N° 45 del 29/11/2008

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Transcript N° 45 del 29/11/2008

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Abbattere gli aerei,
chiudere gli ospedali
e affossare il Parco
di Bartolo Scandizzo
È proprio vero, “Dio acceca quelli che
vuole perdere”.
Presumibilmente noi siamo tutti
peccatori impenitenti, per questo una
forza sovrumana ha deciso di renderci
ciechi e sordi fino a farci perdere il senno.
Ecco qualche esempio…
Dopo decenni di grida manzoniane e
ululati disperati alla luna abbiamo avuto
il piacere di veder decollare e atterrare
aerei di linea all’aeroporto di
Pontecagnano. Da circa un mese si
levano bombardamenti quotidiani per
metterlo fuori uso con l’unico scopo di
renderne impossibile l’utilizzo. Si vuole
affossarlo per farne uno più bello e
funzionale e riaprirlo, magari, fra
un’altra decina d’anni!
Stessa sorte per la sanità del Cilento.
continua a pag. 4
AGROPOLI
In ar r ivo
diciotto
milioni di
euro per
l’ospedale
VOLASALERNO, NON
LASCIA...RADDOPPIA
MONACO DI BAVIERA
MILANO
VERONA
BUCAREST
TORINO
BARCELLONA
SALERNO
CATANIA
Barcellona, Bucarest, Monaco, Torino,
Milano, Verona e Catania
Dalla Cina al Cilento e al Diano passando
per la Borsa Archeologica di Paestum
di Giuseppe Scandizzo
a pagina 3
CAPACCIO
Puc: Marino
fermo sulla
via di
Cannito
Velina a pagina 5
PIAGGINE
Dove la neve
è low coast.
Cervati, il
bello, il brutto
e il cattivo
Velina a pagina 8
La Borsa del Turismo Archeologico si è conclusa
da poco. Con ancora le
immagini della sera di
gala trascorsa al Savoy
Beach Hotel, ove i professionisti del turismo si
sono lanciati in ogni genere di ballo. Una delegazione del consorzio
PaestumIN, su attento invito della Provincia di Salerno incontra all’Hotel
Schuhmann e Jan, Wen, Sara e Michelle:
quattro composti professionisti del turismo provenisti dall’estremo oriente.
Sono buyers (compratori) cinesi selezionati dall’ENIT, l’agenzia nazionale per il
turismo, e ospiti della Provincia di Salerno. Si trattengono nel nostro territorio oltre il tempo della borsa per conoscerla meglio. Paestumin Consorzio con
Curcioviaggi li conducono in un petit
tour nelle località turistiche riassumibili
in due parole Cilento e Diano. Sono un
uomo e tre donne, tutti giovanissimi,
ventenni e trentenni, ognuno in rappresentanza di una società specializzata in
turismo. Non è difficile intuire che rappresentano milioni di potenziali turisti.
Quei famosi centomilioni di nuovi ricchi
cinesi divenuti tali grazie all’apertura
della Cina all’economia del libero mercato. Il viaggio inizia alle 9,30 di lunedì
17 visitando La Fattoria del Casaro dove
i nostri ospiti hanno assistito alla lavorazione della mozzarella di bufala.
continua a pag. 22
Anno X n°45 29 novembre 2008
Nuvole di potere
sull’aeroporto
di Giuseppe Liuccio
Correvano gli anni ‘60/70 del secolo
scorso. Ero giovane con la testa piena di
sogni che mi gonfiavano il cuore e
partecipavo ai dibattiti, che
prefiguravano una infrastrutturazione di
servizi primari ed essenziali per uno
sviluppo della nostra provincia, in
generale, e per la Piana del Sele ed il
Cilento, in particolare.
Tra questi l’aeroporto di Pontecagnano,
che ci avrebbe avvicinati all’Europa ed
avrebbe consentito alle nostre attività,
agricoltura e turismo in special modo, a
giocare un loro ruolo sui mercati
nazionali ed internazionali, cancellando
le distanze e rendendoci competitivi.
Agli inizi degli anni ’90 in una seduta
del Cipe, che si protrasse, agitata e
polemicamente puntigliosa, fino a notte
fonda, il nostro aeroporto ottenne
l’imprimatur dello Stato e fu
riconosciuto opera strategica per il Sud
e, conseguentemente, inserito nella
programmazione con la previsione degli
appositi finanziamenti.
Negli ultimi decenni l’argomento ha
tenuto banco nel dialogo/confronto tra le
forze politiche con giustificata visibilità
nei media. Ho dato il mio contributo
come giornalista attento ai problemi del
territorio.
Ho salutato, come tutti, il primo volo
sulla rotta per Milano nell’agosto di
quest’anno, anche se il nome “SalernoCosta di Amalfi” non mi suonava bene e
non mi convinceva più di tanto. Se, come
dicevano gli antichi, “nomina sunt
conseguentia rerum”, avrei preferito
“Aeroporto Salerno-Paestum”, per ovvie
ragioni storiche, geografiche e di
funzionalità sui mercati; ed anche per
visibilità nell’immaginario collettivo
nazionale ed internazionale, perché, con
tutto il rispetto per la “mia” Costa di
Amalfi, il nome di Paestum è altrettanto,
se non di più, spendibile, non fosse altro
che per più antica e prestigiosa memoria;
e, quel che conta di più,
perchè l’aeroporto è ad un tiro di
schioppo dalla città dei templi dorici.
Ma politici e sindaci della Piana e del
Cilento non levarono voce, distratti ed
continua a pag . 10
Attualità
2
N°45 29 novembre 2008
La proposta
Per una sovrintendenza archeologica a Paestum
Il futuro del turismo in Campania è nei Beni Culturali, perché ne consentono la qualificazione, la diversificazione e, soprattutto, la destagionalizzazione dell’offerta.
In questo ambito l’archeologia
sollecita ed attira una consistente nicchia di mercato. Ed a
giusta ragione, perché il territorio da Cuma a Sapri, lungo
la costa come nell’interno, può
contare su siti prestigiosi che
offrono straordinarie cartoline
dell’Italia turistica nel mondo.
Stupisce, pertanto, la disinvolta leggerezza dell’Assessore
Regionale al Turismo che liquida come “scavomania” la
rigorosa ricerca degli studiosi
che interrogano il passato a
comprensione/guida del presente. Il settore merita ben altra
attenzione, innanzitutto per
profonde ragioni culturali – un
popolo che non ama il passato
dispone di un precario presente e non ha futuro-, ma anche e,
forse, soprattutto per non trascurabili considerazioni economiche.
Il “Made in Italy” ha conquistato saldamente i mercati,
perché è sinonimo di buon
gusto, eleganza, qualità, professionalità, ma anche cultura;
con una precisazione, che non
è peregrina in questo periodo
di grandi difficoltà economiche: la recessione potrebbe incidere negativamente su produzione ed esportazione ed i
vari settori potrebbero risentirne. Non così per i Beni Culturali e, segnatamente, quelli
archeologici, che sono uno
straordinario patrimonio generatore di ricchezza, perché:
a) valorizza e “vende” l’esistente, b)non impegna capitali
per la produzione, ma sostegni
alla promozione,c) aziona un
meccanismo di rianimazione
prismatica di attività nei territori, d) educa operatori e società civile alla riappropriazione consapevole dell’orgoglio
di identità.
Le nostre Aree Archeologiche
più conosciute sono, fuori dubbio, Pompei e Paestum, che
hanno popolato e fecondato
l’immaginario collettivo nazionale ed internazionale. E le
centinaia di migliaia di visitatori stanno a testimoniarlo.
Però, mentre Pompei può contare su di una Sovrintendenza
Autonoma e gode di giustificata concreta attenzione dei
Pubblici Poteri, Paestum non
dispone di analoghi riconoscimenti. Eppure, senza fare
sciocche graduatorie, Paestum
è testimonianza di più fecondo meticciato di cultura con le
diverse e ricche stratificazioni
di Greci, Lucani e Romani.
Perché non dotarla,allora, di
una Sovrintendenza Autonoma?
La proposta si giustifica per-
I sondaggi di Unico
Trentova-Punta Tresino. Campo da
golf e villaggio turistico o così
com’è?
Da questa settimana diamo il via
ad una serie di sondaggi sulle questioni emergenti del nostro territorio.
Le domande saranno semplici e dirette, pertanto le risposte saranno
anche’esse inequivocabili.
Cominciamo con la questione che
sta tenendo banco ad Agropoli
negli ultimi tempi. Si tratta della
volontà messa in essere dall’amministrazione Alfieri di “valorizzare” tramite l’insediamento di un
villaggio turistico e la creazione di
un campo da golf nella vasta area
che è situata tra la baia di Trentova
e punta Tresino.
In verità, il sito indicato è sotto tutele del Parco del Cilento e Diano,
per cui in fase preliminare l’amministrazione ha intenzione di formalizzare, se non l’ha già fatto, la
richiesta di svincolo che consentirebbe di avviare l’ambizioso progetto di rilanciare Agropoli come
meta del turismo di alto bordo e residenziale di qualità.
Questo, in aggiunta al già programmato adeguamento del porto
turistico e alla creazione di un collegamento tramite galleria alla viabilità ordinaria, darebbe un a spinta forte e una nuova spinta alle ambizioni della “perla del Cilento”.
Così non la pensano quelli che si
oppongono all’ambizioso progetto. Infatti, si è costituito un comitato per la difesa di Trentova alla
cui guida si è posto Gaetano Apicella.
Ecco perché sembra utile sondare
cosa ne pensa lì opinione pubblica di Agropoli e anche dei tanti
amanti della bella città posta alle
porte del Cilento.
Chiunque ha voglia di intervenire
in merito può votare sul sito
www.unicosettimanale.it fino martedì 2 dicembre, ore 14,00.
redAzione
Agropoli: da Trentova a
Punta Tresina campo da golf
e villaggio turistico. Sei favorevole?
SI entrambi
NO entrambi
SI campo da golf - NO villaggio
SI villaggio turistico - NO
campo da golf
ché: 1)La ricchezza storicoarcheologica del
territorio va ben
oltre le note cartoline del Museo
e dei Templi Dorici; si espande
per l’intera pianura e trasmigra
su per le colline
dell’antica kora, dove siti di
conclamato rilievo aspettano
di essere immessi nei circuiti
della fruizione in feconda sinergia con la città dissepolta;2)
Paestum è al centro di un’area,
che, nell’antichità, fu teatro
della grande storia: la Picentia
estrusca da un lato, Velia dall’altro, i Volcei ed i Lucani che
dall’interno premevano per
uno sbocco al mare. E dal mare
partirono le strade di penetrazione verso l’interno ad animare traffici e commerci verso
Sibari e Metaponto a collegamento del Tirreno con lo Ionio:
tante “isole” archeologiche che
stentano a diventare “arcipelago” in una feconda interconnessione per ridurle ad unità
di disegno strategico storicopolitico-economico, ipotizzato
e realizzato dai nostri Padri, un
modello che, opportunamente
aggiornato, è valido anche per
noi;3) Una Sovrintendenza Autonoma, affrancata dai vincoli
asfittici della burocrazia centrale, potrebbe far esplodere
nel territorio a sud di Salerno
iniziative di straordinaria valenza, in grado di innescare un
meccanismo virtuoso di turismo culturale con una positiva ricaduta di immagine e conseguenti prismatiche attività
economiche.
Mi auguro che questa mia provocazione venga colta e dibattuta dalla Intellettualità, dalla
Politica,dalla Imprenditoria e
dalla più vasta Società Civile.
(da “Il CORRIERE DEL MEZZOGIORNO” del 25 novembre 2008)
Giuseppe Liuccio
Agropoli
N°45 29 novembre 2008
3
SPORT
Sanità
In arrivo 18 milioni di euro per l’ospedale
La quinta commissione regionale ha approvato con i voti
contrari del Pdl e di Italia dei
Valori, il maxiemendamento
di maggioranza relativo al disegno di legge «Misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale per il
rientro dal disavanzo», che
martedì, dalle 11, ad oltranza,
sarà esaminato dal Consiglio
regionale. «È un primo passo
importante per la sanità campana - commenta il consigliere regionale Gianfranco Valiante - per scongiurare il
commissariamento e per deli-
neare un quadro più funzionale e più rispondente ai bisogni del territorio.
C´è ottimismo e fiducia, abbiamo fatto un lavoro capillare con amministratori e operatori della provincia, pur
consapevoli che tanto lavoro
c´è ancora da fare». Per Valiante, è necessaria una rivisitazione più generale della sanità, per evitare sprechi e per
garantire una sempre migliore qualità dei servizi.
Subito dopo l´approvazione
del Piano, fondamentale per
scongiurare il commissariamento, bisognerà rimettersi al
lavoro per individuare i punti
deboli della sanità, gli sperperi e per recuperare fondi e
risorse che, mai come in questo momento, non sono infinite.
18 MILIONI AD AGROPOLI
In arrivo 18 milioni di euro
destinati all´ospedale civile di
Agropoli.
Donato Saracino, direttore generale dell´Asl Salerno 3, ha
infatti ricevuto una nota firmata dall´assessore alla Sanità della Regione Campania,
Angelo Montemarano, nella
quale si annuncia il riconoscimento delle somme necessa-
rie per il funzionamento
dell´ospedale di Agropoli, per
il quale, fino dalla sua apertura, nel 2004, non era intervenuto alcun finanziamento
regionale.
L´assessorato alla Sanità ha
anche riconosciuto la validità
dei conti dell´azienda sanitaria Salerno 3 relativamente al
terzo trimestre del 2008 consentendo all´azienda il raggiungimento degli obiettivi di
cassa assegnati per l´anno
2008 e abbondantemente superati del 3,3 per cento già al
terzo trimestre.
redAzione
A parer mio
di Catello Nastro
Il rivoluzionario del terzo millennio
Certamente oggi il “nuovo rivoluzionario” non lo immaginiamo armato di sciabola o
moschetto. Noi siamo per la rivoluzione culturale. E proprio
perché tale, pacifica. I novelli
rivoluzionari hanno come moschetto la penna, come carro
armato la macchina per scrivere e come armi convenzionali i computer ed internet.
Anche lo scrivente, in questo
momento sta componendo
scritti atti alla riflessione su un
moderno computer, sebbene
non di ultima generazione, essendo lo scrivente, appunto,
nato nella prima metà del secolo scorso, durante il secondo conflitto mondiale.
Sia ben chiaro che non sono
stati gli echi delle bombe alleate o naziste che mi spingono a queste
considerazioni.
Anche perché, essendo nato
nel 1941, come oramai sanno
quasi tutti i lettori, della guerra ricordo ben poco. I nuovi rivoluzionari di
oggi, per la maggior parte
sono degli esseri normali, più
o meno acculturati medio alti,
che non vogliono soccombere
ai dettami di una società che
propina falsi idoli, promuove
false e stupide iniziative, spreca i soldi dello Stato e delle
istituzioni in genere, ha connivenza con associazioni certamente non onlus, se ne frega
dei problemi sociali, è di dubbia moralità, falsifica documenti ed eventi storici. Il peggior camorrista, a mio avviso,
è l’uomo politico che ha abituale connivenza con l’uomo
camorrista o mafioso che dir si
voglia, spartisce con lui bottini illegali, gestisce un potere
che di legalità ha ben poco, toglie ai poveri per dare ai
ricchi.
Un famoso uomo politico, ben
esperto di economia, lanciò
tempo addietro uno slogan:
“pagare tutti, pagare di
meno”. Naturalmente alludeva agli evasori. Costoro, per
chi non lo sapesse, sono coloro che non pagano le tasse.
Ma esistono? Certamente. Se
viaggia in Mercedes superaccessoriata e risulta nell’elenco
dei disoccupati all’ufficio di
collocamento, certamente costui è un evasore fiscale. Tasse
e gabelle, in verità, ce ne sono
troppe, in Italia. Oggi se fai la
cacca in un luogo legale, sei
soggetto a tassazione, se la fai
dietro ad un cespuglio, o
anche in mezzo alla strada,
sei un evasore.
Evasore di merda, ma sempre
evasore.
Anche in questa illegale categoria esiste una scala gerarchica. Evasore totale ed evasore parziale. Evasore per commerci leciti o illeciti.
Evasore per traffici illeciti. Per
di più evasori totali. Ma anche
tu - potrà dire qualcuno - sei o
sei stato un evasore.
Ebbene sì! Quando vado dal
calzolaio a farmi risuolare le
scarpe non chiedo mai la ricevuta fiscale. Perché so che se
pago dieci euro, se gli chiedo
la ricevuta lui deve pagare due
euro di IVA.
E togliere due euro ad un calzolaio, peraltro artigiano in via
di estinzione, per darle ad uno
stato mal gestito, in verità non
me
la
sento.
Ed allora, potrà obiettare un
lettore attento ed oculato, tu
predichi bene ma razzoli male.
Forse sì, non lo so.
Ma so solamente che agisco
secondo
coscienza.
Troppi soldi dello stato sono
stati investiti male. Basta considerare le cosiddette “cattedrali nel deserto” costruite nel
dopo terremoto dell’80.
Uno spreco enorme quando
fior di milioni sono rimasti incollati a mali politicanti e faccendieri che si sono arricchiti
a danno delle disgrazie altrui.
Lo so che quello che scrivo
non segue una logica giornalistica o almeno logica. Ma a me
piace scrivere per destare
nuovi quesiti nei lettori, porre
domande, spingere alla riflessione. Se talvolta ci riesco sono
veramente contento.
Anche io, in certo senso, mi
sento un rivoluzionario.
Attore e spettatore di una rivoluzione culturale che, mi
auguro, non tarderà a venire.
DANZA
Ancora in evidenza
le coppie della Dirty
Dancing School
Il 15-16 NOVEMBRE si è svolta in
Calabria la seconda Gara di Circuito di coppia interregionale settore
Sud valevole per la qualificazione
ai campionati italiani di Rimini 2009
oltre 600 le coppie partecipanti provenienti dalle 5 regioni del sud
(Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia).
Splendida performance delle tre
coppie della DIRTY DANCING
SCHOOL AGROPOLI.
Grandissima affermazione del duo
composto da ANTONIO GIULIANO E GAETANA RUGGIERO
che dopo un estenuante fase eliminatoria si riconfermano PRIMI
anche nella categoria superiore
(STANDARD B3) con grande stupore da parte degli atleti che non
immaginavano di raggiungere questo risultato anche fuori casa. Ottima la prova per la coppia GIUSEPPE DI BIASI E DORA GIULIANO,
che sia nelle danze standard che
nelle danze latine americane, dopo
aver superato numerose batterie,
riescono a raggiungere la semifinale e per una sola crocetta non raggiungono la finale (7°la loro posizione).
Eccellente la prova per la coppia
GIANLUCA DI BIASI E CRISTINA QUAGLIA, che alla loro prima
Gara, nella categoria superiore riescono a centrare la finale nelle
danze standard, e la semifinale nei
latini americani. Soddisfatto dei risultati il tecnico Antonio Di Biasi
che afferma: che solo grazie al duro
allenamento e l’impegno che hanno
questi bravi ragazzi si possono ottenere questi ottimi risultati.
Agropoli-Capaccio
4
Turismo
Case vacanza per
turisti e orti urbani
per pensionati
Durante i giorni scorsi si è riunito il consiglio comunale presso l’aula consiliare del Comune
di Agropoli per discutere e costituire il Consorzio Case-vacanza.
All’incontro, promosso dall’Amministrazione comunale
agropolese nell’ambito di una
strategia integrata per la valorizzazione di un turismo di qualità, è stata registrata una grande
partecipazione; infatti, oltre
all’Assessore al turismo Mauro
Inverso e all’Assessore alla trasparenza Adamo Coppola,
erano presenti circa 200 persone
tra proprietari di case vacanza,
titolari di affittacamere e semplici cittadini.
Al termine dell’incontro sono
stati consegnati i moduli per la
richiesta di adesione. Nei prossimi giorni sarà possibile avere
i primi dati circa il numero di
soggetti che hanno aderito all’iniziativa.
Oltre a tutto ciò, l’Amministrazione comunale intende avviare
un “progetto pilota” per la realizzazione di ORTI URBANI.
Il progetto tende al recupero di
aree urbane degradate e abbandonate e a favorire l’orticultura
come opportunità di aggregazione e di stimolo alla vita sociale, per una valorizzazione
ecologico-ambientale, didattica
e terapeutica. La coltivazione
sarà consentita esclusivamente
seguendo modalità biologiche.
La produzione orticola ricavata
potrà essere venduta in spazi
appositi giornalieri della frutta
e verdura.
I lotti di terreno da coltivare saranno posti in località Mattine e
i beneficiari saranno anziani con
età superiore a 55 anni e associazioni di disabili.
Verranno assegnati gratuitamente sulla base di una graduatoria.
Luca Pisani
N°45 29 novembre 2008
Gli “Stazionati” propongono norme per il Puc
Oltre ogni sterile scelta di campo
C’era da immaginarselo, raccontare “il nuovo” porta con sé
una sequela inverosimile di misfatti e sul banco degli imputati ecco comparire in prima linea
politici e architetti. Ovunque ti
giri una pioggia di danaro pubblico ha distribuito sul territorio piccole e grandi fetenzie costruttive e gli artefici hanno poi
avviato il consueto patetico scaricabarile.
Le regole, lo ha ribadito il professor Pica Ciamarra, bisogna
riscrivere le regole! Della “qualità diffusa” del costruito se ne
parla da anni e, notizia di oggi,
il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge-quadro sulla qualità architettonica
ed è su questa linea che bisogna
proseguire per evitare insop-
portabili lacrime di coccodrillo.
Il convegno di sabato “La maledizione del nuovo” ha ben
documentato quello che attorno a noi si muove, un malinteso senso del “progresso sociale
” ha generato e continua a generare progetti discutibili per
“utilitas” e per “firmitas”, una
macchina ottusa tritura prezio-
so danaro pubblico e senza
scienza e coscienza non vuole
guardare in faccia a nessuno.
La partecipazione dei cittadini
a questo strano tema del convegno è sicuramente il dato più
rilevante, gli imputati-architetti hanno recitato il proprio mea
culpa invocando regole che non
ci sono e gli imputati-politici
erano di fatto assenti, non disponibili al confronto. Qualche
mosca bianca che si occupa di
politica si è fatta avanti nella
persona di Giampaolo Lambiase e ci ha spiegato che di interventi strategici per il territorio,
nel suo insieme, neanche a parlarne, la potente lobby dei sindaci si è già accaparrata, ognuno per il suo recinto, una consistente fetta, quasi tutta la
Abbattere gli aerei, chiudere gli ospedali
e affossare il Parco del Cilento
continua dalla prima
Dopo decenni di attesa sono
stati aperti e resi disponibili
alle popolazioni gli ospedali di
Roccadaspide e Agropoli. A distanza di poco più di un lustro,
il loro declassamento è pressoché una certezza: o lo farà la regione sotto dettatura del governo centrale, o lo farà direttamente da Roma un commissario ad acta!
Altra vicenda incredibile è la
storia recente del Parco del Cilento e Diano. Dopo un parto
felice e il battesimo in pompa
magna con l’inserimento tra i
siti Unesco, insieme a Paestum
Velia e la Certosa di Padula,
ecco il logorio dovuto ad uomini che, pur di mantenere posizioni e rendite economiche e
politiche, non hanno esitato a
martoriarlo con anni di commissariamento e lassismo gestionale.
Per non parlare della proposta
di fermare l’attività di scavo
nelle aree archeologiche al fine
di evitare il proliferarsi di cen-
tri di spesa e la manutenzione
necessaria alla loro fruibilità!
Eppure sono pochi quelli che
possono alzare la mano e chiamarsi fuori dalle responsabilità
Intorno al parco si combattuta
ed è ancora in corsa una battaglia tutta politica per arrivare
ad occupare un luogo di gestione del potere diffuso che
possa perforare la tradizionale
roccaforte politica del centro
sinistra.
Intorno alla sanità e agli ospedali la partita è giocata tutta intorno al tentativo di conservare il diritto di “signoraggio” su
un territorio che ha sempre subito in silenzio combattendo le
sue battaglie più per salvaguardare l’aspetto commerciale e occupazionale del sistema
sanitario che per garantire
qualità e funzionalità alle strutture ospedaliere: chi ha problemi seri, a cominciare da chi
è pronto alle barricate, vola
sempre al Nord per farsi curare.
Intorno all’aeroporto si è scatenata una bufera mediatica
che rischia di lasciare crateri
più profondi di un bombardamento reale. Per ricoprire le
buche
provocate
dalle
“bombe” che Vicenzo De Luca,
sindaco di Salerno, e Angelo
Villani stanno scaricando sull’infrastruttura aeroportuale
per abbattere il presidente del
consorzio e della camera di
commercio, Augusto Strinasse,
ci vorranno mesi di pazienti e
perseveranti azioni di ricostruzione della fiducia di un
popolo che, finora, ha assistito
disilluso allo sfarinamento di
ogni etichetta istituzionale.
La speranza è che insieme all’abbattimento degli aerei, alla
chiusura degli ospedali e all’affossamento del parco, non
si anneghi il territorio nella
melma politica in cui anni di
gestione clientelare l’hanno tenuto con l’acqua alla gola.
Bartolo Scandizzo
torta dei prossimi fondi europei.
Appunto i fondi europei....argomentare ed indagare su
come sono stati e saranno spesi
è un diritto di tutti, meglio sarebbe che lo si facesse prima
che questi prendano magicamente forma, si resta in genere
stupefatti e atterriti per alcune
idiozie divenute cantierabili.
Solo in questo modo i cosiddetti ambientalisti potrebbero
andare finalmente in vacanza,
coinvolgendoli a monte. Io
sono un’ambientalista senza
tessera ed amo molto il mio mestiere di architetto e so che entrambe le cose sono conciliabili. Sono positiva, sono possibilista e non demonizzo nessuno.
I fondi, in quanto pubblici, per
essere spesi vanno ben ponderati, la trasparenza e la partecipazione non sono un optional,
sul Che Cosa e sul Come realizzare un’opera di interesse
collettivo è doveroso che se ne
parli prima che si scatenino
azioni belligeranti, tutti ci eviteremmo di perdere prezioso
tempo.
A Caserta, ad Albanella, ad Altavilla, ad Agropoli, a Paestum
si sono costituiti comitati di
persone disposte a mobilitarsi
per quelli che sono diritti negati (leggasi trasparenza e partecipazione) . Anche davanti a
migliaia di bar meridionali si
tengono infuriate polemiche
sull’ invivibilità urbana o su
opere pubbliche calate come
ufo sul territorio, ma le polemiche da bar non fanno testo,
sono solo cospicui sfiatatoi rassegnati, null’altro.
In data 11 novembre il comitato stazionati ha fatto pervenire
al sindaco Marino ed al professor Forte due ragionevoli proposte da far inserire nelle
norme attuative del redigendo
Puc di Capaccio- Paestum.
Da dove si parte? Partiamo da
questo.
Lucrezia Ricciardi
Capaccio
N°45 29 novembre 2008
5
Pasquale Marino si è fermato sulla via di Cannito
Pause di riflessione per il Puc
I tempi stretti sull’approvazione del Puc dettati proprio da
Pasquale Marino sono saltati.
La motivazione per l’allungamento dei tempi è dovuta alla
necessità di “ascoltare meglio
e più nel merito le aspettative
delle componenti economiche
e sociali di Capaccio Paestum.”
Molto più concretamente, la
Rod map dell’approvazione
Puc, è stata allungata a causa
delle numerose alzate di scudi
avvenute nel corso degli incontri tenutisi proprio per illustrare le scelte che il prof. Francesco Forte aveva inserito nella
relazione programmatica elaborata in base alle indicazioni
approvate, all’unanimità, dal
Consiglio Comunale di Capaccio .
Le questioni poste da tecnici,
partiti politici, associazioni di
categoria e singoli cittadini
sono, per sommi capi, le seguenti:
Il mega insediamento a Cannito ha suscitato viva apprensione ad ogni livello e anche all’interno della stessa maggioranza: se pure è apprezzata
l’intuizione di allocare in quell’area il campo da golf con annessi e connessi, appare come
una esagerazione la pretesa di
costruirvi l’ennesima “contrada” che, per quanto moderna,
sarebbe una forzatura difficilmente digeribile da una comunità che è alla ricerca di una
città finora intravista ma ancora negata.
Si tratta di Capaccio Scalo che
si vede negare il ruolo futuro
di centro pulsore di una comunità che ne ha bisogno
come l’aria.
Non si può immaginare lo sviluppo turistico, oltre la stagione balneare, senza che il territorio si doti di un sistema integrato tipico di una città.
C’è poi la ridefinizione e la riqualificazione del ruolo della
SS 18 da Ponte Barizzo a Capaccio Scalo.
Circa un centinaio di aziende
Necessitano certezze che finora
sono mancate.
Infine, è necessario
dare garanzie che
le strutture turistiche, ricettive e non,
e le piccole imprese artigianali possano adeguarsi alle
necessità del mercato, nel rispetto
dei margini che la
legge urbanistica
regionale impone.
È essenziale, inolPasquale Marino
tre, dare certezze a
chi ha intenzione
hanno bisogno di veder dise- di investire per potenziare o
gnato il futuro di una strada creare dal nuovo le proprie
che non lo è più.
strutture. Non è più immagi-
nabile che chi acquista un terreno, vi progetta il manufatto,
chiede le autorizzazioni necessarie, le ottiene, realizza il tutto
e poi, in prossimità della fine
dei lavori o ad opera terminata ed attività avviata, gli vengano posti i sigilli dall’autorità
giudiziaria.
Con grave danno economico e
d’immagine per il singolo e,
soprattutto, per l’intera comunità.
A questo andazzo bisognerà
porre uno stop forte e chiaro
che deve essere sentito e seguito da ogni soggetto che
opera in questa realtà.
Capaccio Paestum deve potere dormire sonni tranquilli…
velina
GLI STAZIONATI INTERVENGONO SULLA PROPOSTA DI
FORTE
Quale patrimonio architettonico stiamo proiettando nel futuro?
Lo spazio collettivo
Bisogna dare atto all’Amministrazione Marino di aver aperto un
ampio dibattito sulla stesura del
nuovo P.U.C. di Capaccio - Paestum, molti sono gli interessi coinvolti e molti settori della società civile sono stati interpellati.
In questa discussione, parcellizzata per temi ed indirizzata a distinte categorie sociali poca o nessuna
attenzione è stata data al destino
di ciò che sarà degli spazi pubblici. Lo spazio collettivo è da sempre “generatore” del tessuto urbano, si articola con ciò che lo delimita e nelle migliori delle ipotesi
lo armonizza e lo connota, quando
invece lo spazio collettivo diventa
qualcosa di “residuale” privo di
vocazione e di reale interesse succede inevitabilmente che il degrado e l’incuria prende il sopravvento accellerando processi degenerativi anche nelle aree limitrofe.
Conferire valore alle opere pubbliche quindi è il primo passo che bisogna fare per attivare processi virtuosi nella trasformazione del territorio.
Della progettazione degli spazi
collettivi e della loro vivibilità noi
come associazione cittadina ci occupiamo e vorremmo capire quale
destino si profila per la nostra vita
urbana.
Il fallimento dei “buoni propositi”
dell’urbanistica attuale deriva spes-
soggetto
committente
“reale”, in
grado
di
esprimere
domande,
bisogni,
aspettative,
chiedendo
risposte coeLucrezia Ricciradi
renti e praticabili alle
so dall’ incapacità di conciliare aspettative indicate e attese, senza
quadri d’insieme generali con un committente con le idee chiare
azioni locali specifiche (program- non esiste un buon progetto.
mi e progetti).
La difficoltà di riconoscere un
Le esperienze storiche più signifi- “committente”, in questa promicative da questo punto di vista scuità di ruoli svolti da molteplici
sono state quelle in grado di ela- enti che operano sul territorio, geborare contestualmente visioni nera molte delle mostruosità che
d’insieme e progetti di intervento. sono sotto i nostri occhi, una per
Risposte in tal senso sono state for- tutte l’assetto attuale della viabilimulate per realtà ben più com- tà e sosta intorno alle mura della
plesse di quelle del territorio ca- città antica di Paestum, un progetpaccese, il “Progetto urbano” in- to clamorosamente sbagliato a
trodotto nel vigente piano di Roma monte e realizzato ancor peggio.
contiene già in se le modalità at- Su questo sfondo nasce l’esigenza
tuative delle aree di trasformazione di mettere ordine per chiarire e
strategica.
semplificare ruolo e funzioni degli
Il quadro programmatico generale attori della scena pubblica con
indica le funzioni strategiche da l’obiettivo di risvegliare una desviluppare e le regole generali di funta “qualità diffusa” delle opere
trasformazione.
che si realizzano sul territorio in
La forma viene indagata in uno prima istanza per mano pubblica
“schema di assetto” preliminare, e in seconda battuta, in un procesche darà poi il via alle fasi concor- so virtuoso di reciproco influsso e
suali per la fattibilità dell’opera.
Al progetto deve corrispondere un
continua a pag. 6
Capaccio-Paestum
6
Consorzio di Bonifica
Dal Sele a Paestum:
lavori in corso alle
gallerie sotterranee
dell’acquedotto
Pasquale Quaglia
“Il consolidamento statico della galleria del ripartitore irriguo principale - spiega il presidente del Consorzio, - rappresenta .
E’ un’opera molto importante nel
quadro di quelle progettate dai nostri tecnici, a salvaguardia strutturale e manutentiva del tratto iniziale
dell’imponente canale che l’attraversa. Programmare opere fondamentali per garantire la perfetta efficienza di tutte le nostre strutture
ed impianti è il modo più efficace
per garantire sempre un servizio impeccabile ai consorziati” così si è
espresso Pasquale Quaglia, presidente del Consorsio di Bonifica di
Paestum.
L’occasione è stata data dalla consegna dei lavori di consolidamento
statico della galleria del ripartitore
principale irriguo in sinistra del
fiume Sele.
Il costo dell’opera ammonta ad oltre
8,2 milioni di euro: a realizzarla
sarà l’A.T.I. (Associazione Temporanea d’Imprese) composta dal “Consorzio Cooperative Costruzioni Scrl”
e dalla “Tecnobuilding Srl”, aggiudicataria dell’appalto.
Il progetto, tramite il Ministero delle
Politiche Agricole, è stato sottoposto all’esame del Consiglio
continua a pag. 10
N°45 29 novembre 2008
Si promuove l’associazione dei comitati “anti”
La maledizione del nuovo, prigioniero del vecchio
“La maledizione del nuovo fatto
prigioniero del vecchio!” è la
frase, pronunciata da Pasquale
Belfiore, preside della facoltà di
architettura a Napoli, che più ha
saputo cogliere e sintetizzare i lavori del convegno organizzato
dagli “Stazionati” di Capaccio
Paestum per mettere sotto osservazione le opere che hanno
preteso di essere integrative e
migliorative di quello che la storia ci ha tramandato.
Ma Belfiore non si è fermato a
questo ed ha rincarato la dose:
“C‘è troppo poco nuovo nel
modo di progettare di oggi! Un
popolo deve essere moderno,
deve sapersi rinnovare, altrimenti è destinato a finire. Quello che oggi è antico un tempo era
il nuovo.”
Poi diventa lapidario nei confronti di quanti si sentono accerchiati da chi vuole conservare ad
ogni costo e chi tenta di innovare anche quando non è necessa-
Gaetano Ricco
Pasquale Belfiore
rio: “le soprintendenze hanno
l’ossessione del nuovo, mentre
gli architetti si fanno male da soli
quando non tengono conto dei
bisogni reali di chi deve vivere
nelle case e nei palazzi che loro
progettano e si lasciano andare
a pure esercitazioni accademiche.”
La relazione di Belfiore, molto
articolata e attenta, ha colto di
sorpresa l’uditorio. E ha colto di
sorpresa Lucio Capo, giornali-
sta e direttore di dell’Oasi dunale di Legambiente di Paestum,
che è intervenuto subito dopo.
Infatti, prima di iniziare la sua
relazione, ha voluto precisare
che “a Paestum il nuovo ha
mangiato l’antico che, caso strano, risponde più ai parametri
funzionali di vivibilità e di bello
del maledetto nuovo che ci vogliono propinare.
L’area cosiddetta della 220, devastata dall’abusivismo che è la
INTERVENTI SUL PUC
Quale patrimonio architettonico stiamo proiettando nel futuro?
segue da pag.5
scambio, dai soggetti privati.
La trasformazione, il mantenimento, la riqualificazione, la valorizzazione dei luoghi parte dalla loro
conoscenza ed interpretazione, le
indicazioni orientative da parte chi
pianifica deve esprimere e suggerire relazioni più che dettare vincoli. Auspichiamo l’avvento di un
“moderno visibile” ma prudente e
modesto, dettato con leggerezza e
sapienza.
Conosciamo le stanze degli uffici
tecnici comunali, conosciamo altri
polverosi uffici che si occupano
del territorio, riconosciamo alle
persone che ci lavorano le gravose
incombenze burocratiche a cui devono fronteggiare. Sappiamo però
che da quegli uffici, così come
sono adesso, il “moderno” non
può essere progettato. Sappiamo
pure che lo strapotere dei R.u.P.
deborda per causa di effetto maggiore verso l’esterno ed un progetto, entrato “per legge” nella porta
degli uffici tecnici, si ritrova buttato clandestinamente fuori dalla
finestra.
Da questa constatazione e dai guasti che ne scaturiscono nasce la
necessità di ricorrere, quando si
progetta, a procedure veramente
efficaci e trasparenti.
La proposta
Cosa accomuna il Disegno di
legge sulla qualità architettonica
approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 11 luglio e il vigente
Codice Appalti da art. 99 a art.
110? Semplice: parlano di selezione dei progetti. Cosa vogliamo noi
come cittadini interessati alle vicende urbane di questo territorio?
Chiediamo Al sindaco Marino ed
al prof. Forte di rendere attuativo
qui ed ora quanto già stabilito da
importanti leggi nazionali, ossia:
A) La selezione dei progetti: Inserire nelle norme attuative del
P.U.C. un articolo che stabilisca
che la prassi da seguire per la
realizzazione di opere pubbliche
passa attraverso la selezione dei
progetti mediante concorsi di idee
e di progettazione e che tale procedura varrà anche per nodi stra-
tegici urbani ricadenti nelle proprietà private.
B) Un premio per le nuove opere
realizzate: E’ auspicabile che il Comune di Capaccio- Paestum annualmente istituisca un riconoscimento di valore per nuove opere,
pubbliche e private, realizzate nell’ambito del proprio territorio. Si
innescherebbe così un processo
virtuoso che darebbe respiro alla
pratica del buon costruire.
Queste due proposte sinteticamente formulate potrebbero costituire una novità su scala nazionale perché la selezione dei progetti
diverrebbe finalmente prassi in
quanto istituzionalizzata. Sarebbe
indice di apertura e di civiltà di
una collettività, un’architettura partecipata, aperta al giudizio e alla
valutazione preliminare di chiunque. Le forze culturali, professionali, imprenditoriali trasudano
creatività compressa che vuole e
deve essere canalizzata. Per il
bene, davvero, di tutti.
Lucrezia Ricciardi
per il comitato Stazionati
contraddizione morente di come
si fa soccombere l’economia di
un territorio.”
Raffaella Di Leo, presidente di
Italia Nostra a Salerno e provincia, porta le scuse di Marina Cipriani che non può intervenire a
causa di problemi di salute. E
proprio ricollocandosi a quello
che è il nuovo di Paestum sottolinea che “c’è stata una costante
di mancanza di regole. Ma, nonostante tutto, a Paestum l‘antico e il nuovo, in alcuni casi, si
combina bene con la gestione
della conservazione e nell’opera
di tutela. Vedi museo archeologico, struttura nuova che svolge
un ruolo positivo nonostante la
sua collocazione errata.”
Danielle Mazzonis, ex sottosegretaria del governo Prodi e presidente della libera associazione
della sinistra europea, denuncia
che il federalismo nel settore culturale è un suicidio.
La conservazione affidata alle regioni senza risorse vuol dire
svendere il patrimonio ai privati, se avranno abbastanza risorse da investire. Il divario tra regioni ricche e povere crescerà e
la disperazione del Sud, dove si
trova un’altissima percentuale di
emergenze archeologiche, aumenterà.”
Interessanti contributi sono arrivati da chi opera sul campo confrontandosi in modo anche duro
con chi è il detentore, pro tempore, del potere.
A cominciare da Gaetano Apicella di Agropoli, del comitato
“Trentova non si tocca” che ha
denunciato in modo forte e determinato quello che sta accadendo nella sua città: “il nostro
comitato è un residuo di cittadinanza, minoritario e soccombente. Come è soccombente il
concetto di bene comune.
Il comune di Agropoli ha chiesto
la rimozione del vincolo paesaggistico dal territorio collinare di
Agropoli per dare il via a progetti faraonici
continua a pag. 10
Calore
N°45 29 novembre 2008
7
De Luca e Bertolini in cattedra per formare i medici della Sa3
Chirurghi, gastroenterologi e generici si aggiornano sulle malattie intestinali
Reportage
Terremoto ‘80
sotto le macerie
niente
Domenica 23 novembre 1980 - Terremoto dell’80 - domenica 23 novembre
2008 - cosa è cambiato nelle aree coinvolte dal sisma, a distanza di 28 anni!
“Valore territorio”, “qualità della
vita”, “protagonismo della gente”
sono le tre risposte per difendersi ed
uscire dalla crisi sempre più dilagante.
Il terremoto dell’Irpinia si verificò domenica 23 novembre 1980 alle ore
19,34 e colpì la Campania centrale e la
Basilicata. Caratterizzato da una magnitudo 6,9 della scala Richter, della
durata di circa 60 secondi con epicentro nel comune di Conza della Campania (AV), colpì l’area, detta del Vulture, posta a cavallo delle province di
Avellino, Salerno e Potenza.
Tra i comuni più duramente colpiti vi
furono quelli di Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Torella dei Lombardi,
Conza della Campania, Teora, Laviano, San Mango. Causò circa 280.000
sfollati, 8.848 feriti e 2.735 morti. A distanza di tanti anni, appunto, cosa è
cambiato nella Regione Campania!
Crisi dell’economia, crisi della produzione, voglia di secessione.
Il problema più spinoso del momento, è la crisi della sanità regionale. Di
fronte a questi problemi, viene da sé,
che a distanza di tanti anni dal terremoto dell’80, le cose non sono migliorate, anzi…
Il rischio, oltre che teorizzare concetti
di secessione, nelle zone interne, la
vita si è fermata.
A proposito della sanità, l’obiettivo
che si è posto la Regione Campania, è
quello del rientro dal deficit, pena il
commissariamento della sanità regionale con il conseguente aumento delle
aliquote di tasse e tributi di competenza regionale. Il vice presidente della
Giunta Regionale Antonio Valiante,
parla di un piano-ponte e afferma: “La
persistenza del deficit sanitario non
continua a pag. 16
L’aggiornamento dei medici è un fattore essenziale per garantire la qualità del
servizio sanitario in modo generalizzato. Grazie a momenti formazione, anche
chi vive la sua quotidianità lontano dalla
ricerca e dai laboratori può entrare a far
parte del circuito virtuoso della medicina attiva che dà risposte aggiornate ai
bisogni dei pazienti.
Ecco perché il corso di aggiornamento
sulle “Malattie infiammatorie Croniche
Intestinali M.i.c.i.”, organizzato a Paestum dall’Asl Sa-3 P.O. di Roccadaspide
con relatori il dott. Pantaleo De Luca e
il Dott. Alessandro Bartolini che hanno
relazionato, rispettivamente, sul “ruolo
del medico di medicina generale nella
gestione del paziente affetto da Mici” e
“Mici, inquadramento clinico e terapia.”
De Luca ha inoltre illustrato alla numerosissima platea (chi è arrivato in ritardo
si è dovuto accontentare di posti in piedi
nella sala predisposta presso l’Hotel Ariston di Paestum, su “La malattia diverticolare del colon”; e Bartolini ha pre-
Pantaleo De Luca
sentato i risultati dello “Screening del
cancro colon-retto”, un lavoro svolto
proprio sul nostro territorio e cofinanziato dalle Bcc di Aquara, Capaccio e
Comuni Cilentani.
Bisogna anche riconoscere che la realtà
ospedaliera di Roccadaspide, con i suoi
professionisti, ha da tempo intrapreso la
strada della formazione interna ed esterna (recentemente c’è stato un congresso
di cardiologia organizzato dal Dott. Ro-
tunno) al fine di accrescere la credibilità
tecnico professionale della struttura
ospedaliera.
Purtroppo, nonostante gli sforzi, sembra
che il destino delle piccole strutture sia
segnato a causa del rientro forzato nei
parametri imposti alla regione dal governo centrale. Il dover ripianare la voragine di debiti in cui versa la sanità
campana, chiede sacrifici proprio a quelle realtà che, da tempo, hanno intrapreso un percorso virtuoso di gestione economica compatibile con le risorse disponibili. Chi ha fatto male e, a volte
anche peggio, oggi trascina con sé anche
quel poco di buono che uomini di buona
volontà hanno tentato di fare.
Ai cittadini/pazienti resta la consapevolezza che finora, anche l’azione di formazione e informazione tra i medici e
per i medici non si è interrotta nemmeno i questo vortice di voci che si accavallano e si contraddicono.
biesse
AQUARA: CHIARE, FRESCHE E...SPORCHE ACQUE
Il colore dell’acqua genera discordia tra maggioranza e opposizione
Cosa c’è di più semplice dell’acqua? Nulla.
Eppure, ad Aquara, è bastata l’acqua del rubinetto a scatenare il duello verbale tra maggioranza e opposizione. Vincenzo Luciano, ex
sindaco del paese ed attuale capogruppo di
minoranza, avendo notato, poche settimane
fa, che l’acqua che veniva dai rubinetti della
sua abitazione, sita nella zona alta del comune, aveva un colore strano e un odore altrettanto particolare si è rivolto alle rappresentanze comunali di maggioranza con lo scopo
di ottenere spiegazioni. Non avendo ricevuto
alcuna risposta, ha provveduto egli stesso a far
analizzare quell’acqua, in accordo anche con
altri cittadini vittime dello stesso problema.
“Mai ci saremmo aspettati una diagnosi del
genere” ha affermato allarmato Luciano quando ha appresola gravità di ciò che è venuto
fuori dalle analisi. Come affermato, infatti, dal
dottor Laurino del laboratorio di Eboli, incaricato di analizzare il liquido, in quell’acqua
sono presenti coliformi, streptococchi fecali e
colonie atipiche di salmonella in forti percentuali, parametri questi che non rientrano nei
limiti della legge, e quindi, più che sufficienti
a bollare quell’acqua come non potabile. L’accaduto è stato, immediatamente, esposto alla
magistratura e all’ASL di competenza. Tuttavia
Franco Martino, attuale sindaco, non ha accettato passivamente la sentenza divulgata da
Luciano e ha provveduto subito a sedare lo
stato di allarmismo.
“La nostra acqua, che ci è fornita dall’Asis, è
Enzo Luciano
ottima. Non così posso dire della bontà della
denuncia proveniente da Enzo Luciano. Si tratta di un atto di pura strumentalizzazione politica. I controlli periodici sull’acqua, quelli
del nostro laboratorio di fiducia, il dottor Inglese di Roccadaspide, non hanno evidenziato alcunchè.
Non dubito del responso del dottor Laurino,
mi chiedo solo quale acqua Enzo Luciano gli
abbia portato. Per fugare ogni dubbio, invito
Luciano a portare ufficialmente il comune a
conoscenza delle sue risultanze, e su quella
scorta, io chiederò subito analisi supplementari. Sull’acqua che beviamo tutti non devono
esserci certo dubbi” ha affermato convinto.
Parole queste non sufficienti, però, a calmare
la rabbia di Luciano che ha non si è smosso
dalla sua posizione, precisando che non è l’acqua del consorzio che, lui contesta, ma l’acqua proveniente da qualche pozzo artesiano,
per informazioni
tel. 0828 851172 www.casale900.com
fax 0828 720401 [email protected]
viaLaura di Paestum, 75 Capaccio (Sa)
immessa senza analizzarla, nei mesi scorsi, attualmente di colpo sospesa e aggiungendo che
il laboratorio Inglese, analizza l’acqua dalle
fontane pubbliche che la prendono dal consorzio..
E non si è fermato neanche qui Luciano poichè
ha continuato la sua offensiva nei confronti
della maggioranza ricordando la tenuta finanziara, non proprio agiata, del comune “C’è un
buco finanziario da oltre 300 mila euro. Siamo
ormai al dissesto.
La situazione è seria, sia sul piano finanziario
che su quella dei servizi erogati: gli uffici comunali sono allo sbando senza nessuna logica di programmazione. Le tariffe sono alle stelle con servizi pessimi, conditi di possibilità occupazionali inesistenti e solo assistenziale.
Non esiste più un governo dell’ente, la giunta
è inesistente, ognuno va per la sua strada, interessato solo a piccole e misere operazioni
quotidiane e sempre per i pochi e soliti noti. Se
abbiamo dei problemi non sappiamo a chi rivolgerci poichè sui servizi non esiste un vero
delegato, chi si alza la mattina sceglie di dire
la sua...è un’anarchia. Anche gli interventi di
manutenzione ordinaria, ormai non si riescono più a programmare e sostenere, tanto che
ormai gli operai della Comunità Montana impropriamente, svolgono funzioni di addetti cimiteriali, pulizia urbana, manutenzione
continua a pag 10
Calore
8
N°45 29 novembre 2008
Piaggine, dove la neve è low cost
Cervati il bello, il brutto e il cattivo
Alla prima neve, come è ormai
mia abitudine, non resistito al richiamo della montagna e ho calzato guanti e scarponi per la prima
escursione domenicale sulla “neve
low cost”. L’unico prezzo da pagare è quello di arrivarci…
La giornata non è delle migliori,
ma far visita alla mia montagna
mentre, sta andando in letargo invernale, è un’occasione troppo
ghiotta per un camminatore da lasciar transitare sotto il naso senza
acciuffarla.
L’annuncio che la passeggiata non
sarà vana mi arriva già dalla cima
degli Alburni su cui si è posata la
prima neve di stagione. Infatti,
quando scollino nei pressi del casolare di Villa Littorio, il Cervati si
presenta in ottima forma: è già
completamente imbiancato e candido manto scende lungo la faggeta fino alla Fontana del Caciocavallo.
Nel breve lasso di tempo che mi
separa da Piaggine, località Madonna delle Grazie, la cima si ritrae dietro la nuvolaglia che fa presagire precipitazioni, piovose o nevose, bisognerà vedere.
Nel paese c’è aria d’inverno: i camini fumano verso il cielo e la
gente, per la via, cammina ricurva
e ingobbita quasi a trattenere il
tenue calore raccolto intorno al camino di casa. Il Calore tumultuoso
e ardito annuncia che la montagna
ha ripreso a rifornirlo di acqua che
precipita a valle scavando e ricavando tormentosi torrenti. Il bello
che verrà è subito sfregiato dal
fatto che la strada, mai conclusa,
si sta già “decomponendo” sotto i
colpi delle piogge battenti d’autunno. Anche l’impresa, che di solito presidia l’accesso alla montagna con il suo cantiere di mezzi,
sabbia e cemento, ha abbandonato
il campo. Muri incompleti, cunette intasate, la strada solcata da improvvisi ruscelli che si fanno strada verso valle. Un lavoro “brutto”,
per giunta, incompleto, durato
qualche anno e predestinato ad
alimentare polemiche, è lì a testimoniare che è ancora lunga la
“strada” da percorrere da questa
terra e dai suoi abitanti per meritarsi il titolo di patrimonio Unesco che viene sbandierato in tutte
le occasioni ufficiali.
Il Calore, già alla sorgente, è invaso da rocamboleschi ruscelli che si
preannunciano dietro ogni tornante.
Il precipitare dell’acqua è ancora
più forte quando la coltre bianca
soffoca i rumori ritmati dei passi
che incedono verso il Cervati.
All’ingresso del vasto pianoro
della Fontana del Caciocavallo, c’è
un brutta sorpresa ad attenderci:
il docile prato è solcato e scavato
da profonde tracce di mezzi pesanti giunti sul posto per caricare
i resti inermi dell’ennesima mattanza di faggi perpetrata in nome
della supremazia dell’uomo sulla
natura di biblica memoria. Le
“tracce” scavate s’inoltrano nella
faggeta circostante. Oltre ai tagli,
si nota la “barbarie” con cui sono
stati eseguiti gli espianti. Il sottobosco è scomparso, per fortuna la
neve mimetizza il disastro pun-
teggiando il terreno di bianco difforme.
Eppure, il luogo è meta di centinaia di escursionisti e visitatori che
vi giungono da ogni dove per trascorrervi ore di sana allegria. A
fare da contraltare, la sorgente tra
i “Due Faggi”, situata a ridosso del
rifugio, che ha ripreso a gorgheggiare.
Mi rincuoro con le parole di Claude Lèvi-Strauss, etnologo francese: “Fra tremila (figuriamoci fra
trentamila) anni, quello che è accaduto in questo secolo, sarà completamente caduto nell’oblio”. Figuriamoci se la natura non saprà
riappropriarsi di ciò che è suo in
un lasso di tempo minore.
Flebili fiocchi cominciano a posarsi su di noi. Volteggiano infinite
volte prima di sciogliersi al contatto con il manto di foglie “costruito” dal tempo di autunno. Il
sentiero è scomparso, la strada ridotta a poltiglia dalle graffianti
performance di un Suv.
Scegliamo il sentiero di mezzo che
ci porterà ad incrociare il tratturo
che sale dal Piano degli Zingari.
Qui è già inverno! Sporadici uccelli si trasferiscono da un faggio
all’altro in cerca di riparo che non
troveranno. Dovranno scendere a
valle, e forse di più, per salvarsi
dal freddo. La salita, per noi, è il
giusto tonico per mantenere la
temperatura corporea al punto
giusto.
La neve continua a cadere. Le foglie, ormai, sono scomparse dalla
vista e il bianco si rafforza aumentando l’altitudine. Alla ricerca di ulteriori emozioni, lasciamo
la strada, appena conquistata, per
affrontare il sentiero che porta alla
valanga (l’ultima). Gli scarponi e i
bastoncini (Nordic Walking) sprofondano nel canalone diventato ricettacolo di foglie spazzate dal
vento.
Il pianoro raggiunto, ci annuncia
che siamo in vista dell’ultima salita che porta al rifugio della
“Chianodde”. Sappiamo bene che
sarà rigorosamente chiuso a causa
dell’insipienza dell’uomo che non
riesce a mettere in “opera” il meglio che ha per attardarsi su improbabili sogni di sviluppo miracolosi. È proprio il “cattivo” esempio ci come non si riesce ha far
fruttare un bene pubblico che, per
ben due volte, è stato inaugurato
ufficialmente e nel quale sono
state spese importanti risorse pubbliche. Lo spettacolo è favoloso. La
neve ha fatto il suo lavoro. Tutto è
coperto dal bianco. Delicati fili
d’erba fanno capolino in alcuni
punti rialzati. Il fiumiciattolo è
semi gelato. Il Cervati è “soffocato” da nubi di nevischio che predispongono il terreno a ben più
imponenti tempeste di neve. Nelle
prossime settimane, arriveranno
escursionisti con ciaspole e sci provenienti da posti vicini e lontani.
Troveranno molte conferme, e
qualche novità: La montagna sempre più bella, la strada cominciata
e non finita; il rifugio rigorosamente chiuso e un anno passato. Il
bello, il brutto e il cattivo… appunto!
velina
N°45 29 novembre 2008
Altavilla-Albanella
9
La polemica
Capaccio
Il Codacons difende sempre i diritti dei consumatori
L’articolo da me scritto dal titolo “ Cari Sindaci rimborsate
i cittadini per il servizio non
reso” era firmato testualmente
“ Avv. Mario Manzo – Ufficio
Legale codacons “. Chi ha trascritto l’articolo, probabilmente, per distrazione ha omesso
tale precisazione, invitandolo,
se lo ritiene opportuno, una
precisazione in tal senso.
Pertanto nessuna pubblicità di
favore veniva praticata dal sottoscritto, in quanto denunciavo il problema non a titolo di
avvocato bensì nella mia veste
di Dirigente-Quadro delle Associazioni dei consumatori
avendo, in tale veste, il dirittodovere di informare-comunicare agli utenti e consumatori
ogni tipo di abuso, vessazione
Mario Manzo
ecc., praticata nei loro confronti dai c.d. poteri forti ( oggi
l’Ente Comune, domani Le
Banche, Assicurazioni ecc.).
Quanto alla mia carica di consigliere, non vi è nessun conflitto . Anzi , ritengo che rive-
stire la carica di responsabile
di una associazione dei consumatori , non significa praticarla a proprio uso e costume, ma
sempre e comunque a tutela
del fine per il quale sono nate e
si muovono le nostre associazioni.
In ogni caso l’appello da me rivolto era destinato a ben 140
Sindaci facenti parte della provincia di Salerno ( e non solo
al nostro caro sindaco) essendo il quotidiano “UNICO” localizzato non solo nel territorio di Albanella.
Tra l’altro voglio precisare che
il mio appello ( cfr. articolo
giornale Unico) ai sindaci di
rimborso della depurazione –
solo a seguito della sentenza
chiara della Corte Costituzio-
LA LETTERA
Avvocato Memoli ma di che parla?
L’articolo apparso sul numero n° 44 di Unico del
22/11/2008 titolato: Chiara
Memoli censura Manzo e
Gaudiano “ mi tira direttamente in ballo e mi corre, pertanto, l’obbligo di chiarire la
mia posizione ai lettori ed all’avv. Memoli.
Sono un cittadino di Albanella a tutti gli effetti; vivo ed
opero nel paese che mi ha
dato i natali e come tutti i cittadini legati alle proprie origini ed alla propria comunità mi sta a cuore lo sviluppo,
la crescita e soprattutto la corretta attività politico-amministrativa di tutti coloro i
quali hanno avuto il mandato
di rappresentarci in tal senso.
Sono stato il primo a pubblicizzare la questione facendo
espressamente riferimento
alla sentenza della Corte Costituzionale
n°335
dell’11/10/2008, che ha sancito l’illegittimità del canone
di depurazione delle acque
reflue laddove il servizio non
viene prestato.
Il volantino che ho distribuito ha sortito una risonanza
non solo locale,ma, anche i
paesi limitrofi, per ultimo la
città di Battipaglia, si sono
prontamente allertati per denunciare alle proprie comunità il pagamento di un balzello non dovuto.
Non riesco, pertanto, a capire la censura che viene mossa
nei miei confronti e nei con-
nale - era rivolto a stimolare la
risoluzione bonaria della vicenda al fine di evitare costi
aggiuntivi di spese e competenze legali, sostenuti alla fine,
sempre e comunque dai contribuenti, evitando così anche
l’occhio “indiscreto” della
Corte di Conti su quelli che potrebbero essere gli scenari futuri sulla questione in oggetto.
Pertanto, una risoluzione in
questo modo auspicata contribuirà a tutelare l’interesse di
entrambi i contraenti, ovvero
Ente e cittadini. Risoluzione
bonaria adottata già da alcuni
sindaci della provincia di Salerno.
Tanto dovevo per ragioni di
chiarezza.
Avv. Mario Manzo
Fiocchi
Rosa
Farro non risponde
a Cirielli e gli dà
appuntamento al
congresso del Pdl
Egr. Direttore,
in riferimento
alle dichiarazioni riportate
su
“Unico”
n°44
del
22.11.08, pag. 5,
colonna seconda e attribuite – perché virgolettate
– all’On. Edmondo Cirielli, dichiaro quanto di seguito. “Non intendo
né rispondere né polemizzare su
queste dichiarazioni in quanto, tra
l’altro, come già ribadito nel passato, sarà l’Autorità Giudiziaria penale – alla quale mi sono affidato –
a fare piena luce sulla vicenda,
mentre della “giustizia politica”
non ho bisogno perché mi nutro di
stima e fiducia della gente e nessuna menzogna può intaccare la mia
“probità e lealtà” nei principi ispiratori della “politica vera”. Non rispondo né polemizzo perché ho un
alto senso della politica e, in qualità di Presidente Provinciale di
Azione Sociale con Alessandra
Mussolini, Partito che ha aderito al
P.D.L., ogni mia dichiarazione finirebbe per danneggiare il “Popolo
delle Libertà”, del quale sarò proposto quale delegato al Congresso
nazionale della sua fondazione, che
avverrà, presumibilmente, a Marzo
del 2009.
Avv. Luciano Farro
Altavilla
fronti dello studio associato
Gaudiano-Pascarosa.
Le ribadisco, io sono un libero cittadino figlio di Albanella ed orgoglioso di esserlo,
non sono iscritto ad alcuno
ordine professionale, non ho
alcun vincolo di colleganza o
deontologico da rispettare,
l’unico vincolo di ordine etico
e solidale è quello che mi lega
in modo chiaro trasparente
ed indissolubile al mio Paese,
e, mi adopererò sempre in
un’ottica di sviluppo, di libertà , democrazia e di equità
contributiva per tutti i miei
concittadini.
Ho sottoscritto il volantino a
cui lei fa riferimento e personalmente seguirò le istanze e
le richieste di coloro i quali si
recheranno presso lo studio
in Albanella in piazza Garibaldi, 7, che lei ha puntualmente sottolineato, ove ho
chiesto a tal fine ospitalità
che cortesemente mi è stata
concessa.
Mi duole, però sottolineare
che con il suo articolo ha tentato di spostare il problema in
altra direzione, la comunità
di Albanella si aspetta che la
questione della depurazione
venga risolto al più presto e
che la tassa relativa a tale servizio non venga più pagata.
Le querelle tra avvocati non
risolvono i problemi né tantomeno contribuiranno alla
restituzione del mal tolto agli
avente diritto.
L’avv. Mario Manzo, sono sicuro che senza ombra di dubbio, le risponderà in modo
chiaro ed esauriente anche e
soprattutto alla luce del recentissimo decreto Bersani in
materia di libera concorrenza
tra professionisti.
Senza rancore
Dott.Orfeo Gaudiano
Roccadaspide
Il 5 novembre è nata Ludovica
Polichetti, per la gioia di
mamma Daniela, papà Marco,
nonni, zii e cuginetto.
A lei noi tutti auguriamo un
modo di felicità!
Omignano
Il 24 novembre è venuta al
mondo Viola Laurito.
Un affettusoso augurio a
mamma Lucia, papà Enzo e
alla piccola sorellina Cristina
da Marianna e da tutta la redazione di Unico
Per Oreste
La redazione e i collaboratori di
“Unico” partecipano al cordoglio
di Oreste Mottola per la scomparsa del padre Antonio. A lui e alla
sua famiglia vanno le più sentite
condoglianze.
Antonio Mottola è stato un onesto
contadino di questa terra che ha
trasmesso ai suoi familiari valori e
principi sani. Ci ha lasciato a 74
anni, dopo una vita vissuta all’insegna del lavoro e della generosità.
Quelle persone, rimanendo legate
alla materia più vera, la terra, a cui
hanno dedicato una vita di sforzi e
sacrifici, ci ricordano che le cose importanti della vita non sono poi così
complicate e lontane.
Ci ricordano costantemente la forza
della famiglia e della comunità.
E qualcosa di loro non è mai andata via.
I collaboratori e
la redazione di Unico
Cronache
10
L’acqua della
discordia
segue da pag. 7
fontane e spazi comunali, addirittura
fanno anche da supporto logistico a
feste o incontri politici dell’amministrazione.
Lo stesso dicasi dei servizi sociali.
Abbiamo avanzato proposte sulla tassazione comunale, abbiamo presentato proposte alternative in fase di predisposizione dei bilanci, abbiamo richiesto l’istituzione di commissioni consiliari su varie questioni.
Niente!... vi è ormai l’assenza di qualsiasi riferimento istituzionale, e quanto
c’è è tutto chiuso in sè stesso. Forse per
nascondere una totale inadeguatezza
ad affrontare la difficile situazione che
si è venuta a creare” questa la rispostao Luciano quando gli è stato chiesto
di parlare della situazione del comune
di Aquara.
Ma Martino, mantenendosi ancora sulla
difesa, ad alcune accuse di Luciano ha
replicato, con poche e incisive parole
“Abbiamo un avanzo d’amministrazione di 4 mila euro.
Luciano vaneggia.
E aggiungo anche che a proposito della
discussione relativa alla progettazione
del ponte sul fiume Calore, in località
Mainardi e per la quale, come ricordato e rinfacciato da Luciano in varie circostanze, su alcuni amministratori c’è
un rinvio a giudizio, si plachi pure Luciano poichè siamo certi di chiarire
tutto. Si tratta solo di un episodio di una
guerra fra le varie equipè di progettisti
in gara “.
Se dibattitti e controdibattiti tra maggioranza e opposizione siano fondati o
meno è tutto da vedere, ai cittadini
poco interessa la discussione, a loro
servono i servizi, non hanno bisogno di
parole ma solo di un urgente provvedimento che miri alla tutela della loro salute.
Chi potrà garantirgli la certezza che
l’acqua che sgorga dai rubinetti delle
loro case è potabile e sicura? chi dovrebbe permettergli di vivere nella certezza che se un dissesto, a proposito
della realizzazione delle opere pubbliche, è stato creato è servito per l’effettiva realizzazione di quest’ultime e il
territorio sarà presto ripristinato? eh purtroppo la politica è fatta di tante domande mai risolte e di tanti discorsi
poco chiari e utili solo a stordire il popolo.
D’altronde della tranquillità dei cittadini se ne dovrebebro occupare davvero
anche tutti gli amministratori comunali, ma con i fatti e non con le parole.
Però, è proprio il caso di ricordarlo, la
politica è un pò come l‘insalata: è l’alimento più semplice del mondo, tutti
l’hanno mangiata o assagiata, eppure
sono pochissimi quelli che riescono a
disegnarla...mi disse un saggio.
Alessandra Pazzanese
N°45 29 novembre 2008
Si promuove l’associazione dei comitati “anti”
La maledizione del nuovo, prigioniero del vecchio
segue da pag. 6
che mirano a consegnare parti di
territorio alla cupidigia di speculatori. Il paradosso è che dobbiamo dire grazie al latifondo che ha
difeso la natura da Trentova a
punta Tresino. La proposta di realizzare un campo da Golf e villaggi turistici per risollevare le sorti
turistiche del territorio da una
maggioranza che vede alleati Dd
e Rifondazione.”
Gennaro De Caro, medico di Capaccio e rappresentante degli Stazionati, associazione nata per ottenere la riapertura del passaggio
a livello e l’adeguamento delle stazioni ferroviarie da tempo abbandonate a loro stesse. “Sono colpevole di non avere la forza di oppormi al degrado- afferma De
Caro, e poi aggiunge- Airaldi
aveva visto bene anche nel disegnare la viabilità intorno alla città
antica. Il nuovo Puc della nostra
città dovrebbe prevedere soprattutto servizi e il completamento
della città di Capaccio Paestum.
Solo così il 60% dei giovani che
sono drogati, e l’80% che sono alcolizzati, potrebbero avere una
qualche speranza di vivere lontano dal degrado!”
Gaetano Ricco, docente e portavoce del “Comitato Centro Storico di
Albanella” ha denunciato, con la
consueta eloquenza, che “ad Albanella si sta consumando il delitto peggiore: ci stanno togliendo la
storia. Il fatto è stato consumato
con l’abbattimento del casolare del
1900.
Il fatto ancora più grave che deve
essere fermato è quello che si sta
consumando nel centro storico
dove è stato predisposto un progetto di riqualificazione aberrante…
Altri interventi s sono susseguiti.
Molti sullo stesso tono… Interessante la relazione di Maria Carmela Caiola del comitato “Macrico Verde” di Caserta che ha
espresso una forte denuncia dei
confronti delle istituzioni.
Da tutti è venuta la sollecitazione
a costituire un coordinamento dei
comitati presenti al fine di rafforzare l’azione di ogni singola realtà.
Bisogna ricordare che molti dei
rappresentanti dei vari comitati
sono architetti o comunque “addetti ai lavori”.
L’Italia, un paese dove c’è un architetto ogni 250 abitanti.
Nonostante ciò non si riesce a
mettere d’accordo quelli che progettano ed seguono i lavori e quelli che criticano. Si tratta di un esercito di professionisti che studiano
sugli stessi libri, seguono gli stessi
corsi, partecipano agli stessi concorsi …
Ma quando s’incontrano, lo scontro è garantito e non si va per il sottile. Vuoi vedere che, al di là degli
aspetti architettonici, culturali,
paesaggistici, il tutto è condito dal
più vecchio dei motivi. Un po’ di
salutare “invidia” da parte di chi
è escluso nei confronti di chi, a
vario titolo, progetta, lavora e realizza?
Bartolo Scandizzo
Dal Sele a Paestum:
gallerie sotterranee
dell’acquedotto
segue da pag. 6
superiore dei LL.PP., che ha dato
regolare approvazione. Complessivamente, il costo dell’opera ammonta a 14.950.000.000
Euro, di cui: 9 mln (oneri per la
sicurezza compresi) per lavori
principali consegnati in data
19.11.2008: e 6 mln circa per
lavori secondari da appaltare
successivamente.
La consegna è avvenuta alla presenza di alti funzionari del Ministero delle Politiche Agricole,
dell’alta sorveglianza del Ministero dei LL.PP. e della commissione di collaudo. Il termine di
realizzazione dell’opera è fissato in giorni 555.
L’importante canale in galleria,
sito in località Serre di Persano,
è lungo circa 4 km e rappresenta la fonte di approvvigionamento principale delle risorse
idriche per l’ente consortile pestano: fu realizzato nel 1932,
come primo tratto dell’imponente canale, sito a 45 metri sul
livello del mare e lungo 32 km
in totale, che parte dal fiume
Sele e giunge al fiume Solofrone.
frasca
L’editoriale
Nuvole di potere sull’aeroporto
segue dalla prima
impegnati, in piena estate,
con l’organizzazione delle
mille sagre gastrodemenziali
per la fiera delle vanità dei
loro micro poteri. E così passò
la
linea
“Salerno-Costa
d’Amalfi” tra gli applausi generali.
Poi i primi flop per insufficienza delle piste, per la inefficienza
dell’aerostazione,
qualche ritardo nei voli in arrivo ed in partenza, per la
quasi totale mancanza di infrastrutturazione dei servizi a
supporto (rete stradale, rete
ferroviaria, segnaletica, taxi,
ecc.).
I giornali misero il dito nella
piaga, ma, ancora una volta,
la Politica della Piana del Sele
e del Cilento fu assente e
senza voce, preferendo perse-
verare
nell’antica pratica
della delega al salvatore di
turno, si chiamasse Bassolino,
De Luca, Villani o Strianese.
Oggi l’aeroporto torna alla ribalta della cronaca e dilaga la
“rissa” da provincia. Ma non
per un dibattito acceso sulla
infrastrutturazione dei servizi per dare efficienza, funzionalità e credibilità sui mercati allo scalo. In quel caso il dibattito, anche duro, sarebbe
non solo legittimo, ma giustificato ed apprezzato.
Il motivo del contendere, invece, è “solo” sulla gestione:
presidenza e consiglio di amministrazione, che hanno la
loro importanza, per carità,
ma si caratterizzano, purtroppo, prevalentemente per “voracità” di potere.
E De Luca teme una invasio-
ne di campo dall’eterno napolicentrismo di Bassolino e
tuona impetuoso contro l’accentramento di eccessivo potere nelle mani di Strianese.
E Villani va in supporto di De
Luca più per consolidare l’alleanza in vista delle imminenti elezioni provinciali che per
conclamata convinzione.
E Strianese detiene le posizioni e tesse, in silenzio, la rete di
autodifesa.
La conseguenza: l’aeroporto
non decolla, la infrastrutturazione dei servizi è di là da venire, il neonato rischia di essere strozzato ancora in fasce
nella culla con lo spettacolo
indecoroso della ninna nanna
vociante della rissa di provincia. Non è uno spettacolo edificante.
Ed ancora una volta la Politi-
ca di casa nostra, consiglieri
regionali, consiglieri provinciali, presidenti di comunità
montane, sindaci e, quel che è
peggio, associazioni di categoria degli imprenditori assistono da spettatori senza voce,
attenti, però, ad osservare da
quale parte spira il vento per
presentarsi puntuali e servili
alla corte del più forte, perché
da noi è sempre numeroso
l’esercito di quanti “accorrono
in aiuto del vincitore”, come
affermava con ironia tagliente il sempre attuale Ennio Flaiano.
E alla malora le più che legittime attese del mondo dell’agricoltura e del turismo, che
sperano sempre in un decollo
solido e definito dello scalo!
Che tristezza!
Giuseppe Liuccio
N°45 29 novembre 2008
Anno VI N.10 Nuova serie
I
Direttore Responsabile Oreste Mottola
BATTIPAGLIA
Eboli
Cronistoria di
un disagio
Una schifezza
mai vista
di Ernesto Giacomino
di Francesco Faenza
Irrisolvibili stati di
disperazione, che troppo
spesso sfociano nel gesto
estremo di togliersi la vita o
attentare all’incolumità dei
propri cari: i fatti di cronaca
che da mesi si susseguono a Battipaglia
descrivono ormai una città alle prese con
una vera e propria emergenza sociale, che
investe soggetti di ogni età e condizione
economica. Drammi, delitti, tragedie: e
non solo. Tolti gli episodi dagli epiloghi
più drammatici, non va comunque
sottovalutata la crescita esponenziale delle
manifestazioni di insofferenza con cui ci si
trova a fare i conti nel quotidiano:
aumento del numero di divorzi e
separazioni, di minori maltrattati, di
disagiati psichici, di episodi di
microdelinquenza che sottintendono
difficoltà d’integrazione.
Il conflitto generazionale, in particolare,
pare non essere più un fisiologico
momento di transizione nella crescita, ma
una spaccatura irrisolvibile che spesso
impedisce del tutto – e definitivamente - il
dialogo fra vecchie e nuove leve.
Ora più che mai, insomma, più che di
gente che chiacchiera ci sarebbe bisogno di
persone che ascoltano: strutture, enti,
centri, istituzioni che percepiscano i
parecchi ma silenziosi segnali di allarme
della sofferenza, e li traducano in urla
udibili cui porre pronto rimedio.
Purtroppo sotto quest’aspetto Battipaglia così come altre realtà analoghe - appare a
tutt’oggi inadeguata. Da lodare lo sforzo
del servizio pubblico di assistenza sociale,
e quello delle tante associazioni di
volontariato esistenti in zona: ma non
basta. Al di là dell’aspetto quantitativo,
ciò che va cambiata con urgenza è la
qualità dei servizi, perché diverse sono le
cause del disagio di oggi rispetto a quelle
di trent’anni fa.
Quando Anna Grimaldi
protestò: “ma chi sono tutte
queste associazioni, da dove
sono spuntate? Ma lo sanno
dov’è san Nicola Varco? E i
ginecologi? A chi serva
l’assistenza dei ginecologi a San Nicola
Varco, visto che ci sono 600 disperati,
morti di fame, ma tutti di sesso
maschile?”. Per pazza la presero. Quella
“stupida” di Anna Grimaldi non aveva
capito. In comune il vento era cambiato.
Ora comandavano altre persone,
presuntissimi geni della politica,
amministratori concreti, come si
autoincensavano anche sui manifesti.
Dopo Anna intervenne Halim, un
marocchino in attesa del permesso di
soggiorno, un documento che la legge
Bossi Fini gli negherà sempre. Halim è
costretto alla clandestinità perenne, per
una delle tante leggi vergogna. Halim
disse tre parole, in un italiano
claudicante: “Noi volere case e docce, luce
e cessi. Non ci servono i traduttori, gli
interpreti, i mediatori culturali”. Risate
in aula. La maggioranza Pd, del sindaco
Melchionda, aveva altri progetti partorito:
450 mila euro dovevano andare a quelle
associazioni spuntate dal nulla, ai
ginecologi che non servivano, ai
traduttori del nulla. Se la risero gli
assessori, se la risero i consiglieri
comunali. Del resto, nessuno si era mai
sporcato mani e piedi, a visitare san
Nicola Varco. La Grimaldi venne definita
visionaria: “fate le case per gli
extracomunitari, fornitegli i servizi
essenziali (acqua, luce, gas)”. Halim
venne cacciato in malo modo. Al comune
di Eboli avevano fiutato l’affare. 450 mila
euro di progetti per le associazioni. E chi
se ne frega se nemmeno sapevano dov’era
san Nicola Varco.
continua a pag. II
Monnezza ad Eboli.
Il malocchio non ha fatto effetto
di Vincenzo Caputo
Problema monnezza:
Eboli c’è. Il Sindaco
Melchionda non nasconde
l’orgoglio.
Motivo di vanto già
inserito negli appunti
per i comizi delle
prossime competizioni elettorali. La vicenda Coda di Volpe
è già storia lontana. Gli ebolitani dimenticano subito.
Soli pochi mesi fa si subì la scelta di
stoccare ecoballe sul territorio cittadino: vicino al mare. La politica locale
poté fare poco. Bertolaso scelse Eboli, e
così fu. Da allora solo cose positive in
tema monnezza. Percentuali di raccolta
differenziata da nord Italia: ma non
erano tutti meridionali i nordisti? Civiltà post-migrazione. Impianto di compostaggio ed isola ecologica. Nomina
degli Ispettori Ambientali Comunali.
Molto si è fatto. Molto si dovrà fare,
dice Melchionda. Partiamo dalla raccolta differenziata. 58% lo scorso mese
di ottobre. Qualcuno mugugna dallo
stupore. Il risultato, per la verità, si presta a poca attività ermeneutica. La politica chiama, gli ebolitani rispondono.
“Da una parte c’è stata una buona sollecitazione da parte del Comune e degli
addetti stessi al progetto - sottolinea il
Sindaco -. Dall’altra, naturalmente, c’è
stata la risposta sensibile della maggior
parte dei cittadini ebolitani, senza la cui
collaborazione non sarebbe stato possibile raggiungere i risultati di oggi”.
L’opposizione sta a guardare. Neppure
i nemici politici di Melchionda, quelli
che prima erano amici per intenderci,
trovano parole per offuscare il successo.
Obiettivo raggiunto quello del Sindaco,
o quasi. “Rimane però una piccola parte
continua a pag 15.
continua a pag. III
Battipaglia
II
N°45 29 novembre 2008
Pace mette tutti d’accordo
Eletto il segretario cittadino del Pd
Dopo più di un anno di tira e
molla, si è riusciti finalmente ad
eleggere il segretario del Pd battipagliese. Il nome su cui alla fine
si è trovato l’accordo è quello di
Alfonso Pace.
Il professore Pace, preside di una
scuola elementare cittadina e per
anni segretario politico dei Democratici di Sinistra, è stato eletto all’unanimità nella riunione di
direttivo di lunedì 24 ottobre.
Il nome, proposto dal consigliere
comunale uscente Salvatore Anzalone, non ha trovato opposizione alcuna da parte dei trenta
componenti del gruppo dirigente.
Gruppo dirigente che ha avuto
una lunga gestazione prima e un
travagliato rodaggio poi. Dopo
l’uscita di Vito Santese e di suoi
alcuni fedelissimi, sostituiti da
nuovi dirigenti pare nominati
personalmente
da
Tonino
Cuomo, il gruppo che porterà il
Pd alle prossime elezioni e che
verosimilmente deciderà (salvo
primarie) il candidato Sindaco,
pare abbia trovato finalmente
una sua concreta fisionomia.
Un assetto che, anche se non del
tutto completo, può però stabilizzare il percorso finora tortuoso del partito di Veltroni.
“Un partito - come ha subito
chiarito Alfonso Pace, nel suo
primo intervento da segretario
del Pd - che non può non avere
una vocazione di governo”. “Bisogna vincere le prossime elezioni a tutti i costi – ha continuato Pace – per rompere questa maledizione che vuole la destra al
governo della città da oltre 15
anni, periodo lungo il quale si
sono perse tante occasioni di rilancio per lo sviluppo della città
e per la riscossa del nostro partito.”
Nel suo lungo intervento Pace ha
ringraziato tutti i dirigenti per la
stima e la fiducia manifestatagli,
accettando “coraggiosamente e
con entusiasmo” la sfida propostagli.
Un pò un ritorno alla casa
madre, quello del preside, che
fino al 2005 è stato segretario dei
Ds. Breve poi la sua esperienza
di Ernesto Giacomino
Cronistoria di un disagio
segue dalla prima de Il Sele
Si tratta in realtà di un fenomeno che in passato abbiamo
sempre pensato lontano da
noi, più appartenente a vezzi
e frenesie delle metropoli che
alla tranquilla routine di una
cittadina di provincia.
Era difatti opinione comune
che fosse la dimensione fortemente “impersonale” dei
grossi centri a scoraggiare
l’aggregazione e ossidare, col
tempo, la condivisione dei valori comuni, lasciando prevalere la logica della corsa in solitaria che abbatte tradizioni e
paletti etici.
Il recente incalzare di questi
episodi, sia a livello nazionale che locale, ci reindirizza invece con prepotenza verso
un’altra corrente di pensiero,
quella che Fromm definiva la
malattia dei “cosiddetti sani”,
quell’ansia da benessere economico, riconoscimento sociale e realizzazione persona-
le la cui assenza, totale o parziale, alla lunga può tradursi
in frustrazione, apatia, angoscia, esasperazione: soprattutto fra i giovani, cui s’è
ormai smesso di trasferire
principi e dilemmi di coscienza a vantaggio di più comodi
e rapidi bonifici bancari.
La sensazione, però, è che
qualcosa possa ancora essere
fatto.
La nostra è una comunità relativamente giovane: una
volta tanto, potrebbero essere
proprio questi detestabili e
inamovibili ancoraggi al passato (artefici, finora, solo d’involuzioni di pensiero e scarsità di senso civico) a giocare
un ruolo indispensabile nel
recupero dei valori sostanziali dell’individuo.
In definitiva, la sfortuna di essere ancora borderline fra una
comunità rurale e una industriale può comunque costituire un vantaggio, giacché si
tira dietro la persistenza di un
legame forte con quei centri
“classici” di educazione che
tradizionalmente si affiancano o surrogano alla famiglia:
scuola e chiesa su tutti.
Sarebbe allora auspicabile,
per queste istituzioni, almeno
un tentativo: quello di concretizzare le solite, vacue parole in fatti evidenti, apparecchiare un tavolo comune di
discussione a cui sedersi, discutere e prendere atto della
realtà.
Provando, alla fine, a deviare
quella che oggi è un’attività
paraeducativa prevalentemente mnemonica e nozionistica (spesso tesa soprattutto
a giustificare stipendi e oboli
per l’ammodernamento delle
parrocchie) verso una più
pragmatica, sostanziale, sana
cultura della vita e dell’integrazione sociale.
E, in primis, del rispetto di se
stessi.
con lo Sdi, per la cui lista è stato
candidato alle amministrative
del 2007, raccogliendo poco più
di 100 preferenze.
Ora il ritorno di fiamma a guidare addirittura il partito a cui
guardava sì con attenzione ma
allo stesso tempo con un po’ di
incertezza. Un’incertezza che ha
voluto probabilmente dipanare
con le proprie mani. Riuscirà a
tenere la fila di un partito così
chiassoso ed eterogeneo?
Riuscirà a far passare la candidatura a sindaco di Santomauro?
Sarà capace di attrezzare in pochi
mesi un gruppo dirigente affiatato e vincente?
Questo lo scopriremo solo vivendo, ma del tutto singolare è
stato il percorso che ha portato a
questa soluzione, tanto sofferta
quanto stranamente unanime.
Il nome di Pace, in realtà, girava
nell’aria già da qualche settimana, ma non tutti i tasselli erano
al posto giusto per chiudere l’accordo.
La parte del leone alla fine l’ha
fatta paradossalmente la minoranza, che ha prima costretto i sedici dirigenti a ritirare la candidatura di Santese (poi dissociatosi), e poi a pescare un nome
esterno fuori dagli schieramenti
e condiviso da tutti.
Così si è materializzata la proposta Alfonso Pace, su cui si è lavorato e non poco negli ultimi
giorni.
Ne escono così con le rossa un
po’ rotte proprio le anime che
dovevano fare la voce grossa, su
tutti il gruppo che fa riferimento
a Gaetano Barbato (che pare sull’orlo del ritiro dalla scena politica cittadina) e Tonino Cuomo,
che hanno dovuto piegarsi davanti alle pressioni della minoranza.
Ma quanto potrà garantire queste e le altre anime del partito Alfonso Pace?
Da quello che ha fatto intuire, garantirà tutti e nessuno, il che è
già qualcosa di positivo. I cittadini sono alla finestra.
Valerio Calabrese
Eboli
N°45 29 novembre 2008
III
La verità dell’assessore De Felice su San Nicola Varco
Una schifezza mai vista
segue dalla prima de Il Sele
Erano amici. Andavano aiutati. Preparati i progetti, il comune di Eboli li approvò con
il classico, hippy, hippy, urrà.
Superato il ponte di San Giovanni, le marchette ebolitane
sono naufragate in pochi minuti. A Napoli: “Progetti? Queste schifezze io non le ho mai
viste” spiegò l’assessore regionale De Felice, delegata alle
politiche sociali. “Di quei progetti avremmo potuto salvare
solo i titoli- è la didascalia di
Gerardo Rosania. Una schifezza furono definiti dall’assessore regionale. E i soldi vennero
revocati”. Per distribuire prebende alle neonate associazioni, il comune di Eboli ha perso
1,5 milioni di euro per San Nicola Varco. I super progetti
della super giunta Melchionda
vennero stracciati. Bontà sua,
il sindaco sconfitto bofonchiò
contro i giornalisti a lui non asserviti, protestò contro quei
rompi-maroni di sinistra che
fanno volontariato. Protestò e
bofonchiò. Strappati i suoi progetti, il sindaco virò come una
piroetta. Niente soldi per bo-
nificare San Nicola Varco? “E
allora la demoliamo”. Da pallido e mai riuscito sindaco di
sinistra, Melchionda vestì i
panni del camerata di destra.
E dopo Cardiello e tutta l’estrema destra ebolitana, il mai
rosso Melchionda sentenziò:
“abbattiamo
san
Nicola
Varco”.
Una crociata inutile, come
spiegano alla Regione Campania: “Melchionda non può demolire san Nicola Varco- spiega Rosania- non ha i soldi. E
non è di sua proprietà la struttura”. Altra figuraccia. Passano alcuni mesi, tra convegni e
LE PAGELLE
visite guidate, ritorna l’attenzione sul ghetto della vergogna. La De Felice torna sui suoi
passi: “Dobbiamo risolvere la
piaga umanitaria di San Nicola Varco. Dobbiamo riutilizzare quei soldi. Ma con altri progetti”. La discussione produce
i primi effetti. A ottobre, Rosania accompagna Alessandra
Lonardo, presidente del consiglio regionale, nel ghetto più
lurido d’Italia. Una giornata a
San Nicola Varco è bastata.
Alla Regione Campania il dibattito si è riaperto.
La De Felice vuole una soluzione. Lo ha spiegato in un
di Francesco Faenza
“Figure costose senza utilità”
Venerdì 28 novembre il consiglio
comunale ha esaminato il consuntivo e il riequilibrio in bilancio.
Molti i dubbi che restano in
maggioranza. Soprattutto su alcune figure costose, di cui ancora non si è capita l’utilità.
Gianfranco Masci, voto 3: l’opposizione vorrebbe cancellare la
poltrona da direttore generale:
“non serve a niente e ci costa un
occhio” (La Brocca). Il Pd si chiede in un anno cosa abbia realizzato: “a parte i trasferimenti di
impiegati da un ufficio all’altro,
non ha combinato nulla” (gruppo Cuomo). Anche i Socialisti di
Conte ammettono a bassa voce:
“siamo in ritardo su tutto. Effettivamente, Masci deve darsi una
mossa”. A difenderlo sono rimasti solo i compagni di mazza e
taccola, Martino Melchionda e
Cosimo Cicia. Una difesa affettuosa, null’altro.
La storia è la stessa del Piano di
zona. Passano gli anni, ma resta
tutto impalpabile. Non c’è un bilancio. Non c’è un rendiconto.
Non c’è vantaggio per la collettività. Come dice Antonello Caporale, un giornalista che non
sarebbe mai amico di Melchionda, nel suo ultimo libro: “In Italia, i mediocri fanno strada”.
Alfonsina De Felice, voto 7:
“Erano una schifezza, i progetti
del comune di Eboli per San Nicola Varco”. Viva la sincerità. Soprattutto quando da spendere ci
sono 450 mila euro di denaro
pubblico. Evitato lo spreco, l’assessore regionale, Alfonsina De
Felice, offre una nuova possibilità al comune di Eboli. Sperando, questa volta, in progetti concreti. Case, servono case agli extracomunitari. Nell’attesa, sgravi fiscali a chi offre un tetto ai
maghrebi
ni. La soluzione è semplice. Solo
il comune di Eboli sembra non
capirla.
O peggio, interpretare il
continua a pag. IV
convegno pubblico, dove i piccoli amministratori ebolitani
erano assenti. A ridicolizzare
ulteriormente i consiglieri comunali ebolitani (chi è assente
ha sempre torto), ci ha pensato
il papa laico di Sicignano degli
Alburni, il sindaco Alfonso
Amato: “Dateli a me, gli extracomunitari. Li ospiterò a Sicignano. Provo pena e provo
vergogna per i consiglieri comunali ebolitani, quando li
sento parlare di demolizione.
A San Nicola Varco ci sono le
ultime braccia della nostra
agricoltura”. Touchè. Un sindaco leale sa sempre riconoscere i propri errori. E sa anche
chiedere scusa. Melchionda
dovrebbe dire scusa, a nome
della sua pallida e meticcia
maggioranza, ad Anna Grimaldi, che ha vinto la sua battaglia contro il più grande
spreco clientelare nella Piana
del Sele. Dovrebbe chiedere
scusa ad Halim, marocchino
abusivo, che a San Nicola
Varco ci vive, a differenza dei
Soloni ebolitani che non ne conoscono nemmeno la collocazione. Le ultime scuse, il sindaco, le dovrebbe ai giornalisti
che non gli fanno da megafono. Perché non tutta la categoria è disposta a vendersi. Di
fronte la vergognosa speculazione che è stata tentata ma è
miseramente fallita, la verità
ha prevalso. E purtroppo tanti
politici, sindaco in testa, anche
questa volta si trovano sulla
sponda opposta, dalla parte
del torto. Nelle more, chiediamo scusa noi agli extracomunitari di San Nicola Varco, per
la scarsissima classe dirigente
che gestisce il denaro pubblico, in comune. Già abbondantemente sfruttati dai caporali
italiani e marocchini, sulla
pelle dei marocchini è stata
tentata una vergognosa operazione: “una schifezza mai
vista” come detto dalla De Felice in un’assemblea pubblica.
Francesco Faenza
Campagna
IV
continua da pag. III Il Sele
Le Pagelle
segue dalla II de Il Sele
messaggio della De Felice “come
un’intesa che ci è sempre stata” come
dice Luca Sgroia, voto 3, neo assessore alle politiche sociali. Di cicisbei
e corifei del nulla, la maggioranza
era già piena. A Luca Sgroia, un sussulto d’orgoglio non farebbe male.
Partendo dalla verità dei fatti, però.
Che lui conosce. E ora tramortisce.
Partito delle Libertà, redivivo 7: grazie ai rianimatori del Partito Democratico (Polito e Bisogno), il centrodestra ha recuperato smalto a Eboli.
Dal bianco e muto pallore dei primi
11 mesi dell’anno, è arrivato un colpo
di coda a fine 2008. “Porteremo alla
magistratura le carte sulla Eboli Patrimonio. Le affermazioni sul voto di
scambio, effettuate da Polito, sono
troppo gravi” spiega Antonio Corsetto. Anche Tonino Lamanna, in
guerra per la candidatura provinciale con Vincenzo Ippolito, si è scosso
dal torpore: “lasciamo l’aula, c’è una
questione morale da risolvere”. Li
avesse sentiti Berlusconi, da Pescara,
li avrebbe licenziati tutti, i pidiellini
ebolitani. Dopo 11 mesi, però, s’intravede qualcosa. Speriamo che duri,
è la sfida successiva.
Multiservizi e dintorni voto 3: sarà
per il licenziamento dei cristallini
operai assunti in estate. Sarà che cugini e nipoti di assessori sono stati
mandati a casa, tra l’imbarazzo generale. Sarà. Ma la situazione delle
strade, via Ceffato su tutte, peggiora
di giorno in giorno. La statale 19 è
stata riaperta, ma somiglia al formaggio con i buchi. Nei primi 200
metri ci rimetti gli ammortizzatori e
la pazienza. La rotatoria è stata inaugurata, ma sembra il set del film El
Alamein, disfatta italica nella campagna d’Africa. Presenze di topi vengono denunciate da Santa Croce,
feudo di Melchionda, a via Nobile,
strada centralissima.
Non che la Multiservizi sia totalmente inerte. Sono conclusi i lavori
al Palasele, per ospitare il mercato
del Paterno. Ora ci vuole il coraggio
per trasferire le baracche.
E non sarà un’impresa facile.
Francesco Faenza
N°45 29 novembre 2008
Teatro di denuncia
L’incendio di Montesano in Piemonte grazie a Rosaria Zizzo
Lo Spot teatrale “Vite in cenere”, di
cui è autrice e regista la prof. Rosaria Zizzo è stato realizzato con gli
alunni dell’ISIS “E. Corbino” di
Contursi Terme. Rientra nel Progetto “In scena per crescere nella
legalità”. Il testo ha coinvolto gli
studenti su un delicato, drammatico e importante argomento, quello delle “morti bianche”. Prende
come tematica principale l’incidente avvenuto a Montesano sulla
Marcellana il 5 luglio 2006, nel
quale Annamaria Mercadante e
Giovanna Curcio morirono arse
vive mentre lavoravano. Tratta poi
un excursus storico sugli incidenti
avvenuti sui posti di lavoro, a cominciare dall’8 Marzo 1908, quando a New York persero la vita 146
donne di cui 39 italiane. Il testo ab-
Storie
braccia, inoltre, le problematiche
inerenti il lavoro sommerso, lo
sfruttamento dei minori, dei disabili, degli extracomunitari, problemi reali, attuali, che la scuola ha
il compito ed il dovere di trasmettere ai ragazzi. Solo con la conoscenza si possono sconfiggere
l’abuso, l’illegalità, l’usura, la
droga, la delinquenza.
I ragazzi entusiasti hanno socializ-
Quote rosa nel Pd
Donne del Partito Democratico sul piede di guerra:
hanno minacciato di ricorrere ai garanti se non verrà
rispettato il requisito della
parità numerica uomodonna nel direttivo provinciale. Chiedono la parità
anche nelle liste, altrimenti
ricorreranno ancora più in
alto. Non è una bella storia,
sa di ripicche e di ricatto,
ma sa anche di potere maschile.
E i maschietti non gradiscono: “Non possiamo togliere
i maschi per mettere le femmine”.
Osservano. Qualcuno trova
la soluzione: “Aumentiamo
il numero dei membri del
direttivo”.
E poi si chiedono: “Come
andrà a finire con le liste?
Maledette femmine!”
È dalla prima elementare
che non le sopportano proprio. Sono proprio loro,
sono tornate, sono le stesse
che a scuola facevano i compiti ogni giorno senza sbavature e senza errori.
Per alcuni maschi non è
cambiato nulla: da piccole
ricorrevano alla maestra,
adesso al garante. Proprio
adesso che dovrebbero starsene a casa a rassettare e
crescere i figli, ritornano.
Anche il dirigente più illuminato sa che una donna è
meglio tenerla a casa.
Ma quelle ci vogliono stare
per forza e allora invocano
il diritto.
C’è chi non ha dubbi: “È sul
merito che le donne vanno
valutate”.
Le nostre comunità necessitano delle capacità, del merito delle donne. Due domande. Qual è il sesso del
merito? Vale anche per gli
uomini?
Il fatto è che le parole non
sono innocenti, portano valori e giudizi, spesso pregiudizi.
zato, conosciuto avvenimenti, imparato leggi, appreso che tutto ciò
che è illegale contribuisce al peggioramento della società, perché
viola i loro diritti. L’autrice rappresenta una scuola in trincea che, vigile ai bisogni e ai cambiamenti, si
ripropone interattiva, attenta alle
problematiche sociali e culturali
del momento. Con questo dramma così attuale, gli alunni e la scuo-
di Ornella Trotta
Sicuramente
l’espressione “quote rosa”
evoca lacca e belletto, nastri
rosa e telenovelas e allora è
necessario un
appello al senso di responsabilità delle donne, al
senso civico.
Una domanda: possiamo
consentire che ci considerino specie protetta, da difendere ope legis, al di là da
ogni merito e capacità?
Francamente dissento.
Né mi piace pensare alle
quote rosa come al male necessario.
Un partito giovane non può
prescindere dal pensiero
femminile inteso come differenza.
Da qui un invito: autostima
signore, solo un po’ di autostima.
Ornella Trotta
la hanno partecipato finora a diverse manifestazioni “sulla legalità e sulle pari opportunità”, sensibilizzando e coinvolgendo emotivamente i presenti in modo particolare. Il primo spettacolo si è svolto il 6 marzo 2007 nell’Aula
Magna del “Corbino” di Contursi. A questa prima rappresentazione ne sono seguite altre. “Vite in
Cenere” ora è approdato a Torino.
Infatti, giovedì 27 Novembre 2008,
ore 10.30, nell’Auditorium del
Liceo Scientifico “Albert Einstein”
di Via Giovanni Pacini, 28, su iniziativa dell’Assessorato alle Pari
Opportunità della Provincia di Torino, nella persona dell’Assessore
prof. Aurora Tesio, è stato presentato lo spettacolo dagli studenti del
“Corbino” del ridente centro
dell’Alto Sele salernitano. Ad esso
hanno partecipato: Sergio Chiamparirino (Sindaco di Torino), Antonio Saitta (Presidente Provincia di
Torino), Paolo Iennaco (Dirigente
Ufficio Scolastico Provinciale di Torino), Aurora Tesio (Assessore provinciale), Enrico Chiais (Dirigente
Servizio Pari Opportunità), Rosaria Zizzo (ideatrice e referente del
Progetto), Silvio Mastrolia (Delegato del DS prof. Ugo Giorgio Crea
del “Corbino” di Contursi), Luca
Iannuzzi ((Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale di Salerno) ed
Emanuele Ainardi (DS Liceo “Einstein” di Torino) “I progetti servono per coinvolgere i ragazzi in attività extrascolastiche, per far sì che
tra loro si integrino, comunichino
e si conoscano. – Ha dichiarato Rosaria Zizzo - Compito del docente
è quello di promuovere nei giovani una convivenza civile basata sui
valori della solidarietà, della partecipazione responsabile e della
cooperazione. Di creare, attraverso il protagonismo dei giovani, migliori condizioni per un apprendimento efficace in un ampio e organico piano di interventi volto a radicare in essi la cultura della legalità nel rispetto delle regole, poiché
solo attraverso la conoscenza è
possibile evitare i mali peggiori che
si insidiano tra loro”.
Mario Onesti
Alto Sele
N°45 29 novembre 2008
15
CAMPAGNA
dalla prima de Il Sele
Per chiarezza e per la verità. Sul servizio del trasporto scolastico
Da noi sollecitato ed avvicinato, Pierfrancesco D’Ambrosio,
Capogruppo consiliare dei
“Democratici per il futuro”, ci
ha rilasciato, in relazione alla
questione “Servizio Trasporto
Scolastico”, quanto segue: “Il
nostro impegno politico deve
essere caratterizzato dalla chiarezza delle proposte e dalla
coerenza dei comportamenti.
Il nostro agire politico deve
poter essere verificato, sul
campo ed in qualsiasi momento, da ogni cittadino. Secondo
questi principi e con il solo intento di fare chiarezza e non
polemica, è doveroso, da parte
nostra, intervenire nel merito
di quanto affermato, da esponenti della Destra campagnese, circa il Servizio del Trasporto Scolastico”.
Tale Servizio, continua l’ingegnere, “non era disciplinato da
alcun regolamento fino all’insediamento della prima giun-
ta presieduta dal sindaco Biagio Luongo. Infatti, i percorsi
degli scuolabus, e di conseguenza i bambini che potevano usufruirne, venivano definiti nella più completa anarchia dagli amministratori di
turno secondo criteri e logiche
del tutto personali. La prima
amministrazione Luongo si
pose il problema di porre rimedio a quanto accadeva, di
eliminare le tante criticità del
servizio, di regolarizzare i percorsi e di garantire l’assistenza
a bordo”.
Il ragionamento, poi, va avanti così come di seguito riportato: “La formulazione del Regolamento avvenne attraverso
un percorso democratico, che
vide prima impegnate le Commissioni consiliari, competenti in materia, e poi l’intero Consiglio Comunale, che approvò
all’unanimità, nel novembre
2007, le norme per il servizio.
La nuova giunta, appena insediatasi, ha ritenuto opportuno
sviluppare una ulteriore riflessione sul Regolamento, approvato dal Consiglio Comunale,
al fine di renderlo più adeguato alle nuove esigenze. Convinti che ogni decisione deve
essere conseguenza di un percorso democratico, abbiamo
proposto, alcune modifiche al
Regolamento, che sono state
CONTURSI
Il laboratorio Myricae all’auditorium Rai di Napoli
Il 28 novembre p.v. alle ore
21.00 presso l’Auditorium Rai
di Napoli i vincitori della Iª
edizione del “Concorso Internazionale per Cantanti Lirici
Myricae 2008” e i migliori allievi del “Laboratorio Myricae
2008” si esibiranno nel concerto “4 amici a Vienna” accompagnati dalla “Nuova Orchestra Scarlatti” diretta da Daniele Giulio Moles. Verranno
eseguite musiche di Haydn,
Vaňhal, Mozart, Dittelsdorf. Il
soprano Anna Corvino di Nocera Inferiore, tra i migliori allievi del “Laboratorio Myricae”, interpreterà tre arie della
trilogia italiana nata dall’incontro fra la musica di Mozart
e i versi di Da Ponte: “Don
Giovanni”, “Così fan tutte”,
“Le nozze di Figaro”.
Il concerto del 28 rappresenta
la fase conclusiva del “Con-
ratorio, intendiamo promuovere i migliori talenti canori
fornendogli un banco di prova
che non si limita ai palcoscenici territoriali ma che guarda
alla scena internazionale”.
Proservice, Contursi Terme 25
novembre 2008.
corso Internazionale per Cantanti Lirici Myricae 2008” tenutosi dal 30 al 1 ottobre a
Contursi Terme presso il
Grand Hotel Terme Rosapepe.
“L’esibizione all’Auditorium
Rai di Napoli è un passo importante per dare reale visibilità ai vincitori della selezione
avvenuta a settembre” sostiene il patron della manifestazione Lucia Lena Rosapepe,
“ogni anno, attraverso l’istituzione del concorso e del labo-
Anna Corvino giovane soprano di Nocera Inferiore si esibirà in tre arie fra le più belle
opere mozartiane: “Don Giovanni”, “Così fan tutte”, “Le
nozze di Figaro”.
La Corvino, grazie ad una voce
dalla particolari qualità timbriche ed interpretative, è risultata tra le migliori allieve
del “Laboratorio Internazionale per Cantanti Lirici Myricae
2008” svoltosi a Contursi
Terme presso il Grand Hotel
continua a pag. 21
sottoposte prima all’esame
delle Commissioni consiliari e
poi all’intero Consiglio Comunale. Il dibattito ed il confronto che si sono sviluppati tra la
maggioranza e le minoranze
ha consentito di arrivare ad
una condivisone delle proposte e ad un nuovo regolamento, sempre più attento alle reali
esigenze dei cittadini di Campagna. Non è certamente merito di un solo consigliere comunale aver risolto il problema del trasporto scolastico, ma
bisogna dare atto all’intero
consiglio comunale di aver
contribuito alle modifiche e di
aver votato un testo condiviso”.
Questa la conclusione: “Infine,
e non per spirito polemico ma
solo per ristabilire la verità, vogliamo precisare che l’assistenza a bordo degli scuolabus
è un servizio che già la prima
giunta Luongo aveva garantito, quando, rendendosi consapevole del notevole disagio
con il quale viaggiavano i nostri bambini, si attivò immediatamente per ristabilire condizioni di trasporto dignitose.
Nella consapevolezza che il
governo della città deve badare soprattutto alle reali necessità dei cittadini, anche quest’anno, e non certamente per
la pur apprezzabile sollecitazione della destra campagnese, tale Servizio è stato garantito.
Mario Onesti
Il malocchio non
ha fatto effetto
di cittadini – continua Melchionda
- ancora non sensibile rispetto ad
una matura gestione dei rifiuti, il
cui comportamento non può vanificare lo sforzo ed i risultati della
stragrande maggioranza degli ebolitani”. Sulla litoranea, per la verità, le percentuali si invertono. L’indifferenziato raggiunge livelli da
capogiro. Ma lì ci sono gli extracomunitari che non differenziano:
ammesso che abbiano di che differenziare. Quanto all’impianto di
compostaggio, lo scorso 29 ottobre,
in località Fontana del Fico, l’assessore all’Ambiente della Regione Campania Walter Ganapini,
posa della prima pietra per la costruzione dell’impianto di trattamento dei rifiuti organici per ricavarne biogas e fertilizzante. Eboli
oltre ad essere presente ha anche
un primato. Si tratta infatti del
primo degli impianti finanziati
dalla Regione, con integrazione
economica anche del Comune di
Eboli, per risolvere la più grande
lacuna impiantistica del territorio:
il trattamento della frazione umida
dei rifiuti urbani. “Comincia da
Eboli - ha dichiarato l’assessore
Ganapini - la soluzione di un problema che ha visto nei mesi scorsi
il rifiuto organico della Campania
inviato in Calabria, Sicilia o Molise,
a costi altissimi per i comuni virtuosi che avevano avviato la raccolta differenziata di tali rifiuti. Il
primo di almeno dieci impianti con
cui la Regione intende ammodernare definitivamente il proprio
parco impiantistico in tema di rifiuti”. Su quell’area, assicura Melchionda, sorgerà anche un’ isola
ecologica.
Ci sarà lavoro, oltre che una piazzola per lo stoccaggio dei rifiuti ingombranti. In tema di controllo, ai
campani ricordiamo che possono
essere arrestati se abbandonano rifiuti per strada, i lucani, i laziali ed
il resto degli italiani no, l’Ente ha
istituito il Nucleo di “Ispettori Ambientali Comunali”. 72 volontari
che dovranno espletare il servizio
di vigilanza, controllo e accertamento delle sole infrazioni che
comportino l’irrogazione di una
sanzione pecuniaria amministrativa in violazione dei regolamenti
comunali e ordinanze sindacali relativamente alle attività di deposito, gestione, raccolta e smaltimento dei rifiuti al fine di concorrere
alla difesa del suolo, del paesaggio
ed alla tutela dell’ambiente. Così
citava il bando di selezione. Melchionda è contento. La Città ha risposto bene alle sue sollecitazioni.
Il malocchio ebolitano, stavolta,
non ha fatto effetto.
Vincenzo Caputo
Cronache
16
asasasas
Ombre sul progetto
“più Europa”
Il progetto “Più Europa” – ha dichiarato Donato Ciociola, di
Unimpresa Piana del Sele e leader
nazionale dei giovani della medesima organizzazione di rappresentanza degli imprenditori – potrebbe concretizzarsi in una serie
di opere essenziali per lo sviluppo
N°45 29 novembre 2008
Terremoto
Terremoto ‘80 sotto le macerie niente
segue da pag. 7
può consentire alcuna nuova
programmazione”…. E di
fronte alle restrizioni si ragiona
per adeguare la qualità. La Regione sta svolgendo il suo
ruolo”. …“Il piano di rientro
dal deficit della sanità? È un
piano-ponte. Perché, a partire
dal 2009 e ad avvenuta riduzione della spesa, sarà possibile ogni aggiustamento. Quel
che non sarà più possibile è difendere lo status quo. A queste
condizioni tornerà la sanità per
i ricchi e quella per i poveri.
E questo non lo possiamo consentire”. E giustifica la manovra, “non tanto per acquietare
gli animi ma per dare contezza
di una manovra che è tesa più
a rimodulare la «qualità» della
prestazione sanitaria che a perpetuare «quantità» inutili e
dannose per il bilancio regionale”.
Il Governatore Bassolino, parla
di far quadrare i conti ed ha ribadito che: “vanno rispettati
gli obiettivi fissati nel piano di
rientro
(vanno tagliati 750
posti
letto)” e
ha sostenuto che:
“l’impianto complessivo
della riorganizzazione va
mantenuto, perché
con
un
presumibile commissariamento ci saranno
meno risorse ma forse anche
più tagli.
Sono giustificate le proteste nei
territori ma bisogna far quadrare i conti”.
Vallo della Lucania
futuro della città di Battipaglia e
dell’intero comprensorio. Il rischio che si corre è che possa essere concepito nelle stanze di un
commissario prefettizio che poco
tiene conto delle reali esigenze sociali ed economiche della città.
Non vorrei – prosegue Ciociola –
che i circa trenta milioni di euro
destinati alla riqualificazione
della città possano essere spesi,
come si sente dire in questi giorni,
soltanto per la fetta di territorio
cittadino circostante la stazione
ferroviaria discriminando aree
lontane dal centro, le cosiddette
periferie da Belvedere a Taverna,
che oramai sono pienamente integrate nel centro cittadino. Anche
la scelta di fissare a due settimane
soltanto la scadenza del bando
per la selezione del Project Manager di “Più Europa” potrebbe indurre il sospetto che il prefetto voglia fare in fretta per non essere
influenzato nella sua decisione. E’
vero che i governi recenti non
sono stati capace di prendere alcuna decisione su queste progettualità ma non è un motivo valido
per non consultare chi in questa
città ci abiterà e ci lavorerà anche
quando la sua reggenza commissariale sarà finita. Auspico quindi – conclude il presidente Ciociola - che il dott. Noce possa aprire un tavolo di discussione ove
siano coinvolte tutte le realtà civili, politiche ed economiche della
città. Solo dopo questo gesto di rispetto nei confronti della cittadinanza potrà sentirsi pienamente
legittimato a prendere in autonomia le decisioni che riterrà opportune.
Stilisti da scuola sfilano nel Cilento
Dopo il grande successo dello
scorso anno, gli istituti di
moda calcheranno di nuovo la
passerella delle Fiere di Vallo
in occasione della seconda
edizione di “Orange Flowers
Fashion”, il concorso di
moda-sposa e alta moda per
cerimonia che premia la creatività e l’originalità degli studenti iscritti all’ultimo anno
dei corsi design e moda della
Campania. A fare da cornice
al concorso sarà, come da tradizione, “Sposissima 2008”, il
salone dedicato al giorno
delle nozze in programma dal
5 all’8 dicembre nei padiglioni espositivi di Vallo della Lucania (Salerno).
Molto ampia la partecipazione con i 7 istituti in concorso
che provengono da tutta la regione, ovvero l’Istituto superiore Ipia di Ischia Ponte, l’Ipsia Marconi di Vallo della Lucania, l’Isiss di Marcianise, il
Trani di Salerno, l’Ipia Ferrari
di Castellammare di Stabia,
l’Ipia O. Conti di Aversa e
l’Ipia Marconi di Giugliano in
Campania.
L’evento promosso dalle Fiere
di Vallo e dalla Città di Vallo
della Lucania, del resto, ha attirato l’attenzione anche del
Ministero della pubblica istruzione che ha conferito il suo
prestigioso patrocinio, assieme alla Regione Campania.
«È il primo concorso a livello
regionale organizzato su questa tematica – spiega Ida Striano dello staff di Fiere di Vallo
– Nasce per dare risalto alle
scuole tecniche professionali
del settore moda e stimolare
gli studenti allo studio e alla
creatività, incentivando il loro
inserimento nelle attività produttive del settore modasposa.
Ai giovani stilisti diamo l’opportunità di elaborare minicollezioni per il giorno delle
nozze, con abiti da sposa e da
cerimonia che saranno presentati in passerella nel pomeriggio di venerdì 5 dicembre, sotto l’occhio attento di
una giuria tecnica.
Questi studenti spesso hanno
un grande talento ma poche
occasioni per dimostrarlo.
Ecco perché il concorso rappresenta, per loro ma anche
per il nostro territorio, una
grossa opportunità».
Non solo ago, seta e swarosky
per “Orande flowers fashion”,
perché sarà di scena anche
l’offerta turistica locale. In accordo con le strutture ricettive della zona, infatti, allievi e
docenti pernotteranno nel Cilento e ne approfondiranno la
conoscenza storico-artistica e
culturale. In una giornata didattico-formativa faranno visita alla Città di Vallo che
ospita il concorso, con tappa
tecnica al Maf Museo arti femminili, inaugurato di recente
nella cittadina, e al Museo
delle erbe dove personale
esperto li guiderà nella tintura dei tessuti con i colori
estratti dalle piante del Parco
nazionale del Cilento e Vallo
di Diano, come approfondito
dal progetto Interreg IIIC
“Linea parco”.
Nicola Parisi, consigliere provinciale del Pd (ex sindaco di
Buccino), chiama a raccolta i
sindaci di Cilento e Vallo di
Diano parlando di “sanità negata, via dalla Campania, aderiamo alla Basilicata”. E ribadisce ancora: “Abbiamo perso
di vista la centralità della persona, la sua dignità, il rispetto
dei suoi bisogni”. Lo sciopero
di tutto il Golfo di Policastro
del 15 novembre 2008 organizzato dal sindaco di Sapri, è eloquente.
Tutti di sindaci, hanno partecipato alla manifestazione, per
dimostrare la loro rabbia contro il piano sanitario regionale.
Vedere per televisione la manifestazione dello sciopero di
Sapri, con tutti quei sindaci che
protestano, insieme ai loro cittadini, ci si pone in modo legittimo la domanda: è possibile nelle aree interne, coinvolgere il territorio in un messaggio di difesa dei loro diritti e
garantirsi la partecipazione
della gente per ripristinare lo
“Stato di diritto”, poter vivere
in una società a “misura d’uomo”; e ancora, poter esprimere, al di là dei numeri dei cittadini residenti, che la vita, ovvero la “qualità della vita” va
difesa in tutto il territorio dello
Stato?
Far inserire nei provvedimenti normativi anche l’orografia
territoriale, le identità locali, la
difesa della presenza dello
Stato nei paesi, anche se piccoli! Non pensare sempre ai grossi agglomerati urbani come bagaglio inesauribile di voti per
politici e partiti!
Chi può far invertire la tendenza di tutto ciò! S’inverte la
tendenza, solo se si riesce ad
uscire dal torpore in cui si vive
al sud, promuovere il protagonismo della gente del luogo,
assumendo come valore il proprio territorio, in difesa di una
qualità della vita ivi compreso
il diritto alla salute.
“Se ciascuno pensa solo ai propri interessi, il mondo andrà in
rovina”, ha affermato Papa Benedetto XVI nell’Angelus di
Domenica 23 novembre 2008.
Queste sono le ricette per ripristinare la legalità e difendere la vita vissuta. Solo così si
può dare la risposta alla presa
di posizione del consigliere
provinciale Nicola Parisi, di
Buccino, quando parla di: “sanità negata, via dalla Campania, aderiamo alla Basilicata”.
Cosmo Guazzo
Capaccio-Paestum
N°45 29 novembre 2008
17
Il 30novembre scadono i termini per il ravvedimento operoso
E’ possibile rateizzare l’intero importo anche oltre i 24 mesi
La Giunta comunale di Capaccio ha preso atto con una delibera dell’accordo sottoscritto
tra il consorzio albergatori Paestum in e il consorzio dei Lidi
con il quale si concordavano le
seguenti azioni: omissis …
-Di autorizzare, per le motivazioni espresse in premessa, il
Funzionario Responsabile dell’Ufficio Tributi a predisporre
compatibilmente con le norme
vigenti, gli atti preparatori per
l’eventuale passaggio da
TARSU a TIA;
-Impegnarsi a rivedere la tariffe
TARSU per l’anno
2009, nei modi e nelle percentuali compatibili con le esigenze di bilancio, per adeguare al
nuovo il piano per il servizio d
raccolta differenziata;
-Di concedere la massima rateazione in conseguenza delle
richieste di ravvedimento operoso che perverranno, con obbligo di presentazione di po-
lizza fideiussori, assicurativa o
bancaria, per le rateizzazione
di importo superiore ad euro
cinquemila,
-Di assegnare il termine del
30/11/2008 per l’inoltro delle
richieste, al fine di consentire
all’ufficio di poter definire le
domande pervenute entro il
31/12/2008;
-Di attivare un tavolo di concertazione con le categorie interessate per valutare le modifiche volte ai miglioramento
del servizio e alla diminuzione
dell’impostazione tariffaria…
È una spinta forte verso la normalizzazione dei rapporti tra
gli operatori economici e l’amministrazione che è impegnata a dare, finalmente, uno strumento urbanistico dopo vent’anni da quello redatto da
Luigi Airaldi.
Dopotutto, la crisi economica
morde come non mai ed è
tempo di remare tutti nella
stessa direzione di un rilancio
dell’immagine di Paestum che
possa attirare i riflettori, finalmente positivi, su un territorio
che vive d’immagine.
L’importanza dell’accordo è
che si concede ai contribuenti
l’opportunità di mettersi in regola con i versamenti non versati finora con una importate
dilazione (24 mesi ed oltre) tramite il “ravvedimento operoso”. C’è tempo fino al 30 novembre per presentare almeno
la domanda e poi definire i ter-
mini di ogni singola posizione.
Al contrario, nei primi giorni
del mese di Dicembre, potrebbero partire gli atti ingiuntivi
la cui notifica precluderà ogni
altra formula conciliativa.
Ancora più importante il fatto
che per il 2009 è prevista l’istituzione di un tavolo che studi
modalità per arrivare al passaggio dalla Tarsu alla Tia.
Cioè si dovrebbe passare dal
pagamento della tassa per lo
smaltimento dei rifiuti in base
ai metri quadrati, in base al
consumo di ogni singola struttura o nucleo familiare.
Insomma, questo è il momento buono per “ravvedersi” e
per mettersi in regola “capitalizzando” al massimo in termini di dilazioni l’accordo sottoscritto tra le associazioni di
categoria e la giunta Marino.
L’ufficio tributi, è a disposizione per ogni eveneienza.
redAzione
L’OPINIONE
I poveri si sentono troppo ricchi e i ricchi troppo poveri
I poveri, si sa, sono tali perché
svariati motivi.
Per “difetto” congenito, cioè
sono nati tali e il luogo dove
sono venuti al mondo non è
adatto per un’evoluzione positiva delle condizioni economiche, pertanto si lotta solo
per sopravvivere.
Per “eccesso”, cioè si diventa
indigenti per ingordigia del
possedere: “ chi troppo vuole
nulla stringe!
Per “apatia”, cioè si tende a
star fermi difendendo l’esistente ed evitando le occasioni di “crescita2 che costerebbero sacrifici senza garanzia
di risultato. Chi sta fermo e
destinato ad essere superato
da chi è in movimento.
I ricchi, anche questo si sa,
sono tali per altri e svariati
motivi. Comunque simmetrici
a quelli esposti sopra.
Per “eccesso” congenito, cioè
sono nati già ricchi e poco importa se il luogo dove sono
venuti al mondo è un posto
evoluto.
Anzi, più intorno c’è miseria
e più e facile rimanere “padroni” per lungo tempo.
Per “difetto” di mezzi di partenza, e cioè non si accetta di
rimanere nelle condizioni in
cui si è venuti al mondo e si
aggredisce la scala sociale fino
a scalarla senza molti riguardi per chi è già in alto. Tante
volte il “fine giustifica i
mezzi”.
Per “apatia” degli altri, cioè la
società che vive intorno si
siede e ti lascia fare senza
nemmeno girarsi a guardare.
All’improvviso si accorge del
nuovo “padrone” del vapore”
e comincia a chiedersi (solo allora) i motivi di tanto succes-
so…
Oggi siamo nelle condizioni
che i poveri si sentono troppo
ricchi, e ricchi si percepiscono
troppo poveri.
È questo il paradosso.
Chi vorrebbe continuare a scalare la gradinata sociale si percepisce impotente di fronte
alla crisi che attanaglia la società capitalista in cui è cresciuto e oggi gli appare matrigna.
Chi, invece, vede fermarsi la
catena di “S. Antonio” che lo
ha portato, direttamente o indirettamente, a vivere nell’agio più assoluto grazie alla
rendita o al frutto della sua
impresa, è orfano di un sistema che sta crollando pur salvaguardando il suo status.
Stiamo viaggiando in retromarcia verso una società che,
per la prima volta, ha già con-
sumato parte del futuro dei
propri figli e non è in grado di
garantire loro certezze.
In fondo al viale del futuro, si
intravede una società che non
promette niente di buono né
per i poveri né per i ricchi.
I primi stanno già facendo i
conti con la “terza settimana”.
I secondi, i conti li hanno già
fatti, e si sono resi conto che
tornano sotto l’aspetto contabile, ma fanno fatica a quadrare sotto quello sociale.
Dopotutto, quelli che hanno
più margine di migliorare la
propria esistenza sono stati e
saranno sempre i poveri!
Mentre, per i ricchi sarà difficile vivere meglio di come
sono abituati a fare finora:
grandissimi mezzi e possibilità e poco tempo per goderseli…
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18
IN FARMACIA
I farmaci per lo stomaco
non proteggono le ossa
I farmaci “gastroprotettori” cioè gli
inibitori
della
pompa protonica
sono
farmaci
come esomeprazolo (Nexium),
lansoprazolo (Lansox), omeprazolo (Omeprazen) che inibiscono
la secrezione degli acidi gastrici.
Questi farmaci sono efficaci nel
trattamento a breve termine dell’ulcera gastrica e duodenale. Gli
effetti indesiderati degli inibitori
della pompa protonica comprendono disturbi gastrointestinali,
cefalea, vertigine.
Recentemente il risultato di uno
studio clinico ha dimostrato che
la prolungata assunzione di inibitori di pompa protonica aumenta il rischio di fratture di femore.
Gli inibitori di pompa protonica
riducono la produzione di acido
cloridrico e questo interferisce
con l’assorbimento di calcio; il
calcio carbonato, maggior fonte
di calcio assunta con la dieta è
insolubile ad elevati valori di
pH. Sono stati selezionati un totale di oltre 15.000 casi di fratture da osteoporosi correlati a più
di 47.000 controlli.
E’ stata evidenziata una correlazione positiva tra un utilizzo cronico di “farmaci per lo stomaco”
per un periodo superiori di 7
anni e la comparsa di fratture
osteoporotiche; la frattura dell’anca è correlata ad un utilizzo
superiore a 5 anni, mentre l’utilizzo a breve termine di farmaci
non sembra aumentare il rischio
di fratture.
L’associazione tra fratture ed assunzione cronica di farmaci inibitori di pompa è un problema
molto attuale dal momento che si
stanno diffondendo sempre di
più le formulazioni equivalenti,
più accessibili ai pazienti; resta
comunque una quota di pazienti
per i quali una terapia gastroprotettiva a lungo termine si
rende necessaria e per questi
sono necessari altri studi per
chiarire definitivamente come
l’utilizzo cronico di queste sostanze possa alterare il metabolismo osseo.
Quindi potrebbe essere utile l’assunzione di supplementi di calcio negli anziani che devono essere trattati per lunghi periodi di
tempo con inibitori di pompa
protonica oppure, assumere la
dose di gastroprotettori più
bassa utile a controllare i sintomi.
Alberto Di Muria
N°45 29 novembre 2008
Intervista ad Angelo Paladino
I sindaci devono essere più umili e aperti al confronto
Assessore, iniziamo a parlare dell’Osservatorio europeo sul paesaggio, una iniziativa senza precedenti per il Vallo di
Diano.
Quali prospettive e le iniziative?
E’ una iniziativa in ambito europeo che
coinvolge i cittadini d’Europa e noi siamo
in Europa. Occorre guardare sempre più
in là. L’Europa ha già stipulato da anni un
contratto per valorizzare il territorio, visto
come una grande risorsa da sfruttare e da
tutelare, e valorizzare con un proficuo ritorno turistico. Noi siamo inseriti in questo filone europeo e siamo stati i primi in
Italia ad averlo accolto e realizzato ma
non siamo da soli, l’abbiamo costruito con
una serie di rapporti con Arco Latino e le
province che si affacciano sul Mediterraneo. E in Certosa a Padula abbiamo inaugurato questa nuova realtà.
Tecnicamente come si articola l’osservatorio nel Vallo di Diano?
Questo strumento ha una sede diplomatica di rappresentanza presso la Certosa
di Padula, sito internazionale dell’Unesco
dal valore inestimabile ma la sede operativa è presso la Grancia di Sala Consilina
che è anch’esso un monumento storico di
grande rilievo dalla superficie sufficiente
dove ci lavorano ragazzi dall’alta professionalità che guardano al territorio com’era, com’è e come si evolve. Un controllo che considera il paesaggio a 360°
fatto di tante cose belle e brutte che magari vanno rimodulate. E’ un’occasione
per alta formazione professionale attraverso l’ISPA così avremo sempre più professionisti in giro. Uno strumento per dire
alla politica come applicare al meglio i diversi piani regolatori i piani urbanistici e
i piani di sviluppo così tanto citati. Tutto
ciò nel rispetto del paesaggio e nella valorizzazione del territorio.
Allora cos’è il paesaggio per l’assessore
all’ambiente?
Il patrimonio paesaggistico è la più grande struttura meridionale italiana che dobbiamo sfruttare in termini turistici e culturali. Se ci riusciremo, risponderemo al
100% alle esigenze dei turisti che vogliono vedere le cose belle. In breve avremo
raggiunto importanti obiettivi. Dal momento che si è trasformata l’esigenza stessa del turista sfruttiamo ancora di più il
meridione d’Italia, nel quale ci troviamo
perché è veramente senza precedenti.
L’osservatorio è anche questo: valorizziamo le nostre bellezze per attrarre turisti.
Cambiamo argomento. Parliamo adesso
di rifiuti e della emergenza rifiuti così
tanto alla ribalta fino a qualche mese fa.
Si sente di dire che è definitivamente archiviata questa fase?
La situazione non si è evoluta ma certo
non c’è più la pressione che vivevamo fino
a qualche mese fa ma il problema parte
da Napoli e da qui nelle altre province,
senza voler fare campanilismo. Il fatto che
a Napoli non c’è una discarica e non si fa
la raccolta differenziata, sono cose che aggravano il problema delle altre province.
Noi ancora oggi riceviamo i rifiuti da Na-
poli, e in quantità esagerata. Se Napoli
non fa raccolta differenziata non possiamo pretendere di risolvere il problema
nemmeno con l’aiuto della provincia e
della regione o di altri enti. A Napoli i rifiuti ci sono e sono visibili soprattutto
nella periferia ma anche lungo le strade,
se Napoli città e provincia non fanno raccolta differenziata e non hanno una discarica, vivremo sempre sotto allarme.
Qual è invece la situazione a Salerno?
Con notevoli sforzi, nella provincia di Salerno siamo riusciti a smaltire il 30% dei rifiuti. Salerno città ha avviato la raccolta
differenziata e per fine anno dovremmo
arrivare al 40%. Ma in una regione come
la Campania dove il 50% non viene ancora trattato, è poca cosa citare altri dati; bisogna spingere affinché altre province
come Napoli si adeguino a ritmi differenti se vogliono azzerare l’emergenza rifiuti. A proposito di ambiente, chiariamo
cosa è una centrale a biomassa ad Atena
Lucana, così tanto discussa a causa di
eventuali rischi per la salute dell’uomo.
Ma prima spieghiamo cosa si intende per
biomassa. Vorrei essere chiaro. Le biomasse non vanno criminalizzate, le biomasse sono materia riciclata e riciclabile,
si parla di sfaccio di sottobosco di culture
agricole che possono essere trasformate in
energia. Biomasse è anche la parte biologica del rifiuto, anche l’umido che può essere utilizzata per la centrale a biomassa.
Se si parla di produzione di una pura e
semplice produzione di energia, cosa costituisce un problema?
Se la centrale a biomassa, secondo l’ultima
legge del 2008, è questione di sviluppo è
anche questione per incenerire e bruciare
materiale biologico. Se è occasione di sviluppo significa che intorno la centrale a
biomassa si vanno a puntare attività economica che valgono ad utilizzare il sottobosco, messa a cultura di prodotti biologici che producono energia come girasoli, barbabietole o zucche che hanno note
capacità calorica. Tutto questo secondo
legge deve avvenire in 70 km dalla centrale. Se tutto questo avviene, e verifichiamo che c’è produzione di biomasse in
loco la centrale stessa diventa tassello di
sviluppo locale e la legge dice che ci può
essere ulteriore vantaggio dalla tariffa
agevolata.
Insomma, a cosa serve l’impianto a biomassa?
Serve a bruciare e produrre energia ma se
si importa la materia prima da zone più
lontane di 70 km, dall’Italia o dall’estero,
allora bisogna andare con cautela per due
motivi: nel bilancio ambientale fornire e
trasportare per centinaia di chilometri
questa roba significa consumare petrolio e
immettere CO2 nell’ambiente e dal punto
di vista ambientale il lavoro viene compensato negativamente da tutto questo
consumo; poi c’è un problema di controllo che proviene dalla combustione. Se proviene da Sala Consilina, Sicignano, Polla
Golfo di Policastro riusciamo a controllarlo, ma se il medesimo materiale ci proviene da zone lontane il controllo diviene
difficile.
Da cosa nascono le preoccupazioni dei
cittadini?
Proprio da qui nascono le preoccupazioni
dei cittadini che vogliono sapere quali rischi correrebbero ad avere un simile impianto a due passi da casa, perché comunque parliamo di inceneritore. Sindaci e amministratori locali devono pertanto discutere al meglio di questo progetto
così ambizioso che riguarda l’intero comprensorio ma che in primis il comune di
Atena Lucana intende realizzare. E’
tempo allora che si faccia una buona e trasparente informazione.
Il Vallo di Diano si sta organizzando in
vista delle prossime elezioni amministrative. Qual è la situazione che si respira nel
partito democratico
Mi pare che la situazione attuale rifletta
in toto la nascita del PD, una nascita frettolosa perché in fretta e senza preavviso
è caduto il Governo Prodi. Questa repentina caduta del Governo ha complicato le
vicende e non ha dato modo di riorganizzarsi. La sconfitta elettorale ha complicato insomma ancora più il tutto.
Cosa vede nella politica locale?
Vedo molto protagonismo, esibizionismo,
arroganza o a volte anche delirio di onnipotenza da parte di molti amici del partito. Non vedo in itinere grandi iniziative e
quando si cerca di concretizzare ognuno
segue una linea di pensiero tutta personale. Gli amministratori del Partito Democratico non sono affatto coesi e compatti. Spero tuttavia che questa difficoltà
venga risolta quanto prima o perlomeno
in tempo per le candidature della prossima primavera.
Candidato ad occupare la poltrona da
primo cittadino cosa dovrebbe fare allora per convincere gli elettori a votarlo per
realizzare progetti sempre più importanti e di interesse collettivo?
Molti sindaci li vedo determinati da questo sistema di voto, sono molto autoreferenziati e hanno la presunzione che possono fare da soli tutto tralasciando così il
seppur giusto confronto. Si opera molto
in giunta e poco in consiglio e dunque c’è
poco confronto ancora una volta. Un fatto
molto grave. A mio avviso ci vorrebbe
molta più umiltà, più disponibilità al colloquio e al confronto con le assemblee
elettive e con i cittadini. Il metodo della
partecipazione deve essere sempre assicurato, poi segue tutto il resto.
Antonella Citro
Diano
N°45 29 novembre 2008
19
Un’associazione per la sicurezza dei giovani
Sassano
Nella “Stanza di Giò” si incontrano genitori e figli
Sabato 22 novembre presso l’aula magna
delle scuole elementari di Sala Consilina
si è tenuta la presentazione ufficiale dell’Associazione “La Stanza di Giò”.
“Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”, con questa frase di San Francesco
d’Assisi, l’Associazione nata dal bisogno
di sopravvivere al dolore dedicandosi al
bene comune dichiara di essere al servizio delle famiglie colpite dalla perdita
prematura degli affetti più forti, in contesti sociali difficili, dove alla sofferenza
e al dolore si aggiunge il peso della difficoltà economica e dell’isolamento sociale.
“Per poter raggiungere questo obiettivo
è necessaria la collaborazione di persone volenterose che si associno - dicono
gli ideatori i coniugi Cafaro - e diventino parte integrante per non dimenticare
mai”. L’associazione vuole trovare una
risposta ai tanti perché e condividere insieme la situazione della vita per cambiare il dolore in amore da donare, da
dividere, da incarnare ancora per continuare ad amare.
“Tanti i progetti in laboratorio- spiegano- che hanno lo scopo fondamentale
quello di far capire che superare il lutto
non vuol dire dimenticare i nostri cari,
anzi: recuperare benessere fisico ci con-
sentirà di ricordarli meglio, di narrare la
loro storia, di farci portatori dei loro valori. Ora che loro non possono più farloFondamentale è individuare i bisogni
specifici delle famiglie in lutto fornendo
un aiuto per progettare di avviarne un
superamento”. Il progetto Il gioco della
vita si inserisce nell’Educazione alla
Convivenza civile e in alcuni degli ambiti che la compongono: educazione
stradale e ambientale, alla salute, alla cittadinanza, all’affettività e alle emozioni.
Lo scopo è quello di presentare il rispetto delle regole non come una imposizione arbitraria, ma come un comportamento responsabile, necessario per tutelare la vita, la salute e il benessere pro-
prio e degli altri.
Le finalità sono: riconoscere nel vigile
una persona amica, riconoscere con sicurezza la direzione destra e sinistra, riconoscere i segnali del semaforo, conoscere i pericoli e le fonti del rischio stradale e individuare alcuni dei più comuni segnali stradali. Insomma, ‘Metti in
moto la sicurezza’ è un progetto stradale e comportamentale per gli alunni
delle scuole secondarie di primo grado
e per il I e II anno delle scuole secondarie di secondo grado.
Il progetto ‘Non buttare la tua vita…lità’
è volto a insegnare a guidare con sicurezza ma con oculatezza autoveicoli e
moto evitando le problematiche legate
alla movida notturna per i ragazzi del
III, IV e V anno delle scuole secondarie
di II grado.
L’orientamento del progetto è di creare
situazioni educative nell’ambito dei luoghi di istruzione, insegnando appunto
ai giovani a divertirsi senza eccedere.
Verrà allestito un parco giochi e zona attrezzata per ragazzi e raccolta e distribuzione dei beni di prima necessità per
famiglie in difficoltà. E durante il convegno ‘Genitori e figli: un rapporto difficile! Di chi è la colpa?’ sono state affrontate problematiche esistenziali dei
giovani e dei genitori.
“Buon sangue non mente” è il titolo dell’iniziativa voluta dalla Cooperativa sociale “La
Maieutica” di Sassano per contribuire alla divulgazione di informazioni sulle malattie più
importanti legate al sangue. Dal 20 novembre
sono partiti i tre giorni dedicati alla buona informazioni e alla raccolta di schede nominative da sottoporre ad un’équipe di esperti in
ematologia. Una manifestazione che si è conclusa sabato con il convegno incentrato sulla
conoscenza di leucemie e linfomi, un momento di dialogo e di confronto per spiegare
l’importanza della prevenzione e della lotta
alle malattie.
Il presidente della cooperativa, Gaetano
Spano, è riuscito nell’intento di riunire esperti di ematologia, personalità di spicco del
Vallo e la cittadinanza attorno ad un tavolo di
AntoCi
Il judo di San Pietro
alle pendici dell’Etna
La Palestra New kodokan di San Pietro
al Tanagro continua
ad avere grandi soddisfazioni negli sport cosiddetti “minori” infatti, dopo aver
conquistato diverse medaglie mondiali nel Pancrazio Athlima, adesso si concentra nel Judo internazionale, conquistando, un ottimo 5° posto nella classifica generale, alla V edizione del torneo internazionale “alle pendici dell’Etna” svoltosi
a Catania il 22 e 23 novembre c.a.
Buoni i risultati individuali dei judoka, tutti del Vallo di Diano,
che hanno conquistato ben 3 medaglie d’oro, con gli atleti
Buon sangue
non mente!
Amendola Vincenza, Spagna Arnaldo e Carpentieri Francesca, 5 medaglie d’argento con gli atleti Ritorto Cristian, Carpentieri Davide, Marmo Antonio, Tierno Gianpiero e Giuliano Luigi e 5 medaglie di bronzo,con gli atleti Salvitelli Adriana, Grimaldi Riccardo, Paparello Giuseppe, Ferramosca Antonio e Azzeo Dario.
Da mettere in evidenza anche i diversi 5^ e 7^ posti, i quali
anche non ottenendo medaglie hanno vinto almeno un’incontro e contribuito a portare punti nella classifica generale.
<<Sono soddisfatto - afferma il tecnico Pietro Amendola- visto
l’alto livello della manifestazione, l’elevato numero di società partecipanti e le buone prestazioni dei miei atleti>>.
Auguri
Per Elisa
Con queste poche righe voglio esprimere un augurio particolare a Elisabetta Desiderio per le sue cinquanta primavere, di cui ben oltre la
metà trascorse al fianco dell’amato marito Vincenzo Monzo, consigliere
comunale di Capaccio nonché mio amico di lungo corso. Giovedì 20
Novembre, stretti intorno ad Elisa in una piacevole serata autunnale,
l’abbiamo festeggiata presso il prestigioso Lido Mediterraneo di Leopoldo Marandino, godendo dell’alta cucina degli chef dell’Hotel Cerere
e della buona musica del Maestro Marcello Ferrante di Salerno. Cara
Elisa, circondata dall’affetto dei familiari e degli amici, ti ho scoperta
con gli occhi lucidi di commozione per aver colto il fiore che Enzo, alla presenza di tante persone care, ha voluto offrirti come ennesima
prova d’amore. E noi, amici del volontariato, memori del tuo impegno nel campo del sociale, ci associamo alla tua felicità augurandoti
di continuare ancora, per tantissime altre primavere, la missione che negli ultimi anni ti ha completamente assorbita e che, soprattutto,
hai scelto per Amore: quella di madre dolce che si spende nel dono di sé per i suoi figli. Auguri, Elisa, ti vogliamo bene.
Maria Pina Rotondo
discussione per dare un forte segnale di attenzione verso queste problematiche sempre
più vicine ai problemi quotidiani.
Molto incisivo l’intervento della dottoressa
Elisa Focarile, responsabile ambulatorio di
ematologia nell’ospedale di Sant’Arsenio, che
ha illustrato i sintomi più comuni e le cure
messe in campo oggi dalla medicina per fronteggiare le varie forme di leucemia e di linfomi. Dal suo pacato tecnicismo alle parole
di denuncia del dottor Francesco Ricciuti,
presidente AIL di Potenza, parole che volevano essere uno spunto per riflettere sulla sanità italiana e sull’importanza di investire in
nuove risorse, anche attraverso il sostegno del
privato.
Un plauso alla crescente attenzione della
gente alla prevenzione è arrivata dal dottor
Demetrio De Luca, che ha sottolineato con
piacere la maggiore richiesta delle analisi del
sangue e la partecipazione attiva ad iniziative come questa.
La parte conclusiva del convegno ha invece
visto l’invio di chi rappresenta le istituzioni
ad una donazione del sangue assidua, come
ha sottolineato il consigliere regionale Donato Pica, che ha proseguito evidenziando
l’importanza di investire in strutture capaci
di dare risposte più tempestive alle svariate
malattie che affliggono i nostri tempi, “malattie che si legano al degrado ambientale e
alla scarsa attenzione nel mangiare sano.”
Sulla stessa scia ha proseguito il dottor Donato De Santis, direttore del Servizio Trasfusionale del plesso ospedaliero di Polla ricordando che “il sangue è amico e non dobbiamo ricordarcene solo quando lo vediamo
sgorgare”.
“L’elogio al crescente attivismo della comunità valdianese” è arrivato dal Vescovo della
Diocesi Teggiano Policastro, Angelo Spinillo,
che ha regalato parole di incoraggiamento a
quanti prendono iniziative come questa, un
invito quindi a proseguire in questa direzione perché la cittadinanza sia sempre parte attiva.
Tania Tamburro
N°44 22 novembre 2008
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Cultura
N°44 22 novembre 2008
Il cordoglio
21
CONTURSI
Lettera postuma a Franco Nico
E’ venuto a mancare Franco Nico,
morto, in un tragico incidente
stradale, sotto la Galleria Vittoria
a Napoli. Con lui se ne va un pezzo
di Napoli, e non solo, un artista
poliedrico: operatore culturale, impresario teatrale (la “sua” creatura”, il San Carluccio nel quartiere
di Chiaia, sta a testimoniarlo),musicista dotato di straordinaria sensibilità creativa, amante della
buona letteratura ed amico dei
poeti.
Caro Franco,
attaccai la cornetta al termine
di una drammatica ed agghiacciante telefonata con tuo
figlio Egidio e, per un insopprimibile impulso interiore e
con una comprensibile velatura di pianto, canticchiai a più
riprese “Chesta è la terra mia”
e “Popule meus”, due delle tue
più belle composizioni con cui
avevi rivestito di melodia le
mie poesie. Lo feci per un bisogno di riaffermare il trionfo
della vita sulla morte e l’eternità dell’arte, che osa oltre lo
spazio ed il tempo terreni.
Poi si azionò la moviola della
memoria ad illuminare, ad intermittenza, fotogrammi di 30
anni di vita.
Ti conobbi a Roma, al “mio”
Teatro Tordinona, dove, nel
1980, mettevi in scena “Il principe Antonio De Curtis in arte
Totò”, con Pina tua compagna
di vita e di arte, che la faceva
da regina con la voce che da
sola valeva una intera orchestra. Scoppiò immediata e
spontanea la simpatia, che si
irrobustì in amicizia fraterna e
leale e generò un “sodalizio”
di collaborazione con frutti pastosi nel segno della sinergia
musica/poesia. Ed io sono diventato il tuo poeta e tu il mio
musicista fino a qualche giorno prima della tragedia, quando telefonicamente mi accennavi, con l’entusiasmo di sempre, ai motivi ad esaltazione di
alcuni versi tratti dalla mia ultima raccolta in dialetto cilentano “Me manca lo paese”. E
sono riandato con la memoria
ai tanti successi che ci hanno
visti in giro per l’Italia e per
l’Europa, zingari di sogni, a
dare carne di voce al grido di
speranza delle nostre terre del
Sud, con i versi miei, certamente, ma soprattutto con
quelli dei grandi Totò ed
Eduardo, e in seguito, su mio
stimolo, di Quasimodo e Montale, Gatto e Scotellaro e del
comune amico Peppino Iuliano.
E ti ho rivisto accendere fuochi
di cultura nella tua Napoli, che
con te non è stata sempre generosa, e dal tuo teatro, in scorribande allegre per il “mio” Cilento, dove, nelle piazze affollate, Pina fecondava di entusiasmo i cuori della gente,
nella cornice straordinariamente bella della
Costa di Amalfi, nella malia
dei colori e dei profumi, intonare con un filo di voce la tenera e struggente “Tenive
l’uocchi ‘e cielo”, nella verde
Irpinia, dove ci accoglieva
Peppino Iuliano con il cuore di
poeta caldo di amicizia e generoso di ospitalità.
E mi risuona ancora negli orecchi e mi perfora il cuore la tua
risata fragorosa di simpatico
guascone innamorato della
vita.
Ora la tua voce tace, il cuore ha
cessato di pulsare emozioni, il
sangue si è ossificato nelle
vene. Ed io sono qui a balbettare il mio vocabolario di dolore, a sillabarti il mio dono di
parole, l’unico di cui dispone
ed è capace un poeta. E ti figuro nell’invisibile dell’aldilà,
dove, se c’è un teatro, tu di
certo ne occupi il proscenio
con la tua “compagna” chitarra a cantare Napoli e la Costiera, il Cilento e l’Irpinia con
spettatori di eccezione: la maschera dinoccolata di Totò, la
smorfia amara di Eduardo, le
pause malinconiche di Massimo Troisi.
Conservami un posto. Io continuerò a scrivere versi e te li
porterò, prima o poi, e continueremo insieme l’avventura
creativa per l’eternità.
Ciao, Amico e Maestro di sogni
e di poesia.
Peppino Liuccio
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Il laboratorio Myricae all’auditorium
Rai di Napoli
La commissione esaminatrice del concorso
segue da pag. 15
Terme Rosapepe dal 2 al 9 ottobre. Inizia lo studio del canto a
soli 17 anni e si diploma col
massimo dei voti e la lode presso il conservatorio “G. Martucci” di Salerno. È stata vincitrice
di vari concorsi nazionali e internazionali, nel marzo 2008, ha
interpretato il ruolo di Lauretta
con cui ha debuttato al teatro
“A. Bonci”di Cesena per poi
vincere, in giugno il ruolo di
Norina nell’opera “Don Pasquale” di G. Donizzetti al “Teatro di Benevento”. Da settembre
frequenta la “Scuola dell’Opera” del teatro comunale di Bologna e concilia la carriera lirica
con la formazione universitaria
presso la facoltà di “Scienze
della formazione” di Salerno. A
lei abbiamo posto alcune domande:
Che esperienza le trasmesso la
partecipazione al “Laboratorio
Internazionale per Cantanti Lirici Myricae 2008”?
“Partecipare al Laboratorio lirico Myricae 2008 tenutosi a Contursi Terme è stata una bellissima esperienza che mi dato l’opportunità di conoscere tre mae-
stri di grande esperienza quali
Lella Cuberli, Thea Carcavallo e
Daniele Giulio Moles che dirigerà la Nuova Orchestra Scarlatti che mi accompagnerà nell’esibizione del 28 novembre
presso l’Auditorium Rai di Napoli”.
Come si prepara al debutto a
Napoli?
“Studio. Mozart è sempre difficile e l’Auditorium Rai è un palcoscenico importante.
L’emozione ci sarà sempre.
Però la Nuova orchestra Scarlatti mi rassicura e per ora sono
tranquilla”.
Cosa consiglia a chi come lei intende iniziare la carriera nel
mondo della lirica?
“A tutti coloro che stanno per
iniziare consiglio di studiare,
studiare, studiare ed abituarsi a
fare la vita dello zingaro.
Il “Laboratorio per cantanti lirici Myicae 2008” che a Contursi
Terme mi ha dato l’opportunità
di professionalizzarmi senza allontanarmi dalla mia famiglia e
di esibirmi su di un palcoscenico importante come l’Auditorium Rai di Napoli sotto gli
occhi delle persone a me care”.
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I N V E N D I TA
A ROCCADASPIDE
La Banca di Credito Cooperativo di Aquara scrl, mette in vendita, al miglior offerente, un immobile di sua proprietà così come
descritto: appartamento in Roccadaspide di mq 122+17,60 alla
località Doglie, sulla via Provinciale n°4, composto da quattro
vani, cucina, retro cucina, bagno e corridoio, locale terreno per
deposito di mq 54,60; confinante con strada provinciale e cortile del fabbricato. in N.C.E.U. al fol.2 p.lla 425/3. Gli interessati
dovranno far pervenire per iscritto a qualsiasi delle filiali della
Banca, “l’offerta di acquisto” non inferiore a € 85,000,00.
Per info Alfredo Fauceglia 0828 962755
N°45 29 novembre 2008
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Dalla Cina al Cilento e Diano passando
per la Borsa Archeologica di Paestum
VOLO
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* 1 - Lunedì, 2 - Martedì, 3 - Mercoledì, 4 - Giovedì, 5 - Venerdì, 6 - Sabato, 7 - Domenica
Codice IATA
QSR
NAP
MXP
TRN
VRN
CTA
BCN
BBU
MUC
LWO
AEROPORTO
Salerno “Costa d’Amalfi”
Napoli “Capodichino”
Milano “Malpensa”
Torino “Caselle”
Verona “Villafranca”
Catania “Fontanarossa”
Barcellona “El Prat”
Bucarest “Baneasa”
Monaco di Baviera
Lviv “Snilow
segue dalla prima
Poco dopo, gli ospiti cinesi
sono stati deliziati con un assaggio di prodotti alimentari
prodotti nell’azienda: mozzarella fresca, quella affumicata,
dal caciocavallo fresco a quello stagionato, dalla ricotta a un
formaggio a base di yogurt,
dall’olio e pane casereccio al
vino rosso.
Sono circa le 11,00 quando i cinesi vengono guidati a Prignano Cilento dai Viticoltori De
Conciliis a dare una scorsa all’affermata cantina. Ad accoglierli Giovanni che propone
loro un brindisi nella tradizionale taverna, con il loro Selim,
il primo spumante a base di
aglianico: gan bei! Salute! La
carovana è di nuovo in marcia
alla volta di Capaccio Capoluogo. In auto, di ritorno, si
passa per Agropoli, centro storico e porto. Arrivati a Capaccio, dal centro storico a piedi si
raggiunge l’Hotel Excelsior. Il
cielo è terso e il panorama è dei
migliori. Ad attenderci il marchese Ercole, titolare dell’hotel,
mostra ai buyers il panorama e
la struttura. Poi viene offerto
un aperitivo.
Nel pomeriggio si va a Napoli.
Arriviamo via autostrada, è il
caos. I cinesi, abituati alle alte
densità di popolazione rimangono comunque stupiti dalla
disorganizzazione della capitale partenopea. Con Mariella
come guida si mettono in cammino visitando Spaccanapoli,
Chiesa di Santa Chiara, San
Gregorio Armeno, Piazza
Dante, Via Roma, Piazza Plebiscito. Si fa velocemente ora di
cena. Pizza e vino della casa al
primo ristorante che ispira fiducia e si è di ritorno verso
Paestum. I Cinesi apprezzano
che Napoli, Salerno e Paestum
siano ben collegate con i mezzi
pubblici.
Martedì la partenza è fissata
per le 9,30. Prima destinazione
Sapri. Alla guida Luciano della
Curcioviaggi, come navigatore
il “marchese” Migler. Circa
un’ora per arrivare a Sapri.
Una passeggiata sul lungomare, un po’ di storia e siamo in
partenza per Scario dove i Cinesi ammirano altri scorci del
suggestivo Golfo di Policastro.
A pranzo ci attendono all’agriturismo Il Forno Antico, dove
viene presentata la struttura
immersa nella campagna e preparato un pranzo tradizionale
con piatti tipici e prodotti caserecci, una costante del tour con
i cinesi. Il pomeriggio a stomaco pieno si riparte per Palinuro
che dista circa 6 km dove si fa
un breve tour senza scendere
dall’auto. La sera non può
mancare un po’ di movida
nella ridente Capaccio Scalo.
Il tirreno Cilento in contrasto
Le Trabe in Capo di Fiume di
Paestum, dove il presidente del
Consorzio, Bartolo Scandizzo e
tutti coloro che si sono adoperati per rendere il soggiorno
degli ospiti orientali il più profittevole possibile, si sono
scambiati i contatti e le propo-
con la caotica Napoli ha sortito
l’effetto (slow) desiderato; il
terzo giorno siamo diretti nel
Vallo di Diano. Le grotte dell’Angelo a Pertosa sono la
prima tappa. La bocca della
spelonca ci inghiotte e arriva la
guida dall’oscurità in piedi su
un battello che scivola sul letto
del fiume che fluisce dalla caverna. 16° nell’aria costanti
estate e inverno, notte e giorno.
Stalattiti e stalagmiti, giochi di
luci fatti con i led, luce fredda
ad altissimo risparmio energetico e rispetto della vita biologica della grotta. Pipistrelli dormienti, silenzio e buio profondo e tutta la fantasia nel riconoscere nelle sculture create
dall’acqua, il calcare e il tempo.
Dall’opera della natura all’opera dell’uomo: la Certosa di
Padula, una dei due soli esemplari d’Europa e del Mondo. Ci
aspetta una giovane donna che
con ironia e ilarità racconta di
ambienti architettonici e di atmosfere della storia che ne ha
fatto un gioiello della nostra
terra.
A pranzo si è ospiti a Hotel
Villa Consilinum, nel centro
storico di Padula da cui si ammira tutto il Vallo di Diano e di
fronte si erge mastodontico il
Monte Cervati. Il pranzo, a
base di prodotti biologici o raccolti in montagna, innaffiato
dal vino rosso della casa ha deliziato e inebriato ancora una
volta gli animi degli ospiti cinesi. Nel pomeriggio, prima di
rientrare a Paestum, si visita
brevemente l’eremo di San Michele alle Grottelle ed ammiriamo il tramonto che imbrunisce alle spalle della montagna
che lo custodisce.
L’ultima tappa del tour cinese è
ste commerciali, augurandosi
il miglior scambio turistico
possibile.
In alto sospeso e lucente il Santuario della Madonna del Granato. Tutt’intorno rampolla la
sorgente di un fiume di acqua
salmastra si staglia una colonna resto di un tempio dedicato
ad Hera Argiva, dea della fertilità ed abbondanza. Mai la
Cina è stata più vicina alla nostra terra!
Giuseppe Scandizzo
Tel 0828.720114
Fax 0828.720859
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url: www.unicosettimanale.it
Direttore Responsabile
Bartolo Scandizzo
Condirettore
Oreste Mottola
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N°45 29 novembre 2008
Gastronomia
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VIAGGI E ASSAGGI
Gusto cilentano e ospitalità alla “Panoramica” di Giungano
In questa tappa, alla ricerca dei
nostri sapori e delle nostre cose
belle, sono a Giungano. Il paese
è piccolo, poco più di 1000 abitanti, ed è situato ai confini del
Comune di Capaccio. Chi ha visitato il centro storico, rimasto
quasi intatto, ricorda bene
come l’insieme mostra tutta la
bellezza architettonica del Medioevo, dei Palazzi Signorili e
dei portali. Qui, ogni anno ad
agosto, si svolge la festa dell’antica Pizza Cilentana, organizzata dall’associazione “Cilentum Pizza”. Il paese viene
addobbato con tante piante,
fiaccole e bracieri e, utilizzando
9 forni antichi già esistenti nelle
case gentilizie, vengono riaperti antichi portoni. Alla festa partecipa tutto il paese, più di 200
collaboratori, dai bambini delle
scuole elementari che fanno
giochi antichi, alle persone anziane che riproducono i mestieri di una volta. Per l’occasione c’è tanta musica, anche
itinerante, e tanta allegria.
Viene promosso il prodotto
pizza cilentana in tutta la sua filiera dalla farina al cacio ricotta
di capra stagionato. Questa introduzione è dovuta al fatto che
il ristorante che ho visitato, La
Panoramica di Giungano, è gestito da Pietro Manganelli
(nella foto) che è uno dei promotori di questa festa ed è il
presidente dell’associazione
“Cilentum Pizza”, quindi un
personaggio che tiene molto
alla valorizzazione dei nostri
prodotti e della nostra gastronomia. Per arrivare alla “Panoramica”, venendo da Capaccio
Scalo, si esce all’ultima uscita di
Paestum, si prosegue verso
Ogliastro e dopo poco più di un
Km, sulla sinistra, c’è il bivio
per Giungano. Qualche km
prima di giungere in paese, c’è
l’indicazione di svoltare a sinistra, poche centinaia di metri e
si arriva. Qui, in un ambiente
salubre, tra uliveti secolari, ai
piedi di una montagna che
sembra essere uscita da un pae-
dopo aver letto tutto questo,
avete voglia di andarci anche
voi. Ricordatevi che il locale è
aperto solo la sera, a pranzo
solo la domenica ed è chiuso il
martedì.
Ristorante “La Panoramica”,
Contrada Gaudo, 84050 Giungano (SA). Tel. 0828.880495.
Voto 74/100.
Diodato Buonora
La ricetta
saggio alpino, e con una vista
che, secondo me, è una delle
più belle che il Cilento possa offrire, c’è il ristorante. Prima di
entrare si attraversa la terrazza
che viene usata d’estate. All’ingresso c’è un piccolo bar sulla
sinistra e di fronte una stanzetta dove c’è il forno. A destra
due salette comunicanti, la seconda con un bel camino acceso e, in fondo, una sala più
grande che generalmente è destinata alle piccole cerimonie. Il
locale è semplice, non impegnativo, ma curato nei piccoli
dettagli. Le sedie, anche se impagliate, portano un comodo
cuscino, le tovaglie e i tovaglioli sono color panna, i coprimacchia sono a grandi quadri di colori vivaci, i bicchieri sono quelli giusti per bere il vino di qualità. A cercare un difetto: le posate e i piatti sono da migliorare. Noi ci siamo seduti, naturalmente, in quella dov’è il camino. A riceverci c’era Pietro
che con il suo “savoir faire” faceva intuire la sua voglia di
dare ospitalità. Cosa che faceva
sistematicamente con tutti e
non solo con noi che siamo stati
riconosciuti. Per la cena abbiamo lasciato fare ed ecco che ci
arriva l’antipasto della casa,
tante cosette sfiziose che cambiano a seconda del periodo e
della disponibilità del prodotto. Nel nostro c’era: un rustico
farcito con salumi e formaggi,
crema di ceci di Cicerale con
crostini, bruschetta con olio novello (produzione propria), patate al forno cotte intere con la
buccia, spaccate e condite con
olio, carciofi gratinati, verza farcita, melanzane imbottite (tagliate a fette tonde e farcite),
cacio ricotta di capra con marmellata di fichi, salsiccia, soppressata di Gioi, pecorino stagionato e una fetta di pizza cilentana che ci ha fatto risentire
profumi e sapori dimenticati.
Francamente, avrei potuto già
fermarmi, ma quando sono a
tavola ricordo sempre quel
detto che sentivo da bambino:
“a tavola non s’invecchia”, così
mi sono lasciato tentare dalle
lagane e ceci, preparate in stile
cilentano autentico, e una salsiccia locale con contorno delle
squisite patate tagliate a fette
sottili con la buccia e fritte. Al
dolce, contro la nostra volontà,
ma lo abbiamo divorato, un
misto con tre piccoli pezzi: cannolo con crema chiara e scura,
struffoli e castagnaccio. Da
bere, non ho visto la carta, ma il
locale è fornito delle etichette
cilentane più note e di qualche
referenza nazionale. Noi abbiamo bevuto il “Tramici” dell’azienda Polito, un vino che ha
il nome veramente azzeccato,
bevendolo in compagnia, anche
se ha 14% alcolici, scende che è
una meraviglia. Prezzo a persona 25 euro, vini a parte. Lo so,
Arrosto di
maiale
all’acqua
Ingredienti per 4 persone:
700 g lonza di maiale
3 spicchi d’aglio
alcuni rametti di rosmarino
fresco, sale e pepe.
Preparazione:
Tritate l’aglio e il rosmarino.
Con un coltello ben affilato fate
dei tagli profondi nel pezzo di
carne e inseritevi il trito; poi legate la lonza con lo spago da
cucina e posatelo in una casseruola. Ricopritelo d’acqua e lasciatelo cuocere a fuoco medio
e con coperchio per un’ora e
mezzo circa, finché l’acqua
sarà completamente assorbita.
Aggiungete sale e pepe.
Servite l’arrosto caldo e guarnitelo con verdure cotte al vapore.
Vino consigliato: Piedirosso
2007, Paestum Igt, Marino,
Agropoli.
Agropoli, Cilento
da mangiare
e da leggere
Ancora una simpatica iniziativa
gastronomica nel Cilento organizzata da Slow Food Golfo di Policastro con il patrocinio del Comune di Agropoli. Venerdì 5 dicembre, alle 18 e 30, presso la
scuola media Gino Rossi Vairo di
Agropoli, ci sarà la presentazione
dei libri: “Guida ai vini della provincia di Salerno” di Luciano Pignataro e “Cucinare con i ceci” di
Giovanna Voria, entrambi delle
Edizioni dell’Ippogrifo.
Nell’occasione ci sarà la proiezione del documentario “La Dieta
mediterranea di Ancel Keys”
(Mekané production) e ci saranno
gli interventi di Franco Alfieri
(Sindaco di Agropoli), Tania Battipede (Associazione Dieta Mediterranea), Nicola Di Novella (Naturalista), Ernesto Rocco (InfoAgropoli). A tavola si gusteranno
pietanze di: Agriturismo Chiusulelle (Eredita Cilento), Agriturismo Corbella (Cicerale), Crivella
Gelati & Dessert (Sapri), Franco’s
Pizza (Battipaglia, Capaccio e
Agropoli), Hotel Calypso (Agropoli), dei ristoranti Gelsomare
(Ispani), Il Ghiottone (Santa Marina), Il Ceppo (Agropoli), Il Papavero (Eboli), La cantinella del
Mare (Villammare), La Pergola
(Capaccio), La Veranda (Agropoli), Tavernola (Battipaglia). I dolci
di: Dalmi (Capaccio), Hotel Taverna dei Re (Paestum), Ferrante
Michele (Controne), Pasticceria
Carmen (Agropoli), Forno Antico
(Ogliastro) e Ristorante Oasi (Paestum). I vini saranno quelli di
Botti, Polito, Marino e De Conciliis. La musica sarà “Le Filastrocche Cilentane” di Gianfranco
Marra e Antonino Cantalupo.
L’organizzazione è a
cura di
Enzo Crivella,
Giovanna
Voria e
Maria De
Conciliis.
Dibbì