaduto.
Le “stranezze” non finiscono qui: la
Corte di Appello di Salerno, solo
dopo quattro mesi inviava , tramite il
centro postale di Salerno (spedizione
773127910316 del 22/04/2008) al
Comune di Postiglione il proprio
provvedimento per la notifica.
Due giorni dopo l Comune di Postiglione assumeva al protocollo dell’Ente ( n.1848 del 24/04/2008 ) il
ALTAVILLA SILENTINA
Mara e
Mar tino Sposi
Mara Monaco e Martino Di
Rosario si sono uniti in
matrimonio il 13 luglio
2008 presso la chiesa di
Sant’Antonio in Scorzo
di Sicignano degli Alburni.
Ai due giovani consorti gli
auguri di una
vita felice da trascorrere
insieme anche nelle difficoltà.
Il sindaco Mario Pepe
provvedimento Della Corte di Appello. A tutt’oggi, “dalle notizie in
nostro possesso”, dicono Di Poto,
Lizzi, Costantino e Pellegrino, ancora non è pervenuta alla Corte di
Appello di Salerno il riscontro cartaceo dell’avvenuta notifica.
I ritardi accumulati finora bloccano
la definizione della questione.
In particolare, con il mancato riscontro dell’avvenuta notifica,da
parte della Corte di Appello di Sa-
Giuseppe Di Poto
lerno, si determina lo stop di fatto
l’inoltro degli atti alla Corte Costituzionale; (efficienza del servizio postale).
Il dilungarsi del procedimento porta
serie conseguenze all’attività amministrativa ferma già da molti mesi.
“Il popolo di Postiglione non può
continuare ad essere amministrato da
un sindaco dichiarato decaduto dal
Tribunale di Salerno”, denunciano i
quattro consiglieri.
III TROFEO NADDEO EBOLI 05-06 LUGLIO 2008
Comune, condannato per via Peschiera
" Sentenza sbagliata, cambierà”
Dalla contesa s’è salvato il campetto
di calcio della “Pischera”, o Peschiera
com’è più corretto dire. In quelle
poche centinaia di metri quadrati
sono andate in scena mitiche sfide
fra diverse classi della scuola media
e per decine e decine di generazioni.
Il giudice, Mariagrazia Pisapia, ha dovuto riconoscere che quelle due
porte erano state piantate lì “dai ragazzi del quartiere o della locale e
vicina scuola media”, con l’evidente
compiacenza del proprietario del
tempo, Gaetano Sassi. Niente sigilli,
allora. O peggio indennizzi da avere.
Il comune di Altavilla Silentina non
c’entra, ma dovrà pagare invece per
la costruzione di una strada comunale realizzata sulla proprietà Sassi:
“senza che non era stato stipulato
alcun accordo per il trasferimento
di dette particelle al comune, né era
stata avviata alcuna procedura
d’esproprio”. Un’occupazione abusiva, insomma, secondo la tesi dell’avvocato di Luigia Sassi, Esterina
Mucciolo. Da qui la condanna, ad
oltre 92mila euro, più spese legali a
parte, da pagare alla figlia del defunto Gaetano, medico, consigliere
comunale e manager sanitario di
primo piano. La signora invece risiede a Siena, dove un sito Internet
la segnala come firmataria della petizione contro l’ampliamento dell’aeroporto. La strada è però
fantasma: “non ha avuto mai una denominazione, non è mai stata inserita nel piano toponomastico
comunale”, dichiara il responsabile
dell’ufficio tecnico, l’ingegner Alessandro Fusco. Ma c’è, insiste su di
una zona fortemente urbanizzata e
porta alla Scuola Media. Da qui la
decisione del comune di asfaltarla e
di illuminarla. Va detto che si tratta
però solo di una sentenza di primo
grado, e già il municipio (che si
serve del patrocinio degli avvocati
Antonio Fasolino ed Enrico Tortolani) ha prodotto appello e non dispera di aver ragione dal giudice di
secondo grado. “Fra via Belvedere e
via Peschiera il comune non ha mai
costruito strade comunali sulle proprietà Sassi ma ha solo migliorato e
mantenuto un precedente tracciato
stradale, ormai da tempo asservito
ad uso pubblico, con le necessarie
opere di urbanizzazione primarie
(asfalto ed illuminazione, ecc.)”. In
pratica – accusano gli avvocati Fasolino e Tortolani – la strada (privata)
oggetto di causa è stata realizzata a
seguito di una lottizzazione abusiva,
a servizio dei frontisti che hanno acquistato da Sassi i lotti nei quali era
stata suddivisa la proprietà”. Una
precedente sentenza del 1998 del
Tribunale di Salerno, pur assolvendo
gli imputati, affermava l’esistenza
della lottizzazione abusiva. E se Gaetano Sassi avesse costruito secondo
la lottizzazione convenzionale, prevista dallo strumento urbanistico in
vigore, avrebbe dovuto cedere al
Comune l’area per la realizzazione
della strada, e poi sobbarcarsi anche
gli oneri per costruirla. “Invece così
– affermano Tortolani e Fasolino –
con l’illegittima lottizzazione ha formalmente conservato la proprietà
del bene, non ha effettuato esborsi
per la realizzazione della strada, ed
oggi l’erede pretende anche il risarcimento dei danni”. E se proprio
dolo del Comune c’è stato i Sassi,
sostengono Fasolino e Tortolani,
vanno indennizzati solo “per il diritto di passaggio” e non certo per
l’occupazione abusiva di proprietà
altrui. Gli avvocati del comune parlano anche chiaramente dei pericoli
di “dissesto” che corre il bilancio
comunale se una così alta cifra dovesse essere effettivamente pagata
alla signora Sassi. E sul campetto
della Pischera? Sì, si continuerà a giocare per forza, visti i ritardi nel definitivo completamento del campo
sportivo “S.Francesco.
Oreste Mottola
Tiro al piattello, continuano i successi di Cembalo
Per il terzo anno consecutivo Albino Naddeo, con la collaborazione
di Antonio Mellone, Nicola Trotta e
Francesco Cembalo , ha organizzato la gara per ricordare il genitore che è stato oltre un grande
uomo anche un ottimo tiratore.
La gara si è svolta, come di consueto, allo stand di “Eboli Tav Il
Campione”. Sulla distanza di 50
piattelli si sono affrontati oltre 100
tiratori; segno tangibile della riuscita della gara stessa.
Oltre a tiratori locali e regionali
hanno onorato l’evento anche amici
del Lazio e della Puglia. Lo stand è
stato allestito per ospitare a pranzo
circa 60 persone ed è stato riempito in tutti i posti disponibili.
La gara ha annoverato nomi importanti del panorama nazionale ed in-
ternazionale tra cui Luigi Viscovo
campione europeo e fresco vincitore dell’ultimo Gran Premio di Eccellenza.
In gara, il punteggio più alto è stato
ottenuto dal campione Italiano d’inverno di seconda categoria in carica, Francesco Cembalo, che ha
frantumato 48 piattelli. L’unico che
è riuscito ad eguagliare il suo punteggio è stato Gennaro Russo protagonista indiscusso della gara.
Oltre al montepremi in denaro pari
ad € 2.500 il Memorial Naddeo ha
offerto uno splendido trofeo con
base in porcellana ed un fucile automatico Beretta.
In tutte e tre le categorie si è dovuto spareggiare per accedere in finale in quanto i tiratori protagonisti
hanno effettuato lo stesso punteg-
gio in gara precisamente nella categoria eccellenza e prima insieme
ben cinque tiratori hanno partecipato allo spareggio e precisamente
Luigi Viscovo, Antonio Mellone, Michele Candilio, Antonio Ricciardi e
Luigi Mele (71).
Al primo piattello cedono subito
Mele e Candilio mentre il pluricampione Viscovo al secondo piattello lascia via libera ai neopromossi
alla categoria eccellenza Mellone e
Ricciardi.
In terza categoria oltre al qualificato Russo entra in finale Mele che
ha la meglio su Russo, Maffettone e
Virgilio Acito, questr’ultimo una
vecchia volpe dei campi da tiro. La
finale così come gli spareggi è stata
disputata con gli spettacolari piattelli fumogeni.
18
N°28 19 luglio2008
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Salerno
N°28 19 luglio2008
Impronte...
19
Storie di cilentani a Salerno
Giuseppe De Marco, un grafico a Orria
Slogans, cartellonistica di ogni dimensione e dai colori brillanti raffiguranti campagne pubblicitarie,
che ruotano intorno ad eventi e manifestazioni della nostra provincia,
come le edizioni del “Marmeeting”
(la cui location è il fiordo di Furore), campagne pubblicitarie sulla
sicurezza stradale, oppure, più semplicemente, intorno alla promozione di aziende quali la “Trucillo”.
Senza alcun dubbio, il mondo dell’immagine e della comunicazione
detiene il suo potere esercitando un
fascino ancestrale: basti pensare ai
nostri antenati della preistoria che,
per esigenza di comunicazione, cominciarono a scalfire e a dipingere
i primi schizzi e tratti all’interno di
caverne e rifugi.
La nostra convulsa epoca fagocita
immagini in continuazione: ogni
cosa diventa un richiamo che rimanda a un messaggio, talvolta subliminale, che possa colpire la
nostra psiche.
Ovviamente, perché si abbia un
esito positivo, occorre mettersi nelle
mani di veri professionisti del settore, poiché niente si improvvisa
ma, al contrario, si studia, si esercita, si sperimenta.
Come è successo al nostro esperto
grafico, originario di Orria Cilento,
uno di quei luoghi pregnanti di storia e tradizioni, fulcro di memorie
e cultura popolare.
Ci riferiamo al personaggio Giuseppe De Marco.
Cinquantenne, fisico longilineo e
scattante e soprattutto persona affabile e aperta: benché abbia una duplice natura, cilentana e calabrese,
di carattere è tutt’altro che schivo e
riservato.
Ci racconta gli esordi e i relativi
sviluppi di una carriera affascinante come la sua?
Tutto nasce dalla combinazione di
non aver concluso gli studi presso la
Facoltà di Architettura: una deviazione di un percorso che ha abbracciato tendenzialmente un profilo
artistico e che ho sentito appartenermi fin dall’inizio della mia carriera.
Difatti, dagli anni ’80 in poi, ho
partecipato a numerose mostre ed
eventi, quale pittore, designer e performer.
L’anno seguente, intanto, è iniziata
l’attività di grafico pubblicitario
come professionista.
Negli anni avvenire, sono stato art
director nell’agenzia pubblicitaria
“A3” di Salerno, per poi fondare
“Mediavox”, un laboratorio multimediale di sperimentazione artistica,
con il quale ho svolto attività culturali in Europa e America del Nord
incentrate sull’applicazione dei
nuovi media alla creatività artistica.
Si parte dal copywriter che scrive il
testo pubblicitario.
Non si direbbe ma la scrittura viene
prima dell’immagine, in concomitanza all’addetto marketing che posiziona il prodotto sul mercato
studiandone la fascia d’utenza. Il
resto è compito dei grafici… e naturalmente del direttore artistico.
Che tipo di persona è un grafico?
E’ sicuramente un creativo, una persona poliedrica, un artista.
E lei com’è?
Sono una persona esigente, molto
aperta, anche lunatica, ma con un
forte spirito di adattamento.
E come consigliere comunale di
Ho curato, poi, l’immagine di diverse aziende e manifestazioni di
carattere pubblico.
Solo nel 1989 ho costituito “Blustudio” Associati, studio di grafica
e comunicazione visiva di cui sono
il direttore artistico.
Ho ideato e curato progetti di comunicazione visiva per l’Associazione Regionale dell’“Arcinova”,
svolgendo anche attività di selezione per la “Biennale giovani
creativi d’Europa e del Mediterraneo”. Dopo essere stato docente,
ho curato la progettazione visiva e
la direzione artistica, la regia di
mostre, convegni e rassegne come
l’immagine della “Multimedia edizioni” e della “Casa della poesia”
di Baronissi.
Davvero un percorso intenso
quanto interessante… dunque,
quali inclinazioni dovrebbe avere
un giovane che desidera intraprendere questa strada?
Deve essere consapevole che non
basta conoscere e manovrare il pc
e i relativi programmi, quanto
avere un appropriato grado culturale, un’ottima comunicativa, una
grande curiosità e la volontà di misurarsi.
Deve anche sapere che il risultato
si evince subito, poiché è il pubblico a decidere se il lavoro è fatto
bene o male.
Quali caratteristiche deve avere
un’immagine, uno slogan pubblicitario che si rispetti?
Deve essere un’immagine semplice
e diretta, che arrivi a tutti. Non deve
costringere, né ingannare ma persuadere e soprattutto dovrebbe educare, come diceva il grande grafico
Albe Steiner.
In un’agenzia pubblicitaria, quali
sono le figure professionali che lavorano a stretto contatto, interscambiando la loro formazione?
Le figure fondamentali riguardano
i grafici, il copywriter, l’addetto
marketing.
Quali sono le prime fasi per la realizzazione di una campagna pubblicitaria?
fessionale.
Che tipo di paesaggio offre Orria
Cilento?
Il termine Orria deriva da “Orreum”,
che significa granaio. Tra Perito e
Gioi, ad Orria si può ammirare un
panorama mozzafiato il cui sguardo
può arrivare fino a Capri e Stromboli. Dal punto di vista ambientale,
sussiste un ottimo biosistema e biospecie vegetali.
Una qualità che ammira del popolo
cilentano?
Forse anche dovuto al linguaggio
dialettale, la mancanza di formalità
nella comunicazione.
In che cosa trova fonte di ispira-
Un’opera del maestro
Orria Cilento?
Cerco di fare del mio meglio, anche
se incontro ostacoli di ogni tipo.
Sono consigliere con delega alle Politiche giovanili, allo sport, all’ambiente e rifiuti e all’LSU. Noto,
purtroppo, che gli enti locali e il Comune sono scollati dalla realtà,
mentre imperversa il nepotismo politico.
Intanto le società esterne, invece di
apportare attrattori turistici, speculano sulle nostre terre e poi se ne
vanno. Abbiamo bisogno, invece, di
un turismo di nicchia, non di massa,
per meglio preservare le nostre tradizioni culturali e gastronomiche.
Lo status symbol dei cilentani ?
Alto, in quanto a qualità della vita
ed empatia nelle capacità di relazioni, scarso dal punto di vista pro-
zione al suo paese?
Nella spazialità e nel silenzio.
Che cosa faceva di bello da ragazzo
ad Orria?
Ad Orria, negli anni ’50, ci fu l’avvento del primo cinema, rinomato in
varie aree cilentane, insieme alla televisione. Dal momento che erano
pochi i televisori, per assistere a un
programma televisivo, ci si portava
perfino le sedie da casa, le cui file
arrivavano fino alla strada...
Da ragazzo mi facevano da sveglia
il rumore degli zoccoli degli asini e
la sirena che ci sveglia tuttora: oggi
come allora non si sente la campana,
poichè Orria è situata su un crinale
dove il vento è protagonista...
Rossella Oricchio
Diano
20
N°28 19 luglio 2008
Il Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano “Pietro Laveglia” raccontato dal suo principale animatore
“Unire menti e risorse per la crescita della comunità”
Unire le eccellenze dei vari settori
culturali per promuovere lo studio
del territorio, ai fini del suo sviluppo e di una sempre più proficua
valorizzazione. È questo in sintesi
il manifesto del Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano, sodalizio culturale intitolato alla
memoria del compianto Pietro Laveglia, che ne fu ideatore e promotore all’alba degli anni ’80 del
Novecento. Del resto mettere in
collegamento le migliori energie
intellettuali di un comprensorio
dalle enormi potenzialità era sempre stato il grande desiderio, l’ambizioso
progetto
dell’intellettuale-editore originario di Monte San Giacomo. Operativo fin dal 1981, quando fu
riconosciuto ufficialmente come
istituto culturale dalla Regione
Campania, il Centro studi “Laveglia” ha avuto una storia non facile. A causa della chiusura della
Biblioteca comunale di Sala Consilina, sede originaria del Centro,
le attività hanno infatti registrato
per diversi anni una quasi totale
interruzione, con la conseguente
cancellazione dall’albo regionale.
Ma l’entusiasmo, l’impegno e gli
sforzi dei soci fondatori non sono
mai venuti meno e così, dopo timidi ma costanti segnali di ripresa, il Centro nel 2005 è
definitivamente rinato, risorto
dalle ceneri con rinnovato vigore.
Oggi si propone come una realtà
consolidata nel panorama culturale regionale, annoverando tra le
sue fila studiosi, intellettuali, politici, professionisti e rappresentanti delle più diverse categorie
sociali. Il “Laveglia” è in prima
linea nella promozione e organizzazione di attività di ricerca, di
studio, di tutela e sviluppo del patrimonio culturale dell’intero
Vallo di Diano. Si batte per la sistemazione e la salvaguardia dei
centri storici, per la promozione
del turismo locale, in più offre un
prezioso contributo per la creazione e la gestione di istituti,
scuole, biblioteche. In sostanza
concorre in modo decisivo alla
diffusione della cultura in tutte le
sue sfaccettature. Tra le molteplici
attività il Centro studi ha sempre
dedicato particolare attenzione
allo studio del fenomeno dell’emigrazione, e per questo ha avviato
e sviluppato rapporti permanenti
con le comunità di cittadini
oriundi del Vallo di Diano emigrati all’estero. Insomma un’associazione attiva a 360 gradi, lo
sguardo attento alla tradizione ma
sempre al passo con i tempi. E lo
studio della storia va a braccetto
con le nuove tecnologie… In questo senso il Centro studi “Laveglia“ si proietta verso le nuove
frontiere telematiche, con la realizzazione di un sito web che è
molto più di una semplice vetrina
on-line. «Il sito della nostra associazione si propone come una vera
e propria banca dei saperi di tutto
ciò che riguarda il Vallo di Diano,
uno strumento virtuale a disposizione dell’intera comunità» le parole piene di orgoglio del
professore Giuseppe Colitti, attuale presidente del sodalizio culturale ed emerito studioso di storia
e tradizioni locali. Aspetti e funzionalità di un suggestivo spazio
web spiegate nel dettaglio: «molte
sezioni del sito, con materiale didattico, dati storici, informazioni,
sono già accessibili e al servizio
dell’utenza -continua ColittiFiore all’occhiello una completa
bibliografia che raccoglie tutte le
pubblicazioni che hanno come argomento la zona del Vallo. Si
tratta di un elenco dettagliato che
abbraccia svariati campi, come
archeologia, storia, dialetti, tradizioni popolari, religione, poesia,
letteratura. Presto sarà possibile
consultare on-line interi archivi
storici della zona, pubblici e privati, come quello della famiglia
Vairo-Pappafico di Sala Consilina. Ma l’aggiornamento è costante perché abbiamo intenzione
di rendere il sito sempre più interessante e funzionale». Ma non bisogna essere soltanto fruitori
passivi, ammonisce il presidente
Colitti, che ne approfitta per lanciare una sorta di appello, rivolto
non soltanto ai soci ma a tutti i cittadini del Vallo: «lo spazio virtuale del sito è aperto a studiosi,
istituzioni pubbliche e private,
semplici cittadini. C’è bisogno
della collaborazione di tutti per
mettere in rete le risorse culturali
del territorio, al fine di lavorare
ad una migliore conoscenza e valorizzazione di esso. Unire menti e
risorse per la crescita della comunità, ovvero quell’unità culturale
che rappresentava l’aspirazione
massima del nostro fondatore Pietro Laveglia,. Un progetto di non
facile realizzazione negli anni ’80,
vista la mancanza di strumenti
come quelli odierni, ma che oggi
stiamo lentamente realizzando».
Raffaele Avallone
Giovanni Graziano (AN) :
“A Sala Consilina il PDL è unito”
In merito alle indiscrezioni di stampa,
apparse sui giornali la scorsa settimana, che paventerebbero spaccature interne al Popolo della Libertà
di Sala Consilina, interviene il coordinatore di Alleanza Nazionale del Vallo
di Diano, Giovanni Graziano, che
chiarisce la posizione del partito di
Fini. “Alleanza Nazionale del Vallo di
Diano – attacca Graziano – ha sostenuto con forza e sin dall’inizio il progetto del partito unitario e lo
dimostra la scorsa campagna elettorale che nonostante fosse stata pianificata e programmata da noi, alla
fine è stata condotta di concerto con
Forza Italia sotto le insegne uniche
del Popolo della Libertà e, soprattutto, nel rispetto reciproco di pari
dignità.
Questo – prosegue il coordinatore
della destra locale – è valso soprat-
tutto per Sala Consilina dove grazie
alla bravura ed alla responsabilità dei
dirigenti di entrambi i partiti sono
state organizzate due grandi manifestazioni gettando, così, le basi per il
futuro partendo da un rapporto
istauratosi che definirei idilliaco soprattutto con il consigliere De Maio
ed il coordinatore Luisi”. Giovanni
Graziano rigetta anche la dietrologia
costruita ad arte intorno ad una cena
dove si sarebbero valutate le condizioni per escludere Forza Italia da una
eventuale lista di cento destra per le
prossime elezioni amministrative a
Sala Consilina.
“Nulla di più falso – è il commento
del coordinatore Graziano – perché
Forza Italia è stato e sarà sempre il
nostro interlocutore privilegiato.
Questo, però, non può impedire ad
Alleanza Nazionale di stabilire altre
interlocuzioni, a partire dagli altri partiti del centro destra e non solo, per
finire al mondo dell’associazionismo,
produttivo, delle categorie e delle
buone volontà che vogliano condividere un progetto di autentico cambiamento. In fondo anche Forza Italia
ha assunto iniziative similari ma nessuno ha gridato al complotto”. Sui
rapporti e le interlocuzioni da stabilire per costruire una rete a sostegno
del progetto politico che gli uomini
del partito di Fini intendono portare
avanti, Graziano sembra avere le idee
chiare. “A me non sfugge – argomenta il coordinatore comprensoriale di Alleanza Nazionale – che le
dinamiche di voto delle elezioni amministrative sono fortemente legate
alle specificità locali oltre che alle
persone ed ai loro rapporti.
Questo significa che dobbiamo ar-
marci di tanto buon senso ed avere
la capacità di guardare oltre i confini
del Popolo della Libertà eliminando
tutte le pregiudiziali sui possibili alleati, che è esattamente quello che
sta ottimamente facendo il circolo
territoriale di Alleanza Nazionale di
Sala Consilina”. Le parole del coordinatore Graziano suonano tanto
come una difesa di ufficio dell’operato di Michele Galiano, presidente
del locale circolo di Alleanza Nazionale finito sotto accusa per voler
creare spaccature all’interno del Popolo della Libertà. Anche su questo il
leader della destra comprensoriale è
perentorio. “Michele Galiano – è il
pensiero di Graziano – non ha bisogno di difese perché è in grado di
farlo da solo dall’alto dello spessore
personale che lo connatura, così
come non abbisogna di avvocati d’ufficio il suo operato sul territorio in
perfetta sintonia con la linea politica
che il coordinamento comprensoriale si è data.
Tutto il partito ha piena fiducia nelle
capacità politiche del nostro presidente di Sala Consilina che, aperto al
dialogo ed attento alle regole come
è sempre stato, saprà condurre in
La particolare sensibilit rispetto alle tragedie umane e alla sofferenza del vivere
quotidiano
porto ottimi
risultati per Alleanza
rendono Tommaso Guarino un artista completo e complesso, dalle forti emozioni. Nazionale ed il Popolo della Libertà.
Senza fissa dimora
un omaggio agli umili di oggi: migranti, barboni, senza
- casa
Il tempoun?uman
– conclude Giovanni Grait sofferente che pullula nel quartiere in cui vive Guarino e per la quale si prodiga,
riuscendo
ziano – si farà
carico di asmentire
rappresentare non solo con l?arte la possibilit di un mondo diverso e solidale.Tommaso
Guar
tutte le voci false e tendenziose che
ino vive e lavora a Milano. Ha iniziato a esporre negli anni Sessanta. Negli- anni
Settanta
ha fre
sono
emerse in questi
giorni”.
quentato scuole di pittura e studi di artisti a Parigi. Ø autore di testi teatrali, spesso crudi ritratti
di umanit disperata.L?inaugurazione
alle ore 20.00 di venerd 18 luglio 2008.
Antonella Citro
In Farmacia
Gli anziani
possono
rimanere
senz’acqua
Il problema della politerapia nel
paziente anziano è sempre al centro dell’attenzione. Le reazioni
dovute al farmaco, negli anziani,
attualmente rappresentano una
grave preoccupazione per la salute pubblica, dal momento che
sono spesso gravi e possono essere causa di ricovero ospedaliero. Secondo recenti statistiche,
i diuretici (Lasix, Furosemide,
Kanrenol…) sono tra i farmaci
più comunemente prescritti a pazienti di età di 75 anni.
I diuretici possono causare disturbi dell’equilibrio elettrolitico.
Gli anziani sono particolarmente
vulnerabili a questi effetti indesiderati, che comprendono abbassamento
della
pressione,
alterazioni dei livelli di potassio e
di sodio e grave insufficienza renale. Proprio a tale riguardo è
stato condotto uno studio per valutare le condizioni in cui sono
prescritti e monitorati i trattamenti con diuretici negli anziani.
Lo studio è durato 12 mesi ed ha
arruolato oltre 13000 pazienti. E’
stato dimostrato che più di un
paziente su cinque non è stato
monitorato dopo un anno di
trattamento. Considerando tutti i
fattori che potrebbero peggiorare il quadro clinico dei paziente,
questo risultato viene ritenuto
molto preoccupante. Appare
dunque chiaro che molti pazienti
anziani che hanno ricevuto farmaci diuretici non beneficiano di
un regolare monitoraggio ematochimico.
L’invecchiamento compromette i
meccanismi di conservazione dell’acqua e altera i fattori che determinano il bilancio del sodio.
Con l’età, l’acqua totale corporea
diminuisce per l’aumento del tessuto adiposo e per la diminuzione della massa magra
corporea. Oltre a questo negli anziani, la risposta della sete è più
tardiva e meno intensa rispetto ai
giovani. I principali campanelli
d’allarme dello stato di disidratazione sono: diminuzione del turgore cutaneo, secchezza delle
mucose, abbassamento della pressione fino ad arrivare ad alterazioni dello stato di coscienza e
sincope.
Un buon indice per valutare lo
stato di disidratazione può essere
l’aumento delle pulsazioni cardiache (10-20 batt/min), un aumentato peso specifico urinario, la
determinazione degli elettroliti,
sodio e potassio. Per la terapia
occorre valutare l’entità del deficit di liquidi. In primo luogo è indispensabile l’idratazione orale e
anche se può essere difficoltosa
bisogna bere almeno 2 litri di
acqua al giorno e nei casi più gravi
ricorrere alla terapia infusiva.
Vista l’elevata vulnerabilità degli
anziani è richiesta dunque un’attenta supervisione clinica e un
monitoraggio ematochimico (bilancio idrico, livelli di sodio e di
potassio nel sangue e funzionalità
renale) periodico durante le politerapie a lungo termine.
Alberto Di Muria
[email protected]
21
Diano
N°28 19 luglio 2008
Rilevazione rifiuti abbandonati nel Bacino Sa3
Anche nel 2007 il Sa3 primo consorzio in provincia di Salerno
A seguito della costituzione di un apposito tavolo tecnico, proposto e coordinato dall’Ente Parco Nazionale
del Cilento e Vallo di Diano, per la
corretta gestione dei rifiuti urbani, il
Consorzio di bacino SA3 ha contribuito, in collaborazione con i comuni
del comprensorio ed il Consorzio di
Bonifica del Vallo di Diano, alla rilevazione di alcuni siti interessati
dall’abbandono incontrollato di rifiuti solidi urbani ed ingombranti.
Dalla ricerca sono emerse alcune situazioni di particolare criticità.
Nello specifico, sulle sponde del Tanagro, il corso d’acqua che per la sua
interezza attraversa il territorio del
Vallo di Diano, è stata rilevata, in più
punti, la presenza di rifiuti ingombranti (materassi, reti, mobili dimessi
ed elettrodomestici di vario genere)
e di rifiuti speciali (pneumatici e batterie d’auto).
Stessa situazione è stata riscontrata
sulle aste fluviali del Bussento e del
Calore.
In quest’ultimo caso la presenza di
rifiuti abbandonati è concentrata in
un tratto di circa 1,5 km compreso
In attesa della libertà del Cilento
Azione sociale vince
la sua battaglia
Continua la bagar tutta interna al
centro sinistra per le spartizioni politiche del Parco Nazionale del Cilento
e Vallo di Diano, nel frattempo che i
politici del posto pensano a litigare il
prof De Masi “pensa a spendere”,
continuando i
girotondi sottoforma di convegni, a spese dei
contribuenti.
Pare che ultimamente sia
stata fatta una
convenzione
per la riqualificazione
del
personale del
parco, “molto casualmente” con il Ravello Festival, si parla di casualità e
non di eventuali costi per il Parco diventati incassi per Ravello, ricordo che
il “factotum De Masi può tutto”.
Naturalmente il centro destra non sta
con le mani in mano, <<ho avuto rassicurazioni da parte del Ministro on.
Prestigiacomo –afferma Bellomo- che
il Parco nazionale del Cilento e Vallo di
diano sarà commissariato>>, diversi
sono i nomi autorevoli che circolano,
naturalmente Azione Sociale - PDL
svolgerà un ruolo di prestigio in questa fase, infatti dopo il vertice provinciale di Azione Sociale svoltosi tra il
presidente Luciano Farro il responsabile degli enti locali Francesco Bellomo, il presidente giovani Guido
Giudice e il coordinatore della raccolta firme “Per Rimuovere De Masi”
Pasquale Cerullo, si è convenuti di investire del problema il coordinatore
nazionale on. Franco Cardiello il quale
mercoledì sarà portavoce dell’iniziativa all’on Mussolini, affinché ribadisca al Ministro on. Prestigiacomo che
parte importante è il commissariamento dell’ente parco, ma risulta fondamentale, successivamente la
nomina di un presidente scelto tra
una rosa di nomi facendo parte delle
popolazioni locali e i gruppi politici
del territorio.
Nel frattempo la raccolta di firme affinché venga individuato un presidente del territorio continua,
domenica a Teggiano insieme al coor-
In alto
a destra:
Luciano Farro,
a sinistra:
Francesco Bellomo
dinatore di FI, Laverio De
Paola si sono raccolte numerose
firme, giovedì sarà la volta di Sala
Consilina <<stiamo avendo –afferma
Cerullo, coordinatore della raccolta
firme- numerose adesioni perché lottiamo per una causa giusta, mirata al
territorio>>. Certamente oltre a un
fatto emotivo e di colore politico
Azione Sociale e il resto del centro destra stanno trovando molte adesioni
grazie soprattutto all’inefficienza e
poca concretezza da parte del prof.
De Masi, basta pensare all’iniziativa
“Cilento da Adottare”, <<il presidente, come alsolito è arrivato secondo –afferma il consigliere
Bellomo- certamente lui non essendo
del posto e non conoscendo la storia
del parco non sa che già il Presidente
prof. La Valva aveva intrapreso una
iniziativa simile, con le navette che
portavano i turisti dalla costa all’interno>>.
Il parco ha bisogno di persone che vogliono il bene del territorio e la valorizzazione delle popolazioni locali e
non di chi ha interessi di sviluppare
amicizie per rafforzare la propria economia.
Il Presidente Provinciale
Azione Sociale
Avv. Luciano Farro
Il Consigliere Comunale
Capogruppo PDL Atena Lucana
Agrt. Francesco Bellomo
fra i territori comunali di Buonabitacolo e Montesano sulla Marcellana.
Tra i comuni di Pertosa e di Polla,
nelle Gole di Campostrino, risultano
abbandonati numerosi pneumatici
localizzati in aree impervie, difficili
A Sala Consilina
nasce il Consis,
un consorzio per
l’area industriale
A Sala Consilina giovedì scorso è
nato ufficialmente il Consis, un consorzio privato e autonomo che riflette orgoglioso la realtà industriale
del comune capofila del Vallo di
Diano. Una soddisfazione unica per
il vasto parterre dell’area industriale
di Mezzaniello, che di fatto si sta
espandendo a macchia d’olio e sta
ottenendo sempre più successo di
produzione e di vendita. Ben 19
aziende salesi si sono date appuntamento per firmare l’atto di costituzione del Consis, il cui presidente
Michele Spolzino, il vice presidente
Mario Tafuri e il segretario Pina Aumenta daranno vita a una serie di
appuntamenti e interventi concreti
per rilanciare e valorizzare le poliedriche aziende locali. Si tratta di un
momento storico importante, dove
ciascun imprenditore porterà le sue
specifiche professionalità al servizio
della collettività, sarà protagonista a
modo suo di un piano di riqualificazione industriale, dove le industrie
presenti confluiranno in un unico
polo lavorativo. Sinergia, collaborazione e fattività a 360° sono i cardini del neonato consorzio. E il
comune nelle vesti dell’assessore
alle attività produttive,Antonello Rivellese, contribuisce economicamente allo svolgimento del
progetto “I consorzi ricevono vaste
agevolazioni per le attività in itinerespiega- e gli stessi intenti coltivati da
più professionisti condurranno il
territorio a una crescita sicura”. Gli
obiettivi prefissati e perseguiti a
breve da questa struttura senza
scopo di lucro sono molti e il lotto
comunale messo a disposizione è
un invito a gestire le cose in perfetta
sinergia: un terreno che servirà a
scopi lavorativi come la costruzione
di una sala conferenza o area di
workshop ed esposizione per proficui confronti. Insomma la classe imprenditoriale di Sala Consilina sarà
protagonista assoluta di decisioni
autonome a favore del territorio
che avranno determinate finalità nel
pieno rispetto di convenzioni stipulate con gli organi preposti.
AntoCi
da raggiungere anche con i mezzi in
dotazione al Consorzio Bacino Sa3.
Per bonificare le Gole di Campostrino bisognerebbe, infatti, impiegare mezzi particolari e personale
specializzato. Rifiuti abbandonati
sono stati segnalati anche in prossimità dei ponti dell’A3, nel territorio
comunale di Sala Consilina, sulla
Bussentina, la strada a scorrimento
veloce che collega il Vallo di Diano
al Golfo di Policastro, e nei comuni
di Salvitelle, S. Giovanni a Piro, Oliveto Citra, San Gregorio Magno e
Sapri.
Se pur i dati complessivamente
emersi non siano allarmanti, deve far
riflettere il fenomeno dell’abbandono selvaggio di rifiuti in aree ricadenti in comuni laddove il sistema di
raccolta differenziata funziona in
maniera ottimale.
Il Consorzio di Bacino Sa 3, alla luce
di quanto emerso dalla ricerca, invita
i comuni e gli altri enti coinvolti a
vario titolo a predisporre azioni di vigilanza e di controllo finalizzate ad
arginare l’abbandono indiscriminato
dei rifiuti.
Intanto il Consorzio Bacino Sa 3, in
virtù di una razionale quanto articolata ed organica politica gestionale
dei rifiuti, per il sesto anno consecutivo risulta essere il primo Consorzio
della provincia di Salerno. Nel 2007,
con una percentuale di raccolta differenziata del 41,74 (dati Osservatorio Provinciale Rifiuti), il Sa3 ha
conseguito, infatti, i migliori risultati
anche in relazione all’indice della
produzione pro-capite giornaliero e
a quello della raccolta differenziata.
Antonella Citro
di biesse
dalla prima
De Masi lascia,
Prestigiacomo colloca
Le dimissioni
di De Masi
Masi. Si aprirà una nuova stagione di attesa e di contesa con
la Regione Campania su chi
dovrà essere nominato presidente di un ente che ha dodici
anni di vita, ma ancora non ha
cominciato a camminare sulle
sue gambe. Le colpe del passato
sono tutte da addebitarsi ad una
classe dirigente che ha pensato
poco, gestito male, programmato molto ma realizzato poco.
In fondo De Masi avrebbe potuto essere un nuovo Vincenzo
La Valva ( il 1° presidente) con
più poteri e meno lacci e laccioli
provenienti da un territorio che
si mise di traverso sulla strada
del professore di botanica.
Chiarriverà dopo De Masi non
potrà, anche se saprà, fare meglio. La sua nomina politica
marchierà ogni sua azione, produrrà nuove clientele, deprimerà
ancora di più il territorio e si
“accomoderà” su una “straordinaria” amministrazione che,
visti i precedenti, durerà il
tempo per ricacciare nel “sottosuolo” ogni aspettativa di sviluppo.
La primavera del parco è finita
con la pretesa della Prestigiacomo che più che ministro
dell’ambiente, con questa scelta,
si è dimostrata ministro di “collocamento” di politici in lista
d’attesa.
Staremo a vedere cosa succederà a breve e a lungo termine.
Siamo aperti ad ogni tipo di sorpresa, anche a quelle positive!
In data odierna, su richiesta
del Ministro, trasformo la remissione del mandato in formali dimissioni” spiega De
Masi che Il 10 maggio scorso
inviò alla Prestigiacomo la seguente lettera:
“Sig. Ministro, il 15 gennaio 2008, con
decreto dell’allora Ministro dell’Ambiente On. Alfonso Pecoraro Scanio,
sono stato nominato Presidente del
Parco Nazionale del Cilento e del Vallo
di Diano.
Ho dedicato questi primi cento giorni
a un’attenta analisi della situazione
complessiva del Parco e alla riorganizzazione del gruppo operativo che lo
gestisce. Ho inoltre avviato una serie
di dodici convention dedicate ad altrettanti gruppi (i Sindaci,
Ho dedicato
questi primi
cento giorni a
unattenta analisi
della situazione
complessiva
del Parco
gli Imprenditori del settore turistico, i Presidenti delle associazioni culturali, ecc.).
Il tutto, in funzione di un serio programma quinquennale al quale improntare l’azione della mia presidenza.
Per sua natura, la carica da me ricoperta non è legata cronologicamente
alla legislatura e al Ministro da cui deriva. Reputo tuttavia giusto che, per
cortesia personale e per correttezza
professionale, io rimetta il mio mandato nelle Sue mani.
Il Suo gradimento, infatti, rappresenta
la condizione indispensabile affinché la
Presidenza del Parco possa operare
con la necessaria tranquillità e autorevolezza”.
Cultura
22
Il primo romanzo di Luigi Rossi
parroco e storico del Cilento
libro. È un romanzo di facile lettura,
che si addentra nella storia di Gesù
dal giorno della sua morte all’incontro con Tommaso. L’autore ha fatto
parlare i discepoli ed ha cercato di
guidare il lettore, portandolo per
mano, nella verità storica che s’interseca con la fede che diventa un
unicum davanti al sepolcro vuoto.
G. C.
La chiesa dell’Annunziata di Padula
è stata testimone della presentazione
del libro di don Luigi Rossi “I dubbi
di Tommaso”. Ospiti d’eccezione
per discutere, interpretare, capire e
spiegare il libro, il Vescovo di Teggiano Angelo Spinillo, il Senatore
Alfonso Andria, Antonio Tortorella
dell’Ufficio Diocesano. A moderare
gli interventi il giornalista e storico
Geppino D’Amico. “Tommaso,
l’apostolo del dubbio, conduce
un’inchiesta sul suo maestro crocefisso per risolvere alcuni interrogativi che attanagliano la sua mente e
bloccano la sua volontà, incapace di
confermarsi nella bontà di continuare a seguire il Nazareno. Tra contestazioni, proteste e discussioni con
gli altri apostoli, per otto giorni ripercorre i luoghi del processo e del
supplizio di Gesù interrogando testimoni per convincersi dell’impossibilità di una risurrezione acclamata
dagli altri. Alla fine deve cedere alle
evidenze testimoniate da un gruppo
di amici che, in modo convergente,
puntano verso una tomba vuota…”
Questo il motivo che ha spinto l’autore del libro a scrivere di Tommaso
e dei dubbi che lo perseguitano in
quella settimana che segue la morte
del Cristo. I relatori, attenti lettori
del libro, si danno molte spiegazioni
in merito, cercano di interpretare non
solo i dubbi di Tommaso, ma anche
quelli di don Luigi Rossi che nel suo
libro insegue la “verità”. La platea,
attenta, segue le parole dei relatori
cercando di capire, intuire, considerare ciò che viene detto e in loro
nasce il desiderio di voler leggere il
Nell’antica civitas torna dal 6 all’11 agosto Jazzinlaurino
L’evento musicale che quest ’anno ospita Gino Paoli
Anche quest’anno l’ormai consolidata manifestazione musicale JazzinLaurino, che ogni anno si tiene in
alcuni degli angoli più affascinati di
Laurino, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano,
propone artisti di fama mondiale.
L’ospite d’onore di questa sesta edizione della kermesse in programma
dal 6 all’11 agosto, sarà niente meno
che Gino Paoli. Il cantautore
proporrà il progetto “Un incontro
in Jazz” con Danilo Rea, Roberto
Gatto, Rosario Bonaccorso e Flavio
Boltro. Altro importante ospite di
JazzinLaurino sarà Richard Galliano che con Paolo Fresu e
Jan Lundgren presenterà “Mare
Nostrum”. Ma tanti altri saranno gli
artisti di altissimo livello che allieteranno la kermesse organizzata dall’associazione
Liberi
Suoni,
presieduta da Angelo Maffia. Artisti
che parteciperanno ad alcuni dei
concerti serali e che come ogni
anno vestiranno i panni dei docenti:
Roberto Gatto (drum), Danilo
Rea (piano), Maria Pia De Vito
(vocal), Marco Tindiglia (guitar),
George Garzone (sax), Paolino Della Porta (bass), Flavia
Correia (dance). Infatti anche per
questa sesta edizione dell’evento è
riconfermata la formula dell’imprescindibile nesso tra spettacolo e didattica musicale, alla base della
kermesse, e che ogni anno porta a
Laurino musicisti e tanti corsisti.
Sono già numerosissime le iscrizioni
ai diversi corsi. Quest’anno però
JazzinLaurino ha in serbo anche
delle novità: in primis il fatto che
l’edizione numero sei del festival è
dedicato a Dennis Irwin, contrabbassista newyorkese già entrato
nella storia del jazz per le sue collaborazioni con i più grandi (Jim Hall,
Wynton Marsalis, Bill Frisell, John
Scofield, Joe Lovano…), che è stato
a JazzinLaurino per i primi cinque
anni, fino alla sua morte, risalente al
marzo scorso. In sua memoria sarà
istituita una borsa per ogni strumento musicale. Inoltre la kermesse
quest’anno si allarga ad altri comuni
del territorio, ossia Piaggine, Sacco e
Stio. Infine ad arricchire l’evento ci
sarà anche una mostra voluta dall’ente parco e realizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo,
denominata “Greenwashing”. Jazzinlaurino è organizzato dall’Associazione Liberi Suoni con il
patrocinio di Ente Provinciale per il
Turismo, Provincia di Salerno, Parco
Nazionale del Cilento e Vallo di
Diano, Unione dei Comuni Alto Calore, Comune di Laurino.
N°28 19 luglio2008
Italia Nostra, Vas e Wwf solidali
Sopraintendenza minacciata
In questi ultimi anni l’intero territorio Campano, pregevole per natura e per il plurimillenario
stratificarsi di consistenti e significative presenze storiche, sta subendo trasformazioni notevoli e di
grave impatto paesistico ambientale per effetto di pesanti interventi
infrastrutturali .
Si tratta per lo più di lavori avviati
in seguito all’approvazione di vecchi discutibili progetti spesso risalenti agli anni 70/80 ,frutto di
complesse contrattazioni e corredati da lunghi elenchi di prescrizioni; a monte una regia forse poco
cosciente ,certamente poco sensibile alla tutela delle emergenze naturalistiche,
ambientali
e
paesaggistiche .
Così nel Salernitano pressochè in
silenzio il paesaggio costiero è
stravolto da interventi che consistono nel rilevante ampliamento e
completamento di numerosi porti
esistenti e nella creazione di
nuove aree portuali grazie al POR
Campania 2000-2006 destinato
alla portualità turistica, piegato a
soddisfare prevalentemente una
domanda sconfinata di posti barca
e di attività commerciali connesse
piuttosto che rendere il servizio
pubblico via mare finalmente efficiente .E’ difficile stimare gli effetti
che l’ insieme di tali interventi arrecherà alla situazione meteo marina
locale
ed
all’assetto
complessivo del profilo costiero: ad
esempio i lavori di completamento
del porto di Marina di Pisciotta rischiano di trasformare l’affaccio a
mare del tipico nucleo dell’abitato
in un “ fronte porto “ a scapito
della naturalità del litorale e delle
peculiarità del borgo tanto che non
si comprende quanto le opere in
itinere favoriranno la vocazione turistica del luogo aldilà degli interessi dei diportisti.
In contesti diversi, l’avanzare dei lavori di imponenti collegamenti
viari conferma i timori che hanno
accompagnato l’iter progettuale di
opere molto discutibili per tracciati
e dimensioni : è il caso della Provinciale “Aversana” che nel suo
avanzare in una zona a prevalente
vocazione agricola giunge nel territorio di Pontecagnano a compromettere
importanti
segni
dell’architettura legata all’economia
storica dei luoghi ( es. il Tabacchificio e il borgo della Picciola ); e del
progetto del I lotto di decongestionamento della SS 18 a Cava
de’Tirreni nel tratto dalla località
Tengana alla Stazione Ferroviaria
dove un improvvido ed inutile intervento sta alterando, dietro un
presunto miglioramento della viabilità stradale, pregevoli equilibri
architettonici paesaggistici e am-
bientali .Ma i contenziosi oggi pendenti davanti al TAR Campania sezione di Salerno, relativi alle tre
opere pubbliche citate e determinati dalle contestazioni della Soprintendenza ai
BBAAPP di
Salerno ed Avellino portano all’attenzione aspetti che temiamo non
siano isolati , e cioè che grandi
opere pubbliche si discostino in
corso d’opera dai progetti spesso
“miracolosamente” approvati aggravandone ulteriormente le integrazioni negative sul territorio .
La Soprintendenza attraverso suoi
funzionari che operano con determinazione e professionalità per la
tutela dei notevoli valori ambientali e paesaggistici e vigilano sul nostro territorio nell’interesse
collettivo spesso colmando carenze e disattenzioni degli Enti Locali ,in questi casi si è opposta alla
realizzazione di abusi con fondi
pubblici e per di più a danno del patrimonio paesaggistico .
E’sconcertante ancora una volta
prendere atto che Enti cui competono funzioni di controllo e tutela
non riescano a stabilire quel rapporto corretto tra istituzioni pubbliche che sembrerebbe ovvio e
dovuto.
Il caso esasperato dei Comuni di
Pisciotta e Cava de’Tirreni che
giungono a contrappore all’operato della Soprintendenza, mirato
alla salvaguardia del loro stesso
territorio ,comportamenti offensivi ed intimidatori verso singoli
funzionari finalizzati a personalizzare le situazioni , è espressione di
una prassi politico-amministrativa
e di una cultura che forniscono una
plausibile chiave di lettura del dilagare dell’abusivismo edilizio e della
devastazione delle risorse naturali
e Paesaggistiche in Campania.
Le sottoscritte Associazioni si augurano che il TAR Campania sezione di Salerno non consenta che
proseguano simili sfregi ambientali
ed illegalità .
Italia Nostra
Consiglio Regionale della Campania
N°28 19 luglio 2008
V i ag
ggi e Assaggi
23
Grandi sapori del passato a “Il Vottaro” di Trentinara
Era un po’ di tempo che mancavo da
Trentinara, interessante comune alle
porte del Cilento a pochi Km da Paestum. Ho potuto constatare che sono
stati eseguiti interessanti lavori per
rendere la cittadina più vivibile e si sta
lavorando per fare in modo che vi
giungano più turisti, soprattutto quelli
che amano la natura, gli antichi borghi
e quei valori che nell’epoca moderna
da tempo sono scomparsi.
La mia meta gastronomica è stata la
locanda “Il Vottaro” (bottaio in italiano), di Alfonso Longo (nella foto
insieme alla signora Cristina) che
per molti anni ha gestito con successo
il ristorante “La Pergola” a Capaccio
Scalo, attualmente condotto dai suoi
figli che stanno seguendo con impegno e passione le orme paterne.
A Trentinara, Alfonso ha acquisito dei
vecchi palazzi cadenti che ha sapientemente ristrutturato creando un’originale meta gastronomica oltre a delle
camere e suites (in via di completamento). Per poter mangiare è obbligatoria la prenotazione, non tanto per il
posto, ma per l’approvvigionamento
delle materie prime che viene effettuato unicamente presso contadini e
massaie del posto.
Per raggiungere il posto, una volta
giunti nella piazza principale del
paese, è consigliabile proseguire a
piedi fino alla piazza di San Nicola,
qui s’imbocca il vicoletto alla sinistra
dell’omonima chiesa (XI° sec.), suc-
cessivamente si prosegue sotto un porticato, pochi metri e si giunge a destinazione. Sembra di stare in un posto
d’altri tempi, bello, caldo, rustico e
allo stesso tempo rilassante. A riceverci Alfonso, che con impegno e entusiasmo ci mostra il suo regno e ci fa
accomodare nel giardino all’aperto, un
angolo molto curato, tranquillissimo e
molto fresco (ci voleva proprio dopo
il caldo che ci sta attanagliando in questi giorni di luglio).
Sappiamo che non bisogna ordinare,
si mangia, tra virgolette, quello che
passa il convento. Il nostro tavolo, a
lume di candela, è preparato in modo
semplice ma con molto gusto.
Troviamo un piattino con delle erbe
aromatiche fresche (timo, finocchio
selvatico, rosmarino, fiori d’acacia,
fiori di cipolla), le stesse che sono state
utilizzate per la preparazione dei nostri piatti.
A tavola, i bicchieri erano di terracotta, il pane era quello cotto nel forno
a legna tradizionale e fatto lievitare
con il “criscito”, il vino bianco e rosso
era quello prodotto da contadini locali,
l’acqua proveniva da Vesole (una ventina d’anni fa erano molti gli abitanti
della piana che con varie taniche e damigiane andavano in questa località
del comune di Trentinara per approvvigionarsi di questa buona acqua che è
nota per le sue qualità).
Riguardo al vino, c’è da dire che
quanto prima il locale sarà anche enoteca e saranno commercializzati uni-
La grande notte del rosato
Dopo il “Coda di Volpe Wine Festival”, ecco che la “Fabbrica dei
Sapori” di Battipaglia, l’antica fabbrica conserviera restaurata e trasformata in centro polifunzionale, in
collaborazione con il “Luciano Pignataro Wine Blog”, ha organizzato
un’altra bellissima manifestazione
enologica: “La grande notte del
Rosato – Il meglio del Regno delle
due Sicilie”. La kermesse si è svolta
martedì 15 luglio, ci sono stati interviste ai più noti enologi della Campania trasmesse in diretta su
Telecolore e sul canale satellitare 849
di Sky, seminari con degustazioni
guidate, banco di assaggi con le più
belle realtà vinicole della Campania e
del Sud, presentazione di piatti abbinati ai vini, preparati unicamente in
rosa, cioè dalle più brave chef della
nostra regione. Il rosato è un vino che
negli ultimi tempi si sta distinguendo
sempre di più, è il vino estivo per eccellenza, si abbina a molti piatti della
nostra gastronomia. In quei casi dove
un vino bianco non è sufficiente ed il
vino rosso potrebbe essere troppo, è
senza dubbio il vino ideale. Girando
nella notte dei rosati ho degustato,
naturalmente, solo una parte dei vini
presenti. Quello che mi è piaciuto di
più è stato il Sannio Rosato Doc dell’Antica Masseria Venditti di Castelvenere (BN), un vino che si è subito
distinto per i profumi eleganti e per
il bel gusto, lasciava una bocca asciutta e pulita. In questo momento lo
abbinerei ad un classico della nostra
gastronomia: spaghetti alle vongole
con una piccola dose di pomodorini.
Inoltre, non mi sono dispiaciuti i
rosati delle aziende cilentane presenti
come il Primula Rosa di Barone
(Rutino), il Prime Rose di Polito
(Agropoli) ed il Paistom dell’Azienda Cuomo – I Vini del Cavaliere (nella foto Giovanni Cuomo e
signora, come sempre presenti nei
momenti importanti).
Dibbì
camente i vini del Cilento e della Valle
del Calore. Un’idea che apprezzo
molto. Per iniziare ci è stato servito
della ricotta di capra nel suo siero con
crostini di pane.
Come antipasto abbiamo ricevuto in
un grande piatto: soppressata tipo
Gioi, fioroni di fichi, soufflé di ricotta
con fiori di zucca e porcini, formaggio
caprino semi-stagionato con marmellata di fiori d’acacia, purè di melanzane cotto sotto la cenere, formaggio
stagionato con pere e mandorle tostate, involtino di bardana (pianta
spontanea che è un antibiotico naturale
ed un toccasana per il fegato) con ricotta e frittatina con fiori d’acacia.
A seguire una minestra “tadducci”,
non so se si scrive così, molto buona e
gustosa, preparata con fiori di zucca,
zucchine, patate, fagiolini, grano e finocchio selvatico.
Le emozioni sono continuate con gli
assaggi dei due primi: ravioli di ricotta
di capra con porcini e tartufo e dei
strangolapreti con pomodoro e caprino
affumicato con la paglia.
LA
RICETTA
Fusilli caserecci
con peperoni e
melanzane
Ingredienti per 4 persone:
320 g di fusilli freschi –
1 cipolla –
1 peperone giallo –
1 peperone rosso –
1 melanzana del tipo lunga –
sale –
1 peperoncino piccante –
olio extravergine d’oliva del
Cilento.
Procedimento: soffriggete la
cipolla tagliata finemente col
peperoncino, pulite e tagliate
a striscioline i peperoni e a
dischetti le melanzane, aggiungeteli alla cipolla e fateli
“appassire” a fuoco vivace.
Togliete il peperoncino, aggiustate di sale, coprite e
fate cuocere per una decina
di minuti.
Cuocete i fusilli in abbondante acqua salata, condite
col sugo alle verdure e servite ben caldi.
Vino consigliato: Fiix 2006,
Paestum Rosso Igt, Cantine
Rizzo di Felitto.
Al secondo ci servono degli straccetti
di vitello profumati all’aceto su letto
di fagiolini e patate accompagnati da
polenta con porcini e ancora quel particolare caprino affumicato.
Dulcis in fundo ecco il dessert, nel
quale abbiamo rivisto la fortunata
vena inventiva di Alfonso, composto
da panettone al cioccolato con pera
spadona, panettone con yogurt di
capra e mela annurca, pallina di grano
e noci e un superlativo yogurt di capra
con marmellata di ciliegie selvatiche.
Un buon liquore artigianale ai fiori di
tiglio ha concluso una serata da ricordare.
Prima di lasciare il posto abbiamo visitato le camere in via di completamento, arredate ispirandosi alla
tradizione locale con pavimenti in
cotto, soffitti ornati di travi di castagno
e mobili antichi.
Da una terrazza di una camera abbiamo potuto ammirare tutto il Golfo
di Salerno e sembra che nelle giornate
chiare si possa vedere anche Capri.
Prezzo per una serata a “Il Vottaro”, 30
euro a persona tutto compreso. Non
dimenticate la prenotazione…
Locanda Il Vottaro, Centro storico,
84070 Trentinara. Tel. 328.8635664.
Sito Web: www.ilvottaro.it . Voto
76/100.
Diodato Buonora
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