N° 13 del 11/04/2008

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Transcript N° 13 del 11/04/2008

C A M PA G N A
B A T T I PA G L I A
Monaco, comizi
molto seguiti
Cazzotti e querele
al Comune
pag. 4
pag. 2
A GROP OL I
C A PA C C I O
E BO L I
Dell’Acqua scrive a Pepe:
Differenziata così
non va!
pag. 5
Consiglio comunale
microfonato.
Troncone protesta
Pagella per Cariello
e Consalvo
pag. 11
pag. 3
Ann o X n°13 - www.unicosettimanale.it - 11 aprile 2008 € 1,00
Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) - Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno -Abb. annuale 25,00€
Un passo falso
nella
direzione giusta
di Bartolo Scandizzo
VEL ARDI E DE MASI
SUL CILENTO DIVERGENZE PARALLELE
Domenico De Masi, neo presidente
del Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano, è partito per la
“guerra” dei cinque anni con la sua
armata di trenta dipendenti dell’ente, Angelo De Vita e tutta la sua
esperienza professionale, accademica e di uomo di comunicazione.
Purtroppo, la due giorni organizzata
dalla società di comunicazione che
ha vinto il bando sulla comunicazione del Parco (quasi un milione e
mezzo di euro da spendere entro ottobre 2008) non è stata all’altezza
del compito e il presidente ha
messo i piedi direttamente nel
piatto: “L’albergo che mi ospita è il
peggiore tra quelli che ho conosciuto in vita mia! La cartellina che
mi è stata consegnata all’ingresso è
vergognosa e la sala dove stiamo
ospitando oltre un centinaio di albergatori del territorio è di gran
lunga inferiore a quello a cui sono
abituato io e gli stessi operatori alberghieri presenti che nelle loro
strutture immagino abbiamo sale
più accoglienti di un capannone fieristico.”
È andata un po’ meglio il secondo
giorno.
L’incontro si è tenuto presso l’hotel
S. Pietro di Palinuro che si affaccia
sul mare, la sala è accogliente e gli
ospiti stranieri (addetti commerciali
di ambasciata e giornalisti) invitati
hanno potuto ammirare la perla del
Cilento in tutto il suo splendore grazie al sole che ne ha esaltato tutta
l’unicità.
Purtroppo, anche in questo caso la
scelta non è stata felice sia per la tipologia degli ospiti stranieri, tutti
protesi alla conservazione ed alla
preservazione del bene inalienabile
dell’aspetto naturalistico della
costa, sia perché l’accento romano
delle hostess all’ingresso ha fatto
chiaramente inorridire i fautori
della cilentanità. Passi il fatto che
un bando sulla comunicazione congegnato per tagliar fuori ogni velleità di partecipazione a ditte locali,
ma almeno il personale di “bassa
qualifica” poteva essere selezionato
in loco.
Sono ben tre le scuole alberghiere
presenti nel territorio del parco da
cui attingere, magari anche gratuitamente, due o tre “passa carte” e
una “reggi microfono” (senza offesa per nessuno ovviamente).
di Ernesto Giacomino
Real ed Ebolitana
fusione impossibile
Avviso ai naviganti. Dovesse succedervi di superare contemporaneamente i minacciosi piloni
sventrati di guardia allo svincolo
autostradale, le code dei tardivi
pasquettari verso il Cilento, i
mattoncini di lego impilati a
forma di ospedale, sareste giunti
a Battipaglia. Da qui, poi, assecondata la rotatoria, s’entrerebbe
presto in centro: rettilineo, palazzetto da un lato e villaccia comunale rinsecchita dall’altro,
salitina del ponte sul Tusciano. E
basta, alt: punto critico. Perché è
il momento in cui parecchi equivocano, buttano lo sguardo a sinistra, vedono questo spiazzo
incolto recintato di cedri (libanesi, in onore di un particolare
di Francesco Faenza
Fusione impossibile. E’ il risultato
dell’incontro promosso dai tifosi.
Mettere insieme Ebolitana e Real
non è un gioco facile. L’Ebolitana
ha la storia e i sentimenti dei tifosi.
La Real ha i soldi e una promozione ancora possibile. Fare due
più due è semplice. Ma lo sport non
è così “banale” come la matematica. I tifosi ci hanno provato, iniziativa meritoria. Hanno anche
provocato, gettando nella mischia
nomi di vecchi presidenti (Cosimo
De Vita). Una fusione tra le due
squadre di calcio appare impossibile. E’ come mettere insieme l’Inter e il Milan, il Torino e la Juve, la
Roma e la Lazio. Operazione
chiacchierata.
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“Paestum e
Cilento
salvi
insieme a
Napoli”
“Una scuola
di marketing
per un
turismo di
qualità”
B AT T I PAG L I A
Le piazze
EBOLI
Claudio Velardi
a Capaccio:
“L’unione fa la
forza”
di Marianna Lerro
A domande chiare ed inequivocabili, a richieste rigorose e puntuali
ha risposto l’Assessore Regionale
al turismo, Claudio Velardi, in visita straordinaria nel Cilento il
primo aprile scorso.
I saloni del Savoy Beach Hotel
sono stati la cornice dell’amichevole dibattito che Velardi ha intavolato con i pochi (ma buoni)
presenti, una sorta di tavola rotonda per discutere gli annosi
problemi del settore turistico del
Cilento e del Vallo di Diano.
Viabilità, mancanza d’infrastrutture adeguate, scarsa pubblicità,
“ghettizzazione mediatica”, sono
solo alcune delle questioni poste
all’attenzione dell’assessore. A salutare i presenti e ad introdurre
Velardi, Marisa Prearo, presidente dell’Azienda Autonoma
Soggiorno e Turismo di Paestum.
“ Il Cilento è una terra meravi-
Più volte in queste settimane di passione per la mozzarella che non si
vende mi è venuto in mente il tormentone di uno spot della Tim di
qualche anno fa. Almeno quattro, se
non cinque. Il protagonista era un cagnone che non solo non abbaiava,
ma parlava napoletano. «Signurì,
nuda eravate nu babbà», ammiccava alla ragazza che si tratteneva su
di una spiaggia, dopo averle rubato i
vestiti. «Hai fatto cilecca, ma che
toro e toro, tu sì na bufala», lo sfotte
un bovino fuori campo che, beato tra
le mucche, appariva imbranato e si
era fatto evidentemente “effeminare” dal branco. In questo momento
a nessun pubblicitario (tranne che a
Claudio Velardi) verrebbe in mente
A PAGINA 13
A PAGINA 10
VALLO
AGROPOLI
De Masi: il futuro
del Parco
comincia da qui
di Nicola Nicoletti
Per alcuni è “l’uomo della Provvidenza”, senza alcune allusione storica, per altri un buon rompiscatole.
Domenico De Masi, neo presidente
del Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano, alla sua prima uscita
ufficiale, una tre giorni con il settore turistico, divide nettamente in
due la critica. “C’era bisogno di una
persona che dicesse quello che
molti pensano, ma difficilmente si
ha l’opportunità di esternare: cose
ovvie, naturali, ma qui mai arrivate!”, commenta soddisfatto Rino
Castaldo, un operatore attivo sul
mercato turistico. È come una liberazione, dicono altri, “in cui siamo
guardati senza pregiudizi e con
l’opportunità di costruire un futuro
A PAGINA 10
La vera biùtiful cauntri è qui
di Oreste Mottola
Cilento stupefacente
di Catello Nastro
Quando arrivai ad Agropoli, il 21 ottobre del 1951, abitando in Via
S.Marco, che contava al massimo
una dozzina di case e la strada ospitava al massimo una ventina di automezzi, tra camion ed auto, ma anche
carri tirati dai buoi e qualche carretto
trainato da un cavallo o da un asino,
per drogarci andavamo a bere l’acqua del fiume Testene, alla foce, attingendola direttamente dal corso
con i palmi delle mani atteggiati a
guisa di ciotola.
Un toccasana, un rinfresco per la
gola, per l’esofago e per tutto il resto
delle frattaglie che si trovavano all’interno del nostro composto corporeo materiale. Ci stava, anche allora,
la fontana, dalla quale sgorgava
acqua veramente potabile senza pe-
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Battipaglia
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N°13 11 aprile 2008
Cazzotti e querele
Dopo Barbato al Senato, Tucci e D’Acampora al Comune
Dopo l’aggressione con tanto di
sputo in diretta televisiva del (poco)
Onorevole Barbato dell’Udeur, rifilata al collega di partito Nuccio Cusumano, reo di aver votato la fiducia
a Prodi contro le direttive di Mastella, anche a Battipaglia si registra
una rissa in pieno stile Palazzo Madama.
Eppure, dispiace davvero dover
commentare la squallida scazzottata
tra due consiglieri comunali avvenuta ad inizio settimana all’interno
del palazzo comunale di Battipaglia.
Duole commentarla perché ogni
gesto, ogni azione, ogni dichiarazione ci porta a constatare che purtroppo il fondo non è stato ancora
toccato e che al peggio davvero non
c’è limite. Eppure, ahinoi aumentano
ormai quotidianamente i motivi per
pensare che si sia toccato il punto più
basso della storia cittadina e che da lì
in poi ci sia solo l’agognata risalita
sociale, etica e politica. Al contrario,
lunedì mattina - tanto per cominciare
bene una settimana cruciale, che do-
vrebbe portare alla nascita di una
nuova giunta - i due consiglieri comunali Enrico Tucci e Luigi
D’Acampora, il primo dell’Udeur e
il secondo di An, sono addirittura arrivati alle mani, proprio davanti alla
porta della stanza del Sindaco, disturbando finanche la celebrazione di
un matrimonio.
Le ragioni della colluttazione, in cui
non sono mancati pugni schiaffi e
calcioni, tenendo conto dei soggetti
interessati, non sembrerebbero essere nate da una divergenza di vedute
sulla crisi tibetana, e crediamo nemmeno sull’affaire Alitalia-Air France.
dalla prima
Piuttosto si sarà trattato del solito
modo squallido di risolvere questioni
d’eguale leva.
Probabilmente il tutto sarà partito da
qualche epiteto infamante indirizzato, magari per scherzo, alla genitrice di uno dei due, proprio come
succedeva alle scuole medie. A questo episodio, va aggiunto l’alterco
scoppiato nella stanza del Sindaco
tra Gerardo Motta e lo stesso Gennaro Barlotti, terminato - secondo
quanto ha riferito il Sindaco - con la
minaccia che il capogruppo di An il
15 aprile avrebbe buttato il Sindaco
“giù dal balcone del municipio”.
di
ERNESTO GIACOMINO
La piazza che non c’è...
articolo che negli anni ’80 da
quelle parti tirava parecchio), due
lerce vasche tonde che richiamano
il gioco di palline e pesci rossi dei
luna park, un’aiuola circolare farcita di ogni ben di Dio (dalle cartacce alle torte di cane alle buste
di frutta), perennemente in semioscurità sia di giorno che di notte,
e dicono: uh, devono aver raso al
suolo un palazzo abusivo o pericolante, chissà mo’ se ci ricostruiscono, o ci mettono il Ground
Zero, o ci fanno almeno un parcheggio.
Non cascateci anche voi, voglio
dire: quella, pur se non sembra,
pur se più simile a una stonata
oasi da Sahara in un centro abitato, è invece una piazza.
E non una piazza qualunque, nossignori: è piazza della Repubblica.
Forse la piazza principale di Battipaglia.
Forse, la più grande. Corteggiata,
adulata e ingombrata solo in occasione di montaggi di palchi per comizi da campagna elettorale una
volta ogni tot anni e per la deposizione della corona al Milite Ignoto
ogni 4 novembre, per il tempo restante è vergognosamente abbandonata a se stessa: semi-illuminata
da qualche lampioncino basso con
effetto vicolo londinese ai tempi di
Jack lo squartatore, con le stesse
piastrelle luride di quarant’anni fa
(forse neanche messe lì apposta,
ma scappate dal portellone di
qualche tir ballonzolante fra un
dosso e una buca), disertata dalla
popolazione per manifesta inadeguatezza a qualunque attività di
aggregazione sociale.
Attualmente l’unica funzione utile
di questo posto è quella di costituire uno spazio sicuro per lo stazionamento degli extracomunitari,
perché messi seduti lì ben visibili è
difficile che i soliti quattro deficienti nostrani possano aggredirli
e pestarli in gruppo senza dare
nell’occhio (anche se, a dire il
vero, pochi lo sanno ma il difensore civico del Comune aveva
esplicitamente proposto di radunare tutti i magrebini in un ghetto
etnico all’uscita della città… oh,
difenso’: c’erano pure i forni già
montati o eravate predisposti più
per il buon vecchio rogo modello
Santa Inquisizione?).
Il fatto tragicomico è che nell’ultimo decennio s’è spesa una follia
per costruirne di nuove, di piazze,
dalla conversione di mezzo parcheggio in memoria di Salvo D’Acquisto alla commemorazione dei
martiri delle Foibe Istriane, passando per inutili riammodernamenti di tutta un’altra serie di
slarghi più o meno inutili e più o
meno semi-periferici (se non peggio); ma quella no, non è stata toccata nemmeno di striscio.
Nemmeno, che ne so, ridipinta,
rinfrescata. Innaffiata.
A parte, chiaramente, le famose
botte di classe dei leoni (verdi!)
castrati e del busto a Ferdinando
II di Borbone (la statua di un reale
in una piazza che celebra la Repubblica: una cosa che continua a
suscitare perplessità – se non ilarità – di livello cosmico). A soli
cinque metri di distanza, frattanto,
i ragazzi continuano a moltiplicarsi e ammassarsi pericolosamente nei duecento metri quadri di
marciapiede che hanno resuscitato
la vecchia piazzetta Conforti (forse
perché, viste le dimensioni contenute, è più adatta a trasformarsi
velocemente in quel quadrato da
boxe in cui quotidianamente danno
spettacolo).
In ordine di grandezza, insomma,
quello di piazza della Repubblica
resta forse il caso più plateale di
scarsa attenzione nei confronti di
problemi tutto sommato banalissimi, risolvibili con minimo sforzo
e massimo risultato: che ne so, una
buona ripulita, una riguardata alla
pavimentazione, qualche lampadina supplementare, l’organizzazione di eventi all’aperto che
possano fare da polo di attrazione
e ripopolazione.
E, perché no, dando la possibilità
ai chioschi ivi presenti di mettere
gazebo e tavolini all’aperto; a
patto, però, che si eviti loro di
dover ricorrere a mutui e ipoteche
per dazi comunali degni di ben
altre piazze: come minimo, quella
della Signoria…
Inoltre tempo fa un altro consigliere
comunale, Lorenzo D’Auria - anch’egli di An – venne picchiato in
una centralissima strada cittadina,
per motivi ancora sconosciuti.
Questi episodi non fanno altro che
alimentare nella cittadinanza il disamore verso le istituzioni e i loro rappresentanti, che pure è già molto
presente e che non avrebbe bisogno
di altre stimolazioni.
E’ la politica ad essere sporca, o gli
uomini che se ne occupano? Il dilemma è il solito cane che si morde
la coda.
Fatto sta che dal ring della casa comunale D’Acampora ha riportato la
peggio, con dieci giorni di prognosi
al pronto soccorso e con una probabile querela per aggressione da parte
del contendente. Tornando alla rissa
tra Tucci e D’Acampora, sembra in
realtà che il tutto sia nato dai malumori che nelle ultime settimane serpeggiano in consiglio comunale e
che vedono da un lato il Sindaco i
suoi più fidati consiglieri – tra cui
proprio D’Acampora – che vorrebbero chiudere la nominare la nuova
Giunta il prima possibile, e dall’altro
il gruppo di Zara (con Tucci in prima
linea) con sempre meno consiglieri,
ma sostenuto ora anche da Gerardo
Motta e Alfredo Liguori (Pdl), mantenere invece una posizione attendista sulle nomine della nuova giunta,
che vorrebbero definire solo dopo le
elezione politiche del 13 e 14 Aprile
prossimi. Se si arrivasse alle prossime elezioni senza l’accordo suggellato da una Giunta politica con
pieni poteri, infatti, il candidato del
Pdl alla Camera dei Deputati, Gerardo Motta potrebbe, a questo
punto, richiedere l’appoggio elettorale di Fernando Zara (che ha aderito
al Pdl) e dei suoi, spingendo così il
listone berlusconiano verso un importante risultato elettorale e la sua
persona nei piani alti del partito di
Berlusconi. Insomma tutto si gioca
attorno a questo scambio elettorale,
col Sindaco che gioca un ruolo da
comprimario e che velocizzando i
giochi, tenta di riprendere in mano le
redini di un’amministrazione che
stenta a decollare.
Intanto il tempo passa e la città è
sempre senza guida.
Un’amministrazione svuotata delle
proprie funzioni, che con le dimissioni congiunte dei sei assessori tecnici – che hanno preferito tirarsi
fuori da questo tira e molla quotidiano – ha raggiunto una grave empasse amministrativo.
Un empasse che dura ormai da anni
e che come un mordo attacca, sempre più, tutti i settori economici e sociali della città.
Con serenità, verso il disastro.
Valerio Calabrese
Eboli
N°13 11 aprile 2008
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La Real ha i soldi, l’Ebolitana il titolo
Tra t t a s i d i f u s i o n e i m p o s s i b i l e
Fusione impossibile. E’ il risultato
dell’incontro promosso dai tifosi.
Mettere insieme Ebolitana e Real
non è un gioco facile. L’Ebolitana ha
la storia e i sentimenti dei tifosi. La
Real ha i soldi e una promozione ancora possibile. Fare due più due è
semplice. Ma lo sport non è così “banale” come la matematica. I tifosi ci
hanno provato, iniziativa meritoria.
Hanno anche provocato, gettando
nella mischia nomi di vecchi presidenti (Cosimo De Vita). Una fusione
tra le due squadre di calcio appare
impossibile. E’ come mettere insieme l’Inter e il Milan, il Torino e la
Juve, la Roma e la Lazio. Operazione
chiacchierata. Nulla più. Nell’auditorium di San Bartolomeo, pochi
giorni fa, gli ultrà hanno organizzato
un incontro. “Facciamo la fusione”.
Questo l’invito. Tante grazie, ma non
si può.
L’esperienza di Armando Cicalese,
Armando Cicalese, presidente dell’Ebolitana calcio
l’ultrà presidente, secondo molti è significativa, ma anche finita. Cicalese
digrigna i denti. E fa gli scongiuri. Le
previsioni degli altri, non lo preoccupano: “la vera e unica Ebolitana
siamo noi” ripete senza sosta, con or-
Le
Una settimana travagliata, quella
che ha seguito la piovosa Pasqua.
Il circo degli orrori ha scosso la
piana del Sele, la morte di GIno
Barone ha sconvolto Eboli. Alla
Madonna del Soccorso aspettano
una rotatoria, all’ingresso della
città non si sa dove sia finita la
ditta del rondò. Un 48enne è
stato operato tre volte. Ed è
morto. Le promozioni interne ai
vigili urbani hanno scatenato una
guerra, la solita, tra sindacato e
amministrazione Melchionda. Il
protagonismo dei politici, in campagna elettorale, sono da sketch
comici, da Mai dire politica.
Motociclisti ebolitani, voto
8: hanno risposto in cento, al funerale di Gino Barone. Per l’ultimo saluto, all’amico centauro.
Una partecipazione commossa,
una cerimonia emozionante. Per
l’amico Gino. Per il centuaro
morto. Per un mondo troppo
spesso sinonimo di sbruffonaggine
e spacconate. Non sono tutti così,
i motociclisti. Non lo era, soprattutto, Gino. Il Barone di Eboli, il
centauro senza età, l’autista numero uno. Dagli studenti delle superiori
agli
universitari
imberbi, dai trentenni al primo impiego ai quarantenni affermati. E
su, su fino ai cinquatenni suoi coetanei e ai sessantenni con i capelli
bianchi.
Si
è
fermata tutta Eboli, per l’ultimo saluto al suo pilota più bravo. La
solidarietà dei motociclisti ha
strappato un velo, ha rotto un leg-
goglio mai dimissionario.
Dalla gloria di Striscia la Notizia alla
retrocessione per un gol regolare, annullato per fuorigioco. L’Ebolitana non si è più ripresa. Ma
soprattutto ha subito la cavalcata
della sua rivale cittadina. La Real
Ebolitana. Piena di soldi, ma senza
tifosi. In ascesa continua, a tratti imbarazzante. Nei play off di fine anno,
Real e Battipagliese si contenderanno, molto probabilmente, la promozione in serie D. Per chi tiferà la
sponda ebolitana fuori dai giochi?
Nel convegno moderato da Giuseppe
Piegari, giornalista di Cronache del
Mezzogiorno, è apparsa evidente una
cosa. Nè Cicalese, nè Sorrentino (patron paganese della Real) abbandoneranno la loro strada. O meglio, la
loro poltrona. A costo di fare una
squadra senza soldi, Cicalese andrà
avanti. A costo di fare un campionato
senza tifosi, Sorrentino proseguirà la
sua scalata. Per arrivare fin dove?
Alla serie D, Battipagliese permettendo. Più in alto, diventa utopico. Il
calcio professionistico (la serie C)
resta un sogno, a Eboli. La paura di
un tracollo come la Paganese, fa no-
Pagelle
genda stupidamente metropolitana. Anche i motociclisti hanno
un cuore. Il primo a dimostrarlo,
è stato Gino Barone.
Vincenzo Consalvo, voto 4. La
sua ingenuità è disarmante. Il suo
spirito, è da bonaccione. Noleggia un autobus (a spese degli ebolitani?), invitando i consiglieri
comunali a un tour (elettorale) lungo la litoranea. Giunto a
Campolongo, ostenta le meraviglie
della Casina Rossa: “Qui di fronte
a voi, potete ammirare la Casina
Rossa”. Consalvo sta ancora
aspettando...l’ammirazione dei
consiglieri. La Casina Rossa è
stata recuperata dalla provincia.
Qualcuno ha iniziato a sentire
“puzza” di Cariello. E poi: “In questa Casina Rossa lavorano 30 persone. Un applauso, please”. Un
applauso? Nel Pd sono iniziate le
prime scene di gastrite fulminante. “Alla vostra sinistra e alla
vostra destra, c’è la pineta. I volontari della Casina Rossa la
stanno ripulendo”. Dopo mezz’ora di spot pro Casina Rossa,
buona parte del Pd, con Giuseppe
Bisogno in testa, non ha retto più:
“Uè Consà, ma se volevi fare
il tour elettorale per Massimo Cariello, ce lo potevi dire”. Tra prostitute in libertà, ucraini e
marocchini che si ammazzano a
Campolongo, nel disordine pubblico più grave, come lo stesso
sindaco Melchionda sottolinea
sempre, a Consalvo cosa viene in
mente? Uno spot elettorale per
Cariello. Nella pineta più sporca
d’Italia. Lungo la litoranea più insicura del Sud Italia. Con il passaggio di Paolo Polito nell’Udc e
la sempre imprevedibile presenza
di Antonio Ciccarone in consiglio
comunale, Consalvo si è scavato
mezza fossa politica. Se Cariello
non farà un miracolo, i due terzi
del Pd sono già pronti a sfiduciare
Consalvo. Frittatone.
Avvocato Cariello, voto 4: conseguita la laurea, per accrescere la
sua carriera politica, Cariello difende di tutto. Ma soprattutto le
cause perse. Tanto più se le battaglie le fa il suo ex amico, Carmine
Caprarella. L’incorrutibile capogruppo di Rifondazione Comunista solleva un problema sulle
rotatorie. E ha ragione. A Campolongo ci son stati 7 incidenti, in un
mese. In località Angona, per sei
mesi si è ballato il tagatà, sull’asfalto dissestato. Ora la rotatoria è immersa nel buio. Problemi
seri, preoccupazioni veraci, quelle
di Caprarella. Solo che l’avvocato
Cariello vede rosso. Non appena
legge o vede Caprarella. E carica a
testa bassa, convinto che un articolo su un giornale compiacente
gli porti consenso e simpatia.
Anche se spara castroneria a iosa,
come per le rotatorie malandate.
Difendere l’indifendibile. La filosofia di Cariello è così berlusconiana, che ora è Caprarella a
vedere rosso, ogni volta che
spunta Cariello. E dalle rotatorie
malandate alla vergognosa nomina
di Francesco Faenza
degli scrutatori, sicuramente ad
avere torto, è l’assessore avvocato
difensore di tutto e di niente. Don
Chisciotte.
Promozioni nei vigili urbani, voto 3: todos maresciallos. Fatta eccezione per gli ultimi
assunti, non c’è vigile urbano
che non abbia una stella, una torre
o un grado infimo. Solo che le
promozioni seguono dei criteri.
Non liberi. Ma scritti. In un regolamento di polizia municipale. In
questo regolamento c’è scritto
che il criterio dell’anzianità e i
provvedimenti disciplinari sono le
due stelle comete da seguire. Tolti
i provvedimenti disciplinari (in 5
anni, nessun vigile è stato ammendato) resta l’anzianità. Indiscutibile. Si va all’anagrafe, ufficio
gestito per anni dall’attuale comandante, e si prelevano le date
di nascita. Da qui le promozioni.
Non a Eboli. Dove un vigile, con
un problema motorio, ha dovuto cedere il passo a un collega
più giovane. RIcorsi, proteste e
quant’altro a nulla sono servite. Le promozioni sono rimaste
intatte. Con il puzzo discriminatorio, per l’agente esautorato, e
l’evidente violazione del regolamento di polizia municipale. Il sindacato ha alzato la voce. Poi si è
rabbonito. Sarà la campagna elettorale? Una promessa compensativa in futuro? Sarà che i casi di
mobbing denunciati nel dicembre
scorso non hanno insegnato proprio niente...
vanta: la Paganese è arrivata in C1,
nel ruolo di Cenerentola, da squadra
materasso, senza gloria. Se questo è
il professionismo, a Eboli preferiscono volare bassi.
Rino Sorrentino si è presentato ai tifosi, che non ha, con un’ampia apertura: “credetemi, fidatevi di me. Il
titolo è di Eboli e qui resta. Uniamo
le forze e facciamo una sola squadra”. I tifosi che Sorrentino non ha,
la pensano diversamente: “finchè gli
conviene, resta qui. Quando vuole, se
ne torna a Pagani”. Paura dello “straniero”, la fusione non si farà. A costo
di fallire, ma al “nemico” non si
cede. E De Vita? “Parli di tutto, ma
non di fusione” gli mandano a dire i
tifosi storici dell’Ebolitana. Se i dirigenti tengono le mani a posto, l’Ebolitana può ancora sperare. Di
sopravvivere. Di uscire dalle sabbie
mobili dopo l’anno in corso, che ha
visto crescere solo la Real. Nessuno
dei due presidenti cederà. E c’è chi
ha capito tutto. Ci sarebbe un motivo
economico alla base di tutto.
A fare i dirigenti, nel mondo del calcio, si guadagna. Non solo potere,
non solo onore. Ma anche soldi. Armando Cicalese, Antonio Ciccarone,
Ramon Taglianetti, Marco e Massimo Forlenza, erano i capi ultrà dell’Ebolitana. Dieci anni fa. Ora sono
passati in tribuna vip (con i fratelli
Cariello, stessa storia, stesso percorso). A fare i presidenti, gli allenatori, i manager dei calciatori, non è
volontariato. Gli sponsor (nel caso di
Pasquale Cariello) non nascono per
madre-teresismo fulminante. Poltrone comode, guadagni che fanno
gola. Amici come prima, ognuno per
la sua strada. Muoia Sansone con
tutti i Filistei, ma Cicalese non farà
mai un passo indietro. Nè tanto meno
la fusione. Del resto, non è dissimile
la storia di Rino Sorrentino. Anche
lui ultrà, addetto stampa e vicepresidente della Paganese. Anche lui ha
saltato la palizzata, seguendo il calcio con gli stessi colori, ma con diversi sapori. Quello dei soldi. Il
gioco del calcio è amore e passione
per i colori della propria città. Ma se
ci scappa il centone, nessuno volta le
spalle al dio euro. Questa è la morale. A fine serata ha parlato il sindaco
Melchionda,
lasciando
intendere di non poter sostenere entrambe le squadre. Ci sono anche gli
altri sport che lo tirano per la
giacca. Anche lui auspica una sola
squadra, unita e vincente. Parlarne oggi, è troppo presto. Tra qualche anno, chissà. L’ansia ha
preso alla gola i tifosi. Ci sono processi che hanno bisogno dei loro
tempi. E fin quando a Eboli nessuno
farà un passo indietro, Ebolitana
e Real scisse e tutt’altro che fuse resteranno.
Fra.Fa.
Sele
4
N°13 11 aprile 2008
Quattro liste civiche con Monaco ovvero l’antipolitica
La modernizzazione per lo sviluppo
Campagna - Lo dice in tutte le piazze,
il candidato sindaco Roberto Monaco:
“Lavoro per un progetto credibile, per
modernizzare Campagna, sono convinto che in quella modernità ci sono le
opportunità di sviluppo”. Punta su questo il candidato delle “quattro Liste Civiche”. Lo ha detto fin dall’inizio di
questa kermesse elettorale amministrativa 2008, cioè fin dalla manifestazione
d’apertura della sua Coalizione al Capital Sabato 22 Marzo. Lo ripete ovunque faccia comizi ed interventi
pubblici, tanti e con linguaggio deciso
e chiaro, accessibile e ragionato, senza
gridarlo. Su questo sta dimostrando di
non avere concorrenti. Le sue performance sono molto seguite. Che abbia
della stoffa nessuno lo può negare. Un
programma, il suo e della sua coalizione, che ha trovato convergenze importanti, come quelle dell’ex sindaco
Ettore Granito (sia pure non candidato)
e di Liberato Solimeo, ex vice di Granito dopo la vittoria del 1998, che poi lo
“defenestrò” (e contro cui l’architetto
corse come candidato de “L’Ulivo”
dieci anni fa). Entrambi si sono ritrovati “appianando ogni pregressa divergenza”, come è stato scritto. Vicino a
questa coalizione ci sarebbe anche il
consigliere comunale d’opposizione
Alit alia, Int er e
Pont ecagnano
La “maionese” impazzita della politica italiana ci ha regalato un trittico
da incorniciare a futura memoria. La
difficile situazione in cui versa la nostra compagnia di “bandiera” ha
fatto risvegliare un certo orgoglio
nazionale. Perfino il perfido Calderoli, megafono di Bossi, l’uomo che
con la “Bandiera” ci si pulisce il c...,
rivendica il diritto della razza padrona del Nord, dormiente finora, di
intervenire per salvare l’Italia dalla
colonizzazione d’oltralpe. In un
paese dove perfino il calcio, la vera
“bandiera” su cui è difficile scherzare, è da tempo una vera e propria
terra di conquista sia per allenatori
che per giocatori professionisti.
L’Inter, la squadra campione d’Italia
e quella che probabilmente vincerà
anche questo campionato, per esempio è per 10/11 composta da soggetti
esterni. Ed è veramente difficile riuscire a trovare una squadra professionista del Bel Paese che riesce a
contenere l’invasione “barbarica
sotto il 50%. E questo a Nord e a
Sud della linea Gotica! Ma questo è
l’aspetto folcloristico della vicenda
Molto più pertinenti sono le obiezioni attinenti all’aspetto economico
della vicenda. I liberisti a tutto
tondo, quelli che rischiano sulla propria pelle, quelli che il mercato lo
masticano dalla mattina alla sera,
quelli che vorrebbero smantellare
tutto l’assistenzialismo dello stato
che prende a due mani dal Nord e
sperpera in interventi inutili al Sud,
invocano la mano pubblica affinché
metta le mani nelle tasche degli Italiani per garantire la sopravvivenza
di Malpensa come aeroporto intercontinentale e, insieme ad esso,
anche tutti gli scali che costellano la
pianura Padana come una galassia.
Inoltre, non sembra vero che noti politici che hanno sempre “malmenato”
la
triplice
sindacale
additandola come la maggiore causa
dei servizi scadenti in Italia, trovarsi
sulla stessa barricata a combattere
contro la svendita di Alitalia allo
straniero. Possiamo star certi che lo
stesso atteggiamento lo incontreremo quando i sindacati, confederali
e autonomi, bloccheranno i trasporti
italiani per motivi meno “nobili” e
più consoni al ruolo: difendere il potere d’acquisto dei lavoratori. A pensare che la classe politica salernitana
si affanna da anni per dare all’estremo lembo della regione Campania (con annessa Basilicata) uno
“straccio” di aeroporto che decongestioni Quello di Napoli vicino al collasso e dia un po’ di ossigeno
all’economia turistica e agricola del
nostro territorio. Viene in mente la
barzelletta di quei due che chiedono
la grazia a S. Gennaro: il primo, poveraccio, chiede mille lire per comprarsi un panino, il secondo di poter
vincere al lotto. Il secondo, spazientito delle lamentele del primo, gli
molla le mille lire chiedendo di non
disturbare S. Gennaro impegnato a
ricercare i numeri giusti per fargli
vincere alla Sisal. In sostanza, in
questo vortice milionario che si è
messo in moto per salvare Malpensa
e l’Alitalia, non c’è per caso lo spiraglio per acchiappare al “volo” la
possibilità di far decollare anche lo
scalo aereo di Pontecagnano? Probabilmente, e più verosimilmente,
dovremo accontentarci di farci un
giro sul ponte che, fra qualche decennio, collegherà Villa S. Giovanni
a Messina.
Insomma, cornuti e mazziati...
moncil
Germano De
Chiara, democristiano/margheritino di
Campagna,
che ad ottobre,
a Campagna,
fece la sua battaglia (come
Monaco e Tartaglia del resto)
per il nascente
PD, che “non ha gradito l’accordo del
suo gruppo politico con il sindaco
Luongo, dopo 5 anni di decisa e ferma
opposizione fino all’ultimo consiglio
comunale”. Non mancano, in questi
giorni, le stoccate alle altre coalizioni
da parte di questo raggruppamento politicamente “anomalo”, che mette insieme “uomini ed idee e non partiti”.
L’attacco principale, non è al centrodestra, come pure ci si aspetterebbe, ma
a Biagio Luongo e alla sua corazzata di
centro-sinistra, un centro-sinistra, altro
che “formula bocciata dai livelli nazionali e qui riproposta”, che vede insieme
PD, Sinistra Arcobaleno, Italia dei Valori, Socialisti, Popolari e Democratici,
Sinistra Giovanile e quant’altri. Chiede
ai cittadini, per il livello locale, di
“svincolarsi dalla logica ideologica”.
Roberto Monaco ex PDS e DS, fu candidato sindaco de “L’Ulivo” proprio
contro Granito nel 1998 (ricandidato,
poi, quest’ultimo, per il Centro-Destra
nel 2003, competizione in cui Monaco
era capolista di “Campagna si rinnova”
con Rago, contro Luongo, che sostenne
solo al Secondo Turno, per uscire poi
dalla Maggioranza dopo qualche
anno…) e fu proposto, all’unanimità,
dalla Sezione DS di Campagna quale
candidato alle ultime Provinciali (l’ipotesi non passò, purtroppo, per “responsabilità precise” della federazione DS,
che volle percorrere ovunque la scellerata “la linea dei sindaci candidati”.
Roberto Monaco, classe 65, coniugato
e con due figli ancora piccoli. Ha il suo
avviatissimo studio tecnico al Centro
del Quadrivio. Anzi, ne domina dall’alto tutto il panorama della ridente e
dinamica realtà delle Zone Basse. L’architetto si presenta con “Una Proposta
credibile per un Rinnovamento possibile“, questo il suo slogan. Ci crede.
Quattro Liste Civiche lo sostengono.
“Campagna si rinnova” e “Per cambiare Campagna” sono di sua diretta
emanazione (Laboratorio Politico-Culturale “Campagna si Rinnova”) e/o
altre Associazioni presenti sul territorio
(Associazioni “Skorpion Campagna”,
“Liberamente”, “Unanimus” di Mattinelle e “Francesco Turrettini”, che avviarono il loro percorso comune col
Convegno “Quali opportunità per
Campagna?” del 9 Dicembre 2007).
Due, invece, provengono, come già
detto, da altre esperienze civiche, che
fanno riferimento in modo particolare
a “Verso il Futuro” di Ettore Granito
(sindaco nel 1998, contro cui era schie-
rato proprio Monaco, allora terzo classificato, e candidato sindaco nel 2003
per il Centro-Destra al completo), e a
“Sorriso per Campagna” di Liberato
Solimeo, Presidente de “La Voce del
cittadino”. È stato consigliere comunale di opposizione per 10 anni. Dice:
“Oggi mi candido a sindaco per offrire
a questa terra una prospettiva, un’alternativa. I partiti non hanno dato risposte
alle esigenze della città e per questo ho
voluto una coalizione costruita sugli
uomini e sui programmi”. È questo il
suo biglietto da visita, ma, forse, è
anche il suo limite politico. Secondo
Roberto Monaco, “il Comune non può
essere solamente rifacimento di marciapiedi e piazze o solo infrastrutture”.
Quello su cui punta è un programma
ambizioso, di cui parla in pubblico me
che ancora non è dato conoscere come
materiale cartaceo. Parla di un’area PIP
da ampliare, che tenga conto di grandi
e piccole imprese (specie per i piccoli e
medi artigiani), di un contratto di programma per il tessile vista la vocazione
di Campagna. Questa città conta anche
tantissimi artigiani del tessile, per i
quali la creazione di un distretto, di un
polo del tessile significherebbe un’occasione incredibile di sviluppo E poi il
centro storico, che deve puntare su turismo religioso, culturale, ambientale
per il suo rilancio turistico; quindi, i
giovani, sottolineando come il 35-40
delle famiglie, a Campagna, non ha più
una linea telefonica fissa per l’elevato
canone bimestrale. Da qui la proposta
di realizzare una rete civica comunale
per il collegamento ad Internet, con
punto di accesso e collegamento “a
prezzo politico per gli utenti”. Una
campagna elettorale, dunque, che ha i
suoi punti di forza nelle idee di sviluppo e rilancio economico del territorio. Per Monaco, Campagna è una delle
poche città ad avere una stazione ferroviaria a pochissimi metri dallo svincolo
autostradale e potrebbe diventare crocevia di flussi industriali e commerciali. Una piattaforma logistica per il
trasporto merci su strada ferrata. E’
chiamato a questo compito, il Comune:
“Essere un generatore di sviluppo, offrire opportunità e modernità”. E ancora, il potenziamento delle
infrastrutture, la bonifica delle cave, la
revisione del Piano Urbanistico Comunale (PUC) e del Piano Energetico, ,
l’avvio di un processo di modernizzazione anche grazie alle risorse dei fondi
strutturali 2007-2013. In altri termini,
riposizionare Campagna, facendo si
che la stessa diventi paese leader nell’Alto e Medio Sele. “Quanta strada, si
chiede, ha perso Campagna in questi
ultimi cinque anni?. Forse troppa per
salire sul treno dello sviluppo e della
crescita. Ma non è mai troppo tardi per
partire e cercare di intraprendere la
strada giusta, “l’unica percorribile e
credibile”.
Mario Onesti
IL FILO D’ARIANNA
a cura di Sara De Martino
Capire
il vero
senso della vita
Mi chiamo Gennaro Colangelo e
sono un ospite dell’ICATT di Eboli.
La mia storia ha avuto come protagonisti il carcere, la tossicodipendenza e tantissima sofferenza,
a cui si è affiancata la mia famiglia
che mi è stata sempre vicino.
Mie carissimi lettori vi scrivo per
raccontarvi un’emozione e allo
stesso tempo una delusione fortissima, che ho vissuto ultimamente, in quanto come ben si sa,
affianco ai momenti felici ci sono
sempre momenti brutti.
Il 28 febbraio ho usufruito del permesso premio e sono tornato a
casa dalla mia famiglia e da mia figlia.
A causa dei miei errori ho lasciato
mia figlia che aveva 10 anni, oggi ne
ha 18 e si è fidanzata, quando mia
moglie mi veniva a trovare mi diceva che c’erano delle novità,ma
non immaginavo che tornato a
casa avrei trovato anche il fidanzato.
Ho provato una grande emozione,
perché vedevo i suoi occhi brillare
di gioia, perché finalmente la famiglia era unita di nuovo, come tante
famiglie “normali”.
Ho provato una gioia immensa, affiancata dalla notizia che il cinque
marzo avevo la camera di consiglio
e ci sarebbe stata la possibilità di
uscire dal carcere con l’affidamento al Ser.T.
Così l’ultimo giorno di permanenza a casa, mia figlia ha voluto
dormire con me e mia moglie, perché voleva sentirsi protetta e nello
stesso tempo era sicura che
avrebbe riavuto quel affetto paterno che tanto le è mancato. Intanto, però, la brutta notizia mi è
caduta addosso come un macigno,
in quanto mi è stato negato l’affidamento al Ser.T. Credo che tutta
questa sofferenza mi abbia fatto
capire ancora di più ciò che voglio
realmente dalla vita: Solo godermi
le emozione e la felicità di veder
crescere mia figlia, visto che già mi
sono perso tanto.
L’ ICATT mi sta dando la possibilità di vivere una vita semplice e
normale, fatta di tanti sacrifici, infatti esco la mattina per lavorare,
con uno stipendio di 450,00 euro
mensili, cosa che prima non avrei
mai accettato di fare. Sto provando
cosa significa vivere una vita normale e capire il vero SENSO
DELLA VITA.
Gennaro Colangelo
Agropoli
N°13 11 aprile 2008
5
Consiglio comunale: sicurezza e pari opportunità
“Il bullismo comincia ad infastidire”
Lo scorso 20 Marzo, presso l’aula
consiliare del Comune di Agropoli,
si è tenuto un consiglio comunale al
quale hanno partecipato, oltre al sindaco Franco Alfieri, gli assessori e i
consiglieri comunali. Sono stati discussi diversi punti. Primo fra tutti è
stato la “pubblica sicurezza della
città di Agropoli”.
Riguardo questo punto si è espresso
il consigliere Giuliano il quale si è
battuto per l’approvazione di una delibera sui servizi di sicurezza. Lo
stesso ha proposto vari suggerimenti
come la cooperazione delle varie
forze dell’ordine e l’attivazione del
servizio di telesorveglianza.
Il sindaco si è trovato d’accordo con
le considerazioni del consigliere e si
è subito attivato per l’approvazione
di questa richiesta. “Il bullismo”ha
affermato il presidente del consiglio
comunale,”incomincia a dare fasti-
dio, per questo è meglio darsi da
fare”. Il secondo punto discusso è
stato il “prelevamento fondo di riserva”. A tal riguardo è intervenuto
l’assessore Coppola informando la
giunta comunale che sono stati messi
a disposizione del Comune circa 8
mila euro. Il terzo punto esaminato
ha riguardato il “regolamento pari
opportunità uomo-donna”, portato
avanti dall’assessore Coccaro per eliminare ogni descriminazione. “Con
questo sistema”, ha proseguito l’assessore, “si vuole incoraggiare l’intervento delle donne nelle questioni
politiche”. Il quarto punto considerato ha interessato la “riapprovazione
del prgramma triennale LL.P.P.”,
cioè quel programma che prevede finanziamenti per le opere pubbliche.
Il sindaco prendendo la parola, si è
detto entusiasta delle varie opere
pubbliche compiute, battendosi affinchè fosse approvata una delibera
che stabilisse il passaggio del mutuo
a carico del comune. “Pertanto”, ha
proseguito il sindaco,”tutte le opere
pubbliche a carico della regione
campana passeranno a carico del comune che comunque sarà risarcito
dalla regione stessa”.
Il quinto ed ultimo punto trattato ha
riguardato la “costituzione della società Agropoli servizi srl”.
Questo punto è stato presentato dall’assessore Coppola il quale lo ha definito un piano strategico, dato che
questo servizio sarà capace di svolgere importanti funzioni. Inoltre si è
mosso affinchè si migliori la raccolta
dei rifiuti e la condizione operaia.
Raccolta differenziata, eternit e compostiere: non ci siamo!
L e t t e ra a p e r t a a l l ’ a s s e s s o re a l l ’ a m b i e n t e A n t o n i o Pe p e
Egr. Dr. Pepe,
Le scrivo in quanto ho appreso che
Lei è l’assessore alla vibilità del Comune di Agropoli con delega all’ambiente.
Vorrei sottoporLe alcune questioni
relative alle problematiche ambientali del comune di Agropoli, nel
quale vivo da meno di due anni per
motivi familiari e di lavoro, dopo
oltre quindici spesi a Firenze. Le
premetto di essere stata sempre sostenitrice dei Verdi e delle loro lotte,
ma ora sono assai delusa dall’inefficacia di Pecoraro Scanio sia come
dirigente del partito che come ministro dell‘ambiente nei confronti del
problema dello smaltimento dei rifiuti in Italia e in Campania (sua
terra natìa!).
Mi permetto di dire che la politica
ambientalistica del Comune di
Agropoli, come quella certo di tanti
altri comuni, potrebbe essere migliorata.
Mi riferisco ad esempio all’uso
delle compostiere, che aiuterebbero
l’ambiente nonché le tasche di contribuenti se fossero applicati ‘gli
sconti’ sulla tassa di smaltimento dei
rifiuti come da legge, e inoltre provvederebbero alla produzione di utile
concime per i tanti orti e giardini
presenti nel territorio agropolese.
Dopo una lunga serie di telefonate
per informarmi circa la raccolta dif-
Antonio Pepe
assessore allʼambiente
ferenziata dell‘umido ad Agropoli,
sono riuscita a recuperare il numero
del CO.RI.SA 4 (consorzio smaltimento rifiuti) sede delle Mattine,
dove sono conservate centinaia di
compostiere pronte ad essere distribuite ma delle quali nessuno -dei cittadini comuni- sa nulla! Lì ho
trovato una gentilissima persona...poco occupata, data la mancanza assoluta di richieste, che ha
accolto la mia domanda di una compostiera e mi ha fornito le opportune
spiegazioni.
Al di là delle raccolta porta a porta
effettuata dal Comune solo in alcune
zone della cittadina e destinata a
produrre umido da spedire fuori regione (FOLLIA!), mi sembra che sarebbe utile invece stampare un
manifesto informativo per tutti i cittadini invitandoli a ritirare le compostiere da mettere nei giardini e
orti con delle chiare istruzioni per
l’uso, fatto che dovrebbe essere incentivato anche con una promozione
del loro uso tra gli studenti delle
scuole.
Si può fare? e quand’è che verreb-
bro applicati ‘gli sconti’ a chi usa le
compostiere? e chi ne verificherebbe l’ìmpiego?
Altro punto caldo, lo smaltimento dell‘eternit.
Sempre dopo una serie di telefonate
al Comune di Agropoli, alla persona
preposta dal Comune allo smaltimento rifiuti ingombranti, alla ASL
di Vallo della Lucania, che meriterebbero di essere registrate per le risposte ricevute -tra l’esilarante e il
disperante- mi ritrovo a chiedermi
come fa un cittadino, un privato, a
smaltire tettoie, o serbatoi per acqua
e quant’altro in piccola quantità di
eternit.
In Comune un impiegato mi ha risposto letteralmente: «Quando trovate la soluzione, fatemelo sapere,
così lo faccio pure per casa mia».
Roba da matti. La persona che dovrebbe rispondere di questo alla ASL
di Vallo, tale De Marino, è stato in
malattia per tempo indefinito e comunque è sempre assente dall’ufficio dove lo cerco, ed è l’unico sul
quale gli altri impiegati scaricano il
‘barile’ della risposta difficile
quanto ignota.
Essendo questo un problema che riguarda tante altre persone che abitano nella mia zona, mi sono decisa
di chiedere ad un paio di ditte operanti in regione -ma fuori provinciaspecializzate nello smaltimento
dell‘eternit un preventivo-tipo per
due serbatoi da acqua che potrebbe
essere in ogni giardino. Mi hanno
detto che per smaltire legalmente e
in modo appropriato due serbatoi
per acqua da giardino, ancora inte-
Cilento stupefacente
di Catello Nastro
Luca Pisani
Dalla Dottoressa
Francesca Dell’Acqua, archeologa riceviamo
e volentieri pubblichiamo
dalla prima
gri, si dovrebbero spendere 2.600
(duemila seicento) euro più IVA!
Secondo Lei questa è una cifra che
un comune cittadino può sostenere? e quanti comuni cittadini
hanno il problema di smaltire correttamente materiali in eternit, abbondamente utilizzati negli anni
passati per le loro vantaggiose caratteristiche tecniche? Vorrei una
risposta da Lei.
Il Comune non dovrebbe poi sorprendersi se i cittadini comuni, non
sapendo come agire perché non affatto guidati nel delicato smaltimento dell‘eternit, ne fanno una
discarica abusiva nei pressi di Trentova, come ho appreso da un sito internet (www.infoagropoli.it)
Ha mai pensato che il Comune dovrebbe farsi carico dello smaltimento appropriato dell‘eternit per
rendere il territorio non più pericoloso di quello che già è, dietro una
apparente idilliaca facciata? Conosco di persona il professor svedese che dirige il centro tumori
presso l’ospedale di Agropoli. Mi ha
detto che la concentrazione di tumori che ha verificato da questi
parti è straordinaria.
Chissà quale industria del Nord o
chi altri -anche di locale- hanno sepolto materiale tossico nel nostro
bel lembo di Cilento. Vogliamo continuare?
Grazie se mi vorrà rispondere in
modo chiaro e risolutivo. Distinti saluti,
Francesca Dell‘Acqua
ricolo. Ma a noi l’acqua del fiume
Testene era come una vera e propria
droga.
Ed il tutto ritornava al mittente.
La gara non era chi si drogava in
più, ma chi faceva la pipì il più lontano. E per vincere questa gara c’era
chi si faceva una overdose di acqua
del fiume.
La sabbia asciutta del litorale tra il
Lido Azzurro ed il “lemmeto”, oramai scomparso, sanciva il vincitore.
Ed il vincitore, di solito, era colui
che la faceva andare il più lontano.
Non potevamo avere il metro e la
distanza sui misurava a canna. Non
la canna che si usa oggi, che è senza
dubbio tutta altra cosa. Una canna
tagliata (non tagliata come si usa
oggi, che è tutta altra cosa) tra quelle
che crescevano lungo il fiume, spogliata delle foglie, delle radici e
delle punte. Spesso c’erano delle
contestazioni e spesso si veniva alle
mani.
Ma tutto era naturale…
Oggi se provi a bere l’acqua del
fiume Testene corri il rischio di
prendere un’epatite, il tifo o una infezione intestinale, se sei fortunato.
I giovani di oggi bevono gli alcolici
e sovente li accompagnano con altre
sostanze che ai miei tempi non esistevano, o, almeno, noi ignoravamo
l’esistenza. Alla festa dell’Annunziata, a Paestum, compravamo le
carote col ciuffo verde, ad Agropoli
alla festa della Madonna delle Grazie compravamo la “’ndrita”, “la
pupa re melazza”, alla sagra di Prignano, ma solo i più ricchi, potevano anche gustare il soffritto o “la
crapa vudduta”. Oggi i tempi sono
cambiati: anche da noi è arrivata la
“bubbazza”. Proprio l’altro ieri, andando di pomeriggio a buttare il
sacchetto dell’immondizia (naturalmente senza la plastica ed il vetro
perché faccio la raccolta differenziata) ho trovato, vicino al bidone,
due siringhe.
Chissà chi le avrà usate.
Chissà perché l’avrà usate.
Chissà chi gliele avrà vendute.
Chissà da cosa è stato spinto ad
usarle. Chissà quale diabolica sostanza contenevano. Agropoli perla
del Cilento città di mare, capoluogo
del territorio, è, anzi era, una bella
città: ora è ancora più bella: è una
città straordinaria. Una città dove la
latitanza scolastica è cosa corrente,
sebbene da me denunziata da oltre
dieci anni. Agropoli è una città stupefacente!
6
a
Altavilla-Albanella
dalla prima
La vera biùtiful cauntri è qui
Josca: attenzione sta per tornare il latifondo
di usare quegli stessi stili comunicativi fatti di Continua dalla prima...
bufale e napoletani.
Un’altra scena, di un film vero. Da
storia del cinema.
E’ Ladri di biciclette di Vittorio De
Sica. In trattoria al bambino povero è
portata una mozzarella in carrozza.
Bruno l’osserva, e non sapendo usare
le posate, l’addenta con le mani. Un
altro ragazzo, più sussiegoso, guarda
inorridito.
Quella mozzarella di allora era un
cibo per poveracci. Ci sono voluti più
di trent’anni affinchè diventasse
quello che è oggi, uno dei simboli del
made in Italy, del mangiar sano.
Il caviale dei formaggi come ha
scritto un giornale francese, nazione
com’è noto fin dai tempi di De Gaulle,
che di formaggi se ne intendono.
L’esistenza di Dio attraverso una
mozzarella
In una sera d’estate, a Paestum, mi è
capitato d’incontrare Dacia Maraini,
la più nota delle scrittrici italiane. Ho
in mano la fotocopia di un suo biglietto autografo: “La mozzarella è la
vera prova dell’esistenza di Dio”. Lo
scrisse dopo una visita ad un notissimo allevamento locale. “La mozzarella? E’ un bene preziosissimo e
grande del nostro sud. Bisogna proteggerla da tutte le concorrenze. Nessuno è in grado di farla come voi delle
aree più tradizionali e specializzate. Ci
vogliono delle regole. Bisogna crearle
e starci nelle norme”.
Le norme, già. Il disciplinare lo chiamano i tecnici. Nell’area del Grana
Padano c’è e non si sgarra. Da noi
ognuno fa come cazzo gli pare, come
dice una riuscita parodia su di una
certa parte politica.
Il mondo è bello perché è avariato,
sembra rispondere non Totò ma Ettore
Petrolini.
Dall’11 aprile ogni allevamento di bufale della Piana del Sele sarà passato
ai raggi X. Probabilmente finirà tutto
in una bolla di sapone. Oppure qualcosa salterà fuori dalle zone dove
hanno operato le gang dell’ecomafia
che anche da noi qualche veleno lo ha
“La Campania ha
moltissime e variegate
eccellenze ma una sola
grande portaerei, la
mozzarella di bufala. Un
prodotto in crisi da alcuni
mesi, in realtà da almeno
un anno, non solo per i
rifiuti nelle strade ma
soprattutto per la paura
della diossina nel latte.
Di una cosa siamo sicuri: la
colpa non è dei giornalisti
che fanno il loro lavoro, ma
di chi non ha saputo
tutelare il territorio o,
comunque, curare la sua
immagine.”
Luciano Pignataro,
giornalista e scrittore
sparso. Male che vada saranno pochi
picogrammi, uno – forse due, il limite
è 20. L’operazione Chernobyl è solo
dell’anno scorso e l’Arpac ancora non
ci detto di cosa erano fatti certi cocktail strani adagiati su terreni di Pontebarizzo, Matinella e finanche nella
remota ed ubertosa Cerrato di Altavilla. Una vecchia storiaccia la conoscono pure nelle campagne di Serre,
poco lontano dalla nuova zona industriale. Le analisi di massa permetteranno di fare ciò che tanti avevano
chiesto e mai ottenuto. Chiarezza
anche sulle situazioni più controverse
e spinose. E sarà un bene. Perché ci
farà riscoprire le nostre campagne.
Quelle che, nonostante gli episodi dei
quali si faceva cenno, sono ancora
meravigliose. Beatiful.
Josca: attenzione sta per tornare il
Doppia laurea
per Ornella Peduto
“Nessuno conosce meglio di me la Basilicata. Ho insegnato in quasi tutte le
sue scuole superiori”. Sarà nata da lì, dai
straodinari luoghi federiciani creati dallo
“stupor mundi” nella regione la passione di Ornella Peduto per Federico
II°? Oppure è stato quel pendolare ogni
giorno fra Altavilla (dove è sposata con
Giovanni Belmonte e mamma di Alberto) e Capaccio (insegna all’Alberghiero di Gromola)?. Altavilla e
Capaccio: i due paesi salernitani che i
segni dell’imperatore più straordinariamente colto della storia li esibiscono
ancora nelle mura sbrecciate e nei castelli distrutti. Dopo la prima laurea in
pedagogia, Ornella vi ha ora aggiunto, a
42 anni splendidamente portati, quella
in lettere con indirizzo in conservazione
dei beni culturali. La tesi, data con il professore Azzara, l’ha scritta proprio sul
rapporto delle nostre zone con Federico II°.“Voglio ringraziare mio marito e
mio fratello Giancarlo. Senza il loro sostegno non ce l’avrei fatta”, aggiunge
Ornella.
latifondo
Nel frattempo impressiona la denuncia di Renato Josca, il medico – politico- allevatore di Albanella:
“Conosco decine d’aziende che sono
già in vendita. Con i titolari che vogliono vendere terreni ed animali e
sono disposti ad andare a lavorare alle
dipendenze dei nuovi proprietari”. Ed
aggiunge: “Vengono dal nord a fare
shopping negli allevamenti, a meno di
800 euro acquistano le giovani manze.
Ma c’è il rischio – denuncia Josca dell’arrivo di capitali di dubbia provenienza.
Di fronte ad allevatori prostrati, e dai
conti in rosso, hanno campo libero”.
Delle lotte “sindacali” degli allevatori
vi ho raccontato nei numeri scorsi di
questo giornale. Cresce il numero di
allevatori che raccontano di essere
stati costretti a svendere il loro latte in
questi momenti di passione. “Me lo
pagano a 50 centesimi al litro. Prendere o lasciare”, dice Francesco De
Cristofaro, di Albanella. E solo di
costi vivi ci sono 80 centesimi, non
copro manco le spese. Però non mi va
di buttarlo”. Giuseppe Verrone, anche
di lui di Albanella, il latte delle sue bufale lo sparge fra il mangime che gli
darà da mangiare.
Chiediamoci chi ha inquinato il torrente Lama
Anche “Famiglia Cristiana” ha chiesto le dimissioni di Bassolino, diventato il capro espiatorio di tutto. Io che
ho un approccio laico alle questioni
vorrei più semplicemente sapere dov’erano i gestori dell’Arpac quando
morivano le pecore (e non solo ad
Acerra). E chi ha bloccato le bonifiche dei siti inquinati perché non bisognava scoprire certe malefatte. Pronti
ad essere forti con i deboli e deboli
con i forti. L’untore è un allevatore disattento ma mai (tanto per fare un
esempio) chi ha sversato a più non
posso in quel torrente Lama che a
Pontebarizzo conoscono bene.
Ho già scritto come allevatori e caseifici debbano essere coinvolti nella
lotta per mantenere integro il nostro
ambiente, non è il caso di ripetersi. E
della grande azione di marketing territoriale da intraprendere affinchè la
mozzarella made in “Albanella”, “Altavilla”, “Paestum” torni ad essere
“una delle prove dell’esistenza di
Dio”.
Lo slogan è bell’è pronto: “La nostra
campagna meravigliosa”. Occorre
agire subito. Perché, come spiegano
gli esperti, lasciate le cose come
stanno in breve tempo la piccola e
media azienda bufalina scomparirà
dalla scena economica. Animali e
terre andranno nelle mani di chi ha i
capitali. E tutti diventeremo più poveri.
Oreste Mottola
N°13 11 aprile 2008
Storie di me...
Foresta,
quindici anni persi
di Oreste Mottola
Oscene scritte naziste hanno profanato uno dei luoghi più importanti per storia della vita
quotidiana degli altavillesi. E’ lavatoio della “Foresta”, dove le nostre
avi non solo risciaquare i panni nel
Voso ma potevano immaginare di
prendersi pure qualche spazio di
libertà, da cui la mala nomea di
“paese dello scivolaturo” che i nostri vicini, soprattutto di Albanella,
ci hanno attaccato addosso.Vicino
c’è anche la fontana da dove una
volta si prendeva l’acqua che faceva bene al fegato. Questo boschetto di querci e lecci, incastrato
tra la cinta urbana ed il moderno
cimitero, sembra quasi ad ergersi
a vero centro delle nostre storie
e leggende popolari. Si va dal rametto di leccio nel quale si trasformò una statua della Madonna
all’epoca della furia degli iconoclasti (è conservato nella vicina
chiesa di Montevergine) alla storia
del cannone di Cupolo, il sanfedista che nel 1799 ci voleva far pagare caro ed amaro il nostro
appoggio ai francesi giacobini. Assai
pregevole è il “bottino di presa”
per l’acqua potabile, un sistema di
grotte sotterranee scavate nella
pietra tufacea e che è servito fino
ai primi anni Settanta. Questo insieme di memorie e di natura sarà
a breve adeguatamente valorizzato
- almeno così assicurano dal comune - e diventerà un grande teatro - naturale. Tutto è bene quel
che finisce bene. Solo che il limbo
è durato a lungo. Per quindici anni
lunghi anni.Domenica scorsa,
dopo diversi anni di assenza, sono
andato a farmi un giro nel boschetto. E’ stato desolante vedere
gli effetti dell’abbandono che ha
polverizzato i lavori fatti, e i soldi
spesi. Sono due volte arrabbiato
perché per far diventare quel
Parco una meraviglia che nella
prima metà degli anni Ottanta richiamava ad Altavilla migliaia di
persone ci ho lavorato anch’io.
“Perché non la si rende frequentabile? Non sappiamo più dove
portare i nostri bambini. Bastava un
po’ di volontariato e qualche giornata
degli operai della comunità montana...”, mi chiede una giovane
mamma con figli, marito e suocero,
è qui per far stare un po’ suo figlio
all’aria aperta. “Le giostrine delle
scuole elementari sono chiuse di
pomeriggio. In piazza c’è da fare i
conti con le auto e i buchi nell’asfalto.
Mia figlia più piccola vi ha inciampato...”.
Alburni
N°13 11 aprile 2008
7
Aquara, confronto sulla situazione di Mainardi
Martino, Luciano e Stabile si contendono la fascia da sindaco
Presentazione delle liste
a Mainardi
Martino canta le sue gesta, Luciano gli ricorda che i meriti non
sono solo suoi, per Stabile è ora
di cambiare politica
Per gli abitanti di Mainardi, unica
frazione del comune di Aquara, la
giornata di domenica 31 è stata tanto
attesa, in tale data, infatti, i rappresentanti delle prime due liste proposte, Franco Martino e Vincenzo
Luciano, hanno presentato alla contrada il proprio programma amministrativo.
Solo il giovane Stabile dopo la presentazione della sua lista ad Aquara
la sera precedente, in cui ha ricordato
la necessità di un rinnovamento politico radicale affinché il paese non
continuasse a pagare gli errori e le
dimenticanze degli amministratori di
sempre, ha preferito rimandare l’intervento nella frazione a sabato 5
aprile.
Franco Martino ha presentato abilmente la sua lista che vede anche la
candidatura di due mainardesi, ossia
il neo avvocato Pasquale Brenca e il
giovane ingegnere Giuseppe Lembo.
Durante la presentazione sia Brenca
che Lembo si sono trovati d’accordo
su alcuni punti ottenendo persino
l’approvazione dei presenti.
Brenca ha dimostrato di volersi impegnare per appagare le necessità
della frazione, non solo quelle materiali come le infrastrutture, ma anche
quelle astratte, ma non meno importanti, come la creazione di manifestazioni ed incontri in cui ognuno
possa avere modo di essere infor-
mato sull’operato dell’amministrazione ed esprimere la propria opinione.
Lembo ha ribadito simili concetti ricordando di quanto siano rilevanti,
per un popolo che è stato spesso vittima della cattiva informazione, le
assemblee pubbliche e la riorganizzazione del territorio.
Martino ha concluso rimembrando
quanto egli abbia fatto per portare a
termine il progetto “Ponte di Mainardi”.
Tuttavia il sindaco uscente non ha
pensato che a spianargli la strada per
la realizzazione di tale opera sono
state varie amministrazioni di diversi
anni addietro.
Luciano, che dopo la presentazione
del sindaco uscente e dei rispettivi
candidati, ha preso la parola ha pensato di rinfrescargli la memoria informandolo pubblicamente di quante
richieste siano state fatte anche dalle
amministrazioni precedenti.
Luciano ha controbattuto Martino
anche per quanto riguardava la viabilità di Mainardi di cui il sindaco
uscente si beava.
Secondo Luciano non basta, infatti,
asfaltare pochi tratti di strada per
portare una zona allo sviluppo.
Quest’ultimo ha espresso, inoltre,
l’intenzione di voler offrire il proprio
aiuto affinché venisse ripresa l’imprenditoria enogastronomica del
luogo in maniera eccellente, e di
chiedere il ripristino dei lavori per il
centro lontra; ricordando che la realizzazione di quest’opera porterebbe
le varie autorità a concedere con più
facilità i fondi e le autorizzazioni necessari anche per l’ottimizzazione
dei collegamenti stradali.
Mainardi, infatti, per la presenza del
centro lontra diverrebbe una delle
mete turistiche da raggiungere poiché rientrerebbe nelle risorse del
parco del Cilento e Vallo di Diano.
Nei periodi di campagna elettorale,
si sa, niente può essere preso in parola, tuttavia il popolo di Mainardi
continua a sperare in un progresso
futuro; chissà se prima o poi qualcuno davvero intraprendente non
renderà invane tali aspettative.
Alessandra Pazzanese
Il 27 marzo scorso, Mariangela
Schiavo di Felitto si è laureata in
Lettere e filosofia col punteggio di
110 e lode. La giovane ha discusso una tesi in storia moderna
dal titolo “I giornali dell’Ecc.mo
signor duca d’Ossuna”, vicerè di
Napoli dal 1616 al 1620. Auguri a
Mariangela dai genitori Lucio
Schiavo e Rita Di Stasi, da Francesca Pazzanese e dalla redazione di
Unico.
“La protesta è un’amplificazione molesta”
C o s ì r i s p o n d e Pa g a n o a l l e r i m o s t r a n z e d e i s i n d a c a l i s t i
“La protesta è solo un’amplificazione
molesta”. Così risponde il Direttore
Generale dell’Azienda Sanitaria Locale Salerno2, dottor Federico Pagano, alla fatidica domanda a
proposito delle rimostranze da parte
di alcuni attivisti della rappresentanza sindacale che un mese fa, lo
scorso 1 marzo, hanno protestato
dinanzi alla sede di via Nizza, 146
contro ‘la cattiva amministrazione
dell’Asl Salerno2’. “Nel pagamento si
è verificato solo un ritardo di due
giorni. E’un problema economico
che c’è e che resta - ha aggiunto - ma
gli stipendi non sono mai stati messi
in pericolo”. Per quanto riguarda i
presunti 700 mila euro finanziati per
i consulenti esterni ha affermato:
“Cifre assolutamente infondate!
Nemmeno la decima parte è stata
spesa. E’ una montatura di alcune categorie sociali che sollevano polveroni, disordine ed allarme sociale,
cercando di infangare l’Asl per interessi propri”. E’sereno Federico Pagano nel rispondere alle nostre
domande con cui abbiamo indagato
anche sul suo percorso formativo e
personale.
Lei nacque a Postiglione il 18
aprile 1948, come definisce il
suo rapporto con il territorio?
Molto radicato, infatti, nonostante
ancora oggi sopporto faticose tra-
sferte quotidiane da Postiglione a
alla caccia, alla pesca, alla famiglia.
Dal 2006 non è più membro
Salerno e viceversa, nonostante
dell’ International Society
abbia studiato fuori e ci sia stata
of Nephrology. Di cosa si
spesso la tentazione di trasferirmi
occupava?
in città, ho scelto di restare in
paese. Oltre ad essere la mia terra
Essendo stato in provincia uno dei
è per me anche un luogo di riposo
pionieri della nefrologia ed essene di recupero di energie.
domene occupato per 35 anni, ho
Perché scelse di fare il mericevuto questo ambito riconoscidico, cosa la affascinava di
mento internazionale. Essere memquesta professione?
bro dell’International Society
In realtà era una carriera obbligata
significava confrontarsi periodicain quanto già mio nonno Federico
mente con altri colleghi, in base alle
era medico. Quindi intrapresi gli Federico Pagano, Dir. Gen. Asl Sa2 proprie esperienze di practice clistudi non per ideali, ma per seguire
nica e alle innovazioni tecnologiche
evocano in me sentimenti di affetto e del settore, nell’ambito di congressi
la stessa strada di mio nonno.
Data la sua esperienza, in che di rimpianto per la prematura scom- che si svolgevano in diversi Paesi
modo crede che il medico parsa.
d’Europa e d’Oltreoceano.
contribuisca al bene della so- In quanto Sindaco di Posti- Dal 31 dicembre 2005, anno
cietà e in che modo può farlo glione, ha potuto conoscere i in cui subentrò al Direttore
il direttore di un’azienda sa- problemi della gente e le esi- Generale uscente Raffele
genze del territorio, una bat- Ateniese, crede di aver otnitaria locale?
temperato a quanto le veGuardi, io sono stato un ospedaliero tuta a riguardo.
puro per 35 anni, e lo dico con or- Sono stato in carica dal 1987 al 1997 niva richiesto nel documento
goglio. Oggi, sebbene rivesta un e devo dire che è stata una grande di nomina della Giunta Reruolo diverso, mi occupo sempre di esperienza di vita politica perché gionale?
sanità: credo che il comune denomi- nessuno come il sindaco stabilisce un Penso di aver fatto un buon lavoro
natore sia l’attività tesa alla salute del rapporto così diretto con i cittadini. dal punto di vista amministrativo,
Ho imparato molto, ad esempio a economico e dell’ammodernamento
cittadino.
Se le dico Corrado Vecchio e leggere gli atti amministrativi, il che è tecnologico: attualmente, ad esemNicola Trotta, lei come defi- importante!
pio, abbiamo in progetto la costrunisce il suo rapporto con Come si svolgono la setti- zione di un ospedale unico tra Eboli
mana ed il week and?
loro?
e Battipaglia. Bisogna vedere le autoCon Corrado e Nicola c’è stato un Lavoro dal lunedì al venerdì. Il sabato rità superiori cosa pensano del mio
rapporto di confronto, in quanto col- e la domenica mi dedico all’agricol- operato.
leghi, e poi di amicizia. I loro nomi tura, sono un contadino mancato, A distanza di un mese dalla
protesta del 1 marzo scorso,
cosa è cambiato?
Tutta la storia dei non pagamenti del
personale dell’Asl Salerno2 è stata
solo un’amplificazione molesta di alcune categorie sociali che sollevano
polveroni, disordine e allarme sociale, infangando la Asl, solo per interessi propri. Da queste categorie
sociali giunge una cattiva informazione anche ai giornalisti. Anche l’accusa dei 700 mila euro per i
consulenti esterni è falsa, neanche la
decima parte è stata spesa”.
Il suo motto.
Lavorare, lavorare, lavorare. Alla fine
il lavoro premia sempre.
In quanto docente, fino all’anno scorso, della Scuola
per Infermieri presso la Federico II di Napoli, cosa si
sente di dire ad un ragazzo
che
intraprende
questo
campo?
L’Italia sta recuperando il gap con le
altre Nazioni più evolute nel settore.
E’ un corso di laurea che fornisce
una preparazione sempre più completa, tanto che l’infermiere è una figura professionale che si sta
avvicinando a quella del medico, con
le dovute differenze ovviamente.
Quindi, fa bene chi intraprende questa facoltà.
Maria Laura Pirone
Cilento
8
Impronte...
N°13 11 aprile 2008
Storie di cilentani a Salerno
Emidio Nigro, la vera opera di ingegneria è la natura
Nessun capolavoro, nessuna opera
umana può eguagliare i misteri e le
bellezze della natura, con l’acqua
che scorre tra le nostre mani, il cielo
sopra il nostro capo, la terra che ci
sorregge. Né alcune fondamenta riescono ad essere sicure se non si
fanno i conti con la natura, lì dove
tutto è imprevedibile, incontrastabile
e sovrumano.
“La carta di identità” di questa settimana riguarda il dott. Emidio Nigro:
professione ingegnere, origine piagginese, appassionato sempre e comunque di natura e di tutto ciò che è
territorio, costruzioni, strutture. E
anche di storia, perché -affermacome l’ ingegneria, ha una sua struttura, con leggi e regole precise.
Lineare e impeccabile, si racconta,
tra rivoli di memorie piagginesi e
scampoli di vita universitaria e professionale. Intanto ha estrapolato il
suo motto da un’ode di Orazio: “ Loquacis, si sapias, vitet”: “ Se sarai
saggio, evita i chiacchieroni”.
Ed è proprio ciò che è aduso a fare:
schivare i chiacchieroni, coloro che,
per dirla tutta, fanno perdere tempo
prezioso. Dai genitori, docenti in
pensione, e dal suo caro nonno Emidio, un pastore che gli ha elargito i
segreti della natura e lo spirito bucolico, ha impresso, a suo dire, il senso
di responsabilità e l’onestà: valori
inossidabili che continua a trasmettere ai suoi figli.
Di Piaggine adora le faggete e la
piazza Vittorio Veneto detta “Porcili”, che, nel suo immaginario, lo ri-
porta all’agorà greca, perchè luogo
idoneo per incontri e passeggiate. Di
queste ultime, memorabili sono i
percorsi per sentieri alla ricerca di
funghi o il tragitto di quando si arrivava fin su alla cima del Cervati,
dove, a quindici metri sotto la vetta,
si trova la grotta della Madonna della
Neve. La mistica dimora, all’epoca,
aveva un affezionato custode, Giuseppe Cavallo, il quale, con il suo
asinello, riusciva perfino a stare in
bilico su una ripida scarpata…Al suo
paese, il nostro ingegnere giocava a
calcio al “Largo monaci”, chiamato
così perchè attiguo al convento dei
cappuccini risalente al 1600.
Una volta scelta la facoltà, il dott.
Nigro si laurea nei tempi previsti in
Ingegneria civile per la difesa del
suolo e la pianificazione territoriale
presso l’Università degli Studi di Salerno (a soli ventitrè anni e con lode);
intraprende, poi, il dottorato di ricerca in “Ingegneria delle strutture”
presso l’ Università Federico II di
Napoli.
Quando ha pensato di aver raggiunto l’ apice della sua vita professionale?
A dire il vero, l’apice si raggiunge
continuando il cammino…Nel ’97
ho vinto il concorso di ricercatore in
“Tecniche delle costruzioni” presso
la Facoltà di Ingegneria di Salerno, e
nel 2002, il concorso di docente di
“Tecniche delle costruzioni” presso
il Dipartimento di “Ingegneria strutturale” presso l’ Università di Napoli
“Federico II”. Devo anche dire che,
oltre alle consulenze nel campo dell’
ingegneria strutturale, la ricerca rimane sempre il motore che spinge ad
acquisire nuove conoscenze che defluiscono spontaneamente nell’ attività didattica.
dalla prima
Un passo falso
nella direzione giusta
di Bartolo Scandizzo
Ma gli infortuni organizzativi, non
possono offuscare la scelta strategica
fatta da De Masi: “Voglio il meglio
per il Cilento! Spendendo gli stessi
soldi, si può avere quanto di più eccellente c’è sul mercato mondiale e,
pertanto, mi aspetto che anche gli
operatori turistici presenti sul territorio si attrezzino per elevare al massimo la qualità delle loro strutture e il
livello di professionalità dei propri
dipendenti.”
La platea, composta soprattutto da
imprenditori e giornalisti, non si è
fatta sfuggire l’occasione per sottolineare ogni passaggio che spronava
l’intero territorio a dare il massimo e
a fare sistema.
Nella stessa direzione si sono incanalati gli interventi degli ospiti stranieri. E già il primo intervento si è
capito che c’era poco spazio per il
gioco delle tre carte a cui molti sono
abituati ad agire. L’addetto commer-
ciale all’ambasciata di Svezia mette
in guardia ente parco e operatori turistici a “Ripensaci prima” ogni volta
che prendi una decisione, sottolineando l’importanza del rispetto dell’ambiente che deve essere eccellente
e non “accettabile” come rivendicato
dal sindaco di Centola - Palinuro.
Infatti, era da molto tempo che non
si vedeva tanta gente motivata ad incontri che riguardavano il parco. Le
assemblee più affollate degli ultimi
cinque anni avevano all’ordine del
giorno la questione dei danni da
fauna selvatica: i cinghiali, per capirci!
Il neo presidente è un uomo che non
si perde in fronzoli, ha delineato la
linea, ha scelto la direzione si è
messo in cammino su quella strada
ed ha chiesto al suo “esercito” di 30
dipendenti di seguirlo alla conquista
di una nuova identità per questo territorio.
L’impressione è che non si fermerà a
raccogliere “vecchi e feriti”, chi
vorrà seguirlo avrà oneri e onori, chi
si attarderà alla ricerca di rendite di
posizione sarà lasciato indietro al suo
destino.
Se ad un certo punto del cammino, si
volterà e non vedrà più nessuno, oppure se la zavorra tenderà di risucchiare nell’anonimato il Parco, è
certo che non ci penserà molto a lasciarci in mezzo al guado.
Se le cose andranno bene vorrà dire
che i 59 mila euro spesi per questa
prima “Convention degli operatori
turistico – alberghieri attivi nel
parco” saranno stati il giusto dazio da
pagare al “vecchio” per far nascere il
nuovo.
Se così sarà, si sarà avverata la citazione profetica risuonata nella sala:
“chi aspetta qualcosa di buono, non
aspetta mai abbastanza!”
Che tipo di persona è un ingegnere?
Credo che sia fondamentalmente una
persona inquadrata, un estimatore
della concretezza in qualsiasi ambito, sia professionale che privato.
Che scienza è l’ ingegneria?
E’ una scienza applicata che non può
prescindere, appunto, da una applicazione sul campo.
Quali sono le tematiche sviluppate
in pubblicazioni e ai congressi?
Le tematiche, svolte in circa cento
pubblicazioni e relazioni congressuali, continuano a imperniarsi soprattutto
su
argomenti
che
riguardano soprattutto la progettazione strutturale in calcestruzzo e acciaio, la progettazione edile
antisismica, la vulnerabilità sismica
e l’adeguamento sismico degli edifici esistenti.
Per intenderci, dopo gli eventi tragici
del terremoto del 2002 a San Giuliano di Puglia, è stata emanata una
legislazione secondo la quale, entro i
cinque anni, si devono effettuare verifiche di vulnerabilità sismica.
Deve sempre esserci un evento tragico per poi correre ai ripari?
E’ vero, purtroppo è così…
Come si costruisce oggi?
Le costruzioni attuali che si vanno a
progettare sono certamente più sicure di prima mentre quelle riguardanti gli anni ’60 e ’70 non
possedevano criteri sismici. Dopo il
terremoto dell’’80 in Campania, si
sono avute delle evoluzioni attraverso normative sulle costruzioni;
nuove normative tecniche sulle costruzioni sono partite da gennaio di
quest’ anno e vedono certamente criteri innovativi dal punto di vista
strutturale. I criteri di progettazione
consentono alla struttura di raggiungere una sicurezza adeguata, di operare attraverso una evoluzione dei
materiali e della loro verifica. Un ultimo aspetto, e sicuramente non per
questo il meno importante, è il criterio dell’ “isolamento sismico” secondo il quale si dota la struttura di
elementi chiamati “isolatori” che
vengono interposti tra le “fondazioni” e le sovrastrutture e che consentono di ridurre l’entità delle
accelerazioni sismiche assorbite
dalle sovrastrutture.
Quali tipologie di strutture a carattere internazionale e mondiale
hanno rapito la sua attenzione nel
corso degli anni?
I ponti, sia in America che in Europa…
E nel nostro Cilento?
Un ponte ad arco in calcestruzzo armato che si affaccia sul fiume Sammaro, tra Roscigno e Sacco. E’ stato
progettato negli anni ’50 da Giulio
Krall, un insigne ingegnere-strutturista della prima metà del ’900,
esperto in calcestruzzo armato…
Rossella Oricchio
Calore
N°13 11 aprile 2008
Mi avete regalato “un giorno senza tramonto”
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LEGGE NON LEGGE
[email protected]
Cammardella scrive perc hè si sente libero
La mia vita, di solito non molto ‘movimentata’, ultimamente è stata piacevolmente scossa da una serie di
eventi davvero speciali e gratificanti;
tutto è nato dalla pubblicazione del
mio racconto “A Janhor”. Lo scorso
6 febbraio, nella stupenda cornice di
palazzo Sant’Agostino in Salerno, il
mio romanzo è stato presentato al
pubblico. Le autorità intervenute
hanno avuto per me parole d’incoraggiamento e complimenti, a ciò è
seguita una serie di articoli e commenti sulla stampa, radio e Tv locali.
Una gioia immensa ha pervaso il
mio cuore, ho trascorso ore e giorni
stupendi. La mia mente ha spaziato
da un ricordo all’altro, ho rivisto
ogni momento della cerimonia, i
volti dei presenti, i miei genitori
commossi ed increduli, i miei compagni dell’I.T.I. “S.Valitutti” altrettanto emozionati. Per questo e per
altro, sento il bisogno e la necessità
di ringraziare tutti coloro che mi
hanno aiutato nella realizzazione e
pubblicazione di “A Janhor”.
Un pensiero affettuoso va al professor Alfredo Sorrentino, un ‘amico’
fin dagli anni in cui frequentavo l’
I.T.I., ed alla prof.ssa Carmela Migliorino che sempre fattivamente si
è impegnata per il buon esito di ogni
iniziativa che mi riguardasse.
Grazie ai presidi Antonio Marisei ,
Pasquale Monaco A Giannantonio, e
al professor Gaetano Ricco che
hanno creduto nelle mie capacità
“poetiche”; al dottor Cangiano , presidente della Biblioteca provinciale
di Salerno che con grande spirito di
abnegazione, da sempre opera per
valorizzare i giovani che si avvicinano alla saggistica.
La mia gratitudine va in special
modo al presidente del Consiglio
Provinciale di Salerno, Pignata ed al
presidente dell’Ordine dei giornalisti della provincia Enzo Todaro, impegnatisi in prima persona per
regalarmi una giornata iniziata con
un’ alba… ma senza tramonto.
Un grazie al sindaco di Castel San
Lorenzo, Michele La Vecchia, ed al
vice sindaco di Roccadaspide Giuseppina Musto. Adesso voglio dirvi
perché scrivo! Scrivo perché mi
sento libero, mi gratifica; scrivo perché voglio che le mie parole restino
per sempre, anche quando non ci
Piag gine,
quarant’anni “magistrali”
Per caso, ho saputo che recentemente c’è stata una manifestazione
per inaugurare un laboratorio del
liceo pedagogico “G. Rosselli” al Cav.
Emilo coccaro, ex sindaco di Piaggine
all’epoca dell’istituzione del magistrale. La notizia ha fatto, velocemente, il giro di ogni landa del mio
cervello ed ha spaziato in ogni angolo del mio corpo. Immagini, belle e
brutte, degli anni passati tra i banchi
di una scuola istituita proprio
quando mi accingevo a lasciare la
scuola dell’obbligo, si sono alternate
in un veloce flash back. La notizia dell’istituzione del “Magistrale” i Piagginesi l’appresero dalla lettura delle
copie del telegramma, affisse sulle
vetrine dei bar del paese, con cui
l’onorevole Nicola Lettieri (“grazie
al suo interessamento”) comunicava
la decisione del Ministero della Pubblica Istruzione. Alfonso Tesauro, Nicola Mastrandrea e, per onor di
cronaca, anche Giuseppe Scandizzo,
avevano accompagnato, con testardaggine, l’azione di pressione di Lettieri sull’allora ministro Gui, affinché
nell’entroterra, più estremo, della
Valle del Calore potesse arrivare un
segno dello stato che andasse nella
direzione del riscatto culturale della
zone interne. Mai investimento fu
così appropriato e lungimirante. Da
allora ad oggi, sono stati innumerevoli i giovani che si sono affrancati da
un destino già segnato di una vita di
emigrazione, sia culturale sia lavorativa, già dagli anni dell’adolescenza.
Fino ad allora, solo pochi erano riusciti a forare il muro dell’ignoranza
in cui erano destinate le giovani generazioni figlie di pastori e contadini
dell’Alta Valle del Calore. Furono
proprio loro, i primi laureati, a
stretto giro, a tornare a casa per formare i figli dei loro fratelli, cugini,
amici... Citarne qualcuno, vorrebbe
dire fare torto ad altri. Ma è giusto
dare merito a dei professionisti che
hanno saputo dare identità culturale
ad una scuola che molti davano per
fallimentare per mancanza di appigli
culturali a cui agganciarla. Furono
quei professori fatti in casa che, uno
alla volta, rientrarono al paese e non
si accontentarono di fare il loro dovere, ma riuscirono a marcare
un’area culturale fino a farla diventare un punto di riferimento forte
per l’intera per la Valle del calore e
degli Alburni. Infatti, proprio la contemporanea costruzione ed apertura
del ponte sul fiume Sammaro, a
Sacco, inaugurato dall’allora vescovo
di Vallo Don Biagio D’Agostino, provocò un impatto emotivo e straordinarie forme di contaminazione
culturale di due entità territoriali
che, in breve, uscirono da un isolamento secolare. Sacco, per esempio,
da punto terminale di un entroterra
assurto alla cronaca solo per storie
di brigantaggio, si trovò ad essere at-
sarò più. Scrivere mi aiuta a dimostrare che il desiderio di vita è più
forte della morte e la mia vita continuerà con i miei scritti. E per questo
motivo non sarò mai colui che:
“muore lentamente perché evita
una passione, preferisce il nero su
bianco ed i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli
occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno
battere il cuore davanti all’errore e
ai sentimenti”.
Raimondo Cammardella
traversato da poderosi “moti” di giovani che, su impresentabili torpedoni,
si recavano in “pellegrinaggio” al magistrale di Piaggine per attingervi il
nettare culturale per diventare protagonisti di se stessi. L’istituzione del
magistrale cambiò la vita del paese e
dei suoi abitanti. Cambiò il destino
dei ragazzi e, soprattutto, quello
delle ragazze. Il “sessantotto” che
emetteva i suoi primi vagiti in Francia, a Piaggine si concretizzò con il
fatto che le ragazze del paese, finalmente, uscirono dalle loro case e si
proiettarono nel mondo che, da quel
momento in avanti, poterono affrontare da protagoniste. Sono passati
quarant’anni da quando varcai per la
prima volta il cancello della scuola
che mi aveva restituito al paese dopo
l’esperienza in seminario aVallo della
Lucania. Eppure, non riesco ad essere distaccato da un evento a cui
non ho potuto prendere parte ma
che mi fa piacere sentire anche un
po’ mio perché lì, in quel luogo, studiando di mala voglia, inseguendo più
la fantasia dei miei sogni che la storia
della pedagogia, ho costruito parte di
me. Lì ho approfondito amicizie e baciato una ragazza per la prima volta.
Lì ho imparato ad offrire e ricevere.
In quella scuola ho avuto la fortuna
di poterlo fare tra i luoghi camminati,
quotidianamente dai miei avi.
Con imperdonabile ritardo voglio
ringraziare i docenti di quell’istituto
che seppero essere professionisti,
senza dimenticare di essere anche
uomini e donne di Piaggine.Quel
poco o tanto che ho realizzato finora, lo debbo anche a loro…
Bartolo Scandizzo
Noi…dilaniati
dalle fauci della
burocrazia
“I Pubblici Uffici sono organizzati secondo disposizione di legge, in modo
che siano garantiti il buon andamento
e l’imparzialità dell’Amministrazione”.
Così recita l’Art. 97 della nostra
Costituzione e l’articolo seguente
dispone anche che “ I Pubblici Impiegati sono a servizio esclusivo
della Nazione”.
“Il libro delle belle intenzioni”…
così può leggendo tali articoli ironicamente definire la Costituzione
chiunque abbia partecipato alle interminabili code agli sportelli pubblici, chiunque si sia visto negare
l’accesso ai documenti amministrativi che lo riguardavano, chiunque
si veda costretto a pagare tasse
“occulte” aggiuntive, chiunque si sia
visto raddoppiare una tassa dalla
società pubblica di riscossione dei
crediti: Equitalia ETR s.p.a.
Il Chiunque riguarda tutti noi cittadini, e in particolare modo gli imprenditori,
continuamente
dialaniati dalle ingenti fauci della
burocrazia italiana.
Non potendo in questa sede discorrere dei continui danni che la
Pubblioca Amministrazione ci infligge, richiamerò l’attenzione dei
lettori di Unico sulla Hit List delle
Imposte più invise: le accise sui carburanti, l’esagerata TARSU, l’ICI
sulla prima casa, l’IVA … sono queste solo alcune delle imposte indirette; si pagano senza tener conto
del reddito pro capite. Il cittadino si
vede tassare ripetutamente non in
base al reddito percepito durante
l’anno, ma in base ai consumi. Questo sistema ci colpisce senza tener
conto della capacità contributiva di
ciascuno, in dispregio al dettato costituzionale. Paradossalmente, infatti, le Imposte indirette incidono
maggiormente sulle famiglie più povere anziché su quelle più benestanti.
Ma… oltre il danno, anche la beffa!
Equitalia ETR s.p.a., nelle more di
un tardivo o inesatto adempimento
dei crediti suddetti provvede prontamente a raddoppiare o triplicare
il debito iniziale, spesso senza alcuna notifica al destinatario e ponendo, a garanzia di riscossione di
una tassa banale, il fermo sull’autoveicolo o addirittura un’ipoteca
sull’abitazione del debitore.
Ebbene, questo è lo Stato in cui viviamo: la burocrazia può sbagliare
cento, mille volte (leggi “Cartelle
pazze”) senza permettere ai cittadini di sbagliare una sola volta. La
burocrazia non paga mai, anche
perché da troppo tempo la politica
legittima la sua impunità.
[email protected]
Cilento
10
N°13 11 aprile 2008
“Il futuro del parco rinasce da qui”
Gli incontri del presidente De Masi per ascoltare esigenze estere e idee nuove
in questo settore”. Questo, ovviamente, ha dato fastidio a chi reclama
privilegi per le cause più varie (politiche, di preferenziale tradizione, visibilità, ecc) decretando un’azione
discutibile quella messa in campo dal
sociologo-presidente, forse troppo
democratica.
Gli interni
La necessità di una scuola di marketing turistico è indispensabile per De
Masi e lo ha ribadito a circa 150 imprenditori del settore. Tante presenze
e diverse le esigenze. Il prof, Peppino
Cilento, della cooperativa “Nuovo
Cilento” di S. Mauro, rimarca la necessità di coinvolgere il turismo scolastico, quello per la terza età, fare in
proprio il compostaggio (lui lavora
l’olio) e invita il presidente del parco
a modificare la cartellonistica errata
alle paleolitiche grotte di Camerota,
oltre che a stracciare le vecchie foto
dal parco, “rivelano una tristezza cilentana quasi mortuaria”. Innanzitutto fare sistema: “tutto il Cilento
deve avere la Bandiera Blu”, ma per
De Masi in conferenza
fare questo è importante la pulizia
delle acque e un’ottima rete fognaria:
siamo attrezzati? Per Alessandro
Cuccurullo ci vuole un tavolo permanente con chi fa turismo. De Masi accondiscende, c’è bisogno di una
rivalutazione a tutto tondo per il vulcanico presidente che ha intenzione
di far nascere il festival della Filosofia a Elea - Velia, patria di Parmenide: “Portare qui dieci luminari della
cultura che muovano altri intellettuali
e turisti d’elite per migliorare un’immagine non certo brillante di questo
angolo di cielo, uno dei posti più belli
del mondo in attesa di essere valorizzato dignitosamente. E a proposito di
cielo ecco un’altra proposta: quella
del “plenilunio cilentano”, scrutare il
firmamento dall’incantevole angolo
di Punta Licosa, tutti riuniti lì, a vedere la luna nascere a morire ed a
questo associare la poesia. Ma non
mancano le bacchettate, per tutti.
“Non potevamo scegliere un posto
più confortevole? Eppoi, una cartella
stampa così non la meritavo proprio”.
Qualità, qualità, qualità. “Innanzitutto per noi: senza autostima non si
va da nessuna parte”, ammonisce con
la severità del buon padre di famiglia.
L’estero
La necessità di avere un’identità e di
porla sul mercato è stata espressa in
due momenti: alle (fredde) fiere di
Vallo venerdì 29 marzo e il giorno
dopo, all’hotel San Pietro di Palinuro
con stampa estera e operatori inter-
Parchi & partecipazione
di Domenico Nicoletti
Abbiamo aperto questa rubrica con
l’impegno di affrontare le nuove
sfide che attendono le aree protette
per sperimentare nuovi modelli di
gestione del paesaggio, che siano rispettosi dell’identità del territorio e
fondati su processi partecipati e democratici. Il rispetto dei luoghi insieme
ad
una
rinnovata
consapevolezza ed orgoglio di appartenenza nasce anche da un coerente e coraggioso comportamento
della pubblica amministrazione per
un rilancio della legalità e della sicurezza. Nei 159 parchi naturali e nelle
446 riserve naturali italiane le specifiche peculiarità ambientali, socioculturali ed economiche spesso si
riflettono in modo caratteristico
sulle fattispecie più frequenti di illeciti edilizi ed ambientali. La non trascurabile consistenza del fenomeno
criminoso anche in porzioni di territorio soggette ad un particolare
regime di tutela è da collegarsi
quantomeno ad un complesso di
motivazioni che trovano origine sia
nella caratteristica del reato che in
quella del contesto in cui si consuma. Gli unici dati relativi alla quantità degli abusi edilizi accertati nelle
aree protette italiane sono reperibili
sul “Rapporto Ecomafia 2006” redatto da Legambiente. Per quanto
riguarda il totale degli abusi edilizi riscontrati in un’area protetta nel
solo 2005 il triste primato è andato
al Parco Nazionale del Cilento-Vallo
di Diano con ben 135 violazioni (di
cui 23 per costruzioni abusive exnovo e il resto di abusi di minore
entità) seguito dal Parco Nazionale
del Vesuvio con 85 abusi edilizi totali. CODACONS Campania ha recentemente presentato “DOSSIER
CILENTO”, dal titolo “E’ degno di essere chiamato Parco Naturale?”. Il
Dossier intende “documentare - con
atti certi, - l’inefficienza, l’inerzia (se
non connivenza) degli enti locali, nessuno escluso. …Una denuncia con
carattere provocatorio sì nel titolo ma
anche con finalità dirette a smuovere
le coscienze.” Il dossier affronta uno
dei temi rilevanti delle aree protette
ed in particolare del Parco del Cilento e Vallo di Diano, la continua
azione di abusivismo edilizio che paradossalmente si alimenta dall’immagine di “qualità” delle aree
protette. In generale va detto che
nella storia recente del paese ed in
particolare del mezzogiorno, solo
nei Parchi, sono avvenute importanti
e troppo spesso dimenticate demolizioni di milioni di metri cubi
abusivi, senza che i “proprietari” abbiano potuto opporre resistenza e
ripristinando con determinazione la
legalità, fonte di fiducia e crescita di
ogni società civile.Allo stesso modo
tale azione e possibilità che la normativa vigente attribuisce agli Enti
Parco deve avere carattere di continuità, coraggio e coerenza rispetto
ai compiti istituzionale e la leale
cooperazione tra organi della Pubblica Amministrazione. Infatti il CODACONS rileva le “determine” rese
operative:
anno 1998-abbattimento di corpi di
fabbrica siti in Casalvelino; anno
1999-abbattimento di piccolo manufatto nel Comune di Centola;
anno 2000-abbattimento di 53 corpi
di fabbrica siti nel Comune di Montecorice; anno 2002-abbattimento
di un piccolo manufatto e di piccole
strutture in legno site nel territorio
del Comune di Castellabate.
E poi? Considerato che in quei procedimenti, “c’ero anch’io” ho il dovere di precisare al CODACONS:
anno 1998-abbattimento con l’intervento dell’esercito di 24 corpi di fabbrica siti in Casalvelino, sotto la Torre
di Elea-Velia per 18.000 mc. ; anno
1999-abbattimento di piccolo manufatto nel Comune di Centola in
zona 1 del Parco sito di interesse comunitario, sottoposto ad infrazione comunitaria per 380 mc; anno
2000-abbattimento di 53 corpi di
fabbrica siti nel Comune di Montecorice in zona 1 del Parco sito di interesse comunitario per oltre 48.000 mc
; anno 2002-abbattimento di un piccolo manufatto e di piccole strutture
in
legno
site
nel
territorio del Comune di Castellabate denominato ascensore della camorra con annesse strutture dell’ex
Castelsandra per 450 mc. In quest’azione uno straordinario esempio
di leale cooperazione voluta dall’Ente Parco al tavolo della Prefettura di Salerno con le massime
responsabilità istituzionali, le forze
dell’ordine e le Procure interessate,
nel rispetto dei propri compiti istituzionali a ripristinare la legalità e
“smuovere non solo le coscienze”.
nazionali. A comunicarla ci ha pensato Frances Mary Kennedy, neozelandese, acuta giornalista della Bbc:
“La stampa britannica è attenta a
quello che succede in Italia, ma qual
è l’identità del parco, e cosa offrite?”.
Ecco – in soldoni –, sarebbe: oltre al
momento difficile (spazzatura e mozzarella alla diossina) cosa vende di
buono e organizzato il parco? “C’è
bisogno di un termovalorizzatore per
eliminare i rifiuti – aveva commentato venerdì De Masi all’incontro organizzato dal Consorzio rifiuti Sa 4
nel corso di formazione del progetto
Equal dove si è discusso del passaggio della tassa dedotta sul consumo
pro capite. “Una tariffa che tenga
conto di una sostanziale differenza –
puntualizzava Erminio Signorelli,
presidente del Corisa4 – per tipologia
di comune”. In mattinata il consiglio
del parco aveva approvato il bilancio
di previsione 2008, 10 milioni, “le
linee programmatiche sono ovviamente sul turismo e sulla comunicazione”, spiega la consigliera Silvana
Magali Rocco. Tanti i giornalisti e gli
operatori commerciali che mai erano
stati nel Cilento, alcuni mai a sud di
Roma, come Paolo Quercia coordinatore degli addetti commerciali di
60 Ambasciate. “Cerchiamo un prodotto eccellente”, questo l’imperativo
che parte da giornalisti e rappresentanti diplomatici, 20 Paesi, ospiti a
Palinuro. Anche la pubblicità con
Gorge Clooney, che invece del lago
di Como potrebbe tuffarsi nel mare
cilentano da parte della portoghese
Manuela Redmont di Diario de Noticias. Un rapporto particolare lo ha
mostrato il ministro consigliere dell’ambasciata di Cina Zhang Junfang
“De Masi è un amico della Cina e apprezziamo il suo lavoro da tempo”.
Poi i problemi sui visti per venire nel
Belpaese da parte dei delegati dell’Europa dell’Est. Per Andrea Lovelock di Italia Oggi bisogna lavorare
sui trasporti: da quello aereo con Capodichino alla strada. Ma non c’era
un aeroporto a Pontecagnano? “Pensaci prima”, il proverbio recitato dal
corrispondente svedese su cui De
Masi ha fermato l’attenzione, sembra
centrare il punto, la viabilità rimane
tema centrale, ieri e oggi. Ma si rinasce da qui, come spiega Giuliano De
Risi: sette critiche e 24 proposte per
“il futuro del parco” sono un buon
bottino per il presidente che domenica mattina gongola vedendo i volti
soddisfatti degli ospiti dopo il volo in
elicottero sulle bellezze della costa.
Missione compiuta? “Adesso dobbiamo continuare il cammino appena
iniziato”, commenta cauto il direttore Angelo De Vita. La prudenza è
una buona compagna, ma è tempo di
cambiare; dall’epoca dei tristi ai sorrisi su un futuro globalizzato. E sarebbe anche ora.
Nicola Nicoletti
Capaccio
N°13 11 aprile 2008
11
27 marzo. Primo consiglio microfonato
Società in house. Edilizia agevolata. Aree Pip. Troncone protesta ed abbandona
Primo consiglio comunale con microfoni, “nuova tecnologia oltre a tante
cose” se ne compiace il sindaco. Ancora una volta Giuseppe Troncone
(nella foto) lamenta di non aver avuto
la possibilità di esaminare i documenti degli argomenti all’ordine del
giorno, copiosi e di fondamentale rilevanza, pur avendo partecipato alle
commissioni, in quanto come sempre
non gli è stata fornita una copia.
Il sindaco Pasquale Marino esprime
la preoccupazione per la campagna di
informazione che sta mettendo a rischio la produzione di latticini della
Piana del Sele, che nel nostro territorio è sana e controllata periodicamente dai veterinari. Primo
argomento da affrontare è quello delle
modifiche allo Statuto della costituenda Società in house “CapaccioPaestum Servizi srl” già approvato
il 30 agosto, per uniformarsi alla
legge finanziaria 2008.
Il Comune è il socio unico fondatore,
detentore dell’intero capitale. La società abbraccia tutta la vastità dei servizi per il funzionamento del comune.
Giuseppe Mauro vede un replicarsi
dell’Helenia Paestum. Giuseppe
Troncone afferma di essere contrario
“perché allo statuto ed a tutto il resto
non si è tolto il peccato originale,
l’art. 10 (ora 8) che impone il Sindaco
despota, padrone del vapore”. Dopo
Ristabilire la verità
Sul perfetto funzionamento di una parrocchia
La parrocchia di “Santa Maria Goretti”, di Capaccio-Paestum, con i
suoi circa 3000 abitanti, è una comunità attiva e ricca di iniziative, nonostante il continuo avvicendarsi dei
parroci negli ultimi quindici anni. Dal
2004 la parrocchia è guidata da don
Mario Terrazza, dei padri vocazionisti, il quale, nonostante sia parroco
anche a Paestum, svolge il suo apostolato in modo regolare, puntuale
e costante; con umiltà, obbedienza e
dedizione. Insieme al vice-parroco
don Giuseppe, al collaboratore don
Firmino (prossimo sacerdote), i catechisti e i veri collaboratori, la comunità è servita con diverse attività:
il catechismo, con circa 80 tra bambini e ragazzi; la visita agli ammalati;
la Santa Messa Festiva (alle ore
11.30), prefestiva e feriale (ore
18.30); l’animazione liturgica con il
coro parrocchiale; il gruppo dei ministranti; l’ufficio parrocchiale. Questa è la verità!Verità che, purtroppo,
in alcune occasioni viene messa in
discussione: ci riferiamo all’articolo
su questo stesso giornale, in riferimento alla Domenica delle Palme. In
tal occasione la Santa Messa è iniziata alle ore 12.00 (mezz’ora più
tardi del solito), ma non certo alle
12.30 come qualcuno ha scritto! E
comunque il parroco aveva comunicato, la domenica precedente, che la
celebrazione della Messa della Domenica delle Palme, con la benedizione dei rami di ulivo, sarebbe
cominciata con un po’ di ritardo. Per
cui a nessuno è stato impedito di
partecipare alla funzione liturgica!
Purtroppo la carenza di vocazioni al
sacerdozio e alla vita consacrata
(nella nostra comunità diocesiana si
contano meno di 100 sacerdoti su
138 parrocchie) riduce la disponibilità di avere il parroco in sede. Ma
ciò non comporta necessariamente
un abbandono della parrocchia e
della comunità parrocchiale! Più che
chiedere al nostro vescovo, mons.
Giuseppe Rocco Favale, un parroco
fisso, dovremmo pregare affinché il
Signore Risorto, col suo Spirito
Santo, possa sensibilizzare i giovani a
scegliere la via del sacerdozio o della
vita consacrata. Una parrocchia funziona se c’è collaborazione e impegno da parte di tutta la comunità:
rendiamoci, dunque, tutti disponibili
per una migliore riuscita delle varie
attività parrocchiali e per una proficua crescita spirituale che costruisce la Chiesa e crea la vera
comunione con Cristo e con tutti i
nostri fratelli.
I collaboratori parrocchiali
un’attenta e dettagliata disanima conclude “Se secondo lor Signori è redditizio proseguire sulla strada del
sospetto dei voti di scambio e della
certezza dei maggiori costi intrapresa
con il ricorso alla Società di Somministrazione lavoro, della Società Capaccio-Paestum Servizi srl e cosi via,
a voi l’onore e l’onere del voto…”.
Il presidente Paolo Paolino interrompe più volte il consigliere di opposizione con tono irato sia perché
fuori argomento, sia per l’affermazione di voti di scambio. Al momento
della votazione di tutti i punti all’ordine del giorno per protesta il consigliere Troncone abbandona l’aula. Un
solo voto contrario di Giuseppe
Mauro. I consiglieri di opposizione
Maria Vicidomini e Pasquale Mazza
votano a favore.
Si procede all’elezione del Comitato
di indirizzo e controllo. “Il sindaco
e l’amministrazione ha fatto una
scelta di democrazia, ha voluto due
rappresentanti della maggioranza ed
uno della minoranza” rileva il presidente del Consiglio. Elezione che può
avvenire per alzata di mano se viene
raggiunto l’accordo o per scrutinio segreto.
I consiglieri chiedono cinque minuti
per consultarsi, ma l’accordo non è
raggiunto dalla minoranza per cui si
vota. Scrutatori Raffaele Barlotti,
Luigi Ricci e Pasquale Mazza. Raffaele Barlotti riporta sette voti, Luigi
Ricci cinque per cui risultano eletti
per la maggioranza, Giuseppe
Mauro due voti, una scheda bianca e
Pasquale Mazza riporta tre voti per
cui viene eletto per la minoranza. I
consiglieri di opposizione presenti
sono solo quattro (Troncone, Mauro,
Mazza e Vicidomini) pertanto matematicamente, come fanno rilevare sia
Giuseppe Mauro che Giuseppe Troncone, la trasparenza è garantita da un
consigliere di minoranza eletto con i
voti di qualche consigliere di maggioranza. Si discute la variante al
programma costruttivo Peep (edilizia agevolata) e lo schema di convenzione con la Iacp Futura Società
consortile. Il sindaco compiaciuto afferma “Il 30 giugno 2008 consegnerò
le chiavi a tutti quelli che hanno acquistato con grossi sacrifici, ci sarà la
possibilità di riprendere i lavori, completare i servizi e le opere di urbanizzazione”. Entro il 30 luglio saranno
realizzate le infrastrutture e entro il 31
dicembre i locali commerciali”. Ancora una variazione di bilancio
2008. Intervento critico e dettagliato
di Giuseppe Troncone “Il documento
difetta della relazione dei revisori dei
conti, che ritengo già acquisita atteso
che altro andazzo è quello di portare
anche in Consiglio Comunale documenti non corredati adeguatamente”.
Carmine Caramante afferma “Considerato le continue lamentele da parte
del consigliere Troncone il quale
anche su organi di stampa ha parlato
di giro di vite dell’amministrazione
attuale a chiusura di quello che è il
concetto di trasparenza invito il segretario comunale Andrea D’Amore
a valutare se ci siano le condizioni per
querelare il collega Troncone”.
Ultimo punto “Regolamento per
l’assegnazione dei lotti nel polo Pip
in località Sabatella”. Il sindaco riferisce che si è ritenuto di proporre un
ulteriore bando per affrontare un problema annoso e dare la possibilità ai
richiedenti, che aspettano per poter
realizzare opifici… Il responsabile del
III settore Carmine Greco ha fatto
calcoli e calcoletti per dare la possibilità di accedere con una modica
somma ma la legge regionale non
consente di fare sconti”.
Angelo Valletta vota sì ma dichiara
che gia all’atto della presentazione del
regolamento da parte dell’amministrazione Sica sosteneva allora e sostiene oggi che la proprietà privata va
salvaguardata diversamente da quanto
viene fatto con questo regolamento.
Invita il sindaco e il presidente a considerare che i proprietari dei terreni
sono imprenditori che rientrano a
pieno titolo in quelle che sono le
istanze del regolamento.
Carmine Caramante sottolinea la
buona volontà dell’amministrazione
per cui dai 18 euro precedenti per
l’esproprio si è passati a 36 euro, dai
100 euro al metro quadrato per quanto
riguarda il costo dei lotti si è passati a
70. Dichiara il voto favorevole per
vincolo di maggioranza e afferma
“non mi soddisfa questo bando se al
primo hanno partecipato sette questa
volta al massimo parteciperanno 14,
l’area Pip sarà lungi dall’essere realizzata”. Consiglia di riprendere il discorso delle Stu proposte all’inizio
dell’attività amministrativa, in tal
modo i proprietari dei terreni entrano
come soci della Società di trasformazione urbana. MariaVicidomini condivide le dichiarazioni dei consiglieri
Valletta e Caramante.
Giuseppe Mauro vota no visto che la
stessa maggioranza ha dubbi.
Enza Marandino
“Stazionati”
Sabato 5 APRILE alle 18 presso la Biblioteca comunale di Capaccio Scalo
saranno sottoposti all’attenzione dei cittadini gli atti predisposti dagli avvocati.
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
La mobilitazione è importante per non perdere di vista l’obiettivo riaprire il
passaggio a livello finchè non sarà realizzata la viabilita’ alternativa.
Capaccio
12
N°13 11 aprile 2008
Te m p o g a l a n t u o m o
I Lions per la pace
Ma non esageriamo nel Mediterraneo
Il tempo è stato galantuomo per noi
del Sud della provincia di Salerno.
Ci ha concesso il beneficio d’inventario in merito alle emergenze che
hanno travolto interi settori dell’economia del territorio: turismo e
agricoltura. Pur avendo subito il
danno d’immagine dovuto alle immagini deprimenti che sono entrate
nelle case dei cittadini del mondo
via carta stampata, Tv e internet, c’è
stato tempo per darci una regolata.
Chi qui vive e chi qui è stato di persona ha potuto godere del benessere
relativo che ci ha accompagnato durante tutto questo inverno. Chi ha
avuto responsabilità amministrative
dirette e indirette ha avuto il tempo
di organizzare una strategia di
medio periodo per evitare di essere
travolti nel periodo estivo. Alcuni
segnali ci sono stati relativamente
all’individuazione di siti di stoccaggio provvisorio e alla pulizia di parte
dei luoghi deputati a contribuire a
dare un’immagine di pulizia e di attenzione. In merito alla sensibilizzazione della popolazione sulla
necessità di attuare una differenziazione più consapevole dei rifiuti, si
ha l’impressione di essere ancora al
palo. Soprattutto, poi, se riconsidera
che poco o niente è stato fatto per
stanare dalla loro indifferenza i proprietari delle seconde case che, già
nella settimana di Pasqua hanno
dato prova della consueta insipienza
e disprezzo nei confronti dello
I l R o t a r y
p r o m u o v e
l a c u l t u r a
La mostra sulla concezione della
felicità nell’antica Grecia si tiene
nell’ambito delle attività del Rotary
Club Paestum Centenario, di cui
sono il Presidente,finalizzate alla
crescita culturale,umana e civile
della nuove generazioni. Sarà presente,grazie anche al contributo
della BCC di Aquara, all’interno del
Museo di Paestum.Di notevole
spessore didattico e culturale cù, si
rivolge particpolarmente al mondo
della scuola .Erano presenti autorità locali e personalità della cultura. Gli organizzatoriinvitano il
mondo scolastico a visitarla. Grazie.Cordiali saluti Generale
Gianfranco Milillo
sforzo compiuto dai residenti per
mantenere livelli accettabili di pulizia.
È necessario investire fortemente in
mezzi e comunicazione per attivare
la raccolta porta a porta anche e soprattutto, a ridosso della fascia costiera. È su questo punto che
saranno valutate le strategie e messe
alla prova le intenzioni a tenere fuori
il nostro territorio dall’ammasso mediatico in cui è stata portata un’intera regione. Il tempo c’è stato! La
prossima estate sarà un banco di
prova su cui misurare la credibilità
di chi amministra un territorio che
ha ambizioni di autosufficienza in
materia turistica. Non sarà possibile
scambiare mezzi successi conditi da
buona volontà per vittorie contro
l’emergenza. Solo una chiara ed evidente vittoria “campale” potrà dare
forza a quella malcelata e proclamata capacità di reazione di una
classe dirigente che finora è stata
solo baciata dalla fortuita coincidenza di essersi trovato solo a margine di un uragano. Ne abbiamo
percepito gli effetti, compreso il pericolo ma evitato le devastazioni. In
più, ci è stato concesso anche il
tempo necessario per correre ai ripari ed attrezzarci per la seconda ondata attesa per l’estate.“Chi ha
tempo non aspetti tempo”, dice il
vecchio
proverbio,
diamogli
ascolto!
Bartolo Scandizzo
Si e’ svolto nella
sede della BCC
di Capaccio un
interessante incontro di studio
organizzato dai
Lions Clubs Paestum ed Eboli
Battipaglia Vanth
sul tema “ La
cooperazione dei
popoli del Mediterraneo : traAvvocato Giuseppe Scorza
guardi
e
prospettive, sviluppo sociale, cultu- Lions Club Paestum, Avv. Giuseppe
rale ed umano “. Dopo l’indirizzo di Scorza che in questo suo anno di
saluto del Vice Presidente della Servizio ha già promosso importanti
BCC, Dott. Enrico Di Lascio , hanno Services di particolare attenzione al
condotto i lavori il Vice Prefetto di territorio e di grosso spessore culSalerno, Dott.Vincenzo Amendola, la turale; a cui si e’ aggiunta la volontà
Direttrice del Museo Archeologico della Sigra Silvana Ghiro De Biase,
Nazionale e Scavi di Paestum, Presidente del Lions Club Eboli BatDott.ssa Marina Cipriani, il Diret- tipaglia VAnth di associarsi per intore del Service Dott. Gianfranco sieme affrontare gli argomenti di
Sava,
il
Past
Governatore elevato interesse.
Comm.Bruno Cavaliere, il Past Di- Dopo la brillante relazione della
rettore Internazionale del Lions Dott.ssa Cipriani che ha affascinato
Club International, Arch Antonio i presenti sulla presenza di PoseidoMassimo Perrot; ha concluso i lavori nia PAestum nel Mediterraneo, i reil Vice Governatore del Distretto latori hanno evidenziato tutte le
Lions 108Ya, Avv. Alfonso Caterino. difficoltà esistenti sul percorso di
Moderatore del Convegno il Dott. unità dei popoli del Mediterraneo,
Vincenzo Mallamaci, delegato dal esaminandone la cause e propoGovernatore per le Attività di Ser- nendo le eventuali possibili soluvizio in Africa e nei Paesi in Via di zioni. Un convegno interessante che
ha dato chiare direttive su come i
Sviluppo.
La tematica proposta è stata forte- Lions stanno operando in tal senso.
FraSca
mente voluta dal Presidente del
Siglato il protocollo d’intesa tra l’Azienda Autonoma di
Soggiorno e Turismo di Paestum e la Bcc di Treviglio
La presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di
Paestum Marisa Prearo e il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Treviglio Gianfranco
Bonacina hanno firmato un protocollo d’intesa che prevede agevolazioni per i soci della banca che
decideranno di trascorrere una
vacanza a Paestum.
All’incontro, svoltosi questa mattina presso la Galleria Aurora in
Piazza Basilica a Paestum, hanno
preso parte anche il vicepresidente del consiglio regionale Gennaro Mucciolo e l’assessore alla
Cultura del Comune di Capaccio
Eugenio Guglielmotti.
«Da anni esiste uno scambio tra i
due territori – ha ricordato Marisa
Prearo, che poi ha sottolineato
l’importanza di queste iniziative in
un momento particolare per il turismo in Campania – Con il presidente Bonacina vogliamo aiutare a
sostenere anche la produzione
enogastronomica».
«Mi sono innamorato di questo
territorio nel 1999, quando per la
prima volta partecipai ad un’assemblea della Cassa Rurale a Castellabate.
E’ un territorio bellissimo, ricco di
prodotti enogastronomici. E’ importante che questo territorio si
conosca anche da noi» ha commentato Bonacina.
«Siamo grati alla dottoressa
Prearo e alla Regione per l’impegno nella promozione del turismo
e del territorio» ha aggiunto a
nome dell’amministrazione comunale l’assessore Guglielmotti.
In rappresentanza della Regione,
infine, Gennaro Mucciolo, ha sottolineato l’importante funzione
svolta dalle Aziende di Soggiorno
e Turismo: «Si è discusso sul fare
una legge nuova, eliminando le
aziende.
Ma le aziende svolgono una funzione importante sul territorio».
Il protocollo prevede, in seguito a
convenzioni con gli albergatori,
agevolazioni per il soggiorno dei
soci della banca a Paestum, con
uno sconto del 10 percento.
Ai soci basterà mostrare la “Paestum Promotion Card” che gli
verrà consegnata unitamente alla
tessera di socio della banca.
Ulteriori agevolazioni saranno
previste sui servizi turistici aggiuntivi. Inoltre gli studenti, appartenenti a famiglie di soci della Bcc,
saranno agevolati nell’accesso a
stage nell’ambito dell’archeologia.
La banca si occuperà di favorire la
promozione di Paestum presso i
suoi soci.
L’accordo con la Bcc di Treviglio
rientra nel progetto “Paestum
Promotion” teso alla conoscenza
del patrimonio archeologico, artistico e ambientale di Paestum e
del territorio circostante.
Paola Desiderio
Diano
N°13 11 aprile 2008
Mostra su Benedetto Croce a Sala Consilina
Il filosofo che ha dato forza alla conoscenza
Dal 26 al 31 marzo il liceo classico
“Marco Tullio Cicerone” di Sala
Consilina ha ospitato la mostra itinerante sulla figura di Benedetto
Croce, lo scrittore filosofo storico e
politico italiano vissuto tra il 1866 e
1952. La mostra si è avvalsa di una
accurata documentazione storica.
Sono stati fotografati e conservati
fino a noi, i quotidiani dell’epoca dal
1943 al 1948, preziosa testimonianza
dalla Costituente fino alla nascita
della Repubblica. “Il testo stilato a
seguito di varie traversie -spiega il
preside dell’istituto professor Mario
Cancro- si è servito di una dialettica
specifica fino alla sua definitiva approvazione”. La mostra prima di approdare a Sala Consilina è stata
allestita a Fontanarosa, a Nocera Inferiore, a Firenze e Vallo della Lucania e proseguirà a Montecorvino
Rovella e Ischia fino alla fine del
2008. La mostra ha voluto far conoscere al vasto pubblico lo straordinario impegno di Benedetto Croce,
ribattezzato da molti “un mostro di
cultura”, un uomo assolutamente
Benedetto Croce
eclettico che ha dedicato la sua vita
al servizio dello Stato e del sapere a
360 gradi. Dopo i saluti iniziali di
Gaetano Ferrari, sindaco di Sala
Consilina e di Mario Cancro dirigente scolastico del liceo classico
“Marco Tullio Cicerone”. Tra gli interventi, che si sono susseguiti, durante la giornata inaugurale vanno
annoverati quelli di Agnese Valva
docente di storia e filosofia, di Vincenzina Di Leo docente di storia e filosofia, di Luciano Lupo docente di
storia e filosofia, di Maria Rosaria
Falcone docente di storia e filosofia
dello stesso liceo e quello di Rosalia
Galletta docente di italiano e storia
presso l’IPSSCT di Polla. Una inaugurazione degna di memoria storica
che come per le altre città dove è
stata ospite, anche a Sala Consilina,
è stata certezza assoluta di successo.
Allora emblematica risulta la frase di
Benedetto Croce ne “Storia d’Europa nel secolo XIX”: “A quel modo
che, or sono settant’anni, un napoletano dell’antico regno o un piemontese del regno subalpino si
fecero italiani, non rinnegando l’essere anteriore ma innalzandolo e risolvendolo in quel nuovo essere, così
e francesi e tedeschi e italiani e tutti
gli altri si innalzeranno a europei e
i loro pensieri indirizzeranno all’Europa e i loro cuori batteranno
per lei come prima per le patrie più
piccole, non dimenticate ma maglio
amate”. Un uomo, Benedetto Croce
che ha ridato forza alla conoscenza
e consapevolezza al potere politico.
Antonella Citro
...Continua dalla prima
Claudio Velardi a Capaccio:
“L’unione f a la f or za”
gliosa- ha esordito Velardi- ma
poco interessa alla politica. E’ un
territorio vasto con poca gente di
“polso” che spesso non sa organizzarsi per trarre benefici da ciò
che possiede. Un primo passo
verso il miglioramento sarebbe
quello di fare sistema, cioè
unirsi in associazioni di categoria
al fine di affrontare insieme i problemi legati al settore.”
“Siamo qui a dimostrare che c’è la
volontà di consorziarci- ha affermato Marco Sansiviero, presidente
del
Consorzio
Albergatori Costa del Cilento- infatti sono presenti i rappresentanti di alcune associazioni
consortili della zona: Bartolo
Scandizzo per Paestrum In
e Alessandro Cocurullo per
conto del Consorzio Certosa
Mare.
“La volontà di migliorare
l’offerta turistica che il Cilento e il Vallo di Diano offrono, esiste ed è un dato di
fatto- ha esordito Bartolo
Scandizzo- siamo coscienti che dobbiamo fare di
più per migliorare la fruibilità che i turisti hanno del
nostro territorio.
Molte sono le idee che abbiamo ed altrettante le progettualità: dalla creazione di
un unico server per le prenotazioni on line in tutte le strutture
ricettive
della
zona,
all’istituzione di un servizio navetta che colleghi Capaccio-Paestim ad Agropoli passando
attraverso una campagna pubblicitaria on line di prim’ordine. Abbiamo bisogno che le istituzioni ci
accompagnino supportandoci.”
Per Mauro Inverso, assessore al turismo del comune
di Agropoli, “Il problema maggiore riguarda la viabilità.
La rete viaria è assolutamente
inefficiente, Trenitalia non ci aiuta
diminuendo le fermate e chiudendo stazioni importanti come
Paestum; esiste un aeroporto che
non vuole decollare; abbiamo ad
Agropoli un porto che potrebbe
diventare l’ingresso marittimo numero uno del Parco.
Le richieste ci sono sempre state
ma le risposte da parte delle istituzioni o sono arrivate in ritardo
o sono state inconcludenti.”
“Basterebbe ad esempio-incalza
Alessandro Cucurullo- che
Trenitalia consentisse per soli tre
mesi all’anno, la partenza di due
eurostar al giorno da Sapri per
Milano. Si creerebbe, così un collegamento diretto con il Nord del
Paese che porterebbe alla zona
soltanto benefici.
Nonostante i molteplici tavoli di
concertazione con i vertici regionali e nazionali di Trenitalia la risposta è sempre stata negativa”
Dopo aver ascoltato con attenzione le richieste e le osservazioni dei presenti Claudio Velardi
ha ribadito il concetto espresso
all’inizio: “Le istituzioni spesso
sono un fastidio, dovrebbero agevolare, facilitare le progettualità
non distruggerle. Per questo vi ribadisco l’importanza di fare
fronte comune, di compattarvi.
Solo facendo sistema è possibile
ottenere maggiori risultati.”
Detto questo il secondo passo da
fare è individuare la precisa fetta
di mercato interessata al tipo di
turismo che il Cilento e il Vallo di
Diano offrono e catturare la loro
attenzione attraverso una poderosa campagna pubblicitaria on
line. Internet è la chiave, la rete
13
In farmacia
Igiene intima femminile:
una scelta di Ph
Da una recente indagine è emerso
che le donne e specie le italiane
sono molto attente ed informate
sul fronte del benessere intimo, che
non deve essere più considerato
solo un’abitudine ‘cosmetica’ della
cura personale, ma un modo efficace per prevenire fastidiosi disturbi come vaginosi e vaginiti.
L‘acidità vaginale (il pH) costituisce
la principale arma di difesa per il
mantenimento dello stato di benessere dell’ecosistema vaginale. Il pH
locale è influenzato in maniera preponderante dall’attività ormonale
degli estrogeni, ne consegue che alla
minima variazione della produzione
di estrogeni, varia anche il grado di
acidità vaginale. L’attività ormonale
degli estrogeni è diversa a seconda
dell’età della donna, così come il pH
del canale vaginale: in età prepubere
non si ha alcuna produzione di
estrogeni e il pH è neutro; dal menarca e per tutto il periodo fertile
c’è un fermento ormonale e il pH
è compreso tra 3.5 e 4.5; in menopausa e nell’età senile si assiste ad
un calo dell’attività estrogenica e
così il pH ritorna a essere intorno
a 7 come nel periodo infantile. La
scelta del prodotto di igiene intima
quindi, deve essere eseguita prestando attenzione al valore di pH.
Fino alla pubertà la bambina deve
utilizzare un prodotto con pH intorno alla neutralità, poichè vi è assenza di produzione di estrogeni e
quindi una scarsa acidità della flora
batterica intestinale. Allo stesso
modo nella donna in menopausa e
in età senile, essendoci una riduzione dell’attività estrogenica, la
mucosa vaginale va incontro a fenomeni di secchezza e assottigliamento dei tessuti locali, ecco
perchè è buona abitudine abbinare
al detergente intimo a pH intorno
alla neutralità creme umettanti e
idratanti vaginali. Per tutto il periodo fertile, invece, il pH del detergente deve essere acido ovvero
intorno a 3.5. Il detergente intimo,
inoltre, non deve produrre molta
schiuma e quindi non deve essere
costituito da tensioattivi aggressivi,
che possono determinare l’esfoliazione delle cellule della mucosa vaginale con conseguente calo della
funzione di barriera protettiva. La
presenza di sostanze alcoliche e di
profumi può dar luogo a fenomeno
allergici (prurito e bruciore), e sono
da evitare in chi ne è molto sensibile. Inoltre durante la detersione,
bisogna avere l’accortezza di esercitare la manovra di lavaggio dalla
vagina verso l’ano e non viceversa.
Questo evita il trasferimento di microbi di provenienza fecale nella vagina. E’ importante non esagerare
con il numero dei lavaggi: ne bastano due al giorno. Lavarsi troppo
spesso e senza necessità può contribuire ad alterare i naturali meccanismi di difesa della vagina dalle
infezioni.
Alberto Di Muria
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Direttore Responsabile
Bartolo Scandizzo
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Oreste Mottola
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In Redazione
Vincenzo Cuoco, Enza Marandino
Segreteria di Redazione
deve diventare il vostro viatico.
Sono pronto a fare tutto ciò che è
in mio potere per lo sviluppo turistico di questa zona.
Venite da me con progetti validi
ed insieme decideremo il da farsi.”
A sentire le parole dell’assessore
Velardi sembra come se fosse
nato e cresciuto nel Cilento.
Ha detto a chiare lettere qual è
l’effettiva natura di tutti i problemi legati alla nostra meravigliosa terra: qui vige la regola
dell’ognuno per sé. Bisogna fare
sistema, questo il suo consiglio, e
non solo nel settore turistico, ma
in tutti gli ambiti.
L’unione fa la forza, l’ha sempre
fatta ma questa terra sembra proprio non capirlo.
Marianna Lerro
Gina Chiacchiaro
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Cultura
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Cilento e liber tà
N°13 11 aprile 2008
...di Giuseppe Liuccio
I paesi della rivoluzione
AGROPOLI
La difesa della libertà e dei diritti
inalienabili dell’individuo è una caratteristica del popolo cilentano, fin
dall’antichità.
Ne è primo autorevole esempio il filosofo Zenone, che, per difendere libertà e democrazia nell’antica Elea,
si oppose fieramente al tiranno Nearco e la sua lingua finì pestata in un
mortaio.
E, nel corso dei secoli, rivolte e sollevazioni contro “signori” arroganti
e feudatari dispotici hanno scandito
i ritmi di vita di molti paesi della
costa e dell’interno.
Ma il periodo più ricco di eventi rivoluzionari è, senza dubbio, il sessantennio che va dal 1799 al 1857 e
che vede nei risvolti cilentani della
Repubblica Napoletana e nella Spedizione di Sapri di Carlo Pisacane i
limiti temporali e trova nel Castello
di Agropoli e nel Cippo di Sanza i
confini geografici..
In questo spazio temporale e geografico è possibile ipotizzare un ricco
e vario “Itinerario della libertà”, che
tocchi i tanti “Paesi della Rivoluzione”, i cui segni sono visibili in lapidi e monumenti, che consentono la
riscoperta di belle e coinvolgenti pagine di storia locale, la cui eco, però,
risuonò in Italia e in Europa e scosse
le coscienze di sovrani e cittadini, di
politici ed intellettuali sensibili agli
ideali di libertà e di giustizia.
Il nostro viaggio comincia da Agro-
poli. Fu il “giardino dell’Eden” della
mia infanzia, l’approdo al mare turchese che accendeva fantasie di libertà e di avventure, lo scrigno
inesauribile di storia antica, che si
materializzava in santi predicatori,
saraceni predoni, preti rivoluzionari,
eroine belle e sfortunate.
E quel nome “Agropoli” richiamava
fasti di passato greco, che avrei ri-
“Il silenzio dei cuori” di Giovanni Smaldone
Un “libro toccant e” nelle librer ie del Cilento
E’ da qualche tempo nelle librerie
del Cilento e Vallo di Diano, l’ultima
fatica letteraria di Giovanni Smaldone di origini sapresi, Il silenzio
dei cuori.
Dal 2003, all’esperienza lavorativa
Smaldone ha abbinato quella di
scrittore, dopo Il forziere, storia
di un uomo che, tra i ricordi dei suoi
momenti sentimentali più importanti, si interroga sulla propria capacità di amare, nel 2005 pubblica
Luci nell’oscurità, il suo libro di
maggior successo.
Oltre che della creazione letteraria
e del suo lavoro, il suo mondo si
compone delle sue “luci” Antonietta,
la moglie, e Marianna e Luca i suoi
figli. “Può accadere che si viva un’intera esistenza nell’oblio di se stessi e
che ci si ritrovi, all’improvviso, a fare
i conti con le proprie angosce latenti, la disillusione, la coscienza
della vecchiaia ormai alle porte”, ci
dice Smaldone. Osvaldo è un uomo
comune, forse troppo: ha interessi limitati; una moglie, Cristina, distratta,
estranea, addirittura sconosciuta per
quanto riguarda le proprie passioni
e due figli, Elena e Marco, allevati con
dedizione quasi maniacale e poi divenuti ribelli e ostili. “Il protagonista
metabolizza lentamente, o crede di
farlo, la perdita degli affetti familiari,
l’allontanamento delle persone che
con lui avevano vissuto in una sorta
di simbiosi -continua lo scrittorepoi, alle soglie dei sessant’anni, entra
a contatto con un suicida che, nel rivelargli il suo gesto, gli apre le porte
dell’incertezza e gli svela la caducità
delle cose. Il suo mondo diventa
ostile, provvisorio, incomprensibile”.
Le persone accanto a Osvaldo rivelano la loro natura di estraneità e si
manifesta tutta la solitudine di cui è
permeata, e non da quell’istante, la
sua vita.
Tutto ciò, sullo sfondo di un delitto
che renderà ancora più evidente la
bestialità che trionfa nella natura
umana. Il suo cammino travagliato
sarà complicato dalla scoperta della
vera essenza sentimentale della moglie e del silenzio del cuore del figlio
minore, incapace di amare.
E poi incontrerà il dolore cosmico
di una vedova a cui cercherà di fornire sostegno morale sperando di riceverne, in modo speculare, l’aiuto
per non sprofondare nel baratro
della disperazione. Smaldone da
canto suo termina dicendo: “Solo
l’idea della morte diventerà il nuovo
punto di riferimento della sua esistenza. C’è speranza per colui che,
affogando, si aggrappa ad una pesante zavorra che lo trascina ancora
più a fondo?
E’ vero: il senso della vita, la voglia di
sopravvivere, sono insiti nella natura
umana e sembrano sempre far intravedere l’uscita dal tunnel, ma
quanto è grande, quanto irreversibile il silenzio nel cuore del nostro
protagonista? E quanto lo è quello
delle persone che vivono nel suo
mondo e che potrebbero aiutarlo?”.
Insomma è un finale ma anche un
inizio. E’ un continuo alternarsi di
vita e di morte, nell’essere umano,
fino al suo ultimo respiro. Un libro,
Il silenzio dei cuori di Giovanni
Smaldone, molto toccante che induce alla introspezione più profonda
e cerca di purificare l’animo umano
dalle paure a volte legittime a volte
no, dalle ansie e dalla morte dell’anima che spera in un amore seppure fugace ma profondo al punto
da indurla a rivivere.
Antonella Citro
percorso sul filo rigoroso degli studi
e con l’orgoglio di una identità e di
una appartenenza ritrovate.
Oh, le mie passeggiate alla scoperta
di quel grande contenitore di potenzialità inespresse che è il Borgo antico con quella porta merlata lassù in
cima alla lunga scalinata!
Quel panorama da delirio di sagrato
e chiesa, che minacciano di ruinare
nell’abisso, su rocce a catapulta screziate dal miracolo degli arabeschi di
macchia mediterranea e barricate di
fichidindia!
E chi avesse voglia di ideare e programmare alla grande non ha che ripercorrere tappe di storia nobile su
nell’intrico dei vicoli, dove, se chiudi
gli occhi, il vento che passa lieve,
parla di donne coraggiose che, per
amore di libertà, videro sfiorire anni
e bellezza nella prigionia del castello, di eroi risorgimentali che gridarono alto e forte il nome d’Italia,
fino all’estremo sacrificio, ed, infine,
di esiliati colti che attenuarono la
persecuzione fascista con la mitezza
del clima e la calda ospitalità dei cittadini e si aprirono al sorriso specchiandosi negli occhi di mare delle
ragazze.
C’è solo l’imbarazzo della scelta per
attingere ad un patrimonio inesauribile di tesori, da esaltare ed immettere nel circuito virtuoso del mercato
turistico. La Repubblica Napoletana
del ’99 scosse profondamente il Cilento ad opera di intellettuali e nobili
illuminati, nelle cui dimore le biblioteche ben fornite potevano vantare
i
poderosi
volumi
dell’enciclopedia di Diderot, delle
opere di Voltaire e dei trattati di fisica a matematica più aggiornati.
Il Cilento ebbe negli eventi del novantanove un ruolo ancora oggi non
del tutto esplorato.
Lo testimoniano i verbali nei quali
troviamo di frequente i nomi di giovani delle famiglie cilentane, che lasciarono le loro case e i privilegi di
una esistenza agiata per lanciarsi
nella mischia rivoluzionaria che in
quegli anni infiammava l’Europa.
Agropoli non fu estranea a queste vicende; e il suo castello, proprietà e
dimora dei Sanfelice, fu punto di riferimento per l’impegno liberale e rivoluzionario dei nobili padroni e
registrò la dolente storia di Luisa,
bella, giovane e colta, vittima della
reazione borbonica e sanfedista.
Agropoli ed il suo castello potrebbero e dovrebbero, perciò, consentire
di ripercorrere sul filo della ricerca
storica rigorosa le tappe, entusiasmanti e drammatiche insieme, di
quegli eventi ed accendere i riflettori
su di un periodo di storia ancora tutta
da scrivere.
Così come il Borgo antico può e
deve diventare un contenitore prestigioso di iniziative di grande rilievo:
seminari, convegni, mostre, presentazione di libri, per pervenire, poi,
alla creazione di una struttura museale permanente, capace di raccogliere, catalogare e conservare tutto
quanto è possibile reperire, sul territorio cilentano ed oltre, sulle tante rivolte che hanno scosso il territorio,
del 1793 e del 1799, del 1820-21, del
1828, del 1848, del 1857, del 1860,
con una appendice non meno importante dello sbarco degli Alleati del
1943. Sarebbe un bel “museo della
memoria e della libertà”, in grado di
recuperare, per quanto possibile,
questo spirito di indipendenza e di
virile dignità del nostro popolo, a
partire dall’eroismo del filosofo Zenone e passando attraverso le rivolte
del ‘600 a Pellare e Acquavella e per
tutta la grande epopea dell’ottocento
risorgimentale fino al garibaldino
agropolese Filippo Patella, alla cui
memoria il museo potrebbe essere
dedicato. Una struttura museale di
questo tipo qualificherebbe il nostro
turismo e farebbe di Agropoli un
punto di riferimento lungo tutto
l’arco dell’anno con risvolti economici di notevole portata
Agropoli ha un grande ruolo di propulsione e di guida per tutto il turismo cilentano ed è destinata ad un
grande avvenire, nonostante i punti
neri del suo recente passato, e può innescare un meccanismo virtuoso di
sviluppo se si pensa e progetta alla
grande. Non ci sono altre strade. E
un museo della memoria e della libertà andrebbe in questa direzione.
Questa è una battaglia che si può
fare, si deve fare e si deve vincere. E
le intelligenze e le risorse umane non
mancano. Per ritrovare l’orgoglio
basta ripercorrere le tappe più luminose della propria storia.
N°13 11 aprile 2008
diVini assaggi.it
15
A cura di Angelo Zarra
[email protected]
diViniassaggi ha presentato la casa vinicola “ Polito”
Ennesimo successo di pubblico e di
“critica positiva” ha riscontrato la
ormai conosciuta associazione “diViniassaggi” che lo scorso 17 marzo,
ha organizzato, presso il ristorante
pizzeria “F.lli Sica”, una degustazione seguita da una cena-degustazione con ospite la casa vinicola
“Viticoltori Polito” e con la collaborazione dell’azienda ittica “Selemare2”.
A distanza di 3 anni dalla sua nascita,
l’associazione, che vede come presidente Angelo Zarra e come collaboratori Giuliano Quaglia e Pietro Di
Bartolomeo, sta riscuotendo un successo inaspettato tra il popolo degli
appassionati di enogastronomia.
La serata si è aperta con una breve
presentazione da parte del presidente
dell’associazione, il quale ha illustrato agli ospiti lo spirito associativo
e illustrato loro l’articolazione della
serata, immediatamente dopo è seguita la degustazione guidata da Vincenzo Polito e dal figlio Carlo il
quale ha correttamente indicato le
tecniche di degustazione di un vino.
Il primo vino in degustazione è stato
il Fiano, il secondo un aglianico doc
“Corsaro”.
Finita la fase degustativa si sono
aperte le porte della cucina, dove al
suo interno pronti a deliziare i palati
dei clienti c’erano gli chef Gaetano
Iannone e Tobia Grimaldi entrambi
dell’hotel Cerere di Paestum.
Antipasto: cupoletta di polipo e patate con pomodorino pachino ripieno
di bianchetti abbinato ad un Roccaventa (cilento bianco doc); primo
piatto: paccheri con acciughe e pomodorini abbinato ad un Fiano Saracè; secondo primo piatto: zitoni
alla genovese di tonno abbinati ad un
Rosato. È stata la prima volta che
l’azienda Polito fa degustare questo
prodotto perché è ancora in fase sperimentale ed ha voluto dare lustro all’associazione
‘diViniassaggi’
presentandolo in esclusiva ai suoi
clienti.
Secondo piatto: seppia e gamberoni
salatati con tortino di scarola abbinato ad un cilento rosso “Emblema”;
dessert: tortino di grano su crema inglese abbinato ad un elisir di bacco (
succo di mirtillo ed aglianico del cilento).
Durante la serata i vari produttori
hanno approfittato dell’occasione per
parlare della propria azienda e dei
propri prodotti, si è avuto così il piacere di dare la parola a Massimiliano
Villacaro in qualità di proprietario
dell’azienda “Selemare2”, ad Amedeo Quaglia proprietario dell’oleificio Quaglia di Roccadaspide ed
infine ad Agostino Sica e Salvatore
Gallo in qualità di proprietari del ristorante “F.lli Sica”.
Alla fine della serata, dopo aver fatto
i ringraziamenti di rito, il presidente
Angelo Zarra, ha invitato tutti i presenti alla successiva degustazione
che si terrà il 31 marzo 2008 presso
la Taverna Ristorante “Pane e Vino”
in via Italia 61, Capaccio Scalo. La
casa vinicola presente alla prossima
degustazione e cena - degustazione
sarà “Vini del Cavaliere”, abbinati a
piatti tipici della tradizione cilentana.
A deliziare i palati degli ospiti presenti, vi sarà Giovanni Longo, proprietario del famoso ristorante la
Pergola. Ovviamente è sempre obbligatoria la prenotazione.
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nome anche il suo classico bicchiere meglio noto come tumbler
basso .
I n g re d i e n t i
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whiskey
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Pre pa razione
Guarnire con una fetta di limone
,una fetta di arancia e una ciliegia al
maraschino
a cura di: Andrea Bambacaro
barman dello “shinè club”
Laurea
Iuliano
Un successo costruito con infinita volontà di dimostrare a se
stessa, più che agli altri, di essere
protagonista della propria vita.
È questo il vero significato della
laurea in scienze dell’educazione,
presso l’università di Salerno, da
parte di Maria Grazia Iuliano in
Cormidi.
Giovedì 27 marzo è una data che
Maria Grazia potrà annoverare
tra una delle esperienze più belle
e significative della sua esistenza.
L’augurio è che anche questa
tappa sia un altro punto di partenza per ulteriori e più grandi
successi. Auguri!